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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/29/16 in tutte le aree

  1. Con le parole di Stefano Pronti, ex direttore dei Musei di Palazzo Farnese di Piacenza, vorrei segnalare la recente e improvvisa scomparsa di Giuseppe Crocicchio (Nakona): " Vorrei rendere omaggio a Giuseppe Crocicchio, rievocando la collaborazione intensa e preziosa avuta con lui. Egli ha avuto molti meriti per la promozione della cultura storica e numismatica, organizzando i memorabili incontri di antiquariato all’Ente Fiere dagli anni Ottanta, che attrassero a Piacenza centinaia di collezionisti e migliaia di acquirenti, preparando annulli posta per eventi notevoli, aprendo mondi conosciuti insieme a Giorgio Fusconi, altro grande esperto numismatico. Ma per quanto riguarda le istituzioni è degno di ricevere gli onori propriamente attribuiti a un cittadino illustre, che ha dato il massimo alla sua patria, nel suo caso adottiva, Piacenza. Il massimo contributo è stata la schedatura del fondo numismatico comunale di oltre 12.000 monete e medaglie fotografate, pesate, misurate e descritte una per una alla presenza fattiva di un custode e di un dirigente dei Musei Civici nella metà degli anni Ottanta: settimana per settimana con santa pazienza si procedeva a estrarre e a inserire in nuovi contenitori la vasta collezione civica, dormiente da decenni, dimenticata, sottoposta a possibile parziale dispersione per mancanza di un inventario vincolante. Dopo questo lavoro certosinico si organizzarono tre importanti mostre che illuminarono Piacenza di fronte alla grandi collezioni italiane: le Monete dei Farnese, le Monete d’oro, la Zecca di Piacenza in età comunale, che evidenziarono alcune peculiarità e alcune scoperte molto utili alla storia maggiore. Vi fu per anni un grande fervore verso il microcosmo del conio che si presentava anche come un documento iconografico e politico delle diverse età. Seguì la donazione ai Musei dei venti volumi del Corpus Nummorum Italicorum da parte di Gian Paolo Pagani, sontuosi, unici e introvabili. Seguirono poi altri studi di Giuseppe con l’amico Giorgio sulla circolazione monetaria nelle varie epoche, tra i quali la summa è il volume Zecche e monete a Piacenza dall’età romana al XIX secolo. Di fronte a questi grandi progetti accettava sempre la sfida con un sorriso pieno di ottimismo, con un fare rispettoso e discreto, umile ma signorile in ogni circostanza, sia nella fase operativa, sia nella presentazione dei risultati. Aveva un talento naturale molto ben coltivato: sapeva giudicare a vista la collocazione storico-geografica di un pezzo numismatico, la sua autenticità e la sua rarità o meno, cioè il suo valore storico e venale, riservandosi sempre di certificare con una mirata ricerca a sostegno della sua intuizione, che poi si rivelava esatta. Maneggiava il computer con abilità insospettabili, arrivava nei siti più specializzati e decisivi per le cognizioni specifiche; nella sua ariosa casa di Trevozzo teneva testimonianze di antiquariato che incuriosivano, ma tutto il suo piacere era spaziare nel sapere numismatico nella rete e nei repertori. Imbattibile. Se ne è andato all’improvviso, senza disturbare nessuno, senza fare rumore, accompagnato da Vittorina e dagli intimi. Onore a Giuseppe, per tutto quello che ha dato e senza mai nulla chiedere in cambio. Stefano Pronti "
    12 punti
  2. ciao a tutti. bellissima giornata.Era la prima volta che partecipavo al pranzo con i lamonetiani, anche perchè io abito vicino alla fiera ( infatti sono venuto a piedi ). Questo mi ha dato l'occasione di mostrare la mia collezione ( fotografica) e poter commentare oltre a me le monete...anche perchè tante volte in questa passione ci si ritrova un po' isolati, se non con il classico..Quanto vale? Per fortuna esiste il forum, dove la moneta viene vista dal vero lato che conta.. la STORIA. Alla prossima..
