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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/03/17 in tutte le aree

  1. Vi ricordate di me, appassionato di monete, che un mese fa vi chiedeva consigli sul primo acquisto. Ecco oggi questo grande passo l'ho compiuto anche io, eccomi qua a mostrarvi la mia prima moneta. Ho deciso si acquistatr uj denario di TRAIANO. DENARIO classificato RARO che commemora la presa dell'ARABIA!! Coniato a Roma nel 103-111, RIC 94, pesa 3.01g x 19mm. Al D/ IMP TRAIANO AVG GER DAC P M TR P; busto laureato e drappeggiato su spalla sinistra. Al R/ COS VI P P S P Q R OPTIMO PRINC; ARAB ADQVISIT (esergo); l'Arabia, con ramo e fascio di canne, con accanto un dromedario. Un gradevole denario con un bel ritratto fiero e un rovescio tra i più ricercati di Traiano, visto che commemora un momento ben preciso! CONSERVAZIONE GLOBALE: BB Spero vi piaccia questa moneta, la prima di un lunga serie.
    13 punti
  2. @Nic Ti metto sotto il link a cui puoi trovare l'articolo su Arezzo che finalmente è uscito! https://www.academia.edu/31205372/Le_monete_del_Comune_e_dei_Vescovi_di_Arezzo
    5 punti
  3. Posto con piacere questo articolo trovato sul web, spero sia spunto di interesse e di discussione. La monetazione di Messina: brevi cenni Dai Greci ai Romani, dai Normanni agli Spagnoli Messina vanta una ricca e duratura esperienza di zecca monetale. Le prime monete (525 a.C.), dracme e frazioni in argento con un delfino che nuota all’interno del porto, furono battute da Zancle, antico nome della città derivante da zanclon/‘falce’, con riferimento al porto falcato. Da sempre la città dello Stretto era stata in contatto col Mediterraneo orientale e l’importante funzione portuale si rifletté sulle sue monete. Più tardi, in un’ottica orientata all’espansionismo e all’affermazione locale, Anassila di Reggio, impadronitosi di Zancle con l’aiuto di Messeni, ne mutò il nome in Messana e coniò a nome delle due città dello Stretto monete con i medesimi tipi: dapprima con testa di leone e sul rovescio testa di vitello, poi i tetradrammi con biga di mule e lepre. Si trattava della prima esperienza di moneta unica che, come l’euro attuale, rinsaldava - mediante vantaggi economici - i legami politici all’interno del regno di Anassila. La biga celebrava la vittoria del tiranno ad Olimpia, ma il mulo – nato dall’unione di cavalla e asino – simboleggiava l’unione tra due popoli diversi, i vecchi Zanclei e i colonizzatori Messeni. Nel corso del V sec. a.C., l’importanza dell’area dello Stretto è documentata, a Messana, dalla coniazione della prima moneta in oro della Sicilia (450 a.C. ca), come pure dall’abbondante afflusso di valuta straniera, soprattutto ateniese, indizio della vitalità dei traffici commerciali e del pagamento di dazi e pedaggi portuali. Coinvolta negli avvenimenti militari della guerra del Peloponneso, fra 420 e 405 a.C. Messina sperimenta una grande stagione di fioritura artistica e orgoglio civico. Sui tetradrammi compare Messana, personificazione della città, alla guida della biga di mule; al rovescio un giovane Pan seduto su roccia trattiene una lepre. La caccia alla lepre era una pratica riservata ai più giovani, il cui successo dipendeva dalla velocità delle gambe. Il dio, che aveva catturato una lepre viva, era un modello di abilità e coraggio che la città proponeva alla sua gioventù. Ai medesimi anni si data la ricca serie con testa di Peloriás, la “Gigantessa”, personificazione di Capo Peloro, cui si accompagna Pheraimon, il mitico “condottiero” figlio di Eolo e signore della costa settentrionale della Sicilia. Nelle due figure è possibile riconoscere i modelli ancestrali dei popolari Giganti