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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/29/17 in tutte le aree
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Se l'obiettivo era di fare divulgazione numismatica che vada oltre il forum e raggiunga tutti direi che l'obiettivo è stato sicuramente raggiunto. Credo che anche la più ottimistica previsione o stima sia stata superata. In fondo è il credo di Lamoneta che viene proseguito in questo prodotto sia cartaceo che in digitale, il parlare di numismatica per avvicinare, incuriosire ma anche per dare contributi importanti, news, eventi, bibliografia, parlare del mondo della numismatica. Il permettere a tanti di accedere, senza pagare quote, iscrizioni, costi, con facilità e comodità e poter leggere... Io rimango dell'avviso che siano importanti sia la ricerca scientifica che la divulgazione, senza poi divulgazione difficilmente la numismatica potrà essere per tanti e conoscere le monete, le identità, la storia non può che far crescere l'individuo, quindi conoscenze ma anche maggiore consapevolezza in tutti. E' il mio pensiero , credo anche di altri, il che non esclude pagine più alte, step ulteriori di approfondimento che troverete già nel prossimo numero 2. Nella serata di tempo fa al CCNM il Gazzettino fu consegnato ad Arslan e alla Travaini, la Travaini ci disse ottimo, qualcuno poi deve anche divulgare, Arslan sottolineò l'importanza del contributo anche in digitale per rimanere a disposizione di tutti. In fondo abbiamo fatto poi questo e se due luminari così ci incoraggiano oltre a tutti voi, possiamo dire avanti la strada è aperta, continuiamola, e se ci crediamo e ci piace, come è, sarà un piacere per tutti noi continuare in questa forma di volontariato culturale per tutti.5 punti
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Salve a tutti. Oggi vorrei proporre, in questo mio nuovo intervento di approfondimento, una moneta, per certi versi ancora argomento di dibattito, della più grande rarità, battuta sotto il regno di Filippo III d’Asburgo come re di Spagna (1598 – 1621). Una moneta che, per certi versi, è ancora “evanescente” e sfuggente. Il mio obiettivo sarà, dunque, quello di riproporre nuovamente le nostre conoscenze su questo nominale, anche attraverso lo spoglio delle passate ricerche, per permettere infine una sua maggiore comprensione. Passiamo quindi subito ad illustrare l’oggetto della nostra discussione: D/ PHILIPP • III • D • G • REX • V Busto giovanile con corona radiata e corazza volto a destra. R/ SICILIAE – HIERVSA Stemma a cuore, coronato, in cornice di cartocci. Peso: 3 grammi. Diametro: 28 mm (secondo CNI XX) o 24 mm (secondo Bovi). Metallo: Oro 22 carati (secondo Prota). Bibliografia essenziale: · AA. VV., Corpus Nummorum Italicorum vol. XX (abbreviato in CNI XX), Roma 1943, p. 222, n° 393 (il busto è erroneamente riportato come rivolto a sinistra anziché a destra); · Giovanni Bovi, Le monete napoletane di Filippo III (1598 – 1621), in Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, anno LII, gennaio – dicembre, Napoli 1967, pp. 3 – 55, in particolare la moneta è descritta a p. 37, n° 53; · Alberto D’Andrea – Christian Andreani – Simonluca Perfetto, Le monete napoletane da Filippo II a Carlo VI, Castellalto (TE) 2011, p. 167, n° 1 (tra i riferimenti, viene erroneamente riportata come assente in CNI XX); · Michele Pannuti – Vincenzo Riccio, Le monete di Napoli dalla caduta dell’Impero Romano alla chiusura della zecca, Lugano 1984, p. 138, n° 1 (le legende riportate nella descrizione sono errate rispetto a quelle che possono leggersi sulla moneta illustrata nell’immagine); · Carlo Prota, Lo scudo di oro di Filippo III di Spagna coniato a Napoli, in Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano. Studi e Ricerche, Napoli 1926, pp. 26 – 30, in particolare la moneta è descritta ed illustrata a p. 29. Fig. 1: Lo scudo d'oro di Filippo III così come appare