    5 punti
  3. Ragazzi è stato bello non ho comprato neanche una moneta solo accessori bustine etc ringrazio tutti i partecipanti e la prossima volta farò foto e nome Nick per ognuno di voi ringrazio il capo che organizza e saluto Eros in anticipo per maggio ma ho paura che già a gennaio ci vedremo in quel di Milano mi sono divertito ho mangiato un bel piatto con 4 formaggi [emoji3][emoji3][emoji3]
    3 punti
  4. Il Pomerio presso i Romani era uno spazio di terreno consacrato dove non era ammesso costruire nessun edificio sacro o profano , o svolgere attivita’ militari o civili , era una fascia di terreno che correva lungo le mura della Città sia all’interno che all’esterno delle stesse . Lo scopo di questa fascia intorno alle mura , dentro e fuori , doveva avere originariamente un carattere principalmente religioso e non poteva essere attraversato in armi ; il Pomerio era anche considerato il limite degli auspici dove i Sacerdoti officiavano alle loro attivita’ religiose relative al benessere della Città e questo spazio , appunto per il suo carattere sacro , era proibito all’ attraversamento dell' esercito tranne che in prossimita' delle porte delle mura della Citta' . Il Pomerio nel corso dei secoli si allargò in rapporto alla cinta delle mura di Servio Tullio e fu ampliato prima da Silla , poi da Claudio , da Vespasiano e da Aureliano ; di Claudio e di Vespasiano ci rimangono le epigrafi che attestano di questi ampliamenti del Pomerio . Il diritto di allargare il Pomerio era concesso solo a chi avesse esteso con conquiste lo Stato romano , quindi nel corso della Storia in teoria il Pomerio dovrebbe essere stato ampliato piu’ volte , ma poche sono le notizie in tal merito . Rimane il fatto che Il Pomerio rimase il recinto sacro di Roma fino all’ epoca medio bassa imperiale , naturalmente il Pomerio iniziale dovette essere ampliato anche in funzione della normale crescita di Roma che per conseguente ampliamento edilizio ando’ ad occupare spazi in precedenza vuoti , che prima erano dedicati al Pomerio ; infatti una targa trovata nell’ anno 1900 nei pressi di Piazza Santa Cecilia a Roma ricorda uno di questi ampliamenti effettuato dall' Imperatore Vespasiano e da suo figlio Tito nell’ anno 75 , come riporta la seguente epigrafe . Epigrafe di Vespasiano e Tito in Piazza Santa Cecilia : IMP.CAESAR VESPASIANUS AUG. PONT. MAX. TRIB. POT. VI IMP. XIV PP. CENSOR COS. VI DESIG. VII T. CAESAR. AUG. F. VESPASIANUS. IMP. VI PONT. TRIB. POT. IV CENSOR COS. IV DESIG. V AUGTIS P.R. FINIBUS (POMERIUM AMPLIAVERUNT TERMINAVERUNTQUE) Mentre Claudio nell’ anno 47 in occasione della celebrazione dei Ludi Saeculares dell' ottavo centenario dalla fondazione di Roma e nel 49 ampliò , sempre nel corso di un' altra cerimonia , l' antico recinto sacro di Roma includendovi da questa ultima data l' Aventino e parte del Campo Marzio come attesta la sottostante lapide ; questa lapide venne infatti rinvenuta in Campo Marzio nell’ anno 1509 , in uno scarico sotto il palazzo della Cancelleria che si trova poco distante dal luogo dove fu infissa nello stesso anno in un muro in Via del Pellegrino , dove da quella data si trova attualmente anche oggi . Epigrafe di Claudio in Via del Pellegrino : TI. CLAUDIUS DRUSI F. CAISAR AUG. GERMANICUS PONT. MAX. TRIB. POT. VIIII IMP. XVI. COS. IIII CENSOR P. P. AUCTIS POPULI ROMANI FINIBUS POMERIUM AMPLIAVIT TERMINAVITQ.(ue)
    2 punti
  5. Ciao, volevo mostrarvi il mio nuovo Morgan entrato in collezione. Il retro è a di poco spettacolare, mentre al dritto più che i classici segni avanti, sul e dietro il volto, mi spiace non poco per quell'usura eccessiva che coinvolge tutto l'orecchio; neanche in una conservazione VG non è così appiattito. A tal proposito, vista l'elevata conservazione generale, volevo chiedere ai più esperti se non si possa trattare di un errore di pressione o usura del tondello in quel punto. Grazie a tutti.
