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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/15/16 in tutte le aree

  1. Sesterzi di Traiano e di Adriano in ogni asta ne trovi almeno una decina, concordo con @Cliff che il suo prezzo corretto potrebbe essere di 500 euro ma personalmente un sesterzio così, se autentico, non lo avrei pagato più di 300 - 400 euro. Ritornando al tema principale, che non è il prezzo, spesse volte ci siamo trovati in difficoltà a giudicare da una foto ed abbiamo consigliato il possessore di rivolgersi ad una perito, in questo caso c'è la perizia di un perito che non è un vattelapesca qualsiasi e si mette in dubbio la perizia, ed allora .....!!!! come la mettiamo? ricordo che il sesterzio era stato commentato solo in maniera dettagliata da @gionnysicily evidenziando dei punti dubbi che si stanno rivelando veritieri, personalmente anche io assieme a @Emilio Siculo avevo espresso delle perplessità sul bordo e sui piani ed onestamente per i bordi ed i buchi ad ore 9, sempre del bordo, non l ' avrei comprato ma le successive foto della Moneta, ma non dei bordi che mi sembravano manipolati, mi avevano fatto rivedere parzialmente la mia opinione ed ho preferito non intervenire più, in conclusione personalmente penso che questa era una Moneta di difficile lettura dalla foto, qualcuno ha visto giusto e qualcun altro no, sbagliare è umano e senza voler prendere le parti di nessuno mi sembra un po' esagerato che adesso si contesti il giudizio di Moruzzi che ci tengo a precisare conosco solo di vista e non personalmente
    4 punti
  2. Una bella sorpresa, quando nel 2011 in una discussione analoga, postai questo scodellato non era ancora uscito il primo volume del Crippa, pertanto era semplicemente una variante ora la gioia di un R4 mi fa immenso piacere. Premetto che dove sono in vacanza non ho tutti i sacri testi e non posso essere preciso nella esposizione.
    2 punti
  3. Appena letto..mi complimento con gli autori per l'ottimo lavoro....interessante anche la notizia della circolazione dei gigliati a roma ai tempi di Roberto d'Angiò. .saluti eliodoro
    2 punti
  4. enrico,credo che questo appena scritto,sia il nocciolo della questione,comunque l'importante,e' partecipare scrivendo(chi se la sente,magari con argomentazioni piu' o meno evolute) alla crescita della discussione,sia sbagliando che non,ne giova il forum,ci si confronta,si impara e si ricorda che nessuno e' perfetto.
    2 punti
  5. Ciao, purtroppo non sono del tutto d'accordo. Credo che ci siano monete che urlano la loro autenticità. Come il Lucio Vero postato in questa discussione non ricordo da quale utente. Questo tipo di monete, con evidenti segni di coniatura e segni dell'età. Se non si può visionare dal vivo bisogna essere molto selettivi. Non credo che le monete di scarsa importanza purtroppo siano meno falsificate, né che comprare da case d'asta di buon livello azzeri le probabilità di imbattersi nei falsi. Quindi studiare, studiare, e non avere fretta... ES
    2 punti
  6. Ogni tanto, come ad esempio nella discussione dedicata al didramma etrusco di Prestino, si parla del famoso “denario di Monte Adranone” quale uno dei maggiori esempi di rinvenimento di un denario romano anonimo in un contesto risalente alla metà del III secolo a.C. e quindi in epoca precedente alla “Middle theory”. Mi sono quindi deciso a raccogliere la bibliografia sugli scavi archeologici condotti specialmente da Graziella Fiorentini sul Monte Adranone, anche per meglio capire il contesto nel quale è stato poi rinvenuto il denario romano e la situazione dei rinvenimenti numismatici in quel sito. Ho reperito su internet anche alcune foto e immagini per meglio capire il sito. A rigore questa discussione dovrebbe stare nella sezione romano-repubblicana, ma essa appare molto “trafficata” e mi sembra più giusto inserirla in questa sezione, in compagnia alla discussione sul didramma etrusco di Prestino. Storia e topografia di Monte Adranone Il centro antico di Monte Adranone sorgeva a oltre 900 m. sul l.m., a circa 7 km settentrione del moderno abitato di Sambuca di Sicilia, nella Valle del Belice, al confine tra il territorio provinciale di Trapani e di Palermo. 