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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/26/17 in tutte le aree
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Qualche sera fa, mentre girovagavo fra le pagine del forum, il mio primogenito "quattrenne" si è affacciato allo schermo del tablet che stavo maneggiando. Proprio in quel momento faceva bella mostra di se l'immagine del 5 pounds del 1839. Bontà sua: "Papà chi è questa signora con il leone?". Ho pensato subito: "Bello di papà, emmo' come te lo spiego?". Ho preso tempo per cercare in rete qualcosa che potesse aiutarmi nell'impresa di raccontare ad un bimbo il poema di Edmund Spenser, "The Faerie Queene". Dopo poco mi sono imbattuto in un sito britannico di fiabe che presentava proprio l'estratto che ci interessava. http://www.heritage-history.com/?c=read&author=langjean&book=queen&story=una Ho richiamato mio figlio e, con fare smargiasso innanzi alle perplessità di mia moglie, mi proponevo di tradurlo e al contempo raccontarlo al piccolo. Purtroppo non ho fatto una bella figura; il mio inglese è un po' arrugginito. L'andamento claudicante delle parole uscite dalla mia bocca ha indotto entrambi a canzonarmi e il sottoscritto a prepararsi meglio. Ebbene ho tradotto la pagina, rendendola comprensibile ad un bambino. Ho deciso di rendere il forum partecipe nella speranza che questa fiaba possa aiutare nella comprensione della moneta e, perché no, essere usata al momento della nanna da altri papà del nostro forum. UNA E IL LEONE Una and the Lion by Briton Rivière In un epoca lontana nel tempo, in un paese non lontano da Fairyland, viveva un re e una regina con la loro figlia, il cui nome era Una. Una era una delle più belle principesse di tutti i tempi, ed era tanto buona quanto bella. Lei, suo padre e sua madre si amavano molto ed erano molto felici insieme, fino a quando una cosa terribile accadde nel loro regno e portò via tutta la loro felicità. Un drago spaventoso venne da un altro paese e uccise uomini, donne e bambini. Con il suo alito di fuoco sradicava gli alberi, riduceva l'erba e i fiori in cenere nera, e uccise tutti coloro che attraversarono la sua strada. Avrebbe ucciso anche il padre e la madre di Una, ma essi, ed alcuni dei loro servi, si rinchiusero in una torre di ottone. Il drago cercò per molto tempo di entrare e di ottenerli in pasto, ma la torre era così solida che non poteva rompersi. Per sette anni il re e la regina si nascosero nelle loro torre, mentre il drago pazientava di fuori. Molti coraggiosi cavalieri vennero e combatterono contro l'orribile mostro cercando di salvare il re e la regina. Ma il drago era più forte di tutti i guerrieri ed uccise ognuno di loro. Alla fine Una decise di cavalcare fino a Fairyland e chiedere alla Regina delle Fate di inviare uno dei suoi cavalieri per ammazzare il drago. Una non prese al seguito nessun soldato né servi. Un nano trasportò per lei il cibo ed i vestiti di cui aveva bisogno e la condusse sulla groppa di un piccolo asino bianco. Il suo vestito era bianco, ma lei coprì la sua bella e lucente chioma d'oro con un mantello nero per mostrare che si sentiva triste. Il suo bel viso era molto addolorato, perché era tanto infelice per le cose crudeli che il drago aveva fatto e per il pericolo che i suoi cari genitori stavano correndo. Una arrivò senza intoppi alla corte della regina Faerie. Un giovane cavaliere, senza paura, fedele e vigoroso, si offrì di tornare con lei ad uccidere il drago. Il suo nome era Giorgio, ma, sul petto della sua armatura d'argento e sul suo scudo d'argento, aveva dipinto una croce rossa. Così la gente lo chiamava “il cavaliere dalla croce rossa”. Il sole splendeva luminoso, e gli uccelli cantavano dolcemente, mentre Una e il suo cavaliere cavalcavano attraverso i boschi che si trovavano tra il regno di suo padre e le terre della regina di Faerie. Il grande cavallo da battaglia del cavaliere saltellava e mordeva il freno per permettere all'asinello di Una ,che, al contrario, poggiava delicatamente le zampe sull'erba, di restargli fianco a fianco lungo la strada. Non si erano ancora allontanati di molto che una tempesta li colse. Il cielo si oscurò e la pioggia cadde pesantemente, e si sarebbero inzuppati tutti se non avessero trovato rifugio in un fitto bosco. C'erano ampi sentieri in questa foresta. Gli alberi ad alto fusto avevano fronde rigogliose e cresciute così vicine che la pioggia non riusciva ad attraversarle. Erano in un così bel bosco, ed erano così felici di parlare assieme ascoltando il dolce canto degli uccelli, che cavalcarono a lungo senza accorgersi di dove stavano andando. Così, quando la pioggia cessò e desiderarono tornare sulla strada aperta, non riuscirono a trovare la via. Vagarono in lungo e in largo finché giunsero all'imbocco di un grande caverna buia. Il cavaliere balzò da cavallo, diede da tenere in mano la sua lancia al nano, e andò avanti per controllare se qualcosa fosse nascosto nel buio. "Non essere così avventato!" gridò Una; "So che questo è un luogo terribilmente pericoloso, e che un mostro terribile abita in quel covo nero!" Anche il nano, spaventato, lo pregò di venire via, ma il cavaliere disse, "Mi vergognerei se tornassi indietro. Se un uomo è buono non ha bisogno di avere paura del buio." Così entrò nelle tenebre, e nella penombra generata dalla sua armatura splendente vide un mostro orribile. Aveva una gran brutta testa e una coda lunga e maculata come quella di un serpente. La bestia si precipitò sul cavaliere, ruggendo furiosamente. Giorgio la colpì con la sua spada, ma, nonostante la ferita, il mostro avvolse la sua orribile coda intorno a lui, fino a quando questi fu quasi schiacciato a morte. Una lo incitò a non avere timore e a combattere il mostro con coraggio e lui, colpendo con tutte le sue forze, gli tagliò la testa. Passato il pericolo Una e Giorgio cavalcarono allegri, e, mentre calava la sera, trovarono una via d'uscita dal bosco. Sulla strada incontrarono un vecchio che sembrava gentile e buono. Offrì loro ospitalità per la notte nella sua casa, in una piccola valle poco distante, e loro accettarono volentieri . Questo vecchio era però un mago malvagio e, in realtà, voleva fare loro del male. Quando giacquero per riposare, iniziò a lavorare con la sua magia su di loro. Con le sue arti fece credere al cavaliere dalla Croce Rossa che Una era