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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/06/17 in tutte le aree
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Buona sera a tutti!! Il momento si sta avvicinando sempre di più! Purtroppo il lavoro ultimamente non mi da tregua ma procede tutto bene e sono quasi pronto!! Colgo l'occasione per dare la mia adesione; non so ancora se in compagnia o meno, ma sicuramente mi tratterrò con tutti Voi a pranzo. Per caso c'è qualcuno che parte da Venezia?4 punti
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Buon inizio di settimana a tutti, ecco a voi appassionati e studiosi di queste monete le 1839 della mia raccolta: Ferdinando II- Piastra Tari' Carlino 1° tipo 10 Tornesi 2° tipo 5 Tornesi 3 Tornesi 2 Tornesi 1 Tornese 1/2 Tornese.4 punti
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Denaro tornese di tebe per Gui de la Roche. Il dritto è: G.DVX.ATHENES Ciao Mario3 punti
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Buongiorno, quindi se non ho capito male anche quest'anno ci saranno degli interventi come l'altro anno Giusto? Mi è piaciuta molto quella della scorsa edizione perchè da l'opportunità di approfondire alcuni argomenti con altri appassionati. Grazie come sempre a chi organizza queste manifestazioni sempre con maggiori motivazioni a migliorarsi, non vedo l'ora del primo aprile (non è un pesce d'aprile) ?3 punti
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buonasera amici. una moneta di 20mm di diametro,e peso di 2,14 grammi. il materiale,dal colore ,e rame ...o bronzo.pensavo un soldino,ma o dubi,o allora una moneta falsa???2 punti
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Esatto, bravissimo! Il dritto è sovente il lato più "delicato" della moneta, ad esempio mi viene un mente un dritto che dice tutto di una moneta: il 2 lire cinquantenario. Per quanto riguarda l'interpretazione della luce sul metallo, è proprio quello il dettaglio da interpretare: laddove si ha un senso di "lucido", o di "lisciato", il metallo è toccato da usura. Diversamente, quando la superficie è rugosa o tipo "buccia d'arancia", il metallo è intatto ed in altissima conservazione.2 punti
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.... il discorso e la storia su questa medaglia è molto variegato ed ampio...e non potrebbe risolversi con uno scritto breve..ma cercherò di riassumere il tutto: Il Circolo Promotore Partenopeo - Giambattista Vico, venne istituito nella città di Napoli, nel 1870 per un’iniziativa del comm. Domenico Jaccarino, con l’intenzione di promuovere lo studio e la diffusione delle lettere, delle scienze, delle industrie e delle arti; altresì si prefisse il compito di creare, nelle prigioni, nelle case di pena, nelle carceri, delle biblioteche circolanti, fornendo a proprie spese libri, modelli di caratteri, stampe, carte di musica, oggetti didattici e quant’altro poteva occorre, ma sempre nei limiti delle sue risorse finanziarie. Il Circolo ebbe la seguente denominazione: Circolo Promotore Partenopeo Giambattista Vico, Letterario, Scientifico, Industriale, Artistico. Lo statuto definitivo venne emanato il 22 dicembre 1872. Il Circolo ebbe all'interno varie Sezioni e tra questa vi era una Sezione Popolare, diretta sempre dal cav. Domenico Jaccarino, rivolta alla educazione morale e civile del popolo napoletano. Illustrissimo Signore, sarà sempre degno di molta lode chiunque fa opera, con qualsiasi mezzo, di educare il popolo a nobili sentimenti, di istillargli l’amor del lavoro, il rispetto alle leggi, e tutte quelle altre virtù che formano l’uomo onesto ed il buon cittadino. Se Ella stima ed ha provato mezzo utile a ciò lo spiegare il Dante a codesto popolo nel suo dialetto io non posso che commendarla e rallegrarmi del bene che son certo deriverà dalle sue fatiche, giacchè non mi è dubbio che Ella saprà dai tesori di sapienza riposti nella Divina Commedia cavare argomenti atti a infondere a ne’ suoi uditori quelle virtù ch’io diceva. Resta ch’io auguri all’impresa della S. V.quel buon successo di cui è degno.Il Ministro della Pubblica Istruzione, Coppino, scriveva al Jaccarino dal suo gabinetto particolare: In segno d’onore ai soci di questa sezione, a carattere umanitario, veniva concessa una medaglia in bronzo dorato con al dritto raffigurata la scienza seduta frontalmente, intorno la scritta PROPAGANDA DI SCIENZA POPOLARE e al rovescio due corone di quercia annodate nel basso con intorno la scritta FONDATA IN NAPOLI DA DOMENICO IACCARINO; campo lasciato liscio per un’eventuale iscrizione. Questa è la breve storia del conio di questa medaglia.2 punti