Mata e Grifone, cui ancora oggi i Messinesi attribuiscono il ruolo di fondatori e protettori della loro città. ZANKLE: Dracma d’argento, 525-494 a.C.: D/ Delfino entro la falce del porto. R/ Pianta di edificio, all’interno conchiglia. MESSANA: Tetradrammo d’argento, 410 a.C. ca: D/ Biga di mule (apene) al passo guidata dalla dea Messana; in alto, Nike che la incorona; in esergo, due delfini affrontati; R/ Lepre in corsa, in basso spiga in alto colomba. MESSANION sotto la linea di esergo. Ambita e sfruttata da molti per la posizione strategica che consentiva il controllo di due mari, nei secoli successivi Messana non godrà più del ruolo economico sperimentato nel V sec. a.C., in cui per volume di emissioni era stata seconda soltanto a Siracusa. Occupata nel 285 a.C. da mercenari Mamertini, la città diviene ben presto la porta di accesso di Roma alla conquista della Sicilia. Le monete mamertine, coniate in bronzo e dotate nel tempo di segni di valore e pesi analoghi a quelli romani, appartengono agli anni delle guerre puniche e servono a pagare le spese quotidiane delle guarnigioni presenti nell’isola. Su di esse ricompare il guerriero Pheraimon, ma si adottano anche tipi derivati dai maggiori regni ellenistici. La zecca batte moneta anche a nome di Roma: studi recenti localizzano a Messana gli aurei con Marte/aquila ritenuti battuti nella zecca dell’Urbe. Con Roma signora della Sicilia, Messana non batte più moneta a nome proprio; negli anni 45-40 a.C. sembra funzionare come zecca di Sesto Pompeo “Prefetto della flotta romana e dei litorali”. Per tutta l’età imperiale a Messana circolerà solo la moneta proveniente dalle zecche imperiali o dalle province romane. All’arrivo dei Bizantini in Sicilia (535 d.C.) il ruolo di Messina, ridotta ad avamposto militare senza particolare importanza, appare piuttosto secondario. MESSANA MAMERTINA: Bronzo, 215 a.C. ca. D/ Testa di Zeus; R/ Pheraimon all’attacco, a destra lettera P(entonchion) La città entra nella fase medievale solo al tempo della conquista normanna (1060): la felice posizione geografica e il porto naturale ne favoriscono lo sviluppo. Anche se forse la zecca era già stata attiva sotto gli Arabi, è con Ruggero d’Altavilla (1130-1154) che iniziano le emissioni della città in oro e rame con il nome MASÎNI e l’indicazione degli anni 1145 e 1151, affiancandosi a quelle di Palermo in oro e argento anch’esse con doppia iscrizione in arabo e greco. La conquista dell’isola - ad opera di Enrico VI (1194) - segnò l’avvio della dominazione sveva. La zecca peloritana, unica tra quelle siciliane, continuò a battere tarì d’oro e, forse, a coniare anche i denari di mistura, con i quali la Sicilia s’inserì in un trend monetario europeo che coinvolgeva anche l’Italia meridionale. Durante il regno di Federico II (1197-1250) viene introdotta una nuova moneta d’oro, l’augustale, multiplo del tarì e ispirato nell’iconografia alle monete dell’antico Impero romano. Il sovrano vi compariva coronato d’alloro insieme all’aquila imperiale: l’emissione della nuova moneta fu affidata soltanto a Messina e a Brindisi. Ruggero II (1102-1154), follaro di rame: D/ busto frontale della Vergine con Bambino; R/ REX/.W. In caratteri cufici: duriba bi-madinat Masina sanata 550 (Coniato a Messina l’anno 550) La lunga fase delle crociate e l’apertura dei mercati mediterranei assicurarono lo sviluppo economico e un vistoso incremento demografico; l’attività della zecca messinese divenne di conseguenza imponente. Nella città peloritana l’ordine dei Templari aprì la banca che rilasciava lettere di credito, precorritrici delle nostre “carte”, che consentivano di viaggiare con poco denaro e di riscuotere all’arrivo il