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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/24/16 in tutte le aree
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non sono " pessimistiche considerazioni" sono solo la descrizione dello stato attuale della questione, facilmente aggirabile postando una bella foto in HD della sua moneta...non mi pare una pretesa estrema ,né una soverchia difficoltà... Dalla descrizione che ne ha fatto( e sottolineo che abbiamo SOLO quella), emerge almeno una caratteristica non particolarmente congrua con l'aspetto usuale dei pezzi autentici visti finora, ovvero la biconvessità. Quindi, almeno fino a che non avremo la possibilità, e il piacere vista la tipologia, di vedere la foto della sua moneta, la prudenza vuole che ci si adegui a quelli che sono i dati in nostro possesso. Nessuno ha pregiudiziali nei confronti della sua moneta, abbiamo solo tenuto conto di quella che è la sua descrizione e dello stato oggettivo della diffusione dei falsi per la tipologia.3 punti
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Vorrei trattare un particolare tema antico , che e’ attuale anche ai nostri giorni , problematico per diversi motivi e purtroppo simile al nostro a distanza di due millenni , quello dello smaltimento dei rifiuti ; dalle cronache della TV e dei giornali sappiamo che diverse citta’ italiane moderne soffrono di sporcizia nelle strade e dei problemi di smaltimento ad essa collegati . Il post si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti nel mondo antico , problema antico come il mondo , in particolare di una grande citta’ quale era Roma imperiale , la piu’ popolosa e multietnica dell’ antichita’ ; il problema dei rifiuti ha da sempre ha creato disagi , vuoi per l’ incivilta’ di alcuni cittadini che nonostante il trascorrere dei secoli sembra che questo mal costume abbia subito pochi miglioramenti , vuoi anche per problemi prettamente tecnici e logistici . Prima di proseguire nella ricerca dobbiamo fare una premessa , i rifiuti moderni sono ben diversi da quelli antichi , il concetto di base pero’ non cambia ; al tempo di Roma antica non esisteva la plastica , i prodotti derivati dalla chimica ed altri scarti dell’ industria moderna ; quindi quello che gli antichi gettavano via era costituito essenzialmente da scarti alimentari di tutti generi , seguiti da indumenti laceri , ceramiche rotte , oggetti vari di uso domestico e comune , ed …....escrementi della notte , come il poeta Giovenale nella sua opera “Satire” ci racconta piu’ avanti . Lo smaltimento dei rifiuti nell' antica Roma durante l’ epoca repubblicana non offre spunto a particolari riflessioni , le notizie a riguardo sono quasi nulle , esistevano gia’ le cloache ma il loro scopo principale era fognario e di prosciugamento dei molti acquitrini che esistevano nella Roma arcaica , solo al tempo di Giulio Cesare ci giunge una notizia nell' editto di Eraclea nel quale aveva bandito una gara d' appalto pubblico per la pulizia delle strade dividendo le spese a metà tra l’ amministrazione pubblica e i padroni delle case , cosa che doveva gia’ esistere nella Roma del suo tempo . In questa epoca repubblicana ed anche imperiale si puo’ solo intuire che i rifiuti alimentari si adoperassero come mangime per gli animali , che i prodotti di combustione , come la cenere , venisse usata per il lavaggio dei vestiti ed altro , gli escrementi animali utilizzati come concime e gli oggetti rotti in metallo o consumati dall’ uso , recuperati per essere fusi e rilavorati per lo stesso uso o per altri scopi . Naturalmente i problemi relativi ai rifiuti crescevano di pari passo con l’ accrescimento edilizio ed abitativo di Roma che in epoca imperiale arriverà a contenere certamente più di un milione di abitanti compreso il suburbio ; la necessità della raccolta dei rifiuti divenne di conseguenza sempre più urgente ed importante . Ad esempio un aspetto del problema , relativo pero’ ad un solo tipo di “rifiuto” , era il Mons Testaceus , nome che viene tramandato al moderno , all’ attuale quartiere romano di Testaccio che sorge tra il Tevere e la Piramide – Porta Ostiense di cui ne conserva il nome e il cui antico Mons si puo’ paragonare ad una moderna discarica , seppur costituita