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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/23/16 in tutte le aree
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È con vivo piacere che vi segnalo l'uscita del numero 2016/3 dei quaderni tutto dedicato a Milano: Milano raccontata dalle sue monete e medaglie - Quaderni di laMoneta 2016/3 "Milano raccontata dalle sue monete e medaglie" è un viaggio tra le monete, le medaglie, le tessere e i gettoni di Milano dalle prime coniazioni delle dracme padane del 300/200 a.C. fino alla chiusura della zecca con Re Umberto I nel 1892. È una monografia volutamente molto divulgativa per tutti, che ci accompagnerà tra i simboli, le tradizioni, le storie, le imprese di una Milano nel tempo. Un libro per non dimenticare e non far dimenticare la nostra identità, la nostra storia, chi siamo e chi siamo stati.... Come sempre disponibile da amazon: https://www.amazon.it/dp/15405246128 punti
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Intanto ringrazio veramente molto Massimo @incusoper tutta l'assistenza tecnica e l'aiuto fornitomi per dar luce a questa monografia milanese. Il promo del primo post che è poi la quarta copertina del libro spiega già bene di cosa stiamo parlando, ma certamente ci sono tante motivazioni che mi hanno spinto a cercare di mettermi alla prova in un lungo cammino nel tempo dalle prime alle ultime coniazioni di Milano. Innanzitutto volevo un lavoro fatto per tutti, di pura divulgazione che fosse alla portata come lettura dell'uomo della strada, di chi ama Milano ma la conosce poco, che possa essere letto anche fuori dell'ambito prettamente numismatico, in Associazioni, Circoli, realtà svariate milanesi, per chi solo volesse approfondire o ripercorrere con me Milano nella storia coi simboli, le sue storie, le sue testimonianze, i suoi personaggi, le sue imprese ovviamente tramite monete, medaglie, tessere , gettoni e perfino i tarocchi. Raccontare per non dimenticare la nostra storia, la nostra identità, spesso poco conosciuta o addirittura non conosciuta, in fondo è un lavoro per il futuro , per le nuove generazioni per ricordare e conoscere...sentivo di doverlo fare per me e per altri... Credo che la ricerca scientifica sia molto, ma molto importante, ma che lo sia anche la divulgazione, anzi forse la divulgazione nel contesto in cui stiamo vivendo forse lo sia anche di più... E quindi racconto...40 capitoletti che parlano di Milano vista dal numismatico in modo semplice ma spero accattivante. Ci sono estratti di articoli già pubblicati, spunti tratti da discussioni fatte sul forum stesso, tanti altri nuovi, spero possa essere una bella lettura per milanesi e non, forse un lavoro di questo tipo non mi sembra sia stato mai fatto, ma giustamente prima bisogna leggere e poi commentare, magari ne parleremo anche a Verona, il libro è acquistabile già da ora e fa parte della collana dei Quaderni di Lamoneta. Domani onde farvi capire meglio di come sia composto e strutturato vi posterò l'indice coi vari capitoli, buona notte, Mario4 punti
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propongo una cosa inedita... ma se oltre alla foto di gruppo di noi lamonetiani ne facessimo anche un'altra? Intendo, ciascuno porta una sua moneta, non necessariamente di valore, e la mette insieme a quelle degli altri in un piatto -necessariamente pulito - al pranzo, credo che una cinquantina ce ne possano stare... poi facciamo la foto del piatto con un po' di ciascuno di noi tutti. Potrebbe essere una bella installazione artistica! una seconda foto di gruppo. Poi ovviamente ognuno si riprende la sua ! credo che se scegliamo dei moduli piccoli ci stiamo tutti dentro. Se no chiediamo un piatto da pizza al ristorante Che ne pensate?4 punti
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DE GREGE EPICURI Dunque, molto interessante l'incontro di ieri. Forse più storico che numismatico, nel senso che si è vista solo qualche foto di fiorini (e nessuna panoramica delle diverse emissioni, dei differenti zecchieri, ecc.) Accenno un po' a caso a qualcuno dei temi trattati: -Purtroppo non ci sono abbondanti e dettagliati documenti del Comune relatiivi alla decisione di emettere questa moneta d'oro. Locatelli ha vagliato con enorme pazienza tutti i documenti comunali per almeno 50 anni (fra 1l 1250 e la fine del secolo). Le citazioni del fiorino sono pochissime o assenti nei primi anni, mentre aumentano un po' dal 1276/77. -Il fiorino ha avuto un "lancio" eccezionale in parallelo con l'intervento in Sicilia di Carlo d'Angiò, chiamato dai papi che volevano sbarazzarsi degli imperatori svevi. Infatti l'impresa militare è stata in sostanza finanziata in fiorini dai banchieri toscani. In contemporanea, i ghibellini toscani sono stati messi in difficoltà, e alla fine di fatto sconfitti. Carlo 1° d'Angiò anche in seguito ha accolto il fiorino, di fatto, come se fosse "moneta locale", perfino dopo aver iniziato la coniazione del suo Reale d'oro. Di fatto in fiorini potevano esser pagate le tasse, e in tale moneta il re pagava le truppe (specie i mercenari), finanziava le imprese pubbliche, ecc. -Tutta la documentazione siciliana e napoletana del Regno Angioino (abbondante) era riunita a Napoli, ed è stata danneggiata seriamente allorchè nel 1943 l'esercito tedesco incendiò gli archivi. Essi sono stati in parte recuperati e pubblicati a partire dal 1950, per merito di Filangeri. -La purezza del fiorino a 24 carati ha fatto scuola, tanto che anche i veneziani (che invece hanno lasciato moltissima documentazione) hanno deliberato che la purezza del loro ducato fosse "come quella del fiorino". La garanzia sulla qualità dei fiorini fu poi rinforzata anche dal c.d. "fiorino di suggello" introdotto a fine secolo (sacchetti sigillati), come meglio raccontato anche in questa discussione (post n. 12). E poi molte altre cose...3 punti
