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  1. nando12

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/14/16 in tutte le aree

  1. Dopo aver consulatato altri membri dello staff , e dopo aver preso alcune decisioni, riapro il Topic, scusandomi per questa chiusura . Augurandomi che si rimanga sempre nell'educazione , auguro a tutti un buon proseguimento , sia per chi riceverà la moneta, sia per chi purtroppo non la riceverà .
    7 punti
  2. Anche le donne si mettono in mostra....ovviamente sulle monete, ma anche medaglie volendo... Le raffigurazioni di donne, non molte, le abbiamo avute sin dall'epoca classica, anche la raffigurazione per tanti motivi è essenzialmente dell'uomo... Quando ci sono però sono esempi spesso significativi nella nostra monetazione, donne spesso che hanno lasciato una traccia o vedove o tutrici per il figlio ancora giovane. A volte sono figure abbinate o al consorte o al figlio, certamente sarà interessante secondo me vedere come vogliono essere raffigurate, se ci tengono al ritratto, al look, o se vogliono mandare messaggi più o meno evidenti al popolo e ai potenti del tempo. Mi limiterei ovviamente all'epoca moderna e dintorni, certamente l'epoca rinascimentale è il periodo del ritratto, del bello, del volersi mostrare... vediamo se riusciamo a vedere qualche esempio... Inizio partendo un po' più indietro con un must della monetazione milanese, il testone di Bona di Savoia ( 1476 - 1481 ), Bona con velo rappresenta il suo stato di vedova, nel contempo con coraggio entra in scena nella monetazione come tutrice del figlio Gian Galeazzo Maria. La raffigurazione è essenziale, non lascia spazio ad altro, il messaggio di esserci sulla moneta era già forte in quell'epoca e sicuramente non lasciò indifferenti.... NAC 85, 2015
    3 punti
  3. Salve a tutti! Sono impaziente di presentare alla vostra attenzione il mio ultimo acquisto, già mostrato in privato ad alcuni cari amici, ma anche i vostri pareri sono estremamente graditi: trattasi di un grano d'argento di Filippo II, variante con solo GR dietro la testa, ovvero il MIR n.188. Mi piacerebbe avere la vostra conferma anche se credo proprio sia così, e tutto ciò che vi passa per la testa in merito a questo esemplare. Difatti sono alla ricerca si uno studio o articolo che tratti un po di questa intrigante tipologia monetaria, ma sino ad ora non ho trovato nulla... Mi farebbe molto piacere se aveste qualcosina da dire. (Naturalmente, a titolo prettamente informativo, una valutazione in termini sia di conservazione che economici non può altro che farmi paicere... ;) ) Un saluto e lascio a voi la parola.
    3 punti
  4. Ciao, ho letto in questi giorni molte diatribe sulle “ruzziche” (o cosiddette tali). Un epiteto sicuramente ben più spiritoso e leggero rispetto ad altri sostantivi utilizzati nei tempi passati in questioni analoghe (ricordo ad esempio il periodo dell’ingeneroso “rottami”…). E in periodo di “ruzziche” non potevo che assecondare la tendenza e proporne una. Acquistata da venditore UK e di provenienza balcanica. Diametro 30 mm per 13.3 g. Lo so, a prima vista è terribile. Ma oltre a costarmi un’inezia (l’ho pagata 4€ + spedizione economica Small Packets) riscontra il mio interesse in quanto ricollegata alla monetazione del Primo Impero (Claudio), alle imitative e alle contromarche, tutti temi che accendono il mio interesse in modo più o meno intenso. Si tratta di un esemplare probabilmente emesso da una zecca ausiliaria* di stanza in area mesica recante contromarca DV. *con tale termine il Martini intende una produzione militare in aree soggette a scarsa circolazione monetale e ad uso prettamente locale. Una sorta di “succedaneo” per ovviare alla lacuna di esemplari circolanti.