da uno solo prodotto cioe’ frammenti di argilla ; era ed e’ tutt’ ora infatti un monticello artificiale alto circa trenta metri ma con una circonferenza di un chilometro e una superficie totale di circa 20.000 metri quadrati che si era formato per il continuo accumularsi dei cocci delle anfore contenenti principalmente vino ed olio , sbarcate nel vicino porto fluviale dell' Emporium alla Marmorata e immagazzinate poi nei prossimi Horrea (magazzini) Galbana o Sulpicia , opera del II secolo a.C. costruita dal Console Servio Sulpicio Galba . Le anfore scaricate e svuotate del contenuto , delle quali molte si rompevano accidentalmente , venivano poi quasi totalmente eliminate ed accumulate nei vicini prati al confine della Citta’ , fino a formare nel tempo , un Mons ; questo Monte esiste tutt’ ora ed e’ recintato per evitare scavi abusivi , e’ ricoperto da una boscaglia sotto la quale giacciono ancora infiniti frammenti di anfore . Per quanto riguarda invece lo smaltimento di particolari rifiuti organici i Romani fin dal VI secolo a.C. inventarono le cloache e le latrine pubbliche e private che permettevano di pulire velocemente le strade della citta’ con getti d’ acqua e di smaltire il tutto nel Tevere tramite un ingegnoso sistema di fognature sotterranee . Questo sistema di pulizie e fognature favoriva pero’ solo i ricchi proprietari delle Domus e degli abitanti delle Insule dei pianterreni , che all’ epoca erano piu’ ricercati e costosi dei piani alti in quanto usufruivano dell’ acqua corrente in casa , mentre gli abitanti dei piani alti non l’ avevano ed erano usi gettare dalle finestre gli escrementi personali che venivano poi eliminati dagli addetti alla pulizia delle strade . Questa pessima abitudine degli abitanti dei piani alti di gettare in strada i rifiuti organici e qualcos’ altro di piu’ pericoloso , indusse il poeta Giovenale a scrivere in una delle sue Satire che : “se si usciva di notte a Roma , consigliava prima di fare testamento , perche’ ogni volta che si apriva dall’ alto una finestra , ogni passante era minacciato di morte” , a dimostrazione che dall’ alto delle Insule , pioveva di tutto , rifiuti organici ma anche rifiuti ingombranti , come si chiamerebbero oggi . Usanza che sebbene oggi ormai quasi scomparsa , persiste nella notte di fine anno quando alcuni buttano dalla finestra un po’ di tutto . A Roma quindi mancava una organizzazione statale per la raccolta pubblica dei rifiuti la cui pulizia era affidata ai privati che , per non essere multati dagli Edili , dovevano provvedere affinche’ le case popolari , quelle ad Insule a piu’ piani , fossero servite dagli Aquarii , cioe’ dai portatori d' acqua , come era prescritto dal corpo dei pompieri , seguiti dai Zetarii , cioe’ gli spazzini , schiavi che costituivano una proprietà dello stesso edificio . Al tempo di Augusto fu stabilito per legge che i bottegai e i proprietari di case dovessero pulire la strada e i muri davanti alle porte dei loro locali e agli Edili , ai quali era affidata la cura della città , vennero affiancati quattro magistrati , i Curatores Viarum , due per il centro città e due per le periferie , che dovevano occuparsi della manutenzione e della pulizia delle strade . Tra gli schiavi furono poi creati dall' amministrazione pubblica degli “addetti al letame” , gli Stercorarii , incaricati di raccogliere gli escrementi su grossi carri per essere poi scaricati in aperta campagna come concime , i quali avevano il permesso di transitare anche durante le prime dieci ore del giorno per portare i rifiuti organici in campagna dove sarebbero stati utilizzati appunto come concime . Al tempo di Vespasiano vi fu una massiccia igienizzazione di Roma ; a tale scopo si racconta che Vespasiano aveva avuto la macabra conferma di come nelle strade di Roma venissero abbandonati come rifiuti persino i cadaveri , quando un suo cane gli portò una mano umana nella sala dove stava cenando ; cercò di risolvere in parte il problema coniugando l’ igiene pubblico con l’ arricchimento dello Stato , infatti fece installare numerose Latrine pubbliche , dietro il pagamento di una tassa e quando il figlio Tito gli riporto’ le lamentele del popolo per questa nuova tassa , Vespasiano gli rispose che : “Pecunia non olet , sed