denaro versato in precedenza. Durante la lunga fase della dominazione aragonese (1282-1412) la graduale formazione di un patriziato messinese e l’intensa vita commerciale contribuirono a rafforzare la ricchezza e il prestigio economico e politico della città, codificandone il ruolo di zecca regia. Sebbene nel 1357 Ludovico e Giovanna avessero promulgato la nuova carta dei diritti di Messina, rilanciando l’attività della zecca e del locale arsenale, il privilegio di coniazione dovette essere riconfermato più volte dietro l’esborso di pesanti somme. Carlo I d’Angiò (1266-1285), ‘saluto’ d’oro (zecca di Napoli): D/ Stemma della casa d’Angiò; R/ L’Annunciazione. Nel corso del ‘400 e agli inizi del ‘500, a fronte della perdita della libertà politica sotto la monarchia spagnola, Messina viene comunque proiettata in una dimensione mediterranea, divenendo luogo di incontro di mercanti e di intellettuali. La coltura e il commercio della seta e dello zucchero contribuiscono a favorire la mobilità sociale consentendo ai populares di divenire parte integrante del ceto dirigente. La zecca di Messina opera adesso come un moderno stabilimento, bene organizzato e con una crescente attività. Se negli anni 1414-1415 lo zecchiere Francesco Campulo aveva coniato 3.900.000 denari, venti anni più tardi la produzione era arrivata a 23.500.000 pezzi. Una produzione così intensa non dipendeva dalle esigenze economiche dell’isola quanto dai numerosi donativi che bisognava pagare agli Spagnoli. Tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo il lento declino di quella monarchia influenza anche la Sicilia. A Messina, per far fronte al fabbisogno monetale, si battono piccole monete in argento da tre cinquine e mezzo carlino, ma ben presto non si coniano più monete d’oro né scudi d’argento. Dal 1621 con Filippo IV, il declino della Spagna diviene inarrestabile. La fortissima pressione fiscale porta allo scoppio di varie rivolte nel Meridione, tra le quali quella di Messina del 1674, la cui repressione comporta la perdita del privilegio di zecca regia. Si chiudeva così il periodo aureo dell’economia messinese, anche a seguito della contrazione del commercio della seta, asse portante dell’economia peloritana, per quanto il porto rimanesse nevralgico per i traffici mediterranei. Filippo IV (1621-1665) Quattro tarì d’argento: D/ Ritratto del sovrano; R/ Aquila araldica.
    4 punti
  4. Grazie agli organizzatori per la bella giornata e un saluto particolare a Dabbene e gpittini. Mi unisco sinceramente al coro di lodi ma provo anche a fare una critica, spero costruttiva. Quando sono entrato nel medagliere sono stato attratto dalla monetazione a me più familiare ma ho scoperto, solo dopo, che c'erano delle monete eccezionali di altri periodi storici. Monete che ovviamente non conoscevo e non ho potuto apprezzare. Sarebbe stata utile una breve illustrazione dei pezzi più "pregiati" durante l'incontro introduttivo. Direte: ma non ti accontenti? No, perché avete organizzato un evento per molti versi straordinario e quindi sono sicuro che riuscirete a fare sempre meglio.
    3 punti
  5. tra l'altro @adolfos vedo che la voce Arezzo manca proprio totalmente nel nostro catalogo... se vuoi, avendo già tutte le leggende scritte su word, posso aggiungerlo io... fammi sapere Magdi
    3 punti
  6. @gigetto13Grazie per la proposta di nozze ma non posso accettare Quello scudo l'ho già visto, devo recuperarlo. La ribattitura sugli scudi è più frequente nei sottomultipli, ma questa moneta ha una storia particolare, e la chiave è legata al massaro M.D. Recupero i risultati dello studio degli archivi del mio caro amico @ROLANDO MIRKO BORDIN, al quale vanno tutti i meriti.
