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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/02/16 in tutte le aree

  1. Sul forum spesso cerco la divulgazione, penso sia opportuna e necessaria più che mai e se hai comprato una moneta che ritieni importante, di buona conservazione, leggibile, che possa funzionare come proselitismo, ecco questa lo è sicuramente... E lo è pur essendo una moneta medievale che difficilmente attira per anche bellezza estetica. Io credo che il denaro imperiale coniato a nome di Federico Imperatore in quel di Nosedo, alle porte di Milano, negli anni dal 1162 al 1167, sia stato strutturato anche per piacere. Sarà la scodellatura elegante, o il bordo alzato, sarà come in questo caso la perfezione delle lettere in campo I P R T al diritto con i globetti, sarà per i particolari estremamente precisi della scritta su quattro righe del rovescio AVG + MED IOLA NIV, sarà per i tre cunei al rovescio in campo che partono dal contorno, segni identificativi di emissione, sarà per la rarità R2, sarà perché coniata in un momento particolare per la città di Milano, fuori porta a Nosedo solo per qualche anno, sarà perché un tale Rodulfus Thetonicus era stato incaricato dal Barbarossa come direttore della Zecca, ma con però maestranze milanesi e locali, sarà perché pensata come moneta sovraregionale, caput monetae, sarà anche per tutto questo ....ma indubbiamente tra le mani un gioiello alla fine ti sembra di avere, elegante, preciso, da divulgazione e il forum anche questo è... Commentiamolo se vogliamo....
    4 punti
  2. Eccone..un'altra. ..0,87g...éra ora..?
    3 punti
  3. ciao a tutti non so come funziona questa sezione, ma ho appena acquistato il volume di Duby (primo testo europeo sulle monete ossidionali, 1786). posto alcune foto. L.
    2 punti
  4. Ti ringrazio dabbene per avermi citato in questa interessantissima discussione che mi era sfuggita. Penso che le rarità, rapportate alla domanda, siano corrette. Non ci sono tanti collezionisti di questa monetazione. Con un po' di pazienza un buon pezzo si trova.. Più difficile è trovare pezzi in conservazioni eccezionali con legende quasi complete, rilievi alti, volti integri etc., e lì torniamo al tuo discorso di tenere separati conservazione da rarità.. Complimenti a Philippus per la sua bella collezione e per il suo entusiasmo nel voler approfondire lo studio di questa monetazione. Qualche anno fa avevo stilato la sezione "zecche Italiane-Sardegna" del catalogo, che comprendeva anche i maltagliati. Avevo anche inserito diverse immagini e passaggi d'asta ma poi per motivi di tempo non ho proseguito il lavoro. Penso che Tu possa proseguire e sicuramente migliorare il lavoro con questa bella discussione. Purtroppo non possiedo al momento maltagliati di Filippo IV... ne ho solo 2 di Filippo II. Non ho inoltre con me i miei testi. Penso che il Sollai sia il testo di riferimento per la monetazione sarda in quanto classifica molte più varianti che nel Piras non sono citate. Fra una decina di giorni dovrei riuscire a consultare la mia bibliografia per aiutarti nel lavoro di classificazione. Non è raro trovare inediti, proprio perché (tutta) la monetazione (sarda) è poco conosciuta, ma anche per questo affascinante.
    2 punti
  5. ....volete che continui ? ..... ma si, oramai che ci sono: Sempre nel famoso libro citato, alla pagina 159 vi sono raffigurati n. 3 esemplari di Sesquiducati di Alfonso con la lettera M, di cui uno è proprio M su ex S (ora P)......ma mettiamolo oramai da parte; gli altri due sono con la M, ultra rare, e mai apparsa.....e sempre in nota, la n. 325.....sentite, sentite: "la moneta d'intende postuma anche (anche è riferito al fatto dell'invenzione delle palature) per l'analogia di stile della lettera M con la M presente sul carlino d'argento a nome di Ferdinando (PR 21d - MIR 72/4)". Anche qui...ma come si fa a scrivere queste cavolate, per me chi ha premiato questo lavoro, nemmeno ha letto il libro. Comunque ritornando alla nota e all'osservazione fatta da @@aleale (come detto, oculata) dico: .... ma l'autore ha mai osservato la lettera M sul carlino di Alfonso ? (PR 3d) ..... si sposta una moneta da Alfonso a Ferdinando scrivendo anche qui analogia...ecc.ecc. mentre esiste un carlino M coniato anche sotto Alfonso......e che stile M avrebbe......ah.....ahah.....ah...... !! Buona lettura a tutti.