falsa, molto malvagia e che fosse saggio starle lontano. Alle prime luci dell'alba il cavaliere fece sellare il suo cavallo dal nano e andarono via insieme, lasciando Una addormentata nella casa del mago malvagio. Poco tempo dopo Una si svegliò e non li trovò più; poté solo piangere amaramente per quella che le sembrò una crudeltà. Cavalcò più velocemente che poteva, ma il suo asinello era lento, e non aveva alcuna possibilità di raggiungerli. Giorno dopo giorno, per monti e per valli, nei boschi e nelle brughiere solitarie, cercò il suo cavaliere. Il suo cuore era molto triste perché colui che amava l'aveva abbandonata così all'improvviso. Un giorno, molto stanca, si sdraiò per riposare sotto gli alberi in un fitto bosco. Si tolse il mantello nero e i suoi magnifici capelli d'oro è caddero liberamente intorno al viso. Il suo volto era così bello e così pieno di bontà che sembrava fare luce nel luogo ombreggiato. Improvvisamente un leone furioso uscì fuori dal bosco e si avventò su di lei. Era a caccia di qualcosa da uccidere e mangiare e, quando vide Una, corse verso di lei avidamente, con le fauci fameliche spalancate . Quando vide il bel viso però, invece di farla a pezzi, si mise a leccarle dolcemente le piccole mani bianche ed i piedi.Il cuore triste di Una era così grato al nobile animale che le sue lacrime caddero sul felino. Il leone non l'avrebbe lasciata. Continuava a vegliarla mentre dormiva e, quando era sveglia, la seguiva come un cane fedele. Vagarono insieme, ma non incontrarono mai nessuno a cui chiedere aiuto nel cercare il cavaliere dalla croce rossa. Finalmente, una sera, videro una giovane donna camminare su un sentiero di montagna ripido, portando una pentola di acqua sulla schiena. Una la chiamò ma, quando si guardò intorno e vide una bella signora con un leone, la donna si spaventò, buttò via il recipiente e scappò via temendo per la sua vita. Ella viveva in una capanna sulla montagna insieme alla vecchia madre cieca. Quando arrivò a casa si precipitò dentro e chiuse la porta. Una e il felino la seguirono; il leone, con un colpo della forte zampa, spalancò la porta. Le due donne si erano nascoste in un angolo buio, mezze morte dalla paura. Una cercò di confortarle, e chiese loro rifugio per la notte. Quando calò il buio si sdraiò, molto stanca, a dormire. Il suo leone giaceva di guardia ai suoi piedi. In piena notte bussarono alla porta. Era un ladro cattivo, che era solito portare la refurtiva e darla da nascondere alle padrone di casa. Le donne erano così terrorizzate del leone che non osavano uscire dal loro nascondiglio. Così il ladro, in un impeto di rabbia, buttò giù la porta; il leone si precipitò su di lui e lo fece a pezzi. La mattina dopo Una si alzò presto e andò via con il felide. Appena fu partita, le donne si fecero coraggio e uscirono fuori. Quando videro il cadavere del ladro, si adirarono molto. Le corsero dietro, insultandola, ma non riuscirono a raggiungerla. Tornando verso casa incontrarono il mago malvagio. Raccontarono di Una, e lui cavalcò rapidamente per raggiungerla. Con la sua magia si fece un'armatura identica a quella del cavaliere dalla croce rossa. Quando Una lo vide pensò fosse proprio lui che tornava finalmente da lei. Ella però non fù l'unica a cadere nell'inganno del mago. Sansloy, un uomo rude e cattivo, il cui fratello era stato ucciso in uno scontro con il cavaliere dalla croce rossa, arrivò a cavallo. Quando vide la croce rossa sul petto del mago lo caricò furiosamente. Il vecchio mago, volente o nolente, dovette combattere. Sansloy attaccò così ferocemente che lo ferì e lo lasciò sanguinante a terra. Poi Sansloy gli strappò via il casco e stava per ucciderlo, quando vide, al posto del volto giovane e bello del cavaliere dalla croce rossa, la faccia avvizzita ed i capelli grigi del mago malvagio . Sansloy aveva paura del mago, così si tirò indietro e non lo colpì più. Quando si accorse di quanto fosse bella Una, decise di portarla via con lui e di prenderla in moglie. Quando il leone vide il cavaliere afferrare Una, si lanciò in una feroce corsa verso di lui, e lo avrebbe sbranato; ma Sansloy respinse il leone con il suo scudo ed infilzò la sua spada in profondità nel cuore fedele del leone. Con un grande ruggito la nobile bestia cadde morta. Sansloy gettò Una sul suo cavallo e galoppò via con lei. La principessa piangeva e singhiozzava; lo pregò di lasciarla andare, ma Sansloy non la ascoltò. Una si sentì come se non avesse alcun amico, o almeno, nessun amico che potesse aiutarla. Solo l'asinello bianco trottò dietro di lei; non aveva paura di nulla se non di essere lasciato solo, senza la sua amata. Il buio calò e le stelle che uscirono fuori sembrava piangessero per il dolore e l'impotenza di Una. Sansloy alla fine fermò il cavallo e la fece scendere. Quando lui le si avvicinò, Una ebbe tanta paura e gridò per chiedere aiuto. Le sue urla riecheggiarono fra gli alberi. In quei boschi viveva gente selvaggia. Alcuni fra loro erano più simili a bestie che uomini e donne. Ballavano allegramente alla luce delle stelle e, non appena sentirono le grida di Una, fermarono le loro danze e corsero a vedere cosa non andava. Non appena Sansloy li vide, con i loro capelli lunghi, le gambe pelose, le braccia grosse e le facce selvatiche, fu così spaventato che saltò sul suo cavallo e galoppò via. Ma le persone selvagge dei boschi erano più dolci rispetto al vile cavaliere. Quando videro Una, così bella, così spaventata e così triste, sorrisero per dimostrarle che intendevano essere gentili. Poi si inginocchiarono davanti a lei e le baciarono dolcemente i piedi per dimostrarle che le avrebbero obbedito. A quel punto Una non ebbe più paura. Quando queste persone selvatiche videro che lei si fidava di loro, furono così contente che saltarono e ballarono e cantarono per la gioia. Raccolsero fronde verdi e le stesero lungo il suo cammino; la coronarono con foglie per dimostrarle che era la loro regina. In questo modo la portarono a casa, dal loro capo; lui e tutte le belle ninfe del bosco la sua accolsero con gioia. Per un lungo periodo Una visse con loro e fu la loro regina. Alla fine un coraggioso cavaliere giunse da loro. Suo padre era stato un uomo selvaggio dei boschi, ma sua madre era una donna nobile. Era coraggioso e audace come suo padre era stato. Quando era un bambino, e viveva con la gente selvaggia, aveva