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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/13/16 in tutte le aree

  1. Continuo con la serie "Nativi d'America" 2013 1 dollaro
    5 punti
  2. Finalmente e' uscito il nuovo numero (versione PDF) del Bollettino del Circolo Numismatico di Beinasco . Buona lettura. rivista 12.pdf
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  3. Meraviglia ...! peso 39g ...diam....60 mm
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  4. All’approssimarsi dell’esercito francese, il duca Rinaldo decise di lasciare Modena e si rifugiò nella vicina Bologna. I francesi entrarono a Modena il primo agosto del 1702 e vi soggiornarono amichevolmente per l'inverno e l'estate successiva. A seguito poi del precipitare degli eventi l’8 dicembre 1703 pretestuosamente occuparono il palazzo ducale togliendo all’esule estense ogni autorità. Venne perciò, per necessità d'affermazione, riaperta la zecca che coniò monete per i successivi due anni (1704 e 1705) con l’effige del re Luigi XIV. Zecca: Modena Autorità emittente: Luigi XIV Re di Francia Nominale: Mezza Lira Metallo: Mistura Anno: 1704 Rarità: R2
    3 punti
  5. Ciao. Senza voler entrare troppo all'interno della materia specifica, ma volendo fornire solo alcuni doverosi riferimenti: 1. Il contratto relativo al "Servizio delle cassette di sicurezza" è previsto dall'art. 1839 del C.C., che stabilisce: "Nel servizio delle cassette di sicurezza la banca risponde verso l'utente per l'idoneità e la custodia dei locali e per l'integrità della cassetta, salvo il caso fortuito" 2. Per "caso fortuito" e cioè per quell'evento che escluderebbe la responsabilità civile della banca verso il "cassettista" non (e, ripeto, NON) vengono ricompresi, per costante Giurisprudenza, i furti e le rapine; 3. Le limitazioni di responsabilità della Banca riportate nei moduli contrattuali fatti sottoscrivere al "cassettista", sono state ritenute vessatorie e quindi dichiarate nulle dalla Giurisprudenza; 4. Le "coperture assicurative" che i moduli contrattuali presentano come assicurazioni a favore del "cassettista" in realtà sono assicurazioni della responsabilità civile della Banca (il cui costo, però, è caricato sul "cassettista"). In altre parole, la Banca pretenderebbe di limitare la propria responsabilità civile verso il "cassettista" imponendogli limiti di valore e facendogli persino pagare un premio assicurativo per coprire la propria responsabilità civile, limitandola ad un dato importo. 5. Salvo la ricorrenza di un "caso fortuito", la Banca è tenuta a risarcire tutto il danno subito dal cassettista, a prescindere dal massimale della polizza di assicurazione; 6. per dimostrare il danno subito e cioè il valore economico del contenuto della cassetta che è stato sottratto, è il "cassettista" deve fornire la relativa prova, che può essere raggiunta, data la evidente difficoltà di fornirla, facendo ricorso alle presunzioni di cui agli artt. 2727 e 2729 del codice civile (cassazione civile, sent. n. 6913/2012) e cioè presentando alla Banca una denuncia circostanziata (e quanto più possibile documentata), di ciò che le cassetta conteneva e del relativo valore economico. Tale denuncia, dovrà preventivamente (ma ciò è abbastanza intuitivo) essere presentata all'Autorità giudiziaria, sia per ufficializzare il furto subìto che per consentire l'avvio di indagini e, perché no, l'eventuale recupero in tutto o in parte della refurtiva, cosa che ovviamente, ridurrebbe in tutto o in parte la responsabilità civile della Banca verso il "cassettista". Il (corretto) ragionamento, logico-giuridico, compiuto dai giudici della Cassazione è il seguente: "Il contenuto della cassetta di sicurezza