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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/25/16 in tutte le aree
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A mio avviso lei parte col piede sbagliato....la numismatica è investimento intellettuale prima che economico....il mio consiglio è di lasciar perdere la numismatica e di concentrarti sul mattone o sull'acquisto di lingotti preziosi...pare che l'oro,con i tempi che corrono,sia in forte rialzo...li si che il guadagno è assicurato; oppure affidarsi a qualche agente finanziario...come vede le opportunità di investimento sono molteplici e tra queste non compare la numismatica....anzi,da quando seguo la numismatica antica sono diventato notevolmente più povero e ogni volta che striscio la carta o il bancomat sento singhiozzi e lamenti...ma le garantisco che "dentro" sono molto più ricco...tuttavia suppongo che questo genere di investimento a lei non interessi8 punti
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Se posso permettermi, da quando ho iniziato a interessarmi di monete antiche, romane per la precisione, sia da collezionista( ebbene si, lo sono stato anche io) e poi da commerciante, l'unica moneta a cui non ho visto fare grandi fluttuazioni né in alto, ma soprattutto in basso ,e che non ha mai avuto problemi ad essere scambiata sono i denari repubblicani familiari di ottima conservazione. Non sono soggetti a picchi speculativi come hanno fatto gli aurei o i grandi bronzi in conservazione ottimale, ma non fanno neanche i tonfi che ho visto fare a queste tipologie negli anni. Sono monete per appassionati più che investitori, e gli appassionati non sono molto sensibili alle fluttuazioni del mercato. Diciamo che il denario repubblicano è un po' il BOT della numismatica..non da guadagni spettacolari speculativi, ma non perde mai valore e si vende subito....7 punti
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Che ve ne pare di questo esemplare ? La foto non è proprio il massimo, ma a mio parere ne rende bene la 'freschezza' ...3 punti
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Proprio qualche giorno fa avevo scritto ad un amico del Forum, che spero ci legga, come era da un pò di tempo, complice anche l'estate, che non trovavo una occasione interessante per la mia collezione di statunitensi...ma finalmente nei giorni scorsi ho beccato sulla baia questa moneta ad un prezzo di saldo e non ho esitato un istante ad aggiudicarmela. Si tratta di un pezzo da 2 cents, denominazione di breve durata, introdotta nel 1864 al fine di sopperire alla carenza di circolante che caratterizzava il periodo al termine della Guerra di Secessione e coniata per l'ultima volta nel 1873. Segnalo che per questo millesimo sono stati coniati solo 1.546.500 esemplari, in quanto già dopo i primissimi anni di produzione le tirature subirono un drammatico calo...pertanto non si tratta del "solito" 1864 "Large Motto" che appare abbastanza di frequente in giro (e che avevo già in collezione da tempo). Che grado di conservazione gli dareste?3 punti
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Vittorio Emanuele III - 100 lire "Littore" del I° tipo Oro 900/1000 - diametro mm 23,5 - peso gr. 8,8 Moneta emessa per la proclamazione dell'Impero Trovo questo nominale di una eleganza unica, nella sua semplicità Ritratto del Sovrano crudo e spartano, essenziale, al dritto; la figura del Littore che riempe il rovescio è decisamente bella, fascio e Vittoria alata i simboli di un'epoca di grandezza più o meno effimera. Renato2 punti
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Salve a tutt*, purtroppo in questo periodo per seri motivi familiari non posso seguire il forum, nè potrò seguirlo tutta la prossima settimana. Per la prenotazione del pranzo sarebbe bene avere un elenco il più completo possibile per il 17 o al più tardi per il 18 ottobre, con segnalazione di eventuali esigenze alimentari (intolleranze o vere e proprie allergie, etc...). Spero che possiamo essere in tanti per festeggiare questa iniziativa della SNI sostenuta anche attraverso questo forum. Un caro saluto e a presto (o al più tardi al 22 ottobre!) MB2 punti
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Sono combattuto... Solitamente quando ho smesso una collezione, ho regalato gli oggetti che ne facevano parte. Così ho fatto con i fossili, ed anche con i residuati bellici. Ah!" COsa mi sono ricordato! Anche le macchine da cucire! Una ho dovuta darla indietro perchè la signora ha cambiato idea, 2 le ho regalate e quella che avevo restaurato completamente da solo me la son tenuta. Ed ho ancora anche il grande libero del sapere sull'Universo: Pur se oramai obsleto a livello di conoscenze scientiiche riportate. Queste 100 lire invece avevo deciso di regalarle alla mia donzella dell'epoca per San Valentino. Dopo aver rotto vari kinder sopresa, riuscii ad aprirne uno lasciando le due parti intatte, tolsi il regalo dentro e ci misi la moneta incelofanata e con sopra la carta di alluminio. Beh, per fortuna che avevo il piano B pronto (cena al ristorante cinese e 3 rose rosse). Perchè lei non capì che razza di regalo fosse Un grazie di circostanza così evidente mai successo prima e mai a tutt'oggi. Le dissi che era semplicemente una moneta porta fortuna. A fine serata se la dimenticò nella mia auto. Ed eccola qua.2 punti