    2 punti
  6. Una moneta di Cirene era presente anche nel Ghazzat hoard: KYRENAIKA, Kyrene. Circa 500-480 BC. AR Tetradrachm (22mm, 15.34 g, 6h). Silphion plant to left; to right, silphion fruit above and below head of lion right / Head of eagle left; turtle to lower left; all in dotted square within incuse square. Asyut 819–22 (same dies); Zagazig 249 (same dies).
    2 punti
  7. Salve Un po’ di storia come… aperitivo. Percorrendo viale dell’Agricoltura verso la Grotta Azzurra si nota sulla sinistra l’ampia facciata di un edificio con la scritta ‘Magazzini generali – Fabbrica ghiaccio rapido – 26’ illustrata al post # 190. In questa foto si vede anche l’edificio limitrofo n. 25 che era una stazione frigorifera specializzata. La stazione distribuiva merci a vagoni ferroviari in otto gallerie di refrigerazione radiali e in altrettante celle per frutta e verdura. Esternamente alle celle vi era un ulteriore anello con sale destinate all’alloggiamento dei macchinari per la refrigerazione e locali destinati alla lavorazione delle derrate alimentari. Al di sopra vi erano macchinari per la produzione del ghiaccio destinato ai vagoni (e ivi calato con opportuni nastri trasportatori), per un massimo di 60 tonnellate giornaliere, e magazzini per cereali, il cui scopo principale era quello di meglio isolare dall’esterno la parte refrigerata dell’immobile. La stazione realizzata dall’impresa veronese Brazzoli & Barbi costituiva il maggior impianto frigorifero d’Europa. Chi penserebbe mai che negli Anni ‘30 i binari arrivassero da quel lato al mercato! La foto è tratta da http://www.martinidiego.it/index.php/magazzini-generali-_-verona-sud/
    2 punti
  8. In extremis.... PERU. Republica, 8 Escudos, 1855. Lima. La Libertà che sorregge con la destra un cappello frigio mentre poggia la sinistra su uno scudo; motto nazionale: FIRME Y FELIZ POR LA UNION = ferma e felice per l'unione. R. stemma nazionale tra bandiere.
    2 punti
  9. E già avevo visto bene su un' Altra di Antonio con AVGUR ...grazie a tutti gli amici per le importanti informazioni. Roberto
    2 punti
  10. Due + due fa decisamente 4. La logica prevale sempre. Purtroppo non sempre è così. Se ne vogliamo parlare , potrei tentare di spiegare che non è sempre così. Magari la discussione la possiamo continuare con l'umorismo che è cominciata. [emoji6][emoji6][emoji6]
    2 punti
  11. Salve , l' appellativo di Augusto , come sopra ben precisato da @Illyricum65 , fu dato per la prima volta ad Ottaviano . L' Aug che compare sulle monete postate , non e' un diminutivo di Augusto , ma di Augure , come gia' giustamente sospettato da qualcuno , in quanto i personaggi repubblicani su nominati facevano parte del Collegio degli Auguri . Per maggiori chiarimenti : https://it.wikipedia.org/wiki/Augure
    2 punti
  12. Ciao a tutti, Vi metto qui il link per un articolo monografico che ho recentemente pubblicato su una rivista locale... Vi sarei veramente molto grato se leggendolo vorrete indicarmi eventuali annotazioni in merito al contenuto. La Monetazione di Velathri. Storia e Monete di Volterra etrusca Un caro saluto a tutti, Magdi
    2 punti
  13. Bellissimo evento, peccato accorgermi solo ora che erano presenti al pranzo nickname che avrei voluto anche conoscere di persona. Il tempo è tiranno. Entrate in collezione: 2 denari di Gorizia di Alberto II e un grosso di Enrico Dandolo a presto ciao
    2 punti
  14. Ciao che dire hanno già detto tutto chi mi ha preceduto, mi limiterò a postare alcune fotto fatte al mega pranzo. Silvio
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  15. La monetazione sicuramente attribuita alla zecca di Volterra si articola in tre serie di aes grave (dal dupondio all'oncia le prime due, dal dupondio al semis la rimanente) caratterizzate tutte dalla presenza al dritto di una testa giovanile gianiforme -forse Culsans, divinità collegata alle porte- con uno strano copricapo (che ricorda un po', in maniera stilizzata, quello indossato dall'augure dell'omonima serie attribuita dubitativamente alla Val di Chiana) e dalla legenda retrograda velaθri (il nome etrusco di Volterra) al rovescio. La prima serie é priva di segni distintivi di emissione, e presenta al rovescio i soli