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Per aggiungere un ulteriore tassello a quanto già correttamente descritto da @Cioso Il giorgino in questione fa parte di una serie prodotta da Joseffo Teseo fra il 1631 ed il 1638; se la moneta fosse integra, sotto al busto, si potrebbero riconoscere le sigle IT identificanti lo zecchiere. Di questa serie esistono due gruppi, Uno con busto vestito con collare largo in pizzo: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOFRI/11 il secondo, il tipo riconoscibile nel tuo esemplare, con busto vestito con "camicia" a collo semplice e stretto (tipo clericale). Fatalità vuole che il tutto trovi ampia esposizione nel numero di Panorama Numismatico di marzo 2017, ora in spedizione agli abbonati.....spero perdonerete l'autopromozione....? ciao Mario2 punti
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Taglio: 2€ ccNazione: IrlandaAnno: 2016Tiratura: 4.326.000Conservazione: B ☹️Città: MilanoNote: mi mancava ?2 punti
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con quell' usura anche il rovescio non può essere da SPL, se mi dici che il rovescio è meglio del dritto sono d' accordissimo, ma dire che il rovescio è da SPL siamo completamente fuori strada2 punti
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Ciao Jagd Secondo me si tratta di un soldino genovese dei Dogi Biennali . A prima vista sembrerebbe originale ma le foto non aiutano Un abbraccio Matteo2 punti
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È un denaro gherardino della zecca di Napoli di Carlo II o Roberto d'Angiò. Sposto nella sezione delle monete del Sud dove utenti più specializzati su questa monetazione potranno darti più info. Buona giornata, Antonio2 punti
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E i nomi di queste persone che definisci "competenti", si possono sapere ? E' possibile vedere un "falso" fatto col "conio originale" e, sopratutto, di contrabbando ? Visto che ci siamo, é possibile anche vedere una moneta d'oro di VE3 falsa e periziata da perito riconosciuto ? Grazie.2 punti
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Luke, I’ll leave this in English and hope sense can be made of it—with your help, if necessary ? . My problem, of course, is my poor grasp of Italiano. But from what I can see here, I think I can add a little to this very nice discussion… The metal disk before striking: “blank” is good, “flan” too, and “planchet” also (but don’t let the computer auto-correct it to “planchette.” Yikes!) To “flay” (flayed, flaying): good word, and accurate, but in American English, maybe a little old-fashioned. To “skin" (skinned, skinning) is likely more useful—more evocative, anyhow. Punch: a coining tool used to make dies. Can be the hub itself, but more usually describes a smaller tool used to place devices, mintmarks, and dates. Double-die coins occur when the dies themselves are “doubled.” But-- More often, the doubled images, lettering or dates are due to die movement. “Die shift” (as mentioned by Actium2000 above) is a good way to describe it, although my personal favorite is “die bounce.” The resulting defect is called “strike-doubling,” “machine-doubling,” or (again my favorite, because it describes the appearance of the defect) “shelf-doubling.” A final note, on die axis. In English, when describing dies which are not in their intended position (usually “German/”Medal” or “French”/”Coin”), the term “rotated dies” can be used. Or more specifically, something like “reverse die rotated X degrees clockwise (or counter-clockwise)” can be said. Remembering that in English, the Italian ordinal indicator ( ̐) means “degrees.” So, for example, “reverse die rotated 45 ̐ clockwise.” I hope some of this helps. And thanks, luke, for alerting me to this—I hadn’t seen it. ? v.2 punti
