Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/18/16 in tutte le aree
-
Forse questa notizia non è stata mai pubblicata in rete. Sapete cosa c'era in questi locali semi-abbandonati tra il settembre 1621 e il febbraio 1622? Siamo nel centro storico della città di Torre Annunziata (NA) a 70 mt in linea d'aria dal mare. Qui vennero impiantati alcuni bilancieri provenienti dalla Germania e quattro secoli fa c'era la famosa zecca per battere moneta, un privilegio senza precedenti per una città di provincia della Campania. Sono stato alcuni giorni fa in compagnia dell'amico Vincenzo Marasco di Torre Annunziata ed ho voluto scattare qualche foto per voi perché nonostante lo stato di semi-abbandono vi garantisco che l'emozione è stata fortissima. Qui, dove ora c'è un'officina meccanica, un tempo si coniavano monete in argento e rame con i conii incisi a Napoli, il tutto rigorosamente documentato e firmato dal maestro di zecca. Davvero non ho resistito. Vincenzo ha scovato documenti inediti dell'epoca sulla zecca dove vengono citate anche le tipologie di monete da battere e il giorno. Nel 1621 il mare era ad una decina di metri da questo palazzo e accanto a quest'ultimo, dove ora c'è una scalinata, all'epoca c'era un corso d'acqua che alimentava la ruota del meccanismo della zecca, fino ad alcuni decenni fa Torre Annunziata era anche un importante centro produttivo per la pasta, una produzione agevolata da forze motrici azionate dal corso d'acqua in oggetto. Grazie a Vincenzo per avermi dato la possibilità di mostrarvi questo pezzo di storia numismatica della nostra terra. Spero con tutto il cuore che le autorità locali leggano questo post e che capiscano l'importanza di questo luogo mitico per noi numismatici e per tutti gli appassionati di storia locale e che magari possano far riqualificare il luogo e l'edificio. Qui un tempo c'era il fulcro dell'economia della città.10 punti
-
Buongiorno a tutti, vi mostro questo piccolo gioiello che al momento è nella mia collezione. Come sempre mi scuso per le foto!5 punti
-
Il commercio di monete antiche, non è " proibito" è solo regolamentato. Quindi, se una persona viene da me in negozio ( o al tavolo del convegno) a vendermi delle monete antiche, gli chiederò dove le ha comprate. A quel punto, se sono di provenienza " commerciale", mi farò dare gli eventuali riferimenti della transazione precedente( se me li vuol dare, perché non è obbligato) e gli farò firmare un atto di cessione, in cui il cedente dichiara, sotto la SUA responsabilità, che gli oggetti ceduti sono di SUA legittima proprietà e che ne ha i titoli per dimostrarla davanti alla legge. A questo punto, ho soddisfatto il principio della tracciabilità del bene ( riportando le generalità esaustive del cedente e identificandolo univocamente, o tramite la trascrizione del precedente passaggio di vendita o tramite la registrazione dello stesso)e mi scarico della responsabilità legale nel caso il cedente avesse fornito false informazioni di cui risponderà LUI in sede giuridica. La stessa cosa la possono fare i privati tra di loro, compilano una cessione, in cui vi siano i dati identificativi degli attori, i precedenti di vendita, se vi sono, oppure si citino le ragioni per le quali si possiede il bene lecitamente ( eredità, lascito,etc)si identifichi il bene magari fotograficamente( per le antiche è quasi irrinunciabile) e la transazione è fatta nei termini di legge. Non mi pare troppo complicato né lungo e , di sicuro, non rappresenta un metodo per dare nuova verginità a monete di provenienza illecita, anzi: serve ad avere i dati di CHI perseguire miratamente.5 punti
-
Il fenomeno andrebbe studiato a monte. Impedendo che gli oggetti ritenuti patrimonio dello Stato possano essere messi in vendita. Le case d'aste inviano i loro cataloghi alla Questura (se sono italiane) e ai reparti specializzati delle forze di polizia proprio per evitare un domani controversie. Personalmente trovo ingiusto perseguire soggetti che comprano alla luce del sole. Ma si tratta di una opinione personale, perchè poi, anche non condividendola, anche io sono tenuto ad osservare e far osservare le leggi in materia. Faccio il solito vecchio esempio. Se vado a Porta Portese al mattino, dove pullulano agenti di ogni polizia, dalle nazionali a quelle zoofile di quartiere, con le loro belle divise sgargianti e non procedono contro chi ha i banchetti alla luce del sole con le loro monete romane in bella vista, perchè prendersela con l'ignaro acquirente? Anche un bambino capirebbe che se accanto al banchetto staziona persino un vigile, la merce venduta non è illegale. Però è più facile colpire il singolo acquirente. E' la solita vecchia storia...Le indagini vanno fatte seriamente....Vanno interrotti i flussi di approvigionamento, educato il cittadino alla legalità. Sanzioniamo le piattaforme che fanno pubblicare materiali potenzialmente non leciti piuttosto che prendersela solo con l'acquirente della moneta da 1 euro. Perchè non si fa?....indovinala grillo...5 punti
-