    3 punti
  7. Buon giorno a tutti, Vi informo che, a Nepi (VT) il giorno 12 Febbraio 2017, dalle ore 10,00 in poi, in collaborazione e col patrocinio del Comune di Nepi e del Museo Civico Archeologico, si terrà l'Assemblea Annuale del Circolo Numismatico Romano Laziale, dove si presenterà anche il libro " Appunti Numismatici" Volume II° Vi illustro il programma della giornata: Presentazione libro “Appunti numismatici” vol. II – 2017 Ore 10,30 – Apertura con presentazione del libro “Appunti numismatici” da parte del prof. Bernardino Mirra A seguire: interventi dei vari autori che esporranno brevemente il proprio articolo Ore 12,00 – consegna delle copie del libro agli associati del C.N.R.L. e rinnovo tessere Vi posto, inoltre, l'indice del libro: DI MONTE PATRIZIA – Presentazione pag. 7 MIRRA BERNARDINO - "Numismatica al…femminile" pag. 11 FABRIZI DAVIDE E VAGLIVIELLO ELIODORO -“Abbondandis in adbondandum” - Uno sconosciuto “minimo” argenteo di Filippo II battuto nella zecca di Napoli. pag. 15 D'ARCANGELI ALBERTO E STEFANO - "Il Governo di Vichy" pag. 29 CAPITINI CLAUDIO – "Analisi monetale al microscopio" pag. 39 GIOVINALE ANTONIO - “Firmata Securitas” - Piastra da 120 grana del II tipo pag. 53 DI PAOLO MICHELE – "Il sampietrino di Civitavecchia" - (Che sarebbe dovuto esser ridotto ma ridotto non è) pag. 67 SIDERI RICCARDO - “Problematiche sul possesso di monete” - La normativa italiana di riferimento pag. 75 LOTETA ANTONIO - "Destini incrociati di due monete siciliane da un tarì" - Una del 1636 (anno inedito) e l’altra del 1678, entrambe contromarcate pag. 87 MARTINA RICCARDO – "La monetazione italiana coloniale" - Dal 1890 al 1925 fallirono i tentativi del governo di imporre la valuta italiana nelle colonie pag. 95 ANGIOLILLO VALERIO - "Il porto di Anzio" - su una piastra di Innocenzo XII pag. 129 ARPAIA FABRIZIO - "L'enigmatica figura del divus Sebeto" pag. 141 MORETTI DOMENICO L. - "Manfredi" - le sue monete e la Zecca di Manfredonia pag. 153 CAPITELLI SARA - "Il fascino delle monete" - consigli per neofiti pag. 219 Elenco soci pag. 223 Anch'io ho scritto un articolo a quattro mani con Davide Fabrizi ( Fedafa). Spero in una vostra partecipazione Saluti Eliodoro
    2 punti
  8. La statua equestre di Traiano , che sorgeva nell’ Atrio o Piazza del Foro di Traiano situata subito dopo l’ ingresso trionfale del suo Foro , fu eretta non prima del 112 come sembra dimostrare la monetazione imperiale recante al rovescio la statua equestre di Traiano e che al dritto reca scritto COS VI , carica iniziante appunto nel 112 ; Statua equestre e Foro furono eretti in seguito alle vittorie dell' Imperatore sui Daci . Il ritrovamento delle fondazioni del basamento della Statua ha permesso di individuarne la posizione precisa ; il basamento si trovava a circa 25 metri dal centro della piazza ed a 30 metri dalla facciata di ingresso al monumentale Foro che ne segnava il perimetro meridionale . La statua equestre di Traiano , nonostante la perdita , e' nota grazie ad un Denario emesso nel corso del COS VI , quindi non prima del 112 , che la riproduce . Come e’ noto da varie fonti storiche , nell’ Urbs , le statue equestri e non , erano ancora tutte perfettamente conservate nel IV secolo , come testimonia la meraviglia di Costanzo II in visita a Roma nel 357 : in particolare fu colpito dalla colossale Statua equestre di Traiano e dal suo Foro . La Statua equestre di Traiano aveva misure colossali , probabilmente di dimensioni pari a circa due volte di quella della statua equestre di Marco Aurelio . Si trattava quindi di una statua che con il suo basamento misurava in altezza molto probabilmente tra i 10 e i 12 metri . Considerando che Costanzo II rimase colpito dalle dimensioni della Statua equestre di Traiano , ma non dalle dimensioni altrettanto e forse piu’ enormi , di quella simile di Domiziano nel Foro Romano le cui misure piu’ o meno corrispondevano in entrambe le statue equestri , questo fatto puo’ forse far sospettare che la statua equestre di Traiano sia stata in precedenza quella di Domiziano , in quanto dopo l’ uccisione di Domiziano di questa statua equestre non si hanno altre menzioni scritte dopo Stazio , il poeta romano vissuto proprio tra il 40 e il 96 ; probabilmente questa enorme statua equestre venne tolta dalla sua sede per il motivo che Domiziano dopo l' uccisione fu bollato di Damnatio memoriae , ma e' anche impensabile che venisse distrutta ; quindi non e’ assurdo sospettare che dalla statua equestre di Domiziano venisse tolta la testa sostituendola poi con quella di Traiano e apportando altre lievi modifiche alla postura , mentre la posa del cavallo rimase la stessa ; di questa