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E qui a Parma invece premiamo, premiamo perché è giusto premiare il volontariato e chi è si impegnato a vario titolo per un evento come quello della Numismatica e i giovani, un premio simbolico, ma come si dice quello conta è l'atto di stima e di ringraziamento. E allora vediamola in anteprima questa Targa Ricordo alla Giornata che verrà data ai tre Organizzatori Matteo Barbieri, Massimo Bertozzi, Magdi Nassar oltre ovviamente ai 5 ragazzi relatori ....2 punti
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Salve a tutti. È con autentico piacere che mi accingo a presentare, con quest’apposita discussione, qui sul nostro Forum il mio ultimo libro. Si intitola: La zecca medievale di Salerno nella collezione numismatica del Museo Diocesano «San Matteo» di Salerno. Di cosa tratta? Com’è facilmente intuibile dal titolo, il compito principale di questo testo è quello di presentare per la prima volta in modo scientifico una collezione numismatica pubblica mai attenzionata in tal modo prima d’ora, quella del Museo Diocesano di Salerno, appunto. La parte principale del volume è occupata quindi dal catalogo che descrive le monete medievali salernitane componenti la detta raccolta: i pezzi, tutti in rame, partono dal periodo longobardo con le coniazioni di Gisulfo II (1052-1077) e terminano con l’occupazione sveva del Regno di Sicilia da parte di Enrico VI (1194-1197) e Costanza d’Altavilla. Da questo punto di vista, la collezione di monete salernitane del Museo Diocesano di Salerno copre quasi per intero un arco temporale vastissimo, dove troviamo ben rappresentate tutte le principali autorità politiche che hanno battuto moneta nella zecca di Salerno, prima con i Longobardi e poi con i Normanni, oltre a monete che sono state inserite nel percorso museale nonostante la loro completa estraneità alla zecca salernitana (troviamo pochi esemplari napoletani o siciliani). Si segnalano dei pezzi di estrema rarità che difficilmente si riescono a vedere altrove. La classificazione delle monete (che in alcuni casi ha portato anche a sottolineare delle novità iconografiche) è avvenuta nel modo più preciso possibile: dopo aver descritto i pezzi ed averli ricondotti ai principali repertori di riferimento per questo settore, si è avuta la premura di fornire per ogni singolo esemplare i relativi dati ponderali (peso e diametro). Ogni moneta è stata fotografata e le immagini (a colori) così ottenute sono state sistemate nelle apposite tavole fotografiche a fine volume. Non mancano le tavole di concordanza con gli altri fondamentali testi di riferimento per la monetazione salernitana, oltre che una tabella che illustra i gradi di rarità per ogni moneta riportata nel catalogo descrittivo e illustra la relazione che intercorre tra la numerazione adoperata nel catalogo e quella prospettata per l’esposizione museale. Il tutto è preceduto da una corposa introduzione, in cui sono racchiuse delle interessanti novità per quel che riguarda la storia della zecca salernitana. Infatti, questo libro non vuole ridursi ad un semplice catalogo di una collezione museale che comunque prima di oggi non ha mai ricevuto le attenzioni che meritava da parte degli studiosi (e già questa caratteristica, da sola, basterebbe a rendere il volume degno di nota), ma si è deciso anche di inserire nella parte introduttiva dei piccoli saggi di numismatica salernitana che vorrebbero gettare nuova luce o riprendere argomenti che, in questo settore, avevano bisogno di essere puntualizzati meglio. Ad esempio, particolarmente importante è il capitolo II che tratta dell’ubicazione della zecca salernitana, o il capitolo IV che riprende l’annosa questione sulla particolare serie di follari emessi a nome di un certo Manso Vicedux. Dall’indice generale: Il primo capitolo, Cenni storici riguardanti la raccolta numismatica del Museo Diocesano di Salerno, ha il compito di mettere insieme le scarsissime notizie storiche che hanno portato alla nascita di questa poco nota raccolta museale. Il secondo capitolo, Origine ed ubicazione della