    2 punti
  6. Aggiungo a questa fantastica discussione un piccolo contributo. Parpagliola dal peso di circa 2,1 grammi.
    2 punti
  7. Certo Mario, il Bar Bianco è un'ottima idea per una pausa. Magari direi che ci potremmo trovare davanti al banco di Crippa come lo scorso anno, per radunare la comitiva...
    2 punti
  8. In occasione del centenario della battaglia della Somme, una half-penny britannico di quell'anno terribile, 1916. Romanziere William Bradford Huie ha scritto: "Ma la Gran Bretagna di Geoffrey Barham aveva perso troppo tanto...Quando un po' di terra perde [quasi 20.000] della sua gioventù, morti tra alba e al tramonto, come Gran Bretagna ha fatto alle Somme, sanguina troppo." Vigilia di Capodanno, 1916, le truppe britanniche nelle trincee sporco cantavano Auld Lang Syne, o meglio, preso in prestito la melodia e cantato invece il continuo ritornello: "Siamo qui perché siamo qui perché siamo qui perché siamo qui perché siamo qui perché siamo..." E se sono stati fortunati hanno dormito per qualche ora interrotto in seguito, e se sono stati fortunati si svegliarono per un giorno di Capodanno, 1917. Questo particolare mezzo di 1916-penny non ha visto molto manipolazione. Le sue superfici difficilmente sono indossate a tutti. Evocativo, in un certo senso, di For the Fallen, di Laurence Binyon: "essi devono non invecchiare, come noi che sono lasciati invecchiare. Età non sono stanchi di loro, né condannano gli anni. Al calar del sole e la mattina, ci ricorderemo loro." ……………………………………………… Naturalmente si può dire circa la stessa cosa usando un 1916 francese 5 cenime, un tedesco 1916 2-pfennig, un 1916 russo 1-kopek, un austriaco 1916 1-heller o un 1916 Italiano 2-centesimi. Così bene perché è 2016, e perché uomini e donne in tutti i paesi hanno tali brevi memorie,—e vi prego di scusare la lingua—ma damn, damn, and damn it anyway. v. ---------------------------------------------------------------------- On the centennial of the Battle of the Somme, a British half-penny of that terrible year, 1916. Novelist William Bradford Huie wrote: “But the Britain of Geoffrey Barham had lost too much...When a little land loses [nearly 20,000] of its youth, dead between dawn and dusk, as Britain did at the Somme, it bleeds too much.” On New Year’s Eve, 1916, British troops in the dirt trenches sang Auld Lang Syne, or rather, borrowed the tune and sang instead the continuous refrain: “We’re here because we’re here because we’re here because we’re here because we’re here because we’re....” And if they were lucky they slept for a few interrupted hours afterward, and if they were lucky they awoke to a New Year’s Day, 1917. This particular 1916 half-penny has not seen much handling. Its surfaces are hardly worn at all. Evocative, in a way, of Laurence Binyon’s For the Fallen: “They shall not grow old, as we that are left grow old. Age shall not weary them, nor the years condemn. At the going down of the sun and in the morning, we shall remember them.” ……………………………………………… Of course you can say approximately the same thing using a 1916 French 5-centime, a 1916 German 2-pfennig, a 1916 Russian 1-kopek, a 1916 Austrian 1-heller, or a 1916 Italian 2-centesimi. So because it’s 2016, and because men and women in every country have such short memories, well—and please excuse the language—but damn, damn, and damn it anyway. v.
