Vai al contenuto

Classifica

  1. Caio Ottavio

    Caio Ottavio

    Utente Storico


    • Punti

      13

    • Numero contenuti

      2271


  2. elledi

    elledi

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      1829


  3. Brios

    Brios

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      1511


  4. 1000Coins

    1000Coins

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      2113


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/13/16 in tutte le aree

  1. Salve. Alcuni pensano che il collezionismo numismatico abbia origini ben più antiche del Rinascimento, soprattutto se si presta fede ad un passo dello scrittore romano Svetonio che, nella vita di Augusto, narra un episodio singolare (ho omesso volutamente la parte latina del testo citando solo la traduzione di F. Dessì): "Durante i Saturnali, o anche in altre occasioni, secondo il suo piacere [si riferisce ad Augusto stesso], distribuiva dei regali: talvolta delle vesti, dell'oro e dell'argento, e talvolta monete di ogni conio, anche antiche, dell'epoca dei re, e forestiere [...]" (Svetonio, Vite dei Cesari, Divus Augustus, LXXV). Se Augusto, in particolari occasioni, regalava delle monete, anche antiche (!), significa che già i Romani avevano una cultura collezionistica in campo numismatico, d'altronde è accertato che l'avessero in campo artistico, con l'accumulo di opere d'arte greca ed orientale (statue, vasi, suppellettili, testi etc.). L'evento appena narrato in merito al primo Imperatore di Roma farebbe pensare che egli stesso avesse messo da parte una discreta raccolta, o quantomeno mostrasse interesse per le monete antiche e "straniere" (forse monete greche ed ellenistiche?), e vi attribuiva anche un plusvalore oltre al contenuto intrinseco del metallo, altrimenti non le avrebbe considerate come doni degni al pari degli altri elencati da Svetonio. Secondo me, l'interesse collezionistico, in numismatica come negli altri campi dell'arte antica, era già vivo presso i Romani. Le tracce sopravvissute fino ai giorni nostri, però, sono pochissime e non tutte esplicite, per questo l'argomento non è ancora chiaro a tutti. Spero di aver portato un contributo utile con il mio sintetico intervento.
    12 punti
  2. Grazie a Matteo per aver aperto una discussione su questa interessante monetazione. Ha ragione g.pittini quando dice che queste monete hanno un aspetto strano, con raffigurazioni che ricordano rappresentazioni araldiche rinascimentali. Però, per quanto possa sembrare strano, sono in effetti produzioni antiche, più precisamente boiche. Si tratta in effetti di un tipo conosciuto già dal XVIII secolo, e di cui si conoscono un buon numero di rinvenimenti in un area relativamente vasta. Almeno dal punto di vista tipologico non ho quindi motivo di dubitare della genuinità del pezzo. Ma prima di affrontare le monete vale forse la pena di spendere due parole sul tema del serpente, o del dragone, nell’iconografia e quindi nell’immaginario delle popolazioni celtiche. Il tema é importantissimo, adottato già nel V sec. a.C. e probabilmente derivato dal grifone delle culture “classiche”. Solitamente i grifoni/dragoni nelle prime appresentazioni appaiono in coppia, ai due lati dell’albero della vita, di cui sono i guardiani. Una rappresentazione schematica (con l’albero ridotto ad una palmetta o del tutto scomparso) diviene a partire della metà del IV sec. a.C. il motivo standard che adorna i foderi di spada lateniani su tutto il continente europeo ed in Britannia. Non si sa bene se quello che viene definito il “serpente cornuto” sia da mettere in relazione con la coppia di dragoni/grifoni oppure no. Fatto sta che é onnipresente nello stesso periodo in tutto l’ambito lateniano (basti pensare alle carnyx) e naturalmente anche nelle monete. Gli esempi che si potrebbero portare sono innumerevoli, riporto quello che ritengo il più spettacolare, ossia quello presente sulle placche del bacino di Gundestrup. In questo caso é Cernunnos (conosciamo il suo nome grazie all’iscrizione del pilastro dei nautes, dedicato dai battellieri celti della Senna sull’Ile de la Cité, a Parigi, all’epoca di Tiberio) attorniato da animali che tiene un serpente in una mano, nell’altra un torque. Ma é presente anche in altre placche del calderone, che consiglio di andarsi a guardare se si é interessati all’immaginario figurativo celtico. http://en.natmus.dk/historical-knowledge/denmark/prehistoric-period-until-1050-ad/the-early-iron-age/the-gundestrup-cauldron/ http://en.wikipedia.org/wiki/Gundestrup_cauldron Veniamo alle monete. Sulle rappresentazioni presenti sulle monetazioni celtiche ci sarebbe moltissimo da discutere. Certamente le logiche dietro le rappresentazioni hanno poco a che vedere con quelle consuete delle monetazioni classiche. Anche quando queste ultime vengono imitate (e ciò rappresenta un caso piuttosto consueto) i processi di trasformazione delle immagini originarie seguono logiche del tutto peculiari. Esiste una vasta bibliografia in proposito, sui processi di scomposizione/ricomposizione, sulla dissimulazione di immagini, ed ovviamente varie teorie. A titolo esemplificativo voglio ricordare un articolo, piuttosto ardito ma molto stimolante, di Williams e Creighton che associano l’iconografia presente in alcune serie celtiche alle allucinazioni