zecca di Salerno, contiene delle interessanti novità riguardo la storia della zecca salernitana in epoca medievale, soprattutto longobarda, che si focalizzano in particolare sul luogo dove sarebbe sorta la zecca delle monete. Il terzo capitolo indaga invece la complessa storia monetaria che si registrò a Salerno tra la fine del Principato longobardo con Gisulfo II e l’annessione della città al Ducato di Puglia con l’avvento dei Normanni di Roberto il Guiscardo. Il quarto capitolo ci riporta tra le monete della serie di Manso Vicedux, un argomento ancora spinoso e molto discusso. Il quinto ed il sesto capitolo si occupano delle vicende storico-numismatiche che Salerno visse con la dominazione normanna e la creazione del Regno di Sicilia (1130), fino al tramonto e alla chiusura della zecca. Chiude l’introduzione il settimo capitolo che offre uno spaccato generale sui tarì d’oro prodotti a Salerno. Non vorrei essere troppo prolisso (anche perché vorrei lasciare il piacere di “scoprire” questo testo ai lettori che lo desiderano), quindi mi fermo qui, fornendo qualche caratteristica tecnica: il volume consta di ben 192 pagine di grande formato (22x30 cm), tutte stampate su carta pesante da 150 grammi; contiene circa 867 fotografie, di cui 858 sono a colori e sistemate in 38 tavole illustrate, il tutto è rilegato in brossura editoriale con cartoncino martellato a mano. Particolare attenzione è stata riservata, quindi, anche alla veste grafica dell’edizione. Spero che anche questa mia nuova “fatica” incontri il vostro gradimento: per ogni tipo di informazione sarò lieto di seguirvi in questa discussione, mentre per chi fosse interessato a reperire il volume può scrivermi un messaggio privato in qualsiasi momento. Grazie a tutti per l’attenzione.1 punto
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Non è come pensate, ma per me è una bella cinquina perché mi mancavano1 punto
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Su un sito di aste inglese ho trovato un reperto numismatico risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Più precisamente si tratta di una moneta da 1 fiorino olandese d'argento coniata nel 1940, anno in cui i Paesi Bassi subirono l'aggressione e l'invasione del III Reich. Al verso si vede la regina Guglielmina con un elmetto militare in testa e la legenda WILHELMINA IN LONDEN, il recto risulta invece in tutto uguale alla moneta ufficiale. Sicuramente si tratta di una trovata propagandistica o di contestazione del fatto che tutta la famiglia reale fosse scappata in Inghilterra al momento dell'invasione, ma mi sapreste dire di più in merito alla composizione e a tutti gli altri dati tecnici? Era fatta d'argento lo stesso? Sono monete originali modificate in qualche modo o sono state prodotte de novo e da chi? In giro poi ci sono diverse versioni in cui cambia la forma dell'elemetto e del sottogola ma con il recto invariato. Questo il sito dove ho visto la moneta: https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=392&lot=4851 punto
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buon pomeriggio a tutti, vi chiedo un parere su questa monetina. mi ha affascinato da quando l'ho presa, dallo stile direi 600... le leggende sono consumate/tosate e quindi non sapevo bene dove andare a parare. poi ho visto il DVX VI e ho pensato ai vari duchi italiani che potevano fregiarsi del numero sei. cerco di farla breve, credo sia un giorgino, del tipo santo inginocchiato dinnanzi alla città...o almeno sembra...escluderei uno stemma o cose del genere, visto che si vede a ore 6 una sorta di porta o arco. voi che ne dite? pensavo a un Francesco I este, ma ho visto che dovrebbe avere la numerazione VIII...che sia semplicemente la tosatura? grazie! d 22mm p 1,7g1 punto
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grande Jack! purtroppo alla fine non potrò partecipare a Parma per motivi di lavoro ma ti e vi auguro ogni bene! ed avendoti dato qualche piccolo suggerimento sarei felice comunque di ricevere via mail la tua presentazione per poterla catalogare nel mio database di venetofili poi ci racconterai tutto. ps se hai un momento dai un occhio alla prossima Montenegro se non l'hai già fatto. poi mi racconti tutto a verona in maggio!1 punto