sospettabile sostituzione di testa sembra ne soffrissero altre statue in altre epoche ; anche dalla statua in posizione stante colossale di Nerone , in rappresentazione solare , sembra che testa di Nerone fosse poi sostituita con quella di Commodo ; Colosso di Nerone che precedette la costruzione dell’ Anfiteatro Flavio , poi appellato Colosseo per la vicina presenza della enorme statua . Una descrizione , in diretta dal passato , del Foro di Traiano e quindi anche della Statua equestre di Traiano venne fatta oltre due secoli dopo la costruzione , come testimone oculare dei fatti , da Ammiano Marcellino , il quale accompagno’ l’ Imperatore Costanzo II in visita a Roma nell’ anno 357 ; con l’ occasione amplio un po’ la descrizione di Ammiano Marcellino dedicata al solo Foro di Traiano , riportando le impressioni di Costanzo II avute in generale sulla visita dell’ Urbs . Da : “Le Storie” di Ammiano Marcellino , Libro XVI , tomo X , paragrafi da XIII a XVII compresi : “Entrato quindi a Roma , centro dell’ Impero e di tutte le Virtu’ , rimase meravigliato alla vista dei Rostri , il famosissimo Foro dell’ antica potenza , e dovunque volgesse lo sguardo , era colpito dalla bellezza delle numerose opere d’ arte . Parlo’ ai nobili in Senato , al popolo dal Tribunale del Pretore ed accolto nel Palatino con varie manifestazioni di simpatia , godeva di una gioia desiderata . Spesso in occasione dei giochi equestri da lui organizzati , provava piacere dai motteggi della plebe , che ne' era superba , ne’ abbandonava l’ innata liberta’ ed egli stesso si attenne dignitosamente ad una giusta misura . Infatti non permetteva , come nelle altre Citta’ , che le gare terminassero a suo arbitrio , ma come e’ abitudine , con vario esito . Di poi visitando le varie parti della Citta’ poste sulle cime , sui pendii dei sette Colli o in pianura o nei quartieri suburbani , tutto cio’ che vedeva per la prima volta , riteneva insuperabile per magnificenza . Cosi’ il Tempio di Giove Tarpeio (Optimo Maximo) gli sembrava piu’ bello degli altri monumenti , quanto le opere divine dalle umane ; le Terme gli apparivano grandi come le Province , ammirava la mole dell’ Anfiteatro (Colosseo) salda nella struttura di travertino , alla cui sommita’ a fatica sale lo sguardo umano , il Pantheon simile ad una rotonda zona di una Citta’ sollevata per mezzo di volte ad una splendida altezza , le alte colonne che si elevano da una piattaforma su cui si puo’ salire ed alla cui sommita’ sorgono le statue di antichi Imperatori , il Tempio dell’ Urbe , il Foro della Pace , il Teatro di Pompeo , l’ Odeum (di Domiziano) , lo Stadio (di Domiziano) ed altri insigni monumenti della Citta’ Eterna . Ma quando giunse al Foro di Traiano , costruzione a nostro avviso unica nel suo genere ed ammirabile anche a giudizio degli Dei , (Costanzo II) rimase attonito e volse gli sguardi a quel gigantesco complesso di edifici , che non puo’ essere descritto con parole umane ne’ imitato da un mortale . Pertanto poiche’ (Costanzo II) disperava di poter tentare qualcosa di simile diceva di voler e di poter imitare solo il cavallo di Traiano (statua equestre) , che posto al centro dell’ Atrio , porta sul dorso l’ Imperatore stesso . A lui rispose con l’ innata arguzia il Principe Ormisda (fratello maggiore del Re di Persia che viveva esule a Roma) che gli stava accanto : “Imperatore , fai erigere prima una stalla simile a questa se sei capace , il cavallo poi che ti proponi di costruire , vi entri con maesta’ pari a questo che vediamo” Ormisda stesso , richiestogli un suo parere su Roma , rispose di aver provato piacere solo per il fatto che aveva imparato che anche in questa Citta’ gli uomini muoiono ( perche’ Roma gli sembrava abitata dagli Dei , tanto era meravigliosamente costruita ) Durante il proseguio della visita di molti monumenti che produssero su di lui (Costanzo II) profonda impressione , l’ Imperatore accusava la caducita’ e la malignita’ della fama , perche’ pur esagerando sempre ogni cosa , e’ inetta nel descrivere le bellezze di Roma . Dopo aver a lungo meditato su cio’ che dovesse (Costanzo II) fare , stabili’ , per aggiungere un suo ornamento alla Citta’ , di erigere nel Circo Massimo un Obelisco" (questo Obelisco fatto erigere da Costanzo II nel Circo Massimo e’ quello che oggi orna la Piazza di San Giovanni in Laterano ed e’ il piu’ alto con i suoi 32,18 metri) In foto il Denario con al rovescio la Statua equestre di Traiano e il suo Foro , poi un rarissimo Sesterzio di Domiziano , al centro , con la sua Statua equestre , forse distrutta o piu' probabilmente riutilizzata per quella di Traiano dopo la morte e Damnatio memoriae di Domiziano .