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Buona serata Prenotato per 60 alle ore 12.30 ..... rammento che il costo è €. 15,00 a persona per il solito menù di due primi, due secondi, acqua, vino e caffè. saluti luciano P.S. ... di due primi, due secondi ..... chiaramente a scelta. @angelonidaniele non farti venire strani pensieri!!!3 punti
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Buona sera!! Dopo tanta tanta pratica e tante ore passate a capire come utilizzare al meglio la luce vi mostro le ultime foto fatte a questo tondello. L'attrezzatura è la medesima ed è la stessa anche la lampadina ma ho cambiato completamente il layout (dicasi disposizione di macchina e lampada), inoltre con un pannello riflettente ho potuto regolare maggiormente la fonte luminosa dopo aver notato che mi vengono meglio con luce riflessa piuttosto che diretta.. Ancora si crea una zona d'ombra dovuta all'obbiettivo della compatta, che non avendo un obiettivo macro deve stare per forza a due centimetri dalla moneta per dare dei buoni risultati. Che ne dite? Continuerò a provare per cercare di eliminare la zona d'ombra però dalle foto precedenti a queste secondo me c'è un abisso.. @miza ti avevo detto che le precedenti erano passabili ma non appaganti.. Si può sempre migliorare.. (Ci sei a Verona?)3 punti
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Uno dei tanti Archi trionfali che sorgevano in Roma , innalzati per glorificare gli Imperatori e le loro conquiste militari , apparteneva a Claudio , eretto secondo la consueta formula , dal Senato e dal Popolo Romano nell’ anno 50/51 in memoria della conquista della Britannia iniziata nel 43 . Purtroppo anche questo Arco , come tanti altri , crollo’ per cause naturali o venne in parte distrutto nel corso dei secoli bui del medioevo per ricavarne marmi da avviare alle calcare ; grandi frammenti dell’ Arco vennero ritrovati nel Rinascimento in Via Lata - Flaminia , la moderna Via del Corso che unisce Piazza Venezia a Piazza del Popolo , infatti solo nel 1500 , nel 1562 e nel 1641 a seguito di lavori edilizi all’ angolo tra Via del Corso e Piazza Sciarra vennero ritrovati numerosi pezzi dell’ Arco e il 12 Novembre del 1641 fu trovata la meta’ , oltre a vari frammenti , della grande iscrizione dedicatoria che oggi e’ conservata in Campidoglio nel Palazzo dei Conservatori . Un testimone oculare del tempo , un certo Giacinto Gigli , Priore di Roma , scrisse un mese dopo la scoperta dei ruderi dell’ Arco una accurata relazione del ritrovamento e della grande iscrizione ricomposta , ne riporto , nella scrittura dell’ epoca un breve estratto altrimenti troppo lunga , dei passi piu’ importanti : “…..il 12 di Novembre (1641) si scopri’ nel mezzo della strada (Via del Corso) una gran rovina de’ marmi et scolture et colonne scannellate di Giallo mischio (Giallo antico o Pavonazzetto) che stavano sotto terra per molte canne (una canna romana , misura dell’ epoca , corrispondeva a metri 2,2) et fu fatta una cava per tirarle fuora dalla parte del detto Palazzo (Palazzo del Principe di Carbognano) …….mi calai a basso insieme con i Conservatori et al lume di una candela , nella grotta che si era cavata , viddi et toccai li marmi et le scolture et hebbi un pezzetto di quelle colonne gialle …….ma cominciandosi a rompere il tempo et a venire gran piogge fu riempito il fosso et ricoperto ogni cosa et rimase tutta quella rovina si come stava prima ……il Signor Cardinale Barberino ha una Medaglia di Claudio Imperatore (che sotto si vede in foto) nella quale si vede questo Arco che ha quattro colonne per facciata scannellata et vi sono statue et scolture et in cima un cavallo” La grande iscrizione dedicatoria dell’ Arco rimase di proprieta’ della Famiglia Barberini per circa tre secoli , finche’ nel 1938 passo’ al Comune di Roma in Campidoglio ed ora si trova nei Musei Capitolini ; la dedica , che sotto si vede in foto , dopo l’ iniziale descrizione delle cariche pubbliche di Claudio cosi’ concludeva : “…….ricevette la sottomissione di undici Re della Britannia dopo averli vinti senza alcuna perdita e perche’ per primo sottomise al Popolo Romano quelle genti barbare di oltre Oceano” Qualche nota sulla spedizione in Britannia di Claudio nel 43 : La conquista della Britannia del sud fu in effetti una operazione abbastanza veloce e praticamente senza spargimento di sangue romano , come racconta anche l’ iscrizione dell’ Arco ; le Legioni che parteciparono alla spedizione militare britannica di Claudio furono quattro : la II Augusta , la XIV Gemina , la XX Valeria e la XX Hispana , per un totale di circa 40.000 uomini compresi gli ausiliari ; il comando militare dell’ operazione fu affidato da Claudio , che partecipo’ di persona alla spedizione , ad Aulo Plauzio che pero’ nel corso della campagna subi’ una lieve sconfitta alla foce del Tamigi ; Vespasiano , che allora era Legato della II Legione Augusta prese infine Camulodunum che era la capitale dei Trinobanti , una locale tribu’ di Britanni e la campagna , con la presa dell’ odierno Galles e degli undici Re britanni ebbe momentaneamente fine , la conquista romana si arresto’ con Claudio e Nerone fino a poco sotto le attuali Manchester e Sheffield , tanto che poco dopo venne innalzato al Divo Claudio un Tempio , eretto mentre l’ Imperatore era ancora vivo , almeno questo e’ quanto scrive Seneca in una sua opera . Svetonio nella Vita di Claudio accenna brevemente a questa campagna militare , mentre quando scrive della Vita di Vespasiano , durante la campagna in Britannia agli ordini di Aulo Plauzio , scende un po’ piu’ nei particolari : “Vespasiano