costituisce una circostanza di fatto generalmente non divulgata, attesa la prioritaria esigenza di riservatezza che caratterizza la scelta di questo servizio bancario: ne consegue, dunque che deve ritenersi sufficiente la prova presuntiva, costituita, ad esempio, dalle deposizioni degli stretti familiari circa il suo contenuto, dalla denuncia penale, o anche, come nel caso di specie,, dall'elenco di beni consegnato all'Autorità giudiziaria, tutti elementi di fatto, questi, che, sebbene di provenienza unilaterale, rientrano legittimamente nel quadro probatorio , stante la peculiarità dei fatti da dimostrare." Saluti. :hi: M
    3 punti
  6. Sovereign Zecca: Royal Mint Llantrisant Metallo: Oro .917 Peso: 7,98 grammi Diametro: 22 mm Dritto : Busto coronato della regina Elisabetta II rivolto a destra disegnato da Ian Rank-Broadley Rovescio: San Giorgio che uccide il Drago di Pistrucci (ripreso del disegno del verso della sovrana Vittoria, secondo tipo giovane e San Giorgio; manca la bandierina dietro l'elmo) Contorno: Rigato Tiratura: ancora sconosciuta Buona giornata
    3 punti
  7. ______________ 2013 Israele התשע"ג (5773) 10 New Sheqalim - Bimetallica Alcuni ricercatori israeliani sono riusciti a far germogliare una palma da dattero da semi vecchi di duemila anni. Al Natural Medicine Research Center di Gerusalemme hanno usato semi trovati negli scavi archeologici dell’antica fortezza di Masnada sul Mar Morto, dove gli antichi resistenti ebrei scelsero il suicidio pur di non essere cadere schiavi delle legioni romane nel 73 d.C. La datazione al carbonio di un frammento dei semi di Masada ha stabilito la loro età tra i 1.940 e 2.040 anni. La pianta di palma, soprannominata Matusalemme, attualmente è alta circa 30 cm. e se tutto andrà bene tra 30 anni la palma sarà in grado di produrre frutti.
    3 punti
  8. LEONE. - Molto numerose le monete venete con questo nome. Leone Morosini o per il Levante si disse la moneta coniata dalla repubblica di Venezia per il Levante sotto il doge Francesco Morosini (1688-1694), con gli spezzati del mezzo, del quarto e dell'ottavo. Leone Mocenigo e anche per Dalmazia e Albania il pezzo da 80 soldi o 4 lire, con gli spezzati del mezzo, quarto e ottavo, creato per quelle provincie sotto Alvise II Mocenigo (1700-1709), e ufficialmente fu dato il nome di leone per le provincie marittime alla bella moneta da lire 12 con gli spezzati del mezzo e del quarto emessa sotto il Doge Alvise Pisani (1735-1741) che però venne chiamata volgarmente galeazza dalla galera che vi era effigiata (v. galeazza). Zecca: Venezia Autorità emittente: Doge Alvise Mocenigo II 1700/1709 Nominale: Leone da 80 soldi per la Dalmazia e l'ALbania Metallo: Argento Anno: non definito Rarità: R2 grammi 11,59 mm. 34
    2 punti
  9. Ancora nessuna nuova dalla Corte d'Appello americana, così, per passare il tempo, vi propongo questo quiz: How well do you know the 1933 Saint-Gaudens $ 20 Double Eagle? Sono 10 domande a risposta multipla, di tutto quanto viene chiesto si è parlato in questa discussione, se avete dei dubbi su qualcosa non avete che da rileggerla dall'inizio Alla fine, potrete scaricare un interessante pdf su come investire in oro e altri metalli preziosi. Buon divertimento petronius
    2 punti
  10. Complimenti ad Alex per il tari MI Facendo qualche confronto ho notato anche che quel conio presenta NEA anzichè NEAP al termine della leggenda, cosa che non ho ritrovato nei coni che finora ho archiviato per qul tipo ed anno (e sono una diecina di D/ con coni diversi fra loro)... nel caso possa essere un'altra informazione utile per un futuro lavoro :good:
    2 punti