segni del valore, circondati dalla legenda. Il peso medio dell'asse (calcolato sui 234 esemplari dei vari nominali recensiti dal Catalli nel 1975) é di circa 144 grammi, per quanto si riscontri una discreta variabilità tra i pesi dell'asse ricostruito sulla base dei diversi nominali, basti pensare che se il peso medio degli assi si aggira attorno ai 136 gr., il peso dell'asse ricavato sulla base dei quadranti risulterebbe essere di ca 129 gr., e quello basato sul peso reale delle once conosciute arriverebe addirittura a 156 gr. Un quadrante della prima serie (su ACSearch di questa serie sono presenti solo un paio di quadranti ed un sestante): La seconda serie (che sembrerebbe estremamente più comune stando alla quantità di esemplari presenti sul mercato) é caratterizzata dalla presenza di una clava al rovescio. Il peso medio dell'asse ricostruito sui 360 esemplari (tutti i nominali) conosciuti dal Catalli é di 157 grammi (in realtà il peso medio degli assi é di 136 gr., come quello degli assi della prima serie, ma anche qui si sentono gli effetti di alcuni nominali minori, soprattutto l'oncia sulla base del quale il peso dell'asse ricavato arriva a 192 gr.. E qui magari sarebbe il caso di aprire una parentesi metodologica sul calcolo dei pesi medi dell'aes grave, tenuto conto dell'estrema variabilità ponderale e dell'effetto leva che le piccole variazioni di peso dei nominali minori si trovano ad avere nel computo totale: per rimanere agli esempi appena esposti le once del primo tipo, da cui si ricaverebbe un asse di 156 gr. hanno un peso medio di 13 gr. (con una variabilità tra i 19,50 ed gli 8,67 gr), quelle del secondo tipo (che danno un asse di ben 192 gr.) hanno un peso medio più elevato di solo tre grammi , con un intervallo comparabile (21,40 - 9,23 gr.). Ma passiamo oltre dato che il discorso sarebbe piuttosto lungo e tenderebbe a mettere in discussione il valore stesso delle medie come elemento di riferimento ponderale... Un dupondio della seconda serie: La terza serie infine, che come detto sopra si compone di tre soli nominali (dupondio, asse e semisse), si caratterizza per la presenza di un delfino al rovescio. Il peso dell'asse ricavato (41 esemplari, tutti i nominali) é di 132 gr., che corrisponde a quello medio degli assi. Un semis della terza serie: L'Haeberlin riteneva che le tre serie fossero basate su un asse teorico di ca 152 gr., comune anche ad alcune serie della ruota, ipotizzando quindi l'utilizzo di un metro locale, etrusco, per le emissioni. Crawford (1985) sembra situarle nel periodo della prima guerra punica. Thomsen, Hackens e Marchetti (pur con sfumature diverse) le mettono invece in relazione con la riduzione semilibrale dell'aes grave romano, datandole agli inizi della II guerra punica (Thomsen agli anni immediatamente precedenti). Alcuni ritrovamenti in tomba sembrerebbero dare una datazione di prima metà del III sec., se non addirittura di primo quarto. Infine Rutter, nella sua sintesi, spara un salomonico "III sec. a.C.". La questione é piuttosto aperta. Nella relazione con la serie semilibrale romana, nella datazione, nell'eventuale combinazione delle due. Personalmente ritengo anche che il lavoro pondometrico andrebbe aggiornato, soprattutto alla luce della quantità di materiale (per lo più assi e dupondi) della seconda serie non censito né dall'Haeberlin né dal Catalli che é apparso sul mercato negli ultimi anni. E magari andando un po' oltre il calcolo delle medie aritmetiche. In ogni caso, questo é un multicolore sestante della prima serie (Culsans sembra quasi Arlecchino), di passaggio ieri mattina per Place de la Bourse:
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  16. Obolo di Bianchetto V tipo Carlo II
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  17. Monetina acquistata in fiera qualche giorno fa per 4€. Premetto che la monetazione cilena non è tra le mie principali, ma questo pezzo mi piaceva e l'ho preso sopratutto per la somiglianza con i Dime americani..... Un decimo Chile 1887 (10 cent) Argento 500 Peso 2,5 gr Diametro 19 mm Tiratura 1.514.000 Zecca Santiago
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  18. Anche questo è un piccolo acquisto recente, opinioni ? Grazie, saluti.