urina si” , cioe’ : “i soldi (derivanti dalla nuova tassa) non puzzano , eppure vengono dalle urine” . Vespasiano fu il migliore igienista e pratico statista di Roma : “Vespasiano, divenuto Imperatore , si portò a Roma , ma già a grande distanza si sentiva la puzza di urina che emanava la città . Roma gli apparve come un' immensa latrina , dove sembrava che tutti non avessero altro scopo che spargere dappertutto le proprie urine ; il Tevere aveva una strana colorazione giallognola (il famoso biondo Tevere) . Da saggio generale capì che la repressione del bisogno naturale di urinare non avrebbe raggiunto lo scopo . Infatti decise che : “ciò che non puoi vietare , tassalo!” e così Vespasiano fece venire saggi e sapienti da tutto l' Impero per trovare il sistema per tassare gli urinanti , cioe’ tutti gli umani viventi , a seconda della quantità di urina emessa . Un saggio egizio trovò la soluzione del rebus mediante una formula per cui il tempo dell’ urinata era proporzionale sia al peso dell’ urina emessa , sia alla quantità dell’ urina stessa . Dovettero fare molte prove , con migliaia di schiavi comandati ad urinare entro contenitori misurabili e cronometrando il tempo , praticamente quasi una uroflussometria moderna , alla fine delle prove , riuscirono a stabilire l' importo della tassa . Stranamente però si accorsero che il costo a litro della urinata era superiore a quello del pregiato vino di Cipro , e quindi gli osti cominciarono a servire urina mista al vino invece del vino puro per risparmiare sulle tasse . Comunque anche il pubblico erario cominciò a tenere una contabilità che , invece che in sesterzi , contabilizzava in litri di urina . Inoltre, per favorire l' incremento delle entrate , Vespasiano ordinò che gli orinatoi venissero disposti ovunque , soprattutto davanti ai Templi , a luoghi di ristoro , ai ritrovi alla moda e ai luoghi “romantici” . Le udienze concesse dall' Imperatore prevedevano la urinata preventiva con relativo pagamento e lo stesso Vespasiano controllava personalmente le quantità di urina emesse dai postulanti . I sofferenti di prostata erano ovviamente esentati , altrimenti sarebbero economicamente falliti in giornata per il continuo urinare e si praticava uno sconto speciale ai carrettieri , non per se stessi ma per le urinate del cavallo , che in volume equivalevano a circa 60 urinate umane ; ciò nondimeno a Roma in quel periodo con Vespasiano Imperatore , i cavalli camminavano con il pene infilato in una grossa damigiana” Con un Vespasiano cosi’ “igienico” non solo ne usufrui’ in salute e decoro la Citta’ , ma di concerto anche le casse dello Stato . Le strade di Roma continuarono tuttavia , nonostante editti , tasse , multe e quant’ altro , nel corso dell’ Impero ad essere ingombre di rifiuti di tutti i generi , se nel Digesto di Giustiniano del VI secolo , ancora si prescriveva che : “nulla deve tenersi esposto dinanzi alle officine e finalmente non si permetta che nelle strade sia gettato sterco , cadaveri o pelli di animali” Insomma per concludere il problema dei rifiuti nel mondo antico e nell’ antica Roma , pur nella differenza dei mezzi materiali moderni attuali , non era poi tanto dissimile dai problemi che purtroppo viviamo quotidianamente . Sotto alcune foto attuali del Mons Testaceus e dell’ eccezionale accumulo secolare di frammenti di antiche anfore romane di cui e’ costituito tutto il monte e che ancora vi sono sepolte ; segue il sepolcro di Servio Sulpicio Galba , costruito semplicemente in Peperino e con la lapide in Travertino , trovato a Roma nel 1885 a seguito di scavi fognari in una Via prossima alla Via Ostiense al quartiere Testaccio , proprio vicino ai suoi Horrea ed ora conservato presso l’ Antiquarium comunale di Roma al Celio ; questo Galba era il Console del II secolo a.C. che costrui’ gli Horrea (magazzini) Galbana o Servilia prossimi al Mons Testaceus , nei quali erano depositate le anfore piene principalmente di vini ed olii provenienti da tutto il Mediterraneo , per l’ Annona di Roma e per finire un moderno "Vespasiano" a Roma , non piu' esistenti in questo modo . La lapide del sepolcro e’ scritta in modo essenziale , scarno , senza fronzoli , in stile tipico della severita’ e gravita’ del periodo repubblicano di Roma , infatti nella scritta compare oltre al suo nome , quello del padre , la carica di Console e ci dice solo quanto spazio privato il sepolcro occupava nel terreno pubblico e nient’ altro , ad attestare la carica di Console romano , nella facciata ai lati della lapide erano scolpiti i fasci consolari , simboli del suo mandato : SERVIO SULPICIO - FIGLIO DI SERVIO GALBA – CONSOLE - PIEDI QUADRATI 30 Il sepolcro occupava nel terreno pubblico nove metri quadrati , in pratica era costituito da un semplice cubo di tre metri per tre , di lato .2 punti
