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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/10/17 in tutte le aree
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Dopo aver letto tutta la discussione, mi sembra difficile aggiungere qualcosa di utile. Me la cavo con poche righe allora. Trovo particolarmente esaustivi i post di Moruzzi e Tinia. I commercianti affrontano delle spese, di cui quelle di acquisizione sono parte preponderante, ma non esclusiva. È pacifico pertanto che debbano mettere dei congrui ricavi a ciò che propongono in vendita. Mi sento di potermi definire un collezionista scafato, che ha esperienza di acquisti in asta, come da commercianti numismatici. Trovo il ruolo di questi ultimi più importante di ciò che spesso si pensa, in quanto operano loro stessi un utile filtro sul materiale, che è esso stesso ulteriore garanzia. Ciò è un servizio che va tangibilmente "pesato" , anche economicamente. Questo vale sia per eventuali commissioni da parte di collezionisti per le aste (io stesso l'ho chieste svariate volte), sia per il materiale che essi stessi selezionano professionalmente e ripropongono. Dico di più: nella determinazione del prezzo di vendita di una data moneta di mio interesse me ne frego altamente del realizzo precedente in asta. È giusto che lo determinino come meglio credono. Al collezionista sta capire se risulta congruo, se comprare o rinunciare.6 punti
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Più volte in varie discussioni si era fatto cenno all'importanza di una corretta e accurata analisi metallografica di monete antiche. Colgo l'occasione delle recente comparsa di uno studio che fornisce ulteriori elementi sul passaggio dai quadrigati ai denari. Premetto che lo studio è stato fatto dal prof. Francis Alberède, capo del Laboratorio di Geologia dell'Università di Lione (Francia). Albarede et al 2016 isotopes in coins.pdf Grazie a un metodo, non distruttivo, di analisi degli isotopi dell'argento (oltre a quelli del piombo e del rame), egli e la sua équipe hanno potuto rilevare come l'argento usato per coniare i quadrigati era di sicura provenienza spagnola e facilmente spiegabile con le pesanti indennità pagate dai Cartaginesi dopo la conclusione della prima guerra punica e della guerra mercenariale in Sardegna (i dettagli sono contenuti nell'articolo). Infatti le ricche miniere di argento dislocate in Spagna, soprattutto nella regione di Carthago Nova (Cartagene), in grado di produrre circa 35 tonnellate di argento all'anno, erano esclusivamente in mano punica e bisogna attendere il 209 a.C. per la loro definitiva conquista romana, ad opera di Scipione Africano. Le indennità pagate dai Cartaginesi non furono tali da minare pericolosamente la loro economia. A partire dal 235 a.C., sei anni dopo la conclusione della pace e contestualmente alla chiusura del tempio di Giano confluirono a Roma i quantitativi di argento cartaginese (appunto di origine spagnola): 2.200 talenti, ossia circa 66 tonnellate, suddivisi in rate annuali per 10 anni, ai quali bisogna aggiungere ancora 1.000 talenti (circa 30 tonnellate) dopo la conquista romana della Sardegna. Praticamente i Cartaginesi hanno "perso" solo circa 2 anni di produzione del metallo prezioso a favore di Roma. Di contro i denari, emessi con la riforma sestante, presentano una composizione isotopia dell'argento che è diversa da quella dei quadrigati e che quindi il metallo doveva avere diversa origine e non dalla Spagna. Per i primi anni, quando Roma ancora non poteva contare su grossi bottini di guerra, il metallo potrebbe essere stato donato in parte dal fedele amico Tolomeo IV Eupatore, che già nel 217 a.C. aveva vittoriosamente concluso la guerra contro il re seleucide Antioco III con la battaglia di Rafiah, con conseguente annessione all'Egitto della Cesasiria. Ma il grosso dei denari romani della guerra annibalica fu coniato dopo il 211 a.C., dopo la presa di Siracusa e di Capua e ancora nel 210 a.C., con la conquista di Agrigento e nel 209 a.C. con la presa di Taranto, tutte conquiste che hanno fornito abbondante bottino e anche metallo argento. Gli studi in corso ormai stanno delineando un quadro abbastanza chiaro della produzione denariale, con emissioni inizialmente in Sicilia e poi, con il trasloco di Marcello nel 210 a.C. sul più impegnativo fronte apulo, la maggior parte delle nuove emissioni di denari devono essere prodotte soprattutto in Apulia (così se i denari RRC 44 sono in genere siciliani, quelli RRC 53 sono pugliesi....). L'esimio prof. Albarède si è appassionato al problema di definire le vie dell'argento usato per coniare le monete antiche e ha recentemente presentato un progetto di ricerca con finanziamento europeo, della durata di 60 mesi. Allego il testo della proposta di ricerca, nella speranza che venga accolta dagli organismi competenti. SILVER_Draft B1_v2.1.pdf ERC_AdG_2016_B2_en_V2.1.pdf E' un testo interessante, anche per capire i vari scopi della ricerca. Per rimanere a livello della monetazione romana repubblicana, è già stata messa a disposizione una intera raccolta numismatica per un approfondimento sulal composizione isotopica dei quadrigati e dei denari, con un campione più vasto e rappresentativo. Una analisi metallografica che va al dilà della semplice determinazione del titolo e composizione della lega. Approfitto per comunicarvi che io e Pierluigi Debernardi abbiamo già avviato ed è a buon punto la sistemazione del Corpus di tutta la serie aurea "marziale", con circa 450 esemplari, con identificazione dei conii e della loro sequenza relativa, di aurei sia anonimi sia con simboli. Stanno emergendo molti risultati interessanti e contiamo di completare lo studio entro questa estate, da pubblicare sotto forma di un volume (anche per accogliere l'intero catalogo descrittivo e illustrativo di tutti gli esemplari noti). Purtroppo non sarà agevole effettuare analisi isotopica sull'oro, dal momento che in questo metallo esiste un solo isotopo stabile. Si potrebbe valutare l'opportunità di analizzare alcuni aurei esaminando la piccola percentuale di argento (circa 1%) ivi presente (l'argento ha invece due distinti isotopi stabili, il cui rapporto varia con la diversa provenienza). A causa di questo impegno ho dovuto procrastinare la conclusione delle mie ricerche sull'ultima emissione di Bruto. Ormai sono maturi i tempi per superare gli inquadramenti proposti dal Crawford, grazie soprattutto al maggiore numero di monete e di ripostigli esaminati, anche se la sua teoria resta sostanzialmente valida.4 punti
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Apro questa discussione per sviluppare una tematica che stava prendendo per così dire troppo spazio in una discussione più generale Il romanino d'oro è una moneta di cui non sono oggi noti esemplari, abbiamo un disegno del Muratori (1739) che ci propone una moneta con il classico impianto iconografico del mezzo romanino anonimo: leone andante a destra/ Roma in trono con palma e globo. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SENRMS/1 Sappiamo che nella tariffa Pegolotti sono riportati romanini d'oro a carati 23 e 3/4, siamo nel 1340 ca. ed il ducato senatoriale al tipo veneziano vedrà la sua prima emissione durante il Giubileo del 1350. La moneta non viene riportata nei testi moderni. In questa sede potremmo indagare su opere e studi che parlano di questa moneta e cercare di capire quindi cosa fosse quella moneta aurea coniata a Roma circolante tra la fine del '200 (il nostro catalogo online riporta la notizia di un documento (?) di compravendita di una casa in cui appare il romanino d'oro, siamo nel 1273) e la prima metà del secolo successivo. Buona serata, Antonio @numa numa4 punti