    2 punti
  5. Noto che, su quale sia la più brutta fra le rappresentazioni finora presentate, siamo tutti d'accordo :rofl: Difficile, al contrario, dire quale sia la più bella. Personalmente sono colpito, ma già lo ero dato che la vidi nella discussione/concorso di fine anno nella sezione medioevali, da quella presente nelle moneta di Mantova (ma anche in quella di Casale) condivise da @@Brios. Direi che la presenza delle mammelle nel disegno del drago sia una novità oltre che per la questione del genere anche per ciò che riguarda la classe di questo animale mitologico. Nell'immaginario collettivo draghi, idre, basilischi e via discorrendo sono considerati rettili e quindi deporrebbero uova. Fra l'altro il dipinto che accompagna la moneta di Casale, a cui si sono ispirati gli incisori, mi sembra non presenti questo particolare. A questo punto vorrei sapere qualcosa riguardo gli incisori. Si sa chi siano? Devo dire che anche la medaglia postata da @@dizzeta incontra i miei gusti; mi piacerebbe sapere in che metallo sono e come sono state fabbricate. Nb. Chiaramente Pistrucci per me è fuori concorso. Non sarei obiettivo :blum: Buona giornata.
    2 punti
  6. in arrivo una moneta proprio NC, Non Comune :D
    2 punti
  7. Tornando all’esemplare presentato, si notano sulle superfici esiti degli effetti di una “battitura” effettuata con strumento a punta arrotondata. Inoltre i margini hanno un aspetto che mi ricorda quelli rialzati dei “martellati”. Il rovescio è liscio, non capisco se sia tale da buon principio o se l’iconografia sia stata impressa in modo molto leggero e quindi consunta/appiattita anche per il colpo ricevuto per l’apposizione della contromarca (per quanto queste provochino appiattimento parziale e non completo alla parte opposta all’azione diretta). Sulla base di queste evidenze supporrei un utilizzo come gettone da gioco/pedina, magari dopo esser uscito dal flusso monetale. Ma forse si tratta di una suggestione romantica... Di norma, come detto, il rovescio è quello della Spes.Tutto ciò per esplicitare che anche una “ruzzica” può risultare interessante. Certo in questo caso l’interesse è principalmente storico e testimonia la presenza di una produzione ausiliaria militare in ambiti a scarsa circolazione monetale e successive operazioni di verifica e ritariffatura delle quali non si hanno tracce nelle fonti storiche scritte. Inoltre evidenzia che la produzione di monete da parte dell’esercito (tipica del periodo tardorepubblicano) non cessa con il periodo augusteo come affermato da alcuni studiosi ma si protrae successivamente. Anche una moneta messa così può dire tante cose. Basta fermarsi ed ascoltare il loro racconto… Ciao Illyricum;)
    2 punti
  8. Così parlò Bellavista: Guagliù stateme a 'ssentì, questo è il bene [Disegnando alla lavagna un punto interrogativo]... e questo è il male [Disegnando un punto esclamativo]. Il bene è il dubbio, quando voi incontrate una persona che ha dei dubbi state tranquilli, vuol dire che è una brava persona, vuol dire che è democratico, che è tollerante, quando invece incontrate questi qui [indicando il punto esclamativo], quelli che hanno le certezze, la fede incrollabile, e allora stateve accorte, vi dovete mettere paura ... Ovviamente è solo un'opinione
    2 punti
  9. @@elledi nei prossimi giorni o al mx la settimana prossima cerco di andare in tutte e due i musei. Quello della Zecca non so se è aperto perché dovevano ristrutturarlo, ma basta fare una telefonata.
    2 punti
  10. Salve. Alcuni pensano che il collezionismo numismatico abbia origini ben più antiche del Rinascimento, soprattutto se si presta fede ad un passo dello scrittore romano Svetonio che, nella vita di Augusto, narra un episodio singolare (ho omesso volutamente la parte latina del testo citando solo la traduzione di F. Dessì): "Durante i Saturnali, o anche in altre occasioni, secondo il suo piacere [si riferisce ad Augusto stesso], distribuiva dei regali: talvolta delle vesti, dell'oro e dell'argento, e talvolta monete di ogni conio, anche antiche, dell'epoca dei re, e forestiere [...]" (Svetonio, Vite dei Cesari, Divus Augustus, LXXV). Se Augusto, in particolari occasioni, regalava delle monete, anche antiche (!), significa che già i Romani avevano una cultura collezionistica in campo numismatico, d'altronde è accertato che l'avessero in campo artistico, con l'accumulo di opere d'arte greca ed orientale (statue, vasi, suppellettili, testi etc.). L'evento appena narrato in merito al primo Imperatore di Roma farebbe pensare che egli stesso avesse messo da parte una discreta raccolta, o quantomeno mostrasse interesse per le monete antiche e "straniere" (forse monete greche ed ellenistiche?), e vi attribuiva anche un plusvalore oltre al contenuto intrinseco del metallo, altrimenti non le avrebbe considerate come doni degni al pari degli altri elencati da Svetonio. Secondo me, l'interesse collezionistico, in numismatica come negli altri campi dell'arte antica, era già vivo presso i Romani. Le tracce sopravvissute fino ai giorni nostri, però, sono pochissime e non tutte esplicite, per questo l'argomento non è ancora chiaro a tutti. Spero di aver portato un contributo utile con il mio sintetico intervento.