    2 punti
  9. Sull'argomento il testo piu' recente e' : ENGEL M. - FABRE L. - PERRET J.P. - WATTIER P. Les Monnaies Obsidionales (1477-1874) Paris 2015
    2 punti
  10. Trovato trovata. JUAN EL GRANDE (1458-1479)
    2 punti
  11. Buon pomeriggio a tutti. Il 3 giugno scorso, come ripromessomi in altra discussione, ho chiesto per e-mail alla dott.ssa Gabriella Angeli Bufalini (Responsabile del Medagliere del MNR) di poter avere una foto ad elevata risoluzione del rovescio del 20 lire impero 1936 della Collezione Reale, per motivi di studio. Ho anche parlato telefonicamente con lei il 4 o il 5 giugno scorso, e mi ha assicurato che, nel breve, avrebbe fatto il possibile per accontentare la richiesta. Oggi, dopo aver effettuato il pagamento di Euro 6,00 quali spese di riproduzione fotografica, ho ricevuto sulla mia casella e-mail quanto richiesto, direttamente dalla Dott.ssa Maria Daniela Donninelli, della Soprintendenza Speciale per il MNR. La foto ora in mio possesso non la posso pubblicare, poiché ho dovuto dichiarare ciò prima del preventivo di spesa, posto che il motivo dello studio è trattato economicamente in modo ben diverso da quello della pubblicazione. La pubblicazione, inoltre, deve essere autorizzata dalla Soprintendenza Speciale menzionata, stando a quanto riportato nella nota di detta Soprintendenza che mi è pervenuta il 28 giugno scorso. Dunque, come il Sig. Franco Pezzi, chiedo la fiducia. Il rovescio si presenta lucidato e profondamente e diffusamente graffiato a seguito di scellerata pulitura. Le differenze sostanziali che riesco a notare dal confronto fotografico con altro 20 lire 1936 Impero, per così dire "solito", sono le seguenti: - firma del modellista: le lettere sono tutte della stessa dimensione ed altezza e tra la G e la R di Romagnoli vi è un punto in basso nel campo, equidistante dalle due lettere; - come già fatto notare da altri su questa discussione, la firma del modellista inizia più a destra e termina leggermente più a sinistra che nelle monete "solite" (dunque è più stretta); - le cifre 1, 3 e 6 del millesimo sono nettamente diverse: l'1 è un'asta verticale di spessore costante, che non ha le estremità leggermente svasate come nelle "solite" monete; il 3 ha stile diverso con la particolarità del semicerchio inferiore che ha un maggior raggio di curvatura; il 6 ha la parte ricurva superiore con un raggio di curvatura inferiore (è meno chiuso, per così dire); - il segno di zecca R ha stile diverso, con addirittura l'asta terminale destra che inizia a sx spessa, quasi bombata, riducendosi repentinamente di spessore, e questa asta ha una lunghezza inferire rispetto alle "solite"; - il piano orizzontale della quadriga (quello su cui poggia lo scanno su cui è assisa l'allegoria dell'Italia) ha la parte perimetrale verticale di sinistra (peraltro l'unica in vista) non perfettamente verticale; è come se vi fosse una piccola mancanza di metallo o, comunque, una irregolarità che rende discontinua la verticalità di detta linea perimetrale; - la parte sommitale della L del valore nominale, nonché le estremità delle due I della leggenda ITALIA, presentano una svasatura più repentina e più alta, dunque meno graduale; - la corona che sormonta lo scudetto crociato Savoia è nettamente diversa da quella delle "solite" monete: è più alta, coi bracci dalle curve meno accentuate; essa, nella foto in mio possesso, culmina non con una piccola croce, bensì con un oggetto ovoidale, che sembra proprio avere i connotati di un volto umano; di sicuro non sembra affatto una croce; - le legature dei due fascetti littori che affiancano lo scudo Savoia sono notevolmente diverse dalle "solite": sono più sottili; - lo zero del nominale "20" sembra essere più largo, forse a causa di minore spessore del rilievo? Concludo ringraziando pubblicamente la Dott.ssa Gabriella Angeli Bufalini e la Dott.ssa Maria Daniela Donninelli che mi hanno usato cortesia e disponibilità.
    2 punti
  12. Aquileia Bertrand de Saint Genies (1334 - 1350). Denaro Bernardi 47 variante (inedita?) grammi 0,97 BERTR-AnDVS·//+AQVIL-EGEnS· Al dritto si nota chiaramente la mancanza della parte finale della legenda ......AnDVS. P. Ne il libro di Giulio. ne i precedenti lo citano. Avete notizie in merito? grazie
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  13. Ciao a tutti....ieri dopo un po di inseguimento ho messo in collezione questa moneta, purtroppo non riesco a fotografarla decentemente ma volevo comunque condividerla con voi ?. Naturalmente bordo di 1° tipo ?.