venne trenta volte a battaglia con il nemico . Agli ordini prima di Aulo Plauzio e poi dello stesso Claudio , costrinse alla resa due fortissime tribù e più di venti oppida , conquistando l'isola di Vette, vicina alla costa della Britannia » In pratica alla fine di questa prima campagna militare la conquista romana della Britannia arrivo' circa all' odierno Galles , il confine sotto le attuali Citta' di Manchester e Sheffield . Prendiamo ora in considerazione l’ aspetto numismatico dell’ Arco , esiste un dubbio circa l’ Arco rappresentato nel Sesterzio , infatti sembrerebbe che questo Arco non sia quello eretto in onore di Claudio per la campagna in Britannia , bensi rappresenti l' Arco eretto da Tiberio in onore del padre di Claudio , Nerone Claudio Druso Germanico , identificato in Druso Maggiore , infatti il primo nome Nero non lascia dubbi , mentre il primo nome di Claudio era Tiberio seguito da Claudio Germanico , inoltre esiste la testimonianza di Tacito che ci informa della costruzione di questo Arco sotto gli auspici di Tiberio in onore di Germanico per avere recuperato le Insegne perdute da Varo ; questo Arco si trovava di fianco del Tempio di Saturno a cavallo della Via che saliva dal Foro al Campidoglio e che si chiamava Clivo Capitolino ; quindi l’ Arco di Claudio del post non deve essere identificato con quello rappresentato nel Sesterzio , ma l’ Arco di Claudio va riferito a quello coniato nell’ Aureo dove infatti si legge “De Britann” , eretto a somiglianza dell’ altro di Druso Germanico nel Foro Romano . Purtroppo entrambi gli Archi non esistono piu’ . Sotto , il Sesterzio con l’ Arco eretto in onore del padre di Claudio , Druso Maggiore e l’ Aureo di Claudio con il suo Arco “De Britann” , l’ iscrizione dell’ Arco di Claudio nel Palazzo dei Conservatori sul Campidoglio , ricostruzione dell’ Arco in Via Lata con un tratto dell’ acquedotto dell’ acqua Vergine .2 punti
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@417sonia @dabbene davvero!!!! Chiedo venia, il tempo vola in modo incredibile, ricordo come se fosse ieri quando ne parlavo con gli altri amici, mancavano ancora mesi e dubito ci fosse già la discussione. In questi giorni, parlando con un amico numismatico, ho preso coscienza che ci siamo già... così ho beccato la discussione In ogni modo grazie mille!! Ci vediamo a Verona! Spero di cogliere l'occasione per conoscere qualche nuovo appassionato... un tavolata da 60 è davvero pazzesca... !!2 punti
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Buona serata L'archetipo svizzero. Nazione "pacifista" da secoli .... e che per secoli ha rifornito di soldati buona parte delle nazioni europee per le loro guerre; e oggi è tutto sommato una delle nazioni più "militarizzate". saluti luciano2 punti
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Buonasera, Arrivo in ritardo, scusatemi, ammetto di non aver letto prima questa discussione.... è ancora possibile aggiungere un posto a tavola [emoji4]? Se la risposta è no, nessun problema, ci salutiamo comunque al convegno....2 punti
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Ciao Antonio, sentiti pure libero di proporre tutti i contributi che vuoi in questa discussione, a patto, logicamente, che siano coerenti con il discorso che stiamo affrontando, anche se "trasversale". Ugualmente sulle sue monete napoletane Carlo I appose con costanza il proprio emblema araldico, il giglio di Francia, dando vita a diverse combinazioni iconografiche che, poi, tenderanno a fissarsi in quello che sarà il primo stemma "nazionale" del Regno di Napoli. Ad esempio, ci sono numerose varianti dei simboli che circondano lo scudo bipartito con gli emblemi di Angiò e di Gerusalemme sul diritto dei saluti d'oro di zecca partenopea. Più semplice, invece, lo stesso scudo bipartito che compare sui saluti d'argento. I sovrani delle dinastie che seguiranno quella Angioina al governo del Regno non elimineranno le tracce araldiche dei predecessori, anzi, in molti casi le assimileranno alle proprie. Il discorso si offre a molteplici interpretazioni. Non voglio andare oltre, così da lasciare la parola anche agli altri interessati: io mi sto impegnando affinché questa discussione non si trasformi in una chiacchierata tra pochi, se non pochissimi, partecipanti, altrimenti andrebbe gradualmente a perdere tutto il suo potenziale. Vediamo come si sviluppa la cosa: gli spunti ci sono...2 punti
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Per quanto riguarda il Concorso " Il messaggio nelle monete " rimangono 7 giorni ancora per votare, tempo fino al 30 novembre per mettere uno o più mi piace alle monete col loro messaggio preferite, al 30 novembre vedremo le tre che hanno colpito di più la vostra attenzione... Ma indipendentemente dal concorso, quello che rimane e rimarrà è quello che è stato fatto qui da molti utenti in questa discussione in questi giorni. Più di 300 monete postate con relative spiegazioni, col loro motto, la loro legenda, la loro impresa e il loro messaggio a volte evidente, a volte nascosto.... Siamo andati a scoprirli in tanti, li abbiamo evidenziati, raccontati, rimarranno per tutti qui , un bel" service " per Lamoneta e per la numismatica al quale ci si potrà sempre rivolgere. E' la numismatica che mi piace, lo devo ammettere, quella del terzo lato della moneta, quella del capire cosa si cela dietro a un tondello e poi raccontarla a tutti...quella che mi procura emozioni... Adesso arriverà Verona, molti saranno presi e presenti a questo evento e ci sarà probabilmente una pausa....vi lascio comunque leggere, rileggere, lustrarvi gli occhi in questi giorni, votare e se vorrete ancora aumentare questo straordinario e incredibile album monetario con altre monete, le monete e i loro messaggi....2 punti