caratteristiche dei successivi stati di trance legati alle pratiche sciamaniche. Credo che il testo non sia presente in rete, ne riporto una tavola e, per chi fosse interessato, i riferimenti bibliografici: Williams, M. and Creighton, J. (2006) Shamanic practices and trance imagery in the Iron Age. In: de Jersey, P. (ed.) Celtic Coinage: new discoveries, new discussions. BAR International Series, Oxford, pp. 49-60. Qui si aprirebbe un universo... per cui torniamo in topic. In realtà la definizione di “balcanica” non si adatta benissimo alla moneta proposta da Matteo. La moneta é pertinente all’ambito boico, con ritrovamenti che spaziano tra Boemia, Moravia, Slovacchia e Slesia, arree nelle quali é da ricercarsi il centro (o i centri) di produzione. Riporto per comodità una parte di una tavola del Paulsen (Paulsen R. (1933) Die ostkeltischen Münzprägungen - Die Münzprägungen der Boier, Leipzig und Wien 1933) che permette di avere una carrellata su qualche esemplare, evidenziando tra l’altro la presenza di sottomultipli in argento e di un’emissione epigrafe. Si tratta di stateri d’oro, del peso attorno ai 7.25 grammi: il numero 216, a Vienna, é stato trovato nell’oppido di Hradiště nei pressi di Stradonice, in Boemia; il 217, sempre a Vienna, é senza provenienza; il 218, a Praga, proviene da Osov (Vosov), sempre in Boemia. Il 219, della Bibliothèque Nationale e senza provenienza, pur essendo dello stesso modulo pesa circa la metà (g 3,74), e soprattutto é d’argento. Il 220 in oro, conservato a Linz e di ritrovamento locale, si differenzia dagli altri esemplari in oro per il tipo del dritto e per un peso più leggero: 6,56 grammi. Infine la moneta 221, a Berlino senza provenienza, é in oro, pesa g.6,985, condivide il tipo del dritto con la precedente ma ha la particolarità di presentare la legenda CVR, retrogada. A livello iconografico i confronti restano confinati in un ambito “mitteleuropeo”: il più immediato é quello con alcuni regenbogenschüsselchen (“coppette dell’arcobaleno”), stateri dalla caratteristica forma scodellata attribuiti ai Vindelici (che tra l’altro, vale la pena di ricordare, sono stati ampiamente rinvenuti in Val Padana) in cui il serpente (o dragone) é solitamente contraddistinto dal fatto di avere delle corna da ariete. Già, proprio il serpente cornuto di cui sopra. Ed é interessante notare come il serpente al dritto di queste emissioni sia accompagnato al rovescio dalla rappresentazione di un torque (l’”arcobaleno”). Proprio i due elementi che il nostro Cernunnos di Gundestrup teneva nelle due mani. Questa tavola del vecchissimo lavoro di Franz Straber, Ueber die sogenannten Regenbogen-Schüsselchen, rende bene l’idea degli stateri vindelici col serpente, ed é particolarmente interessante per il fatto che ai numeri 1 e 2 riporta due pezzi che non sono regenbogenschüsselchen vindelici ma proprio due monete boiche dei tipi che abbiamo visto prima. Con i Vindelici, dalla zona dei Boii, ci siamo spostati verso occidente, in area germanica. Un altro confronto ci porta verso sud ovest, nel Norico. A casa nostra. Non si tratta in questo caso di stateri d’oro, ma di frazioni in... piombo. Un tesoretto di queste monetine che indubbiamente hanno dal punto di vista iconografico un relazione con gli stateri vindelici o con quelli boici col serpente é stato rinvenuto nel 1990 a Trento e pubblicato nel 1998 da Gorini. La zona di emissione é forse da localizzarsi nella Germania meridionale. Dato che il contributo é disponibile in linea vi lascio il piacere della lettura. https://www.academia.edu/3495557/Un_ripostiglio_di_monete_celtiche_dagli_scavi_del_Teatro_Sociale_di_Trento Torniamo infine in territorio boico, con un tipo che rappresenta probabilmente un esito tardivo del nostro dragone. Da R. Göbl, Die Hexadrachmenprägung der GrossBoier, Wien 1994 Siamo ormai alla metà del I sec. a.C. Per quanto il territorio sia remoto, l’influsso romano, soprattutto nella legenda, é evidente. Ma il metro non ha molto a che vedere con le emissioni romane (si tratta di monetone d’argento da 17 grammi). Ed il nostro serpentone resiste ancora. PS Ed ora si può aprire una discussione sui pezzi 217 e 219 del Paulsen...
    5 punti
  3. "Facci capire, tu hai ritagliato le foto, le postate sul forum, svolto un'indagine in divisa in zecca, sulle monete della collezione, scritto un libro (due libri perdon!) in merito e non te ne eri accorto ? Te lo abbiamo segnalato in 2 che il puntino da te descritto come punto di riferimento non era la sola differenza tra le due foto postate. Avevo pensato ci stessi giocando sopra, ma a quanto pare qui invece il bue chiama cornuto l'asino, sdegnandosi pure del fatto che le corna siano a punta! Poi ci si chiede come mai si viene ignorati. Valà, che il fine é solo la polemica, di intenti di ricerca qui ne vedo pochi." Ciao Pino. Scusa, ma francamente non capisco il tenore del Tuo intervento sopra citato. Qui, si sta cercando di capire qualcosa in più in merito ad una moneta obbiettivamente "strana", presente nella ex Coll. Reale, di cui elledi aveva già segnalato, in tempi non sospetti, la presenza di un punto basso, anzichè un trattino centrale, dopo la lettera "G" di Romagnoli. Adesso, in seguito alla comparazione della foto dell'esemplare proveniente dalla D'Incerti ed alcuni "frammenti" fotografici