1 2 Insediamento indigeno occupato dai Greci nel VI sec. a.C., fu indubbiamente colonia selinuntina: la sua storia si svolse nel particolare contesto derivante dal contatto tra l'area sicana ellenizzata e l'area elimo-punica, con una decisa preminenza della componente punica (riconoscibile soprattutto nelle aree sacre e nel rinnovato impianto urbano e delle opere di difesa) a partire dagli inizi del IV sec., a seguito del consolidarsi del predominio cartaginese nella Sicilia occidentale dalla caduta di Selinunte alla morte di Dionisio I. Circa l'identificazione del sito, si è fondatamente propensi a riconoscervi l'Adranon citata da Diodoro (XXIII.4.2.) in relazione a vicende della prima guerra punica. Se il citato passo di Diodoro, riferito al 262 a.C., fa cenno a un infruttuoso assedio da parte dei Romani dei due centri di Adranon e di Makella, sappiamo d'altra parte che, dopo l'occupazione romana di Segesta spontaneamente arresasi, quasi tutte le città della Sicilia centro-occidentale furono sottomesse e nel 260 anche la dura resistenza di Makella venne battuta (Pol., 1, 39). È assai probabile che nello stesso anno anche Adranon venisse presa e distrutta. In ogni caso è da ritenere che la città non abbia potuto sostenere la resistenza dopo la caduta di Selinunte, nella cui sfera territoriale ebbe tradizionalmente a gravitare e a seguirne le sorti. Tale identificazione sembra oggi prendere sostegno dai dati archeologici emersi dagli scavi sistematici. Le ricerche, infatti, hanno sinora univocamente dimostrato una generale e violenta distruzione della città intorno al 250 a.C., pur con sporadiche presenze - forse guarnigioni romane di controllo - anche nel corso della 2a guerra punica. I primi scavi regolari risalgono al 1968 e da allora annuali campagne sistematicamente hanno portato alla luce la necropoli, la poderosa cinta muraria e vasti settori della città e dell'area suburbana, anche se gran parte di essa resta ancora inesplorata. La città sorgeva su un terrazzo ondulato dalla configurazione grossolanamente triangolare culminante a NE con l'area sacra dell'acropoli, protetta alle spalle dal ripido costone roccioso, e digradava a terrazzi verso SO in direzione della profonda insellatura che distingue le due colline su cui si sviluppa l'intero abitato e che forse coincideva con un asse stradale fondamentale della città stessa. Il perimetro della città, di circa 5 km, è, per un tratto del lato orientale, definito dallo strapiombo roccioso, mentre per il resto è costituito da un'imponente cinta muraria costruita in blocchi di pietra marnosa locale e conservata in alcuni tratti per 6 m di altezza. L'impianto originario delle fortificazioni si pone verso la fine del VI sec. a.C., con l'aggiunta di torrioni e contrafforti in relazione alla ricostruzione punica della città nel IV sec. a.C. Agli inizî del III sec. è da riportare invece un ulteriore rafforzamento del sistema difensivo con la costruzione di un propugnacolo avanzato a protezione dell'ingresso meridionale della città, che dovette servire all'estrema difesa della città stessa nel corso della prima guerra punica. Un altro accesso è stato individuato sul lato N. 3 Segue ora una succinta descrizione delle principali strutture rinvenute. La necropoli sud La necropoli della città si estendeva in un'area, relativamente limitata, a S e a SO della città, con uno sviluppo che si è rivelato più che in estensione, in stratificazioni sovrapposte con frequente riuso e riadattamento delle tombe più antiche. Di tale necropoli, nei due ampî settori messi in luce, gli scavi hanno rilevato l'esistenza di tombe tipologicamente e cronologicamente distinguibili in tombe a camera ipogea (per la maggior parte riferibile al VI-V sec. a.C.), tombe a cassa con pareti costruite in blocchetti di marna, e infine semplici sepolture terragne, spesso stratigraficamente sovrapposte alle tombe più antiche (databili nel IV e nella prima metà del III sec. a.C.). Tra le tombe a camera si distingue la tomba monumentale - già nota alla fine del secolo scorso e localmente detta Tomba della Regina - risalente al VI-V sec. a.C.: di grande rilievo dal punto di vista struttivo, essa è certamente tra le più interessanti tombe a camera della Sicilia. 