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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/03/16 in tutte le aree

  1. Salve a tutti. Quest'oggi volevo parlare di una moneta piuttosto particolare e anche abbastanza rara. Eccone la descrizione che ho ricavato anche grazie ai testi che indico in bibliografia: D/ LAN//PRI a tutto campo, su due righe, sormontate da trattini di abbreviazione. Contorno perlinato. R/ PAL//PRI a tutto campo, su due righe, sormontate da trattini di abbreviazione. Contorno perlinato. Riferimenti bibliografici essenziali: CNI XVIII, p. 241, n° 1; Spinelli, p. 140, n° x – xiii con figure a p. 3, n° 5 – 7; MEC 14, p. 592, n° 8 (tav. 1); Sambon, Recueil, p. 67, n° 152; Sambon, Repertorio, pp. 76 – 77, n° 483 (tav. VII); D’Andrea – Contreras, vol. II, p. 50, n° 5. (Esemplare proveniente da collezione privata. Fotografie a cura di chi scrive). Con un peso di 0,5 g. ed un diametro di 13 mm., stando a quanto ho appena riportato, dovrebbe trattarsi di un mezzo denaro coniato a Capua per il Principe longobardo Landolfo II in unione con suo figlio Pandolfo I detto Capodiferro. La data di emissione dovrebbe coincidere con il 943-958. Landolfo II fu Principe sia di Benevento che di Capua, poiché i due dominii erano stati uniti sotto una sola corona da suo nonno, Atenolfo I il Grande (887-910), Principe di Capua e conquistatore di Benevento. La tradizione dinastica capuana voleva che il figlio designato erede fosse affiancato nel governo dello Stato dal padre regnante già in giovane età. Potevano essere associati al trono anche più figli maschi, come vedremo tra poco. Da Atenolfo I si era stabilito che i due Principati di Capua e Benevento, una volta uniti, non si potessero più separare: naturalmente, la dinastia capuana badava bene a tenere uniti i suoi territori, soprattutto quelli di recente conquista, poiché potevano dimostrare ancora velleitarie spinte indipendentiste - in particolare se pensiamo a Benevento che, fino a poco tempo prima, era il più potente Stato longobardo dell'Italia Meridionale. Landolfo II fu così associato al trono da suo padre, Landolfo I (910-943), nel 933, anno in cui fu elevato allo stesso rango anche il fratello maggiore Atenolfo III. Alla morte del padre, il 10 aprile 943, Landolfo II assunse il potere assoluto sia su Capua che su Benevento: egli infatti spodestò dal trono della prima città il cugino omonimo, figlio di suo zio Atenolfo II, e dalla seconda suo fratello maggiore Atenolfo III. I due Principi si rifugiarono a Salerno da Guaimario II (901-946) che gli diede ospitalità e protezione. Il suo primo atto, in quello stesso anno 943, fu quello di associare al trono suo figlio Pandolfo I. Fu forse per commemorare questo avvenimento che a Capua (tra poco mi soffermerò anche sulla zecca emittente) si batté questo mezzo denaro in argento recante su ogni lato il nome ed il titolo principesco dei due regnanti longobardi. La politica di Landolfo II fu in linea con quella dei suoi predecessori: mentre da un lato promosse un avvicinamento diplomatico verso il Principato di Salerno, su cui iniziò a nutrire delle mire espansionistiche, prese le distanze da Costantinopoli, favorendo azioni di disturbo nelle province bizantine d'Italia. Nel 946, alla morte di Guaimario II, con l'ascesa di Gisulfo I (946-977), giovane ed inesperto, Landolfo II volle avviare l'invasione del salernitano per la sua annessione al Principato. Per questo motivo intrattenne rapporti amichevoli con il Duca di Napoli Giovanni III (928-968), il quale fornì un appoggio concreto per incentivare la spedizione di Landolfo. Il suo piano però fallì miseramente: l'esercito capuano, unito ai contingenti napoletani, fu sconfitto presso l'odierna Cava dei Tirreni dagli Amalfitani di Mastalo II (953-958), alleato dei Salernitani. Dopo la cocente sconfitta, Landolfo II ruppe l'alleanza con Giovanni III per passare con gli Amalfitani ed i Salernitani e mosse guerra al suo vecchio alleato napoletano: l'azione, però, si concluse con un nulla di fatto anche questa volta, dato che l'unico avvenimento eclatante della guerra fu l'assedio e la distruzione di Nola. A