"Se uno rivende una o più monete trovate in un lotto multiplo acquistato in un asta ( scrivendo nella descrizione numero dell asta e lotto ) teoricamente dovrebbe stare tranquillo visto che le monete che vengono vendute in asta dovrebbero essere garantite di lecita provenienza , considerando che se non sbaglio la casa d'asta deve notificare il materiale in vendita ma , essendo parte di un lotto : non sempre ( anzi quasi mai ) dalle foto si riesce a capire se la moneta posta in vendita effettivamente proviene da quel lotto . In tal caso cosa deve fare il venditore?" Il discorso "lotti" fa parte di quegli aspetti poco chiari della materia, in relazione al quale occorrerebbe, preliminarmente, intendersi sul "tasso di ipocrisia" che si vuole utilizzare nell'affrontarlo. Diciamo innanzitutto che in un sistema come il nostro attuale, che fa della tracciatura e della provenienza (ovviamente legittima) della moneta i suoi due principali pilastri, la presenza sul mercato di lotti più o meno indistinti e, correlativamente, di altrettante più o meno indistinte dichiarazioni di autenticità e provenienza è a mio modesto avviso un abominio. Personalmente, in un sistema come il nostro attuale, vieterei la cessione di monete antiche in lotti, per l'evidente difficoltà di documentare e di tracciare, una per una, le monete che lo compongono, così come si dovrebbe fare in base alla legge attuale. Però, dicevamo, bisogna vedere con che grado di ipocrisia affrontiamo questo argomento. In alcuni casi, infatti, acquistare un "lotto di 500 monete romane in bronzo" (sic!), naturalmente con relativa fattura che menziona la stessa descrizione del lotto, può fare molto comodo all'acquirente, che all'occorrenza sostituirà ai "catorci" del lotto alcune altre monete di cui non ha la documentazione e che, astrattamente, possono rientrare nella descrizione del lotto acquisito. In questo modo, in caso di controlli (e, perché no, anche in caso di cessione) ci sarà comunque una perfetta corrispondenza "contabile" tra le monete possedute e la famosa fattura. Che poi, invece, non ci sia più corrispondenza sostanziale...questo è un aspetto che riguarda il "tasso di ipocrisia" di cui sopra. Ora, Tu chiedi cosa debba fare il venditore di lotti per garantire all'acquirente un acquisto sicuro? La mia risposta è: non vendergli lotti.....o meglio, poiché è l'acquirente che deve mettersi nelle condizioni di poter fornire, in caso di controlli o in caso di rivendita del materiale, documentazione quanto più possibile univoca delle monete che possiede e l'acquisto di monete in lotti non permette, a mio modesto avviso, questa dimostrazione con assoluta certezza, l'acquisto di lotti (soprattutto se medio-grandi) è sconsigliabile. Se poi, invece, gli interessi e le "dinamiche" sono diverse, è anche vero che una bella fattura della casa d'aste "Vattelapesca" per "500 monete romane" può anche funzionare, in certi casi, meglio di una polizza Kasko, ma qui, torno a dire, dobbiamo prima intenderci fra noi se vogliamo fare un discorso serio o se ne vogliamo fare un altro ipocrita ed opportunista. Intendiamoci...io non mi scandalizzo per i discorsi ipocriti e opportunisti....pretendo solo di sapere prima che tipo di discorso il mio interlocutore intenda propormi e mi incazzo solo se mi accorgo che costui vuole farmi credere una cosa mentre in realtà è animato da tutt'altri intenti (ovviamente non è il caso di chi ha scritto finora in questa discussione....lo dico a scanso di fraintendimenti... :pardon:.). M.4 punti
-
Ciao, è da un bel po’ che non compaiono biografie imperiali in Sezione e maneggiando tra i vassoi delle monete ho trovato questo personaggio femminile, nota generalmente ai più in quanto “moglie di Caracalla” e.. poco più. Una “first lady” dell’epoca invero abbastanza sfortunata, come spesso capitò a personalità femminili dell’Impero Romano. Ruolo secondario quello di Augusta ma che talvolta ebbe peso: come dimenticare l’importanza delle consorti del Primo e Medio Impero e dell’impatto che ebbero nella storia dell’Impero? Ma a contrastare alcune personalità femminile preminenti vi sono anche quelle che spesso ebbero vite tutto sommarie tristi, usate per scopi “politici” da parte di padri ambiziosi. Una di queste contraddistinta da una vita tutto sommato infelice (possiamo dirlo? In questo caso direi di sì) è lei: Publia Fulvia Plautilla Augusta (c. 182-212) Moglie di Caracalla e Augusta dal 202 al 205 d.C. Figlia del Prefetto Gaio Fulvio Plauziano* (Gaius Fulvius Plautianus) fu promessa sposa in giovane età a Caracalla, divenendone moglie nel 202, contro il volere dello sposo, quattordicenne, che la osteggiò, pur sposandola perché a lui ordinato dal padre. Nel 205 si separarono dopo la morte di Plauziano: Caracalla si era sempre rifiutato di mangiare o dormire con lei. Esiliata a Lipari con il fratello fu giustiziata nel 212 dopo l’ascesa al trono di Caracalla. Analogamente al padre fu colpita da damnatio memoriae. Benché il suo periodo di splendore sia stato assai breve, appare sulle monete in varie acconciature. In alcune porta le bande dei capelli lisci ed aderenti al capo, coprenti le orecchie e riportate sulla nuca, dov'è una piccola crocchia, sul tipo di Giulia Donna. Talvolta le bande sono ondulate e c'è sulla guancia la caratteristica ciocca di Giulia Domna. Porta anche un'acconciatura in cui i capelli sono divisi in tante scale perpendicolari alla linea del viso e convergono sull'occipite dov'è appuntata una rotellina di trecce, mentre brevi ciuffi scendono sulla fronte. In alcune monete le scale sono parallele alla linea del viso, passano dietro le orecchie e sulla