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Aggiungerei un'altra considerazione banale ma rilevante: non essendo la numismatica un bene di pubblica utilità (con prezzi in qualche modo imposti) il commerciante che pone in vendita ad un prezzo fuori mercato una moneta precedentemente comprata corre seriamente il rischio di non venderla, che è parte del rischio imprenditoriale. Ritengo inoltre che il ruolo di filtro qualitativo del commerciante (soprattutto se proprietario di quanto vende e non solo intermediario) sia molto importante, soprattutto per i novizi, ma purtroppo per qualche motivo il mercato ha privilegiato le aste - che pullulano - contro i commercianti. Ciao ES4 punti
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Mi sento in qualche modo interessato da questa discussione. In primo luogo dal fatto che tali argomenti riguardano il commercio numismatico italiano si perché, anche se non citato mi sembra di ravvisare nella discussione in corso proprio due monete in vendita presso la Moruzzi Numismatica e riportate nel sito e-commerce della stessa azienda. Vorrei precisare che l’IVA come indicato nel post di apertura della discussione, è sempre dovuta. Nel nostro caso è assolta all’interno del regime del margine. Le indicazioni delle case d’aste europee si riferiscono a transazioni con aziende fuori della Comunità Europea dove andrà poi ricaricata in toto secondo le leggi locali. Sempre è dovuta dai privati anche extra UE. Tornando alle monete credo si tratti di queste: Un tetradramma di Atene: Attica, ATENE, TETRADRAMMA, Emissione: 449-429 a.C., D/ testa di Atena con elmo laureato a destra, R/ Civetta stante di fronte volta a destra, Zecca di Atene, Rif. bibl. SNG Dan., 36; Metallo: AR, gr. 17,24, (MG125829), Diam.: mm. 22,64, mBB Ex Lanz 163 n. 66. € 990,00 https://shop.moruzzi.it/it/attica-atene-tetradramma-449-429-a-c.html Una didramma di Tiro: Fenicia, TIRO, DIDRAMMA, Emissione: 335 a.C., D/ Melkart cavalca un ippocampo, R/ Civetta stante a destra, Zecca di Tiro, Rif. bibl. SNG Dan., 308var.; Metallo: AR, gr. 8,59, (MG125888), Diam.: mm. 19,08, SPL Ex Alde ottobre 2016 n. 132. € 2900,00 https://shop.moruzzi.it/it/fenicia-tiro-didramma-335-a-c.html Premesso che nelle vendite della Moruzzi Numismatica, per scelta della massima trasparenza, cosa non certamente dovuta, viene sempre citata la provenienza del bene quando questo proviene da asta pubblica (anche quando trattasi di una vendita recente facilmente verificabile) ed anche da collezione privata se la proprietà concede la giusta autorizzazione, volevo portare un ulteriore contributo di chiarezza circa i prezzi che vengono effettuati dall’azienda. La valutazione è avulsa dal prezzo di acquisto ma deve seriamente rispondere ai requisisti del mercato ed alle caratteristiche dell’oggetto: originalità, conservazione, bellezza in senso lato, domanda ed offerta. Credo che vada inoltre segnalato che tale risultato nasce da 37 anni di esperienza che tutte le monete proposte dalla MN sono garantite a tempo indeterminato, cosa che non sempre avviene in tutte le case d’asta dove la vendita, se non è “vista e piaciuta”, è garantita a tempo determinato. Cosa diversa e più problematica è l’operazione dell’acquisto che nasce dalla selezione degli esemplari migliori delle varie vendite all’asta che si svolgono quotidianamente nel mondo e che tutti oggi possono seguire grazie ad internet. Non ci si limita a guardare una foto ma si va in loco per poter analizzare le monete in tutti i loro aspetti e solo allora si decide di acquistarle o meno. Dopo averle selezionate si fissa un prezzo limite di massima (che a volte si può anche superare a seconda di come cade la battuta) e si partecipa. Chiaramente solo alcune entreranno nel paniere, normalmente intorno al limite fissato, ma capita anche che qualche volta si riesca a comprare meglio. Spesso nelle vendite all’asta intervengono vari aspetti, quali la notorietà della casa d’aste, la qualità media del materiale presentato, la presenza tra i partecipanti di incompetenti o poco competenti che acquistano direttamente senza l’ausilio di un esperto spesso per posta o online nelle varie piattaforme, che li tuteli, e soprattutto le situazioni contingenti. Basti pensare alla crisi economica che da qualche tempo condiziona il mercato delle monete in particolare quelle di fascia B. Intervengono anche aspetti più banali quali il costo del volo, il tempo necessario per l’intera operazione con i relativi pernottamenti, la piazza dove si svolge la vendita. Non secondari, nella logica aziendale che deve nonostante quanto già detto creare utile nonostante i prezzi fissati perfettamente in linea con il mercato internazionale, sono la tassazione che in Italia risulta nettamente più alta ad esempio rispetto a Monaco, Gran Bretagna, Austria, San Marino e gli aspetti del costo finanziario (anche questo più alto in Italia) dello stock (magazzino). Altro aspetto che grava sia sulla dinamicità di una azienda numismatica sia sul carico finanziario sono gli adempimenti burocratici, non ultimo la documentazione necessaria per la libera circolazione dei beni. Nello specifico, premesso che in molti casi gli utili previsti sono nettamente minori, verifichiamo le due monete oggetto della discussione. La prima proviene, come indicato dalla vendita 163 della Numismatik Lanz di Monaco di Baviera al lotto 66 ed era stimata 800 euro ed ha realizzato 480. GRIECHISCHE MÜNZEN, ATTIKA, ATHEN, Tetradrachme, 449 - 429. Kopf der Athena im attischen Helm mit Lorbeerkranz nach rechts. Rs: ΑΘΕ. Eule nach rechts, dahinter Olivenzweig mit Frucht und Halbmond, das Ganze im quadratum incusum. Svoronos Taf. 11/5 und 6; Starr Gruppe V/Taf. XXII 7; vgl. SNG Copenhagen 36. 17,18g. Sehr schön. https://www.sixbid.com/browse.html?auction=3153&category=64722&lot=2641414 Il prezzo pagato dalla nostra ditta è stato quindi di euro 480+diritti pari al 23% (the special margin scheme according §25a UstG in which case the surcharge will be 25% including shipping and insurance. If customers pick up the lots and pay on the spot this surcharge will be reduced to 23%) pari ad un totale di euro 590,40. La conservazione indicata era BB, ma abbiamo potuto notare dall’analisi che in realtà si trattasse di un “migliore di BB”. Il prezzo di 990 credo sia perfettamente in linea con il mercato e tra l’altro anche con la valutazione della casa d’asta, tenendo conto dello stile, del tondello, della presenza di difetti deturpanti (come spesso accade) e di un colpo satrapico. La seconda proviene da un asta Alde di Parigi, lotto 132: era stimata 1500 euro ed ha realizzato 1700 euro più i diritti d’asta del 22% (En sus du prix de l’adjudication, l’adjudicataire devra acquitter par lot et par tranche dégressive les commissions et taxes suivantes: 1) Lots en provenance de l’Union : Frais de vente : 22 % TTC.) per un totale di 2074,00 euro e non 1700 come indicato nella discussione. TYR (400-333). Didrachme, (vers 335). A/. Melkart chevauchant un hippocampe ailé à droite. Dauphin sous les lignes de vaques. R/. Chouette debout à droite, portant sceptre et fléau égyptien. - Références : SNG, Copenhague, n° 308 sq. var. - BMC, n° 40 - Pozzi, n° 3067 var. - Argent. 8,59 g. (0h). Superbe. https://www.sixbid.com/browse.html?auction=3008&category=61985&lot=2509674 In questo caso l’acquisto si è determinato in base al fatto che trattasi di uno degli esemplari più belli sul mercato ed anche perché è molto più bello dal vivo; esemplari simili nel passato avevano realizzato molto di più. Come ad esempio quello venduto dalla Dr. Busso Peus Nachfolger che seppur di una coniazione precedente, aveva realizzato nell’asta 403, al lotto 149 del 27 aprile 2011 euro 16'000 con una stima di 3.500 euro. Allego immagine Mi sembrava giusto dare a tutti un’informazione su come un serio professionista arrivi alla determinazione del prezzo e che i collezionisti si possano affidare (prendere in braccio” dalla Moruzzi Numismatica. Grazie dell’attenzione4 punti