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@chievolan Carissimo, in realtà anche io mi sarei aspettato una partecipazione più numerosa e coinvolgente ma questo per il momento è quello che passa il "convento". Purtroppo la situazione rispecchia un poco l'andamento della sezione e non solo. L'argomento è difficile e probabilmente di nicchia, oltretutto interpretato con ipotesi di studio. Tuttavia, ti garantisco che i vostri contributi sono di livello e molto ragionevoli. E poi sai che ti dico? Meglio pochi ma buoni . @chievolan @magdi @miroita @anto R Grazie a tutti2 punti
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Se, per pura ipotesi, ciò dovesse avvenire in Italia nel giro di due anni chiuderebbero tutte quelle piccole aziende colpite negli scorsi anni dalla crisi economica. E sono tante. Il governo lo ha capito ed infatti ha dato la possibilità di pagare per contanti le fatture fino a 2999,99 euro. Non è ipotizzabile un cambiamento di questa portata fino a quando le banche non faranno loro credito. Per farmi capire da chi non è avvezzo e pensa che ogni transazione per contanti voglia dire evadere: ho uno scoperto in banca di tot euro dovuto alla carenza di lavoro, vorrei tentare di risollevare l'attività ed allora devo ordinare il "Bene" (anche solo una banana per capirci) perché penso di riuscire a cederlo ad un cliente e, con un po' di tempo, rientrare del debito che ho maturato. Se ho la possibilità di pagare per contanti posso bypassare la banca, comprare il bene e rivenderlo con il mio margine di guadagno e quindi continuare a lavorare in questo modo fino all'obiettivo prefissato. Fino a poco tempo fa, non potendo pagare per contanti una fattura superiore a 999,99 euro, molti piccoli esercenti rimanevano bloccati. Se avessero depositato il contante a disposizione, al fine di fare il bonifico al fornitore, la banca lo avrebbe utilizzato per coprire il rosso del conto. Far loro credito manco a parlarne. Il contante è necessario e la mancanza dello stesso farebbe implodere il sistema. Questo è il mio pensiero e di certo non è infallibile, ma sono anche i fatti a cui ha dovuto provvedere il governo, innalzando la soglia di utilizzo delle banconote, per facilitare la ripresa dell'economia. Ma poi, davvero vorremmo rinunciare alle nostre monetine? Cosa collezionerebbero fra 50/100 anni i nostri pronipoti? Buona giornata2 punti
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@chievolan devo dire che sto tornando sui miei passi e riflettendoci meglio, anche grazie ad una chiacchierata con un amico, devo dire che forse, per quanto riguarda Ancona, la situazione non è così chiara... in verità ci sono un po'di cose che non tornano... il trattino sopra le lettere PP e la punteggiatura, comunque, continuano a "tormentarmi" ... il problema principale è che non torna l'abbreviazione con Episcopus, ed effettivamente alla metà del Duecento la forma "piscopus" non è documentata nel centro-Italia... Ne ho parlato con un amico archivista che mi ha confermato l'uso frequente della forma "Pater et Pastor" o di altre simili per indicare appunto sempre la figura del vescovo, che secondo lui venivano utilizzate come surrogati (un po' come dire Vescovo o Pastore che possono essere utilizzati come sinonimi)... Non sono del tutto convinto, ho bisogno di ragionarci un'altro po'... mi dispiace di essermi impuntato l'altro giorno sul fatto di un'analogia che in verità riguarda un caso imitativo di cent'anni posteriore e che quindi ha probabilmente tutto un altro valore...2 punti
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Boh .... "discussione" strana. Da come è nata l'avrei pensata diversa. @adolfos ha posto un dubbio ed una interrogazione sulle PP. @miroitaha dato una spiegazione che presupponeva un lungo e non chiarito dilemma. @magdi ha detto che non c'è da parlarci sopra perchè quel dilemma non è più tale perchè chiarito. Nel frattempo è intervenuto soltanto @anto R. Pensavo ci fossero alti forumisti interessati alla zecca di Ancona. Alcuni esperti che avrebbero volentieri espresso la loro opinione. Io sono intervenuto perché la cosa mi ha incuriosito. Mi sono un poco documentato su San Ciriaco, mi sono divertito a leggere il testo (mica molto divertente poi ... con tutta la discussione arzigogolata se fosse stato o no patriarca di Gerusalemme e se fosse stato o no vescovo di Ancona) di G. Speciali (limitatamente a San Ciriaco, ... Ho lasciato gli altri santi), ho imparato qualcosa. Mi rimane la curiosità di sapere quale sia il significato delle PP. Non conoscendo la zecca di Ancona, non conoscendo le zecche limitrofe, ... probabilmente non dovrei insistere in questa discussione. E infatti credo e spero di chiudere qui e non tornarci sopra. Se altri non sono intervenuti forse ha ragione magdi a dire che tutto è stato chiarito (e nessuno interviene perché non vale la pena di farlo su una cosa già accertata e "checavolovuoicheneparliamoancora"). Mi dispiace non sapere come e quando. Sinceramente non mi basta sentire "che in altre zecche le PP sono state usate per indicare il vescovo vivente" e quindi PP sta per PiscoPus. Io la avrei pensata come la cosa più improbabile, e anche per la moneta volterrana penserei ad altri motivi (imitazione, errore, ripresa da moneta precedente in cui PP significava altro, altro Ranieri vescovo e non quello vivente). Ma non c'è proprio nessuno che vuol dire la sua? Non è da Forum. Ripeto, ... la mia è pura curiosità. Mi sono pentito di essere entrato in una stanza che non è mio ambito. Con questo intervento chiudo. Un saluto. Chievolan.2 punti