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  9. Piastra 120 Grana 1805 16° Tipo Regno di Napoli Ferdinando IV di Borbone 1759-1816
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  10. @margheludo ti metto il link della mia monografia su Arezzo, così puoi metterla nella bibliografia del cartellino https://www.academia.edu/31205372/Le_monete_del_Comune_e_dei_Vescovi_di_Arezzo
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  11. Certo, si deve tenere in considerazione anche un particolare, a mio avviso, importante; nelle due monete in analisi, la zona della data ha subito delle schiacciature di conio e lunga circolazione da questo i rilievi si appiattiscono e allargano, vedi il cerchio della cifra 6 completamente scomparso o il cerchio della cifra 0 ridotto al minimo, rendendone complicata l' attribuzione. Anche nel quattrino postato da giancarlone, la data si è salvata dalle schiacciature/usura ed è chiara.
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  12. Complimenti anche a Paolo Cattivelli, anch'egli giovanissimo e al suo primo articolo. Speriamo che questi giovani, con le loro menti fresche e dinamiche, possano sostituire presto la "vecchia guardia" (di cui faccio parte).
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  13. segnalo alla prossima Nomisma un curiosissimo pezzo (mai visto prima da me): scudo della croce di Pasquale Cicogna il cui nome è stato ribattuto su quello del doge precedente, Nicolò da Ponte. Idee?
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  14. Costantino sicuramente adoro' il SOL INVICTO,che si sia convertito al cristianesimo non è affatto certo. Anche il famoso editto del 313 fu semplicemente la ratifica di un editto prececedente di Galerio. Piu probabilmente il suo fu un cristianesimo di facciata,"politicamente corretto"espressione di un attenzione dovuta ad una religione emergente sempre più invasiva e permeante.
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  15. Post 70.000 Tunisia 5 Franchi 1954 1373 Rame/nickel € 0,20 20 Franchi 1950 1375 Rame/nickel € 0,20 note: Monete appartenenti all'ultima emissione francese per la Tunisia, nel 1956, dopo ben 75 anni, sarà proclamata l'indipendenza dalla Francia.
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  16. 2 punti
  17. Ciao Principe, si tratta di una sorta di "anomalia", o meglio, una truffa sul peso dei tondelli perpetrata all'interno della zecca da qualche operaio per intascare il metallo sottratto già prima della coniazione, gli stessi tondelli alleggeriti venivano poi godronati sul taglio per non destare sospetti e non farli apparire come tosati. Tale particolarità è riscontrabile su alcune monete in argento coniate tra il 1734 e il 1790 (anche per alcune mezze piastre), anni fa mi sono capitate alcune di queste ma è impossibile stabilire con esattezza il numero coniato, nel Gigante feci annotare già anni fa tale incongruenza per alcune tipologie indicando che si tratta di una particolarità che le rende più rare, l'ultima in orgine cronologico ad essere stata "alleggerita" mi risulta essere la 1790 con sigle A.P. (come da foto, peso gr. 23 circa), negli anni successivi non mi risultano tali anomali sulle monete in argento.
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  18. Certo, pagata forse troppo ma mi mancava una gazzetta decente per Isole et Armata da inserire tra le mie levantine. Difficile da trovare in buona conservazione, ho fatto la pazzia Certo rispetto alle altre Dalmatia, Corfù, Armata et Morea è un po' più difficile da trovare. Perdonatemi
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  19. Oggi inserisco qui il mio primo intervento in questo fantastico forum! per l'occasione voglio condividere con voi uno dei pezzi forti della mia ancora magra collezione!chi di voi sa che potere d'acquisto aveva?