4 È costruita in conci squadrati di tufo che definiscono una camera ipogea (2,20 x 1,50 m) con copertura a falsa volta e apertura preceduta da un breve dròmos con accesso a pozzetto. Di particolare rilievo è anche la grande tomba ipogea (T3), a pianta rettangolare (3 x 2,30 m; alt. 1,50 m) con pareti in conci di tufo intonacati, doppia camera sepolcrale, ciascuna con ingresso a S: anche questa tomba era preceduta da un breve dròmos con accesso a pozzetto. All'interno si rinvennero due vasi cinerari, uno dei quali è la splendida hydrìa attica a figure rosse, con scena nuziale di significato funerario, esposta al Museo Archeologico di Agrigento insieme al resto del corredo, in cui fanno spicco la padella bronzea con manico configurato a kouros e la brocchetta in bronzo di produzione etrusca. Le campagne di scavo del 1985-1988 hanno ulteriormente arricchito le conoscenze sulla necropoli di M. A. rivelando un'articolata sequenza di sepolture, sia a cameretta ipogea che a cassa in pietrame con e senza sarcofagi litici o fittili e, soprattutto, una particolare ricchezza di corredi costituiti da significativi esemplari di ceramica attica, da vasi di produzione indigena e da suppellettili di bronzo. (Continua)
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  7. @Reficul una piccola differenza che ho notato è che non è più possibile vedere chi ha lasciato i "mi piace" ai messaggi nelle discussioni. Te lo segnalo, nel caso fosse sfuggito. Grazie, Matteo.
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  8. Aiuto! Non me ne intendo di monete ma anni fa mi è stata regalata questa moneta dicendomi che era di gran valore. qualcuno la riconosce?
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  9. Ciao Enrico, non intendevo questo ma prendo altamente in considerazione il giudizio di un esperto, riconosciuto di ottimo livello per le antiche, che ha la possibilità di avere la moneta in mano e di guardarla con il microscopio, anche io avevo espresso dei dubbi per il bordo ( sarei curioso di sapere da Quadriga se Moruzzi ha evidenziato anche questo ) ma le foto personalmente non mi facevano sentire sereno nel giudicarla, qualcuno invece lo ha fatto nel bene e nel male e bisogna dire che da parte di tutti c'è stata molta collaborazione e disponibilità facendo proseguire la discussione con correttezza e civiltà. Saluti Babelone
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  10. Buonasera a tutti, la discussione nelle ultime battute mi ha stimolato non poco così ieri pomeriggio sono andato a Genova da Giglione per visionare un po' di lotti invenduti nell'ultima asta numismatica e mi sono regalato due lotti multipli composti da 5 denari e una medaglia. Quando rientrero' a casa sarà mia cura tentare una corretta classificazione, fotografarli e postarli. Vi anticipo che sono tutti diversi...quindi ci sarà da divertirsi. Buona serata
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  11. Concordo con Silvio, grande rispetto per il perito che è tra l'altro l'unico ad aver visto la moneta in mano e quindi il suo parere è sicuramente il piu' autorevole in questo caso, per cui va tenuto in grande considerazione. Ma rimane comunque un opinione, fra l'altro mi è già capitato di vedere perizie sulle quali non ero per nulla d'accordo, in un senso o nell'altro, non necessariamente di questo perito, peraltro molto esperto sulle antiche. Perchè rimangono comunque opinioni, soprattutto in determinati casi da "zona grigia" ( e magari questo non lo è affatto con la moneta in mano, possibilissimo) quando non accompagnate da analisi di laboratorio che possano aggiungere ulteriori prove in un senso o in un altro.
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  12. Poi in sostanza, una moneta deve piacere e non far vivere con il dubbio, che sia originale o non. Skuby
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  13. Ciao Come già detto e non solo da me tutti possono sbagliare, io per primo, non metto in dubbio l’esperienza di Moruzzi ci mancherebbe, ma dopo trent’anni che seguo monete una mia idea me la sono fatta, e non d’ho per scontato il parere di nessuno, in nessun campo nemmeno in quello lavorativo, l’ho imparato purtroppo a mie spese, poi mi dici che i motivi della sua decisione sono gli stessi che si riscontrano su di un esemplare bulinato come si è detto in precedenza, che ha modificato molto l’originale. Per esempio poco fa tempo in una fiera, un negoziante si arrabbiò perché misi in dubbio un tetra alessandrino di Tiberio con 5 grammi di peso in meno, insistendo sulla sua autenticità. Non dico di avere ragione ci mancherebbe, ma non d’ho per scontato il parere di nessuno, su monete di duemila anni con coni incisi a mano e battuti a martello, non stiamo parlando di monete fatte con torni su cui si può parlare di ripetibilità della stessa. Silvio
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  14. Avete ragione. Sto provando ad allegare la foto ma è sempre troppo pesante!