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Anche io penso ad un VIII tipo.. Anche se più che una tipologia sarebbe una variante dovuta ad un errore nella preparazione del conio del rovescio del VII tipo1 punto
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Buonasera ! penso anche ad una variante del tipo VIII con variante de legenda : E:PHILIBERTVS:DVX:SABA al diritto e al rovescio1 punto
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Ciao, per me è buona usurato ma buona ed è la stessa in tutte due le foto, se la hai presa mi sembra di si per me hai fatto un bell'affare a me piace1 punto
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Per me la moneta è autentica....quanto notato dagli altri appassionati, confrontando le due foto affiancate prodotte benissimo da @tonycamp1978, dipende, con ogni probabilità, dalla differente angolazione della luce, oltre che dalla patina diversa delle due monete. L'autenticità è attestata non solo dalla perlinatura perimetrale, ma da tutti i dettagli più minuti, dalle firme, alle verghe e legature del fascio, alle rigature verticali della torcia, nella parte sommitale, immediatamente prima della fiamma...1 punto
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Buon sera a tutti, il mio secondo sesino g.0,82 mm.17 per @monbalda che ne registra i dati metrologici, quelle di questo nominale sono a mio avviso le aquile più belle di tutta la monetazione Pisana che ne sfoggia spesso di bizzarre, con fattezze che vanno dal Dodo al tacchino.? La moneta è malconcia ma sufficientemente leggibile, si vede la stella a 5 punte quindi gruppo A.X.1 probabilmente sottogruppo "a" ma non escludo che possa avere 2 punti anziché 1 tra "protegge" e "virgo". A seguire le foto della moneta e del curioso confronto tra le "R" finali di IMPATOR. Nei due esemplari, Sembra che nel caso della moneta precedente abbiano usato per sbaglio un'altro punzone, saluti a tutti e buona serata.1 punto
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@Franco123 ciao,potrebbe essere questa: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CAIIAN/3 o questa: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ROBAN/11 punto
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Non sono un fan della patina sempre e comunque ma in questo caso ci sta benissimo: aggiunge personalità e unicità ad un esemplare che altrimenti sarebbe uno dei tanti in media conservazione come ce ne sono a palate in giro. Saluti Simone1 punto
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Sbagli, mai stato possibile. Comunque, una precisazione perchè non sono sicuro di aver capito Tu spendi 37 euro per la divisionale 3,50 euro per la coincard 6 euro per la spedizione della divisionale da Vaticano a casa tua 6 euro per la spedizione del modulo da casa tua al Vaticano 2 euro per un fax (che non mi è chiaro a cosa serva a questo punto). Ho capito bene? Se è così, puoi evitare i 2 euro del fax (del tutto inutili, non ho capito proprio perchè mandi un fax se spedisci il modulo per raccomandata) e i 6 euro per la spedizione della raccomandata col modulo dentro da casa tua al Vaticano. Il modulo lo invii per mail gratis e paghi con carta di credito 46,50 euro e basta. Se vuoi pagare solo il netto (40,50 euro) devi ritirare le monete a mano al Vaticano. Però perdonami, NESSUN paese europeo offre la spedizione gratuita acquistando dal sito, che io sappia (men che meno per ordini così poco corposi).1 punto
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Ognuno colleziona ciò che gli piace e con le possibilità che ha,............ perciò bravo e complimenti. Con la calma e ti auguro più possibilità, vedrai che aggiungerai alla tua collezione un pezzo importante. Per la conservazione direi che siamo sul BB-SPL (Tra il BB e lo SPL), il sottoscritto l' avrebbe chiusa BB/BB+. Quelle righe al rovescio sono sulla plastica?1 punto
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1875 - Ritratto ad olio di Giovanni Boldini (Casa di riposo per musicisti - Milano) Libera interpretazione dell'incisore della banconota, nel dipinto originale Verdi aveva il soprabito.1 punto