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Ora vediamo quest'altro quattrino, è sempre Carlo III, la data è la stessa del 1707, moneta ritenuta NC dal MIR, ma cambia completamente il ritratto, Carlo III sembra senza quasi boccoli, una capigliatura in parte mancante e comunque completamente diversa, il peso in questo caso è più nella norma di 1,47 gr., tra l'altro i due tondelli come forma sullo squadrato sono perfettamente sovrapponibili, uno il secondo è soltanto più sottile. In questo periodo succedeva di tutto, possiamo dire coniatore disattento ?2 punti
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Le lire e le mezze sono rimaste quasi invariate per circa 80 anni.. Sino alla riforma del 1755 di Carlo Emanuele III in cui le monete vecchie sono state ritirate erano monete buone, per cui erano considerate bene e hanno circolato per decenni!2 punti
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Sesta fotografia Un altro esempio di utilizzo pratico a distanza di secoli di un monumento antico ; qui siamo al Teatro di Marcello appena sotto il Campidoglio , in una fotografia di fine '800 ; botteghe di artigiani occupano le antiche arcate di ingresso al Teatro ; dove un tempo declamavano poeti ed artisti , a fine '800 declamavano venditori di derrate alimentari e di altri prodotti .2 punti
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Salve a tutti, per concludere in bellezza tale discussione, ossia la presentazione di questa tipologia di maltagliati della zecca di Cagliari, vorrei postare ancora un 10 reali di Filippo IV (1621-65), peso: 26,5 g; diametro: 4,1/4,5 cm. Le particolarità di questo tondello sono le seguenti: 1) La data perfettamente conservata 1643; 2) Le legende del dritto e del verso perfettamente conservate e leggibili; 3) Le tracce del precedente conio spagnolo, sia nel dritto sia nel verso, in particolare sul busto. Vorrei scusarmi per le foto non perfettamente riuscite, poiché la moneta è sigillata. Tale tondello proviene da collezione privata. Buona visione, saluti!2 punti
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Peccato per il ritratto del regnante che lo trovo più consunto rispetto alla media,tuttavia la moneta è collezionabile --Salutoni -odjob2 punti
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Salve, oggi vi mostro il mio ultimo acquisto, un “logorantissimo“(ahimè) cavallo di Ferdinando II per la zecca di Tagliacozzo. Nel dritto si può notare il busto giovanile di Ferrandino, che lo contraddistingue dai ritratti di Ferrante Nel rovescio anche se la colonna (simbolo della famiglia nobiliare dei Colonna, che aveva in feudo Tagliacozzo) affianco al cavallo è difficilmente visibile dalla foto, dal vivo si nota facilmente. Essendo una moneta che passa poco sul mercato voleva condividerla soprattutto con gli appassionati di questa monetazione. Saluti Matteo1 punto
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Carlo III nei quattrini milanesi è raffigurato con una folta capigliatura a boccoloni, è un po' la sua caratteristica, vediamo per esempio per iniziare un consueto denaro del 1707 dove la data è in primo piano e dove il ritratto è direi evidente. E' una moneta questa inconsueta per il peso di ben 1,70 gr. sopra il range indicato dal MIR, incominciamo a vedere questa che ci servirà per il raffronto con la successiva....1 punto
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Vittorio Emanuele III - 20 lire "Littore" 1927 anno V Vittorio Emanuele III - 20 lire "Littore" 1927 anno VI Nel corso del tempo, queste patine si sono intensificate, raggiungendo il livello che vedete. Secondo voi, le devo lasciar progredire o fermare? Attendo le vostre opinioni. Grazie Renato1 punto
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Buonasera, anche in questo caso sembra esserci un anello tra i piedi del Cristo. Un saluto a tutti, Valerio1 punto
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@eliodoro eccolo : https://www.academia.edu/7655412/I_cavalli_dei_Colonna1 punto
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DE GREGE EPICURI Mi pare di ricordare (vagamente) che esistono monete in bronzo di Brindisi, più o meno simili. Vediamo chi ne sa un po' di più... Ho trovato qualcosa. Dovrebbe essere un'oncia di Brindisi, 215 a.C. circa. Peso circa 4,80 g. Al D testa di Poseidon; al rov. giovane su delfino, e sotto: BRUN. Nella moneta in effetti si legge almeno BR.1 punto
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La colonna unica certamente ricorda molto la colonna dei 'Colonna' da approfondire la presenza del simbolo feudale colonnese in una monetazione a tutti gli effetti regale aragonese per l'attribuzione a Tagliacozzo , come evidenziato anche da Santone ed Eliodoro permangono diversi interrogativi1 punto