l'abitudine di rubare cuccioli di leone alle loro madri solo per divertimento. Cavalcava pantere, antilopi,cinghiali, e tigri e lupi con cinghie e briglie, come se stesse giocando con cavalli. Era però dolce come sua madre, nonostante fosse un impavido. Quando Una gli raccontò la storia del cavaliere dalla croce rossa, del leone e di tutte le sue avventure, il suo cuore divenne colmo di pietà. Promise di aiutarla a fuggire e cercare di trovare il cavaliere dalla croce rossa. Così un giorno scapparono via, e, giunta la notte, furono fuori dalla portata degli uomini selvaggi dei boschi. Il mago malvagio seppe della fuga di Una, si vestì come un pellegrino e andò loro incontro. "Hai visto, o hai sentito nulla riguardo al mio prode cavaliere? Egli porta una croce rossa sul petto" Una chiese al vecchio quando si incontrarono. "Ah, sì", disse il mago, "L'ho visto sia vivo che morto. Oggi ho visto una lotta tremenda tra lui e un altro cavaliere, e l'altro cavaliere lo ha ucciso». Sentendo questa bugia crudele, Una cadde svenuta. Il giovane cavaliere coraggioso la sollevò delicatamente e cercò di confortarla. "Dov'è questo uomo che ha ucciso il cavaliere dalla croce rossa, e preso a tutti noi la gioia?" chiese al falso pellegrino. "Egli è qui vicino ora", disse il mago. "L'ho lasciato ad una fontana, a lavare le ferite." Il cavaliere si avviò in tutta fretta, così veloce che Una non riusciva a tenere il suo passo, e in poco tempo arrivarono ad una fontana dove trovarono un cavaliere seduto. Era il malvagio Sansloy, colui che aveva ucciso il leone di Una e l'aveva rapita. Il cavaliere coraggioso si precipitò su di lui con la spada sguainata. "Hai ucciso il cavaliere dalla croce rossa!", disse; "Dovrai a combattere e sarai punito per la tua cattiva azione." "Non ho mai ucciso il cavaliere dalla croce rossa", disse Sansloy, con grande rabbia. "I tuoi nemici ti hanno mandato da me perché ti uccidessi." Poi, come due belve, lottarono. A volte riposavano per un momento, solo per poter attaccarsi l'un l'altro nuovamente, con più forza e veemenza. Il sangue sgorgò dalle loro ferite sulla terra calpestata dai loro piedi, e il suono dei loro colpi feroci risuonò attraverso l'aria. Una era così terrorizzata alla vista del terribile spettacolo che scappò via e li lasciò a combattere furiosamente. Appena si allontanò vide una piccola figura che attraversa i boschi verso di lei. Era proprio il nano. La sua faccia dolente le disse che qualche cosa di brutto era successo al cavaliere dalla croce rossa. Giorgio aveva avuto molte avventure da quando l'aveva lasciata nella capanna del mago, e, alla fine, un gigante lo aveva preso. Lo teneva prigioniero in una triste prigione. Il nano era fuggito, per timore che il gigante lo uccidesse. Una amava il cavaliere dalla croce rossa, tanto che il suo cuore andò quasi in pezzi quando sentì le parole del nano. Prese quindi la decisione di trovare il suo cavaliere e liberarlo. Così parti', vagando su e giù per colline e valli, bagnata da piogge battenti e sferzata da venti pungenti. Alla fine, per buona fortuna, incontrò un cavaliere e il suo scudiero. Questo cavaliere era il buon principe Arturo, il più coraggioso e il migliore di tutti i cavalieri della regina Faerie. Raccontò loro le sue tristi vicende . "Siate di buon umore e consolatevi", disse il principe. "Io non abbandonerò fino a quando non avrò liberato il cavaliere dalla croce rossa." Ed il principe mantenne la sua promessa. La storia di “San Giorgio e il Drago” vi dirà come Una e il suo cavaliere si ritrovarono e si sposarono, dimenticando i dolori passati nella loro grande felicità. Infine inserisco una bella immagine della moneta che ha destato la curiosità del mio bimbo. Per fortuna che non mi ha detto ancora: "Me la compri papà?" Buona serata a tutti gli amici del forum. E.6 punti
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Circa due anni fa cominciai una discussione parlando delle intenzioni nel cominciare a collezionare monete della mia città..Modena appunto. Oggi...complice una bella occasione ho cominciato...e il caso vuole proprio con la moneta di cui parlai 2 anni fa...uno Scudo di Francesco III 1739 e proprio in uno stato come lo volevo io. Ho un pò di emozione a tenerlo in mano ...mi fa tornare indietro nel tempo. Son contentissimo e volevo condividerlo con voi saluti marco6 punti
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Oggi Vi metto un pò a lavoro: vediamo chi riesce ad attribuire un corretto grado di rarità a questa moneta.4 punti
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Essere testimone di un evento così mi fa sentire orgoglioso per l' appartenenza a Quelli del Cordusio, a Lamoneta.it a Milano, anche se da provinciale... Devo un grazie sonoro, che ripeterò di persona a molti di voi, per l' impegno e le giornate che avete dedicato, che dedicate e che dedicheremo alla divulgazione di questa passione. Roberto4 punti
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Complimenti @Gasp notevole per tondello, battitura e patina! Buongustaio! Lo stimolo di @Rocco68 è sicuramente invitante... e sulla scia di @Gasp posto il mezzo ducato di filippo II per le nozze, sicuramente tra le mie preferite4 punti
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Sono stato a Vienna al museo lo scorso anno, confermo la presenza delle monete. In questa foto, pessima scusate, la moneta in oro n. 230 è la terza da sinistra3 punti