  11. Con il 1708 finiscono le coniazioni della zecca di casale, in particolare in questo ultimo periodo abbiamo solamente 3 tipologie di moneta: Grosso con la croce di Gerusalemme, Cavallotto con Sant'Evasio e Sesino con la Madonna di Crea (immagine a me particolarmente cara perchè luogo di nascita di mio padre). Per essere partecipe, vi propongo quest'ultima tipologia perché è l'unica moneta delle tre a riportare una data che cade nel periodo di interesse, nonostante Paolino67 riporti nel catalogo che potrebbe trattarsi di medagliette votive. Zecca: Casale Autorità emittente: Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, Duca X Nominale: Sesino Metallo: Rame Anno: 1706 Rarità: R2 Note: Moneta ribattuta a freddo su sesini col monogramma Fonte Cataloghi Online Fonte Cataloghi Online
    2 punti
  12. é si @@dabbene era un grande periodo per le Toscane, che dire, gli ultimi Granduchi dei Medici non coniavano più i grossi pezzi d'argento per la città di Firenze ma per Livorno, LIVORNO era la vera e unica possibilità di rialzare il patrimonio e poter portare fuori il prestigio di questa Casata destinata a scomparire con Gastone dei Medici che non ebbe eredi. Tollero per Livorno "Fortezza" Monete di zecche italiane Livorno Cosimo III de’Medici, 1670-1723. Tollero 1717, AR 27,22 g. COSMVS III D G MAG DVX ETRVRIÆ VI Busto drappeggiato a d.; sotto, nel giro, 1717. Rv. ET PATET ET FAVET Veduta della fortezza vecchia di Livorno; sopra, corona. CNI 90/1. Galeotti XLVIII, 11/12. Ravegnani Morosini 16. MIR 65/6. qFDC/FDC fondi Lucenti
    2 punti
  13. 1 Cent 2013 U.S.A. Lincoln Cent Union Shield 2010-2016
    2 punti
  14. Ma poi sono le monete correnti, quelle del popolo che meritano un occhio diverso, a Milano con Carlo III abbiamo il quattrino in rame, moneta povera, dalle battiture imperfette, spesso tosate e usurate, coniate solo con qualche data, altre senza data, altre illeggibili. Di forma spesso squadrata o vicina a questa, dal peso molto oscillante per Carlo III variante da gr. 1, 16 a 2, 32. Moneta che si può comprare a poco, a volte anche da ciotola, che spesso può però dare grandi soddisfazioni per varianti o anomalie. Vediamo un data 1707 con Carlo III col busto non laureato, in quanto non ancora Imperatore, con al rovescio MLNI DVX su due righe. Carlo III D'Asburgo ( poi VI ), Re di Spagna e Duca di Milano ( 1706 - 1711 ) Zecca : Milano Nominale : quattrino Materiale : rame Anno : 1707 Rarità : NC Prov. Collezione Privata Adesso però toccherebbe a voi... :blum:
    2 punti
  15. La moneta è una frazione di dirhem della zecca di Palermo coniata sotto il regno dei re Normanni, ed in particolare di Guglielmo II o Tancredi (a me sembra Tancredi ma non vorrei far confusione a causa delle corrosioni) se clicchi su: http://www.lamoneta.it/topic/88173-monetazione-sveva-in-italia/page-16?hl=%2Bdirhem+%2Btancredi#entry1661694 Ti dovrebbero apparire le foto delle due monete (sono quelle in alto) e potresti discriminare di quale dei due regnanti si tratti. Ti allego anche i link dal catalogo: Una info per i curatori: a me la moneta inserita per Tancredi sul catalogo sembra appartenere a Guglielmo II. Se potete date un occhio, non vorrei sbagliarmi: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-TCR/6
    2 punti
  16. Bravi, veramente bravi, a parte la relazione con foto di Parma che fa piacere :blum:, ma soprattutto per la vostra adesione all'iniziativa come Circolo che è stata secondo me molto importante. A parte questo, trovo che sia importante che i Circoli facciano un Bollettino, resoconto, un pò anche di divulgazione numismatica, certamente se è poi digitale le spese sono solo quelle del lavoro vostro, ma credo che sia encomiabile e importante per tenere un rapporto diretto coi soci e magari divulgandolo anche qui per nuovi...