di quella esistente al MNR, stanno emergendo ulteriori differenze nel conio del rovescio, fra cui la "faccina", la forma delle lettere, dei numeri ecc. Questi sono riscontri che stanno emergendo "strada facendo" grazie allo spirito di osservazione di alcuni Utenti Non mi pare che elledi abbia mostrato insofferenza perché qualcuno sta segnalando queste differenze (anzi, mi pare che, al contrario, ne sia contento). Né mi sembra giusto contestare ad elledi di non essersi accorto, quando svolse la famosa indagine, delle differenze che oggi stanno emergendo su questa moneta e ciò sia perché elledi non svolgeva un'indagine di tipo numismatico ma di polizia giudiziaria (non per niente, la Procura nominò dei Periti numismatici ad hoc per l'esame delle monete, che, nel caso del 20 lire del '36, non notarono alcuna anomalia) e sia perché i riscontri di natura numismatica riportati da elledi nei suoi libri e in queste discussioni sono conseguenza non di un esame diretto delle monete (esame che era appunto delegato ai predetti Periti) ma dello studio e dell'osservazione dei materiali cartacei e fotografici acquisiti all'indagine. Se poi aggiungiamo che elledi, per quanto studioso, appassionato "cultore" della numismatica, non è comunque un professionista numismatico ma fa un altro mestiere, non mi sembra giusto "responsabilizzarlo" fino al punto da contestargli di non essersi accorto di tutte quelle stranezze che stanno emergendo solo adesso. D'altronde, potremmo anche aggiungere,....se quelle differenze non le notarono i Periti numismatici professionisti che esaminarono "de visu" la moneta su incarico della Procura della Repubblica di Roma (e, se la vogliamo dire tutta, non segnalarono neppure il puntino/trattino della firma, che invece segnalò elledi per primo)i credo che potremmo almeno considerare il lavoro di Domenico come uno studio numismatico compiuto da un buon "dilettante",.... quanto meno fino a quando un professionista numismatico non farà di meglio. Fino ad ora, su questa specifica materia, se non mi è sfuggito qualcosa, non mi sembra che i professionisti abbiano scritto moltissimo. Neppure quelli che negli anni '50, '60 e '70 avevano libero accesso alla Collezione ex reale e che, evidentemente, si concentrarono su altri aspetti numismatici diversi da quelli che stiamo esaminando adesso. Saluti. :hi: Michele
    4 punti
  4. Ringrazio tutti i partecipanti per la bella uscita e conferenza di Musso . La presenza di un nutrito e selezionato drappello di Lamonetiani/Cordusiani è' stata molto piacevole per lo scambio di idee, opinioni esoerienze. Si è' fatta tanta numismatica in una cornice piacevole resa ancora più gradevole dalla presenza del Sindaco di Musso che ci ha accompagnato per tutta l'escursione e addirittura è' rimasto per l'intera conferenza ( la sua resistenza e' stata ripagata da una buona bottiglia di Merlot ticinese e da una pubblicazione offerti dal CNT). Il CNT è' una realtà' ben delimitata ma con un'organizzazione attiva che impegnsndosi molto riesce a dare vita a delle manifestazioni culturali - visite numismatiche e conferenze - che sono molto apprezzate dai Soci . Naturalmente l'ambito non è' ad esclusivo appannaggio dei soci del CNT ma vuole essere aperto per tutti coloro che si appassionano o sono interessati alla disciplina numismatica in un sano sforzo divulgativo che non vuole avere preclusioni. Un saluto ai partecipanti e un ringraziamento speciale a Giancarlone , provetto fotografo del Gruppo :)
    4 punti
  5. RAGAZZI ULTIMO AVVISO . HO DOVUTO EDITARE DIVERSI MESSAGGI , E QUESTA VOLTA ADDIRITTURA OSCURARNE UNO . ADESSO BASTA !!! NON SONO PIU' TOLLERATE CONTINUE PAROLACCE E LINGUAGGIO SCURRILE E/O OFFENSIVO VERSO ALTRI UTENTI . IN ATTESA DI PROVVEDIMENTI , ALLA PROSSIMA PAROLACCIA , SEGNO DI MALEDUCAZIONE E MANCANZA DI RISPETTO , CHIUDO DEFINITIVAMENTE IL THREAD . NESSUN COMPORTAMENTO DI MONACO GIUSTIFICA TUTTO CIO' . LA MALEDUCAZIONE E IL TURPILOQUIO NON SONO AMMESSI SU LAMONETA.IT .
    4 punti
  6. qualche altro pezzo: finetti 102 quattrino 1471 finetti 141 bolognino 1517 finetti 158 agontano leone x finetti 168 mezzo giulio leone x
    3 punti
  7. Eccomi @@nikita_ . Buon inizio della settimana a tutti. Giorgio Augusto Federico di Hannover figlio di Giorgio III, già principe reggente negli ultimi anni del regno del padre dato che questi aveva mostrato segni di squilibrio mentale, ascese al trono del Regno Unito di Gran Bretagna, Irlanda e Hannover il 29 Gennaio del 1820. Anche in questo caso Pistrucci pone la firma su entrambe le facce della moneta. Disegnò il ritratto del sovrano di modo che somigliasse a Nerone e modificò il conio del suo primo San Giorgio al verso togliendo le scritte presenti all'interno della zigrinatura. Lo stesso soggetto risulta nel complesso molto diverso al confronto di quello apparso sulla prima sovrana. L'arma di San Giorgio non è più una lancia ma un gladio e scompare la bandierina sventolante dietro l'elmo. Come vediamo nel post precedente di @@1000Coins lo stesso rovescio venne ripreso integralmente solo nel 1871 nel terzo tipo delle sovrane della regina Vittoria (testa giovane e San Giorgio). Dal 1887 nel quarto tipo della stessa sovrana (giubileo) il San Giorgio ritrova nuovamente la bandierina sull'elmo e dal 1891 il cavallo ha una coda più lunga. Il rovescio resterà tale anche nel quinto e ultimo tipo "testa velata" (possiamo vederlo nello stesso post ma anche sulla corona del 1895 postata in precedenza da Nikita). Successive modifiche più o meno significative si vedranno successivamente solo dopo l'incoronazione di Elisabetta II e riguardano l'inspessimento della stessa coda e della zolla su cui poggia il cavallo (possiamo apprezzarlo nella "corona gotica" postata da @@matteo95) Buona continuazione E.