partire dal 955, la politica anti-bizantina del Nostro si fece ancora più aggressiva, ma i Greci si dimostrarono più preparati del previsto e Landolfo fu costretto ad ammetterne la superiorità. Alla fine del suo regno, Landolfo II, che intanto, nel 959 aveva affiancato a lui stesso ed al primogenito Pandolfo l'altro figlio omonimo, aveva fallito tutti gli obiettivi politici e militari che si era imposto. Anche per l'associazione al trono del secondo figlio Landolfo fu coniato a Capua un mezzo denaro recante, sul modello di questo oggetto della nostra discussione, i nomi abbreviati dei tre personaggi (cfr. Sambon, Recueil, p. 67, n° 153, con figura nel testo). Morì con questa delusione nel maggio del 961. Gli successe suo figlio Pandolfo I Capodiferro, in assoluto il più illustre esponente della dinastia capuana che riuscì, dopo più di un secolo, a riunire in una sola compagine territoriale l'antica Langobardia Minor beneventana, prima che si dividesse in più Principati indipendenti. Il potere effettivo fu esercitato da Pandolfo, nonostante il fratello Landolfo III fosse ancora co-reggente. La morte prematura di quest'ultimo, nel 968, lasciò Pandolfo unico padrone dell'Italia Meridionale longobarda. Le prime attestazioni di questi mezzi denari le ho riscontrate nel libro del Principe di San Giorgio, Domenico Spinelli, pubblicato a Napoli nel 1844 per cura di Michele Tafuri dal titolo Monete cufiche battute da Principi longobardi, normanni e svevi nel Regno delle Due Sicilie (cfr. tra i suddetti riferimenti bibliografici). In questo contesto vengono segnalati ben tre esemplari appartenenti alla ricchissima Collezione del Principe, illustrati mediante disegno nel trafiletto a pag. 3 del suo volume (fig. 1). Purtroppo, le monete furono male interpretate all'epoca e bisogna attendere gli studi dei più celebri Giulio ed Arturo Sambon agli inizi del secolo scorso per avere una panoramica più chiara intorno a queste particolari monete. Mentre per Giulio Sambon l'attribuzione a Capua è incerta (in quanto l'Autore era indeciso tra Capua e Benevento: cfr. quanto da lui detto in nota nel suo Repertorio sopra citato), per Arturo Sambon, nel Recueil, queste monetine vennero attribuite con certezza a Capua e datate alla metà del secolo X. L'esistenza di un atelier monetario a Capua in epoca longobarda è ben attestato - dice Sambon - grazie alla cronaca lasciataci dal rabbino Achimaaz: costui, narrando la storia della sua famiglia dall'850 al 1054 circa, racconta che un certo Samuele figlio di Chananel una volta sposatosi si trasferì nel 940 da Benevento, dove aveva vissuto fino ad allora, a Capua in qualità di "maitre de la Monnaie". Come datazione, tra l'altro, coincide pure con quella assegnata per questo mezzo denaro (943-958). Samuele, infatti, sembra abbia esercitato il suo incarico nella zecca capuana anche sotto Pandolfo I, successore di Landolfo II. L'attività monetaria di Capua in questo periodo, che non fu molto prolifica come dimostrato anche dalla rarità di questi pezzi, sarebbe servita, sempre secondo la ricostruzione del Sambon, ad alimentare con nuovo numerario il commercio affievolito del Principato di Benevento, ormai in decadenza rispetto agli antichi fasti. Un esemplare di questo mezzo denaro per Landolfo II e Pandolfo I era segnalato anche nella prima Collezione Sambon esitata a Milano nel 1897: nel catalogo di detta vendita se ne ritrova la descrizione a pag. 22, n° 267. Il celeberrimo studioso francese non trascura di osservare che, in molti casi, le lettere componenti le legende di questi nominali sono mal coniate e difficilmente si leggono nella loro interezza. Comunissime, infatti, sono le schiacciature di conio e i difetti di coniazione, come si osserva anche dai disegni pubblicati dallo Spinelli (fig. 1). Inoltre, la dicitura di mezzo denaro, di cui oggi qualcuno dubita, è dovuta essenzialmente al peso ridotto di questi pezzi. Fig. 1: Trafiletto illustrato con i mezzi denari capuani tratto dall'opera numismatica dello Spinelli. Mi scuso per la qualità delle foto, ma ho dovuto apportarvi qualche modifica per adattarle all'interno del presente post. Continua...