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Ciao le bollicine in positivo sferiche o leggermente ovalizzate tipo una sferetta attaccata alla superfice sono da imputarsi ad una fusione per quelle scavate il discorso cambia, visto che di solito si formano per un'eccessiva temperatura sia del cilindro che della lega che si usa, se si surriscaldano i metalli tendono a bollire formando bolle, es portare l'argento ad una temperatura leggermente sup si brucia perdendo proprietà se invece si surriscalda molto bolle già in fase di fusione, questo avviene maggiormente quando si fonde a gas con le fonditrici a controllo della temperatura questo non succede, sempre che non si imposti una temperatura errata per quel tipo metallo, se poi ci aggiungiamo una temperatura troppo elevata del cilindro in refrattario il metallo continuerà a bollire anche dopo l'iniezione, Es quando fondo una lega palladiata che viene iniettata a 1310° la temperatura del cilindro deve essere di 800°, altrimenti questa continuerà a formare bollicine prima di raffreddarsi. Queste bolle a volte piatte o stratificate non sempre indicano un falso, visto che il tondello anche in antichità veniva sempre fuso e al tempo era facile surriscaldare il metallo, se poi ci aggiungiamo che lo stampo in terracotta era ad una bassa temperatura al momento della colata si formavano dei gas specialmente nella parte a contatto con la terracotta che venivano inglobati nel metallo stesso e una volta coniato queste bolle rimanevano e a volte si vedono in superfice. Tornando al discorso delle bolle scavate non sempre indicano un falso. Silvio3 punti
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Ciao vi spiego il sistema chiamato a cera persa degli antichi riportato ai nostri giorni visto che lo uso quasi quotidianamente per lavoro di micro fusione, nel mio caso modello in cera il manufatto poi inperniato viene messo in rivestimento, cioè inglobato in un materiale refrattario a base fosfatica e micro fine, una volta indurito viene posto in un forno per sciogliere la cera e portare il rivestimento ad una temperatura adatta al metallo che si vuole usare, una volta posto il cilindro nella fonditrice che sia a induzione o a pressofusione si procede alla fusione del metallo e alla sua iniezione nel cilindro nel vuoto lasciato dal modellato in cera, una volta raffreddato si distrugge il cilindro per estrarre la fusione, questo per quel che riguarda il mio lavoro, per la fusione di monete si procede nello stesso modo però prima viene effettuata un'impronte in materiale siliconico quello dei dentisti per intenderci della moneta e poi riempito in cera così si possono avere più monete dallo stessa impronta e fuse singolarmente o a grappoli senza esagerare per motivi di peso totale della fusione, i crogioli per queste macchine non contengono tanto metallo, il grosso problema non è tanto la retrazione del metallo ma della cera che una volta colata negli stampi raffreddandosi tende a retrarsi parecchio perdendo tutti quei particolari più spigolosi dando un effetto sfumato, infatti noi le modellazioni dobbiamo riprenderle ogni volta che si aggiunge cera calda. Questo a grandi linee il sistema di fusione classico, poi ci sono i sistemi a iniezione su stampi in metallo ma la cosa è più complicata. Spero di essermi spiegato per quanto riguarda le fusioni e di aver fatto un po' di chiarezza su questo argomento. PS le bollicine che si vedono su monete fuse di solito sono in positivo e ben tonde e si trovano maggiormente vicino ad una parte modellata o in un incavo tipo le lettere e si formano durante la colatura del materiale refrattario che avendo inglobato bollicine di aria durante la miscelatura queste si vanno ad attaccare al modellato o non riempiono a sufficienza gli incavi delle lettere o particolari come le orecchie. Silvio3 punti
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Teodorico in nome di Anastasio per Ravenna (secondo Metlich)? Con la legenda del diritto che si legge partendo da in basso a destra...2 punti
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Vedo che nessuno si è fatto avanti ...... vorrà dire che tocca a me ! Innanzitutto, come già segnalato segnalato da @profausto tempo fa, trovo una netta somiglianza con un altra emissione corsa attribuibile a Bonifacio per via della B grande che troviamo su una faccia di queste monete.. riporto un esemplare postato sul nostro catalogo online dal nostro @Corsodinazione .... in particolare vorrei porre la vostra attenzione non solo alle caratteristiche generiche molto simili ma, in particolare alla presenza di un punto in uno dei quarti della croce e a quella di un segno a fianco della lettera nell'atro lato .... http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GECOL1/1 [cat]W-70149[/cat] [cat]W-70150[/cat] come periodo direi che siamo nel XIV sec. viste le carattereristiche ponderali e stilistiche delle lettere ... la A gotica ma, anche le altre lettere sembrano infatti essere in linea con quelle usate in quel periodo .... le lettere gotiche le troviamo per esempio nei Quartari genovesi col castello mentre le altre sembrano ricordare quelle di alcuni quartari con legenda IANVA sul lato della croce.... monete che hanno circolato e molto nei territori corsi ... tutto ciò quindì in linea con le ipotesi fatte in precedenza ...2 punti
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1879: o gli si è rotto il gillette, o la moda dell'anno richiedeva favoriti più lunghi. Non lo invidio: coi colletti alti che allora si usavano, sai che prurito! 1894: ormai la pelata è inesorabilmente vincente. Scherzi a parte, io sono grato a Francesco Giuseppe sopratutto per la sua volubilità monetaria: non è da tutti passare dal tallero al fiorino e poi alla corona in un solo regno, ancorchè lungo. E sono felice di conoscere qualcun altro che apprezza le monete austroungariche: assieme a quelle della Germania imperiale sono il nucleo centrale della mia modesta collezione.2 punti