    2 punti
  11. Apro questa discussione al fine di raccogliere le immagini di monete, medaglie, banconote e manufatti d'arte che rappresentano il mito di "San Giorgio e l'uccisione del Drago" di ogni epoca e luogo di provenienza presenti nelle nostre collezioni. Invito gli utenti di tutte le sezioni del forum a condividere le foto di quanto hanno a disposizione nelle loro raccolte accompagnate da una breve presentazione dell'oggetto o anche dell'artista, in modo da poter creare una bella miscellanea tematica. Spero che l'idea piaccia e la partecipazione sia nutrita e trasversale agli interessi dei partecipanti al forum. Credo sia innanzitutto opportuna una breve introduzione circa la vita del Santo e la leggenda che l'accompagna: San Giorgio di Carlo Crivelli (1472) L’esistenza di Giorgio, santo vissuto nel II secolo, è ancora avvolta dal mistero, tanto che i papi cattolici Giovanni XXIII e Paolo VI hanno ridimensionato la sua importanza e il culto. San Giorgio, però, è ancora tra i santi più amati in Oriente e in Occidente; la Chiesa russa lo considera ieromartire (o megalomartire), molte nazioni (come Inghilterra, Lituania, Georgia, che ne porta il nome, e Portogallo) lo hanno elevato a patrono, così come le città di Barcellona, Genova, Venezia, Ferrara, per citarne solo alcune. Gli è stato persino dedicato un cratere sulla Luna. San Giorgio in lotta contro il drago e dodici scene della vita, Bulgaria (Pietro Minjov di Triavna), 1840, tempera su legno, cm 134x86,5 cm (Museo di Storia nazionale di Sofia) Pochi sono i documenti veramente attendibili, moltissimi quelli più o meno encomiastici. La verità storica si basa su pochi passi degli scrittori latini Teodosio Perigeta, Antonino da Piacenza e Adamnano, che testimoniarono l’esistenza a Lydda (Diospoli), in Palestina, del sepolcro di San Giorgio martire e la intensa venerazione del popolo, su un’epigrafe greca del 368 rinvenuta in Eaccaea di Batanea, che parla di una casa del santo, e sui resti archeologici della basilica cimiteriale, il cui primo nucleo può essere datato ad anni vicini alla vita di Giorgio. Tutto qui, il resto – ciò che noi crediamo di conoscere – deriva dalla Passio Georgii, biografia scritta agli inizi del V secolo e già classificata apocrifa dal Decretum gelasianum del 496, e dalle successive rielaborazioni e integrazioni leggendarie, codificate nel XIII secolo nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze (o da Varagine, morto nel 1298) e ampliate in codici manoscritti successivi. San Giorgio in lotta contro il drago, Georgia (Samegrelo), 1849, argento dorato, legno, cm 25x20 (Museo d’Arte statale di Tbilisi) Giorgio nacque intorno al 280 in Palestina (ma altre fonti dicono presso la foce del Danubio, vicino al Mar Nero), da Geronzio, persiano, e Policronia, cappadoce, che lo educarono cristianamente fino alla sua partenza per il servizio militare, dove divenne ufficiale delle milizie romane e poi cristiano. Quando l’imperatore Diocleziano ordinò la persecuzione contro i cristiani, non esitò a consegnare Giorgio, pur apprezzandone il valore, in mano all’imperatore persiano Daciano che lo fece incarcerare e torturare. Secondo il racconto di Jacopo da Varazze, Daciano convocò settantadue re per decidere le misure da prendere contro i cristiani. Davanti alla corte, Giorgio distribuì i beni ai poveri e, confessandosi cristiano, si rifiutò di sacrificare agli dei. Giorgio fu spogliato delle vesti, flagellato con nervi di bue, costretto a mettere calzari infuocati guarniti di chiodi, colpito da martellate tanto violente da fracassargli il cranio, legato e sbattuto in prigione, dove ebbe la visione del Signore che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la risurrezione. Visto che Giorgio era irremovibile nella sua fede, Daciano convocò il mago Atanasio, chiedendogli di vincerlo con un incantesimo: Atanasio divise in due un toro con una formula magica e offrì a Giorgio una bevanda avvelenata, ma il santo, prima di morire, convertì Atanasio che fu subito messo su una ruota armata da ogni lato di punte e lame, tagliato