nuca e le estremità sono raccolte in una fila di treccioline ripiegate insù ed appuntate sotto il cocuzzolo, oppure scendono fin sul collo e sono ivi raccolte in un nodo a ventaglio. È difficile dire quale di queste acconciature abbia usato prima e quale dopo, forse le usò alternativamente. La fisionomia appare costante in tutte le monete: fronte di linea curva, naso aquilino, guance rotonde dallo zigomo sporgente, mento pronunciato; l'aspetto è giovanile. Numerosi sono i ritratti attribuiti a Plautilla, ma nessuno risponde ai requisiti offertici dalle monete. In realtà esistono ben cinque differenti tipologie ritrattistiche di Plautilla. Nelle prime monete che la ritraggono, il nome di Plautilla è reso al dativo, ad indicare che la coniazione è stata eseguita in suo onore. La sua immagine è presenta i capelli divisi al centro e intrecciati in orizzontale e le cinque o sette trecce raccolte in uno chignon dietro la testa. L’immagine ha i tratti quasi infantili, il volto rotondo, la fronte lievemente inclinata e arrotondata, gli occhi grandi sotto due arcuate sopracciglia, il naso camuso la bocca con il labbro superiore sporgente. Nelle rappresentazioni successive l’imperatrice è raffigurata con i tratti leggermente più maturi e meno rotondi ed il naso leggermente aquilino. La pettinatura differisce da quella precedente per l’intreccio che corre verticalmente o diagonalmente e non in senso orizzontale. Più tardi, nella terza iconografia la pettinatura si evolve con i capelli ondulati che incorniciano il volto., fino ad arrivare in fasi successive, alla sua ultima iconografia che ricorda verosimilmente quella della suocera Giulia Domna. Tratto da Philipp V. Hill "The Coinage of Septimus Severus and His Family of the Mint of Rome, A.D.193-217"2 punti
-
Ieri mi è arrivato questo denario di Lucio Vero che va a fare coppia con uno dei primi acquisti in assoluto da me fatti, un denario del fratello Marco Aurelio con il medesimo rovescio. Coniati entrambi nel 166 d.c. al termine della vittoriosa battaglia contro i Parti guidata da Lucio Vero riportano al rovescio la vittoria con nella mano destra un ramo di palma ed a sinistra uno scudo sorretto da una pianta di palma, nello scudo troviamo iscritto VIC/PAR. Al dritto entrambi presentano la dicitura ARM PARTH MAX ( sicuramente appellativo maggiormente meritato da Lucio riper quanto fatto nella campagna). La catalogazione che gli ho dato è RIC 566 per Lucio Vero e RIC 163a per Marco Aurelio. Le monete risultano molto simili anche se quella di Lucio Vero a me piace maggiormente per i dettagli dei rami di palma sotto lo scudo. La moneta riporta all'ennesima battaglia tra i Romani e i Parti iniziata nel 162 e terminata nel 166; si trattava solo dell'ultimo scontro tra i due popoli confinanti nel confine orientale romano visto che il primo scontro fu nel 53 a.c. con Crasso alla guida dell'esercito romano e terminò con una delle peggiori disfatte della storia romana fino a quel momento con la battaglia di Carre. La vittoria sui Parti costò ai Romani, oltre ad ingenti perdite, l'arrivo di una tremenda pestilenza che costò la morte a milioni di cittadini dell'impero. A seguito di ciò i due imperi continuarono a scontrarsi fino a che i Parti non furono definitavemente sconfitti dai Sasanidi. Vorrei avere dagli utenti più esperti giudizi sulle monete e sulla storia che esse vogliano raccontare. Un saluto Luca2 punti
-
Condivido con gli amici del forum le foto di questa medaglia in bronzo dorato del 1860 dedicata alla Madonna sotto il pontificato di Pio IX. La medaglia dal vivo è davvero incantevole... Non so se vi sia già una scheda di questa medaglia nel nostro repertorio. Grazie a chi riuscirà a dirmi qualcosa in più su questa medaglia. Cordialmente f.f.2 punti
-
molto dipende dai venditori. un'imitativa venduta da Lanz o Denant fa realizzi che, stesso pezzo, non farebbe presso altri venditori (anche professionali!). è ancora un settore alquanto allo stato brado... dove c'è molto da dire, da scoprire, studiare e analizzare... e dove, realisticamente, date le grosse quantità di materiali esistenti, i prezzi sono ancora molto contenuti. certo che se ho 100 imitative false che mi costano (prezzo cinese) 5 euro e le rivendo per vere a 1 euro l'una ho già guadagnato 95 euro... si fa presto a far realizzi anche con pezzi a basso costo. E sto tizio macina vendite in continuazione2 punti
-
Forse nelle biblioteche universitarie più prestigiose oltreoceano o oltre le Alpi? Nella maggior parte dei casi dobbiamo ringraziare solo loro se possiamo consultare o reperire online tanti volumi di nostro interesse in copia digitale... Saluti Simone2 punti
-
Ciao, la patina è simile a quelle delle "sole" del Primo Impero... verde, rugosa con un aspetto da patina friabile e zone verde brillante (...acido?!) alternata a superfici quasi prive di patina (o quasi). Le avevo viste (lo seguo per visionare le fetecchie) e mi erano parse interessanti (mi ricordano come stile quelle viste a Doncaster dove si apprezzava profilo del volto, grande corona e stop) ma le ho subito cassate pensando al venditore... Il fatto piú preoccupante è che (IMHO) mi sembrano assolutamente analoghe alle "sole" per aspetto.... Falsificarle è un affarone: lo stile lo inventi, confronti pesi e diametri non vincolano... e se c'è richiesta è una manna. Certo che se la sensazione è corretta (ed è forte).. .siamo messi bene! Ciao Illyricum ;)2 punti