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Buona Domenica Fuoco! Sono tre grossetti ragusei. Senza dubbio nella tua ricerca in internet ti sarai imbattuto nell'ottimo lavoro di Sergio Rossi: http://www.roth37.it/COINS/Ragusa/monetazione.html è propedeutico! Come quando quasi sempre accade, queste monetine si trovano bucate .... usate dai turchi come accessorio di cinture, foulards e gilets ed anche il tuo caso non è un'eccezione. Peccato, perché la data si legge solo nel primo. Quando non sono bucate, sono molto consunte; di rado ho visto queste monetine in ottime condizioni. Ad imitazione delle monete veneziane, riportavano da un lato S. Blasio (S. Biagio) con abiti vescovili e dall'altro il Cristo in una mandorla di stelle, con il globo crucigeno nella mano sinistra .... molto simile ai ducati e zecchini veneziani. Le maestranze della zecca ragusea erano ben nominate; sappiamo che parecchi intagliatori di conii lavorarono per il Regno di Sicilia e c'è il sospetto persino che alcuni conii delle monete veneziane, coniate a Cattaro, fossero opera loro. saluti luciano1 punto
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Ciao, divulgare il messaggio politico trasmesso sulle monete era certamente un secondo fine delle monete, anzi, un terzo: il secondo era quello di rendere nota a tutti l'effige dell'Imperatore regnate. I nemici sono spesso ritratti trafitti da cavalieri (Primo e Tardo Impero), inginocchiati sotto il trofeo o anche ai piedi dell'Imperatore (a me sovvengono alla mente i sesterzi che ho di Marco Aurelio con i Germani) , talvolta schiacciati dallo stesso con la mano (Tardo Impero) o anche con il piede. Anzi, direi che la maggior visibilità di nemici debellati viene proprio dal Tardo Impero, quando le fortune militari dell'Impero stavano vacillando e bisognava trasmettere un messaggio di forza sia al popolo (al fine di rassicurarlo) che all'eventuale invasore (come deterrente psicologico). Inoltre va detto che, al di là della Pax Romana, spesso raggiunta con la guerra, Roma fu sempre molto aggressiva militarmente (fino a quando riuscì a esserlo). Come inciso aggiungerei che se con i Parthi spesso l'Impero vinse, come commemora Settimio Severo con questo denario, le sorti degli scontri con i Sassanidi, contraddistinti da una politica militare aggressiva (reclamavano di diritto il possesso del'intero Medio Oriente) furono spesso avverse. Ciao Illyricum1 punto
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Bravo Giacomo Come sempre il tempo, in queste vacanze "mordi e fuggi", non è mai abbastanza per fare quello che si vorrebbe. Grazie comunque del reportage, molto gradito. luciano1 punto
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Buona Domenica Notata la bitta? Non è altro che un cannone cementato .... strano che l'abbiano cementato al contrario (Son greghi....). A Venezia, nella diga di Alberoni (lato sud del Lido) li hanno cementati esattamente al contrario, come generalmente si fa, ma non a Candia.1 punto
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Continuiamo con la settima fotografia Cambiano i tempi ma non le situazioni , per molti uomini di ogni tempo , difficili . Siamo a Porta Maggiore dalla quale in antico , ma anche oggi , partivano le due strade consolari Casilina e Prenestina ; la foto risale ai primi anni del '900 , subito fuori della Porta si nota il monumento funebre del fornaio Eurisace e di sua moglie Atistia . Sulla sinistra si notano bivacchi di uomini indigenti ; immagini purtroppo simili a quelle di oggi come si vede in questa foto attuale dove sotto l' arcata indicata con la freccia pernottano regolarmente degli indigenti .1 punto
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È una Tetradramma di Alexandria Egitto, mi pare di Gallieno, almeno io leggo una G greca ad ore 12, coniata nel suo 15 anno LIE al rovescio.1 punto
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Come già ti ho detto è un bel gigliato, per la particolarità credo tu ti riferisca ai segni orizzontali sopra le lettere (dei quali però mi sfugge il nome). Se non sbaglio dovrebbe esserci una discussione di qualche anno fa nella quale ne parlammo.1 punto
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Guadagnare con la numismatica e' "quasi" impossibile e men che meno con le romane anche se qualche commerciante le spaccia come sicuro investimento. Considerazione che deriva dalla mia personale esperienza poi ognuno ha la sua. Ciao e buona domenica1 punto
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Si certo tu pensa che le lire e mezze lire di Vittorio Amedeo III hanno circolato sino a Vittorio Emanuele II, svalutate a 20 centesimi la lira e10 la mezza lira. Sopranominate mutta e mezza mutta. Blaise1 punto
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le foto non fanno purtroppo apprezzare il già logorato esemplare la colonna non la vedo ma mi fido che ci sia. Cosa lo fa attribuire a Tagliacozzo?1 punto
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Mezza Doppia di Savoia dal 1786, peso di fabbricazione milanese primo quarto XIX secolo. Saluti Gzav1 punto