in dieci pezzi e gettato in un pozzo. Allo scoppio di un tuono, Giorgio risorse la prima volta. Ciò provocò la conversione del capo delle milizie Anatolio e di tutti i soldati che furono immediatamente passati a fil di spada. Giorgio fu ricondotto in tribunale, gli versarono in bocca del piombo fuso e gli piantarono in testa sessanta chiodi roventi, poi lo appesero a testa in giù su un braciere; infine, lo ricondussero in prigione. All’indomani, il re Magnenzio giurò che si sarebbe fatto cristiano se Giorgio fosse riuscito a far fiorire e fruttificare ventidue sedie di legno. Il miracolo avvenne, ma il re lo attribuì al dio Apollo e Giorgio ne distrusse subito il tempio. Il santo fu allora squartato e gettato in una caldaia con piombo e pece, ma nel mezzo di un gran frastuono discese il Signore, accompagnato da Michele e i suoi angeli, che risuscitò Giorgio per la seconda volta. Alla vista di tanti tormenti, la moglie di Daciano, l’imperatrice Alessandra, si convertì al cristianesimo e, per questo, condannata al martirio. Già sul patibolo, Alessandra chiese a Giorgio cosa ne sarebbe stato di lei dato che non aveva ancora ricevuto il battesimo, ma il santo la tranquillizzò: “Il tuo sangue versato ti sarà battesimo e corona”. Giorgio fu quindi esposto agli uccelli che lo smembrarono, ma anche questa volta risorse. Il giorno appresso, Giorgio fu condannato alla decapitazione. Condotto alla porta di ferro il martire chiese a Dio il fuoco del cielo per incenerire Daciano, i settantadue re e tutti i pagani presenti e, esaudito, lo implorò di concedere protezione a coloro che invocavano il suo nome. Il Signore rispose che coloro che avrebbero venerato le sue reliquie, sarebbero stati esauditi. Solo allora, Giorgio si lasciò decapitare. Era l’anno 303, Giorgio aveva circa ventitré anni. Nelle diverse versioni della vita del santo si possono leggere altri particolari dei supplizi subiti da Giorgio (costretto ad entrare in una fossa piena di calce viva, frustato con cinghie di cuoio e percosso con martelli da fabbro, gettato da un precipizio e dato alle fiamme, immerso in una caldaia di olio bollente...) e versioni alternative alle pene citate (come le ventidue sedie sostituite da diciassette persone morte da quattrocentosessant’anni, che furono risuscitate, battezzate e fatte sparire); anche i nomi dei personaggi non sempre coincidono. Fu sepolto a Lydda, in Palestina, dove ancora oggi sono visibili i resti archeologici della basilica cimiteriale che fu costruita in suo onore nel V secolo, incendiata dai Persiani all’inizio del VII secolo, riedificata e ancora rasa al suolo dal califfo Hakim nel 1010. Ancora una volta ricostruita, fu distrutta nel 1099 per impedire ai crociati di usare le travi come materiale bellico, ma i crociati la rieressero. Nel 1191, quando Riccardo Cuor di leone combatté contro il Saladino, la chiesa fu nuovamente distrutta. Fu Riccardo, devoto a san Giorgio, che introdusse il suo culto in Inghilterra, dove il sinodo lo elesse nel 1222 santo patrono del regno. La tomba di san Giorgio presso Lod (Israele) Già all’epoca delle crociate, in tutta l’area del Mediterraneo, si era diffusa l’immagine del santo in lotta contro il drago, narrata nelle passiones di san Giorgio dal IX secolo, racconti che facilmente traevano spunti dai racconti mitologici e folcloristici per esaltare le prodezze dei santi. Fu forse una falsa interpretazione di un’immagine dell’imperatore Costantino a Costantinopoli, descritto da Eusebio come vincitore di un drago (cioè il nemico del genere umano), oppure la suggestione provocata da una raffigurazione del dio egizio Horus, il purificatore del Nilo raffigurato come cavaliere dalla testa di falco, in uniforme romana, in atto di trafiggere un coccodrillo (simbolo delle energie distruttrici del cosmo) tra le zampe del cavallo, che suggerirono storia e iconografia del “Il miracolo sul drago”, detto anche “San Giorgio in lotta contro il drago”, raccontata anch’essa nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze. LA LEGGENDA AUREA San Giorgio in lotta contro