in Pannuti - Riccio, op. cit., p. 138. Singolarmente, per il periodo storico di cui trattiamo, non si conosceva alcuna moneta d’oro di Filippo III per Napoli prima che, nel 1926, Carlo Prota presentasse per la prima volta questo scudo. Fino ad allora, si conosceva solo un pezzo, presunto aureo, per questo sovrano, con i tipi identici al carlino con legenda EGO IN FIDE, coniato nel 1600 (per tale carlino in argento, cfr. Pannuti – Riccio, op. cit., p. 142, n° 16 e seg.). La moneta, descritta da Memmo Cagiati e poi passata in CNI XX, p. 178, n° 26, è custodita nel Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (si rimanda a Giuseppe Fiorelli, Catalogo del Museo Nazionale di Napoli. Medagliere III: monete del medio evo e moderne, Napoli 1871, n° 7463) e risultò essere un normale carlino del tipo come sopra, ma dorato. Si potrebbe credere che questo carlino, già raro di per sé, fosse stato sottoposto ad un processo di doratura per spacciarlo come un nominale aureo unico ed inedito per questo sovrano, colmando così la lacuna già evidenziata prima causata dalla mancanza di monete d’oro coniate a nome del terzo Filippo. A titolo informativo, riportiamo che il carlino EGO IN FIDE dorato del Museo napoletano ha un peso di 3,04 g. ed un diametro pari a 23 mm., stando a quanto riportato da Bovi, op. cit., p. 13, e che quindi si avvicinava molto per dimensione e peso allo scudo d’oro presentato dal Prota e qui da noi nuovamente analizzato. Quest’ultimo, che ad oggi sembra essere l’unico nominale aureo noto della zecca di Napoli coniato per Filippo III, proveniva dalla collezione numismatica di Cesare Ratti e apparve successivamente in un’asta della ditta Mario Ratto di Milano nel 1962, al lotto n° 439 (cfr. Bovi, op. cit., p. 14). Apprendiamo, poi, sempre dal Prota (op. cit., p. 26), che, quando Filippo III salì al trono nel 1598, «la zecca di Napoli ebbe ordine di coniare moneta di ottima e buona lega e di giusto peso, come erano state le monete di Filippo II e di Carlo V, in maggior parte, quelle di oro emigrate dal Regno e quelle di argento quasi del tutto rifilate». Quindi, particolare attenzione dovevano ricevere in quel periodo, almeno stando ai documenti d’archivio che lo studioso napoletano ci riporta nel suo lavoro (cfr. Prota, op. cit., p. 26, nota 1), le monete d’argento, perché erano state soggette all’azione truffaldina dei tosatori, e quelle in oro (ancorché ugualmente tosate), poiché, grazie alla loro bontà, erano state in gran parte portate al di fuori dei confini regnicoli per circolare o essere riutilizzate in altri Stati, sia italiani che stranieri, dove la moneta aurea non raggiungeva simili standard qualitativi. Possiamo notare subito che la moneta in oggetto potrebbe appartenere proprio al primo periodo di regno di Filippo III. Benché la datazione sia resa ardua a causa della mancanza sia di una data specificata sul tondello stesso, sia per l’assenza delle sigle degli ufficiali di zecca, come i Maestri di Zecca e di Prova, purtuttavia, grazie ad un raffronto stilistico, possiamo affermare con una certa sicurezza che il busto presente sullo scudo d’oro è molto vicino alla tipologia ritrattistica che troviamo su alcuni nominali in argento, non da ultimi i mezzi ducati e i tarì, datati fino al 1610 circa. Lo scudo d’oro di nostro interesse fu quindi battuto durante il primo periodo che si configura tra il 1600 ed il 1610. Le emissioni di questo lasso temporale sono accomunate e caratterizzate dal busto del re effigiato con fattezze giovanili (infatti, Filippo salì al trono spagnolo quando aveva circa diciannove anni, come troviamo riportato in Pannuti – Riccio, op. cit., p. 136) e con un busto coperto da una corazza con espliciti e chiari riferimenti classicheggianti (fig. 2). Fig. 2: Confronto stilistico tra lo scudo d'oro e un generico tarì del tipo Pannuti - Riccio, op. cit., p. 141, n° 11 (ex Varesi 61, n° 85). Già Prota, op. cit., p. 29, aveva notato