    2 punti
  17. Taglio: 2 euro cc Nazione: Lussemburgo Anno: 2015 BNDR Tiratura: 1.000.000 Condizioni: SPL+ Città: Maubeuge (Francia) Note: NEWS
    2 punti
  18. Ciao a tutti, questo non è il mio campo d'interesse principale, ma negli hilights della prossima asta Pecunem ho visto questo denario di Cesare che per l'aspetto generale ha destato la mia curiosità: JULIUS CAESAR. Denarius (44 BC). Rome. M Mettius, moneyer. Lifetime issue. Obv: CAESAR IMP. Wreathed head right; lituus and simpulum to left. Rev: M METTIVS. Venus standing left, holding Victory and sceptre, and resting elbow upon round shield set upon globe; K to left. Crawford 480/3. Condition: Very fine. Weight: 2.93 g. Diameter: 18 mm. Dato interessante è il peso... almeno che non sia stato pugnalato 23 volte e poi i fori siano stati stuccati qua c'è qualcosa che non va in questo denario... http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I2/11
    1 punto
  19. Buonasera, non per passare da esperto o "professorone", ma come si fa a richiedere una identificazione di una moneta in cui si evincono tutte le informazioni possibili ed immaginabili. Anno, stato di emissione e valore. E anche con idioma a noi capibile (no cinese o arabo per esempio ). A parte che una veloce ricerca su internet con le parole "chiave" permette subito una identificazione. Scusate la pedanteria del mio post. Grazie e buona serata.
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  20. L'articolo di Luigi Feruglio da non perdere!
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  21. @@Ric70 dai Riccardo, rifai le foto come ti ho spiegato l'altra domenica, così non rendi giustizia a questa moneta!
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  22. I rilievi sono da spl.. qualche piccolo difetto c'è.. I graffi come già detto e 2 colpettini al bordo.. direi q spl nel complesso
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  23. Buonasera Gianfranco condivido in pieno il tuo parere sul raffronto con le monete seleucidi. A tal proposito Ti allego un bronzo seleucide per un confronto immediato. La moneta della zecca di Antiochia è attribuibile ad Antioco VIII (121 - 96 a. C.)
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  24. beato te, io ne ho una nel pollice.
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  25. 1 punto
  26. @@Ric70 Veramente bella solo che... questa moneta merita foto migliori. Comunque complimenti.
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  27. Secondo me, mentre l'anno scorso il quantitativo dei volumi numismatici l'hanno stabilito in base alle divisionali invendute (o comunque hanno avuto più tempo per stabilirne il quantitativo visto che l'hanno emesso a fine 2015) quest'anno hanno dovuto stabilirlo a priori, cioè prima di emettere le divisionali...Comunque ora preferisco smettere di commentare questa cosa. Oggi, su consiglio del cassiere, ho mandato una email con i dati della carta di credito: così almeno cerco di metterli nelle migliori condizioni, casomai ci fosse una FDC avanzata. Tra l'altro sempre oggi al punto vendita ho lasciato anche il modulo per avere a casa la serie filatelica polacca: ho scritto 5 serie e l'addetto mi ha consigliato di...rivolgermi ai privati perché forse 5 francobolli non li hanno per darmeli...Che altro dire?Specifico che in ogni caso non ho nulla di personale contro l'addetto dell'UFN che di sicuro non fa altro che seguire diligentemente le direttive impartite. Passo e chiudo
    1 punto
  28. Letto con molto interesse questo numero del Bollettino, ovviamente devo dire che la mia attenzione si è concentrata su quell'esemplare di Mezzo Scudo di Vittorio Amedeo III, infatti come ben espresso nell'articolo la suberazione di monete è sicuramente una pratica non usuale nel XVIII secolo, quindi trovare un esemplare suberato è molto strano. Il mio primo pensiero è propio quello che è stato espresso anche da Biagio Ingrao nella pubblicazione, cioè che un tale tipo di falsificazione sia stata realizzata nella stessa Zecca di produzione per evidenti scopi di lucro o da un operaio infedele o dallo stesso Stato emittente. Complimenti a blaise per questo articolo.