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  20. Ciao a tutti, Vorrei consigliarvi, sperando di farvi cosa gradita, i seguenti due articoli sulla collezione dei fusi del museo Capitoilino (putroppo le foto sono in bianco e nero): https://www.academia.edu/2117309/Gli_esemplari_di_aes_signatum_e_aes_grave_della_collezione_del_Medagliere_Capitolino https://www.academia.edu/2121169/Un_ripostiglio_di_aes_grave_proveniente_dai_Colli_Vaticani_Roma_ Ciao
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  21. Bravo @Domi13: mentre i ragazzi della tua età perdono gli occhi nei tablet e nei cellulari tu li affondi in una bella moneta che ti parla del passato ma che, nonstante ciò, rappresenterà sempre una cosa "tua" e solo tua. La numismatica ti insegnerà certamente ad essere più riflessivo e a riuscire nella vita. Auguri per la tua moneta e per tutto il resto!
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  22. Abilitato: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-ARE
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  23. .....vheèèè, eccolo...fresco fresco di asta. http://nomisma.bidinside.com/it/auc/29/asta-numismatica-55/3/ Osservando adesso attentamente la foto...credo che @Rocco68..abbia ragione; slittamento del conio. http://nomisma.bidinside.com/it/lot/549909/napoli-ferdinando-iv-di-borbone-1759-1816-/
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  24. anch'io ho paragonato la moneta con quella venduta da Nomisma ed anche per me non è la stessa. Salutoni odjob
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  25. Già sono pentito per aver collezionato firme e decreti, tanti soldini per banconote sostanzialmente identiche, se cominciassi pure con le sfumature diverse...
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  26. @giollo2, da qui poi scaricare l'intero volume. È un'opera datata ma ancora fondamemtale: http://www.socnumit.org/la_moneta_vocabolario_generale_51.html
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  27. @copiglute ha meno di 200 messaggi a suo carico.. non è ancora molto esperto... Io gli avevo chiesto di postare in questa sezione le sabaude, ma confido che con il tempo si impratichisca e migliori il suo metodo di inserimento delle discussioni e delle immagini.. L'importante è che continui ad inserire molte sabaude come sta facendo, cosa che mi fa parecchio piacere!
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  28. faccio l'avvocato del diavolo... solo perché si vede una riga, questo non significa sia davvero bimetallico.... anche perché dove è "pulito" sembra proprio invece "mono" metallico....
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  29. Beh di sicuro non è stato Andrea altrimenti non gli parlo più
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  30. Comprato per due euri su una bancarella (solo cedendo alla curiosità...) vi chiedo se vale qualcosa. cm 19,2 x 8,5 (chiedo scusa per il retro proprio sbiadito...) Grazie
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  31. Medaglia devozionale ovale, bronzo/ottone, del XVIII sec., probabile produzione spagnola o romana.- D/ L'iconografia è quella della Madonna del Pilar (colonna), che si venera a Saragozza, il Santuario più antico e venerato in Spagna.- R/ S. Pietro apostolo in ginocchio volto a dx, davanti a lui un pò più in basso si intravede la sagoma del gallo suo inequivocabile attributo, medaglia non comune. Ciao Borgho
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  32. Credo che il nostro amico Giancarlo si chiedesse semplicemente come mai le sue monete abbiano le croci con estremità trifide...a mero titolo di curiosità, senza voler cambiare o mettere in discussione attribuzioni @giancarlone il particolare da te evidenziato inizia ad essere spesso presente con le emissioni del Regno Italicum, non solo per Milano ma anche per Pavia, Venezia...
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  33. Trovi la mia foto di un esemplare FDC Rosso sia nel catalogo lamoneta, sia nel mio sito.