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Il forum è il luogo in cui uno può esprimere la propria opinione e i modi in cui può farlo su una moneta, un articolo, una perizia, ecc. sono tantissimi. Per avere un’idea della varietà delle sfumature di linguaggio, si può prendere esempio dal lessico inglese che in https://www.englishclub.com/vocabulary/fl-giving-opinions.htm elenca cinque classi (alcune di ben 30 frasi) di espressioni distinte in: Elementary (per es., In my opinion), Pre-intermediate (per es, Personally, my opinion is that), Intermediate (per es., It seems to me that), Upper-intermediate (per es., It would seem to me that) e Advanced (per es., I am of the opinion that). Se uno vuol sapere l’equivalente italiano di qualche espressione, per esempio quelle con il verbo to seem, può trovare un riscontro di sicuro affidamento nell’uso che il Poeta fa del verbo sembrare, consultando l’Enciclopedia Dantesca della Treccani a cura di Alessandro Niccoli. Nei casi seguenti il verbo è usato in similitudini o in pseudosimilitudini per indicare in che modo le qualità o il comportamento di una persona o di una cosa rammentino quelli di un’altra: If XVI 87 a fuggirsi / ali sembiar le gambe loro isnelle; Pg XIX 105 prova' io come / pesa il gran manto [papale]... / che piuma sembran tutte l'altre some; Pd XX 76 Quale allodetta... tace contenta / de l'ultima dolcezza che la sazia, / tal mi sembiò l'imago dell'aquila; XXVII 4 Ciò ch'io vedeva mi sembiava un riso / de l'universo; Rime dubbie XXIX 3. In molti casi, sembrare non esprime contrapposizione fra il parere e l'essere, non nega cioè che la persona o la cosa sia veramente come si mostra, e si avvicina perciò al significato di " apparire ": Vn III 12 9 Allegro mi sembrava Amor; Cv IV Le dolci rime 38 vilissimo sembra, a chi 'l ver guata, / cui è scorto 'l cammino e poscia l'erra (ripreso in VII 5); If I 50 una lupa... di tutte brame/ sembiava carca; XVI 8 a l'abito ne sembri / essere alcun di nostra terra prava; XXXIII 12 fiorentino / mi sembri... quand'io t'odo; Pg IV 106 un di lor... mi sembiava lasso; IX 105 la soglia / ...sembiava pietra di diamante; Rime dubbie XXII 14. Per indicare quanto i bassorilievi della prima cornice del Purgatorio superassero in perfezione le possibilità espressive dell'arte umana, Dante dice che l'angel [Gabriele] ... / pareva sì verace / quivi intagliato... / che non sembiava imagine che tace (Pg X 39): " la figurazione plastica esprime con tanta intensità il sentimento, da suggerire anche le parole in cui questo si traduce " (Sapegno); di qua la sottile ambiguità del sintagma non sembiava, che significa sì che l'intaglio non dava l'impressione di essere un'immagine muta, ma contemporaneamente prelude al fatto dichiaratamente miracoloso del visibile parlare (v. 95) del terzo bassorilievo. Diversa accezione sembrare assume in Pg X 113 quel ch'io veggio / muovere a noi, non mi sembian persone, / e non so che, sì nel veder vaneggio: qui la negazione dà rilievo alla difficoltà per Dante a definire l'oggetto preciso della sua visione, a distinguere con precisione tra l'essere e l'apparire. Del resto, il verbo allude a una possibilità di " giudicare ", " ritenere ", " credere " anche quando è usato impersonalmente con il soggetto logico in dativo: Cv IV VII 4 maraviglia mi sembra reducere a ragione [colui in cui è la luce di ragione] del tutto spenta. Può infine significare " parere opportuno ": Fiore CXLV 12 i' te dico ben ched e' mi sembra. Nell’ultima accezione il verbo ‘sembrare’ è usato in senso soggettivo come opinione, cioè come valutazione discutibile: per esempio, quando uno dice ‘questa stoffa sembra verde’. Però alcuni individui non usano mai il verbo con questo significato, ma dicono ‘questa stoffa è verde’ perché così appare ai loro occhi e così deve essere. Il fatto che possano essere affetti da daltonismo, cioè dalla totale o parziale mancanza della percezione cromatica, non viene minimamente preso in considerazione. apollonia2 punti