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  14. Quella trovata è riportata da Eliodoro è la numero 1136 testa di Augusto e finisce in effetti con II VIR
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  15. @@NoNmi4PPLICO, @@soleshine Ciao Come promesso, posto la foto delle stesse 5 lire del post 20 di questa discussione dopo averla pulita con attenzione, utilizzando una goccia di sapone neutro e acqua demineralizzata. Dopo averla tenuta a bagno per 15 minuti nella miscela, l'ho delicatamente massaggiata con un pennello a setole morbidissime che abitualmente uso per dipingere, poi l'ho risciacquata con abbondante acqua demineralizzata. Questo è il risultato. Al R/ non ho insistito troppo sulle piccole macchie per non asportare la patina... Come vi sembra?
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  16. Caro Mario questa è una moneta che "parla" per davvero. Ci racconta le discese in Italia di Federico I, imperatore che voleva dare un giro di vite alla situazione politica del nord Italia (ma non solo). Ci racconta le devastazioni di Milano e di tanti altri borghi e città. Ci permette di tenerla in mano e di "sentire" lo spirito di tante realtà comunali che volevano solo che la situazione restasse "come era sotto i precedenti (Enrichi)" e che si trovarono, nel migliore dei casi, in lotta contro l'imperatore e i suoi alleati. Lotta che a volte si concluse con l'allontanamento dal borgo natio, con la propria città addirittura rasa al suolo. Una moneta che ci fa sperare, ci fa intravedere la fondazione di una nuova città in Piemonte che prende il nome dal papa anti-federiciano Alessandro III; una città fatta per accogliere chi non smette di sperare nella libertà delle realtà comunali. E scusate se è poco! E poi con questa conservazione.... :hi:
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  17. Sì, in effetti mi riferivo anche alla lamina ionico-etrusca di Pech-Maho, ma non solo (tra l'altro a Pech-Maho probabilmente si parlava iberico, dato che la maggior parte delle lamine iscritte che vi sono state ritrovate sono in questa lingua. Prima di proseguire sugli altri aspetti della dracma della valle del Rodano oggetto della discussione volevo dare una risposta a @@romanus . Ci troviamo di fronte alla concatenazione di due fatti che definirei molto bizzarri, se non quasi eccezionali. Il primo che con la miriade infinita di bronzetti gallici emessi dai centri di emissione più disparati in tempi diversi, i due posseduti da Romanus non solo sono stati prodotti dallo stesso centro di emissione, ma appartengono anche alla stessa serie. Il secondo é che se per la maggior parte delle emissioni l'identificazione del popolo che le ha emessi é "tradizionale" e quasi sempre dubitativa, per questa serie l'attribuzione ai Meldi é data per certa. In effetti il "posizionamento" dei vari popoli sulla carta della Gallia centro settentrionale é tradizionalmente basata sui commentarii di Cesare, non essendovi altre fonti più precise. Il problema é che i vari popoli si spostavano continuamente (e ci se ne rende conto facilmente proprio leggendo i commentarii) per cui la "foto" presa da Cesare alla metà del I sec aC non é detto che corrisponda alla realtà delle cose 50, 100 o 150 anni prima. Nel nostro caso i ritrovamenti di questa serie sono in un territorio ben definito sulla Marne, a ovest di Parigi (verso Disneyland Paris, per capirci... ;) ), dove Cesare ci dice erano stanziati i Meldi. E l'inizio dell'emissione di quasta serie data proprio al periodo della Guerra di Gallia. Questa la carta di distribuzione di questa serie proposta dalla Scheers nel suo Traité sulle monetazioni della Gallia Belgica del 1977. Dunque si tratta dei Meldi, la serie é trimetallica (con emissioni in oro, in argento ed in bronzo) e viene comunemente chiamata "ROVECA", dalla legenda che appare sui vari tipi. L'emissione inizia durante la Guerra di Gallia, come già detto, e si trascina probabilmente con le emissioni bronzee nel periodo pre-augusteo. Di seguito una visione sintetica tratta dal "Nouvel Atlas" di Delestrée e Tache. La prima delle due monete appartiene al tipo illustrato dai numeri 585 e 586 (DT serie 67, Classe III, var.6; Scheers serie 28, Classe V). Al dritto porta un un busto femminile (tradizionalmente detto "busto di Venus" nella letteratura francese) diademato e con collana di perle. Dietro il busto é presente un minuscolo personaggio che tiene una corona, a destra. Davanti al busto, dal basso all'alto, é la legenda ROVECA. Al rovescio cavallo a destra, sopra ruota. Linea di esergo perlinata sotto la quale tracce della legenda ROVECA. Tra