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Si, hai ragione... mi era venuto poi in mente di prenderne una sola invece che due... ma ad acquisto ultimato. Me ne ricorderò per la prossima volta.1 punto
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lascia la patina. Pechè lavarla con il liquido magico?..................è bella così com' è1 punto
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da qualche giorno e stato recuperato il quadro dell incendio in svizzera1 punto
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Grazie mille @Motoretta, mi piace collezionare questi gioielli di storia del nostro Sud, perche' amo la mia terra e voglio condividere questa passione con tutti. Saluti, Rocco.1 punto
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a me non convince del tutto, la testa al rov è tagliata ? la morbidezza generale, diciamo che l'usura complica la visione.1 punto
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Buona giornata @miza io toglierei il condizionale! Per me è sicuramente un artefatto ... bulinata qua e la, raschiata qua e le ed il risultato è quello che vediamo. Nell'originale si vedono chiaramente le porzioni di legenda tolte e/o modificate alla bisogna. Saluti luciano1 punto
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Buongiorno @sergio88 in linea generale i commercianti vendono pregevoli pezzi di numismatica e ricomprano argento a peso, sempre o quasi. (notate forse una vena sarcastica in me questa mattina?) per esprimermi meglio: è normale che se un commerciante vende una determinata moneta a 100 non la possa riacquistare sempre a 100 (che fa, lavora per il piacere di far collezionare le persone? Negli ultimi 10/15 anni grazie ad internet è stato più facile per tutti interessarsi alla numismatica, ma soprattutto vendere quella ciotolina di monete che si aveva in casa, quindi se 20 anni fa per avere un 5 lire di Vittorio Emanuele II dovevi andare in negozio o per mercatini ed erano i commercianti a fare il prezzo al giorno d'oggi "te le tirano dietro in ogni angolo di Internet" e sono gli acquirenti a fare il prezzo (beh anche i commercianti che rialzano i prezzi o se le acquistano per non far crollare le valutazioni). è possibile che tra qualche anno "ritornino di moda" ed i prezzi salgano, ma non credo di molto. Dipende soprattutto da quanti nuovi collezionisti ci saranno a far salire la domanda e dalla conservazione della moneta: un FDC conservato e mantenuto con cura terrà meglio il suo valore o addirittura aumenterà, soprattutto se gli altri pezzi FDC che ci sono in giro saranno conservati male e/o "pastrugnati" con le mani sporche di marmellata! LOL per il prezzo dell'argento guarda il sole24ore o kitco. saluti1 punto
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A distanza di 2 anni riprendo la discussione del Grosso S.V. 1676 per condividere questa monetina.... Ritengo questo straordinario esemplare un rarissimo abbinamento tra reperibilita' e conservazione, ma come sempre avrei il piacere di sentire anche i vostri pareri.... Daniele1 punto
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Avresti dovuto invertire le cifre della tua frase d'esordio e dire: "Ciao,mi consigliate delle monete romane dell' impero di Giulio Cesare, il massimo budget è 1000 euro. Grazie 30".1 punto
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Salve Luis Herranz, le foto della medaglia sono un po' piccole. Sembra in bronzo e presenta i resti di una doratura superficiale intaccata in molte delle sue parti. Purtroppo non sono un esperto di questo settore, per questo chiamerei in nostro aiuto il gentilissimo @Rex Neap che è molto più ferrato di me sull'argomento. Intanto inizio anticipandoti che Domenico Jaccarino, dopo l'Unità d'Italia, fu un personaggio molto importante nel panorama sociale e culturale di Napoli. Nel 1870 fondò il Circolo Promotore Partenopeo "Giambattista Vico" che aveva il compito di promuovere lo studio e la diffusione delle lettere, delle scienze, delle industrie e delle arti. Tra le sue fondazioni più celebri c'è forse la Scuola Dantesca Napolitana, approvata da S. E. il Ministro della P. Istruzione