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Grazie a tutti per gli apprezzamenti, sono semplicemente appassionato alle monetine estere destinate alla comune circolazione, e qualcosina della mia terra in scarsa conservazione, nulla di importante... ma osservandole riescono ugualmente a farmi viaggiare, sia indietro nel tempo sia a migliaia di chilometri di distanza pur rimanendo seduto comodamente a casa, in loro c'è sempre qualcosa di nuovo da cogliere, da interpretare.... Anche se virtualmente, tento nella mia sezione di suscitare un interesse verso quelle monetine mondiali "da ciotola" tanto bistrattate e di trasmettere quello che significano per me, solitamente, a questo tipo di monete, ci si dedica veramente poco spazio.... magari in questi cinque anni di forum in qualcuno è nato un nuovo interesse o quantomeno si è ravvivato E poi ci sarebbero anche le banconote, che reputo dei documenti storici pieni di raffigurazioni, ma non solo da ammirare, ma da leggere. Sono contento di far parte di questa comunità, grazie veramente.2 punti
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Altra moneta imitativa coniata dal Senato, oltre al denaro provisino, è il ducato al tipo veneziano. Si tratta di una serie piuttosto fortunata, per circolazione (come "infiltrata" essendo appunto imitativa) e durata del periodo di emissione. Allego un esemplare appartenente alla primissime emissioni, la fonte è l'omnicomprensiva NAC 90: Ovviamente, come per tutte le serie senatoriali, la datazione delle varie emissioni è ancora un campo d'indagine insondato. Sappiamo quali sono le prime (con SEN scritto dall'alto verso il basso) e qual'è l'ultima (emissione con stemma Condulmer). Ma in mezzo...? Lo studio di Ives editato da Grierson (The venetian gold ducat and its imitation) in tre paginette ed una tavola suddivide la "massa" in tre macrogruppi, basati sulla differenziazione dell'andamento delle scritte SEN e S PETRVS. Un aiuto ci arriva dalle coeve emissioni argentee della zecca di Roma, riportanti in chiaro il nome del pontefice, che presentano spesso simboli che compaiono anche sui nostri ducati. Intanto inizierei con una domanda di base: quando inizia ad essere coniato il ducato romano al tipo veneto? Perchè mica tutti son d'accordo, sarebbe troppo bello Spero che si sviluppi un'interessante discussione. Un caro saluto, Antonio1 punto
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Sono passati 25 anni dall'ultimo articolo veramente "innovativo" sulla monetazione longobarda (quello di Arslan del 1991, anch'esso sui monetieri di Liutprando) quindi, dai, si può aspettare ancora qualche giorno!1 punto
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Se ben ricordo ogni tot anni i Maya ricostruivano le strutture templari anche per esplicitare i cicli temporali che esistevano nelle loro credenze religiose. E se non ricordo male anche il Tempio delle iscrizioni di Palenque presenta varie fasi di accrescimento, altrimenti non si spiega come venne deposto il Signore di Palenque per le vie attualmente percorribili. I pozzi carsici erano l'ingresso al mondo degli inferi. I cenotes erano pure considerati comunicazioni con le divinitá ctonie infatti nel Cenote di Chichen Itza (cavitá carsica aperta e non quello di cui all'articolo) furono rinvenuti resti umani e manufatti aurei. Comunque i cenote rivestivano importanza anche pratica perché si accedeva alle acque di profonditá (in superficie non vi sono corsi d'acqua). Essendo stato a visitarne due posso dirti che in presenza di queste ampie pozze d'acqua scure circondate da alte pareti calcaree e guardando il cielo e la vegetazione arborea circostante si percepisce un certo senso di ... mistero e di sacralitá. Il contrasto tra il caldo umido in superficie e la freschezza dele acque è prodigioso. Ciao Illyricum[emoji6]1 punto
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Antoniniano di Gallieno 267 -268 d. c. D: Testa radiata a dx GALLIENUS AUG R: Capra andante verso dx IOVI CONS AUG in esergo S RIC 207 RSC 341 saluti maumo1 punto
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Il contorno non mi piace e la sigla TM del Mercandetti mi sembra molto impastata, tutto compatibile con un procedimento di fusione. Ad ogni modo si tratterebbe in caso di un falso d'epoca, moneta che ha una sua storia al pari dell'originale. Buona serata, Antonio1 punto
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@El Chupacabra Ciao! La foto del post n° 5 a me piace molto ma soprattutto mi piace la moneta! Questa moneta in questa conservazione è già un bel vedere. Cordiali saluti1 punto
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@marley69 Ciao Marley : la foto che allego ritrae la Corona d'Inghilterra. Continuo a cercare, al momento penso che il tuo bottone provenga da una divisa della R.A.F.1 punto
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Oltrepassando Ponte del Lovo (in corrispondenza della V di Salvador nella mappa) e Calle del Lovo si raggiunge Campo San Salvador, dove si trova la Chiesa omonima. All’interno della chiesa, tra le curiosità, c’è uno stemma che può spiegare la derivazione del nome di questo ponte. Su una grande pietra tombale a forma di rombo, collocata nell’area del transetto di destra, si trova questa brevissima iscrizione accompagnata da uno stemma bianco. Un erudito di fine Ottocento ce lo descrive con cura: “Scorgesi per istemma un animale, forse un lupo, che si arrampica ad un ramo d’albero, salendo su un monte. E’ questo forse lo stemma della famiglia Lupo, o Lovo, e quelle sigle possono interpretarsi per Matteo, Marco o Michele Lovo. Si sa che una famiglia Lovo abitava in parrocchia di S. Salvatore, che diede il nome al Ponte del Lovo…” - (G. Tassini, Iscrizioni della chiesa e convento di S. Salvatore in "Venezia illustrata", Venezia 1895, pag. 31). (Da http://www.chiesasansalvador.it/ita/curiosita2.php )1 punto