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Buongiorno a voi, in questi giorni ho qualche ora a disposizione (direi "ora d’aria” senonché qualcuno penserebbe subito male) e così posso chiacchierare un po’. Una caratteristica che mi pare sia costante nella monetazione milanese di questo periodo e tipologia (e intendo le emissioni con XRISTIANA RELIGIO a partire da Ludovico il Pio fino almeno a Ludovico II, oltre cui non andrei come attribuzione cronologica della moneta di @anto R, anche se la sua assegnazione al primo Ludovico credo sia fuori discussione) è la presenza delle “A” barrate da un trattino obliquo, più o meno centrato ma sempre presente. Inoltre, la dimensione della “O” di HLVDOVVICVS pur fluttuando leggermente da emissione ad emissione mi sembra si mantenga sempre di una certa grandezza (i “mi pare” e i “mi sembra” sono importanti!). Infine, in generale, le lettere sono più slanciate e sottili e anche le colonne del tempio sono più alte. Molto particolari anche le croci presenti su entrambe le facce, quasi sempre o vistosamente potenziate o/e bifide. Quest'ultima caratteristica, però, non è tipica della sola Milano ma anche di Verdun e forse di un’altra zecca non ancora identificata (italiana?), che coniò monete molto particolari come stile (cfr. BdN materiali n. 7, p. 101, n. 8). Diverso il caso di Venezia, alla quale sono attribuite monete dalle caratteristiche variabili ma che - ed è quello che oggi ci consente nella maggioranza dei casi di poterle attribuire con una certa precisione alla zecca della città lagunare - nel complesso mantengono una certa somiglianza formale. Le colonne del tempio possono essere più o meno alte, le “A” possono essere sia chiuse che aperte e i loro apici legati o meno da un triangolino (questa caratteristica è anche delle “V”). Tuttavia le lettere sono sempre basse e tozze e la croce nel campo del dritto, più o meno ampia, ha sempre i bracci che restano dritti e di larghezza uniforme fin quasi alla fine, quando si aprono improvvisamente “a trapezio”. Una caratteristica che non si riscontra in tutte le emissioni di Venezia ma che è comunque evidente in diversi esemplari è la “O” di HLVDOVVICVS di dimensioni più piccole rispetto alle altre lettere. Lettere tozze, “A” aperte, “V” senza apici, croce con bracci di larghezza uniforme che finiscono “a trapezio” e “o” più piccola ( HLVDo[VVICVS]) mi sembra, a differenza di quanto è sembrato a Eros, riconducano l’esemplare di Antonio a quello indicato con la sigla BN Cote568 nello specchietto di Coupland. Di contro vi sono le colonne del tempio, più alte nel pezzo di Parigi e più basse in quello di Antonio, simili però a quelle che si vedono nell’emissione con DN CVNSERVA ROMANO IMP e in alcune, sempre veneziane, con XRISTIANA RELIGIO (cfr. S. Coupland, Money and Coinage..., pl. III, Class III, Group G: Venice, n. 2). Con questo non voglio dire che l’esemplare di Antonio sia indubitabilmente di Venezia, ma che potrebbe esserlo perché possiede caratteristiche riconducibili a quella zecca. L’unico problema a tutto questo bel discorso è che le stesse caratteristiche si ritrovano anche in monete di altre zecche... E qui mi fermo perché non so più che dire. Cordialmente, Teofrasto3 punti
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Ciao, non è per forza che si devono rimuovere anche le concrezioni. Il cancro o "peste del bronzo"e una brutta bestia. Se non viene eliminato , c'è sempre la possibilità che ritorni , specie se la moneta sta in luoghi non asciutti. I metodi sono diversi, ognuno si fa forte dalla esperienza personale. Non tutti i problemi con cancro sono uguali . Sempre che di cancro si tratti. Si perché qualcuno potrebbe scambiare la malachite con il cancro. Questo può succedere da foto.......mai dal vivo.3 punti
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Buonasera a voi, sul pezzo di @anto R (che ringrazio per avermi citato ma gli esperti del settore sono ben altri...) ho diversi dubbi e per il momento non mi sento di esprimere un parere definitivo (che però, forse, non è nemmeno possibile). L’impressione comunque è che possa trattarsi di un denaro della zecca di Venezia. Allego uno specchietto di Simon Coupland che ritengo molto interessante al fine di determinare - o quantomeno cercare di determinare - l’atelier della “nostra” moneta. Vorrei poi dire la mia opinione sull'esemplare di @giancarlone, quantomeno sull’autorità emittente. Personalmente non l’attribuirei a Ludovico III. Di più, se diverse caratteristiche lo avvicinano ai denari milanesi (la croce “trifida”, le caratteristiche della crocetta più piccola all’interno del tempio, la forma di alcune lettere della legenda), altre come le “A” aperte (), la “R molto particolare, la “o” di RELIGIO, molto piccola rispetto alle dimensioni delle altre lettere, mi fanno pensare che possa trattarsi di un’altra zecca. Per il momento, però, non saprei dire quale. Pavia? Boh!!!??? Escludo comunque che Giancarlone possa aver trovato dei confronti calzanti tra la sua moneta e quelle illustrate nel volume di Crippa, se non unicamente nelle estremità dei bracci della croce del dritto. Un caro saluto, Teo3 punti
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Ciao Pietro, facendo una breve ricerca su Google Libri ho rintracciato questi tre documenti molto interessanti. Come puoi constatare le contromarce OLIM e BOMBA (ma non BOIA) furono apposte dagli antiborbonici siciliani nel 1848 a scherno del sovrano "bombardatore". Questi documenti provano in modo incontrovertibile la genuinità delle contromarche apposte subito dopo il bombardamento di Messina nel settembre del 1848. Estratto da alcuni numeri del quotidiano siciliano La Costanza del 1848. N. 31, pp. 121-22. N. 34, pp. 135-36. N. 36, p. 144. N. 62, p. 245. Estratto da Museo scientifico, letterario e artistico, Torino, 1848, p. 416.3 punti
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Salve a tutti, è molto raro imbattersi in un entusiasmo così genuino, intenso e graduale che raggiungerà il suo apice fra tre giorni. Credo che tale stupore, ossia illimitato desiderio di scoperta non si senta solo a Milano, ossia nel Ducato, ma anche nelle aree più lontane: io lo sentivo anche quando ero anni luce dalla lista d'attesa. Personalmente non vedo l'ora, infatti ho già iniziato il conto alla rovescia, di entrare nel Gabinetto Numismatico della Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Volevo chiedere a @dabbene se si potrà anche prendere in mano i tondelli che ci verranno proposti e, in questo caso, se è necessario portare anche i guanti in velluto. Personalmente credo che non prenderò niente in mano, poiché sono quasi certo che tremeranno per l'emozione. Le aspettative sono quindi molto alte e credo che non ci saranno delusioni. Saluti, a presto!3 punti
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Buon giorno a tutti, Vi comunico che Comunicazione 69 (quella tradizionale) è disponibile in PDF sul sito della Società Numismatica Italiana a questo LINK Matteo2 punti