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La fortezza venne costruita verso la fine del 1500, è circondata da 4 bastioni e conta quasi un chilometro e mezzo di mura. Al suo interno erano presenti numerosi edifici ma oggi restano solo i resti di alcuni magazzini e poco altro. E' presente inoltre una moschea costruita a metà 1600. Vista dell'ingresso.1 punto
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Questa è la scheda della doppia di Carlo Emanuele III: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CARIV/7 Limpronta del peso monetario la ricorda ma i dati ponderali non sono conformi. La mezza doppia pesa la metà, ma il peso non è esattamente quello riportato del peso monetario. M.1 punto
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Complimenti che monete! Mi viene da pensare che siano state vendute entrambe come FdC. In ogni caso, il 10 lire secondo me è tale o comunque QFDC-FDC (so che i colpetti sul bordo erano frequenti in fase di coniazione) Sul 2 lire colgo un segnetto al dritto, vicino firma incisore, è anche vero che foto così ingrandite e con molta luce rischiano di evidenziare troppo quel che c'è o addirittura di far leggere sulla moneta... qualcosa che non c'è. Azzardo un possibile buon prezzo: 20 euro ciascuna1 punto
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Era tanto che la cercavo e la trovo stupenda . Medaglia per l'Amnistia di Pio IX in Br argentato.1 punto
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la tua ha una impressionante somiglianza con questa da - K. Bíró-Sey, Újabb avar utánzatú ezüstpénz a MNM éremgyűjteményében, in Numizmatikai Közlöny szerkesztője 76/77 (1977/78), pp. 49-52, Budapest 1978. in questo caso specifico una seconda opzione che non mi sento di scartare è che si tratti di imitazione di un Tertarteron Nomisma del XI secolo a nome di Alessio I1 punto
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Risposte. 1- si (se la 500 lire è 1961, vale un poco di più) 2- argento 835 la lira 1907 e le 500 lire; la 5 lire 1827 argento 900 e pesa 25 grammi 3 - no1 punto
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Vorrei ringraziare Monica Baldassarri (Monbalda) per il prezioso aiuto dato alla SNI nell'organizzazione della giornata di visita a Pisa - il 21 ottobre - che un po' pomposamente è stata chiamata Giornata di Studio, ma in realtà vuole essere - come traspare dalle parole di Monica e da quanto espresso sopra da Dabbene - un momento di incontro con i Soci e non della Società con l'obiettivo di condividere la conoscenza del nostro patrimonio Numismatico sparso un po' in tutta Italia e spesso non abbastanza conosciuto o frequentato. Oggi una maggiore sensibilizzazione verso tematiche di fruibilità del patrimonio culturale che è venuta crescendo anche attraverso la condivisione di queste tematiche attraverso blog, fora, siti dedicati e in breve nel continuo e intenso dibattito di divulgazione numismatica che avviene ormai quotidianamente grazie al Web, ha permesso da un lato una maggiore diffusione della capacità di fruibilità di tante collezioni pubbliche - ma anche private - una volta appannaggio di pochissime cerchie ristrette di interessati o addetti ai lavori. La maggiore sensibilità verso questa tematiche ha sviluppato da un lato curatori attenti che hanno contribuito a rendere maggiormente fruibile il patrimonio - parlo di responsabili di musei, ma anche di studiosi volontari, di professionisti del settore, e non ultimi anche di archeologi e storici dell'arte che hanno saputo intendere questa domanda e interpretarla al meglio rendendo fruibili (che non significa solamente aprire i forzieri - questo è anzi il meno ), i loro materiali mettendoli nella condizione migliore di essere esposti, spiegati, studiati e compresi da tutti coloro che vi siano realmente interessati. Quindi innanzitutto un grazie a tutte queste persone che con la loro professionalità e il loro lavoro permettono oggi di farci visitare delle collezioni che non solo sono rilevanti già di per sé ma che lo sono molto di piu' quando vengono contestualizzate, esposte e spiegate al meglio grazie a questi studiosi e professionisti culturali. Grazie poi a quanti vorranno cogliere questa occasione per unirsi a noi e passare una bella giornata di divulgazione numismatica, dove si impareranno tante cose ma dove sarà anche piacevole condividere la vista scambiandosi opinioni ed esperienze in un'atmosfera costruttiva ma rilassata. L'intento della SNI è quello di stimolare l'interesse per la numismatica e lo studio delle monete e si è pensato che si poteva condividere tutto questo con i propri Soci (ma l'evento è naturalmente aperto a tutti) iniziando proprio dalla conoscenza del patrimonio numismatico sparso sul territorio e spesso misconosciuto. Se questa formula riscontrerà interesse potremo organizzare altre visite successivamente ad altri musei e collezioni con l'intento di farle conoscere ma anche di approfondirne la storia, la formazione e naturalmente dare qualche cenno anche sulle monete che ne fanno parte. Un benvenuto quindi a tutti coloro che vorranno seguire - interessati, incuriositi, appassionati - queste iniziative di approfondimento numismatico ...1 punto