    3 punti
  8. Medaglia 2° Adunata Cavalieri d'Italia - I centenario scuola di cavalleria - 1924 - Autore M. Pozzi Ciao MP
    3 punti
  9. Tornando all’esemplare presentato, si notano sulle superfici esiti degli effetti di una “battitura” effettuata con strumento a punta arrotondata. Inoltre i margini hanno un aspetto che mi ricorda quelli rialzati dei “martellati”. Il rovescio è liscio, non capisco se sia tale da buon principio o se l’iconografia sia stata impressa in modo molto leggero e quindi consunta/appiattita anche per il colpo ricevuto per l’apposizione della contromarca (per quanto queste provochino appiattimento parziale e non completo alla parte opposta all’azione diretta). Sulla base di queste evidenze supporrei un utilizzo come gettone da gioco/pedina, magari dopo esser uscito dal flusso monetale. Ma forse si tratta di una suggestione romantica... Di norma, come detto, il rovescio è quello della Spes.Tutto ciò per esplicitare che anche una “ruzzica” può risultare interessante. Certo in questo caso l’interesse è principalmente storico e testimonia la presenza di una produzione ausiliaria militare in ambiti a scarsa circolazione monetale e successive operazioni di verifica e ritariffatura delle quali non si hanno tracce nelle fonti storiche scritte. Inoltre evidenzia che la produzione di monete da parte dell’esercito (tipica del periodo tardorepubblicano) non cessa con il periodo augusteo come affermato da alcuni studiosi ma si protrae successivamente. Anche una moneta messa così può dire tante cose. Basta fermarsi ed ascoltare il loro racconto… Ciao Illyricum;)
    2 punti
  10. Posto un articolo tatto da panorama Numismatico nr.274 giugno 2012 Che sia veramente l'esemplare di presentazione ? Per maggior chiarezza allego l'articolo per intero (importante anche l'introduzione) http://www.panorama-numismatico.com/monete-inedite-di-vittorio-emanuele-iii/
    2 punti
  11. Allora la faccenda è interessantissima... Mi stà montando la voglia di fare una capatina a Roma, al Museo Nazionale Romano, per vedere questi ormai misteriosi oggetti della Collezione Reale e magari fare una interessante chiaccherata con la Dott.ssa Angeli Bufalini.
    2 punti
  12. Il San Giorgio del Pistrucci è stato raramente riprodotto su delle monete in rame e/o bronzo. Questo è uno di quei rari casi. Dalla mia collezione - Penny token canadese del 1854.
    2 punti
  13. Grazie Michele..hai espresso il mio pensiero ma non ho voluto replicare per non passare per...polemico.... Le cose stanno esattamente come hai detto. Non so se Nando12 sia un dilettante numismatico o un professionista del settore...ma tanto di cappello a lui per aver individuato la presunta faccina...avrei potuto fare il prezioso e dire che me ne ero già accorto io e dire che volevo vedere se gli utenti erano stati attenti. Ma non è nel mio stile...se ho mancato per non essermi accorto a suo tempo della faccina e di altre diversità che altri lettori hanno evidenziato (tipo triangolo come zoccolo), chiedo venia...vuol dire che cambierò mestiere. Mi pare che qui si stia facendo "un lavoro di gruppo"...costruttivo e interessante dove ogni ipotesi è ben accetta. Polemica non ne vedo. Ma forse sto invecchiando. Ripeto..purtroppo non ho più la foto tutta intera...occorrerebbe acquisirla direttamente al MNR e fino ad allora potremo solo fare ipotesi più o meno suggestive. Io sono propenso per la faccina...ma non chiedetemi perchè...non saprei rispondere.... Sulla presunta falsità..occorrerebbe sentire i periti di allora che poterono visionare questa moneta. Io non posso certo pronunciarmi anche se la moneta mi pare buona...mi pare...
    2 punti
  14. siamo in un'epoca di ideologia imperante ... non meno di quella che ci ha preceduto, purtroppo ... e mi fermo qui
    2 punti
  15. Dico un pensiero personale, visto che non sono state esposte ipotesi: Nel 79 ci fu la devastante eruzione del Vesuvio e nel 80 un terribile incendio distrusse una grande porzione di Roma. In entrambi gli eventi Tito dimostrò ampiamente la propria umanità contribuendo con le proprie ricchezze ad alleviare le sofferenze della popolazione riparando i danni materiali ed elargendo enormi quantità di approvvigionamenti. Forse che l'assenza del consueto richiamo al Senato su una moneta del 80-81 sta a sottolineare la natura personale di queste beneficienze di cui Annona è emblema?
    2 punti
  16. Anni fa,chi discuteva animatamente,giorno e notte delle donne, erano coloro che le avevano viste solo su Postal Market, i giornaletti e le foto. Chi le conosceva, non si perdeva in chiacchere. Dopo dieci anni di Forum, ho capito che al termine di ogni animata discussione, sulle bolle, la ruggine, le sbavature etc., si dice : " bisognerebbe averla in mano" (la moneta!). In merito a questa discussione sono quindi più propenso a credere a chi anni fa ha avuto "in mano" il denario, che non a chi emette giudizi su fotografie di scarsa qualità.