il drago, Russia (Mosca), XIX secolo, lega di rame, smalti di cinque colori, h 9 x 7,6 cm (Museo Rublëv, Mosca) In quest’episodio – che per taluni evoca il mito di Perseo e Andromeda, mentre per altri simboleggia l’eterna lotta fra il bene e il male – si narra che a Silene, città della Libia, viveva in un lago un drago mostruoso che a volte giungeva fino in città dove con il suo fiato avvelenava chiunque gli capitasse a tiro. Gli abitanti, impauriti, placavano la sua fame dandogli ogni giorno due pecore, ma presto il numero delle pecore diminuì. Interpellato, l’oracolo disse di offrire al drago una pecora e un essere umano, scelto con un sorteggio. Quando venne la volta della principessa Elissava (in italiano, Margherita o Cleodolinda), il re tentò di riscattarla offrendo tutto il proprio patrimonio e metà del regno, ma il popolo rispose: “I nostri figli sono morti e tu vorresti salvare tua figlia? Se non lo permetterai bruceremo te e la tua casa”. Elissava, in lacrime, fu portata sulla sponda del lago in attesa del proprio destino. Proprio in quel momento sopraggiunse Giorgio che consolò la ragazza e le promise aiuto. Di lì a poco, il drago emerse tra fuoco e vapori pestiferi, ma Giorgio si affidò a Dio e si avventò sul drago ferendolo profondamente con la lancia. Il drago cadde a terra e Giorgio disse a Elissava: “Avvolgi la tua cintura al collo del drago”, lei obbedì e il drago cominciò a seguirla mansueto come un cagnolino. Vedendoli arrivare, il popolo si atterrì ma Giorgio li rincuorò: “Non temete, il Signore mi ha permesso di liberarvi da questo mostro. Credete in Cristo ed io ucciderò il vostro persecutore”. Felice, il re donò al salvatore immensi tesori, ma Giorgio li distribuì ai poveri e, dopo aver battezzato tutti gli abitanti della città, riprese il cammino. Icona custodita nella chiesa di San Giorgio Extra, che raffigura San Giorgio mentre uccide il drago; sullo sfondo il Duomo e la città di Reggio Calabria. Sembra sia di origine copta l’iconografia del santo ritto su un cavallo bianco, avvolto in un mantello sollevato dal vento che lascia vedere la corazza sottostante e nell’atto di infilzare la lancia nella gola del drago, mentre la mano di Cristo lo benedice. Fu comunque molto frequente in Oriente fin dal X secolo e, successivamente, in Europa. Esiste anche una variante “corta” dell’iconografia, dove Giorgio è rappresentato mentre atterra il drago agguantandolo per il collo. Molto diffusa, più in tempi antichi che in quelli recenti, fu anche la rappresentazione isolata di San Giorgio, col capo scoperto e i lunghi ricciuti capelli, armato di corazza e clamide, scudo e lancia. L’immagine del cavaliere vincitore è tipica del Medioevo; tuttavia, Giorgio non restò solamente il santo dell’aristocrazia e della cavalleria (di cui divenne patrono), ma entrò a far parte della cultura popolare, che nelle rappresentazioni religiose teatrali rappresentava spesso l’uccisione del drago. Inoltre, Giorgio era ed è considerato il protettore dei lavori dei campi, dei cavalli, dei pastori e dei contadini (il nome Giorgio deriva dal greco georgos che significa agricoltore). Non è quindi un caso che la sua festa principale sia stata fissata il 23 aprile, in un periodo in cui si celebravano le feste primaverili pagane. Nel giorno della sua festa, per esempio, sulle Alpi si conduceva per la prima volta il bestiame al pascolo. In questo giorno, inoltre, san Giorgio faceva sì che il terreno si spaccasse in modo che i serpenti, rimasti nascosti durante l’inverno, potessero tornare in superficie: una tradizione che, unita al leggendario combattimento contro il drago, determinò il fatto che il santo fosse invocato in caso di morsicature di serpente. Tuttavia, i modi del suo martirio lo rese, agli occhi del popolo, il santo "esperto" di quasi tutte le sofferenze, i dolori e i disturbi, invocato contro le infiammazioni febbrili, l’epilessia, la peste e la lebbra. Nei paesi slavi era chiamato anche contro le streghe. Fonti: Larici.it e wikipedia Una buona serata e buon divertimento a tutti, aspetto i vostri tesori. E.