    1 punto
  29. Grazie ragazzi
    1 punto
  30. @@carlo82 2 Heller - Franz Joseph I © françoiscostes Features Country Austria - Habsburg Years 1892-1915 Value 2 Heller (0.02) Metal Bronze Weight 3.35 g Diameter 19 mm Thickness 1.5 mm Shape Round Orientation Medal alignment ↑↑ Demonetized yes References KM# 2801, Schön# 4
    1 punto
  31. @@carlo82 Non si percepisce bene cosa ci sia all'altezza delle ginocchia ma... l'MB ci dovrebbe stare.
    1 punto
  32. @@miza Ciao! Sullo spostamento purtroppo non posso dirti nulla mentre sulla conservazione do il mio apporto molto volentieri. A prima vista si presenta molto ma... molto bene, il D/ fossi io... lo darei sopra lo SPL mentre per il R/ direi qSPL-SPL, comunque... veramente una gran bella moneta.
    1 punto
  33. @@carlo82 1/32 Birr - Menelik II Features Country Ethiopia Year 1889 (1897) Calendar Ethiopian Value 1/32 Birr (1/32) Metal Copper or Brass Weight 2.86 g Diameter 20.48 mm Shape Round Orientation Medal alignment ↑↑ Demonetized yes
    1 punto
  34. E' una moneta etiope, 1/32 di Birr del 1889 e.E. (nostro 1897)
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  35. Buon pomeriggio! Per un Vostro parere sulla conservazione o valutazione della moneta in oggetto, aggiungo foto più grandi e fuori dall'oblo.. Grazie
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  36. Vista l'assenza di commenti alla NAC 93 mi sa che gli amanti dei tremissi si siano ... disamorati :)
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  37. No , le spine nella monetazione di Umberto II erano gia' note , la novita' e' che grazie anche a questo elemento e' possibile attribuire queste monete a Umberto III . Nel libro Rovera spieghera il perche'
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  38. La vittoria navale dei Romani alle isole Egadi decise le sorti della lunga prima guerra punica e fu schiacciante . Il fatto che si siano trovati molti rostri romani e uno solo punico e' dovuto al fatto che la flotta cartaginese era composta in massima parte da navi onorarie che trasportavano aiuti ad Amilcare assediato in Sicilia , scortate da navi da battaglia di cui non tutte avevano i rostri in metallo . Per quanto riguarda gli elmi non saprei dirti con certezza il perché di questa maggioranza romana , ma penso che cio' era dovuto al fatto che mentre i Romani erano tutti cittadini romani quindi erano provvisti di uniformi militari uguali secondo i reparti di appartenenza , al contrario i Cartaginesi essendo in massima parte composti da mercenari e pochi da cittadini di Cartagine , i primi usavano armature personali secondo gli usi di appartenenza etnica con elmi forse non in metallo o non li usavano affatto . Per una completa visione della battaglia delle Egadi che defini' la supremazia romana su Cartagine anche in mare , tanto e' che nella seconda guerra punica non ci furono praticamente battaglie navali ma solo di terra , leggere questo completo ed esaustivo articolo : http://www.academia.edu/1276657/La_battaglia_delle_Egadi._A_proposito_di_ritrovamenti_recenti Sotto il repubblicano Tempio di Giuturna eretto a Roma nell' attuale Largo di Torre Argentina , da Lutazio Catulo il vincitore della battaglia delle Egadi , un rostro di nave romana recuperato alle Egadi ed elmi romani recuperati alle Egadi
    1 punto
  39. @@Manuel88 I miei complimenti per questa gran bella moneta.
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  40. Grazie mille per i complimenti a tutti. @@santone hai per caso nella tua collezione qualche esemplare con conii differenti al dritto e al rovescio? Intanto ho messo in acqua demineralizzata e appena avrò gli strumenti proverò a mettere in atto i suggerimenti di @@mariov60
    1 punto
  41. Qui trovi un articolo del nostro @@magdi: http://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/i-gettoni-del-decano-di-lodz-la-moneta-del-ghetto-ebraico