che, nonostante lo stile più rozzo e l’assenza delle sigle, questo scudo d’oro aveva notevoli somiglianze stilistiche con i tarì con stemma a cuore del tipo Pannuti – Riccio, op. cit., p. 141, n° 11 e segg. Risulta quindi chiaro che questa moneta potrebbe aver costituito l’esemplare di prova per una progettata emissione di scudi d’oro nel Regno di Napoli all’inizio del regno di Filippo III. Proprio in quel periodo, infatti, il problema della “cattiva moneta” era più vivo che mai a Napoli: il viceré dell’epoca, che maggiormente si interessò della questione, don Juan Alfonso Pimentel de Herrera, conte di Benavente (in carica dal 1603 al 1610), cercò di contrastare sia la piaga della tosatura che quella della moneta «mancante di peso», per dirla con le parole riportate in Prota, op. cit., p. 27. A tal fine, furono emessi due provvedimenti: il primo, si concretizzò con una prammatica del 6 giugno 1609, mentre il secondo è costituito da un bando del 12 maggio di quello stesso anno. Ma, a fronte di queste problematiche, rimaste a lungo irrisolte, l’emissione di moneta aurea per Filippo III sembra non aver avuto seguito e che il nostro scudo sia rimasto fino ad oggi un esemplare isolato, una tacita testimonianza dell’impegno del viceré e degli ufficiali di zecca di seguire le disposizioni in abito monetale che venivano emanate da Madrid per conto del nuovo sovrano. Tra le cause della mancata produzione monetale in oro, in un siffatto frangente, sembra che avessero avuto un certo peso le azioni dei tosatori, ma, ancor di più, l’esportazione o la tesaurizzazione di moneta aurea, che costituiva un danno più o meno pesante alla politica economica e monetaria del Regno partenopeo. Inoltre, bisogna considerare il fatto che nei territori dell’Italia Meridionale circolavano ancora in abbondanza le monete d’oro definite “antiche” di Carlo V e Filippo II, di buon peso e ottima lega, come viene riportato in Prota, op. cit., p. 27: «(…) si dovevano spendere o ricevere le monete antiche purché fossero di giusto peso, mentre tutte le altre venivano ritirate dalla zecca e dai banchi, con condizioni poco vantaggiose per i possessori». Tutte queste cause, quindi, hanno concorso affinché il progetto di una regolare emissioni di scudi d’oro per Filippo III venisse prima accantonato e, gradualmente, abbandonato. Il problema ancora irrisolto è il peso di questo, finora, unico esemplare noto, che raggiunge i soli 3 g., un po’ basso se pensiamo che le monete d’oro di questo periodo rispettavano ancora gli standard ponderali degli scudi di Filippo II (in entrambi i periodi: 1554 – 1598), aggirandosi intorno ai 3,38 g. (trappesi 3 ed acini 16, secondo Bovi, op. cit., p. 7). All’incirca della stesso peso era anche lo scudo aureo di Carlo V del tipo Pannuti – Riccio, p. 95, n° 11 (3,38 – 3,4 g.). Entrambe le tipologie avevano ancora ampio corso legale nel Regno. Ad oggi, l’ipotesi più recente in merito compare nel volume di D’Andrea – Andreani – Perfetto. In quella sede, a p. 165, viene detto che «dopo centocinquant’anni di coniazioni auree ininterrotte, Filippo III fu il primo sovrano spagnolo a non coniare monete d’oro a Napoli». In una nota, alla stessa pagina, viene spiegato come sia stato ritenuto falso anche l’esemplare di cui stiamo discutendo per via del peso calante, come verrà poi meglio specificato in un’altra nota a p. 167. Nessuna particolare menzione viene dedicata, invece, all’assenza delle sigle, neanche nel vastissimo articolo che Bovi dedicò alle coniazioni napoletane di questo sovrano nel 1967. Per tale punto possiamo solo rifarci a quanto riferì il Prota nel lontano 1926, alle pp. 29 – 30: «[la ragione] della mancanza delle sigle sopradette lo fa ritenere battuto verso il 1606, epoca in cui il maestro di zecca fu assente dal suo ufficio e le sue mansioni erano affidate al Credenziero Maggiore della zecca». La nota che dovrebbe spiegare meglio questo assunto rimanda ad un altro lavoro del Prota: Maestri ed incisori della Zecca Napolitana ricavati da documenti del R. Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1914, dove a p. 18 viene riferito che «Un maestro provvisorio regente (sic!) vi fu nel 1606 per brevissimo tempo, a nome Fulvio di Costanzo (…)». Naturalmente, oggi, tra tutti questi dubbi e la scarsa attenzione dedicata a questa moneta, si è fatta strada con sempre più veemenza l’ipotesi che l’esemplare appartenuto a Cesare Ratti e venduto dalla Ratto di Milano nel 1962 sia in realtà un falso. Occorre inoltre sottolineare l’impossibilità di reperire fotografie recenti del suddetto esemplare, il che non fa altro che creare ulteriori disagi per chi vorrebbe cimentarsi in un studio più articolato sul presente nominale. L’alone di “mistero”, dunque, permane intorno a questa moneta: io ho provato in tal modo a scalfirne la superficie, ma confido nei vostri interventi per cercare di approfondire ulteriormente questo affascinante argomento. Grazie a tutti per l’attenzione.3 punti
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Carissimi Lamonetiani, ormai anche i sassi sanno che il 500 Lire "prova" del 1957 è conosciuto per la polemica nata attorno alla disposizione delle bandierine "controvento" e che a nulla valse la conoscenza di Guido Veroi (l'autore delle tre caravelle che era laureato in ingegneria con una tesi sviluppata proprio in costruzioni marittime) ad affermare che la disposizione era corretta poiché le tre navicelle stavano navigando "di bolina". Alla fine lo stesso fu costretto, in fretta e furia (la polemica era sorta nel dicembre del '57 ed ormai si era nel 1958 e bisognava preparare la nuova coniazione per la circolazione), a rifare il conio in modo che le caravelle, girate a destra le bandierine, potessero navigare di "gran lasco". Per fortuna nessuno sollevò una polemica sulle vele che, a questo punto, avrebbero dovuto essere viste di profilo in linea con la nuova disposizione delle bandierine (o meglio: in linea con la navigazione di "gran lasco"). Ma forse non tutti sanno che anche il D/, cioè il lato dove vi è la dama rinascimentale col profilo della moglie del capo incisore della zecca Pietro Giampaoli (Letizia Savonitto) fu rifatto. Tutta l'attenzione cade sempre sul R/ ed è assai raro che si spenda qualche riga per il D/, offuscato dalla ben più famosa "querelle" sulla direzione delle bandierine. Se osservate una foto del 500 Lire 1957 con un qualsiasi D/ dei 500 Lire degli anni seguenti, vedrete che vi sono differenze. La più vistosa è lo spostamento di uno degli stemmi che circondano il profilo femminile. Come potete evincere dalla figura quivi inserita, lo stemma di Napoli è stato riposizionato tra L'Aquila e Bari. Perché? Ebbene, per rispettare una sorta di criterio geografico. Infatti, dal basso a sinistra procedendo in senso orario, si descrive un "cammino che, partendo da Genova (la città natale di Cristoforo Colombo che comandò le tre caravelle alla scoperta dell'America: ecco il collegamento con l'altra faccia della moneta...), descrive un arco nell'Italia settentrionale per poi discendere lungo l'Appennino e concludere con le due isole maggiori. E' ben evidente che, Napoli nell'esemplare del 1957, per dov'era posto, alterasse questo percorso "quasi circolare" (non vanno considerati i due stemmi seminascosti che vengono ipotizzati secondo logica).2 punti
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@Principe di Linguaglossa, ti sono debitore di una Piastra ......per adesso ti posto una delle mie 1859.... del tutto simile alla tua, lettere sottili al dritto e lettere grosse al rovescio. Saluti2 punti