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Salve a tutti! Vorrei provare a partecipare alla bella iniziativa di @Legio II Italica riguardante le monete con rovesci di interesse storico-archeologico. Le mie conoscenze in materia sono ancora molto limitate, ma l'argomento mi interessa quindi mi butto... sperando di non fare una figuraccia! Qualche giorno fa stavo sfogliando uno dei miei (pochi) testi e mi sono imbattuta in questo denario di Ottaviano con l'immagine del Tempio del Divo Giulio: incuriosita, ho provato a fare qualche ricerca... Come è noto, Giulio Cesare venne ucciso il 15 marzo del 44 a.C. durante una seduta del Senato nella Curia di Pompeo; il suo corpo venne poi esposto nel Foro vicino alla Regia (la sede in cui probabilmente il Pontefice Massimo esercitava le funzioni sacrali). All'estremità orientale della piazza del Foro venne accesa la pira funebre e si svolsero i suoi funerali; al posto della pira venne poi collocato un altare affiancato da una colonna con la dedica "Al padre della patria", in seguito rimossa. Giulio Cesare fu divinizzato nel 42 a.C.: si tratta del primo caso di divinizzazione post mortem conosciuto a Roma, secondo un uso tipico dei sovrani ellenistici. Tuttavia, la costruzione fu iniziata da Ottaviano solo nel 31 a.C., l'anno della sua vittoria nella battaglia di Azio contro Marco Antonio e Cleopatra, e il tempio venne da lui dedicato il 18 agosto del 29 a.C. al Divo Giulio. Venne situato nel Foro nel punto dove si trovava l'altare, che si vede sulla sinistra della moneta. Ottaviano vi appare con la barba in segno di lutto: è quindi possibile che la moneta sia stata coniata intorno al 36 a.C., anno della battaglia di Nauloco, dopo la quale Ottaviano rasò la sua barba. Il tempio quindi non era stato ancora costruito, per cui probabilmente quello illustrato sul denario sarebbe una raffigurazione simbolica, una rappresentazione propagandistica di come il tempio doveva essere e non come alla fine apparve nella realtà. Tra le colonne si vede la statua di Giulio Cesare e sul frontone appare la scritta DIVO IVL sormontata da una stella, il Sidus Iulium: si tratta probabilmente della cometa che apparve nel luglio del 44 a.C. Ecco qui dunque la mia prima discussione (spero di non aver detto troppe stupidaggini!) Chiedo scusa per le lacune che sicuramente contiene, e aggiungo solo che sarei naturalmente molto contenta se voleste aiutarmi a correggerla e completarla con le vostre conoscenze e considerazioni! Buona giornata!2 punti
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Devo ammettere che i due ultimi post, quelli prima di Antonio, mi hanno veramente emozionato, perché poi ci sono le parole giuste che non leggiamo di solito per un evento, entusiasmo, voglia, stupore, orgoglio, grazie, impegno, passione, divulgazione, ringrazio loro perché poi se questi sono gli attestati credo che tutti ne usciamo più motivati e gratificati. Un evento che parte da zero, senza appoggi, costruito da volontari e che si concretizza in questo modo ripeto ha del quasi miracoloso e dimostra che i sogni anche numismatici a volte si realizzano, certo poi ci vogliono i sognatori, quelli che amano le emozioni, che pensano solo alla passione, senza interessi di sorta, per fortuna l'evento dimostra che ci sono ancora e anche tanti. E se sabato sera sarà tutto finito e sarà la fine, il giorno dopo ci sarà un nuovo inizio, come nel collezionismo, come nei racconti che amo, anche negli eventi la fine e' il mio inizio, l'Ambrosiana non finirà, inizierà di nuovo con altri obiettivi, con nuove sfide, con nuove avventure, buona notte a questo punto a tutti i sognatori numismatici e buon Milano Numismatica ! Devo dirlo non sempre mi emoziono, ma questa volta lo sono veramente per la gioia di quello che stiamo facendo....insieme a tanti, grazie comunque a tutti , qui lo devo dire perché magari sabato non riuscirò a farlo, ai miei fantastici compagni di viaggio, un super gruppo che ama la numismatica per quello che può dare, passione, emozioni, gioia senza altro in cambio...2 punti
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Moneta "preferita" della serata.... ....accontentatevi solo del D/ Saluti, Rocco.2 punti
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Io "purtroppo" ho un ventiduenne ed un ventottenne, e le fiabe le hanno abbondonate da un bel pezzo per il tablet, ipad, smartfone, qr barcode, app android e altre diavolerie che mi fanno desiderare ogni giorno di più una macchina del tempo che mi riporti agli anni '80. La fiaba la leggo per me.2 punti
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La mia terra. I Gonzaga Volevo mostrarvi questo particarissimo ducatone di Ferdinando Gonzaga 1617 Dello zecchierre Carlo torre, questo esemplare è in esposizione al museo di Vienna. Presenta busto dorato al dritto e sole dorato nel rovescio2 punti
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Le foto provengono dai cataloghi della collezione BAM, per la precisione il VII volume (addenda) dedicato agli esemplari non presenti nella Magnaguti ma in altre collezioni pubbliche o private di tutto il mondo. Queste monete sono conservate presso il Kunsthinstorisches Museum di Vienna, dove sono presenti numerosi grossi moduli gonzagheschi di estrema rarità, tra i quali il 12 doppie d'oro coniato sotto la reggenza di Isabella Clara (uno dei due soli nominali di questo tipo emessi dalla zecca di Mantova). D'altronde i grandi nominali d'oro venivano in buona parte coniati come omaggio per la corte imperiale, quindi nulla di strano che siano poi rimasti a Vienna. La doratura su busto e sole del ducatone postato nel primo messaggio è cmq postuma, non è una produzione di zecca.2 punti
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questo credo sia un nodo cruciale,onde evitare problemi con la stessa e con le altre che gli stanno vicino(sia ora che un domani),credo si debba operare in modo "efficace",purtroppo,e sono sincero,a discapito di qualcos'altro,quel qualcosa puo' essere doloroso per alcuni,ma necessario per altri.e' chiaro,poi uno agisce come meglio crede,fino a che le monete saranno fruibili pubblicamente.2 punti
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Il tutto mi ricorda il V secolo... Anche allora c'era una forte immigrazione incontrollata, ci fu la Brexit (l'ultimo documento riguardante la Britannia fu stilato da Onorio), sorsero stati indipendenti al grido '' da soli è meglio ! ''. Poi arrivarono ''i secoli bui''... Arka P.S. Ovviamente si fa per ridere... o no?2 punti