-
In ultimo, prima di ringraziarvi per l'attenzione, posto una breve nota sul padre di Plautilla. *Gaio Fulvio Plauziano, di umili origini e nato a Leptis Magna al pari di Settimio Severo aveva intrecciato buoni rapporti con quest’ultimo. Dopo la nomina a Imperatore di Settimio, Plauziano venne inviato in Oriente a catturare i figli di Pescennio Nigro. Nel 197 d.C. assunse la prefettura del pretorio e ben presto accrebbe sia il suo potere che la propria fortuna economica. Ottenuto il fidanzamento della figlia con Caracalla (197? 200?) e quindi divenuta la sua sposa (202) Plauziano entrò nel Senato e la famiglia entrò nei patrizi. Nel 203 divenne console onorario assieme a Geta e come Prefetto del Pretorio accompagnò Settimio Severo nella campagna partica. Divenne in pratica un terzo Cesare assieme a Caracalla e Geta. Preoccupato dal potere che si stava ritagliando, fu accusato da Caracalla (e dalla madre Giulia Domna) di aver ordito un assassinio ai danni si Settimio Severo: fu eliminato il 22 febbraio 205, facendolo volare fuori da una finestra. Colpito dalla damnatio memoriae subì la distruzione delle molte statue che erano state erette in suo onore nell’Urbe, oltre alla consueta cancellazione del nome dai monumenti; le proprietà familiari furono confiscate. Il figlio Gaio Fulvio Plauto Ortensiano fu esiliato a Lipari assieme alla sorella Plautilla e dopo l’ascesa al trono da parte di Caracalla, alla morte del padre, entrambi furono giustiziati. Ciao Illyricum ;)2 punti
-
Giusto Antonio.... :good: D'altronde, il fatto risale al 2008....un periodo in cui erano molte le persone che sono incappate nei rigori delle interpretazioni accusatorie degli inquirenti (in gran parte poi ribaltate dai giudici) per gli acquisti di monete antiche su eBay. Oggi la normativa (e le predette interpretazioni accusatorie degli inquirenti) sono sempre le stesse di allora, ma è decisamente cambiata la propensione al rischio degli acquirenti, che si sono fatti decisamente più maturi e cauti ed hanno imparato (a loro spese o a spese dei "colleghi" più sfortunati), a scansare le vendite online dei privati. Stessa cosa dicasi per i venditori privati, che hanno capito che non è il caso di rischiare. Sarebbe corretto poi fare dei doverosi distinguo fra coloro che la sorte ha accomunato nel....."maxi-tamponamento"..... alcuni dei quali erano veramente inconsapevoli ed in buona fede, mentre altri lo erano in minor misura ed altri ancora pensavano persino di essere furbi. L'unica cosa sicura e che tutti, in un modo o nell'altro, alla fine ci hanno rimesso ed anzi, come capita spesso in Italia quando si parla di giustizia, chi ci ha rimesso di più sono probabilmente coloro la cui responsabilità era veramente impalpabile, mentre chi può dirsi fortunato (qualcuno di mia conoscenza ha persino gridato al "miracolo" e, in segno di ringraziamento per la grazia ricevuta, porta tutti i giorni una candela ad una Madonnina della quale è diventato pure devoto...) sono stati coloro che l'avevano fatta davvero grossa e che o sono stati "graziati" dalla prescrizione o sono stati "perdonati" in virtù di benevole interpretazioni giudiziali, che oggi li spingono, appunto, a frequentare con assiduità i santuari Mariani. Ma il "vento" oggi è certamente cambiato...e non già per una improvvisa impennata culturale o morale della società ma, molto più pragmaticamente, perché..... a forza di scottarsi...si impara ad evitare le fonti di calore troppo intense. Saluti. :hi: M.2 punti
-
Date le particolarità di queste varianti di Poseidonia, avevo deciso di contattare direttamente Louis Brousseau, che sta appunto compilando il Corpus su questa bella monetazione, dal momento che lo conosco ed è persona di estrema gentilezza (come molti studiosi stranieri...). A stretto giro mi ha risposto, dicendo che è sì una variante molto rara, ma le prime lettere dell'etnico stanno al rovescio e quindi le lettere del diritto sono un completamento dell'etnico iniziato al rovescio.... Mi ha perfino mandato una sua foto digitale a colori di Fiorelli 2534 fatta alcuni anni fa al medagliere, completa dei due lati.... e mi ha avvisato che il conio del diritto è lo stesso di quello presente in ANS SNG 618, mandandomi pure la relativa foto (per la verità ho alcuni dubbi che il conio del D/ sia lo stesso, mentre mi sembra sia quello del rovescio, incuso). Esiste poi un secondo conio del diritto, con polipo, che è presente in Hunterian Museum 2, e illsutrato su Rutter, Greek Coinage of Southern Italy and Sicily, alla Fig. 7). Non ho reperito al momento questo volume nella mia libreria e se qualcuno ha voglia di scansionare la foto, per completezza. Oltre al polipo, come simbolo tenuto dal dio Poseidone c'è anche una corona, del quale sono noti almeno 3 conii del diritto. Con estrema gentilezza mi ha mandato le foto del bellissimo esemplare di Berlino /ex Loebbecke 1906), che non è presente nel sito del medagliere di Berlino.... Infine allego anche l'esemplare di NAC 10/1997, 49, che è un unicum, caratterizzato dall'avere il dio Poseidone in incusso al rovescio volto a destra, anzichè a sinistra. Brousseau mi ha detto che prima deve completare un paio di articoli e poi la referenza proprio al libro di Cantilea e Carbone e in piena estate finalmente cercherà di completare il suo Corpus. Non si sa ancora quando sarà pubblicato, ma è a buon punto e penso che sia questione di circa un anno..... E' bello poter collaborare con veri studiosi molto disponibili e se qualcuno vorrà approfittare delle foto per allestire qualche falsaccio meriterà una bella fucilazione (ed è avvertito!). Fiorelli 2534 ANS 618 Berlino NAC 10/1997, 49 g. 7,082 punti