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  15. A meno che non ci sia qualche mago Merlino nel forum non credo che qualcuno possa aiutarti senza foto.
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  16. Mario ma sai che stavo proprio pensando all'associazione dell'ultimo tipo col c.d. vittorino? Ma mi hai preceduto... Vado a memoria: se non sbaglio in Bazzini-Ottenio viene ipotizzata per il vittorino una zecca a nord del Po'. Quindi potrebbe (condizionale d'obbligo) essere una coniazione milanese...
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  17. Si ma questo esemplare di cui si stava discutendo pur avendo un buon rilievo (parlo indipendentemente dal problema autenticità) rimane pur sempre un sesterzio in media/buona conservazione, con un rovescio piuttosto comune. Qualche graffio al rovescio, qualche buchetto, parti sommitali che evidenziano usura, patina non completa, sbeccature ai bordi. Un buon BB+ insomma, non certo altissima conservazione.
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  18. Altra domanda che potremmo porci è perché una volta riaperta la zecca di Milano intorno al 1170 la stessa conia terzoli e oboli e non imperiali. Potrebbe essere perché il terzolo è ritenuta moneta sua di Milano e l'imperiale invece invenzione e idea dell'acerrimo nemico Barbarossa ? Certamente ci fu poi la pace e la restituzione delle regalie a Milano nel 1185, a quel punto l'imperiale poteva ripartire, diverso ma ripartiva.... Spunti, riflessioni...
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  19. Recentemente mi sono recato alla Basilica di San Paolo che si trova a venti minuti di metro da dove abito , ci vengo volentieri due tre volte l’ anno per diversi motivi , tra cui interessi non professionali di storia e archeologia ; e’ la seconda Basilica romana dopo San Pietro ma e’ piu’ appartata essendo piu’ periferica rispetto a quella del Vaticano , normalmente e’ sempre affollata di turisti che comunque si disperdono nell’immensita’ della Basilica che fa si che la gente che e’ all’ interno abbia la sensazione di essere sola , con il vantaggio che la si puo’ visitare con grande tranquillita’ tranne che in particolari giorni quando i visitatori sono veramente numerosi . L’ interno e’ stupendo e in classico stile romanico , con tre navate . Come dicevo , a causa degli interessi storici archeologici entro spesso anche nel Chiostro , sede del piccolo ma prezioso Museo ; purtroppo da pochi anni l’ ingresso e’ a pagamento , ma la cifra e’ contenuta anche se ultimamente ha subito un lieve ritocco al rialzo ; all’ interno e’ presente una ricca e ben disposta collezione di reperti archeologici , in particolare Lapidi , Are , Pannelli e Sarcofagi , tutti a motivo funebre , perche’ tutta la zona dove sorge la Basilica , in epoca romana era un immenso cimitero pagano e poi cristiano , successivamente anche medievale ; all’ interno , dentro una grande sala , e’ presente anche una Pinacoteca con quadri del XV e XVI secolo di scuola umbra e toscana e in belle e spaziose teche a vetrata spiccano ricchi oggetti ecclesiastici in oro e argento , non mancano diverse monete romane ben esposte su alte basi singole in plexiglass trasparente che partono dalla Repubblica passando per l’ Impero fino al Medioevo , monete trovate in occasioni di scavi archeologici dentro e fuori della Basilica , seguono stupendi paramenti sacri e vari documenti storici manoscritti su pergamena , ritagli di giornali d’ epoca , foto . Nel lungo corridoio che porta all’ uscita sono presenti vetrine a muro con antichi frammenti architettonici di epoca romana e ceramiche , medaglie pontificie in bronzo , argento ed oro e monete di tutte le epoche antiche , dalle romane alle varie zecche dei Comuni italiani . Fatta questa premessa vengo a parlare dell’ argomento del post . L’ Ara funebre militare in questione e’ una semplice e breve testimonianza di una Vita vissuta che ci giunge dal lontano passato , un estratto su pietra dell’ attivita’ svolta da un semplice soldato e testimoniante dell’ affetto dei suoi liberti , in particolare di uno chiamato Naredinus , che grati per essere stati dal loro patrono affrancati dalla schiavitu’ e resi quindi liberi , vollero dedicargli alla sua morte , quest’Ara . Le dimensioni dell’ Ara sono circa un metro di altezza , circa 60 centimetri