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Ringrazio @teofrasto per il suo ennesimo intervento; certamente attribuire queste monete non è in molti casi facile, tanto più se mancano parti di tondello... Io fondamentalmente puntavo all'inizio su Venezia, poi però (ri)leggendo gli studi di Coupland ho dato maggiore importanza al tratto orizzontale che unisce esternamente le due stanghette convergenti nelle A e nelle V, particolare tipico dello stile veneziano. Concordo con Mario, a volte l'impresa del fornire una corretta attribuzione è talmente ardua che è meglio anteporre a tutto un bel "probabile". Per fortuna qui siamo tra amici e quindi due chiacchiere in più si possono anche fare, come vedete stanno uscendo tante considerazioni anche importanti. Ciao Eros @eracle62 , quindi segnamo con te un bel +1 alla lista degli interessati all'argomento! Tornando alla mia domanda del post #62 (in riferimento al denaro del post #57) vi allego un aiutino Grazie per la vostra partecipazione e per le vostre considerazioni che leggo con molta attenzione e piacere (stiamo davvero "facendo Forum"), buona giornata, Antonio2 punti
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Mi sembra di capire, e sottilineo mi sembra, che la forma della croce o una lettera non siano condizioni sufficienti da soli a dare una attribuzione ragionevolmente certa, almeno lo è se ci sono più fattori congiunti a determinarla. Sia nella prima moneta che in particolare in quella di giancarlone ci sono elementi che ti portano da una parte ed altri dall'altra, se ben ricordo dalla lettura del Crippa anche la A barrata o meno può dare una indicazione di massima della zecca ma non è una condizione decisiva perché ci sono anche casi, non molti, però discordanti sulla A anche per Milano stessa...e quindi ritengo che in alcuni casi sia anche giusto dire probabile attribuzione a....2 punti
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Gran bella moneta, sono anch'io di Modena e come te ho iniziato da poco la collezione di questa bellissima zecca. Penso che collezionare monete appartenenti al proprio territorio dia una soddisfazione davvero enorme, o almeno questo è quello che ho provato io dopo aver acquistato le mie prime 2 monete di Modena poche settimane fa... anche se questo tuo scudo le batte nettamente entrambe! Ancora complimenti, Cioso.2 punti
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@Philippus IXi guanti di cotone sono sempre opportuni perché se ti danno la possibilità di prenderle in mano è una garanzia di non creare danni. Sicuramente si riepilogando per foto, film, cell, per gli ambiti conferenziali, in ambito interno Medagliere chiederemo al momento al Prof. Alteri, d'altronde anche per loro è un po' una novità. Può essere che una immagine d'insieme sia una cosa, una immagine ravvicinata un'altra.... Per il resto riepilogo il programma : ORE 10,30 inizio coi saluti nella Sala XXIII dell'Ambrosiana, io consiglio di arrivare almeno un 15 minuti prima e sedersi già, se chiedono all'ingresso, dare il vostro cognome e dire per Milano Numismatica, quindi entriamo, inutile star fuori ad aspettare tutti.... ore 13, 00 - Pranzo al Ristorante / Pizzeria Farinella in Piazza Castello ore 14, 45 - inizio Conferenze con Paolo Crippa al CCNM , Via Terraggio 1 ( Cadorna MM1 e 2 ) a seguire Toffanin, Limido, presentazione Gazzettino di Quelli del Cordusio, Momento Giovani, consegna Premio Divulgazione, visione delle monete false milanesi. Quindi non andate via presto perché in fondo ci sono dei bei botti, botti nostri poi.... Da parte mia consegnerò una copia ai giovani presenti che non ce l'hanno la monografia " Milano raccontata dalle sue monete e medaglie " e questo momento sarà però alla fine a meno che non si voglia anticipare, ma non dipende da me però questo ....2 punti
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Grazie siete stati gentilissimi. Sono comunque contenta di aver scoperto questo sito che trovo molto interessante.2 punti
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Stupendo ritratto, stupenda tipologia, stupendo regnante, stupenda patina, stupendo tondello.. Ha dimenticavo stupenda zecca.. Eros2 punti
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Vi do la buonanotte con il R/ di questa Piastra di Ferdinando IV del 1786.... Fotografata in diagonale, per farvi meglio apprezzare I fondi e I rilievi. Saluti, Rocco.2 punti
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* * Description Valerian I (253-260). Bithynia, Nicomedia. Æ (25mm, 6.56g, 12h). Laureate, draped and cuirassed bust of Valerian I r., facing laureate, draped, and cuirassed bust of Gallienus l.; between, smaller bareheaded, draped and cuirassed bust of Valerian II r. R/ Three agonistic urns set on ground line, the outer two each containing a single palm frond, the central containing two. Cf. BMC 72 (for type). Near VF2 punti
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Salve ragazzi,finalmente dopo quasi un mese di viaggio(arrivava solo dalla Svizzera)la moneta è arrivata a destinazione.Un piccolo Alessandro Severo con profilo "rubato" dal cugino Eliogabalo.2 punti
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Passo dopo passo costruisco il sogno di una vita, voi penserete a una bella collezione di monete che si avvia al completamento, non proprio... da biblionummofilo quale sono non è tanto alle monete che sono rivolti i miei appetiti, ma ai libri sulle monete, sto cercando di creare una biblioteca numismatica ideale divisa in vari settori, in primo luogo vi è la distinzione tra biblioteca digitale e reale, quella digitale sta assumendo un ruolo sempre più cospicuo perché mi consente di raccogliere testi appartenenti ad ambiti che esulano dalla biblioteca reale, così come articoli e raccolte di periodici ormai sempre più presenti e disponibili in rete, tutto materiale che occuperebbe uno spazio improponibile per le mie possibilità di semplice privato, in questo modo posso inserire una mole cospicua di testi nel semplice spazio di un hard disk consultabile via computer, so che per un bibliofilo un testo deve essere materiale per il piacere di possederlo e sentirlo tra le mani, ma io sono un bibliofilo moderno e onestamente la comodità di consultare un Cohen, un Roman Imperial Coins, un Moneta Imperii Byzantini e un Corpus Nummorum Italicorum comodamente su un portatile pure mi inocula una dose non trascurabile di godimento; la biblioteca digitale inoltre non è l'unica ad esistere in tale