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  19. Un altro aspetto che non capisco è il tratteggio regolare che al D/ si scorge a carico del panneggio della veste dogale (ellissi rossa qui sotto) e di altri settori del D/ della moneta, fra cui la legenda in esergo (frecce gialle). Certamente non si tratta di graffi di aggiustamento e neppure di spazzolatura di conio (che apparirebbe sui fondi e non sulle salienze). Forse dell'effetto compressivo sulla moneta di un elemento metallico così costituito o chissàcosaltro ...
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  20. grazie gzav per aver ripreso questa discussione sul peso e le supposizioni sul suo probabile uso e luogo, vedo con piacere che non avevo preso un' abbaglio scambiando un peso per altro oggetto, ora abbiamo due pesi similari, chissà che non si scoprano altri valori
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  21. Grazie Nando meno male non lo presa allora!!!!!!
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  22. per Gorizia, non riesco a capire la lettera che c'è sotto la data che identifica la zecca
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  23. 1 punto
  24. Ma che appassionati di numismatica siete se siete favorevoli alla rottamazione di due tipologie monetarie..? Arka
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  25. Al post #383: Carissimo Apollonia, la leggenda totale degli tappi al cedro imperiale si legge: (Punto) TERIACA F AL CEDRO IMPERIAL VENEZIA (una variante ha anche: IMPERIALE IN VEN) e comincia al h 12. Perciò entro h 6 e h 1 si trovano la parte seconda ed i due primi lettere del inizio, dunque : IMPERIAL VENEZIA (Punto) TE ... Aggiungio le imagine di due esempi conservati un poco migliore e spero che questo è riconoscibile. Saluti, julmin1
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  26. tra non coniarle più (l'Italia) e metterle fuori circolazione ce ne passa, non siamo l'unico paese che le conia e fino a quando una legge europea non le toglie dalla circolazione ci saranno, anche da noi
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  27. eh ma temo che se lo toglierebbe con le zampe subito. detesta i copricapi però potrebbe essere un altro doge dei Can..diani . che mona che sono!
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  28. Non direi ..... .... abbiamo visto (e bene, in mano) più monete a pranzo che nel salone.
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  29. Opinione del tutto personale. Non me ne vogliate. Le sovrane più affascinanti si fermano a Vittoria giovane. Tutte le successive non mi trasmettono la stessa emozione. Se, poi, considero che una bella sterlina come quella di @Manuel88 costa anche meno di una delle ultime proof, che finiamo per comprare (io per primo) solo perché facciamo una collezione tipologica ... resta la sensazione che noi collezionisti concediamo fin troppo spazio alle politiche commerciali delle zecche. Vi segnalo, anche, un libro che ho acquistato a Londra: "A History of the Sovereign: Chief Coin of the World". Interessante la lettura, splendide le foto. Concludo postando un'altra sovrana, senza dire il grading, per chi avesse voglia di cimentarsi e perché @Cinna74 ha citato questa tipologia.
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  30. Esattamente, anche io adoro i testi classici e come letture contemporanee ho il Gigante 2016. Se hai qualche testo da consigliarmi, ne sarei lieto.
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  31. scusate.... ho da fare... ci vediamo l'anno prossimo !!!!!