    10 punti
  2. Chiarisco il mio dubbio sulla frase " Sono associazioni che autorizzano i propri iscritti, o quanto meno una loro parte", dubbio che si riferisce non necessariamente alla sola NIP ma evidentemente a tutte le Associazioni che ottengono il riconoscimento ministeriale. 1. Le Associazioni (professionali) possono ottenere dal MISE il riconoscimento quali Enti che rilasciano (ai loro associati...non ai loro clienti) il cosiddetto "Attestato della qualità dei servizi". 2. Per ottenere questo riconoscimento dal MISE, le Associazioni devono garantire: a) la verifica delle competenze professionali dei propri associati; b) l'aggiornamento professionale costante dei propri associati; c) che gli associati rispettino un Codice deontologico. 3. Se fino a qui siamo d'accordo, scrivere che l'Associazione, che ha ottenuto il riconoscimento dal MISE, potrà anche non autorizzare una parte dei suoi associati a fare riferimento a questa "autorizzazione", sembra implicare che quella parte di associati non autorizzata o: a) non ha subìto la prevista verifica professionale; oppure, b) non si è costantemente aggiornata; oppure, c) non ha rispettato il codice etico. Ma allora, in questo caso, mi chiedo cosa abbia garantito l'Associazione al MISE. Perchè se l'Associazione garantisce al MISE un certo standard di professionalità dei propri Associati e poi, invece, tollera che vi siano associati che non rispondono a questi standard, il discorso diventa un tantino paradossale. Per assurdo, potremmo quindi avere un'Associazione con 100 iscritti riconosciuta dal MISE, di cui 90 non raggiungono gli standard (e quindi essi non si potranno "fregiare" dell'attestato ottenuto dall'Associazione) e dieci che invece li raggiungono (e che quindi si fregeranno dell'attestato). A quel punto, non essendoci alcuna uniformità fra gli iscritti dell'ipotetica Associazione (riconosciuta), mi chiedo che senso abbia riconoscerla. La riflessione non è riferita alla NIP o ad altre Associazioni, ma è una considerazione generale concernente la famosa frase che sembra distinguere, all'interno di un'Associazione riconosciuta dal MISE, associati di serie A e associati di serie B. Saluti. M.
    4 punti
  3. Già, ho sentito ieri che è stata fissata questa nuova data per la presentazione della richiesta ufficiale di uscita. Subito dopo il voto, Cameron aveva assicurato che sarebbe stata fatta a settembre/ottobre, poi a fine anno, poi a inizio 2017, ora siamo già arrivati alla primavera prossima...e dopo la primavera viene l'estate, poi l'autunno, poi... petronius
    3 punti
  4. Segnalo il libro, edito dall'Associazione Culturale Italia Numismatica, di Alberto Campana e Giovanni Santelli, dal titolo L'imperatore Otone - Storia e monete Per informazioni cliccare qui
    2 punti
  5. Nel "lontano" 2011 iniziai a studiare in maniera approfondita la monetazione di Carausio proprio partendo dalla zecca continentale di Rouen: Da allora ho avuto modo di recuperare diversi antoniniani dell'usurpatore britannico, alcuni comuni, altri più rari, qualche imitativo, ma non ero mai riuscito a entrare in possesso di un pezzo della cosiddetta zecca continentale di Carausio che i più identificano in Rotomagnus (Rouen). Di pezzi nel mercato ne appaiono, non molti e a prezzi relativamente alti. Con un po' di fatica, la scorsa settimana sono riuscito ad aggiudicarmi il primo esemplare della mia collezione proveniente da questa zecca da un venditore professionale inglese. Ecco il pezzo: D\ IMP C CARAVSIVS AVG, busto radiato dell'imperatore volto a destra. R\ SALVS AVG, la Salute stante in piedi volta a sinistra con cornucopia in una mano e bastone con arrotolato serpente nell'altra. Ex A. G. & S. Gillis Coins (UK) La moneta è chiaramente identificabile, per stile e tipo di rovescio, come un prodotto della zecca di Rotomagnus. Questa è una serie di esemplari analoghi provenienti dal British Museum: Dei pezzi presenti al British nessuno ha legami di conio con il pezzo da me proposto. Mentre invece trovo più aderente l'esemplare classificato al numero 42 nel saggio: "Le trésor de Rouen et l'occupation de la Gaule par Carausius" di Brigitte Beaujard e Hélène Huvelin: Il pezzo analizzato nel saggio proviene dal noto ripostiglio di Rouen composto da 207 esemplari di Carausio appartenenti tutti alla zecca continentale. Ed è proprio grazie a questo hoard che storicamente si è identificata nella cittadina di Rouen l'area in cui doveva presumibilmente essere collocato l'atelier gallico dell'usurpatore britannico. Come di consueto, lascio a voi la parola per ulteriori approfondimenti sempre graditi!