-
Scusate, rileggendo l'articolo, ho visto che il reato contestato è la ricettazione e non l'impossessamento illecito di bb.cc (art. 176 Codice Urbani). In questo caso la prescrizione maturerà nel 2018 (salvo riuscire a far derubricare il reato nell'art. 176, e allora sarebbe prescritto). M.2 punti
-
Buonasera, non per passare da esperto o "professorone", ma come si fa a richiedere una identificazione di una moneta in cui si evincono tutte le informazioni possibili ed immaginabili. Anno, stato di emissione e valore. E anche con idioma a noi capibile (no cinese o arabo per esempio ). A parte che una veloce ricerca su internet con le parole "chiave" permette subito una identificazione. Scusate la pedanteria del mio post. Grazie e buona serata.2 punti
-
Qualche settimana fa questa discussione di @@Illyricum65 http://www.lamoneta.it/topic/148499-il-pescatore-inglese/mi aveva fatto un po' riflettere su come esistano venditori che mischiano monete buone a monete false, talvolta malfatte e talvolta meglio eseguite. In particolar modo Illyricum si concentrava su di un singolo venditore ebay dal comportamento alquanto seriale. In passato avevo acquistato una piccola imitativa da questo soggetto fidandomi del fatto che fosse un venditore professionale (almeno sulla carta!) e che stando a quanto era indicato su quella specifica inserzione che forniva fattura con indicata la partita iva. Come sempre, aggiudicata la moneta prima di effettuare il pagamento gli scrissi per ricordargli la fattura e fortunatamente (per me ovviamente!) mi rispose prima che pagassi dicendomi che non mi avrebbe spedito alcuna fattura e che il numero di partita iva era nell'inserzione di vendita, che mi stampassi la pagina ebay e tanti saluti. Orbene, non pagai, aprii contestazione con ebay e arrivammo all'annullamento dell'operazione con buona pace di tutti, soprattutto mia :) La moneta? Ovviamente una imitativa di poco conto e valore, che mi pareva "simpatica"... una comune SALVS abbinata a Tetrico I. La storia poteva concludersi qui. Poi oggi leggo questa discussione di @@Poemenius: http://www.lamoneta.it/topic/148873-nummi-falsi-anche-al-nac-92/che (tanto quanto parlo io di imitative del III secolo! :) ) spesso e volentieri tratta di nummi e nummetti di cui io, lo ammetto candidamente, non so una beata fava ma che comunque esteticamente (e storicamente) apprezzo. E poi lui è un utente preparatissimo, sempre preciso, attento, garbato... insomma, è sempre un piacere leggerlo. E così appunto, mi sono letto questa sua ennesima discussione: una nuova puntata della sua crociata contro questa ondata endemica di falsi che investono i nummi e che davvero, come lui ha sottolineato, è destinata a far danni... e pace se i danno son solo per i collezionisti, ma visto l'entità del fenomeno, è pressoché inevitabile che prima o poi i danni riguardino anche gli studiosi... e lì son cavolacci amari! Fatto sta che i pensieri mi si sono accavallati in testa e ho ripescato nei cassetti della mia memoria la discussione che ho citato in apertura di questo post così mi son fatto un giro nel profilo del venditore d'albione sotto accusa (e per quel che mi riguarda già condannato in via definitiva e in terzo grado!). Ora, tra tanto ciarpame e monete buone, ha in vendita un bel po' di imitative galliche: Apparentemente sembrano buone. Non voglio gridare al lupo inutilmente. La patina simile altro non potrebbe essere che il frutto della medesima provenienza: un gruzzoletto trovato in UK con l'md, cosa comunissima e all'ordine del giorno in Inghilterra. Inoltre, scorse così velocemente, non mi sembra di vedere identità di conio per pensare a emissioni seriali (ma anche vi fossero identità di conio non necessariamente si va per forza a cadere in falsi). Ma... il sospetto si insinua ugualmente. Sono buone? Probabilmente sì (al 99,9%), ma quanto manca che anche in questo settore si venga invasi dai falsi? Se i nummi sono insidiosi perché poco conosciuti e difficili di loro, con le imitative si andrebbe a nozze proprio perché... imitative! ...e quindi prive di quei canoni che caratterizzano le emissioni ufficiali. Credo che per ora il settore si salvi solamente per una questione di moda... per quanto ultimamente abbiano aumentato il loro appeal, sono ancora snobbate dai più a differenza dei nummi che sia a livello di studio che di collezionismo, pur avendo attitudine di nicchia, hanno decisamente maggior successo e mercato.1 punto
-
https://www.acsearch.info/search.html?id=2469463 Questo è un suberato del discusso denario di Bruto con le Idi di Marzo. Come potete vedere, si tratta indubbiamente di un suberato, ma i coni sono regolarmente censiti nel Cahn, perciò si deve presumere, pur con le cautele del caso, che si tratti di una coniazione ufficiale. La moneta è stata indubbiamente apprezzata dal mercato ed il realizzo non lontano da quello di un analogo pezzo non suberato.1 punto