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Ho riportato questa discussione ora tra le importanti per più motivi, intanto perché rileggendola e riguardandola l'ho ritrovata a distanza di due anni " una perla divulgativa ", un book fotografico e di immagini di monete di utenti del forum senza precedenti e di una ricchezza e completezza incredibili. Rarità, conservazioni, chicche... non credo si trovino da altre parti, se clicchi su Google qui arrivi e diciamolo senza tentennamenti qui è stato fatto un grosso spot per la numismatica in particolare per quella della dominazione spagnola a Milano. Credo che rileggerla possa portare nuove passioni, appassionati, stimoli, gli studiosi e collezionisti sono nella sola Milano aumentati e cresciuti ... chissà se riporteranno nuova linfa e contributi a questa monetazione che indubbiamente secondo me sta vivendo una nuova primavera... Io mi domando e c'eravamo domandati tante cose, alcune rimaste sospese, per esempio sui quarti perché tanti stemmi e perché cambiano, perché a capo scoperto e con corona radiata ? Credo ci siano più ipotesi ...e tante domande ancora da riflessione... Certamente, e me ne compiaccio nel rileggere la discussione, nel vedere che le monete sono ancora lì tutte e per tutti, a volte le vedo scomparse nel tempo e mi domando o la fai la divulgazione o non la fai ? Perché metterle e toglierle dopo ? Discussione con margini di approfondimento....di quelle che possono far appassionare altri ancora, divulghiamola quindi ancora....2 punti
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..scusate...mi sembra che la "discussione" stia decisamente trascendendo...io ho semplicemente postato una moneta sulla quale avevo piacere di avere i vostri pareri, quindi ben vengano TUTTI gli interventi, anche e soprattutto quelli che sollevano dubbi sulla bontà della moneta, però mi sembra che si sia perso di vista lo scopo stesso di questo forum, che dovrebbe essere il posto per discussioni costruttive e utili per tutti, non un posto dove insultarsi gratuitamente Direi quindi che possiamo voltar pagina, che ne dite? Farò vedere la moneta e cercherò di capire di più sulle fusioni. Grazie a tutti Isabella2 punti
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L'uomo è sempre alla ricerca di capire cio' che è accaduto migliaia di anni fa,basandosi su le poche testimonianze scritte e dagli scavi archeologici che portano alla luce nuovi reperti. I misteri del passato sono molti e altrettanto i nostri dubbi,si cerca di dare delle risposte basandosi su varie supposizioni. Quanti di noi sono S.Tommaso,io il primo,mi sono sempre chiesto perchè tanti documenti sono rimasti nascosti (altri distrutti) alla conoscenza di tutti e divulgare solo quelli che qualche persona ha deciso? Ma l'uomo è l'essere inteliggente per natura quindi non si accontenta mai di poco ed è sempre alla ricerca di nuove risposte. Dopo questa premessa vorrei riprendere alcune considerazioni trattate dal programma televisivo Jesus Code. S.Tommaso è l'apostolo (parola che significa "inviato") che alla prima apparizzione di Gesu risorto non è presente, quindi non crede, affermando agli altri che se non mette le mani dove Egli è stato crocifisso non è convinto della resurrezione.Quando Gesu' riappare di nuovo,Tommaso credette,e Gesu' invita gli apostoli di andare per il mondo a convertire nel nome di Dio e battezzare le genti. Questa è l'ultima volta si parla di S.Tommaso,che negli Atti degli Apostoli non viene piu menzionato. Ma riappare negli Atti di Tommaso,pergamena conservata a Londra al Brithis Museum. Da questa si apprende che gli Apostoli all'invito di Gesu'di convertire i popoli,tirano a sorte i luoghi dove diffondere la parola di Dio a S.Tommaso tocca l'India,ma lui si rifiuta.Durante la notte sogna Gesu' che insiste ma lui rifiuta ancora,ma poi dopo una notte di preghiera egli accetta. Dopo un lungo viaggio S.Tommaso arriva a Muziri, dove trova commercianti ebrei che egli converte al cristianesimo.In questo posto nel 2007 vengono ritrovati manufatti romani,quindi gia allora l'India era toccata dai romani. S.Tommaso dopo passa ad istruire le genti indigene del posto,tra cui il re Gandofares e la sua famiglia che vengono battezzati.La leggenda continua che S.Tommaso viene fatto uccidere dai Bramini e i suoi resti dispersi. Nel diciannovesimo secolo in Pakistan viene trovata una moneta d'argento che oltre alle iscrizioni indiane riporta scritto in greco il nome del re Gandofares,forse un modo per onorare l'apostolo,e cio sarebbe una prova che Tommaso sia stato in India.La moneta è conservata a Londra al Brithis Museum.2 punti