    2 punti
  6. Da sempre la zecca di Cremona mi sta molto a cuore. Da quando sono a Parigi a studiare teologia non volevo più intervenire, ma a questo proposito vorrei fare alcune precisazioni personali. - 1) che la moneta in questione sia coeva al grosso con la rappresentazione di sant’Imerio a mio parere è indubbio e mi sembra di averlo fatto notare, benché di sfuggita, a pag. 55 di http://www.academia.edu/543138/Recensione_al_volume_di_Germano_Fenti_La_zecca_di_Cremona_e_le_sue_monete._Dalle_origini_nel_1555_fino_al_termine_dellattività_Cremona_2001 . - 2) credo poi che il termine “mezzanino” e “inforziato” per questa tipologia monetale sia improprio e non si debba usare. Le due locuzioni indicano infatti una moneta dal valore di mezzo denaro imperiale ed effettivamente le fonti documentarie della seconda metà del XII secolo e diverse di XIII secolo lo attestano. La moneta in questione si deve però datare, proprio per le sue similitudini con il grosso sopracitato, a circa la metà del primo decennio del Trecento. Il suo peso medio (del tipo, intendo, non dell’esemplare in esame che purtroppo è frammetato) è quello dei coevi denari imperiali di Milano, Parma, Pavia, Brescia, con i quali circolava mescolato. Benché non ne conosca l’intrinseco, non mi sembra irragionevole pensare che si tratti dello stesso nominale, vale a dire, anche in questo caso, di un denaro imperiale. I successivi denari imperiali emessi a Cremona, dal rarissimo denaro di Giovanni di Boemia a quelli di Azzone Visconti, si attestano su pesi analoghi, leggermente calanti. - 3) comunque, su questa zecca c’è ancora tanto da studiare a da dire. Fenti ha fatto da apripista e indicato la strada, ma ha anche posto dei quesiti ai quali, secondo me, non sono ancora state date risposte adeguate. Ora vado, Oresme mi attende... Saluti
    2 punti
  7. Io resto scettico verso le aste, non credo siano vero indice per i prezzi, ci sono troppi magheggi NOTI A TUTTI che influenzano i prezzi a piacimento.
    2 punti
  8. @Teus I proprio per la T del Tramontano come già detto mastro di Napoli e Aquila, fino ad oggi e in assenza di documenti /prove certe non mastro di Tagliacozzo !! certo che L'Aquila non era feudo dei Colonna, quello che io "ipotizzo " è che questi cavalli dei Colonna "potrebbero" essere stati coniati nella zecca dell'Aquila, ovvero non aquilani ma "lavorati " nella zecca dell'Aquila, come successo anni prima con le monete del Camponeschi ( cella, denaro ,reale) con lo stemma monte a cinque punte
    2 punti
  9. Io non ritengo che il problema sia l'art. 91 del Decreto legislativo 22/01/2004 n. 42: "Le cose indicate nell'articolo 10, da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o sui fondali marini, appartengono allo Stato e, a seconda che siano immobili o mobili, fanno parte del demanio o del patrimonio indisponibile, ai sensi degli articoli 822 e 826 del codice civile.". Ritengo che i problemi siano i seguenti: 1) I criteri di attribuzione della natura "culturale" al bene; 2) Le prove della provenienza del bene da un suo ritrovamento nel sottosuolo o nel fondale marino; 3) Le prove della titolarità del bene avente natura culturale ai fini della sua restituzione al proprietario dopo il sequestro. Ma è solo una opinione.
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  10. non metti il peso , dettaglio determinante per stabilire se si tratta di un asse o di un sesterzio - in attesa ti posto un sesterzio di Filippo II con al R/ Principi Iuvent RIC 256a (Philip I), C 49 Sestertius Obv: MIVLPHILIPPVSCAES - Bare-headed, draped bust right. Rev: PRINCIPIIVVENT - Philip II standing left, holding globe and spear. 244-247 (Rome). P,S la moneta non mi trasmette buone cose..... sembra un prodotto di fusione
    2 punti
  11. Ciao. Si tratta di un attestato di qualità che l'Associazione professionale rilascia ai propri iscritti (neanch'io capisco il senso della frase riportata da prtgzn, "o quanto meno ad una loro parte"). L'associazione, per essere riconosciuta dal MISE, deve garantire di verificare le competenze professionali dei propri iscritti, il loro aggiornamento costante ed il rispetto di un Codice deontologico. Il tutto è previsto dalla Legge n. 4 del 2013. In un Paese amante dei titoli (Dott. Prof. Avv. Ing. Cav. Grand Uff. Lup. Mann ecc. ecc) è un ulteriore motivo di orgoglio e di distinzione. Chiederei anch'io spiegazioni al Forum sulla frase che non mi è chiara. Saluti. Michele
    2 punti