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Noto nel penultimo intervento un po' di ironia, se non di vis polemica nei confronti di quanto ho scritto. Caro sig. refero, è giusto che ognuno porti acqua al suo mulino e persino che il commerciante genovese prezzi la sovrana quello che meglio crede. La difesa del collezionista, come lei ha dimostrato nell'occasione, è quella di non comprare. Le monete sono un genere voluttuario e non come il pane, che ha più o meno un prezzo imposto. Stia certo che, per stare sul mercato, qualsiasi operatore commerciale ha bisogno di clienti, parallelamente alla merce offerta. Anzi, i clienti sono forse il bene più prezioso che possiede. Il "suo" commerciante avrà pertanto una sua clientela che non bada a spese, oppure dovrà accontentarsi di un prezzo decisamente inferiore. A me non scandalizzerebbe nemmeno se per quella sovrana chiedesse 500 euro perché l'arma che il collezionista possiede è la conoscenza, di ciò che si cerca e delle dinamiche dei prezzi. Senza questa nel nostro settore e in tanti altri si rischia un'imbarcata. Chiaramente, una rondine non fa primavera e il fatto che esistano commercianti troppo esosi, non significa che tutti si comportino allo stesso modo.2 punti
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la regina Elisabetta II ne è il caso più attuale senza dubbio ....nel 2015 infatti è stato introdotto il nuovo e definitivo ritratto sulle monete britanniche, il quinto in totale. è stata pure emessa una moneta commemorativa a riguardo riguardo. Allego anche il link di un pagina della royal mint dove vengono descritti singolarmente tutti e cinque http://www.royalmint.com/discover/royalty/the-royal-portraits2 punti
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Intervengo solo per concordare che la moneta Triton è molto sospetta e quanto meno non si consiglia il suo acquisto. Ci sono troppe incongruenze, già rilevate da Tinia e da Gionnysicily. Anche il particolare della coda del toro aggiunge un ulteriore tassello di sospetto....2 punti
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Veramente avevo pensato a qualcosa di simile...________ banda bassotti permettendo! Ok, inserisco allora la mia seconda "monetina" straniera, sempre in rame naturalmente. Nel 1769 Caterina IIa di Russia per finanziare varie operazioni militari autorizzò l'emissione di assegnati per 10 milioni di Rubli. Assegnati che nel 1771/72, stando a quanto previsto, potevano essere riscattati solo con monete di rame. Anche se pagati con le enormi monete da 5 Kopechi da ben 51 grammi di rame e 41 mm di diametro in circolazione in quegli anni....... 20 pezzi = 1 Rublo ........servivano 200 milioni di pezzi solo per onorare gli assegnati. Fu così che a Sestroretsk, in una fabbrica di armi e munizioni, si pensò di coniare un Rublo in rame. (in quegli anni il Rublo era una moneta da 24 grammi d'argento .750). Ne risultò una moneta da più di un chilo, circa 1.020 grammi, 78 mm. di diametro e 25 mm di spessore. Ma i problemi tecnici e di manodopera furono insormontabili, fu impossibile coniare 10 milioni di pezzi. Così l'idea del Rublo in rame fu abbandonata in breve tempo, oggi esistono solo tre Rubli originali Sestroretsk 1771, due nel Museo dell'Ermitage ed uno al Smithsonian. ______ed uno lo vorrei a casa mia! Non so a voi, ma a me questo fermacarte, pardon!! volevo dire "monetone" mi piace un sacco!2 punti
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LA PRIMA SOVRANA D'ORO Enrico VII d'Inghilterra Il 28 ottobre del 1489 Henry diede l’autorizzazione per la produzione di una nuova moneta d’oro del valore di 20 scellini del peso di 15,55 grammi (240 grani) al fino tradizionale stabilito sotto Edoardo III. Fu la più grande moneta mai emessa in Inghilterra fino ad allora. Si decretò che venisse chiamata “sovrana”, suggerendo una stretta associazione con il monarca stesso. Nel rispetto delle passate coniazioni auree, questa nuova moneta si ispirò al reale d’oro dell’imperatore Maximilian (1486-1519) prodotto per la circolazione nelle Fiandre, Gheldria e Olanda nel 1487. 1487-holland- grand reàl d'or Questa moneta è stata presentata e descritta poco tempo fa da @matteo95. Cinque tipi di sovrana del regno di Henry sono sopravvissuti fino ad oggi. Sebbene non sia possibile datarli, è stato stabilito un ordine temporale relativo alla loro produzione in base alla presenza del segno di zecca e alla analisi stilistica. E’ generalmente accettato che il primo tipo coniato sia oggi conosciuto in un unico esemplare conservato al British Museum. In tutti i tipi è presente il ritratto del monarca in trono e lo scudo reale sovrapposto alla rosa Tudor. Il primo tipo si distingue per lo sfondo “semplice” al dritto e la grande corona che sormonta lo scudo al rovescio. Questo è il mio tanto spettacolare quanto irrealizzabile “sogno numismatico”. "1489 Sovereign primo tipo" Immagine proveniente dal sito "royalmintmuseum.org.uk" In questa foto tratta dal volume "A history of the Sovereign chief coin of the world" di Kevin Clancy possiamo ammirare tutte le cinque tipologia affiancate. Buona serata e ancora "sogni d'oro" a tutti voi. E.2 punti
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E’ ancora il “re vittorioso” – nonostante il regime mussoliniano si sia ormai consolidato alla guida dell’Italia – quel Vittorio Emanuele III che celebra, nel 1925, il proprio 25° anniversario di regno apparendo, col suo ritratto, al dritto di una delle più belle monete del Novecento italiano, le 100 lire Vetta d’Italia. Sotto il profilo del sovrano, a rendere più solenne la composizione, una pianta di quercia su cui è innestata la Corona Ferrea dei re d’Italia. A ricordo della Grande Guerra che ha completato l’Unità nazionale, su questa splendida e rara moneta da 100 lire (32,25 grammi d’oro a 900 millesimi per 35 millimetri, contorno rigato) firmata dal medaglista Aurelio Mistruzzi appaiono poi, al rovescio, la sommità della Vetta d’Italia, ai confini con l’Austria, e il drappo sabaudo sorretto da una vigorosa figura maschile che, come da tradizione classica, porta nella destra una piccola statua della Vittoria. Una composizione particolarmente felice e armoniosa, non priva di un certo dinamismo classico e, al tempo stesso, di evidenti riferimenti al gusto iconografico di inizio XX secolo e che non manca di un evidente “segno dei tempi”: il fascio littorio inciso nella roccia, sotto la figura maschile. Si tratta dell’ultima tipologia originale da 100 lire emessa in Italia ancora secondo gli standard dell’Unione Monetaria Latina, che verrà sciolta nel 1927; già questa moneta, coniata in soli 5000 esemplari, non viene del resto destinata alla circolazione ma, piuttosto, venduta ai collezionisti e a quanti ne fanno richiesta ad un prezzo maggiore del nominale (nel 1926 e 1927 saranno ribattute le 100 lire Aratrice, ma solo in poche decine di esemplari per collezionisti). A stabilire le caratteristiche della Vetta d’Italia è il Regio Decreto n. 1829 dell’11 ottobre 1925 e, come sottolinea la “Relazione della Regia Zecca” per quell’anno, “Si volle che le impronte presentassero rilievi fortemente accentuati, allo scopo di conferire alle monete un aspetto piuttosto medaglistica, reso ancor più manifesto dall’impiego del medesimo trattamento usato per le medaglie: sabbiatura e successiva immersione in acido nitrico”. A rendere palese il significato storico e simbolico della moneta, la Regia Zecca impiega per la sua produzione una parte dell’oro donato alla Patria dagli italiani nel corso della Grande Guerra, per sostenere lo sforzo bellico. Una 100 lire che, tuttavia, vede la luce in un’Italia sconvolta dal delitto Matteotti del quale il Duce si assume “la responsabilità politica, morale e storica”. Il presidente del Consiglio è ora anche capo del Governo, primo ministro, segretario di Stato e non è più responsabile di fronte al Parlamento, ma solo nei confronti del re tanto che, in una sola seduta, il 13 gennaio, la Camera approva ben 2376 decreti legge presentati dal Governo. Le distanze tra le regioni del Paese di riducono: gli abbonati al telefono sono 145.797, le cabine telefoniche 4.433 anche se permangono ampie disuguaglianze e sacche di povertà e arretratezza. Questo è il mio sogno.2 punti