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  32. Piccolo contributo, unica quadriga che ho.
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  33. Ciao. L'importante era l'identitá dell'emittente. E il conio di rovescio si consuma maggiormente rispetto a quello di diritto perchè assorbe la maggior parte dell'energia del colpo. Quindi in proporzione i rovesci sono piú "stanchi" rispetto ai diritti. Ciao Illyricum [emoji4]
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  34. Ciao garbo, complimenti per l'acquisto, ottimo diritto, bella patina..il rovescio un pò stanco..a me è capitato lo stesso con Treboniano Gallo...saluti Eliodoro
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  35. Fantastiche le monete di Calisto III che propagandano la Crociata... poi lo stemma Borja semplice, con il toro a tutto campo, ha un fascino particolare. Un caro saluto a tutti gli splendidi divulgatori che hanno contribuito a questa discussione, Antonio
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  36. Ciao e benvenuto , scusami ma ora è tardi e ti rispondo mezzo assonnato domani pomeriggio mi prometto di risponderti in maniera esaustiva e completa delle rispettive classi di appartenenza con relativa datazione . Ad una prima occhiata direi di si ... La prima forse del figlio Edoardo II ... Sono molto belle per il tipo ... La prima è zecca di Bury St Edmund mentre la seconda Bristol . Buona notte Matteo
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  37. beh... non solo quello. .... Scusa se puntualizzo questo, ma sono contrario a "personalizzare" una eventuale risposta in quanto citando un eventuale "esperto" potrebbe essere un deterrente per chi anche alle prime armi, ... magari titubante....si vuole cimentare nel rispondere. Almeno a me capitava questo all'inizio....( quando non avevo i capelli bianchi). pensavo "Ubi maior , minor cessat" e invece in un forum non dovrebbe essere cosi, ognuno è libero di esporre le proprie opinioni, esperti e non, poi chi di dovere ne trae le conclusioni......
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  38. La Chiesa è la Basilica di S.Giovanni Battista dei Fiorentini. Fu completata, dopo più di due secoli dall'inizio dei lavori, proprio sotto Clemente XII con la facciata che si vede sulla mezza piastra. Era la chiesa nazionale dei fiorentini a Roma. E fiorentino era pure Papa Corsini... ecco perché quel "PATRIAE". Un Papa, tra l'altro, che si dette da fare anche con riforme economiche e monetarie per restituire impulso all'economia e ai commerci. Per questo fece battere dei Giulii con A.A.A.F.F. RESTITVTVM COMMERC. che richiamavano il titolo dei tresviri monetales dell'antica Roma (IIIVIR monetales Aere Argento Auro Flando Feriundo... cioè triumviri monetari per fondere (flando) e battere (feriundo) bronzo, argento e oro). Solo che non aveva fatto i conti con... Pasquino ? Infatti, poiché Papa Corsini aveva affidato molte cariche importanti ai suoi concittadini, familiari compresi, quel A.A.A.F.F. diventò acronimo di... Avete Avuto Abbastanza Fiorentini Fot..uti ??
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  39. A supportare la teoria per cui la dramma DIKOI sarebbe una moneta ,epigraficamente,espressione di un capo riconosciuto,forse a livello federale,abbiamo"Filippo Maria Gambari,le iscrizioni vascolari della necropoli ,in Conubia Gentium: la necropoli di Oleggio e la romanizzazione dei Vertamocori. 1999." in cui l'autore dice a proposito del graffito vascolare RIKANAS" l'iscrizione più importante della necropoli di Oleggio,deve la sua eccezionalità l fatto di essere il femminile di RIX (o forse per il leponzio ,di Rikos ) ed il suo collegamento con le legende attestate sui tipi monetali di dramme insubri con il plurale maschile RIKOI. Il termine si riferisce alla carica dei capi dei pagi o delle tribù, che concorrevano a formare la TOUTA o Civitas, omologhi dei latini REGULUS." Di conseguenza ,probabilmente,la zona di emissione di tali monete è da situare nell'area insubre valle del Ticino e non a Rigomagus come ipotizzato da A.Pautasso.