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Salve a tutt* farei un'aggiunta a quanto già detto da @dabbene e quanto già linkato a riguardo delle raccolte numismatiche che saranno visibili a Pisa (thanks a lot). Non vorrei infatti che il titolo dato alla giornata o la location facessero pensare soltanto ad un incontro dedicato alla numismatica pisana e toscana. Infatti, tra le varie proposte tematiche fatte anche dalla sottoscritta, penso che il direttivo e i soci SNI, che si sono impegnati nell'organizzazione di questo come il primo di una serie di eventi analoghi (con tutto il mio plauso), abbiano scelto questa perché aveva ed ha la possibilità di cogliere interessi numismatici "trasversali" e di valorizzare il ruolo sia del collezionismo, sia dello studio a carattere scientifico che abbia un proficuo dialogo con il mondo del collezionismo. Infatti chi verrà avrà la possibilità di vedere monete greche, magno-greche e soprattutto romane (medaglioni compresi), medievali e di età moderna (comprese oselle e e medaglie) di certo non solo toscane (ci sono discreti e numerosi pezzi anche di area lombarda e di Venezia; inoltre è probabile che possa essere esposto al San Matteo uno dei ripostigli medievali con monete di varie zecche anche non toscane, ovviamente: poi vi farò sapere). Inoltre per questa occasione sarà rinnovata l'esposizione a rotazione delle monete di Ottavio Simoneschi (il monetiere a Palazzo Blu è esposto prevedendo di lasciare alcune vetrine come in esposizione permanente e altre a rotazione) secondo un tema che presto vi comunicherò. Infine parlando dei tre collezionisti principali di monete in area pisana (arcivescovo Franceschi, commerciante di stoffe Moisé Supino, avvocato e aristocratico Ottavio Simoneschi), grazie alla donazione delle raccolte dei quali oggi i musei pisani detengono la maggior parte dei pezzi monetali, saranno toccati temi diversi e più generali che riguardano: il ruolo dei grandi ecclesiastici e dei principi degli stati italiani nel collezionismo settecentesco; quindi la funzione del collezionismo numismatico nella costruzione dell'identità e nell'integrazione sociale nel periodo post-unitario italiano nella seconda metà dell'Ottocento; infine i risvolti del collezionismo numismatico - insieme a quelle delle antichità etrusche e romane - nella prima metà del XX secolo. Quindi ce ne è per tutti gli interessi e i palati, tanto che nonostante gli impegni spero che in molti di voi riescano a venire perchè è un'occasione importante per incontrarsi e far vedere anche cosa può fare la numismatica in ambito culturale, sia a livello locale che nazionale. Fatemi sapere se vi servono altre informazioni. Un caro saluto a tutt* e a presto :)! MB1 punto
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Così opinando, però, sembra che Tu continui a fornire del collezionismo numismatico una nozione esclusivamente collegata alla rarità e qualità delle monete. Come se la Numismatica altro non sia che la raccolta di monete rare e di qualità. Ma possiamo concepire una Numismatica ed un collezionismo fatti di studio, libri e di monete anche in bassa conservazione, o ciò è incompatibile con l'attuale visione della Numismatica? Forse allora la crisi di cui parlate è in realtà funzionale e condizionata a questa visione "elitaria" del collezionismo numismatico, la cui massima potrebbe sintetizzarsi in questo modo: - il collezionismo numismatico è solo rarità e qualità. Se non ti puoi permettere rarità e qualità, allora non cimentarti neppure, tanto non sarebbe vero collezionismo numismatico. Poi però, se i segnali sono questi, non prendiamocela con i giovani che non si avvicinano a questa disciplina. Non so. Forse dovremmo intenderci preventivamente su cosa si debba intendere per "crisi della Numismatica". Si era partiti dalla considerazione che la Numismatica fosse in crisi per l'avversa e perdurante congiuntura economica, per la mancanza di ideali e di cultura nei giovani. Ma va sempre a finire che si parla di aspetti di contorno, legati più a motivi "qualitativi" delle monete che non ideali o culturali. Beati i tempi in cui i collezionisti non dovevano considerarsi "di serie B" solo perchè acquistavano monete comuni ed in MB. Forse hai ragione Pino.....dimostro di avere la tipica nostalgia degli anziani. Concordo. Mi chiederei però chi ha pilotato il fenomeno collezionistico verso questo burrone.... Prima non era così. Ho almeno questa ricerca della perfezione non era così assillante.1 punto