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come cambia dalla prima foto. con quel nero è difficile vedere bene prova a rifarle con altra luce e anche inclinandola un pò. nelle prime foto piccole mi sembrava fusa qui meno ma rimane strana specie il rov. non so se sia la luce.1 punto
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Il quattrino per Bologna datato 1692 emesso per Innocenzo XII 1691-1700 è considerato comune e si classifica come CNI 37/39 ovviamente la valutazione si puo fare vedendo la moneta, cioè considerando lo stato di conservazione. Tieni comunque presente che essendo comune non potrai aspettarti cifre rilevanti, a meno che non sia in condizioni straordinarie. Un saluto1 punto
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confermo, si tratta del Ric 128 RIC 128, BMC 328, S 3129 Denarius Obv: IMPTRAIANOAVGGERDACPMTRP - Laureate head right. Rev: COSVPPSPQROPTIMOPRINC - Victory standing left, holding wreath and palm. 105 (Rome). $184 3/20/04.1 punto
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Pensate che io sarei per il ritorno all'uso delle monete d'oro e d'argento... Arka1 punto
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Caro @chievolan insisti con la tua curiosità. Anche io sono tutt'altro che esperto sulla monetazione di Ancona "indipendente" e proprio per questo frequento questa discussione (più come lettore che come protagonista, lo ammetto) per saperne di più. Mi aspettavo anch'io una maggiore partecipazione, in senso numerico. Nemmeno io vedo in questo momento la parola "fine" a questo confronto/dibattito e mi piacerebbe sentire altre voci oltre a quelle (importanti) già intervenute e che ringrazio per la loro cortese partecipazione. Buona notte, Antonio1 punto
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E no Cliff merito a te per aver iniziato questa interessante discussione ma non tiriamo conclusioni semplicistiche. Da quello che e' emerso la moneta e' tutt'altro che semplice da giudicare e su di essa - non a caso - si sono scontrati alcuni dei migliori esperti del forum - in questo campo. Il fatto che posa venire accettata - acriticamente - su buona parte delle vendite in asta - ammesso che potessimo fare una prova - dimostrerebbe solo il basso livello che purtroppo / non e' certo una novita' / affligge buona parte delle case d'asta rimaste orfane di esperti di rilievo o proni ad una pletora di falsi vieppiu' sofisticati che purtroppo oggi ingannano buona parte dei numismatici. Quello che passa attraverso le (larghe) maglie delle vendite odierne e' sotto gli occhi di tutti e basta guardare le discussioni su questo forum per rendersene conto. Quanto si discute qui e' molto delicato proprio perche' non e' affatto banale e 11 pp di discussione - certamente tecniche / lo stanno a dimostrare. Siamo all'epilogo? Forse . Certamente e' comunque valsa la pena di discuterne con argomenti validi da ambedue le posizioni1 punto
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Foto sfocate, peggio delle altre Qualche segnetto e un pò di usura c'è Se vuoi fare un confronto... (ex Ranieri Asta 3)1 punto
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Per me il cartoncino ricordo si riferisce al giubileo non a Verona, se dicono che è all'interno della busta,poi quelle che non vendono le raponi per toglierlo?1 punto
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@El Chupacabra ciao! Ho riconosciuto il tipo di spazzola utilizzata nel tuo esperimento.... Devo ammettere che Non si finisce mai d'imparare.... Non farò mai una prova simile su una moneta da me considerata importante, ma ci proverò su qualche pezzo un po malandato, ma solo perché sono curioso....! ....Anche se mi hai VIVAMENTE SCONSIGLIATO DI FARLO! Saluti1 punto
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Non diamo consigli sbagliati forieri di conseguenze pesanti....se una cosa non la si sa , che si abbia l'intelligenza di tacere.1 punto
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Aspettavo che arrivasse qualcuno, ma giunti forse verso la fine mi sembra impossibile non metterla.... Dopo il terremoto feci una discussione qui sul forum che chiamai " Amatrice e le sue monete, un Omaggio...", mi sembrava il minimo questo ricordo, questo pensiero... E Amatrice ha anche un fantastico motto, breve, sintetico ma che dice velocemente tutto : FIDELIS AMATRIX Qui parliamo di fedeltà, e la fedeltà ha sempre contato e conta, in questo caso parla del rapporto tra la città e Ferdinando I d'Aragona, città che ebbe dei privilegi e donazioni per la gratitudine mostrata durante la rivolta dei baroni del 1486 - 86. Questo motto è quindi un riconoscimento di fedeltà alla città, un giusto riconoscimento.... Le monete sono i cavalli ,e per saperne di più vi rimanderei alla discussione o al catalogo del forum , qui per non sbagliare posto quello messo in discussione da @santonecol motto e lo scudetto della città. In questo specifico caso, oltre al motto, il messaggio, la storia c'è anche tanta emozione nel postarlo.....1 punto
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A livello generale per la monetazione medievale direi sicuramente " Monete e storia nell'Italia Medievale " di Lucia Travaini per le singole zecche direi " Le zecche italiane fino all'Unità " della stessa autrice, lì troverai " le partenze " bibliografie per ogni singola zecca che è quello che poi serve o anche " Bibliografia Numismatica Italiana " di Bernardino Mirra ottimo per orientarti a trovare gli spunti bibliografici necessari e utili.1 punto