le zampe del cavallo, talvolta (come in questo caso) cerchio centrato. La seconda é di identificazione più difficile a causa di un fenomeno piuttosto comune in numismatica celtica, detto "omotipia di contiguità": capita spesso di trovare emissioni di popoli vicini che condividono tipi del dritto o del rovescio. Non si tratta necessariamente di fenomeni imitativi. Le ragioni possono essere state molteplici, non ultima la presenza di accordi politici. Nel caso della seconda moneta di Romanus il rovescio si vede poco, le legende non si leggono, ed il tipo del dritto é condiviso con alcuni tipi della serie CRICIRU, emissione contemporanea della vicina tribù degli Suessones. A titolo esemplificativo, per rendersi conto dell'identità di tipi del dritto, qualche esemplare CRICIRU del British Museum. Sono abbastanza convinto (ma Romanus osservando direttamente la moneta potrà smentirmi) che si tratti comunque di una moneta ROVECA (con al rovescio un leone a d.) e non di una CRICIRU (con al rovescio un cavallo a s.) Tra l'altro il conio di dritto mi sembra molto vicino a quello di questo esemplare ROVECA del BM, trovato nella Senna a Parigi (patina... Senna): Il tipo, figure 583 e 584, (DT serie 67, Classe III, var.5a o 5b; Scheers serie 28, Classe IVb o IVa) porta al dritto una testa elmata a s., con davanti al viso la legenda POOYIKA. Al rovescio un leone a d., la legenda ROVECA in esergo. Sopra il leone una spiga e quattro cerchi centrati disposti a croce. Nella variante b sotto il leone cinque globuli, sempre disposti in croce. (esiste un'altra variante -584-, col tipo baffuto...). Volendo c'é a divertirsi, osservando direttamente la moneta, nel cercare di indovinare la variante. Segnale infine un vecchio articolo di Colbert di Beaulieu che parla di queste serie, e del rapporto tra ROVECA e CRICIRU disponibile in rete. Ecco il link: J.B. Colbert de Beaulieu et J.M. Desbordes, «CRI-CI RU» et «ROVECA». Les Belges sur la Marne (RBN 110, 1964) http://www.numisbel.be/1964_3.pdf
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  18. Salve eh 1 ano e mezzo...dopu? .u so fratellu peso 3,54grami....diam 21mm.....che piacere?
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  19. nessuno a visto la mancanza di metallo, forse una schiacciatura dovuta ad un colpo sotto la mascella ?
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  20. Un arciere scita in una riproduzione del VI secolo a.C., presso il British Museum.
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  21. L’arciere raffigurato nel post di King John # 305 è uno Scita che porta alla cintola il gorytos, la caratteristica custodia combinata per arco, frecce e faretra che questi guerrieri usavano portare sia a piedi sia a cavallo. Le caratteristiche punte di frecce a barbiglione usate dai nomadi delle steppe si ritrovano in tutti i territori che appartenevano all’impero persiano. I barbigli sono i prolungamenti laterali della freccia che impediscono alla punta metallica di uscire dalla ferita. apollonia
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  22. In effetti i suberati normalmente si presentano diversamente, con le aree di rame sottostante più annerite se non con verderame. Non ricordo suberati con zone affioranti di rame così "silenti" e senza evidenti reazioni di ossidazione. Evidentemente aveva avuto particolari condizioni molto favorevoli (scarsa presenza di ossigeno e di umidità)....
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  23. Mario, ho paura che essendo un bel numero al bar in trenta minuti non ce la faremo mai...............
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  24. Tutte le banconote precedenti l'ultima emissione che è stata oggetto di conversione sino al febbraio 2012, potevano essere scambiate entro il 2002. http://www.leftovercurrency.com/banknotes/france/french-francs.php Erano addirittura ancora convertibili le banconote ritirate nel 1950 nonchè quelle ritirate negli anni '60 (il vecchio franco con due zeri in più), hanno perso il loro controvalore solo nel 2002. ciao
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  25. pensa che nell'anno 1953 ne sono state emesse 151.500.000. Se giri per casa ne esce fuori sempre una del 53'... :hi: :hi:
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  26. Nel puro ambito di un confronto tra zecche per Filippo IV per la zecca di Milano, un ducatone del 1622
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  27. Buongiorno, il nostro @@gigetto13 nel suo lavoro sull'ossidionale per cipro (PN) cita tutti e 3 i testi evidenziando i palesi errori dei primi 2. Complimenti Luigi.