  12. Ciao@borghobaffo, Ormai mi dedico quasi solamente alla zecca di Cremona con le necessarie comparazioni con zecche limitrofe. Potresti per cortesia allegarmi una foto o una scansione del MIR 297? Mi sorprende non averlo notato prima, ma nel mio (seconda edizione) la numerazione salta esattamente quel numero! Tieni comunque conto che, se non erro, la prima edizione è vecchietta e precedente all'opera conclusiva e riassuntiva del Fenti, dunque simili confusioni sono più che comprensibili. Per quanto riguarda l'obolo, è un termine erroneamente usato come sinonimo di cremonese (corretto) e medaglia (corretto? Mah, al riguardo il Fenti ha fatto una gran confusione a mio avviso...). Esistono oboli con stelle o con bisanti, tuttavia i primi non esistono con legende a caratteri gotici. Inoltre esistono altri elementi fondamentali per la distinzione. I cremonesi con le stelle hanno una stella al centro del monogramma, salvo rarissime varianti; hanno poi una stella alla fine della legenda, ma non sempre è facile vederla data la scarsa conservazione in cui si trovano; infine il peso, i cremonesi non superano i 0.4 circa, a maggior ragione con quelle mancanze ci attesteremmo a non più di 0.25/0.3 grammi. Inoltre i moduli sono visibilmente più piccoli degli inforziati. Allego una foto di un cremonese con queste caratteristiche e un confronto fra i moduli di grosso, inforziato e cremonese con stelle. Infine c'è da dire che è dubbia la datazione degli inforziati (alias mezzanini) a caratteri gotici. Sono del tutto analoghi al grosso con S. Imerio, ma nessuno (a parte il Fenti, in minima parte) si è preoccupato molto di questo aspetto, finora. E chissà, magari, scava scava, a ben vedere saltano fuori forme ibride tra i caratteri gotici e quelli normali di cui nessuno ha mai parlato [emoji6]....
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  13. Interessante questo topic, caro Mario come al solito ci metti lo zampino... Qui possiamo notare un chiaro esempio dove la corona ferrea viene rappresentata radiata. Una coppia di gemelli Napoleonici patriottici, con ispirazione Italiana visibile nell'aquila del Regno Italico, con stella e corona ferrea in petto e per la stessa corona che indossa l'imperatore, intorno la leggenda NAPOLEON LE GRAND. Eros
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  14. diamo a @TheWhiteFly quello che è di TheWhiteFly.... (@gpittini poi mi rimborsi il costo della medaglia...)
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  15. ......il vero motivo della doppia coniazione è solo uno: a Ferdinando IV di Borbone non piacque il lavoro svolto dall'incisore/i al rovescio della moneta.....a breve uscirà un mio scritto sull'argomento.
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  16. Tinia non nascondiamoci dietro un dito. In tutte le associazioni professionali ci sono i bravi, i meno bravi e a volte anche una certa percentuale di incapaci. Se dovessi essere operato al cuore andresti da un cardiochirurgo qualsiasi o ti informeresti prima? E non credo che diventare cardiochirurgi sia piú facile che diventare NIP no? E per il pregresso cosa facciamo?
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  17. Ora non farò nomi, ma più che preoccuparsi dei riconoscimenti andrei a rivedere le liste dei soci NIP. Per alcuni tanto di cappello, ma per altri... Ci sono anche compro oro e persone che di monete non sanno nulla.
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  18. @King John Direi piuttosto... il condizionatore non si vede ma è acceso a manetta, vedi dai cappellini e pigiamini vari che fa un freddo cane. :-) Ora, credo, sia meglio finirla prima che un moderatore, giustamente, ci sgridi! :-) TWF
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  19. Aggiungo ancora una considerazione sulla mappatura PNAS. La diffusione è maggiore a sud est (infatti alcuni collegano questa distribuzione alla presenza della classis in ottica di controllo della pirateria sassone) e nell'Inghilterra del Nord abbiamo una concentrazione lungo la direttrice che passava per York/Eburacum e quindi verso il Vallum. Ma la domanda che mi pongo, seppure esulando dal tema iniziale, è la seguente: ma sul Vallum vi erano milizie carausiane? Certamente sí. E allora perchè non vi si rinvengono monete del periodo? Forse erano state ridotte le guarnigioni a fronte di un accordo, (pagato) di non belligeranza con i Caledoni in modo da utilizzarle a sud in ottica anti-romana? Comunque sia e anche ritenendole ridotte numericamente qualche moneta la avrebbero dovuto perdere/occultare. Ciao Illyricum [emoji6]
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  20. monetazione fusa , cioè versando del metallo liquido in appositi stampi cavi, in modo tale che con la solidificazione assuma l'aspetto desiderato. poiché la moneta in oggetto dovrebbe essere invece coniata,........ da li l'impressione di moneta non autentica
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  21. Dal sito di Santelli http://www.webalice.it/giovanni.santelli/news3001.html ho appreso che la presentazione avverrà, con la presenza di entrambi gli autori, nell'ambito del Biblioday, giovedì 27 ottobre ore 17 presso la Biblioteca delle Arti dei Civici Musei di Reggio Emilia e sarà ripetuta sabato 29 ottobre ore 15 in sala Prampolini a Brescello (RE), il paese di don Camillo e Peppone, dove Otone si è suicidato.