di larghezza e 50 centimetri di profondita’ , sopra doveva esserci un coperchio con probabilmente l’ immagine del defunto , forse armato essendo stato in vita un soldato ; e’ una delle tante presenti nel cortile interno del Chiostro che mi accingo a descrivere , l’ avevo gia’ notata da tempo e dato che nomina una famosa Legione romana , credo sia interessante descriverla , quindi ecco la foto , la dedica in Latino riportata nello stesso ordine di scrittura e la trascrizione scusandomi se potra’ essere imperfetta , nel caso attendo correzioni . Nei lati laterali dell’ Ara ci sono i simboli delle offerte , a destra una Patera e a sinistra un Vaso , questa la dedica ben leggibile anche in foto : DIS.MANIBUS T. TERENTIO .TITULLO >LEG.XXII.PIAE. FIDELIS MILITAVIT.ANN.XXXI VIXIT.ANN.LIII.DIEB(S).XXVIII TERENTIUS. NAREDYMUS TERENTIA. SYNTYCHE TERENTIUS. PRISCUS TERENTIUS. EPAPHRA TERENTIUS. CANDIDUS TERENTIUS. LASCIVOS TERENTIUS. EPAPHRODITUS.LIB PATRONO. BENE.MEREN. FECERUNT NAREDIMUS. DESUO. QUOD. POTUIT FECIT Che tradotta reciterebbe cosi : AGLI DEI MANI T(ITO) TERENZIO TITULLO MILITAI NELLA LEGIONE XXII (PRIMIGENIA) DEVOTA E FEDELE FECI IL SOLDATO PER 31 ANNI VISSI 53 ANNI E 28 GIORNI TERENZIO NAREDIMO TERENZIA SINTICHE TERENZIO EPAFRA TERENZIO CONDITO TERENZIO LASCIVOS TERENZIO EPAFRODITO – LIBERTI (SCHIAVI LIBERATI) AL LORO PROTETTORE PER RICONOSCENZA FECERO QUESTA ARA NAREDIMO FECE A SUE SPESE QUELLO CHE POTE’ Da questa dedica fatta dal liberto Naredimo anche a nome degli altri liberti in elenco , di Terenzio Titullo , si deduce che probabilmente gli altri nominati liberti erano nulla tenenti oppure gia morti , ma che Naredimo in coscienza e bonta’ si senti di ricordare nella lapide come cobeneficiari della magnanimita’ del loro patrono Terenzio che li rese liberi cittadini , infatti Naredimo conclude la dedica dicendo che fece costruire questa Ara a sole proprie spese secondo le sue possibilita’ economiche ed essendo l’ Ara tutta in marmo , non piccola e con bella dedica , non dovette costargli poco per essere un liberto . Per quanto riguarda invece Tito Terentio Titullo sappiamo in base al gentilizio che fu un legionario italico , forse originario del Piceno dove e’ attestato il gentilizio Terenzio , della Legione XXII (Primigenia) P.F. , che vi milito’ per ben 31 anni e nella quale fu arruolato a 22 anni , infatti mori’ a 53 anni e 28 giorni nello stesso mese in cui compi’ il compleanno , ma non sappiamo se la morte fu per motivi di guerra oppure subito dopo per altri motivi , dopo aver ricevuto la “honesta missio” , ottenuta dopo il congedo per anzianita’ . L’ Ara , in base all’ appellativo di Pia Fidelis dato alla Legione XXII e alla scritta completa “DIS MANIBUS” , dovebbe risalire proprio alla fine del I secolo , epoca di Domiziano , oppure ai primissimi anni del II secolo , quando la scritta dedicatoria agli dei mani inizio’ a ridursi alle sole sigle D.M. La Legione XXII Primigenia , cosi’ chiamata perche’ dedicata alla Fortuna Primigenia , fu aggiunta a quelle gia’ esistenti dall’imperatore Caligola nel 39 d.C. per la campagna contro la popolazione germanica dei Catti , era di stanza nella Germania Superiore a Mogontiacum (Magonza) , sul limes del Reno , come risulta anche da numerose iscrizioni ad essa pertinenti rinvenute nella regione in cui risiedette . Sotto Domiziano , la Legione acquisisce gli appellativi di Pia Fidelis (Domitiana) per non aver partecipato alla rivolta batava nell’ 89 , indetta dall’ usurpatore Lucio Antonio Saturnino ; successivamente rimarra’ con il solo epiteto di Pia Fidelis fino ai tempi posteriori a Domiziano , quando inizia ad acquisire i numeri che determinarono quante volte fu Pia e Fedele verso i successivi Imperatori , pero’ non vengono mai citati per scritto i numeri ; solo sotto Gallieno compaiono per scritto i numeri di VI e VII volte quando la Legione gli rimase fedele contro Postumo ; da cio’ si deduce che precedentemente la Legione aveva ricevuto II , III , IV e V volte questi riconoscimenti di lealta’ da diversi Imperatori prima di Gallieno . Questa Legione aveva come simbolo il Capricorno e raramente Ercole ; scompare dall’ elenco delle Legioni nell’ eta’ di Costantino o alcuni anni dopo , forse distrutta in battaglia o sciolta posteriormente per l’ appoggio militare dato a Massenzio nel corso della guerra .