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@profausto esattamente , cito nuovamente il post di @adamaney dove viene esposta questa teoria ... ad oggi purtroppo mi pare che non siano stati fatti passi avanti , potrebbe essere uno spunto di discussione senza dubbio interessante anche in vista della giornata del prossimo 4 febbraio a Finale Ligure dove se non sbaglio lo stesso @adamaney interverrà con una propria conferenza. Potremmo comunque già qui rincominciare con qualche considerazione senza pretese .. io ora sono un po' preso perchè domani ho un esame all'università se magari qualcun'altro volesse iniziare .....2 punti
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Si avvicina questa giornata e indubbiamente cresce il rammarico, viste le richieste, di poter fare accedere al mattino al Medagliere dell'Ambrosiana solo un numero fisso di appassionati. Che uno dei sogni, il principale, degli appassionati fosse quello di vedere monete, quelle delle nostre Istituzioni lo sapevamo, anche qui sul forum la risposta fu unanime e direi bulgara. Quindi grande fame di vedere monete e grande risposta da parte di una città come Milano per questo evento, d'altronde per Milano, e i milanesi lo sanno bene, il vedere monete in gruppo è una possibilità che non hanno mai avuto e chissà quanti avrebbero partecipato da quello che ci risulta se fosse stato permesso un numero maggiore e se fosse stato comunicato il tutto in più ambiti. E quindi se l'Ambrosiana e il pomeriggio culturale scalda e sta scaldando la Milano Numismatica bisogna dire viva l'Ambrosiana. La risposta che in questi casi viene prodotta è insufficiente, perché un conto è andare come singolo studioso con le idee chiare al Castello su appuntamento, un conto è vedere in gruppo una selezione di monete di varie zecche e periodi. Fatto che apre a tanti, non al singolo, e va nella direzione della divulgazione, dell'incuriosire, del primo approccio, dei giovani..., di una numismatica sempre più aperta e per tutti. Questo è uno degli obiettivi di questa giornata che ha valenze e significati che vanno oltre al singolo evento...Milano ne aveva e ne ha bisogno e credo si dovrà fare altro, andare anche oltre....per gli appassionati che stanno crescendo.... E certamente, se è vero che il valore supera in questo caso la realtà, dobbiamo anche dire che Milano e una Istituzione famosa e conosciuta in tutto il mondo per quello che è e rappresenta come l'Ambrosiana, porta l'evento non a un mero evento localistico e circoscritto, ma un qualcosa sicuramente di ambito nazionale e di ampio respiro da annoverare tra le manifestazioni della nostra numismatica italiana per spessore, novità e primogenitura. Nei prossimi giorni vorrei tenere con voi un filo diretto come in realtà è sempre stato, questo evento nasce in gruppo sul forum di Quelli del Cordusio qui su Lamoneta, un esperimento anche questo innovativo, ed esprime come anche un Evento importante possa essere condiviso e rendere partecipi tanti e tante anime della nostra numismatica come sarà in quel giorno. Tante attese e tante sorprese anche per chi interverrà al pomeriggio, in tanti si stanno dando da fare per premiare gli intervenuti, giovani in primis e non solo, e rendere questa giornata tra quelle da non dimenticare facilmente....entriamo nei dettagli importanti organizzativi e vedremo di tenervi aggiornati qui....come una kermesse numismatica merita....2 punti
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1) 2) Salve a tutti, essendo letteralmente innamorato della monetazione sarda durante il periodo spagnolo (soprattutto Filippo II, Filippo III, Filippo IV e Carlo II) ed, in particolare, della monetazione maltagliata, il mio sogno irraggiungibile sarebbe quello di aggiungere nella mia collezione i tondelli da 10 e 5 reali maltagliati di Carlo II (1665-1700). Entrambi hanno un grado di rarità molto elevato, quindi R5. Vorrei scusarmi per la pessima qualità delle immagini postate. Entrambi i tondelli e le relative immagini provengono dall'asta Christe's 2388 tenutasi a Roma tra il 13 ed il 14 dicembre del 2000. Il primo tondello, da 10 reali (lotto 64), realizzò Lit 5.287.500; metre il secondo, da 5 reali (lotto 73), realizzò Lit 6.462.500. Solo a vederle, anche attraverso tali foto scadenti, mi si illuminano gli occhi... Saluti!2 punti
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Borsa Scambio Catania - 28/29 Gennaio 2017 Hotel Nettuno - Viale Ruggero di Lauria - 121/123 - Lungomare Ognina (Catania) Filatelia,Numismatica,Cartofilia,Minerali e Fossili,Piccolo Antiquariato. INFO Associazione Filatelica Etnea Lombardo Filippo 3485798023 Numismatica Katané 34958224181 punto
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Buonasera, avete esperienza di conservazione di monete sul sughero? Può essere dannoso? Grazie1 punto
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Nell'osservare le monete che ho in collezione, mi ha sempre divertito il ritratto dell' Imperatore Francesco Giuseppe, o per dirla alla milanese, "il caro Cecco Beppe". Nei primi esemplari di fiorino che possiedo, il sovrano appare nel verde dei suoi anni, salvo poi apparire invecchiato sulle stesse monete più recenti, per non parlare dell'effigie che lo ritrae, "vecchio bacucco", sulle corone emesse tra il 1912 ed il 1916. E ciò non potrebbe essere altrimenti per chi, come l'imperatore asburgico, ha a lungo regnato. Francesco Giuseppe I d'Austria vanta di fatto uno dei regni più lunghi di sempre, dal 1848 sino alla morte, avvenuta il 21 novembre del 1916, in piena Grande Guerra. Mi piacerebbe ora sapere quali altri regnanti hanno, nelle diverse epoche storiche, avuto il privilegio di un regno lunghissimo oltre che di simili diversificate effigi su moneta. Mi viene facilmente in mente il caso della Regina Elisabetta II, che tra un mese circa dovrebbe celebrare i 65 anni di ascesa al trono del Regno Unito, di cui pure esistono decine di ritratti, di epoche ed età differenti, su monete e su banconote. Qui posto i ritratti del nostro, come appare da fiorino del 1859, non ancora trentenne, e dal fiorino del 1880... se nel frattempo qualcuno avesse "casi simili" in collezione mi piacerebbe conoscerli e, magari, vederne qualche esempio.1 punto
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Domanda interessante, per avere un guadagno onesto del 40%, come previsto anche dagli studi di settore, va venduta almeno a 2000. Infatti i 1000 della battuta diventano subito 1200 con diritti e spese. per ottenere 400 euro bisogna avere un guadagno almeno di 800 (visto che le tasse incidono almeno per il 50%), per cui 1200+800=20001 punto
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Facci sapere... e tieni ben conto delle indicazioni di profausto!!!! ciao galaad1 punto