    1 punto
  22. grazie...mi dai conforto :-)
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  23. Ciao Luciano , il Leone di San Marco che si staglia imperioso sulla facciata del Palazzo risale al Cinquecento e proviene da un bastione delle mura di Padova . Come sia arrivato qui a Roma non saprei dirti . Buona serata Claudio
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  24. Cari @Monetaio e @Corallino, la mia voleva essere un'indicazione per orientarsi circa il valore di una 500 lire: il nostro amico ha così un valore di riferimento per regolarsi sulla cifra che sarà disposto ad accettare. Che il valore di mercato non coinciderà con il valore teorico mi è ben chiaro, infatti non mi risulta né di averne suggerito la vendita a quel prezzo né, tantomeno, di averne fornito una stima personale. Francamente la risposta di @Monetaio è condita da un sarcasmo che ho trovato un po' fuori luogo (ma sono sicuro che la stessa risposta detta di persona mi sarebbe risultata meno antipatica), mentre quella di @Corallino è lapidariamente corretta: in effetti (ed evidentemente) avrei dovuto meglio specificare che quel sito è utile per monitorare il "valore teorico" di una 500 lire in argento .
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  25. Ciao @dux-sab , posto qualche altra foto che reputo piu' importante di altre , anche per non prolungare all' infinito questo post ; magari @RobertoRomano che noto ben fornito di libri e informazioni sulla vecchia Roma , se crede , puo' postarne delle altre . In questa piu' recente foto aerea , anni '50/'60 , del Mausoleo di Augusto , si nota purtroppo la stato di estremo degrado all' interno del monumento dovuto principalmente al tempo ma anche all' incuria degli uomini di tutti i secoli , nonché ai discutibili interventi del ventennio fascista . Al centro della foto si nota la ricostruita e brutta "cella" che avrebbe contenuto in antico , in questo esatto punto del Mausoleo , le ceneri di Augusto ; mentre intorno a questa "cella" si sarebbe sviluppato l' anello o gli anelli concentrici contenenti altri vani all' interno dei quali erano le ceneri dei parenti e amici di Augusto e dei suoi successori , sembra fino a Nerva , tranne i Flavi che avrebbero avuto un loro Mausoleo familiare nell' alta Semita , l' attuale Via del Quirinale , Via XX Settembre , sul Quirinale . Nella prima foto la "cella" finita , nella seconda la zona centrale , il cuore , del Mausoleo prima della costruzione della "cella" , nella terza foto la "cella" in costruzione ; le ultime due foto sono degli anni fine '20/'30.
    1 punto
  26. http://www.colleconline.com/it/Artefact/Viewer/6bd19d36-d974-4ad5-9a73-5bdc87d60da7 ??? Da taluni attribuito a Hugues III (1162-1192)
    1 punto
  27. Mi pare una contraddizione in termini che l'Associazione garantisca al Ministero uno standard qualitativo dei propri Associati e poi tolleri che al suo interno convivano iscritti che possiedono e che non possiedono tali standard. Nelle libere professioni, l'iscrizione alle Associazioni professionali si ottiene mediante superamento di un esame di Stato, che garantisce, almeno sulla carta, un eguale standard professionale. A monte, e per poter accedere all'esame di Stato, è necessario possedere requisiti di studio e di pratica professionale che, sempre sulla carta, garantiscono tendenzialmente un'eguale preparazione dell'iscritto. Negli Ordini professionali (ma anche nei Collegi) riconosciuti dallo Stato, non avrebbe alcun senso fare riferimento a soggetti che non hanno i richiesti requisiti...poichè costoro sarebbero automaticamente fuori dall'Ordine o dal Collegio di appartenenza. Anche da queste considerazioni nasceva la mia perplessità sulla frase che si commentava in precedenza. M..
    1 punto
  28. In effetti la mia precedente risposta era proprio per puntualizzare che nella NIP, non ci sono associati non in possesso dei requisiti suddetti, quindi non ci sono associati di serie "B". Per le altre associazioni professionali, non saprei...MIchele intanto può dirci se ce ne sono in quella degli avvocati...