-
Non capisco la differenza nel ricevere l'ordine un mese prima anzichè uno dopo. Non ci basta la certezza di ricevere quanto ordinato? Perchè stressare con telefonate o continue mail gli impiegati dell'UFN? Facciamo perdere loro soltanto del tempo.1 punto
-
Le immagini sono state caricate tutte come "anonimo". Ora ho sistemato tutto io inserendo il tuo nome. Ma per il futuro, o ti registri di nuovo oppure contatti "incuso" tramite MP per il recupero della password. Ciao.1 punto
-
Francesco...ti aggiungo un po' di bibliografia sull'argomento: D’Andrea, A.-Contreras, V., Le monete delle zecche minori della Campania. II, Castellalto 2011, pp. 163-188. Gabriele, P., L’officina monetaria di Torre Annunziata, in aa.vv., 1° Concorso NIA 2009. Torino 2010, pp. 97-100. Prota, C. Contributo allo studio della Numismatica Napolitana da documenti del R. Archivio di Stato di Napoli. Napoli 1914: L’officina monetaria di Torre dell’Annunziata e le monete di Napoli del 1622. Ruotolo, G., Torre Annunziata, in Travaini, l., (A cura di), Le zecche italiane fino all’Unità. (2 voll.). Roma 2011, I, pp. 1189-1190. Traina, M., Torre Annunziata si, Torre del Greco no, in «Cronaca Numismatica», 210. 2008, pp. 3-6.1 punto
-
@@ilvio In Italia e all'Estero la produzione di medaglie massoniche è numerosissima : di questo settore non me ne intendo, non credo esista un catalogo, o più cataloghi, dove cercare nozioni utili sulla tua. Sono tantissime anche le imitazioni e le produzioni a carattere meramente commerciale. Alcune decorazioni soprattutto inglesi, sono bellissime a vedersi. Su Facebook c'è una pagina intestata Gran Oriente Antica Repubblica Cisalpina, ma ignoro se abbia a che fare o sia la stessa cosa della Loggia che ha prodotto la medaglia che hai mostrato.1 punto
-
Sì, sono elencate alcune tipologie di esemplari in argento. Purtroppo i documenti sono in fase di studio e pubblicazione, penso che a breve l'autore provvederà. Personalmente non li ho ma ho dato un'occhiata, suscita una certa emozione vedere documenti a firma di maestri di zecca che conosciamo solo attraverso le sigle sulle monete. A parer mio sarà uno scoop ma l'autore è una persona equilibrata (a differenza di qualcun altro che ha pubblicato di recente dei veri e propri strafalcioni) e non classificherà mai tali monete come coniazioni certe di Torre Annunziata, al massimo provvederà a fare delle semplici attribuzioni con riserva del dubbio, anche perchè è difficile stabilire quali vennero battute a Napoli e quali a Torre Annunziata, due città distanti circa 20 km l'un dall'altra. Sì Pietro, ho scritto dal telefonino e non avendo sotto mano alcuni file ho scritto Galoti, in realtà il tarì del sole del 1620 è opera di Nicolò Globo e venne coniato al bilanciere (sicuramente) a Napoli un anno prima che gli "ingegni" vennero impiantati a Torre, da questo si deduce quindi che a Napoli tali attrezzature (provenienti dalla Germania) già erano state utilizzate seppur per pochi esemplari (data l'estrema rarità del tarì 1620).1 punto
-
1 punto
-
Queste ultime mi sembrano davvero valide, io mi sentirei di aggiungere un terzo punto: 3) per salvarsi butta tra i falsi delle monete vere a pochissimi euro e patinandole tutte ugualmente (sia vere sia false) può così parlare di semplici.... "sviste"......1 punto
-
Ciao Direi Casale , Carlo I Gonzaga/Nevers ( 1627 - 1637 ) , parpagliola . MIR 351 ( NC ) La data può essere 1629 o 16321 punto
-
@@francesco77.... secondo te perchè avevo chiesto una lista ? .... il Tarì del Sole, correttamente è da escludeche da un conio "torrese", ha le firme del Citarella e per di più la data 1620, quindi Napoli (zecca principale). Adesso senza che chiedi a Marasco i documenti......hai parlato di un elenco di monete......quali sono ? ... c'è l'argento nella lista ? Eh....eheh...eh.....1 punto
-
Attenzione che se parliamo di grossi di inizi XIV secolo entriamo in un campo minato, dove le mine hanno un santo su ogni faccia della moneta...e lì si complica tutto, in questo periodo sono abbastanza "sul pezzo" e c'è da dar di matto, ognuno dice la sua... Sai che per me scrivere qualcosa con te sarebbe un onore, il problema è arrivare ancora col cervello a fine lavoro: vedendo la quantità di materiale e paragonandola alle certezze in materia si rischia che scappi via prima :D PS perdonami @@adolfos ma quando parli di "unico esemplare censito di mezzo grosso dei Savelli" a che moneta ti riferisci? Ho appena controllato sul Muntoni e vengono elencati 3 mezzi grossi (4 se consideriamo anche uno variato). Per nessuno di questi Muntoni riporta il numero di esemplari censiti, cosa che normalmente fa per le monete censite in max 3-4 esemplari. Grazie1 punto
-
Se continui a rincarare la dose allora mi butto di sotto :lol: Hai mai pensato che i cosiddetti "mezzi" Caetani e Orsini-Colonna potrebbero essere grossi equiparati al soldo (siamo agli inizi del XIV secolo, o sbaglio?)? E quindi con leone a sinistra? L'unico esemplare censito come mezzo dei Savelli è tosato..........potrebbe essere un grosso...... :D Vabbè, dai se il cervello mi assiste cercheremo di scrivere qualcosa insieme in futuro (in attesa di pubblicazioni....). ciao1 punto
-