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Come spesso accade alle donne potenti che segnano la storia, attorno alla figura di Cleopatra nacquero dicerie e leggende di ogni tipo, come ad esempio che fosse una meretrice, che bevesse molto e che amasse indulgere eccessivamente ai piaceri della carne. Orazio la chiama il “fatale monstrum” di Roma, mentre lo storico del III secolo, Cassio la descrive così: “era una donna dalla sessualità e dall’avarizia insaziabili, la sua aspirazione era ottenere il dominio sui Romani, fallì e finì per perdere il suo regno, incantò i due più grandi romani dell’epoca e finì per distruggere se stessa”. Anche per gli autori classici è una donna immorale e perfida: Dante la condanna all’inferno da lussuriosa “rapace, crudele e lasciva”, Shakespeare la demonizzata e la chiama “il serpente del Nilo”. Ma è proprio vero che la storia viene scritta dai vincitori, in questo caso nella successiva epoca imperiale, quando era già stata sconfitta dal suo grande nemico Ottaviano Augusto. Tutte le rappresentazioni della regina egiziana nella storia e nella poesia augustea sono animate dal medesimo astio, e mettono in rilievo sempre gli stessi tratti negativi. Quasi tutto quello che sappiamo di lei è stato scritto dai suoi nemici e proviene solo da fonti romane, scritte da storici come Plutarco, Dione e Appia. Cicerone non menziona neanche il suo nome da quanto ha disprezzo per Cleopatra. Tuttavia l’immagine stereotipata che abbiamo di lei è molto lontana dalla verità: Cleopatra, la donna destinata a segnare il futuro del mondo mediterraneo, incarnava tutto quello che non piaceva agli uomini romani. Innanzitutto era una donna e in secondo luogo era una donna di potere, cosa che faceva di lei un individuo estremamente minaccioso e pericoloso, certamente da odiare. Ciao,1 punto
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Ciao se sono in positivo direi di si, ma se sono in negativo cioè dentro il metallo la cosa è da valutare molto bene, in molto casi no. Ti posto un denario di Nerone fuso dove si vedono molto bene le bollicine in positivo e a riempire le lettere classico caso di moneta da studio dove tutti i particolari di una fusione ( in più brutta) saltano fuori, dai contorni sfumati e evanescenti alle bolle sparse e al peso ridotto, che è sinonimo di attenzione di una moneta fusa. Silvio1 punto
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Grazie Antonio per le tue interessanti considerazioni. Quello che non mi convince del romanino ( sul modello del grosso senatoriale) e' l'assenza di menzione da parte di altri autori se non del Muratori. Strano che nessuna traccia ne sia rimasta .. tu hai fatto una ricognizione sulle altre fonti: Argelati, Bellini, Zanetti ? Lo Scilla o il Fioravanti lo menzionano ? Cosa dicd il Capobianchi ? Anche la posizione di Grierson mi pareva fosse scettica al riguardo... Roma si dota di una coniazione aurea tardissimo rispetto agli altri grandi centri. Perche adottare un tipo autonomo per poi sostituirlo quasi immediatamente con l'imitativa del ducato veneziano ( che tra l'altro ebbe un discreto successo)? L'evidenza e' comunque un po' magra, i romanini a 23 e 3/4 del Pegolotti potrebbero essere i ducati1 punto
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Si si, da conservare indiscutibilmente e... sinceramente questa è la prima che vedo.1 punto
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aemilianus253 quello che dice te è pienamente condivisibile, anzi, lo "sarebbe" se vivessimo in un mondo ideale, dove chi offre quello che tu chiami "servizio" pratica e applica un suo ricarico oggettivamente onesto. Lungi da me demonizzare la categoria (anche perché compro da commercianti, ho comprato in passato e comprerò in futuro), ma capita a volte di vedersi snocciolare dei prezzi assolutamente ridicoli. E la sensazione che il commercianti ogni tanto "ci provi" è forte. Esempio? Qualche mese fa ero a Genova e son passato di fronte ad un negozio, son entrato ho chiesto il prezzo della sovrana d oro BU 2016, per curiosità, e mi son sentito rispondere 340. 340? in Quel momento il fino contenuto era di euro 265. Si potrà anche solamente pensare di ricaricare 75 euro per una moneta comune, comunissima, che dovrebbe costare poco più del peso in oro? eppure c è chi lo fa? Armi a disposizione? non comprare, ovviamente. Ma questo non toglie che ci son comunque situazioni nelle quali "il servizio" viene fatto strapagare. E se un giorno entra uno "sprovveduto" e la compra a 340 (io la presi a 270) bisogna alzarsi e dire bravo al commerciante che ha fregato il pollo, o "denunciare" la presenza di commercianti che fanno i furbetti? E nessuno puo venirmi a dire che il commerciante ha dei costi fissi perché qui non si parla di una macchina o di un mobile che occupa mezzo negozio, qui si parla di una moneta che una volta comprata sta li bella tranquilla in attesa del nuovo proprietario ad occupare 1 cm2 di spazio.. è ovvio, e mi preparo alla risposta di tinia numismatica, che non tutti son cosi, e che un esempio non fa la regola etc etc etc, ma se è vero che un esempio non costituisce la regola, la regola la si forma con tanti esempi.... personalmente ritengo una grandissima benedizione l arrivo di internet, di e bay, del proliferare di aste convegni vendite etc etc etc. Tutto questo dà all utente finale (il collezionista) molta ma molta più possibilità di scegliere con calma, farsi un'idea e poi comprare (anche dal commerciante ovviamente) con cognizione di causa. E mi piace pensare che i commercianti facciano il loro lecito e onesto guadagno con ricarichi giustificati e "umani" e non siano alla perenne ricerca del pollo da sgozzare sull altare del dio profitto.1 punto
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RIC 119a, C 66 Sestertius Obv: IMPCMQTRAIANVSDECIVSAVG - Laureate, cuirassed bust right. Rev: GENILLVRICI - Genius standing left, holding patera and cornucopia; standard to right. Ciao @Jagd!!! buon anno!!! caro amico! - è TRAIANO DECIO -1 punto
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premesso che non ne so nulla assolutamente, la contromarca OLIM sulla legenda mi pare un buon indizio... OLIM , ovvero in latino "una volta", rileggendo la dicitura con la contromarca mi pare di scorgere una specie di damnatio memoriae... Ferdinando II, una volta, era re per grazia di dio. Magari non saranno patacche ma forse di poco successive all'unità d'italia?1 punto
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Ciao Luca, intervengo da totale inesperto di Asti, ma leggo sull'ultimo MEC (12, italia settentrionale) a pag. 115: "Some of the denari astigiani of this class have been overstruck on Genoese denari, but overstrikes are also known on deniers of the Southern French mint at Melgueil and other Southern French coin types." riporta poi l'esemplare fotografato ai nn. 79 e 80, rispettivamente ribattuti su deniers di Melgueil e Carcassonne. Le foto sono quello che sono, ma magari il tuo pezzo è compatibile. cerca di trovare qualche corrispondenza anche minima nelle legende... Bello scoprire cose nuove su argomenti mai nemmeno considerati!1 punto
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Grazie a tutti per l'entusiasmante lavoro ! Sarò del gruppo il 28 gennaio. Come siete belli davanti all' Ambrosiana. Ciao Claudio1 punto