    1 punto
  42. Si fa come una madre che riconosce i due figli gemelli monozigoti. Senza grattare alcunchè.
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  43. Tiziano, Filippo II di Spagna e la Maddalena scomparsa Madrid - Dall’Archivio Generale di Simancas (Spagna) documenti che si pensavano persi o inesistenti riemergono da un ingiustificato oblio come conchiglie morte lasciate sulla spiaggia della Storia da una metaforica risacca. Per caso mi sono imbattuto in un carteggio di Filippo II di Spagna avente per oggetto alcune committenze fatte a Tiziano (1488/90 -1576). Si tratta di due lettere, scambiate tra il sovrano e il suo uomo di fiducia a Venezia, un tale Garcihernandez, tuttavia i documenti rivelano una corrispondenza fitta compresa tra il giugno del 1561 e l’ottobre di quello stesso anno. Nella prima, che porta la data del 27 agosto del 1561, Filippo II loda il Garcihernandez per la ricchezza, la puntualità e la precisione delle informazioni da lui fornite circa gli spostamenti della flotta turca nel Levante (siamo, infatti, alla vigilia della battaglia di Lepanto). Il Sovrano chiede ragguagli su alcuni progetti della Repubblica veneta aventi per oggetto la fortificazione e la difesa della città di Bergamo. Nella stessa lettera il re riferisce di aver dato mandato al suo vecchio segretario, Gonzalo Pérez, di autorizzare eventuali spese per l’acquisto di colori della più fine qualità da consegnare a Tiziano o a chi si presentasse a suo nome. In verità, dopo aver scritto così, il re subito si autorettifica suggerendo al suo tramite di mettere a disposizione solo le somme avendo cura che i colori fossero comprati da Tiziano stesso o da chi per lui. E che tutto questo avvenisse nel più breve tempo possibile. Garcihernandez risponde al sovrano in data 22 settembre di quell’anno informandolo sempre sulla situazione nel Levante e sullo stato di avanzamento delle opere di fortificazione di Bergamo. Il 22 ottobre seguente il re indirizza la seconda missiva al fiduciario, ringraziandolo per le notizie sul Levante e su Bergamo da lui riferite e informandolo di aver ricevuto una lettera da Tiziano nella quale il pittore dichiarava di aver terminato il quadro della Maddalena e chiedeva istruzioni su come rimetterlo a Madrid. Il re, allora, prospetta a Garcihernandez due possibilità: o consegnare la pittura al Marchese di Pescara che poi avrebbe provveduto a inoltrargliela via terra; o farla arrivare all’ambasciatore spagnolo a Genova, Figueroa, per una spedizione via mare. In ogni caso, qualunque fosse stata l’opzione da lui scelta, il sovrano lo prega d’informarlo tempestivamente. A questo riguardo dispensa un sacco di consigli al Garcihernandez perché la pittura non sia minimamente maltrattata durante il viaggio. Consigli dai quali trapela un Filippo II ansioso, quasi maniacale. Nello stesso contesto il re avverte il suo emissario che Tiziano gli consegnerà altri lavori oltre alla Maddalena e anche per quelli lo esorterà a scegliere la via migliore per farli arrivare in ottimo stato a Madrid. A ragion veduta, alla lettera Filippo II acclude un biglietto per l’ambasciatore Figueroa e un altro per il Marchese di Pescara. In essi sostanzialmente Filippo ribadisce le stesse raccomandazioni già espresse al fiduciario veneziano. A questa lettera indirizzata al Garcihernandez il sovrano ne allega pure un’altra personale per Tiziano. In effetti, Filippo II rispondeva a un biglietto precedente del pittore scritto in data 17 agosto del 1561, con il quale il cadorino lo aveva informato di aver completato la Maddalena e di essere molto soddisfatto della pittura. L’impazienza del re nel contemplare e possedere l’ultimo capolavoro di Tiziano, dal pittore stesso elogiato, si fa qui ansia frenetica e febbrile, partorisce una montagna di raccomandazioni questa volta dirette proprio al pittore perché lui stesso ne curi l’imballaggio prima di affidare il quadro al Garcihernandez. Lo esorta, inoltre, a