    1 punto
  29. "Michele, perchè lo chiedi qui?" Perchè è qui che lo chiedeva anche un altro Utente (vedi post n. 24 di prtgzn). "Comunque sia mi pare abbastanza probabile che l'eccezione sia stata fatta per coprire eventuali scenari presentatisi con le varie associazioni. " Chissà, può anche essere. Ha il sapore del solito espediente "italico", per salvare capra e cavoli. M
    1 punto
  30. buongiorno, direi anch'io che si tratta di fusione, il bordo "rialzato" ne è la prova più evidente
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  31. Metti le foto della moneta che hai preso tu, così le confrontiamo! In ogni caso penso che 2 euro sia circa il suo valore anche alla luce del calo delle quotazioni degli ultimi anni. Ciò non toglie che sia rara e che sia una fantastica testimonianza dell'epoca.
    1 punto
  32. Per la datazione delle foto,sono più affidabili e rigorosi Becchetti,Brizzi e Negro...D'Onofrio,comunque,è un grande.Ho quasi tutti i suoi libri
    1 punto
  33. Grazie per la sua osservazione vickydog,purtroppo la normativa e quella che e quindi a questa Dobbiamo attenerci.ma la cosa piu allucinante e l enorme dispendio di risorse pubbliche per far rispettare queste norme,poiche parlando senza peli sulla lingua la stragrande maggioranza dei provvedimenti giudiziari in tal senso finisce in non luogo a procedere o in assoluzioni con formula piena neanche dubitativa. Ma nel frattempo ci saranno stati sequestrI perquisizioni alle 5 del mattino spese per legali e altrI grattacapi Un baraccone inutile e dispendioso
    1 punto
  34. Certo che ne vale di più! Secondo me c'è un po' un gioco al ribasso in questo forum, che è comunque oro colato per consultazioni ed apprendimento. ieri ho preso la stessa moneta a 20 centesimi. Ovviamente è quasi indecifrabile. Mi piacerebbe trovare determinate monete ai prezzi che taluni abbattono :-/
    1 punto
  35. Buongiorno a tutti, oggi voglio condividere con voi questo bel ducato di Filippo II per il Regno di Napoli. Pareri e opinioni sono sempre ben accetti.
    1 punto
  36. Due Ponti romani , il Nomentano sull' Aniene ieri e oggi e il Sublicio sul Tevere . La prima foto del Ponte Nomentano e' del 1905 ma potrebbe essere anche di oggi perché questo Ponte e' ancora immerso quasi in solitudine . La foto del Ponte Sublicio e' del 1890 , si vedono ancora in sito i piloni del Ponte romano , fatti saltare in quegli anni di fine '800 per facilitare lo scorrimento del Tevere .
    1 punto
  37. Da quest'altra angolazione e luce in effetti pare in rilievo ma se si guarda bene sembrerebbe una frattura del conio che parte già dalla base della A. E pure quella che sembrava la gamba di una n (anche se era troppo attaccata alla base della croce) vista così sembra proprio una ribattitura/scivolo del potenziamento della croce (ecco spiegato il perché è così vicino).
    1 punto
  38. Sembra di si anche a me
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  39. Non intendo partecipare a un dibattito più volte iniziato su questo soggetto, ma solo esprimere che personalmente e per quel che vale, sono d'accordo con te, Ateniese. A pare mio (e non solo) è una legge con una impostazione arcaica che concede una autorità e una discrezionalità allo Stato che questo non può avere nei confronti dei cittadini presupponendoli colpevoli e detentori di merce illecita fino a parere contrario e limitandone la libertà, anche di scambio. Un 'Borbonismo' credo unico in Europa che ci si è probabilmente e semplicemente dimenticato di cancellare. Sono anche d'accordo quando dici che la legge va rispettata. Ho sperato che l'Europa intervenisse, come ha fatto già per innumerevoli norme e privilegi. Purtroppo adesso ha ben altri grattacapi...
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  40. Alla fine il realizzo del presepe di Kunker non è niente di che.... cosa ne pensate ? Seppur di buona fattura rispetto a molti suoi fratelli, il realizzo è un po' basso, io sinceramente attendevo qualcosa in più. Non è che poi l'ha preso uno del forum eh ? Saluti.
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  41. Se a nulla servirebbe fare i nomi, meno ancora serve lanciare il sasso e poi nascondere la mano, se non alimentare polemiche o far nascere dubbi sulla bontà della "denuncia".
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  42. IO, nel 2011, e stranamente accadde con la tua stessa dinamica: per ben due volte consecutive... Poi tutto è rientrato nella normalità.... Misteri della fede!