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Pensare di combattere l'evasione togliendo il contante è molto ingenuo. Cosi vai solo a colpire le persone anziane, i più poveri ecc ecc. Google, Amazon, Instagram, sono questi i colossi che evadono, ... ma loro si fanno fare le leggi apposta.... siamo ad un altro livello. Stanno cercando di convincerci che tolgliere il contante sia una cosa buona, etica addirittura (ebbè, serve a combattere l'evasione!) ma in realtà è solo un enorme regalo alle banche, un modo per diventare tutti degli schiavi ordinati ed obbedienti.1 punto
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Accidenti che bella squadra!!! Io saro' al convegno il sabato mattina ma purtroppo non riesco ad essere dei vostri per il pranzo dei record. Ci vedremo in giro per i tavoli ... Italo1 punto
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Io direi che sarebbe bello immortalare il record con una bella foto di gruppo stile squadra di calcio, con le prime file accosciate.1 punto
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L'arte dell'incisione continua a mostrar... Ostentazione e sublime simbolismo per un Ducatone coi fiocchi... Mirandola: Alessandro I Pico, 1602-1637. Ducatone 1617, AR 31,85 g. ALEXAND PICVS MIRANDVLAE DVX I Busto corazzato a s., con mascherone nello spallaccio; sotto, nel giro, 1617 AR (Giovan Agostino Rivarola, zecchiere). Rv. NVNC PEDE – CERTO Figura muliebre, stante di fronte, con mano ramo d’alloro nella mano d. e con la s. leggermente protesa in avanti; il piede d. su di un dado e il s. su di un globo. Lo sguardo è rivolto verso l’alto a d. donde scendono raggi. CNI 3. Ravegnani-Morosini 5. MIR 522. Bellesia 1b.Questo scudo fu coniato dopo che Alessandro I fu insignito del titolo di Duca dall'Imperatore Mattia. La sigla A R sotto il busto potrebbe riferirsi allo zecchiere mantovano Agostino Rivarolo. Per Bellesia (1995, “La Zecca dei Pico”, p. 169) la moneta sarebbe invece stata ispirata dalla legittimazione di Galeotto a succedere al padre naturale Alessandro, legittimazione concessa dall’imperatore all’inizio del 1617: “Per questo la Fortuna della Mirandola avanza ora con passo sicuro, guardando spavaldamente a tutte le avversità, rappresentate dalle folate di vento che le scompigliano i capelli”. Secondo una diversa interpretazione, invece, Mirandola, abbandonata l’immobilità cui l’aveva costretta l’assenza di un erede di Alessandro, può ora affrontare con sicurezza il mondo, rappresentato dal globo.La sfera indica universalità ed eternità e il cubo, cioè la pietra angolare, la religione, mentre il ramo di alloro dovrebbe simboleggiare la facoltà della Fortuna di premiare chi vuole. Il ducatone (o scudo), probabilmente realizzato su conii incisi dallo zecchiere Antonio Rivarolo (come attesterebbero le iniziali A R sotto il busto al dritto) misura la bellezza di 48 millimetri di diametro per un peso prossimo ai 32 grammi. Si tratta di una delle più belle monete del Seicento italiano, nonché di una delle maggiori rarità della numismatica preunitaria. Eros Continuo a divertirmi...1 punto
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Finora, ne abbiamo viste tante di legende, scritte un po' in tutte le lingue e, anche, in caratteri diversi...ma questa ancora mancava E' una moneta da 5 dollari, coniata nel 1860 dai Mormoni dello Utah, con l'oro che i cercatori di ritorno dalla California lasciavano generosamente nelle loro tasche, in cambio di ogni genere di merce potesse essere utile per affrontare il viaggio fino a casa. La sua particolarità è nel dritto, dove è raffigurato il Leone di Giuda, contornato dall'iscrizione HOLINESS TO THE LORD, SANTITA' AL SIGNORE, scritta in ALFABETO FONETICO, cosa che rende questa moneta unica nel panorama delle coniazioni americane, e non solo. L'alfabeto fonetico, è un sistema di scrittura alfabetico, basato principalmente sull'alfabeto latino, utilizzato per rappresentare i suoni delle lingue nelle trascrizioni fonetiche. Nacque con l'intenzione di creare uno standard per trascrivere in maniera univoca i suoni (tecnicamente, i foni) di tutte le lingue conosciute: questo è possibile poiché ad ogni segno corrisponde un solo suono e viceversa, senza possibilità di confusione tra lingue diverse. Il rovescio riporta, stavolta in inglese, la legenda DESERET ASSAY OFFICE PURE GOLD, e il valore, mentre il disegno è un'aquila americana che protegge un alveare di paglia. La parola DESERET, era preferibilmente usata dai Mormoni al posto di Utah, e viene dal Libro di Mormon, dove significa ape, da qui l'alveare. Circa 800 di queste monete furono coniate tra il luglio 1859 e il marzo 1861. L'emissione cessò poi per ordine del gentile (non-mormone) Alfred Cummings, Governatore del Territorio dello Utah. petronius1 punto
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East Africa & Uganda protectorate, 1 cent 1907, km 5 , alluminio.1 punto
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Qualche accenno alla riforma di Carlo I d’Angiò posso riassumerlo con quanto segue. La riforma del 1278 aveva come intento particolare quello di togliere dalla circolazione gli obsoleti nominali svevi, compresi quelli angioini coniati su modello svevo, e sostituirli con nuove monete che avessero un’identità propria con una lega migliore. La riforma fu applicata sia all’oro che all’argento, ma su quest’ultimo metallo si intensificarono gli sforzi di Carlo I, perché nelle sue visioni erano le monete d’argento, i carlini, che avrebbero soppiantato i denari in mistura. Il 15 febbraio 1278 la zecca di Barletta fu trasferita per intero a Napoli, nel Castel dell’Ovo, dove continuò ad operare sotto la direzione del fiorentino Francesco Formica (un caso pratico, questo, della preferenza di Carlo verso i toscani per le attività economiche a cui ho fatto riferimento nel mio post sopra). Altro materiale per la coniazione arrivò, insieme al personale, dalla