usare le stesse precauzioni anche per le altre opere da lui commissionate e cioè per il Cristo nell’orto e il Ratto d’Europa. E comunque per tutti i quadri che in futuro Tiziano dipingerà per lui. Rispondendo a una lamentela del pittore, Filippo II nello stesso scritto lo anticipa, poi, e lo rassicura. In buona sostanza per queste committenze a Tiziano erano stati liquidati via Genova, su mandato del re, duemila scudi. Per una disattenzione sul bonifico non era stata specificata “la natura d’oro” della moneta per cui i banchieri genovesi avevano realizzato un cambio sfavorevole a Tiziano. Filippo II tranquillizza, allora, l’amico che sarà rimborsato fino all’ultimo grano. La grande familiarità (Amado nuestro...) e l’antica amicizia con cui Filippo II tratta Tiziano escludono, infatti, qualsiasi malinteso tra i due. A questo punto i documenti hanno già detto abbastanza circa le committenze di Filippo II a Tiziano, il giro dei pagamenti, le persone coinvolte e anche le piccole operazioni d’imballaggio e di spedizione. Per il Cristo nell’orto e il Ratto d’Europa non si pone alcun problema: le tele, infatti, sono tuttavia esistenti e godibili, per la Maddalena, invece, i fatti si tingono quasi di giallo. Mi spiego meglio. La Maddalena fu un soggetto molto richiesto in quel tempo. Tiziano ne aveva dipinta una, che diventò subito celeberrima, per il Duca d’Urbino tra il 1530 e il 1535. La Maddalena richiesta a Tiziano da Filippo II, per intenderci quella del 1561, purtroppo non si sa che fine abbia fatto. Nella scheda riguardante Tiziano dell’Enciclopedia Italiana composta nel 1937 da Adolfo Venturi, questo dipinto assieme ad altri è correttamente indicato come pervenuto al re. Pietro Paolo Rubens, notoriamente interessato all’opera di Tiziano e suo sfegatato ammiratore, in occasione del suo secondo viaggio in Spagna copiò, secondo quanto ebbe a dichiarare il Pacheco, “tutte le opere di Tiziano che possiede il Re”. Magari non tutte, si è poi appurato; senz’altro le più importanti. Non mi spiego quindi come mai gli fosse sfuggita quest’opera che Tiziano non esita a definire perfetta. Tiziano faceva spesso diverse copie dei suoi soggetti preferiti. Infatti, esistono altre “Maddalene” da lui dipinte. Ma di questa del 1561 che dovrebbe essere il prototipo di tutte le altre, a parte la prima dipinta per il Duca d’Urbino, non c’è traccia. Secondo una scheda del Museo di Capodimonte di Napoli, pare che questo dipinto si sia bruciato in un incendio del 1873 prima di raggiungere l’Inghilterra. Questa notizia, però, mi lascia molto perplesso perché totalmente ignorata dalla scheda dell’Enciclopedia Italiana, in genere molto scientifica e informata. In un articolo di Goffredo Silvestri, apparso sul quotidiano La Repubblica del 31 ottobre 2007 in occasione di una mostra dedicata al pittore cadorino dal Kunsthistorisches Museum di Vienna dal titolo “Tiziano maturo”, ho letto invece al riguardo una storia a dir poco imbarazzante che, però, i miei documenti nei fatti smentirebbero. L’autore citato dal Silvestri è niente di meno che il Vasari. Racconta Silvestri, citando il Vasari, che un patrizio veneziano s’invaghì della Maddalena dipinta da Tiziano per Filippo II a tal punto che fece un’offerta così alta (100 scudi) che il pittore non potette rifiutare. Il maestro, dunque “ fu forzato a farne un’altra, che non fu men bella” per il re di Spagna che gliel’aveva commissionata. Con tutto il rispetto per il Vasari, ritengo questa notizia poco attendibile. Filippo II nella sua lettera a Tiziano c’informa di aver fatto liquidare già al pittore duemila scudi e di aver provveduto anche a rimborsargli la somma di 200 scudi consegnatagli in meno dai banchieri genovesi per differenza su cambi. I cento scudi, offerti dal patrizio veneziano, dunque, sarebbero la metà esatta dell’interesse su cambi trattenuto dal banchiere genovese sulla rimessa del re. Ritengo, a mio modesto avviso, che non esista un’oggettiva