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  12. __________________________ AVATAR ! :D Volendo cambiare avatar ho pensato di evitare un doppione (ne ho visti un bel pò in giro). Con le banconote vado tranquillo perché ne sono state utilizzate + o - una diecina. Le monete fanno naturalmente da padrona, alcune non si capisce cosa siano... quasi quasi bisognerebbe metterle nella sezione "Identificazioni"! :lol: (nel riquadro ne mancano un mare, chi c'e' c'e' ...e spero che sia consentito) 02/feb. > aggiunto un altro riquadro, tutti iscritti al sito diversi dal precedente quadretto :)
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  13. In vendita sulla emergente Catawiki e con diversi offerenti che ne pensate...?
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  15. @Georg Suvvia , deve anche lei prendere la discussione ed i messaggi in essa , con un po di goliardia , è pur sempre un hobby che ci reca divertimento e piacere . Ci sono collezionisti che , ricercano , per loro divertimento e passione il vero fior di conio ; sgranerà gli occhi , me ne rendo conto , ma la bizzarria di questo mondo è caratteristica . Da chi vede con il contafili , le monete , a chi sta mezz'ora guardando come un ossesso il pelo controluce , per vedere se il lustro è intatto . Sembra fanatismo , tutt'altro , è passione e posso dirle che , da questi ne ho tratto sempre grandi insegnamenti, pur evitando di portare con me il contafili . Anzi, a distanza di anni , il contafili mi è stato utile per studiare nell'intimità monete di notevole rarità , è uno strumentino che , permette , nella misura del suo utilizzo di vedere molti particolari che , rimangono scalfiti nella memoria . In tutto ciò , sa quale è la cosa più buffa ? , che i pignoli il fdc lo trovano :) Buona serata
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  16. Testone della Principessa Maria Cristina di Lorena del 1630. Granduchessa di Toscana e moglie di Ferdinando I dei Medici. Per essere donna.....non era molto femminile ma aveva una dote di 300.000 scudi.
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  17. Un bel ritratto di Elisa Bonaparte, Granduchessa di Toscana 1809-1814 e Principessa di Lucca e Piombino 1805-1814. Busto piccolo-medio-grande
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  18. Finalmente moduli arrivati con la 2 euro proof
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  19. Concordo con Luca E' difficile non innervosirsi davanti a queste cose.
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  20. ciao @@miza , scusa se la schiarisco un poco, giusto per far visualizzare il piccolo veliero.
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  21. Ho detto con luce naturale... non che c'era tanta luce. Ed è la mia prima foto, siate indulgenti. :pardon: Per quanto riguarda la moneta: il D/ è quello che ha subìto le maggiori ingiurie. Oltre ad un lieve decentraggio riscontrabile al bordo dovuto più che altro ad un effetto ottico per un'usura irregolare dello spigolo, i molti graffi sul volto del sovrano e sul campo sono vieppiù accentuati dalla foto e da un mio tentativo (maldestro) di migliorare il contrasto dell'immagine. In riferimento alla pulizia: la moneta l'ho trovata così. Io mi sono limitato a passarla in acqua demineralizzata per togliere della macchie di sporco. Anche a me sembra però, che in passato qualcuno abbia cercato di lucidarla anche se i graffietti presenti non sembrano seguire linee precise (i graffi più grossi li attribuisco a corpi contundenti). D'altro canto, vista la rarità (R2) e che per me è una sezione secondaria della collezione, l'ho pagata poco rispetto all'effettivo grado di conservazione...