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  34. Buongiorno a voi, se volete vedere meglio le monete in oggetto, vi consiglio di riguardare i miei precedenti post, #67 e #71. Riguardo ad un’eventuale attribuzione di queste monete a due zecche differenti, l’ipotesi sembra smentita dalle analisi metallografiche effettuate pochi anni fa da Sarah et al. I risultati confermerebbero infatti quanto intuito da Coupland basandosi sull’analisi stilistica dei pezzi. Sulla domanda posta da @giancarlone a proposito degli esemplari della sua collezione, non ho capito cosa voglia dire. Forse che le monete oggigiorno attribuite a Venezia devono essere rispostate nuovamente a Milano? Oppure che quelle attribuite a Milano (l’esemplare di Berengario ha il nome della zecca inciso nel campo del rovescio) in realtà sono state coniate a Venezia? A proposito, credo che la seconda moneta, quella con il tondello fratturato, non sia a nome di Guido da Spoleto... Un caro saluto, Teofrasto
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  35. Salve, vero, ed il prezzo medio per un esemplare un buona conservazione, adesso supera tranquillamente i 100Euro. Acquistare nuovi grossi diventa più difficile e dispendioso ma a bilanciare ciò vi è un guadagno sul valore delle nostre collezioni acquistate quando i prezzi erano decisamente più modesti. pensavo al grosso di dandolo venduto ad ottobre per 3000,00 Euro + d.a. (3500,00 totale circa) ed un grosso simile venduto da varesi due anni fa a 1200,00Euro. Saluti A.
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  36. Scusate??? Stupenda foto, creatività e che soggetti... Meravigliosi questi ritratti...e ovviamente pregevoli i tondelli... Continua ad omaggiarci è sempre un piacere. Quel Ducato poi... Eros
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  37. Volevo segnalare questo gettone per apparecchi elettronici di una ditta torinese in vendita su eBay.
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  38. Questo lo trovo inverosimile: sarebbe una forma di sincretismo ante litteram troppo spinto, di cui non c'è alcun riscontro storico.
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  39. Allargo un pochino il discorso.......constatazione, come mai i denari col tempietto che ho, hanno tutti il terminale della croce trifida o tricuspidata? LODOVICO già postato GUIDO DA SPOLETO fratturato
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  40. Buonasera @M@tti direi che ci siamo , bell'esemplare complimenti !! Gigliato Provenzale (zecca di Avignone) Gigliato provenzale per Roberto D'Angiò D: Il re seduto in trono,di fronte, con protomi di leoni, globo crucifero,scettro gigliato. ROBERTVS DEI GRA IERL ET SICIL REX R: croce gigliata e cantonata COMES PVINCIE ET FORCALQERII riferimenti: Pannuti-Riccio pag 21,Poey d'Avant 3982 peso: 4,00 g Matteo p.s noto che sei anche te ligure ...
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  41. In attesa di avere foto ad alta risoluzione posto la mia precedente a data "contornata" Sarà il desiderio di un R4, ma a me pare proprio un 1... del resto anche nell'acclarato 1601 i due "1" non sono uguali e nel tuo la parte superiore del 3 è troppo "orizzontale".
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  42. Ciao queste monete fanno parte delle coniazioni cosiddette di restituzione, o meglio pseudo restituzione visto che le sole a potersi chiamare così sono quelle che portano al retro la scritta REST o RESTITVIT coniate per primo da Tito, a cui si aggiungono quelle con DIVVS AVGVSTVS le cui ultime coniazioni si fanno risalire a Traiano Decio. Silvio
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  43. Chiedo venia. Andavo di fretta. Allora è questo: AUGUSTUS, 27 BC-14 AD. AR Antoninianus, struck under Trajan Decius. DIVO AVGVSTO, radiate head right. CONSECRATIO, Large altar with flame and panelled front. RIC IV-III, 78 (Trajan Decius); Cohen 578, rated rare. With permission of www.slaveycoins.com, March 2012.
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  44. Bravo @anto R hai catturato un'immagine del "divulgatore " proprio significativa. Un sorriso proprio di gusto !!!!
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  45. Egitto 10 Piastre 1976 Rame/nickel € 1,00 note: La moneta commemora la riapertura del canale di Suez il 5 Giugno 1975 Il canale rimase chiuso sin dal 1967 a seguito delle ostilità con Israele. Vi è raffigurato il palazzo della Sede della Compagnia del canale, una società per azioni francese che nella seconda metà dell'800 si occupò di costruire il Canale di Suez.
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  46. Buona serata sappiamo .... sappiamo ....... ancora per poco più di 9 giorni forza, entra anche tu nel gruppo degli amanti dei grossi veneziani saluti luciano
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  47. Grazie Giuseppe per il tuo prezioso e costante apporto! Intanto notavo monete d'argento con appena 2700 acquirenti.....
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  48. Giuseppe, grazie per la segnalazione sempre puntuale.
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