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Ma infatti nessuno lo nega che c'entri anche la crisi economica. Però la crisi è in atto almeno dal 2008 e che il materiale in medio-bassa conservazione fosse altamente deprezzato lo sapevano tutti (tranne i compilatori dei Cataloghi) ormai da tempo. Oggi il Gigante sembra finalmente accorgersi di questa situazione e ha "il coraggio" di riportarla nero su bianco nel suo Manuale. Ma non è certo una novità per chi ha un minimo il polso del mercato. D'accordo, ma alcuni aspetti del nuovo contesto sono mutati anche in senso più favorevole per chi intenda coltivare questa Disciplina, semprechè non la si voglia approcciare solo come investimento fine a se stesso, perchè allora sono d'accordo con Te.....quello che ieri hai pagato 100 domani potrebbe valere 80. Ma stiamo parlando "d'affari" o di Numismatica? Prendiamo, ad esempio, internet, questo forum e tutte le altre opportunità che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione. Ma quando mai le passate generazioni hanno potuto godere ed utilizzare mezzi così potenti, di immediata aggregazione e che facilitano gli studi e le ricerche in qualunque campo numismatico come mai, prima d'ora, è stato possibile fare? Sarei proprio curioso di sapere quanti sono oggi gli appassionati "attivi" in questa disciplina e quanti erano 20 o 30 anni fa. Ecco, quando parlavo di "retropensiero"...si fa un gran parlare di crisi dei valori culturali, ma poi si finisce sempre per considerare la Numismatica (o in questo caso la Filatelia) come un asset d'investimento, lamentando quanto il bene "x" costasse prima e quanto lo stesso bene costi adesso. Se la Numismatica si deve intendere in questo modo, posso capire come ci sia un diffuso sentimento di depressione e come in un momento come questo sia preferibile spendere i propri sudati risparmi in qualunque altro "investimento". Però, parlare di crisi di valori culturali quale concausa della disaffezione dalla Numismatica e poi ridurre tutto a considerazioni economiche, scusate ma lo trovo abbastanza deprimente. M.1 punto
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Ciao. Scusate ma non sono completamente d'accordo con la Vostra disamina. Intanto mi pare di cogliere dai ragionamenti un costante retropensiero (a stento ammesso) nel quale si considera la Numismatica innanzitutto come un investimento e poi come una Disciplina storica e culturale. Se prendiamo a paragone il 100 lire del '78 o l'80 lire del '31 (precisando per giunta, come se già non fossero di per se sufficienti, "in vero FDC" ...- non sia mai che arrivino a malapena al qFDC..!.) quali testimoni di un mercato che non conosce crisi e che anzi è sempre in ascesa, mi pare che stiamo facendo un discorso che non tocca e non potrà mai toccare il 99% dei collezionisti e rimarrà relegato ad un mercato appannaggio di pochi privilegiati investitori che un minuto dopo aver acquistato queste "monete", le avranno già chiuse in una cassetta di sicurezza. Non so quanto questo tipo di "operazioni" c'entrino con la Numismatica, intesa appunto come disciplina culturale. Rapportare il fenomeno numismatico nel suo complesso a questi investimenti, mi pare abbastanza inutile, trattandosi di operazioni che esulano, come già detto, da quella che è la raccolta monetale del 99% dei collezionisti. Non dico di trascurare la componente "finanziaria" insita nella Numismatica, ma se poi essa diventa l'unico metro di paragone e l'unico stimolo che ci fa optare per questa disciplina, non lamentiamoci allora se coloro che non possono perseguire questa finalità se ne allontanano o addirittura, neppure si avvicinano. A me pare che mai, come in questi ultimi 50 anni, l'accesso al collezionismo numismatico sia stato così diffuso. La numismatica è divenuta un fenomeno relativamente di massa e questa tendenza al deprezzamento del materiale in medio-bassa conservazione non può che agevolare chi volesse avvicinarsi oggi a questa disciplina. Perchè oggi i giovani appassionati non dovrebbero approfittare del momento propizio? D'altro canto, la responsabilità del deprezzamento di questo materiale comune non è solo frutto della crisi generalizzata ma, ritengo, del nostro stesso ambiente, che ormai su talune monetazione (che sono anche quelle più diffuse nelle raccolte) da alcuni anni persegue la tendenza della perfezione, del super fior di conio, delle monete eccezionali e chi ha più superlativi assoluti li metta. In gran parte è quindi colpa nostra se il materiale comune si è deprezzato...non possiamo solo dare la colpa alla crisi economica e dei valori morali della Società se le monete di medio-bassa conservazione non le vuole più nessuno. Forse sarebbe il caso di considerare anche quelli che sono i segnali di "superperfezione" che da alcuni anni l'ambiente trasmette agli appassionati, condizionandone le scelte. Si diceva una volta: "chi è causa del sul mal...pianga se stesso". Saluti. Michele1 punto