Coppino, il 7 agosto 1867. Obiettivo di questa Scuola era quello di promuovere i valori comunicati nell'opera dantesca a tutte le masse illetterate o semi-analfabete del popolo napoletano. La comunicazione con questa fascia della popolazione, che non poteva permettersi un'istruzione adeguata, avveniva usando il linguaggio e i costumi propri del detto ceto sociale. Più particolare è invece l'incisione che si presenta al rovescio della tua medaglia tra le fronde di quercia: L'IRREDENTA // N° 150 e una data che a causa delle foto non riesco a leggere bene (1889 forse?). Secondo me, ci possono essere dei legami con quest'altra Società napoletana: l' "Associazione pro Italia irredenta". Fu fondata a Napoli il 21 maggio 1877, ebbe tra i suoi scopi principali quelli di rivendicare all'Italia le province del Trentino e della Venezia Giulia rimaste sotto il dominio austriaco dopo il 1866, nonché quello di promuovere azioni contro l'Austria. L'Associazione ebbe come presidente Giuseppe Avezzana, vicepresidenti Luigi Zuppetta e Giovanni Bovio, segretario e maggiore esponente Matteo Renato Imbriani, e "presidi d'onore" Garibaldi, Saffi e Campanella. Tra gli intellettuali che ne condivisero le finalità e ne sostennero l'attività, oltre ai precedenti, vi fu anche Giosuè Carducci. L'Associazione nasceva in un momento di grande tensione politica europea per la situazione venutasi a creare nei Balcani, che nel 1877 sfociò nella guerra russo-turca. In questo frangente si acuirono le tensioni tra Italia e l'Austria, la quale accusò il Governo italiano, che aveva sperato in una rettifica territoriale dei confini, di favorire l'irredentismo. L'Associazione per l'Italia irredenta durante il 1877 si mostrò molto attiva e reattiva, soprattutto a causa del processo intentato dagli austriaci contro il giornalista italiano Ulmann, e a causa di un divieto di sbarco a Riva di Trento imposto ad una comitiva di italiani. Suo organo ufficioso fu la "Lega della Democrazia", che aveva a capo Alberto Mario. Nel comizio tenutosi a Forlì il 19 ottobre 1878 furono approvati alcuni ordini del giorno, uno dei quali, pubblico, istituiva una "Federazione nazionale dei tiratori a segno" e un altro, segreto, "invitava tutti i comitati della «Pro Italia» a preparare "entro il mese di marzo 1879", uomini armi e mezzi per una spedizione di volontari nel Trentino". Matteo Renato Imbriani aveva scritto nel bollettino irredentista intitolato "L'Italia degli Italiani", fondato a Napoli nel febbraio 1878: "Qualunque rettificazione di confini nell'Oriente deve portare per conseguenza la rettificazione dei nostri confini orientali verso le Retiche e le Giulie". L'Associazione per l'Italia irredenta aveva una struttura gerarchica che non prevedeva l'elezione degli organismi che ne erano al vertice, ponendo in evidenza le sue caratteristiche paramilitari. L'articolo IV dell'ordinamento prevedeva infatti, la costituzione dei cosiddetti "Comitati di Trasmissione", i quali avevano carattere di segretezza e il compito di corrispondere "direttamente con quei comitati con i quali debbono mantenersi in relazione, e con i comitati delle terre irredente". Nel 1889 Matteo Renato Imbriani, Bovio e Fratti prepararono un violento manifesto che accusava il Governo italiano di aver lasciato l'Italia in balia dello straniero ed esortava gli italiani ad unirsi "in un patto nei sacri nomi di Trieste e di Trento". Francesco Crispi, allora a capo del Governo italiano, ordinò il divieto di affissione del manifesto e sciolse il Comitato di Trento e Trieste. La questione delicata dell'irredentismo fu affrontata dallo stesso Crispi nel discorso tenuto a Firenze l'8 ottobre 1890, in cui lo statista condannava l'irredentismo, che dietro la "calda poesia della Patria", nascondeva un "grido di guerra". Non avendo per oggetto solo la "liberazione di Trento e Trieste, ma anche l'unione di Malta, della Corsica e del Canton Ticino", sosteneva ancora il Crispi, "avrebbe fatto schierare contro l'Italia mezza Europa". Il movimento irredentista, che ebbe anche un suo strumento organizzativo nella "Società Dante Alighieri", fu sottoposto a diverse misure repressive da parte del Governo austriaco e italiano, fino al già citato scioglimento tra il 1890 e il 1891, ordinato dal Crispi, del Comitato di Trento e Trieste e dei circoli "Oberdan", nati in seguito all'impiccagione del triestino Guglielmo Oberdan, avvenuta il 20 dicembre 1882. Dopo il suo scioglimento ufficiale l' "Associazione pro Italia irredenta" continuò ad agire clandestinamente. (Notizie tratte dal web).1 punto