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Antonio ha citato Bergamo , un altro evento che abbiamo visto nascere in tanti e che tanti ha coinvolto, evento riuscitissimo per l'elevato valore e per essere riusciti a coinvolgere e rendere partecipi allo stesso i partecipanti. Credo che la numismatica italiana abbia bisogno di nuove energie, entusiasmo, idee, proposte condivise, il fare squadra che a volte si vede, a volte no. Milano Numismatica si colloca in questa fascia di eventi condivisi tipo Bergamo, Parma, dove oltre all'idea e a un progetto c'è l'intento di divulgare e fare proselitismo, se poi c'è un gruppo che agisce e lavora insieme comunicando il tutto riesci a creare entusiasmi e nuove passioni. E visto che parliamo di condividere che monete o medaglie volete vedere ? Milano, pontificie, sedi vacante e poi classiche no ? Zecche lombarde ? E chi vuole partecipare al pomeriggio portando qualcosa , oltre a quanto già' previsto, da dare per giovani ma anche per nuovi appassionati ? Il circolo virtuoso si muove poi anche così ...sempre che si voglia la numismatica aperta, divulgativa, dove tutti possano portare idee, proposte, esserne a tutti gli effetti parte integrante... Le idee , i sogni diventeranno allora realtà sempre se si lascerà che la creatività e la proposta abbiano il loro spazio..1 punto
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sinceramente, anche il prezzo di vendita è determinato da quello di acquisto...se compro, per mia fortuna o caso, a 10 una moneta che è prezzata 50 in catalogo e la vendo a 40, e un altro commerciante invece ha comprato la stessa moneta ad un più congruo 30 e la vende a 50, chi dei due appare più" moderato" nel ricarico e chi ,invece , lo è nei fatti?....vediamo di non farsi accecare dal pregiudizio e dai personalismi quando si parla....se ce l'avete con alcuni commercianti perché secondo voi non vi hanno trattato bene oppure, peggio, si sono permessi di guadagnare sulle monete che vi piacevano o ve le hanno sfilate sotto il naso in asta e poi se le sono rimesse in vendita con congruo ricarico, vedete di migliorare voi e la vostra visione della faccenda invece di spargere fango ingiustificato...sembrate la famosa volpe delle favole...e, per uno di voi, questo mi pare un atteggiamento che mal si concilia col ruolo......1 punto
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Il prezzo della moneta in questione, oltre che dalla conservazione, dipende dall'integrità della sabbiatura che poteva non essere perfetta ab origine. Un FdC vero sicuramente supera i 10,000 euro, mentre un qFdC si vende a prezzi inferiori.1 punto
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Non è una moneta così rara da trovare, non ha una valutazione eccessivamente alta, ma per ora questo denaro pavese di Carlo magno è ancora un sogno....1 punto
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Indubbiamente un esemplare interessante costituito da una moneta costantiniana ribattuta (una GLORIA EXERCITVS due stendardi che nella prima foto risultava un po' "nascosta"). Ruotando l’immagine si evidenziano sia i soldati che gli stendardi. Notate il realizzo! 1300 £! Il fenomeno delle ribattiture a nome Carausius II è stato studiato da Kent già nel 1957: J.P..C. Kent, The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society, Sixth Series, Vol.17, 1957, pp. 78-83. Vorrei ancora aggiungere che Abdy nel suo “Romano-British coin hoard” fa accenno alla presenza di molte copie imitative nei depositi post 348 (fino al 22% del totale). Ipotizza che siano il risultato di fusioni di monete ufficiali demonetizzate alle quali veniva sottratta la percentuale di argento presente in lega. Allargando il discorso al gruppo “Carausius II” ci potrebbe stare la creazione di FTR imitativi post caduta di Magnentius ma in questo caso perché non seguire la legenda proposta dal prototipo (FTR ufficiali) e crearne di nuove di fantasia? Molte domande… e quasi tutte senza una risposta certa. Spero di aver acceso la vostra curiosità. Ciao Illyricum1 punto
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Ciao a tutti! Mi limito a postare questa splendida e rarissima moneta che sicuramente rientra tra i miei sogni numismatici, ma ce ne sarebbero molte altre... Innocenzo VIII (Giovan Battista Cybo), 1484 – 1492 Avignone. Da tre grossi, AR 9,57 g. INNOCENCIV' – ·PP·OCTAVVS· Il Pontefice in trono entro quadrilobo. Rv. GLORIA•IN – •EXCELSI·DO Chiavi decussate sormontate da triregno; sotto, AVIGIN / segno di zecchiere non identificato. Il tutto entro quadrilobo. Muntoni 22 var. Berman 516. Estremamente raro e di conservazione eccezionale per il tipo. Bellissima patina di medagliere, Spl Ex aste collezione H. Mayer, 26 Maggio 1902, 1817 e Credit de la Bourse, 28 Aprile 1993, 1355. Questa moneta da tre grossi può essere considerata come la prima emissione di un testone papale. Esemplare di grande rarità ed in eccellente stato di conservazione, sicuramente il più bell'esemplare mai apparso in pubblica vendita. Ex Asta NAC 90, lotto 536, realizzo 15.000 euro + diritti1 punto
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A mio avviso un limite dell'opera è quello di essere basata su confini geografici "moderni" e non sulle aree monetarie dell'epoca. Esempio campalinistico: non viene trattata la zecca di Piacenza, all'epoca in piena area monetaria lombarda, e di cui è nota una gran mole di documentazione (valida per tutta l'area lombarda: vedi ad es. il Concordato Monetario del 1254).1 punto
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Per concludere il post , ecco come si svolse tatticamente la battaglia del Metauro , ritenuta una tra le 10 battaglie antiche che influenzarono il corso della Storia ; forse ne e' stata sottovalutata l' importanza nel corso della seconda guerra punica perché eclissata dalle eclatanti battaglie della Trebbia e specialmente del Trasimeno , di Canne e della conclusiva Zama . I due eserciti si schierarono probabilmente con le ali , rispettivamente sinistra e destra , protette dal fiume Metauro e dalle prime alture appenniniche , almeno cosi' pensava Asdrubale sulla sua cavalleria posta all' ala destra e protetta dal Metauro ; dato che lo spazio per la battaglia era alquanto ristretto perché chiuso tra il fiume e le alture del Monte Sterpeti - Rosario , le due cavallerie romana e cartaginese erano poste su un solo lato una di fronte all' altra , mentre le fanterie , la romana era in numero maggiore per gli uomini portati da Claudio Nerone , si fronteggiavano semi nascoste dalle colline . La battaglia inizio' con la carica travolgente della cavalleria romana contro quella cartaginese che poco dopo si ritiro' fuggendo , nello stesso tempo l' ala destra della fanteria romana , coperta dalle alture collinari , scivolo' non vista dietro lo schieramento romano e assaltando improvvisamente l' ala destra della fanteria cartaginese , mentre il centro e l' ala sinistra dello schieramento cartaginese erano impegnate nel combattimento con il corrispondente centrale e sinistro schieramento romano superiore in numero , fece si che l' ala destra cartaginese fu aggirata e sconfitta di lato e di spalle ; mentre la cavalleria di ritorno dall' inseguimento di quella cartaginese , completo' l' accerchiamento dell' esercito cartaginese che infine si trovo' chiuso con le spalle alle colline . Insomma la manovra avvolgente delle ali di Annibale a Canne aveva fatto scuola anche a Roma e fu sfruttata contro il fratello .1 punto
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Il catalogo unificato dice DD (2 volte difficile da reperire) ma senza riferimenti di tipo economico. T16815691113 BUONE CONDIZIONI Anche questa la puoi tenere.1 punto