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Chi conosce il mercato sa che un pezzo vale tanto. Ci saranno meno commercianti che dicono, eh beh, questo è il prezzo del catalogo. Ci saranno più bagarini e venditori privati che dicono, eh, non è fdc, il prezzo del catalogo è .... Il punto sta, secondo me, che se vuoi prendere un pezzo devi conoscerlo, questo non vuol dire solo come rilievi, bontà, lustro, campi ecc ma devi conoscerne il mercato e il numero dei passaggi. Se vuoi comprare 2000 euro di moneta, che per un cappellone fdc vero non bastano, te ne freghi cosa vedi scritto nel catalogo, perché sia tu che il commerciante sapete di cosa parlate. In altro caso, vedo complesso e molto difficile che si compri un oggetto che non si capisce. I commercianti avranno grane per spiegare ai collezionisti che un pezzo vale tot r non tot, secondo me, solo a chi non conosce il pezzo è quindi non lo comprerebbe [emoji5] Mia pura idea personale eh1 punto
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Bravo Pino hai proprio ragione. Posso capire che sia giusto abbassare i prezzi delle basse conservazioni, ma un taglio così drastico non corrisponde alla realtà. Resto della mia idea che i cataloghi sono utili per le tirature e relative rarità, ma per i prezzi devono confrontarsi con le aste ed i convegni che sono il termometro migliore dei prezzi correnti.1 punto
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Non sono d'accordo. Il Vaticano fa storia a sé. Lo dimostrano le quantità di richieste di adesione alle liste numismatiche e le liste d'attesa di anni. Cose del genere per, ad esempio, San Marino non accadono nemmeno lontanamente, anzi, la gente ha abbandonato le liste perché è semplicissimo trovare le stesse monetazioni in commercio, persino a prezzi più bassi. Per quanto riguarda invece, sempre ad esempio, Monaco ed Andorra, i collezionisti hanno dimostrato che possono tranquillamente rinunciarvi, cosa che del Vaticano non ho mai letto in tanti anni di onorata carriera... Secondo me, in questo caso, se dovessero raddoppiare le emissioni riducendo le quantità, il valore sarebbe destinato a salire, non a ridimensionarsi.1 punto
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Una finestra particolare sulla Roma antica , quella popolare , riferita ad un semplice personaggio che certamente non ebbe alcun ruolo di rilievo nella storia , ma che vista la notevole consistenza economica del panario Marco e un pizzico di fortuna , trovandosi il suo sepolcro vicino alle future costruende mura Aureliane , fu da queste preservato tramandandone il suo nome e la sua attivita’ in vita , fino a noi . Era qualche mese che non passavo per Piazza di Porta Maggiore , giorni fa sono tornato per fotografare alcuni monumenti antichi di cui e’ ricca la Piazza e sue adiacenze allo scopo di scrivere questo post ; purtroppo il decoro attuale e quello dei ricordi storici della Piazza tende sempre piu’ a peggiorare per la incivilta’ di chi vi transita e per la negligenza di chi dovrebbe pulire , controllare e all’occorrenza multare ; oltre a rifiuti , bottiglie varie e lattine sparse nel verde , volutamente non riprese , addirittura una arcata della monumentale Porta e’ usata come dormitorio di emergenza da qualche immigrato clandestino o senza casa , incredibile e indecente situazione di una Citta’ che e’ , si multirazziale , come la sua trimillenaria storia insegna , ma comunque dovrebbe essere amata e rispettata da tutti , Italiani e non . Questa situazione purtroppo e’ quanto lo Stato attuale e nel caso specifico il Comune , super permissivi , per paura di essere chiamati razzisti , ma il razzismo e’ tutt’altra cosa da non confondersi con l’ educazione civica e il rispetto delle regole , lascera’ in eredita’ i nostri beni archeologici a chissa’ chi , verra’ dopo di noi . Fatta questa breve ed amara premessa veniamo alla Storia . Il primo dei monumenti “minori” esistenti nella Piazza , a parte la magnificenza della mostra della Porta Prenestina Labicana di epoca Aureliana , da cui si dipartono la due vie consolari e nella cui sovrastruttura piu’ recente dell’ epoca di Aureliano , si sovrappongono e convergono ben otto acquedotti con tanto di dediche , e’ quello del sepolcro del fornaio Marco Virgilio Eurisace e di sua moglie Atistia ; la prima cosa che colpisce e’ la grandezza , la forma architettonica complessa del sepolcro a forma di forno e il materiale utilizzato , il travertino , sicuramente di notevole costo economico per un panario , evidentemente questa attivita’ anche nella Roma antica era di notevole guadagno economico anche per il motivo che il nostro uomo lavorava principalmente per lo Stato , unico esempio in Italia di come era fatto un forno per il pane nel I secolo a.C. Le misure della costruzione che in origine doveva essere rettangolare sono notevoli , circa 9 metri x 5 metri di lato e circa 7 metri di altezza . Il sepolcro fu rinvenuto nel corso della demolizione delle due torri difensive costruite da Onorio su ogni lato di Porta Maggiore nome che le deriva dal fatto di condurre tramite un rettifilo fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore , allo scopo di ripristinare l'antico aspetto risalente all'epoca aureliana . Nella messa in opera delle torri a fianco della porta di ingresso , Aureliano e Onorio inglobarono all’ interno delle stesse , anche in altri casi simili , gli antichi e massicci sepolcri che fiancheggiavano le vie consolari , allo scopo di dare piu’ consistenza e resistenza alle torri di protezione . Infatti nel corso dell'intervento venne in luce , rimasto inglobato in una delle due torri cilindriche , tra i due archi della porta , ed ora visibile subito fuori della stessa , il sepolcro appartenente a Marco Virgilio Eurisace , fornaio e di sua moglie Atistia , la cui lapide cosi’ recita : "Atistia fu mia moglie visse come eccellente donna le cui rimanenti spoglie riposano in questo paniere" Il monumento funebre, realizzato in travertino e decorato con gli elementi caratteristici di un forno, come sacchi e bocche di doli , consiste di un piccolo edificio a pianta trapezoidale , ha l'aspetto dei recipienti in cui veniva impastata la farina e reca ripetuta quasi uguale sui tre lati ancora esistenti , l'epigrafe : "Est hoc monimentum Marcei Vergilei Eurysacis pistoris , redemptoris , apparet" "Questo e’ il sepolcro di Marco Virgilio Eurisace, fornaio, appaltatore , apparitore" Dalla quale si viene a sapere che il fornaio lavorava per lo Stato , al quale forniva i suoi prodotti e che era anche ufficiale subalterno (apparitore) di qualche personaggio di alto rango forse un magistrato o un sacerdote . Ad ulteriori conferme della professione di Eurisace , l'urna che conteneva le ceneri della moglie (ora conservata al Museo delle Terme) ha la forma di una madia da pane e inoltre nel fregio intorno al monumento sono rappresentate tutte le fasi del procedimento di panificazione : pesatura e molitura del grano , setacciatura della farina , preparazione dell'impasto , pezzatura e infornata del pane . Sul lato orientale del sepolcro , ora perduto, trovava probabilmente posto il rilievo con i due coniugi che attualmente è visibile ai Musei Capitolini . Sul basamento si trova l'iscrizione commemorativa dei lavori di restauro . Il secondo monumento si trova nella Piazza all’ interno della mura , e’ anch’esso un sepolcro che in antico fiancheggiava la via Prenestina prima dell’ uscita dalla Porta Maggiore ; risale ad un epoca probabilmente antica della Repubblica perche’ la struttura semplice e’ costruita in blocchi di tufo peperino a forma di dado o cubo , e’ anepigrafo quindi non si conosce a chi era dedicato , inoltre e’ di semplice struttura , solo qualche fregio si intravvede in alto ; non si nota alcun accesso quindi probabilmente la base deve essere interrata sotto l’ attuale strada , quello che oggi si vede dovrebbe quindi essere la parte alta del sepolcro che forse proseguiva oltre in altezza . Il terzo monumento si trova ad ovest della Porta Maggiore a circa 200 metri lungo il percorso delle mura aureliane , all’ angolo tra Via Statilia e Via Santa Croce in Gerusalemme ; e’ anch’ esso un sepolcreto di epoca repubblicana . Per la sua rarita’ e direi anche per fortuna visti i tempi , e’ ben protetto da un muro ad altezza d’ uomo e prosegue in altezza con grata in ferro con cancello di accesso al complesso chiuso al pubblico , comunque puo’ essere visitato su richiesta . Purtroppo dal di fuori non e’ possibile leggere bene le dediche perche’ incise nello scuro tufo peperino , quindi non hanno contrasto e da lontano non si leggono bene . Il complesso visibile del sepolcreto e’ lungo circa 20 metri , questa la descrizione . l 'attuale via Statilia , in prossimità dell'incrocio con la via di S. Croce in Gerusalemme , corrispondeva all'antica via Caelimontana . Su questa strada erano situati numerosi sepolcreti , costruiti in periodi differenti e dalla diversa forma architettonica; un gruppo di questi monumenti funebri è situato sul lato destro della strada in direzione di Porta Maggiore , all'interno di un'area recintata . Si tratta in un complesso di quattro sepolcri allineati scoperto all'inizio del secolo scorso e che nella versione attuale si presenta restaurato ; il primo in ordine topografico era del liberto Publio Quinzio , un libraio , della moglie e della concubina , come recita l'iscrizione relativa , ed è databile intorno al 100 a.C. Il monumento è costituito da una facciata in blocchi tufacei , nel quale si apre una piccola porta inquadrata da due scudi scolpiti , di forma rotonda , clipei , che immette in un piccolo vano in parte scavato nella roccia . Il secondo sepolcro, riferibile a sei diversi personaggi menzionati dall'iscrizione , sono liberti della famiglia Clodia , Marcia e Annia , databile all'inizio del 1 secolo a.C. , è costituito da due celle , alle quali si accede mediante porticine che si aprono esternamente su un prospetto marcato da un basamento in tufo con i ritratti dei defunti scolpiti . Il terzo sepolcro piuttosto rovinato è del tipo a colombario , forse successivo come datazione al precedente . Il quarto monumento funerario è il più recente di tutti , risale circa alla metà del 1 secolo a.C. e presenta una forma ad ara ; era di proprietà di due Auli Caesonii , di una certa Telgennia e presenta anche un ampliamento molto probabilmente successivo . Insomma un bel complesso di epoca repubblicana ben conservato e non interrato , non comune , in quanto subaereo . Seguono altre foto nella risposta1 punto
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