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  28. Legalmente " può"..non "deve", per via della legge sulla privacy, visto che spesso sono monete conferite da terzi. Però, almeno per chi lavora alla luce del sole, poter comunicare la provenienza da un'asta o da una vendita prestigiosa, magari, è un plus in una trattativa, quindi la" provenienza" o il " pedigree" ti verrà comunicato volontariamente. Ogni venditore è tenuto a dichiarare la provenienza di ogni moneta , INDIPENDENTEMENTE dal suo valore economico,solo ed esclusivamente sul libro registro della questura, che si compila per ogni acquisto o vendita , e che può essere consultato solo dalla AG e suoi emissari. Quindi, alla luce di quanto sopra, un commerciante che ti stia vendendo una moneta di provenienza conforme alle norme, già tenderà a fornire quei dati che chiedi per sua iniziativa, in quanto corollario dei pregi della moneta, ma non è tenuto, legalmente, se il precedente proprietario non gliene da facoltà scritta,a rivelarti CHI gli ha venduto la tal moneta ( aste pubbliche escluse per cui la privacy decade)o a che prezzo. L'ipotesi che un commerciante ufficiale ti stia vendendo una moneta senza la dovuta documentazione di provenienza,quindi faccia resistenza a fornirla( ovviamente) esula da questo quesito e scivola in altri scenari.
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  29. i rilievi ci sono... la spazzolatura dalle foto si nota poco.. a parte il colpetto noto un graffio penso dovuto al conio sopra la scritta "dux". facendo una valutazione d'insieme mi terrei sul BB-spl o qspl
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  30. Sempre durante il regno di Filippo IV (1621-65), anche la Zecca di Messina conia monete d'argento da 1/2, 1, 2, 3 e 4 tarì su tondelli molto irregolari. A questo punto vorrei postare, come esempio, un mio 3 tarì del 1626 di Filippo IV, Spahr 50, MIR 356.
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  31. 1 punto
  32. Complimenti per l'acquisto ! E' un classico TOBIESEN-DUBY Recueil Général des Pièces Obsidionales et de Nécessité, gravées dans l'ordre chronologique des évènemens : Avec l'explication, dans l'ordre alphabétique, des faits historiques qui ont donné lieu à leur fabrication : A la suite desquelles se trouvent plusieurs Pieces curieuses & intéressantes , sous le titre Récréations Numismatiques.Paris, chez la Veuve de l'Auteur.et chez Debure l'ainé, 1786
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  33. Con il sapone neutro non perde nessuna patina anche la moneta in rame al massimo va via lo sporco, altro discorso sono i lavaggi fatti con liquidi specifici che rimuovono l'ossido che alla fine sarebbe la patina. Nel caso delle 5 lire 1956 se si tratta di sporco, unto o grasso il lavaggio con un po di sapone può essere efficace, se sono ossidazioni non succede nulla ma nemmeno nulla di deleterio per la moneta, semplicemente la moneta resta tale e quale a prima. L'importante è asciugare bene la moneta non deve restare traccia di umidità.
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  34. Ottime le foto di @@Andrea imperatore. Da queste e da quanto postato da @@MezzaPiastraPupillare si deduce qualcosa in più e ciò pone ulteriori interrogativi. 1) la moneta del MNR sembra autentica 2) esistono 2 conii diversi oppure il conio MNR è stato poi modificato (la corona, dai controni nitidissimi, poi sfuma nel 2 conio) 3) come è possibile visto che allora si lavorava tranquillamente col pantografo che non poteva riprodurre diversamente uno stesso modello (è noto il plasmato originario di Romagnoli?) 3) perché le prove sono state fatte col 2° conio dopo aver coniato una "moneta campione" con il primo? 4) la corona MNR evidenzia le gemme che la compongono molto nitidamente (contrariamente al "tipo comune"), e la croce sembra poggiare sopra una di esse più grande e che manca negli esemplari di "tipo comune" In definitiva le ipotesi, a mio avviso, sono solo 2: a) la moneta del MNR deve essere considerata un "progetto" o "saggio" preliminare di Zecca; b) in alternativa, come ebbi a dire molti post fa, potrebbe essere un falso. Ma ciò, oltre a risultare inquietante, porrebbe ulteriori problemi ...