    2 punti
  17. Spesso una minuziosa osservazione di esemplari originali e non alterati puo' insegnare piu' di mille parole. Ho affiancato la moneta in oggetto con qualche esemplare piu' integro. Un paio di esemplari presentano probabilmente lo stesso conio, anche se non risulta facile fare abbinamenti con una moneta bulinata che ha perso l'impronta originale. Direi che l'accostamento sia abbastanza autoesplicativo ed evidenzi i dettagli "ridisegnati" (da notare quanto siano irreali ora i capelli), tra l'altro si puo' notare anche come altri due dettagli tipici del ritratto di Tito siano andati perduti nel restauro: il naso ricurvo e il caratteristico doppio mento. Insomma un Tito che è stato decisamente "Domizianizzato", se mi passate il neologismo ;) Titus2_2.zip
    2 punti
  18. vorrei introdurmi un po meglio :blush:, il mio nome e Antonio, vivo da molti anni all`estero, e da quando ero piccolo che sono sempre stato appassionato da collezioni di monete , ma purtroppo io e la mia famigla eravamo poveri e non sono ma riuscito a permettermi un gran che`! adesso vivo allestero e lavoro e guadagno una paga modesta , naturalmente ho famiglia e una casa con il mutuo da pagare! pero` la mia passione non si e mai fermata , io adoro collezionare queste monete , anzi adesso le ho quasi tutte incluso tutti gli errori di conio di vittorio emanuele 3 , pero` nessuna delle mie monete e un FDC, perche purtroppo non posso permettermele:( ..pero`io le amo ugualmente ! vi rigrazio tantissimo per il vostro aiuto ,senza di voi sarei un po perso , e avrei sicuramente un sacco di falsi nella mia colezione:) :) , e per ricordarvi che siete tutti davvero bravi e speciali, e avvolte anche divertenti! :) Grazie
    2 punti
  19. Carissimi Amici, a maggio 2014 l'asta Nomisma 49 ha portato alla luce monete di Venezia davvero rare e personalmente mai viste prima. Vorrei parlare in particolar modo di ciò che più di ogni altra cosa ha catturato la mia attenzione, ovvero delle monete di Venezia per l'Oltremare contromarcate. Faccio seguire reportage fotografico di tutti i pezzi comparsi in asta aventi questa particolarità numismatica che, specialmente sulle Nostre Monete, da loro un fascino ed un senso unico di preziosità. Premetto che apro la discussione per cercare tutti i vostri spunti e non per dare una spiegazione delle singole contromarche, in quanto non sono riuscito a scoprire molto su questo fenomeno che spesso non trova nemmeno documentazione sui noti Testi. Insomma, chi sa, parli ora o taccia per sempre!
    1 punto
  20. Ciao, ho letto in questi giorni molte diatribe sulle “ruzziche” (o cosiddette tali). Un epiteto sicuramente ben più spiritoso e leggero rispetto ad altri sostantivi utilizzati nei tempi passati in questioni analoghe (ricordo ad esempio il periodo dell’ingeneroso “rottami”…). E in periodo di “ruzziche” non potevo che assecondare la tendenza e proporne una. Acquistata da venditore UK e di provenienza balcanica. Diametro 30 mm per 13.3 g. Lo so, a prima vista è terribile. Ma oltre a costarmi un’inezia (l’ho pagata 4€ + spedizione economica Small Packets) riscontra il mio interesse in quanto ricollegata alla monetazione del Primo Impero (Claudio), alle imitative e alle contromarche, tutti temi che accendono il mio interesse in modo più o meno intenso. Si tratta di un esemplare probabilmente emesso da una zecca ausiliaria* di stanza in area mesica recante contromarca DV. *con tale termine il Martini intende una produzione militare in aree soggette a scarsa circolazione monetale e ad uso prettamente locale. Una sorta di “succedaneo” per ovviare alla lacuna di esemplari circolanti.
    1 punto
  21. contribuisco con le raffigurazioni presenti negli esemplari di sovrana britannica in mio possesso. 1958
    1 punto
  22. Male, molto male. Che senso ha coniare monete e riservarne la vendita solo ai commercianti, per di più con ordini minimi di 100 fino ad un massimo di 400 la prima e 850 le altre. A conti fatti, se prendessero il massimo previsto, se le aggiudicano tutte 100 commercianti. Che bel cartello hanno creato, tanto valeva buttarsi nel business colombiano che magari gli rende anche di più!
    1 punto
  23. Il ritratto ha l’aspetto tipicamente “barbarico”/degradato che contraddistingue queste emissioni; la contromarca indica la ritariffazione dell’esemplare da sesterzio a DV(pondio?). Detta marcatura di solito occupa la parte del collo , con orientamento nei due sensi (maggiormente con la D di DV a sinistra). Il Martini la classifica come 85. (Tratto da Martini, Collezione Pangerl: Contromarche imperiali romane ) Frequentemente gli esemplari di questo tipo presentano tracce di “saggi metallici” (test – spesso marginali ma non esclusivamente - di saggiatura della lega componente che il Martini imputa all’amministrazione militare locale e svolta in particolari occasioni –ascensione al trono, proclamazione del Cesare, attività militari, etc..) e al rovescio riportano la Spes. Sempre il Martini propone una datazione al periodo flavio, pur con una certa riserva con distribuzione tra la Moesia e forse anche la Thracia.
    1 punto