A volte mi pare che gli interventi di Caius, lo dipingano come più interessato agli eventuali guadagni, a suo dire immeritati, di chi commercia in monete, piuttosto che alle questioni più strettamente legate alla natura delle monete stesse in discussione. Giustamente, L.Lucullo, gli ha fatto notare che un suberato E' una moneta perfettamente autentica e DELL'EPOCA...quindi come tale va considerata. LA distinzione tra denario in buon argento e denario suberato, è molto più importante per noi adesso ( e soprattutto qui in Italia, visto che all'estero i suberati sono apprezzati quasi quanto i coevi in buon argento)che all'epoca. Per cui mi piacerebbe molto che anche Caius si limitasse ad occuparsi degli aspetti culturali delle monete che discute, piuttosto che degli aspetti economici delle altrui attività....a meno che non sia solo questo il suo interesse effettivo e tutto il resto dei suoi discorsi non siano solo un paravento...1 punto
-
Queste con luce naturale sono migliori. (Naturalmente non perdo il vizio di tenerla in mano...)1 punto
-
ciao @@Corsodinazione, premetto che la monetazione bizantina dal IX secolo in poi non mi appartiene appieno, ma in ogni caso mi pare che questa da te postata possa essere una imitazione bulgara dei trachy bizantini del XI-XII secolo. con "imitazione bulgara" NON intendo un falso moderno, MA una imitazione coeva e antica, fatta in Bulgaria o zone limitrofe per la circolazione interna....sempre intorno al XI - XII secolo... di più non so dirti... saluti1 punto
-
Io la butto lì: e se fossero emissioni anonime emesse nei brevi periodi in cui Carlo non fu senatore? La linea temporale sarebbe quindi questa, con i relativi senatori: Post primo senatoriato (dal maggio 1266 al 15 settembre 1268): Monaldeschi - Savelli; in seguito Arrigo di Castiglia senatore al tempo della battaglia di Tagliacozzo; Post secondo senatoriato (dal luglio 1278 al 30 aprile 1281): Nicolò III (in realtà le funzioni senatoriali vennero assunte dal fratello Matteo Orsini); in seguito Conti-Orsini; in seguito questi ultimi passano la carica al papa (Martino IV) Ciò potrebbe spiegare la rarità dei tipi rispetto a quelli coniati dopo il primo senatoriato di Brancaleone... Il mezzo grosso con leone a sinistra sorprende ma non troppo, vedi il lotto 434: Io in quest'ultima moneta ci vedo un elemento interessantissimo, cioé i tre punti a trifoglio posti a fine legenda di diritto. Li troviamo anche nella monetazione di Carlo, sia piccola che grossa... Credo di essere alla 100 sfogliata del catalogo... :crazy:1 punto
-
scusate se posto una immagine parzialmente fuori tema, ma solo con il metodo comparativo si scoprono verità di questo tipo, per le quali servirebbe altrimenti un esame autoptico... queste hanno fruttato più di 2000 dollari nell'arco di 8 mesi... senza attenzione, su un arco temporale lungo, passano come niente...1 punto
-
Solo no caro Adolfo, però diciamo che non siamo nemmeno una moltitudine :blum: ... menomale che ci sei tu! Effettivamente il globo nella maggior parte dei romanini non è nemmeno crucigero, quindi come dici la stella potrebbe essere un qualcosa di "separato" dalla rappresentazione di Roma con annessi e connessi; penso ad esempio ad un segno identificativo di emissione... Mi resta incomprensibile però il perchè del posizionamento in quel punto specifico dela moneta. Vorrei poi sentire qualche parere sui lotti 428 e 429. Entrambe le monete credo siano frutto della stessa mano o,almeno, vicinissime temporalmente l'una all'altra. Piccoli particolari sono infattii resi nella stessa maniera (es. zampe del leone, corona di Roma). La differenza sostanziale sta nella posizione del leone, andante a sx o a dx, e nella presenza in legenda della E latina o gotica (lunata). Stilisticamente sono, come giustamente sottolinea il catalogo NAC, simili al grosso che li precede (tipo Muntoni 60). Ma, temporalmente, dove li piazziamo? I mezzi grossi anonimi che ho sempre visto hanno stili nettamente diversi, più simili alle prime emissioni anonime o, se preferiamo, al romanino di Brancaleone...1 punto
-
1 punto
-
E' il massimale aureo decimale che preferisco in assoluto. Moneta molto importante, certamente non esagero definendola come traguardo di una vita numismatica. Goditela!1 punto
-
1 punto
-
Ho la sensazione che sia veramente bella complimenti.. al dritto non noto neanche un segnetto. . Veramente bella1 punto
-
Ormai mancano gli acquirenti veramente interessati e..disposti a spendere simili cifre per dei libri...con il digitale gli studiosi hanno bypassato il problema di acquistare le opere originali, è questo è un bene per la numismatica...di contro, acquistare i libri originali rimane un fatto prettamente amatoriale....e poi si parla di cifre importanti...vallo a dire ad una moglie che vuoi giocarti 13.000 euro per dei "libri vecchi". :blum: A parte le battute, certe opere avrebbero il diritto di riposare in biblioteche statali o museali pubblici, ma purtroppo i soldi (che ci sono eccome, basta vedere le spese pazze che ogni giorno leggiamo sui giornali), la nostra classe dirigente preferisce spenderli in incontri conviviali, improbabili soggiorni in alberghi di lusso per incontri "istituzionali", ecc ecc. E queste opere preziose..che fine faranno?1 punto
-
Ciao! Bravo Fabrizio; 12° Apostolo perché è il grosso nr. 12? Se così fosse, siamo in due ad averne 12 (del I° tipo intendo). :good: saluti luciano1 punto
-
1 punto
-