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  43. Non sembra proprio così trattandosi di Napoleone ,in persona, insieme all'Appiani, scelse questa raffigurazione a dieci punte diversa dal diadema. Quindi scelta voluta da Napoleone che voleva avere la corona col disegno di Appiani che seguì nei particolare tutta la cerimonia,ma arrivarono prima prove e progetti, tanti....si sperimentò. La monetazione non fu casuale come ho detto prima per numerose prove e progetti fatte, solo dopo essere convinti si passò alla produzione vera e monetale, Napoleone era al corrente di questo.
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  44. Una fotografia "scandalosa" ; in quella che un giorno sara' Via dei Fori Imperiali , oggi trafficata da numerosi gruppi festanti di turisti italiani e stranieri , sotto la Colonna Traiana , pascolavano e riposavano tranquille le capre . L' immagine potrebbe sembrare piu' un dipinto del Rinascimento , invece e' una foto degli inizi del '900 , poco piu' di 100 anni fa .
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  45. Una fotografia del Pantheon allagato del 2 Dicembre del 1900 . Da questa foto si comprende come le alluvioni del Tevere in tutte le epoche fossero frequenti e disastrose per Roma ; gia' Giulio Cesare aveva pensato ad una deviazione del Tevere che facesse scorrere il fiume fuori dall' Urbe , poi il suo assassinio pose fine al progetto . Chi ha visitato il Pantheon sa quanto siano alte le colonne del Pronao , da questa foto si nota che l' acqua arrivo' fin quasi alla meta' dell' altezza delle colonne allagando tutta la zona circostante all' edificio in quanto le fognature non ce la fecero a smaltire l' acqua ed esplosero .
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  46. perchè questa ve la siete scordata?
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  47. Salve@numa numa, le coniazioni di questi cavalli sono sicuramente da attribuire ai Colonna. Qui metto un raffronto stilistico tra i cavalli in esame, un bolognino di Martino V, al secolo Oddone Colonna, e lo stemma nobiliare dei Colonna. Le tre colonne sono identiche nello stile e nella rappresentazione. P.S. La colonna nel bolognino si trova al centro, tra le 4 lettere del rovescio.
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  48. La moneta non è certamente bellissima, colpa la debolezza di conio su mezza impronta su di un conio giá basso di suo... E diverse concrezioni sparse sulle due facciate... Ma chi della mia epoca non ricorda a scuola le lezioni sul sacrificio di Pietro Micca durante l'assedio di Torino del 1706?? questa moneta mi fa tornare in mente i disegni del l'eroe piemontese sui libri di storia nel momento di accendere la miccia nei sotterranei della città per scongiurare la presa di Torino da parte dei francesi... spero che anche ad altri faccia lo stesso effetto che ha fatto a me..
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  49. Grazie Savo! In fondo abbiamo un po' tutti la stessa "malattia" e credo sia un sentimento comune quello che provi o almeno, io mi sono rivisto un sacco nelle tue parole. Nic
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  50. queste monete sono la mia passione... sono particolarmente ostiche da catalogare e per questo motivo sono anche particolarmente affascinanti. Per chi non conoscesse la tabella dei gruppi descritta dal Murari, la descrizione è quanto segue. GR. A - denari più antichi.di conio rozzo,grossolano,ma con leggende chiare e con lettere regolari. le varietà di iscrizioni sono numerose, con il nome del sovrano spesso completato co il titolo di Re e con il nome di ENRICVS con la H iniziale o senza. la S finale di ENRICVS negli esemplari più antichi è di solito normale, cioè verticale, nei più recenti è coricata. GR. B - evoluzione della tecnica di coniazione con l'uso più generalizzato di punzoni; lettere e croci si ingrandiscono, le lettere sono meno regolari e si scompongono nei singoli segni sostitutivi. Si può precisare meglio che lettere e croci via via si ingrandiscono per poi iniziare un rimpicciolimento verso la fine del periodo; le lettere pur scomposte in segni che rappresentano parti di lettere sono facilmente ricomponibili. La scodellatura si attenua. Le croci nel campo sono formate da quattro triangoli staccati al centro. L'ingrandimento di lettere e croci porta all'allargamento del conio non accompagnato dall'allargamento del tondello con la conseguente esclusione della parte esterna delle iscrizioni: da ciò l'errata impressione di monete tosate. GR. C - rimpicciolimento progressivo delle lettere e delle croci collegato con una graduale diminuzione del diametro e del conio e con una trasformazione di lettere o di loro parti in segni convenzionali a volte spostati nel giro della leggenda. Le iscrizioni diventano pressochè illeggibili. Leggera accentuazione della scodellatura. GR. D - ulteriore evoluzione nella formazione e disposizione delle lettere ma con maggiore affinamento nello stile. Ulteriore leggera riduzione del diametro. Ulteriore accentuazione della scodellatura. ciao. Una buona giornata a tutti
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