  24. Ciao Snam. Ottimo suggerimento, infatti sul libro dei NIP riguardante il collezionismo italiano (Il collezionismo numismatico italiano. Una storica e illuminata tradizione. Un patrimonio culturale del nostro Paese) c'è un articolo a firma di Rossella Pera dal titolo: Le collezioni numismatiche nell'antichità (pp. 13 - 22). In questo articolo, a p. 14, c'è anche l'esempio di Augusto descritto da Svetonio che avevo portato in questa discussione nel mio post precedente.
    1 punto
  25. Dai che @@Antony è di origini romagnole e si è lasciato incantare al telefono dal fascino tedesco :blum:.
    1 punto
  26. Sul libro dei NIP riguardanti i grandi numismatici c'e'un articolo dedicato a questo argomento (vado a memoria, dovrei verificare).
    1 punto
  27. Salve Se possibile desidererei info maggiori su questo asse Asse Repubblicano Serie onciale - Giano bifronte 217 d.C. D : Giano bifronte R : Prora di nave romana con scritta ROMA 31.4mm - 18.3gr. E' una moneta che ho appena acquistato con certificazione di lecita provenienza Dato il peso dovrebbe essere coniata dopo il 217 d.C. Qualcuno può darmi delle indicazioni più precise Magari date le lettere che si leggono? Grazie
    1 punto
  28. se non ricordo male Giuliano l'Apostata era un collezionista di monete, mi pare che fossero diversi gli imperatori numismatici. Dovrei ritrovare la fonte tra i miei libri per essere più preciso.
    1 punto
  29. Perdonami, qui non si tratta di un mio pensiero. Qui si tratta di 1) Sito ufficiale Vaticanstate: 10.000 pezzi 2) Brochure ufficiale con informazioni sulle emissioni: 10.000 pezzi 3) Pergamena ufficiale inserita nel cofanetto (io ce l'ho in mano): 10.000 pezzi. contro una risposta data da una dipendente al telefono. Non metto in dubbio che te l'abbia detto, ma ha palesemente smentito una plurima fonte ufficiale, incluse le pergamene che costituiscono parte del cofanetto stesso. Quindi ti ha detto una palese bugia per giustificare il mancato inserimento. Poi se vuoi credere alle bugie, fai pure, ma credo sia più corretto, anche per gli altri, fare riferimento ai documenti ufficiali che più ufficiali non si può. Anzi, fossi in te richiamerei e chiederei spiegazioni veritiere dicendo che ovunque si parla di 10.000 pezzi. Si parla tanto in questo forum di informazioni con fonti ambigue, incomplete, da verificare... e poi quando c'è un documento ufficiale lo si mette in dubbio a cuor leggero? Mah...
    1 punto
  30. I sudditi del Regno Unito sono liberi di fare ciò che vogliono e nessuno ha il diritto di intimidirli. Tuttavia come ogni scelta ha delle conseguenze, ma non intendo ritorsioni modello Sole24, e se queste saranno negative i cittadini di Sua Maestà le dovranno subire. Io personalmente credo che Brexit non-Brexit i sudditi del UK pagheranno comunque delle speculazioni sorte dai soliti squali della Grande Finanza che vogliono arricchirsi anche in quest'occasione, quindi come andrà andrà. Quindi le conseguenze economiche negative da me precedentemente menzionate al post n #3 andranno a colpire solo gli strati medio bassi della società. Poi con o senza UK l'UE andrà avanti, anzi in caso di uscita, ci sarà un ripensamento globale e forse un suo miglioramento. Ricordiamoci che l'UK ha sempre frenato l'integrazione politica, mai quella economica, dell'UE.
    1 punto
  31. Altro esemplare conservato meglio. SATRAP OF PARTHIA. Andragoras (ca. 330-240 BC). Silver tetradrachm (16.79 gm). Turreted head of Tyche right, wearing pendant earring and necklace, HRAI monogram behind / ANDRAGOROU, Athena standing left, holding owl on extended right hand and resting left hand on grounded shield, transverse spear in background, pellet in left field. BMC Arabia, p. 193, 3, pl. xxviii, 2. Mitchiner 20. Extremely rare: only four recorded by Mitchiner. The obverse a bit softly struck, the reverse displaying a wonderful image of Athena. Nearly extremely fineThe Andragoras who issued these coins was probably one of the two satraps of Parthia who bore this name. Alexander appointed an Andragoras as Parthian satrap during his eastern campaign, ca. 331 BC (Justin 12.4). A Seleucid satrap of Parthia, also named Andragoras, was overthrown by the Parthian Arsaces in the reign of Antiochus II or Seleucus II (Justin 21.4). Andragoras' tetradrachm issue is unusual in that its obverse dies appear to be the work of a lesser artist than the engraver of the reverse dies, which are miniature sculptures of the highest order.. Estimate: $12500
    1 punto
  32. Complimenti!!! eccezionali.... sono tra le piu' importanti e rappresentative di questa zecca! grazie per averci dato il piacere di ammirarle!! ciao Antonio
    1 punto
  33. Oggi sarebbe impensabile usare l'immagine del Presidente della Repubblica per un gettone reclamistico : non solo per motivi evidenti di rispetto, ma più semplicemente perché la cosa non avrebbe alcun senso da un punto di vista commerciale. Al contrario, fino alla prima parte del Regno di Vittorio Emanuele III il volto del Sovrano appariva un po' dovunque : oltre che sulle decorazioni ufficiali (es. quelle militari e civili), anche su medaglie/premio commerciali, su medagliette sportive a ricordo anche di eventi minori (gare di tiro, ecc.), infine su gettoni reclamistici dei più vari prodotti o aziende che li producevano. La Monarchia italiana era giovane, i mass media erano limitati ai giornali letti da una parte largamente minoritaria degli italiani, ogni mezzo serviva a veicolare l'immagine dei Sovrani e della casa Regnante che, nel nostro Paese, aveva ancora una brevissima storia..