formato, sto creando anche una bibliografia/biblioteca digitale, cioè un data base completo di tutto il pubblicato concernente alcuni ambiti della numismatica di mio particolare interesse con schede bibliografiche ampliabili fino a contenere descrizione fisica con immagini, abstract, sommari, recensioni e link a recensioni reperibili in rete o anche ai testi medesimi quando esistenti, per il momento gli ambiti di cui mi sto occupando sono la numismatica dell'Italia meridionale medievale e moderna, la numismatica bizantina e quella islamica, se avessi qualche aiuto mi piacerebbe coprire anche la numismatica del resto d'Italia e della Magna Grecia e Sicilia greca, altrimenti farò da solo nel corso degli anni, il vantaggio di un lavoro simile è nella possibilità di aggiornamento costante dei testi e dell'arricchimento sempre possibile a cui si può sottoporre ogni scheda bibliografica, ovviamente fatto da solo è un lavoro immane anche perché richiede continua manutenzione, ma è un qualcosa che penso come un progetto collettivo e generazionale, da costruire nel tempo come ogni grande opera; ma adesso passiamo alla biblioteca reale, e qui chiedo la vostra attenzione e il vostro parere, ho scelto di raccogliere solo monografie concernenti alcuni ambiti della numismatica: zecche italiane medievali e moderne, Magna Grecia e Sicilia greca, numismatica bizantina e islamica; sono arrivato ad acquisire alcuni dei testi fondamentali relativi ad alcuni di questi ambiti ma ovviamente il lavoro di raccolta è ancora lungo, ora vi chiedo di immaginare che questa biblioteca seppur privata sia aperta alla consultazione, come un circolo specializzato in cui un appassionato, studente o studioso prenda appuntamento per poter consultare dei libri di suo interesse, quali testi vi piacerebbe trovare in ciascuno degli ambiti predetti?1 punto
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E' un pensiero che poco c'entra con la numismatica e molto con la carità umana, ma lo scrivo qui perché sia visibile a tutti. Impossibile, a mio parere, non rivolgere un pensiero affettuoso a una terra martoriata da eventi atmosferici e naturali che sembra, perun malvagio disegno del destino, si accaniscano senza pietà. Vada un abbraccio forte agli amici del Forum impegnati in questi giorni a far fronte a questi disastri, intenzione che ovviamente credo tutti noi siamo d'accordo si estenda a tutti gli abitanti del Centro Italia così colpiti da questa sventura.1 punto
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Ciao a tutti, non sono un estremista del FDC e il più delle volte sopporto a malapena le monete che non nascono per la circolazione,ma devo dire che alcune once,specialmente le Inglesi hanno il loro perchè. Certo questa moneta e le altre che posterò in seguito(invito chiunque a postare le sue) meriterebbero tutt'altro fotografo,in particolare i rilievi lucidi sono difficilissimi da far rendere in tutta la loro bellezza,ma ci proverò... Comincio con la più recente approdata in collezione,il pezzo da 2 pound del 2004,rilievi lucidi su fondo satinato,una sorta di "reverse proof "?1 punto
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Fabry, nota bene le "O". né a Metellum né in altre zecche sono così piccole come a Venezia. sempre che io non stia parlando di un'altra moneta, si intende! discussione complessa ma invitante!1 punto
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Mamma mia come siete competenti...Antonio devo farti ancora i complimenti per come sai entusiasmare ad ogni post. Roberto1 punto
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Io la valuto un qSpl complessivo ma il rovescio è splendido... X la tipologia mi sembra già molto!!1 punto
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io vedo dalle prime foto dei problemi al bordo da ore 1 fin oltre ore 2. Occorrerebbe una visione del taglio per dare un opinione sensata su un'eventuale riparazione.Non credo sia possibile dire altro da foto,specialmente pagherei o non pagherei,non credo porti beneficio alla discussione,semmai porta frustrazione in chi magari in buona fede ha sborsato un prezzo maggiore,ma è solo il mio parere beninteso...1 punto
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Complimenti x la moneta!! Mi piace molto, alta conservazione e bella patina...bellissimi i dettagli. Come ha detto Mario sulle monete Modenesi non ci sono nel forum molti appassionati... Quindi ancora meglio vedere un pezzo in bella conservazione! Saluti Fofo1 punto
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Vi porgo alcune domande : 1- ma è veramente compito dell'UE creare posti di lavoro? 2- ma è compito dell'UE fare in modo che l'economia dei vari Stati membri sia prospera? Forse se leggiamo superficialmente i 2 Trattati sull'UE e sul suo funzionamento diremmo di si, ma bisogna ricordare che gli organi comunitari svolgono prevalentemente compiti di coordinamento fra i vari Stati i quali detengono il potere di decidere poi cosa fare. E sono sempre gli Stati ad avere la competenza in questa materia, rispettando alcune regole comuni. La storiella che Bruxelles decide sopra le nostre teste è vera a metà: quando uno Stato aderisce all'UE volontariamente decide che in certi ambiti sia sottoposto a controlli e regole, inoltre in materia economica le spese degli Stati sono monitorate e valutate quando le uscite sono maggiori delle entrate o esiste un debito grosso (come nel nostro caso). I veri delinquenti sono stati i nostri governanti che hanno scialacquato i nostri soldi malgovernando e spendendo troppo e male. Quindi se siamo in continua osservazione sui conti i responsabili abitano in Italia e non a Bruxelles. Poi se vogliamo dire che fuori l'UE si viva meglio, è molto relativo....dipende sempre se hai un'economia sana e forte e quindi vivi bene comunque......1 punto
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Ciao @clairdelune, il Tempio del Divo Giulio non dovrebbe essere quello che hai messo in foto perché il numero delle Colonne del fronte non coincidono , 4 per la moneta del Divo Giulio , 6 per la foto ; quindi potrebbe essere qualsiasi Tempio di cui ora su due piedi non saprei dirti a chi fosse dedicato , dal numero delle Colonne potrei sospettare essere quello di Antonino Pio e Faustina nel Foro , anche questo aveva 6 Colonne sul fronte , ma e' solo una ipotesi , ciao e grazie .1 punto