e straordinaria convenienza nell’offerta del patrizio veneziano tanto sbandierata dal Vasari. Tiziano aveva ormai un’età venerabile nel 1561: per tutta una vita aveva saputo gestire con parsimonia e intelligenza il suo genio. Viveva da nababbo ormai in una splendida casa nel cuore di Venezia e, per quanto tirchio fosse potuto essere, 100 scudi in più non avrebbero certamente apportato granché alla sua fortunata condizione. Invece avrebbero con certezza incrinato il rapporto con uno dei committenti più generosi e importanti della Storia. Dalle lettere, infatti, sappiamo ancora che già l’opera era disponibile e pronta per la spedizione e una notizia come questa difficilmente sarebbe sfuggita alle orecchie sensibili del Garcihernandez per riferirla immediatamente al re. Ergo, deduco che il quadro della Maddalena fu puntualmente spedito a Filippo II; che non si trovò però fra le pitture della collezione reale quando Rubens la visitò perché altrimenti l’avrebbe con certezza copiato. Che fine ha fatto, dunque, la Maddalena del Tiziano? Da quali documenti ha appreso il Museo di Capodimonte di Napoli che il quadro distrutto nell’incendio del 1873 fosse davvero la Maddalena dipinta da Tiziano nel 1561 per Filippo II? Sono interrogativi che le mie carte sollevano e ai quali forse qualcuno potrà dare in seguito una risposta. Mi resta, comunque, la gioia di aver contribuito a far conoscere più da vicino Filippo II, la sua grande passione per l’arte, la sua incondizionata venerazione per Tiziano. CREDITI AGS - Archivio Generale di Simancas, Spagna Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano, Museo di Capodimonte, Maddalena, Q134 Enciclopedia Italiana (1937) Voce: Tiziano Vecellio a cura di Adolfo Venturi Santa Maria Maddalena – scheda Museo Palazzo Pitti Firenze El rapto de Europa – Colección Museo del Prado, Pedro Pablo Rubens, ficha técnica Museo del Prado Tiziano contro Tiziano, Goffredo Silvestri, “La Repubblica” del 31 ottobre 2007 FONTE http://www.ragusanews.com/articolo/60682/tiziano-filippo-ii-di-spagna-e-la-maddalena-scomparsa Napoli, Filippo II (1554-1598), Mezzo-Ducato, o cianfrone, s.d., AR 14.743g, busto a destra, dietro IBR, rov. POPVLOR SECVRITATI, stemma coronato (MIR.160; Pannuti-Riccio 5), SPL. Leggera tarlatura. Foto a luce naturale. Napoli, Filippo II (1554-1598), Mezzo-Ducato, o cianfrone, s.d., AR 14.743g, busto a destra, dietro IBR, rov. POPVLOR SECVRITATI, stemma coronato (MIR.160; Pannuti-Riccio 5), SPL. Leggera tarlatura. Foto a luce artificiale. Maddalena penitente, Tiziano, Galleria Palatina, Firenze (1533 ca.)
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  44. Non sta in piedi...faccio autenticare il contenuto, poi torno e ritiro dicendo che dovevo solo aggiungere merce nella cassetta
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  45. Piccoli acquisti pomeridiani: Svizzera, Zurigo (imitazione delle monete di Merano come Rizzolli/Pigozzo 2015) Kreuzer (dopo il 1470) D/ MON- THVR-ICEN-SIS R/ SAN-TVS- KAR-LVS Hürlimann 1108/9 , HMZ 2-1112a
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  46. Buonasera a tutti, volevo mostrarvi anche io il mio dupondio di vespasiano, visto le altre discussioni di questi ultimi giorni e volevo un vostro parere su questa moneta di grammi 12.3. Il dritto è molto godibile un Po meno il retro, è presente una crepa sempre al retro causato da una botta presa dalla moneta. A voi i commenti e ora si può dire buona domenica. A voi i commenti :)
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  47. ...con qualche sacrificio ...ma mi butterei sicuramente sulla prima.
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  48. A parer mio al BB ci arriva.
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  49. @@Horussone Sicuramente hanno usato un prodotto poco adatto alla pulizia delle monete in argento, e di conseguenza il prodotto ha intaccato l'argento.
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