    1 punto
  34. è una riproduzione seriale scopo didattico non è una moneta e non ha nessun valore numismatico
    1 punto
  35. Ciao , hai detto bene... ( i loro ) buoni motivi: non sicuramente quelli del cittadino; poteri delle banche??? buona giornata.
    1 punto
  36. Io ho capito che siamo qui per rispondere, ma io mi chiedo ti piacerebbe che uno venisse a farti i conti in tasca come stai facendo tu. Ognuno è libero di chiedere quello che gli pare, e tu non hai nessun diritto fare quello che stai facendo, ti piace ti interessa la comperi altrimenti la lasci dov'è e rispetti il lavoro degli altri. Spero che questo sia l'ultimo intervento su questa serie mi sembra che ti sia stato già risposto in maniera esauriente.
    1 punto
  37. @@El Chupacabra Anche secondo me è una croce venuta male.
    1 punto
  38. Questo è relativo cliff, inediti ne escono sul mercato, basta vedere il salonino uscito sulla baia che abbiamo discusso qui lo scorso anno. La moneta sembra falsa per una serie di motivi e l'inedito deve far fare dei controlli in più ma non può bocciare a prescindere una moneta.
    1 punto
  39. Non capisco. Tutti scrivono - è il Santo Giorgio. Cito. Numismatica Ars Classica NAC AG Filippo Spinola, 1616-1688. Scudo PHILIPPVS SPIN COMES TASS Busto corazzato a d. Rv. SPES NON – CONFVNDIT S. Giorgio a cavallo che trafigge un nemico; Perché? Perché? Perché? Vedo un San Demetrio. http://www.lamoneta.it/topic/150281-non-capisco-filippo-spinola-scudo/
    1 punto
  40. Ciao, alla tua seconda domanda "che senzo avrebbe avuto riprodurre una moneta cosi ?" Ha gia risposto vitellio . Che se fosse stato un falsario , non avr bbe lasciato cosi tanti errori. Come ho citato prima , queste copie sono state ( e continueranno visto i costi ) riprodotte da qualcuno che conosce le tecniche da orafo, o lo e. Personalmente non ho voglia di polemizzare su questo tuo intervento.La risposta di Vitellio basta e avanza. Se non sei interessato in questa discussione , puoi sempre cambiare canale con il tuo telecomando. Qui ci sono molti collezionisti che per vari motivi non riescono a conoscere o capire quello che chi come me ha molti , ma molti anni di esperienza e ci mette la faccia, il tempo e le critiche con chi come te non entrano nel merito , ma confondono e innescano azioni che fanno si che l'oggetto della discussione si perda per dar spazio ( inutile) ad polemiche fino a far chiud re la discussione da parte dei curatori.
    1 punto
  41. San Giorgio con il drago è ricorrente in Russia, non per nulla è il patrono di Mosca. Lo stemma raffigura un cavaliere con una lancia in mano mentre uccide un basilisco, viene identificato come San Giorgio e il drago. (Particolare ingrandito della moneta che inserisco di seguito) L'emblema araldico di Mosca è stato parte integrante dello stemma della Russia sin dal XVI secolo. Entrambi i simboli (San Giorgio e l'aquila bicipite) sono stati usati in modo alterno fino al 1562, il primo Zar della Russia, Ivan il Terribile, li ha uniti accollando lo scudo araldico con il cavaliere trionfante al petto dell'aquila. (dalla mia collezione - 20 Kopeks 1913) All'indomani della rivoluzione del 1917 questo simbolo fu bandito, i soviet di Mosca adottarono un nuovo simbolo costituito da una stella rossa, la falce e martello. Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, la rappresentazione araldica di Mosca ritornò alla versione originale. La chiesa ortodossa russa non ammette sculture di santi, quindi nessuna statua di San Giorgio e il drago venne eretta a Mosca prima della rivoluzione. Nel 1993, dopo che l'emblema di stato fu ripristinato, furono inaugurate numerose statue con San Giorgio. Una delle più suggestive è posta in cima ad una fontana a cupola nella Piazza del Maneggio a Mosca.
    1 punto
  42. Caro LiamredOO:le persone a quei tempi avevano la stessa intelligenza che abbiamo noi adesso,e guarda cosa siamo riusciti a costruire anche senza l'aiuto di fantomatici extraterrestri... Saluti. ADELCHI
    1 punto
  43. Qui nasce un dubbio ero io nel 1862 o un mio antenato :blum:...ma forse io e non me lo ricordavo.... :blum: :blum: :blum:
    1 punto
  44. Nel 1816, poco dopo la caduta di Napoleone, la zecca britannica decise di abbandonare la coniazione della moneta d’oro in uso. La “Guinea” o “Ghinea” fu indubbiamente la moneta più importante del diciottesimo secolo. La maggior parte degli esemplari circolava però da troppo tempo ed era evidentemente sotto peso. Inoltre la lunga guerra contro la Francia rivoluzionaria aveva inevitabilmente indotto a tesaurizzare le monete in oro ed il loro posto venne preso dalle banconote da uno e due Pounds un esempio di Guinea,fifth head, "spade type" (collezione personale) Il “Royal Proclamation” del 1 Luglio 1817 diede corso alla nuova sovrana da 20 scellini ed ai suoi multipli, soppiantando definitivamente le ormai scomode guinee da 21 scellini. Questa scossa portò a grandi cambiamenti anche all’interno della zecca reale: a Thomas Wyon fu dato il posto di incisore capo mentre William Wyon divenne secondo incisore. BENEDETTO PISTRUCCI Questo era il quadro in cui Benedetto Pistrucci seppe ritagliarsi il suo ruolo prima e conquistare