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Grazie a tutti per i vostri commenti e le considerazioni che avete espresso in merito a questa particolarità. Inizio subito dicendo che questo esemplare, così come l'altro dell'asta Varesi, com'è stato giustamente fatto notare da @Michelangelo2, potrebbe considerarsi come inedito in quanto manca in tutti i repertori principali di medaglistica partenopea. Interessante il quesito di @providentiaoptimiprincipis che chiede, sostanzialmente, il perché ci ritroviamo questa medaglia col conio di D/ di una moneta e per giunta con due date diverse. Come ho già spiegato nei miei precedenti messaggi, secondo me, questo raro ibrido è stato coniato nel 1813 (o poco dopo). A livello storico, il 16 gennaio 1813 Murat lascia l'armata napoleonica, in ritirata dalla disastrosa spedizione in Russia, per fare ritorno in tutta fretta a Napoli. Per questo avvenimento ci sono state tramandate due medaglie: 1) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME52E/5 e 2) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME52E/6 Al suo rientro a Napoli, Murat si diede da fare per migliorare alcuni aspetti urbanistici della città: sempre nel 1813, egli diede il via ad un piano regolatore che ordinasse un'espansione edilizia in senso moderno della sua città. Forse, il nostro ibrido riguarda proprio questo avvenimento: come nel 1809 venne completata la Piazza antistante il Palazzo Reale grazie agli sforzi di Murat, così nel 1813, al suo ritorno dalla Russia, lo stesso Murat incrementò l'espansione edilizia in modo ordinato, accrescendo la città di Napoli sotto vari punti di vista. Questo spiegherebbe anche il perché delle due date 1809 (l'opera edilizia della Piazza prima della partenza) e del 1813 (la continuazione ideale di quel progetto iniziato tanti anni prima). La data 1813 commemorerebbe quindi questo secondo impegno urbanistico di Murat, come una continuazione ideale del primo, quello della Piazza. Invece di incidere nuovi conii per una medaglia, può essere che abbiano usato quello di una moneta recante questa data, in modo da risparmiare sui costi di produzione: incidere il conio per una nuova medaglia, infatti, era molto più costoso rispetto alla commissione di un conio per moneta. Ciò sarebbe confermato dal fatto che i conii utilizzati siano quelli ufficiali e che quindi questo ibrido fosse stato prodotto in maniera "regolare" dall'autorità emittente di quel periodo. Per questo tenderei a scartare l'ipotesi di una committenza privata. Vediamo ugualmente se ci sono altri pareri: questa discussione si sta facendo davvero molto interessante soprattutto grazie ai vostri contributi e a @palpi62 che ci ha dato l'occasione di disquisire su questo pezzo particolare (mi scuso se non sono riuscito a citare più di una persona, ma attualmente il sistema non me lo consente ).1 punto
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Sono foto "ruffiane" fatte ad hoc per ingolosire, ma vi dirò, pur vedendo bene i difetti, la moneta non mi dispiace. e per la conservazione resto sul mio parere, tra il bb+ e il q.spl!1 punto
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FAQ VATICANO La seguente guida è stata elaborata dall'utente Cristianaprilia Spero di fare cosa gradita rispondendo alle più comuni domande e richieste per entrare nelle liste o effettuare gli ordini direttamente all’Ufn, il tutto nasce dal voler non vedere aperte nuove discussioni o intasare quelle già aperte con le più comuni domande. Sono accette modifiche dai più esperti! Come ci si iscrive alle liste del vaticano? Semplicemente mandando una mail all’indirizzo di posta [email protected] scrivendo che si richiede di entrare a far parte delle liste numismatiche (per le monete), filatelica (per i francobolli), od entrambe se si è interessati a tutto! Si lascia nome, cognome, indirizzo (se magari è anche quello di spedizione è meglio) un recapito telefonico (cellulare è sempre meglio per la reperibilità)e mail di riferimento (scriverla anche non fa male!). Il tutto condito da modi gentili ed educati (con me ha funzionato!). Come si può contattare l’UFN per qualsiasi problema? Questo è il link del loro sito http://www.vaticanstate.va/content/vaticanstate/it.html nel quale nella sezione contatti troverete recapiti, mail e fax. Ci sono anche altri recapiti telefonici che magari possono essere aggiunti a questa lista, ma armatevi di santa pazienza perché potrebbe risultare difficile che vi rispondano immediatamente! Ho fatto richiesta ma ancora non mi hanno risposto, che devo fare? NIENTE! O meglio devi aspettare la loro prima mail di risposta nella quale (è sempre uguale per tutti) ti diranno che c’è una lista d’attesa di circa 2 anni e che ti verrà inviato il tuo codice cliente e pin (sono personali). Aggiornamento 10.03.2020: i tempi di attesa si sono ridotti, adesso si impiega quasi un anno all'incirca. Ho ricevuto per mail il codice cliente e pin ma niente che faccia riferimento a cosa posso ordinare, cosa vuol dire? Fantastico, sei ufficialmente un cliente filatelico/numismatico. Non ti preoccupare, alla prima emissione post ricevimento codici ti invieranno per lettera il modulo precompilato con ciò che ti avranno assegnato. Ho ricevuto il modulo d’ordine, ma vorrei qualcosa non assegnatami oppure un pezzo in più, cosa faccio? Sul modulo precompilato ASSOLUTAMENTE NIENTE! Come scritto anche nel retro del modulo più fare richiesta al massimo nella sezione note. Qui ci sono “scuole di pensiero” differenti. Per certo c’è che si può aggiungere ex novo in foglio a parte la richiesta per modificare il quantitativo di ordine, ma si finirà in fondo alla fila delle spedizioni perché dovranno vedere se è possibile aggiungere qualcosa. Oppure si può attendere di ricevere ciò che ci è stato assegnato per poi fare richiesta separata via mail o fax per qualche prodotto in più. Solitamente però sarà difficile ricevere qualcosa che non ci è stata assegnata. Come posso pagare? Se hai il modulo in mano vedrai che potrai farlo con epay, assegno, Vaglia. E’ possibile ritirare di persona la mia assegnazione? Certo, giorni ed orari li troverai nel loro sito. Porta con te modulo ed un documento di riconoscimento per poter accedere nelle mura vaticane nel loro ufficio. Molti hanno ricevuto i moduli ed io ancora no, è il caso di chiamarli per spiegazioni? NO! Se sei un collezionista vero dovrai essere armato anche di santa pazienza, vedrai che ti arriveranno anche a te! Le poste purtroppo sono più efficienti di alcune città che in altre, e poi non mandano migliaia di lettere tutte lo stesso giorno! Sono rari i casi (ma ci sono) in cui passano anche dei mesi e non si ricevono i moduli, a quel punto una telefonatina diciamo che è consigliata. Però non è il caso di chiamarli per banalità, non si fa altro che intasare le loro linee e distrarli dal loro lavoro (spedirci le nostre amate monetine/francobolli!) aggiornamento 10.03.20: per ovviare al problema moduli andati persi o ricevuti in ritardo, dal 2018 vengono mandati anche per email, il loro obiettivo è quello di abbandonare la spedizione del cartaceo. Quali sono i numeri di telefono per parlare con qualche operatore ? 06-69885768 06-69881326 06-69882158 Aggiornamento 10.03.2020 sul sito dell'ufn sono disponibili diverse articoli delle passate annate non ancora esauriti, ordinabili da tutti gli abbonati. Questa è stata una breve guida sulle principali domande che un non iscritto si pone, non è esaustiva per tutti i problemi e non deve essere presa come una bibbia! Non mi assumo responsabilità per ogni problema creato dalla male interpretazione od altro.1 punto
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