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  20. buongiorno, direi che è svizzera. vedi link
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  21. Sicuramente Milano annovera più appassionati del periodo dai Visconti in poi che del periodo precedente. Ma pensiamo, ad esempio, ad una piccola raccolta di terzoli, imperiali piani e non...sicuramente con un budget limitato ci si diverte! Però molti sono attirati da monete più "corpose" e quindi il mercato riflette logicamente la domanda. Sicuramente Milano annovara più appassionati del periodo dai Visconti in poi che del periodo precedente. Ma pensiamo, ad esempio, ad una piccola raccolta di terzoli, imperiali piani e non...sicuramente con un budget limitato ci si diverte! Però molti sono attirati da monete più "corpose" e quindi il mercato riflette logicamente la domanda.
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  22. Oramai agli stati emittenti,a mio parere, interessa poco cosa viene rappresentato sulle monete commemorative. E' diventato un bussines e basta. Si coniano monete, tanto i collezionisti le comprano. Si fanno pagare un botto, tanto belle o brutte i collezionisti le comprano. Io ho detto basta. Dal 2013 non acquisto più commemorative. Non acquisto più nè repubblica nè Vaticano. Oramai per stare al passo con le emissioni ci vuole un superenalotto. Il collezionismo dovrebbe essere un piacere, non un salasso. Finchè si spendevano 3,5 € e le monete erano una decina, ci poteva anche stare; ma adesso hanno superato il limite sia di prezzo che come numero di monete emesse per singolo stato.
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  23. C'è anche da dire che queste monete fino a qualche anno fa raramente comparivano nei cataloghi d'asta con immagini, credo sottovalutate e forse considerate ripetitive per il puro collezionista, ora anche grazie ai contributi e gli studi più recenti sono comparse in qualche asta e in particolare il Tipo 1 Nosedo, essendo tra l'altro spesso in buone se non ottime conservazioni, ha raggiunto cifre di tutto rispetto sul mercato.
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  24. Quadriga, ma non ce l'hai un microscopio? Tra l'altro lo consiglio a tutti, anche uno digitale da poche decine di Euro con immagini visibili su schermo del pc. Vedresti molti dettagli utili e se le presunte cuprite e malachite sono davvero tali.
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  25. Puoi ripostare le ultime immagini @quadriga ? Altrimenti tutta la discussione perde di significato. Ricordo inoltre che anche i periti sono uomini e che il dono dell'infallibilità ce l'ha per dogma solo il Papa. Per cui bisogna comunque procedere con cautela, in quanto rimangono delle opinioni, pur autorevoli.
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  26. davvero curioso ed interessante...fosse stata una moneta savoia avrebbe avuto la fila di offerenti...complimenti per la monetina :)
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  27. Numismaticamente non valgono nulla. Sono una "curiosità" numismatica fatta da un privato.Le monete per avere un valore Numismatico devono essere state coniate dalle zecche riconosciute e non devono avere alterazioni,perche anche se autentiche perdono di valore. Per collezionismo personale tutto può essere buono anche un bottone di 200 anni fa ricamato poi nel 2016 ma se le prendi come "Numismatica" non hanno valore. Con 69 euro potresti prendere in qualche asta di casa Numismatica nota delle belle monete....... un 5 Lire 1848 Governo Provvisorio di Lombardia argento gr.25,0....quelle delle famose 5 giornate di Milano.....Oppure uno o due 120 Grana (argento da gr.27) del Regno delle Due Sicilie...... in Oro devi aggiungerci almeno altri 100 euro e poco più per avere un bel 20 lire Vittorio Emanuele II "Il Padre della Patria". Forse per te avranno meno fascino ma numismaticamente parlando Sono la Numismatica. Il cofanetto è una latta lucente abbaglia ma non vale,per la Numismatica.