poi l’immortalità attraverso il proprio lavoro. Nacque a Roma nel 1784. Considerato valentissimo cammeista e incisore, si trasferì nel 1814 a Parigi per passare, dopo la caduta di Napoleone, a Londra e rimanere in Inghilterra fino alla morte, avvenuta a Windsor nel 1855. Una lettera datata 19 giugno 1816 fu indirizzata , al Tesoro da W.W.Pole , nominato maestro di zecca già nel 1812. In essa si manifestava il desiderio di impiegare l’italiano, definito artista di grandissima celebrità: “whose work places him above all competion as a gem engraver, to make the models for the dies of the new coinage” e ancora “It is my intention that the models of Mr. Pistrucci should be engraved in Jasper from which our engraver will work in steel and the models will be deposited in the Royal Mint and remain with the Dies and Proof Impression of the several coins” Pole avrebbe voluto nominare Pistrucci incisore capo immediatamente ma nei fatti egli era uno straniero e non poteva occupare una posizione di vertice. Venne aggirato il problema facendolo figurare ufficialmente come consulente esterno di Thomas Wyon, che continuò ad essere l’incisore capo. Quando, dopo poco più di un anno, Wyon morì la posizione di incisore capo restò ufficialmente vuota, anche se la totalità dei compiti veniva svolta da Pistrucci. Già prima della morte di Thomas Wyon egli venne coinvolto, come abbiamo visto, nella preparazione della nuova monetazione. Incise un cammeo della testa del re che doveva servire da modello per sovrana, scellino e sei pence. Incise un secondo cammeo come modello per la mezza corona. Infine produsse il modello in cera del “San Giorgio che uccide il Drago” che servì come modello per il verso della corona. Questi tre lavori gli furono pagati 312 pounds e 8 scellini. Lo stesso Pistrucci suggerì che lo stesso modello potesse essere utilizzato nella monetazione aurea ed il risultato fu che gli venne chiesto di approntarne i modelli. Per questo ulteriore lavoro ricevette 100 guinee. Alla fine gli venne chiesto di incidere entrambi i conii, dritto e rovescio in quanto gli incisori fallirono nel copiare i suoi modelli. Fu così che la prima sovrana moderna debba essere interamente accreditata al lavoro ed all’ingegno di Benedetto Pistrucci. L’effige reale sulle sterline evidentemente cambiò col succedersi dei sovrani inglesi, incisa in seguito da altri celebri specialisti, ma il San Giorgio sul rovescio è sempre quello dell’artista romano (sebbene la sua rappresentazione abbia subito nel tempo qualche modifica). In realtà nel 2005 e nel 2012 si è tentato di introdurre delle novità al verso delle sterline d’oro ma con scarsissimo successo Sovereign 1820, la prima tipologia di sovrana (collezione personale) Vediamo chi vorrà postare la versione definitiva del rovescio classico delle sovrane e magari riusciremo a vederne qualcuna anche in versione proof Buona serata a tutti e buon week end Fonti : Marsh "The Gold Sovereign" "A Compagna" anno XXV n.2 1993 art. n.1 Un ringraziamento @@matteo95 per il reperimento delle fonti
    1 punto
  45. a mio modestissimo parere... il prezzo pagato non e' buono.........E' O T T I M O !! ricordando che non tutti collezionano SOLO il FDC o iu' di li...questa mi sembra una degnissima moneta che puo' stare in una collezione senza sfigurare....ottenuta penso ad un ottimo prezzo RR
    1 punto
  46. Chi è il perito, sappi che non è una perizia ufficiale.
    1 punto
  47. Concordo anch'io per il falso.
    1 punto
  48. Beh @@bocchan,guarda io vivo a Messina,in Sicilia,e di monete austriache ne trovo tantissime. Tante anche in FDC,e per arrivare qui è un mezzo miracolo. Ho 1 centesimo del 2013,2014,in FDC,anche i 2 centesimi dovrei avere,sempre in FDC (se non lo sono,allora è un qFDC,sono letteralmente nuove). Per esperienza personale (sempre),qui a Messina dopo le austriache (e le italiane ovviamente) riesco a trovare con facilità le tedesche,seguite dalle spagnole e dalle francesi.Per il resto si comincia a entrare nel meno comune,ad esempio le olandesi le becco ogni tanto (ieri ho trovato una moneta da 2€,non ricordo l'anno,è la seconda che trovo finora). Discorso diverso per Malta;sarà la vicinanza con la Sicilia,ma non è particolarmente difficile trovarle (anche se ancora non ho trovato 1 e 2 centesimi). Monete lettoni,monegasche,vaticane,sammarinesi ed estoni non ne ho neppure vista una. Nello stilare una classifica personale della facilità di ritrovamento in circolazione qui a Messina posso dire: Italia (comunissima) Austria (comunissima) Germania (comunissima) Spagna (comunissima) Francia (comunissima) Paesi Bassi (comune) Belgio (comune) Portogallo (comune) Malta (comune) Grecia (poco comune) Irlanda (poco comune) Finlandia (poco comune) Slovacchia (poco comune) Slovenia (poco comune) Lussemburgo (poco comune) Cipro (quasi introvabili,ho trovato solo un 20 centesimi) Città del Vaticano,Estonia,Lettonia,Principato di Monaco,San Marino (neppure una trovata) Sarebbe carino se ognuno di noi stilasse una personale classifica sulla facilità di ritrovamento delle nazioni delle monete.
    1 punto
  49. Oggi passando vari rotolini ho trovato 2 di quelle elencate nel post di apertura :D - GRECIA: 1 cent. 2002 - IRLANDA: 1 cent. 2002 (tiratura: oltre 400 milioni!)
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.