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@Isabella67 Nessun vespaio: è solo un piacevole confronto fra amici in cui ognuno porta argomenti a favore dell'una o dell'altra tesi. La cosa brutta è che, almeno per il momento, non prevale con nettezza l'orientamento per la genuinità o la falsità tenendoti in continua tensione. Ci sono passato anche io e so che non è affatto piacevole. Ma qualsiasi cosa verrà fuori non scoraggiarti e non abbandonare la passione per le monete antiche: se pure dovesse risultare falsa è stato comunque un momento di crescita.2 punti
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Il Gazzettino è entrato nel top 1% dei documenti più letti negli ultimi 30 giorni su academia.edu. Un piccolo dato che fa molto piacere, pensiamo a cosa vuol dire da un punto di vista divulgativo...2 punti
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Interessante episodio che non conoscevo. Però non capisco dove starebbe la connessione fra il ritrovamento della moneta e l'effettivo viaggio di s. Tommaso in India. La moneta attesta solo l'esistenza del regnante, non di altri, e l'utilizzo del greco è spiegabile in mille altri modi, posto che la conoscenza di questa lingua arriva in India fin dai tempi di Alessandro Magno (se non prima).2 punti
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Prima di entrare in questo forum non leggevo di numismatica pur comprando monete e limitandomi a qualche catalogo. Da circa un anno ho capito che il collezionista legge studia conosce la storia di ogni moneta che compra o ha in previsione di comprare. In un annetto ho comprato tre volumi del Mir, Il linguaggio delle monete che mi hanno consigliato qua sopra ed è utilissimo e il tesoro di montella. La monetazione di Luni ecc ecc. Prima ero solo un accumulatore e non mi rendevo conto che proprio come per il viaggio verso Itaca,dove è il viaggio a contare non solo la meta, il bello della numismatica è conoscere risparmiare documentarsi e leggere prima di ogni acquisto, altrimenti è come comprarsi un paio di ciabatte.....solo più costose2 punti
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In considerazione del peso, del diametro e dell'apparente composizione forse è più praticabile l'ipotesi della produzione di un grossetto (peso, diametro e mistura indicano un tondello "ridotto") con conii del grosso (??!!) ciao Mario2 punti
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Peccato per la mancanza sul bordo; si tratta di una moneta da 3 bolognini di Mirandola emessa a nome di Alessandro I Pico, descritta come "conosciuta in pochi esemplari" nella monografia di L.Bellesia e classificata R3 dal MIR (2° edizione). moneta rara....complimenti ciao Mario2 punti
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Nel caso in cui si scocciano di cercare... Itaca / Constantino KavafisQuando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere di incontri se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d'ogni sorta;più profumi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dottiSempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti?E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.2 punti