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Un topic.... incerto. Francamente trovo questo topic piuttosto bizzarro. Si propone (virtualmente, considerato che non é dato poterne vedere l'immagine) una moneta che si possiede, dichiarando che non si riesce ad identificare (da anni). Nello stesso tempo se ne mette in evidenza il presunto alto valore economico e se ne riporta l'identificazione sulla base del Montenegro (che, pur essendo nullo dal punto di vista scientifico, riporta per l'aes grave italico le informazioni tratte dal Thurlow-Vecchi, che a sua volta si rifà al Sydenham ed all'Haeberlin, informazioni che nello specifico sono ancora valide): incerte dell'Italia Centrale, IV-III sec. a.C. (non III-IV, se a.C. i secoli si enumerano al contrario). Se era di Ariminum, o di Tuder, o di Iguvium il Montenegro, rifacendosi al Thurlow-Vecchi l'avrebbe listata sotto Ariminum, Tuder o Iguvium... La foto, che potrebbe essere molto interessante, come detto sopra, non é dato poterla vedere... Boh...2 punti
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Didrammi, tetradrammi e decadrammi nella numismatica greca e romana. Capitolo II La numismatica greca e romana e i suoi campi d'indagine 1 ... it-it.abctribe.com/download/.../33155-XMZKXCWCKP_20141020195902.docx apollonia 33155-XMZKXCWCKP_20141020195902 (1).docx1 punto
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Salve a tutti, vorrei condividere con voi un 1/2 soldo, III tipo, di Carlo Emanuele II senza data che ho riscoperto da poco nella mia collezione. La moneta non si presenta in uno stato di conservazione ottimale, ma credo che il volto e la legenda siano ancora abbastanza gradevoli. D/ CAR . EM . II . D . G . DUX . S - Busto giovanile del duca rivolto a destra R/ PRIN . PEDEMON . REX . CYP - Croce mauriziana Grazie per la vostra attenzione!1 punto
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Buongiorno a tutti, questa è la seconda nuova arrivata, sempre dall'ultima asta Inasta 64 di fine Giugno. Qui siamo nel 1894 e rappresenta l'istituzione dei seminari apostolici in India. Sono stato tante volte in India per lavoro (New Delhi, Mumbai, Chennai) e non oso immaginare come fosse nel 1894! Saluti e buona Domenica Silver1 punto
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Buongiorno a tutti, questa è la nuova arrivata direttamente dall'ultima Asta Inasta 64, siamo nel 1930 e raffigura il I anniversario del concordato con l'Italia. Ho notato una piccola sbavatura ad ore 12 sul dritto nel bordo interno, sembra un difetto di conio più che un'abrasione successiva. Che ne pensate? La patina ha delle sfumature dorate che qui in foto non rendono ma che le donano un aspetto piacevolissimo. Insta le attribuisce un FDC pieno, che ne dite? Saluti e buona Domenica Silver1 punto
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Ciao @ARES III , purtroppo in particolare la 4° e 5° lettera sono in foto poco o nulla comprensibili , ma se quelle che hai scritte sono reali , domani posso farti sapere tramite un testo di epigrafia etrusca se hanno un senso , tipo un nome di persona .1 punto
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Vorrei fare una precisazione: le monete in argento o in oro venivano forate per ornare le cinture in cuoio. Questa tradizione ha anche una valenza più pratica che esoterica, infatti le popolazioni delle steppe dovevano spostarsi per lunghi tratti e dovevano diminuire ogni ingombro possibile, così le cinture fungevano oltre che da status symbol , perché guardando una cintura si riconosceva il rango ed il prestigio del suo possessore, anche da salvadanaio. Poi col tempo le varie popolazioni (Avari, poi anche i Magiari) fondevano queste monete per realizzare direttamente degli ornamenti.1 punto