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Portogallo Anno: 2010 Tiratura: 1.000.000 Conservazione: B+ Città: Milano1 punto
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Carissimi, intervengo per cercare di dare una differente visione di questa moneta, che a mio avviso è assolutamente falsa. Vi posto la moneta che ha fatto da capostipite ( l'host, foto 1 in basso, da Lanz 2005, e confronto con oggetto della discussione in alto, ex Kuenker 2015) per ottenere il conio moderno da cui sono stati ottenuti numerosi esemplari, di cui molti poi non aggiudicati e/o ritirati dalle varie case d'asta. (Nel titolo di ogni foto vedrete la casa d'aste e la data tutte successive alla Lanz 1) Il semicerchio che si vede nelle monete successive altro non è che il filo del bordo della moneta originaria ed originale, noterete la cesura netta proprio sul collo, lettere etc. nello stesso punto della Lanz. ( credo che Gionnysicily ne avesse intuito la incongruità almeno in parte). Se avrete pazienza potrete confrontare numerosi altri punti che confermano la falsità di tutti gli altri esemplari , in particolare e a dispetto di diverse centrature non avrete mai un pezzettino in più di legenda sia del diritto che del rovescio rispetto alla Numero Uno Oltre alla già accennata tagliatura sotto la testa di M. Antonio, la tagliatura delle legenda sopra la testa di Cleopatra ....anche altre mille dettagli, non lasciano scampo, a voi il sottile piacere intellettuale di scoprirli... Penso che sia importante studiare a fondo questa serie qui presentata, anche per capire i metodi usati e i limiti ( per ora ) di certa produzione. Un cordiale saluto, Enrico P.S. Che siamo impestati di falsi si sapeva, ma che fosse così chiaro come dopo questa serie... tra l'altro parlando proprio del denario di Marc'Antonio e Cleopatra non è l'unico falso ingannevole che esiste, ma questa è un'altra storia... P-P-S- In totale un originale ( speriamo !) e 8 falsi, e chissà quanti altri in giro nelle collezioni !1 punto
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Ciao Gallienus.. Vivo in "mare nostrum"..no tanto straniero..sono 100 %..... no Italiano per forze istoriche.. ! .ma Italico.. eh ne so fieru..[emoji3]1 punto
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Last month’s Italian earthquake has long since fallen out of the American news, but of course that’s the way of things—there’s always a new tragedy to take everyone’s attention. But—and we know this too well in the American Midwest, where tornados routinely end or upend people’s lives—that long after the TV cameras have left town, long after the print reporters have taken their pens and notepads elsewhere, the people who have been affected by these events remain affected, often for many years afterward. So I write this small note, to express my continuing good wishes to those folks working through the many challenges that face them because of the terrible earthquake last month. v.1 punto
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Non mi pare che per Crest militari si intendano le armi da guerra https://www.google.it/search?q=crest+militari&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=hYdBU4W3CYzE4gSkg4GADQ&sqi=2&ved=0CDYQsAQ&biw=1067&bih=479 che peraltro non sono sicuramente tra gli argomenti da trattare in questo forum. Invito anche a leggere questo link sui ritrovamenti e il possesso delle armi. Per quanto riguarda le armi bianche, come le baionette, vi si dice che la legislazione non è chiara (e ti pareva) ma che per acquistarne occorre comunque il nulla osta della Questura, oppure bisogna possedere il porto d’armi. http://www.dalvolturnoacassino.it/asp/doc.asp?id=106 Detto questo, non mi resta che chiudere. petronius1 punto
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