zecca di Messina. I carlini, sia d’oro che d’argento (avevano anche dei sottomultipli, i mezzi carlini, ad oggi molto rari), devono il loro nome proprio al Re Carlo I che ne volle la realizzazione. La denominazione popolare di “saluto” fu poi affibbiata a queste monete per via della rappresentazione, al rovescio, dell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria, circondata dalla formula di saluto (appunto!) evangelico AVE GRACIA PLENA DOMINVS TECVM. Le monete d’oro definite in questo modo dovevano competere con gli esemplari aurei di Firenze o Venezia e le altre monete che circolavano in Italia, superando il sistema monetario “a peso” dei tarì siciliani, ormai obsoleto. La lega delle nuove monete d’oro era più o meno in linea con i vecchi augustali federiciani, sia per la qualità che per la quantità di metallo prezioso. Il saluto d’oro, però, non soppiantò immediatamente i nominali d’oro svevi come l’augustale e il tarì: da un documento del 1279 si evince come la loro circolazione fosse comunque permessa, accanto alle nuove monete caroline. Dagli stessi documenti si ricava poi che il Re voleva arginare il flusso di moneta aurea straniera nel Regno di Napoli al fine di rendere più forte la nuova valuta, ma non vi riuscì per il semplice fatto che la qualità dei fiorini fiorentini, o di altre monete simili, era molto apprezzata nei mercati del Meridione d’Italia. Ma, come abbiamo detto, la riforma di Carlo I si concentrò soprattutto sull’argento: i nuovi carlini furono coniati in questo metallo con una qualità piuttosto alta, avendo la lega composta da argento quasi puro. Il carlino d’argento doveva sostituire nella circolazione i denari di mistura, coniati fino al 1278, con un rapporto di cambio di mezzo tarì per ogni carlino. Sia in questo periodo, come poi nei successivi, anche dopo la dominazione degli Angioini, il carlino costituirà la base della monetazione napoletana e dei territori da essa dipendenti, fino alla caduta dei Borbone. Mi piace pensare a questo dibattito come una discussione "trasversale", proprio perché tocca vari episodi storici e varie monetazioni, non solo quella napoletana. In fin dei conti, anche Carlo I era un personaggio dalle mire "trasversali" che andavano da una parte all'altra del Mediterraneo.1 punto
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Ma non posso tradire la mia natura che mi fa prediligere la moneta piccola, destinata al popolo ma spesso anche all'anonimato numismatico. L'origine famigliare, la considerazione e il rango ottenuto dai padri erano il giusto lustro e decoro per i figli. A Guastalla Ferrante II Gonzaga volle ricordare il padre Cesare ed enfatizzarne gloria e valore. Troviamo il riferimento all'illustre genitore in due sesini il cui verso recita: IMAGO PATRIS GLORIA FILII, l'immagine del padre è motivo di onore (gloria, vanto o fama) per il figlio. nel primo il dritto presenta la figura di Santa Caterina con foglia di palma e ruota dentata e la legenda FER:G:D:G: S:CATHER: nel secondo il dritto presenta il monogramma FDVG, coronato e, nel giro, FERDINANDVS:GON Ma questo riferimento alle antiche virtù lo troviamo anche nei grandi nominali dei Gonzaga di Guastalla; un esempio è l'impressionante ducatone datato 1622, firmato da Luca Xell. Il verso presenta la statua di Ferrante I Gonzaga mentre uccide l'invidia, opera di Leone Leoni e ancora visibile (spada a parte) nella piazza antistante il palazzo ducale di Guastalla. La legenda recita SIMVLACRVM AVITAE VIRTVTIS, immagine della virtù degli avi. E con questa esco..... un caro saluto Mario1 punto
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Credo che il problema principale del collezionare le monete euro sia il fatto che queste sono per la maggior parte monete abbastanza comuni anche in conservazione FDC, infatti le emissioni CC coprono sempre a pieno quello che il mercato chiede, quindi rivendere una cosa del quale si trova i abbondanza è molto difficile se si vuole guadagnare, solo per poche monete si può fare un discorso differente, ossia i soliti pezzi di Monaco e di Vaticano e San Marino, quindi il mercato è interessato solo a queste monete e magari uno se vuole riesce a guadagnare solo su queste monete che non sono emessi comunque in quantitativi minimi, ma è solo che sono molto richieste perché ci sono più collezionisti che monete emesse. La passione del collezionare i 2 euro CC io la vedo per la sua bellezza nell'insieme, non solo la singola moneta ma tutte assieme formano un corpo bellissimo, poi ogni moneta può piacere di più o di meno, ma nel complesso guardarla completa è bellissima, ovvio che qualche buco rimane perché il GK o le ultime Monaco sono impossibili da avvicinare, ma le altre no sono tutto sommato molto accessibili e poi il fatto che siano emesse non tutte assieme aiuta a diluire la spesa durante l'anno anche se ormai il numero di emissioni cresce sempre in maniera esponenziale e che in futuro con l'ingresso di altri Paesi le spese cresceranno ancora di più. La disaffezione di questa collezione è comunque dovuta un po' alla fine della foga iniziale dovuta all'ingresso dell'Euro e un po' all'eccesivo aumento di emissioni che fanno stufare i collezionisti, molti non sono collezionisti e hanno rinunciato per pigrizia ed altri invece grazie a questo inizio tentano di lasciare l'Euro e di rivolgere la propria spinta collezionistica verso altre tipologie di monete, quindi non sempre il collezionista vuole vendere per lucrare, solo che con questa collezione sicuramente non si potrà lucrare per i motivi che ho accennato in precedenza, quindi è meglio tenere le monete e godersele ogni tanto, a meno di non avere uno dei prezzi pregiati.1 punto
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