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  40. lo sei di diritto, d'altra parte Brescia non è forse terra di San Marco?
    1 punto
  41. E infine quella che sospetto resterà la mia prima e unica commemorativa monegasca (visto l'andazzo) Taglio: 2€ ccNazione: MonacoAnno: 2013Tiratura: 1.229.131Conservazione: BBLocalità: MilanoNote: mi mancava
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  42. Di fronte all'importanza della questione e a scanso di inutili equivoci o dietrologie, mi sono permesso di chiedere direttamente alla Bertolami tutte le informazioni. Ecco quanto mi hanno riferito. - Dopo essere venuta a conoscenza della collezione (di proprietà di una famiglia calabrese), la Bertolami ha provveduto ad organizzare la procedura di rito: venne spedita dai proprietari una raccomandata con ricevuta di ritorno alla Soprintendenza della Calabria, nella quale si informava la stessa dell'intenzione di spostare tale collezione a Palazzo Caetani Lovatelli al fine di una vendita pubblica all'asta. La soprintendenza dopo 60 giorni non ha risposto (silenzio assenso), quindi la collezione è stata portata a Roma, dove poi è stata fotografata, messa in sicurezza allarmata, adeguatamente protetta in cassetti di legno rivestiti di velluto, infine schedata. Sulla scheda pubblicata nel sito (e sul catalogo cartaceo) si troverà ogni moneta numerata (con riferimento puntale alla fotografia), e sono disponibili schede con peso, diametro, asse di conio e bibliografia di riferimento di ciascun esemplare. Di fatto quindi la collezione è in Italia (adesso a Roma in Palazzo Caetani Lovatelli), e per legge non può essere venduta fuori dai confini nazionali, né ulteriormente spostata senza prima avvisare la Soprintendenza competente. Tutta questa faccenda pertanto è stata concepita nel pieno rispetto della normativa vigente. - La riserva è alta (150.000 E) e attualmente in Italia solo un museo pubblico (diritto di prelazione da parte dello Stato) o una fondazione privata di un certo livello potrebbero permettersi un acquisto del genere. Tale riserva però si avvicina al valore dell'intero gruppo nel mercato internazionale (ca. 180.000 E). Si dovrebbe vedere alcuni esemplari dal vivo: per stile, conservazione e centratura, all'estero avrebbero comodamente raggiunto realizzi di 10-15.000 E cadauno. La Bertolami ha accettato l'affidamento ugualmente, con il rischio di avere una perdita garantita (costi di fotografia, lavorazione, catalogo, spedizione, pubblicità, etc...) al solo scopo di pubblicare tutte le monete, cosicchè da preservare il dato scientifico. In passato si era offerta di fare da tramite tra i proprietari e lo Stato: la Bertolami avrebbe finanziato in primis la pubblicazione di uno studio dedicato (tipo giornata di studi, con contributi di vari studiosi legati alla monetazione incusa magnogreca, seguita dalla stampa degli atti), e avrebbe fatto in modo che gli esemplari migliori e quelli inediti fossero donati alla Soprintendenza (a scelta della stessa, senza limite numerico), in cambio dello svincolo e della libera circolazione di quelli più comuni. Si trattava in effetti di una procedura innovativa e rivoluzionaria per l'Italia, che avrebbe preservato in futuro diversi contesti, e incrementato quel "sentire comune" che manca a molti nostri connazionali. La stessa procedura è adottata in Inghilterra dall'Arts Council in materia di ritrovamenti fortuiti: dopo lo studio e la pubblicazione i reperti monetali vengono messi in asta da Spink & Son, ed è provato che tale procedura nel 94% dei casi abbatte completamente la clandestinità. Ma la Bertolami ha trovato un muro non razionalmente giustificato da parte di una funzionaria... Beh, almeno ci ha provato. In ogni caso la coscienza resta pulita e serena, nella consapevolezza che il dato scientifico è preservato, fissato e definitivamente pubblicato. - Per quanto riguarda lo studio del ripostiglio (perchè di ripostiglio, inequivocabilmente, si tratta, almeno per buona parte), fu proposto di farlo studiare in anteprima ad una giovane