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  22. Siete grandi, peccato che non valgano una beata mazza.. semmai farò un inventario di tutte quelle che ho per vedere se c'è qualcosa di interessante.. vi ringrazio
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  23. Ciao prof ! Togli pure il condizionale ;) luciano
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  24. Ciao a tutti! Ho trovato un altro contributo per questa discussione Nel post 234 abbiamo visto il penny Qui sotto vado a postare un farthing 1883 Piccolo veliero sulla destra dell R/
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  25. In queste condizioni 3-5 euro
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  26. Qui invece cambia tutto, siamo però nel 1649 a Milano, Maria Anna d'Austria è promessa sposa di Filippo IV. Maria Anna parte da Vienna, passa per Milano diretta verso Madrid. Il suo è un ingresso solenne a Milano, i festeggiamenti furono vari ed onerosi nonostante le difficoltà e lo stato del Ducato di Milano. Nasce per l'occasione questa, almeno per il Crippa, emissione speciale per l'avvenimento, detta anche il Caracena, il Governatore spagnolo a Milano che la volle far coniare. E' un pezzo celebrativo, ostentativo, con il peso corrispondente al mezzo filippo, molto rara, probabilmente una serie limitata. Soffermiamoci sul ritratto di Maria Anna d'Austria, ricchissimo per particolari, bellezza e precisione. Maria Anna ha una veste riccamente ornata con collana e gioielli, la testa coronata, ornata da lunghe piume. Siamo ben lontani dal ritratto essenziale di Bona, qui si vuole stupire, apparire, è un grande avvenimento che anche la monetazione celebra con la sontuosità dei ritratti. Da Asta Nomisma 50 Ovviamente possono partecipare tutte le monetazioni che hanno ritratti di donne.... :blum:
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  27. Ciao @@Illyricum65 ti posto una mia pseudo ruzzica che ha delle somiglianze con la tua, anche questa martellata e il retro è liscio, l'ho catalogata come tessera da gioco in quanto una moneta non è, non è una tessera troppo pesante, il metallo sembrerebbe oricalco in un punto sul bordo è esposto ed è giallo, la patina è omogenea, non riesco a capire troppe martellate, se la scena al dritto è erotica o più probabilmente sembrano due lottatori, tu e voi cosa ne pensate. Silvio PS gr 12,65 mm 29,79 adesso
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  28. dovrebbe essere un Bezzo da 6 bagattini per venezia ( monetazione anonima per la terraferma) D/ R C L A - busto della Beata Vergine con bambino in braccio r/ SANTUS MARC (US) VEN - busto frontale di S. Marco
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  30. Questa puoi metterla da parte. :)
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  31. Salve. segnalo https://www.academia.edu/26141172/Salvatore_de_Ponte_uno_dei_mastri_di_zecca_che_durante_il_regno_di_Ferrante_batte_sesquiducati_a_nome_del_Magnanimo_e_la_zecca_aragonese_di_Fondi_1460-1461_in_ACTA_NUMISM%C3%80TICA_46_Barcelona_2016_pp._145-158
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  32. @@Alex0901 deve fare un esame a luce radente sotto ingrandimento in questa zona. Potrebbe essere il 188/3, perché a me sembra la testa piccola.
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  33. Ciao Probabilmente si tratta comunque di 2 denari.. il diametro può variare notevolmente da una moneta all'altra rispetto all'anno di coniazione Per quanto riguarda la data sotto il "fiocco" ( che fiocco non è ma si tratta di un nodo Savoia o piano...) se visibile ti permette di classificare perfettamente la moneta altrimenti puoi solo classificarla come due denari Posta comunque le foto e ti daremo una mano a classificarle
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  34. Pero' queste notizie sono tutte informazioni ricavate da fonti storiografiche posteriori, alcune delle quali neanche molto affidabili sappiamo (Svetonio....). Questa sarebbe a tutti gli effetti la prima (e unica?) evidenza archeologica di una effettivo comportamento collezionistico numismatico nell'antichità.
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  35. 1 punto
  36. A Verona da uno che ne aveva a decine divise per regnante e nazione, ho detto vittorio Emanuele II e lui ne ha tirate fuori una decina e me le ha fatte rovistare :D però solo tre erano con lustro, e ho scelto a fatica, ovviamente guardando il bordo. @@nando12 tutti i segni che vedi sono sul lustro. .. ho fatto un video ma non si può caricare qui?