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  35. @@gigetto13, il CNI è quello postato proprio sotto la moneta
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  36. I Pasinati, Giuseppe (1755-1829) e Giovanni (1756-?1833), erano 2 fratelli medaglisti di mediocre levatura. E' difficile dire a quale dei 2 sia da ricondurre l'incisione dello scudo: verosimilmente a Giuseppe che era più bravo di Giovanni. La scarsa capacità degli incisori della zecca Romana dopo la caduta di Napoleone, era stata causata dall'allontanamento di Tommaso Mercandetti, grande artista, che fu accusato (probabilmente non a torto) di essere stato connivente con il regime francese. I Pasinati in ambito monetario furono, a dir poco, degli incapaci. Utilizzarono punzoni di altri incisori per le proprie monete (ad es. di Gioacchino Hamerani e dello stesso Mercandetti per la SV 1823, un disastro); addirittura nel 1816 sarebbero stati "licenziati" (temporaneamente) per aver venduto 2 volte all'amministrazione di zecca lo stesso conio (proprio quello di questo scudo del 1816) che sarebbe servito in precedenza per approntare una medaglia (1814): quest'ultima è una notizia di cui non ho chiara conferma (non ho ritrovato la medaglia incriminata). Si sa comunque che lo scudo in questione fu coniato nel 1806 in pochi esemplari che non piacquero a Pio VII, che mai aveva voluto apparire con la propria effige sulle monete (come il predecessore Pio VI) e la nomina di Incisore Camerale passò l'anno successivo sempre al Mercandetti (che era stato allontanato anche in quel periodo dalla zecca perché invischiato in precedenza con la prima Repubblica Romana). Comunque mi chiedo sempre a cosa si debba il fascino di una moneta: probabilmente a tante cose insieme. Non trovo che questa moneta sia bella, anzi, però ha una storia interessante alle spalle ed è particolarmente rara. E ciò la rende desiderabile ... ;)
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  37. ecco il Duby fresco fresco :) Il testo è curioso. E' stato dato alle stampe dalla vedova dell'autore nel 1786 (col privilegio del re che aveva ancora la testa sulle spalle). volume in quarto (quindi ingombrante), ma che per un prezzo così irrisorio non potevo farmi mancare. Per quanto riguarda la "truffa" del Duby, ho preso due ingrandimenti del sedicente Bisante (v. mio articolo su panorama numismatico e nella nostra biblioteca del forum). Forse è solo un errore del suo incisore, chissà?
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  38. Per rispondere a questo quesito, io credo proprio non sia tenuto a dirlo, d'altra parte se ti dicesse da quale asta l'ha acquistato (se di asta si parla) ti svelerebbe anche quanto l'ha pagato lui e quanto l'hai (stra)pagato tu. C'è un fantomatico "certificato" che ogni venditore dovrebbe rilasciare per gli acquisti di cui stiamo parlando, ma nel concreto non ne ho mai vista nemmeno l'ombra. Tutti (o quasi) si ostinano a dire che la ricevuta equivalga, anzi sostituisca tale certificato. Ciò non è vero... ma credo che per il tuo bene non convenga riscoperchiare il vaso, se ne è scritto a fiumi qui sul forum e la conclusione è sempre la stessa: acquistare e collezionare monete antiche in Italia non è un hobby rasserenante, per quanto fascinoso e culturalmente elevato sia.
    1 punto
  39. Icona di San Giorgio con molto popolare . Il monastero di Donskoy c'è un piccolo tempio di George . Un fatto interessante della storia. Italiano Claudio dipinto il tempio principale del monastero di Donskoy
    1 punto
  40. Ora cercate di evitare di litigare come al solito??? Ed allo stesso tempo, la smettiamo di dire che la maggior parte dei commercianti (tedeschi in questo caso) sono "sostanzialmente" dei ladri? Oltre che una boutade di cattivo gusto, hai dei dati che lo confermino? Il fatto che abbia acquistato monete (non antiche perchè non le colleziono) da commercianti tedeschi a prezzi molto più bassi che quelli che si trovano in Italia dipenderanno dal fatto che sono di illecita provenienza? Tipo un marco degli anni 80? O Forse perchè avranno imposte più basse, costi fissi inferiori, magari, pure un ricarico inferiore questo sì
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  41. La mia impressione però non da collezionista di questa monetazione è che le rarità indicate, anche dal MIR, siano inferiori allo stato reale, ne ho viste qualcuna in aste specialistiche, c'è un commerciante che le ha...ma non le trovi facilmente. Detto questo, in generale ma ancor più in questo caso specifico, conservazione e rarità sono parametri secondo me da tenere separati, la conservazione poi nei maltagliati è da ben valutare per i molti parametri che ci possono essere.... Che ne pensate @R-R, @@marmo87 se ci leggete ?