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Convegno bellissimo anche questo; per chi cercava monetazione contemporanea, però, poche novità rilevanti alle varie fonti ufficiali di acquisto! Sempre un piacere incontrarsi di nuovo con gli amici del Forum... il tempo sembra sempre volare, quando si parla della propria passione. Mi dispiace solamente non essere riuscito a parlare più di tanto con chi conosco da più tempo, ma è stata anche l'occasione di conoscere altri amici di questo amato spazio virtuale che sabato era... reale! Un grazie per le due copie del Gazzettino, per me e per la mia ragazza; l'ho letto e trasmette passione dalla prima all'ultima pagina. Come promesso, Mario ne ha portati tantissimi e per tutti! Come sa, ho notato prima il trolley di lui! Davvero onorato di partecipare come Autore al prossimo numero! Piacevole anche il fatto che l'incontro diventi occasione per conoscere le ultime iniziative e novità, sempre targate "lamoneta"! Ecco alcune fotografie del pranzo, che diventa sempre di più "un'istituzione"! Il passaggio del microfono tra due grandi amici e divulgatori Si osservano le monete con l'ausilio di lenti con illuminazione e tanta passione! Il "Gazzettino", che un po' si legge anche a tavola! Con la mia ragazza!2 punti
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Salve a tutti, come accennavo in presentazione sono un neofita appassionato della storia del Regno delle due Sicilie ed essendo sempre stato affascinato dalle monete, da due mesi ho connubiato ambedue le passioni acquistando tre delle quattro monete del Regno delle Due Sicilie sotto Francesco II, 1859, la piastra da 120 grana, la moneta da 10 tonesi e quella da 2 tornesi. Premetto che mi piacciono le monete che abbiano circolato un pochino, che siano state maneggiate dalla gente dell'epoca e che quindi abbiano qualcosa da raccontare. Questo requisito l'ha soddisfatto in pieno il 120 grana (a 120 euro): Dei due tornesi sono meno contento poiché non ha mai circolato, mentre i 10 tornesi hanno circolato troppo! Ho acquistato ambedue le monete per 150 euro. In realtà, una volta acquistato anche un degno tarì da 60 grana, quindi completando la collezione di Francesco II, ho intenzione di vendere questi 10 tornesi per prenderne altra in condizione migliore. Per dare degna sistemazione alla collezione ho optato per questo sistema. Il 120 grana ed i due tornesi li ho già sistemati nei quadrati anche se non li vedete in foto perchè li ho appunto messi fuori per fargli le foto mentre i 10 tornesi, che sembra siano stati lavati con qualcosa, li tengo all'aria (ed un'oretta al giorno al sole) per conferirgli una patina più naturale, sotto consiglio del venditore. Mi fido di lui e sono certo che il prezzo d'acquisto sia stato equo. Ho già il quadrato pronto anche per il tarì. Che ne pensate (anche del prezzo)? Mi sto muovendo bene? Passato Francesco II iniziamo la collezione a scendere con l'intera dinastia. Un saluto1 punto
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Con una recentissima sentenza 'scioccante' del TAR sono stati fatti decadere - con effetto immediato - dalle loro funzioni cinque dei nuovi direttori di grandi musei che erano stati nominati - dopo regolare concorso - circa un anno e mezzo fa. il motivo : essere stranieri per una carica - sostengono i giudici - riservata a cittadini italiani . Leggendosi le motivazioni si ha un esempio perfetto del cavillo che così tanta parte ha nella giurisprudenza di questo benedetto Paese. Le cose non erano state fatte alla leggera dall'ufficio giuridico del Ministero che aveva seguito - un anno e mezzo fa - non solo le norme ICOM ( org internazionale dei musei) per il processo di selezione dei candidati con tanto di commissione indipendente per la selezione della terna di candidati , ma si era anche appellata ad una specifica norma che ammetteva la partecipazione di cittadini stranieri equiparati a quelli italiani per l'eleggibilità a questi incarichi. Tutto questo motivato dal consigliere giuridico del ministro che e' un consigliere di Stato quindi appartenente al tribunale di appello dell'organo amministrativo cui appartengono ai giudici che hanno invalidato ora le nomine appellandosi al cavillo di una norma apparentemente contrastante. Faccio notare che i direttori dei