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Anche per dare un segno di continuità a questa discussione riposto qui ( le trovate anche nella specifica discussione sull'imperiale piano ), due monete che sono la evidente evoluzione di queste. Siamo con i denari imperiali piani coniati, si ritiene dal 1240 in avanti, le analogie sono molte IPRT, FREDERICVS, MEDIOLANVM, i trifogli, solo che la moneta diventa ora piana. Moneta che sarà molto coniata e anche imitata e che nella prima tipologia ha il segno identificativo del trifoglio, in questo caso senza stelo, ma c'è anche con lo stelo. Da notare il cambiamento epigrafico tra le due con una con le E romane e l'altra con le E gotiche, quindi formalmente uguali ma con piccole differenze tra le due, E a parte. La prima di peso 0, 91 gr., la seconda 0,82 gr.1 punto
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Scoperto l'arcano della legenda al rovescio. la moneta è presente nel RPC vol. II, stesso conio sicuramente ha coniato solo questa, moneta rara complimenti ti invidio. dicevo l'arcano stà nella lettura della legenda da dx a sx e dal basso verso l'alto; ad ore 5 comincia COL è prosegue IVL AVG DIENSIS. ps: si legge da fuori verso l'interno. Roberto1 punto
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Confermo. In alcuni casi la produzione sette-ottocentesca di "doppioni" ha un rapporto vicino all'ordine di grandezza di 10 a 1 rispetto agli esemplari genuini. E senza dover tirar fuori necessariamente Hatria.1 punto
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Io mi trovo nella stessa situazione e non ho fatto ordini supplementari, solo loro lentezza. se hai fatto richiesta supplementare il tuo ordine verrà evaso per ultimo.1 punto
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Secondo me si tratta di un denaro o imperiale di Pavia attribuito al periodo dei 33 giorni della repubblica (1447). Periodo intercorso fra la signoria di Filippo Maria Visconti e l'avvento di Francesco I Sforza. L'iconografia è la stessa del denaro milano emesso per la II° Repubblica (con San Ambrogio) ma le legende dovrebbero recitare: dritto: S.SIRVS PAPIE, testa frontale del santo verso: COMVNITAS PAPIE, croce ciao Mario1 punto
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Salve a tutti, vorrei tornare al Vicereame napoletano con una bellissima pubblica del 1623, quindi di Filippo IV: D/ PHILIPPVS . IIII . 1623 - Busto radiato volto a sinistra, dietro sigla MC R/ PVBLI / CA / . / COMMO / DITAS - In ghirlanda La moneta (MIR 257/2) presenta una patina leggermente scura e dovrebbe essere un R2. Tale moneta appartiene a collezione privata. Saluti1 punto
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@nando12 è come dice liamred, ma ho comunque aggiunto un tasto per chi vuole cancellarle.1 punto
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Phoenicia, Sidon. Baalshallim II (c. 401-366 BC). AR Double Shekel, Year 3 (29mm, 25.72g, 12h), c. 407/2-372/68 BC. War galley l.; Phoenician B above. R/ Persian king and driver in chariot l.; behind, king of Sidon, in Egyptian style garments, holding cultic sceptre and votive vase, walking l. SGC 5941; cf. Betlyon 31. Well struck for issue, VF1 punto
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Adesso sorgono dei dubbi sulle motivazioni. A pensar male si fa peccato ma......1 punto
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E' una moneta interessante di un periodo particolare della zecca di Piacenza. Interessante perché poi Milano c'entra anche in questo caso, è Filippo Maria Visconti che stipula il patto con Giovanni da Vignate che diventa Signore di Lodi e Piacenza. Inevitabile poi il parallelismo con la monetazione milanese per cui la moneta dovrebbe essere una trillina simile a quelle coniate da Giovanni Maria Visconti a Milano. Ulteriori notizie potrebbe darcele @giollo2 che un libro sulla zecca di Piacenza ha scritto, come catalogazione possiamo anche dire Crocicchio - Fusconi 33 considerata dagli stessi con rarità R2. Moneta in mistura con un titolo vicino a quello delle trilline milanesi in mistura1 punto
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Anche io leggevo INIO, ma la legenda dovrebbe essere: COL IVL AVG DIENSIS stando al Varbanov, ma credo che la legenda non sia corretta in quanto trattandosi di moneta rara, poco leggibile. io ho trovato questa che mi pare proveniente dalle stesso conio. Che dici? Quella per Domiziano1 punto