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  42. @@Caio153 Secondo me danneggiano di più lo stato, ossia tutti noi. Il concetto che sta alla base del mio ragionamento è che il contrabbando prospera man mano che crescono i divieti: le conseguenze del proibizionismo le conosciamo tutti. Non credo che sia questa la strada migliore per la tutela del bene culturale, anzi. Il problema è sicuramente complesso e non penso certo di avere la verità in tasca, ma al momento non vedo luce all'orizzonte.
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  43. Dipende anche da come è stato prodotto il falso. Se è fatto mediante coniazione credo che il risultato sia identico.
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  44. Ciao Luca! Premetto che i chiodi con la sezione circolare sono un prodotto nato nel corso del 1800. Con una buona dose di fantasia, ti dico cosa mi suggerisce questa moneta: Il "tizio" ha privilegiato l'immagine di Sant'Ambrogio ed ha proceduto col creare due fori diametrali rispetto al busto del Santo. L'idea poteva essere quella di fissare la moneta, in bello modo, così che il suo elaborato fosse simmetrico e restasse ben diritta. Forse voleva inchiodarla ad una trave o una mensola di casa per buon auspicio? Il primo, alla sua sinistra, fatto all'interno del cerchio di perline, ha tenuto; il secondo, fatto invece all'esterno, non solo non ha tenuto, ma si è portato via parte del bordo ..... per portare a termine il suo lavoro, ha quindi dovuto effettuare un terzo buco, perdendoci la simmetria, ma raggiungendo comunque il risultato. Lasciando da parte la fantasia, non sarebbe nemmeno da escludere che i buchi originali fossero quadrangolari (quindi dell'epoca), solo successivamente utilizzati, sforzandoli, dandogli una sezione circolare ... ma nemmeno tanto ... guarda il buco fatto sullo staffile di Sant'Ambrogio, non si può certo dire che è rotondo .... Adesso lascio fantasticare un po' voi. :pardon: saluti luciano
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  45. Stramipiace per @@taglialuca ! Ormai tanta gente ha preso le distanze..in tante sezioni, dove abbonda gente che ...come me non ne sa nulla, ma che a differenza di me, apre la bocca... sbagliare di due gradi di conservazione, non percepire il lustro, non è opinione, è ignoranza, scusate eh, uno che vede una moneta che riluce e vede i dettagli che non gli sembrano confacenti chiede altre foto e capisco, ma dare a una moneta piena di lustro BB vuol dire non avere proprio le basi...tutto ciò perché benché siamo in un forum, e ognuno dice la propria, bisognerebbe sempre tenere a conto che si giudica una moneta, che spesso è il risultato dè sacrifici di chi c è dietro, per il rispetto alla persona quindi, bisognerebbe parlare a ragion veduta o tacere, evito di commentare chi ha detto "la più brutta mai vista" perché se dovessi commentare dovrei dire "la cantonata più grande della storia". Torno a leggervi e a non scrivere ne a pubblicare, a differenza di come facevo tempo fa.
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  46. La moneta è abbondantemente oltre lo SPL. Ha una patina eccezionale e soprattutto GENUINA: Non ha segni di circolazione e non ci sono buchini e/o puntini vari. Penso che in diversi siano stati tratti in inganno dalla patina. Secondo me potrebbe essere stata chiusa qFDC o simile. Vediamo quando ci dirà il suo proprietario come è stata periziata.
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  47. Ciao, l'opera nel quale è contenuto il capitolo degli appiccagnoli è composta da 2 volumi di circa 450 pagine caduno. Se non erro hanno un costo complessivo di 240 euro, come da copertina. Da questo prezzo c'è uno sconto ovviamente. Per chiunque fosse interessato posso comunicare l'indirizzo e-mail dell'autore, è una persona molto disponibile.
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