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Per la numismatica classica il pedigree è fondamentale, si compra quello oramai. Nel caso di aurei o di monete di alto valore una pubblicazione che ne attesti liceità, autenticità direi che vale più della moneta. In aggiunta posso dire in linea generale che qualsiasi cosa aggiunga informazioni certe dell'oggetto collezionato ne aumenta il valore. Le contromarche di famose collezioni, gli ex libris (per i libri), l'essere appartenuto a famose collezioni, insomma, il poter creare per quell'oggetto una sua storia personale lo rende più pregevole ed ambìto.1 punto
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Sulla GU 20 del 25 Gennaio 2017, i primi decreti datati 16 gennaio 2017 10 Euro Au Adriano - corso legale 27 gennaio 2017 2 Euro Basilica San Marco a Venezia - corso legale 27 gennaio 2017 - contingente circolazione 1.500.0001 punto
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C'è modo e modo di dire le cose. Poi non stupiamoci se chi arriva qui la prima volta si sente aggredito. Non è un tema di sostanza ma di forma, che sovente conta di più soprattutto come primo impatto. Ovviamente è una considerazione generale e non personalizzata.1 punto
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DE GREGE EPICURI Io sopra alle 3 urne leggo NIKOMHDEWN, quindi dovrebbe essede Nicomedia.1 punto
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Tanto ormai ci siamo e possiamo togliere il velo ad alcuni aspetti, Paolo Crippa ci farà vedere le immagini di ben 50 monete di Leone Leoni, e sapendo cosa ha coniato Leoni potete immaginare, visione e commenti di Crippa, tra Carlo V e Filippo II, avere Paolo Crippa che ci racconta monete e' direi una esclusiva tecnica che credo l'appassionato di Milano e delle belle monete in genere non dovrebbe lasciarsi scappare, ricordo anche che il pomeriggio e' libero per tutti quelli che fossero interessati...1 punto
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Zecca di Venezia Partiamo dall’osservazione di alcuni esemplari di monete del tipo XPE SALVA VENECIAS Al dritto in campo la croce è del tipo che in araldica si definisce “patente” pur presentando talvolta affinità anche con la croce di tipo “potenziato” e sono sempre presenti i globetti tra i 330 Elemento già segnalato dalla bibliografia della prima metà del secolo scorso; GAETTENS 1932, p. 3. 65 bracci della croce, mentre la croce in legenda è quasi sempre patente. Il cerchio che delimita il campo è zigrinato, cosi come quello che delimita il bordo. Al rovescio il tempio non presenta uno standard uniforme. I tratti comuni sembrano essere le due barre parallele alla base del tempio e la croce patente che sormonta il tempio stesso, ma nella fattispecie l’esemplare di foto 4 si discosta in tal senso dagli altri. Per quanto riguarda il frontone in certi casi è presente un triangolo interno che in certi altri casi è assente e in altri ancora vi è l’inserto di un secondo architrave. Anche la forma delle colonne e della croce all’interno del tempio non sono codificabili univocamente in quanto le loro dimensioni (talvolta risultano allungate) e il loro stile è variabile. Per quanto riguarda la legenda notiamo che le lettere non sono sempre piatte o allungate, ma esistono anche lettere in rilievo e lettere minuscole. Pare una costante il segmento sotto le V e sopra le A come notato da Coupland e le lettere A sono tendenzialmente barrate. Sovente sono presenti legature tra lettere M e P e tra M e A. Per quanto riguarda lo stile notiamo che le dimensioni delle lettere non sono uniformi e le lettere D sono ottenute con un punzone per le I a cui si affianca una C rovesciata. La lettera E è ottenuta da un punzone per la I a cui si affiancano tre piccoli punzoni triangolari. Anche le lettere M e N sono ottenute con il medesimo punzone delle I per formare i tratti verticali che sono poi uniti da segmenti trasversali. Le lettere P e R sono ottenute partendo ancora una volta dalla I con l’aggiunta poi dei tratti che le compongono. E’ ora possibile operare un confronto con le monete del tipo XPISTIANA RELIGIO sulla scorta degli elementi appena individuati. Appare subito evidente però che le indicazioni suddette sono insufficienti a classificare puntualmente degli esemplari stilisticamente molto eterogenei come quelli in oggetto. Osservando il dritto dell’esemplare riprodotto nella foto e potenzialmente ascrivibile alla zecca di Venezia, notiamo che la croce in campo è affine agli esemplari analizzati del tipo XPE SALVA VENECIAS e sono presenti tra i bracci i 4 globetti, mentre la croce in legenda è patente. Anche il cerchio che delimita il campo e quello del bordo sono affini. Al rovescio il tempio si presenta in un’ulteriore variante, con le due barre parallele alla base che non sono della stessa lunghezza. Se il frontone poi appare di un tipo già riscontrato332, le colonne del tempio e la croce in esso racchiusa sono stilisticamente diverse dai tipi suddetti. Lo stile delle lettere che compongono la legenda non è paragonabile alle monete del tipo XPE SALVA VENECIAS, eccezion fatta per il segmentino che sormonta le A e che sta sotto le V. Altro elemento che si nota al rovescio è che non tutte le A sono barrate tratto dalla tesi di laurea di G. Carraro1 punto
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Devo dire che sono soddisfatto del risultato, ora provo a fare qualche scatto e ti mostro (ci vuole comunque molto tempo per patinare, a prescindere dalla base su cui poggiano), uno nello specifico mi ha stupito... il problema è il colore, il rosso con l'argento mi fa penare con l'esposizione fotografica1 punto
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Queste due banconote da 200 pesetas sono vendute come "serie bajisima" (serie molto bassa), quindi si, sono paragonabili alle nostre AA-A. La lettera l'aggiungevano successivamente al raggiungimento del contingente di stampa, presumibilmente al 9.999.999 - la prima combinazione alfanumerica sarà stata la A 0000001 : Arrivati alla Z 9.999.999 inserivano la lettera dopo un primo numero, la prima sarà stata la 1A0000001 : E così via:1 punto
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Troverete anche una rapida discussione in merito in Philip Grierson "Introduzione alla numismatica". ;)1 punto
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