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  37. se non ricordo male Giuliano l'Apostata era un collezionista di monete, mi pare che fossero diversi gli imperatori numismatici. Dovrei ritrovare la fonte tra i miei libri per essere più preciso.
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  38. Venezia, per quanto strano si possa dire, non ha un occhio di riguardo per San Giorgio a livello di monete. Abbiamo la bellissima Basilica costruita sull'omonima isola ma per quanto riguarda le monete il povero San Giorgio è decisamente latitante. Latitante sì, ma non assente. Bisogna però attraversare l'adriatico ad andare ad Antivari. Ed ecco il bagattino per Antivari P.s. monete non mie
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  39. Perchè è una fusione fatta piuttosto bene credo, che riesce a replicare anche, in modo approssimativo ma non troppo, alcune caratteristiche di coniatura presenti sulla moneta che hanno usato per ricavare il calco (molto probabilmente un denario autentico). Le lettere approssimative e la sbavatura nel campo sono difetti da fusione.
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  40. un esempio di sovrana proof . Elisabetta II , 1995 .
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  41. Bisogna avere un bel coraggio e faccia tosta a paragonare le persone che discutono su questo Forum e che dedicano ore preziose del proprio tempo alla crescita tecnica del Forum, spesso con grande cognizione di causa ed esperienza fuori dal comune, a dei masturbatori seriali da Postal Market... per di più dall'alto di 18 messaggi in 7 anni e mezzo ! Immagino sarà esperienza vissuta... Poche idee ma ben confuse ! Poco cordialmente, Enrico
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  42. 3) Coppia di coni D1 - R3 Stesso conio D1 associato a un nuovo conio di rovescio (R3) nell’esemplare del Museo di Berlino, noto fin dal 1882. Il conio del diritto qui è ancora più malmesso. Si notano infatti chiaramente le stesse due fratture di conio che connotano il denario Peus/Nac/Vico: (1) quella a sinistra del manico della scure, (2) quella a destra della lama: 4) Coppia di coni D1 - R4 Cambia nuovamente il conio di martello (R4), ma rimane sempre fermo il conio di incudine (D1) nell’esemplare dell’asta Elsen 2008. Qui però si può notare, al diritto, una stanchezza di conio ancora più accentuata, che ci porta vicino alla condizione in cui il conio doveva trovarsi quando fu battuta la moneta Peus/Nac/Vico. In particolare, compaiono la medesime fratture di conio alla sinistra del manico della scure e a destra della lama, ancora più estese rispetto all'esemplare di Berlino. 5) Coppia di coni D1 - R5 Il culmine dell’usura del conio D1 è infine raggiunto nell’esemplare Peus/Nac/Vico, nel quale compare anche un ulteriore conio di rovescio (R5), esso stesso già in condizioni non ottimali, come è dimostrato dalla frattura di conio a ore 9: Quest’ultimo denario sembrerebbe quindi collocabile in un’evoluzione coerente dell’usura del conio di diritto, mantenuto in funzione molto a lungo. Bisognerebbe trovare qualche riscontro per il conio di rovescio (R5). :
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  43. E' una moneta veramente molto rara, dopo questa come rarità c'è solo il 1861 T Secondo me arriva a BB, il prezzo proposto direi che è in media coi realizzi delle aste Un MB/qBB si trova a non meno di 200 euro Poi come sempre nel nostro hobby ognuno ha i propri metri di giudizio :)
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  44. @@carlo82 Francia 50 centesimi, 1932 Numero Krause KM# 894 Paese Francia Periodo Terza Repubblica (1871-1941) Tipo di moneta Monete circolanti Valore 50 centesimi Anno 1932 Composizione Alluminio-Bronzo Tipo di bordo Liscio Forma Rotonda Allineamento Conio (180°) Peso (gr) 2 Diametro (mm) 18 Spessore (mm) 1.23
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  45. @@carlo82 Francia 10 centesimi 1923 Numero Krause KM# 866a Paese Francia Periodo Terza Repubblica (1871-1941) Tipo di moneta Monete circolanti Valore 10 centesimi Anno 1923 Composizione Rame-Nichel Tipo di bordo Liscio Forma Rotonda forata Allineamento Conio (180°) Peso (gr) 4 Diametro (mm) 21.3 Spessore (mm) 1.9
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