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  28. Io ho fumato per sedici anni circa 20 sigarette al giorno, negli ultimi 5/6 anni fumavo sigarette rullate a mano, molto più forti di quelle preconfezionate. Alla fine mi ero stancato di tosse, catarro, fiatone per una rampa di scale, vestiti puzzolenti, ecc, e ho provato la sigaretta elettronica. Ora sono quasi due anni che fumo solo quella, e solo l'odore delle sigarette "analogiche" mi disgusta. Certo non posso dire di essermi liberato dalla dipendenza da nicotina, ma di tutti gli altri svantaggi del fumo sì. E, fino a prova contraria, quello che uccide nelle sigarette sono le sostanze che si sviluppano con la combustione, non la nicotina.
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  29. @quadriga Ciao, "Certo che se questa moneta e' falsa.......smetto definitivamente di acquistare Romane" Personalmente non sono d'accordo, per due motivi.........Uno , che ho usato il condizionale "potrebbe" (che uso poco nei miei interventi) proprio perché non ho la moneta in vivo e che umanamente la mia opinione potrebbe essere errata (?) . Secondo , che se la moneta e falsa ,non ti dovresti demoralizzare perché come vedi altri utenti "autorevoli" hanno opinioni diverse da me , cioè a dire che magari avranno visto meno di quello che io ho visto. La discussione e aperta . @mazzarello silvio ciao, come costruivano i tondellii, non c'ero io e non c'eri tu , il quanto potrebbe essere indifferente poiché non è in discussione come costruivano i tondelli ma se il sesterzio di Traiano è una fusione o coniato . Secondo me ( per vari fattori ) è una fusione .Il dettaglio sul dritto n° 1 lo trovo logico solo se a cera persa , perché se come tu dici che sia nato prima di essere coniato , non lo trovo logico perché alla battitura non si sia appiattito. I due sesterzi che hai postato , ho la mia opinione........ il Traiano non lo comprerei mai per come si presenta in foto. Diversamente il sesterzio di Lucio Vero ,lo ritengo super genuino e lo comprerei. Punti di vista rispettabili. L'importante non allarmare chi come quadriga che a voglia di raccogliere determinate monete . Anzi queste discussioni , danno informazioni negative e positive tali da fare un ottimo bagaglio a chi non c'è l'ha. Magari posto la foto ingrandita e osservandola verrebbero fuori altre opinioni di altri utenti.
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  30. Abbiate clemenza delle monete , sopratutto quando non si conoscono . La prima moneta postata è buona , lo è sempre stata e sempre rimarrà . Mi dispiace tuttavia constatare e questa è già la terza volta , da quando ebbi l'idea di iscrivermi , che c'è la tendenza di scrivere opinioni , senza prendersene la responsabilità . Signori , ricordatevi che ci sono persone che impegnano i loro denari , padri di famiglia , lavoratori , ragazzi , e sinceramente , ponendomi nei loro panni , rimarrei davvero male . C'è gente che fa dei piccoli sacrifici e , anche non conoscendo appieno una moneta , gode nel possederla , perché è così che è il collezionista ;) . Sentirsi dunque dire che " è un falso" , su monete a tre zeri , scoccia e sopratutto fa rimanere male . Infine , le monete non si paragonano , sarebbe come dire che , fra 50 ciambelle , se trovo quella che ha il buco storto allora non è una ciambella :) Detto questo , siate umili , ma l'umiltà è un po come l'onestà per Giovenale ....lodata da tutti , ma muore di freddo . Buona giornata , perlomeno spero per il proprietario .
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  31. Ho letto con interesse tutti i post, e l'enfasi che mette la dott.ssa Paola è qualcosa di fantastico. Fossero tutti così. :angel: :angel: . Sparo un'ipotesi: se invece di 85 fosse 35? Cioè un tre scritto male? Ci sono monete, del periodo, che potrebbero rientrare in questo diametro?