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Buona giornata Grazie per aver ripreso questa discussione, sedimentata da mesi, ma inizianta ancor da più tempo. Gli anni passano - sic! - eppure me la sono riletta dall'origine e la mia impressione è stata piacevolmente la stessa, come fosse stata scritta pochi minuti fa; posso dire che è una discussione senza tempo? E' tutto vero e tutto attuale, una discussione con delle verità senza tempo; non vi nascondo che ho dato dei "mi piace" ad alcuni interventi scritti l'anno scorso e questo da la misura della valenza che questa discussione ha ed avrà anche in futuro. E' vero che talvolta nel forum si affrontano argomenti triti e ritriti ed onestamente, anch'io, riguardo a certe richieste, ho pensato: "ancora .....!?", eppure bisogna superare questo impasse, bisogna ricordarsi che il forum non è qualcosa di statico, ma è dinamico, eccome se lo è! C'è un mare magnum di utenti, tanti se ne vanno e tanti ne arrivano e chi resta, a prescindere dal ruolo, riveste l'importante "status" di memoria storica ed è bello che sia così. Ci sono utenti che sono presenti nel forum dalla sua creazione; quante volte avranno letto: " ma questa moneta da 20 lire con su Mussolini quanto vale?", almeno un centinaio di volte se non più; defatigante rispondere sempre: " è una patacca", però bisogna pensare che chi domanda è uno nuovo ed è giusto dagli l'indicazione che richiede. E' spirito di servizio e condivisione che, a mio avviso, sono qualità essenziali perché un forum possa esistere. saluti luciano1 punto
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Nel caso in cui vogliate leggere direttamente, senza sfogliare l'intera rivista, il mio articolo sul tema dei numeri riportati su alcune monete greche (con la funzione di indicare la tiratura delle emissioni), potete cliccare sul seguente link: http://www.wikimoneda.com/OMNI/revues/OMNI10/OMNI10_2.pdf1 punto
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Ciao. "Il fatto che sia un progetto di una medaglia di iniziativa privata come hai letto nella descrizione nomisma dovrebbe fartene capire il valore...." Beh, la descrizione nomisma in realtà riporta che sarebbe un progetto di moneta di iniziativa privata e non una medaglia. Finchè non si farà chiarezza su queste coniazioni private, che nulla hanno a che vedere né con progetti di monete ma neppure con emissioni coeve al 1946, non stupiamoci se ci sarà sempre qualcuno che, senza alcuna colpa, sarà convinto di possedere o di acquistare un tondello comunque riferibile al breve Regno di Umberto II. A parte la considerazione già espressa da Petronius arbiter circa il fatto che, nel 1946, i "privati" a tutto potevano pensare fuorché a coniare in oro progetti di monete a nome di questo effimero Re, basterebbe anche soltanto esaminare il ritratto di Umberto inciso sulla medaglia e confrontarlo con una sua foto del periodo (1946) per constatare immediatamente come il profilo di Umberto sia quello dell'avanzata maturità del sovrano e non certamente quello del Re a 42 anni. Qui si possono vedere alcune sue immagini: https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_II_di_Savoia In conclusione: ma quale progetto di moneta di iniziativa privata? Si tratta, fuori dalle ipocrisie, di una medaglia coniata verosimilmente fra gli anni '70 e '80 del secolo scorso da chi ha fiutato l'affare e ha ben pensato di proporla al mercato alludendo, anche solo velatamente, al fatto che potesse essere riconducibile ad una fantomatica monetazione progettuale di Umberto del '46. Chiaramente, in tal modo si pensa (o meglio, si spera...) di trovare qualche credulone disposto a pagare la medaglia più del valore del metallo prezioso contenuto, in nome di un inesistente plusvalore numismatico che non esiste e mai esisterà. L'operazione, com'è ovvio, non ha nulla di numismatico ma è solo una pura speculazione commerciale. Saluti. Michele1 punto
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Per me non c'è confronto. Molto migliore, elegante e "orientata al futuro". Millennial numismatic. Come sempre le cose nuove hanno bisogno di un periodo di tempo fisiologico per correggere i piccoli errori, ma il restyling è super.1 punto
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