"l'accaduto risale al 2008"............ Se i fatti risalgono al 2008 il reato è ormai prescritto. M.1 punto
-
http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE915/13 Ciao, bella medaglia.... 1 punto
-
l alternativa sarebbe assoldare un commando di ceceni disoccupati e fare irruzione con mine antiuomo e mk47.. poi, una volta ripulito il campo, tra le macerie ancora fumanti, accendersi una sigaretta e chiedere ad alta voce, PERMESSO?? (tutto cio è frutto della mia fantasia e non rappresenta in modo alcuno incitamento o istigazione alla violenza...)1 punto
-
"difficile ma nn impossibile che la sovrane in questione sia sfuggita al crogiolo. Le sovrane circolavano veramente, questa puo avere, in 40 anni, aver fatto letteralmente il giro del mondo svariate volte. Proprio perché le sovrane circolavano veramente, la possibilità che questa - con un peso che per buona parte della sua esistenza l'ha privata del corso legale - potesse circolare, è un'ipotesi oltremodo improbabile. "Non è che quando londra richiamava i pezzi tutti le venivano gentilmente restituiti." Non è una questione di "restituire" a Londra i pezzi richiamati; le disposizioni prevedevano di ritirare dalla circolazione le monete calanti per essere rifuse e se questa moneta si fosse trovata in una qualunque parte dell'Impero britannico, un qualunque ufficio periferico di tesoreria della Corona avrebbe proceduto al suo ritiro ed al successivo avvio alla zecca più vicina per la rifusione. Un commerciante di zucchero o cotone in giro per il mondo poteva anche passare anni per porti o per mare.. figuriamoci cosa gliene poteva importare della società statistica di londra..finchè la sua sterlina veniva accettata come forma di pagamento.. Una sovrana sottopeso non sarebbe stata accettata da alcun mercante mediamente avveduto. In epoca vittoriana ma anche successivamente, qualunque commerciante che maneggiasse le sovrane e le mezze sovrane, avrebbe avuto in dotazione uno strumento come questo: Si tratta di un dispositivo di misurazione tanto semplice da usare quanto efficace, per stabilire se la sovrana e la mezza sovrana hanno corso legale o, meglio, vedendola "in negativo", per verificare se le monete scrutinate sono eccessivamente calanti di peso (e dunque anche potenzialmente false) ovvero sovrabbondanti (e anche in questo caso sarebbe scattato il sospetto di falsità), accertandone inoltre il corretto spessore. Come si può vedere dall'immagine del mio esemplare che, ripeto, era diffuso fra tutti coloro che fossero venuti in contatto con queste monete quanto potrebbe esserlo oggi una banale calcolatrice, la sovrana e la mezza sovrana si verificano adagiandole nell'apposito "piattello". Se l'asta si muove rimanendo in sospensione, la moneta è buona (nel senso che il suo peso è conforme a quello legalmente tollerato). Se l'asta rimane immobile, come accadrebbe se posizionassimo sul piattello la sovrana di Manuel, il peso sarebbe stato giudicato insufficiente e la moneta sarebbe stata rifiutata. Se invece l'asta si fosse appoggiata anteriormente, la moneta sarebbe risultata troppo pesante e la circostanza sarebbe stata giudicata comunque anomala. In presenza di un peso corretto (asta in sospensione), la "prova del nove" circa la bontà della moneta è data dallo spessore della stessa, che si verifica inserendola di taglio, nella fessura posta longitudinalmente al centro del piattello. La moneta che ha uno spessore corretto si infilerà nella fessura senza far registrare alcun "gioco". Ho fatto svariate prove con le mie sovrane e mezze sovrane (anche con due sovrane false) è posso assicurare che il misuratore restituisce risultati sempre precisi. Tornando a noi, il famoso commerciante di zucchero o cotone in giro per il mondo probabilmente avrà ignorato le statistiche di Londra sulla consumazione annuale delle sovrane ma non avrebbe giammai trascurato di controllare la bontà della moneta prima di accettarla. Ipotizzare, per giunta, che questa moneta possa aver attraversato diversi decenni in circolazione (si stima quasi mezzo secolo), una buona parte dei quali senza che nessuno si accorgesse mai che essa era abbondantemente sotto peso (e quindi fuori corso legale), mi sembra una ipotesi alquanto irrealistica. Se Manuel o chiunque altro vorrà verificare "dal vivo" il funzionamento della bilancia per sovrane e mezze sovrane, mi può incontrare a Verona....me la porto in viaggio....come avrebbe fatto il mercante di tessuti. Comunque, più ci penso e ci rifletto e più quella moneta non mi convince. Per un rapido approfondimento di quanto sopra scritto, vedi: http://goldsovereignexpert.com/info/fake-gold-sovereigns-spotting-counterfeits/ Saluti. M1 punto
-
Da sempre le proof appartengono a un collezionismo di nicchia... Sono belle esteticamente, ma anche costose.... L'abbandono di cui parli è dovuto appunto dal fatto che allo stato attuale è diventato già abbastanza oneroso aggiornare la collezione delle fdc ... Purtroppo tutti gli stati hanno raddoppiato le emissioni..., e acquistare anche le proof non è da tutti ....1 punto
-
Sto notando che molti collezionisti di euro commemorativi hanno abbandonato le proof. Secondo me non hanno senso di esistere visto che sono dei doppioni delle fdc. Altro discorso per le monete d'oro e argento.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.
Il network
Hai bisogno di aiuto?