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  32. Belli .. Per i primi due direi di si .. Sul terzo ahimè la certezza non la si può avere
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  33. Santuario delle divinità ctonie Salendo da Sud, dopo le necropoli, c’è un’area che fu occupata da capanne a pianta curvilinea, di cui restano avanzi affioranti nei livelli più tardi, e dove sorse già nel V sec. a.C. un quartiere extraurbano di abitazioni orientate E-O, quartiere che agli inizî del IV sec. si accrebbe e si potenziò con la costruzione di un sacello e di un complesso di ambienti di servizio a esso pertinenti. Intorno alla metà del IV sec. la zona subì una radicale trasformazione con la costruzione di un imponente edificio relativo a un complesso artigianale a pianta rettangolare, con grande cortile al centro, che si sovrappone alle abitazioni del V-IV sec., rispettando tuttavia l'area del santuario. Quest'ultimo è delimitato da un témenos di forma trapezoidale che circoscrive l'area di pertinenza di un sacello rettangolare bipartito con ingresso sul lato lungo. 5a Sia all'interno del sacello che tra l'acciottolato del témenos si sono rinvenute numerose deposizioni votive e alcune favisse. Tra le ultime deposizioni collocate sulla panchina interna, è una notevole testa di Demetra con pòlos, in pietra tenera, opera locale che ibridamente interpreta modelli greci e punico-ellenistici. 5b Da una favissa terragna nell'area del témenos provengono invece numerose terrecotte votive, tra cui busti di divinità dal volto giovanile attribuiti a Persefone. Si è pertanto riconosciuto in questo sacello extraurbano un santuario dedicato al duplice culto di Demetra e di Persefone, con le relative implicazioni connesse alla fecondità (della terra e della famiglia) da un lato e all'oltretomba e al culto dei morti dall'altro: culti cui ben rispondeva, del resto, la stessa ubicazione del santuario extraurbano, in area prospiciente la piana a fondo valle ma anche nelle immediate vicinanze della necropoli. La "fattoria" A sud del summenzionato Santuario, quasi attaccata si estende la c.d. fattoria (metà del IV sec. a.C.), che è un grandioso edificio a pianta rettangolare (m 57,50 NE-SW x 38,50 NW-SE), con un vasto cortile al centro, intorno al quale si dispone regolarmente, sulle quattro ali dell'edificio, la serie di circa trenta ambienti principali, molti dei quali con ripartizioni interne. Il cortile era originariamente pavimentato con lastre di pietra locale (alcune ancora in situ), sotto il cui livello affiorano in vari punti i resti delle strutture precedenti, e alcuni ambienti di case del V sec. a.C., nel tratto centrale e NE del medesimo. 6 7 A sud si nota un vano (XXII) adibito a frantoio, essendo presente una macina con il torchio fornito di colatoio a beccuccio da cui il liquido spremuto si versava in un pithos interrato, tuttora in posto. 8 Alcune caratteristiche struttive degli ambienti della "fattoria" e la natura dei reperti rinvenuti sui livelli di uso, hanno portato ad interpretare questo interessante edificio come un complesso organico destinato ad attività agricolo-artigianali, che tuttavia comprende anche un settore riservato a pratiche cultuali di quotidiana religiosità privata (ala NE, vani con altari e louteria). Il santuario punico (Terrazzo II) Salendo verso l’acropoli, a nord, si incontra un primo terrazzamento (terrazzo II) con un complesso monumentale, caratterizzato dalla presenza di un santuario punico, riconoscibile nel grande edificio a pianta rettangolare (21 x 8 m), orientato con gli angoli da NE a SO e impostato su un taglio seminterrato nel banco marnoso. Si compone di due vani: un ambiente coperto a NE, caratterizzato da vaschette rituali intercomunicanti e un ampio recinto ipetrale a SO con due betili accostati alla parete lunga di fronte agli ingressi. Nel vano 2 (quello più grande e a sinistra, indicato dalla mia freccia rossa), tutto il piano del pavimento appariva, al momento dello scavo, coperto da uno stesso strato di uso con bruciato e ossi animali. In questo strato si sono raccolte circa duecento monete, in massima parte di tipo siculo-punico (vedasi più avanti) 9 Alle spalle dell'edificio, scavata nella marna, si trova una grandiosa cisterna rettangolare, con fila di pilastri lungo l'asse maggiore (14,6 x 6,50 m); essa doveva servire contemporaneamente alle esigenze rituali del santuario e come riserva idrica dell'abitato. 10 (Continua)
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