collaboratrice esterna della Direzione generale Archeologia, che però non accettò per motivi di tempo. Ovviamente un membro della Bertolami aveva intenzione di pubblicare la collezione in futuro su qualche rivista scientifica dedicata (RIN o AIIN), con particolare attenzione alla questione legale italiana. In ogni caso esiste disponibilità a una collaborazione a più mani. In ogni modo ormai l'intero rispostiglio (fotografie e dati tecnici) è di dominio pubblico (manca solo il contesto di rinvenimento, del quale tuttavia non si sa nulla). Quindi adesso, grazie al lavoro spesso aprioristicamente sottovalutato di una casa d'aste italiana, questo patrimonio numismatico è finalmente di proprietà intellettuale della collettività, ergo chiunque può pubblicarlo scientificamente senza alcun limite. Devo ringraziare la Bertolami per avermi inviato queste informazioni, autorizzandomi a renderle pubbliche. Ovviamente si tratta di un argomento altamente interessante e delicato sul piano sia scientifico sia legale e potrebbe costituire un interessante precedente per trovare una soluzione al vecchio e irrisolto problema del materiale trovato in Italia ma completamente decontestualizzato. L'unica alternativa resta la completa clandestinità e fuoriuscita di monete delle quali magari conosciamo dopo la foto, ma nessuna altra informazione circa la sua associazione con altre monete trovate insieme, con perdita di tutte le informazioni di carattere scientifico, senza dimenticare che lo Stato resta comunque defraudato e senza nemmeno alcuna possibilità di scegliere con diritto di prelazione almeno gli esemplari che effettivamente e sigificativamente mancano nelle sue collezioni pubbliche.... Staremo a vedere.
    1 punto
  43. Callisto III (Alonso de Borja), 1455 – 1458 Ducato papale, AV 3,54 g.Muntoni 1. Berman 347. Friedberg 7.DIRITTO: •*•CALISTVS**(segno di Francesco Mariani della Zecca) – •PP•TERTIVS• Stemma sormontato da triregno e chiavi decussate, entro cornice quadrilobata. ROVESCIO: S. Pietro in navicella regge una lunga croce. Legenda: MODICE·FIDEI· QVARE· DVBITATIS = UOMO DI POCA FEDE PERCHE' DUBITI?
    1 punto
  44. Buona sera. Ogni monetazione ha i suoi scogli da superare, Rickk ha ben sintetizzato... Il mio consiglio è di collezionare quel che piace senza fossilizzarsi per forza su un re o un nominale.. Io ho un filone principale che STUDIO da parecchio ormai ma non per questo se trovo una moneta che mi piace ma estranea alla raccolta non la prendo lo stesso.. Alla fine è questione di gusti e di "estro" del momento. È bello collezionare ciò che piace perché la collezione rispecchia il proprietario, una tipologica di Marenghi o di zecchini tutti possono averla basta avere i soldi per comprarli, ma raccogliendo di anno in anno unicamente quello che piace si otterrà una collezione UNICA, e sicuramente più interessante per poliedricità e storicità dei pezzi che la compongono.. Comunque questo è ovviamente solo il mio pensiero è non vuol dire certo che una collezione camposta unicamente da Marenghi di VEII ad esempio non sia altrettanto bella ed interessante, semplicemente a me fa un effetto diverso.
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  45. Buona serata a tutti, vorrei farvi vedere l'effetto del tempo su questa moneta da 5 lire 1865 N, acquistata nel marzo 2011 (prime foto) e adesso novembre 2016 (seconde foto). Tenuta dentro la valigetta "Lidl"....
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  46. 1875 Epoca di PIO IX GIUBILEO UNIVERSALE R/ II° CENTENARIO DEL SACRO CUORE DI GESU' - L'immagine si riferisce alla visione di Margherita Alacoque, che ha avuto un'apparizione di Gesù e le domandava una particolare devozione al Sacro Cuore. Margherita avrebbe avuto tali apparizioni per 17 anni sino alla morte.
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  47. @@robindan77 Di niente :hi:
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  48. Ultimamente ne sto vedendo molte S001, solo che non posso tenerle tutte. :-)
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