musei in precedenza non venivano scelti per concorso ma erano dei funzionari nominati dal Soprintendente di riferimento per l'area cui apparteneva il museo. Credo che non vi siano troppi commento da fare, restando come ammesso da Franceschini - senza parole ... La figuraccia internazionale- tra l'altro proprio ospitiamo il vertice del G7 - e' madornale. Da' l'idea di un Paese che non riesce ad evolvere ad uscire da politiche di cortile , che invece di mostrare qualche timido segnale di sviluppo - adeguandosi a degli standard internazionali ove si premia la competenza e non la provenienza ( direttori stra- italiani bravissimi di musei stranieri se ne possono citare molti) si ripiega su se stesso arroccandosi sugli spalti della piu' retriva applicazione della norma burocratica ( che magari verra' un domani dichiarata superata in un ricorso al Consiglio di Stato - ma quando il danno e' oramai stato fatto) e ignorando completamente la necessità che strutture così importanti non possano essere lasciate senza una guida. Il Paese che si vanta di essere la 'patria del diritto' farebbe vergognare i nostri progenitori romani che in fatto di pragmatismo e abilità della gestione della cosa pubblica nonche' semplicità ed efficacia delle norme del diritto non erano secondi a nessuno. qualcuno mi deve ancora spiegare come siamo potuti evolvere fino a questa perversione giuridico- burocratica che - non solo in questo ambito - sta paralizzando quando non sfasciando ormai il Paese...1 punto
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Buongiorno e ben trovati a tutti. Come oramai sapete sono concentrato sui Marenghi del Regno d'Italia e sto cercando documentazione che mi possa aiutare a far chiarezza sulle ribattiture e sulle varianti. A tal proposito se qualcuno ha del materiale a disposizione o mi dice dove trovarlo gliene sarei estremamente grato. in una delle mie "ricerche" mi sono imbattuto in un'interessante tabellina dove viene indicata la composizione delle varie leghe ed in particolare: Oro per monete decimali: Sotto la voce "lavori diversi" ecco comparire l'oro rosso: Premesso che sono al corrente della possibilità di virare artificiosamente il colore dei Marenghi per farli apparire rossi credo comunque che alcuni veramente rossi esistano (se non altro perché catalogati da illustri esperti...); ciò premesso avete notizie se su quest'ultimi sia mai stata eseguita un'analisi metallografica per stabilirne la composizione della lega? Sempre in letteratura ho comunque trovato numerose informazioni sul ciclo produttivo delle monete del XIX secolo. Da quanto si evince molti dei trattamenti termici eseguiti tanto sui lingotti, sui tondelli e sui conii erano eseguiti in base "all'occhio e all'esperienza dell'operatore" più che su regole scritte e ben definite. Da quanto mi è dato capire questi trattamenti termici potevano determinare, in parte, anche la lucentezza ed il colore della lega oltre che il lustro particolarmente marcato dei fondi (fondi specchio???). Mi piacerebbe se mi aiutaste in questo mio percorso con i vostri contributi. Grazie mille, Massimo.1 punto
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Era gia' patinata quando la comprai, il lungo riposo ha fatto il resto. ....lo so, sono ripetitivo, ma mal sopporto le monete pulite.1 punto
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È da un po' che ne sto cercando uno migliore. Forse questa settimana riuscirò a concludere per uno senza firma in SPL+. Ecco il mio: @El Chupacabra complimenti per la moneta!1 punto
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@Isabella67 Mi scuso se la discussione ha preso un' altra tangente ma la passione monetara è tanta Spero che ti sia stata comunque utile e per qualsiasi altro dubbio o curiosità futura siamo qui, posta tranquillamente. Saluti Simone - Staff "Lamoneta.it"1 punto
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Ancora??? La finiamo o continuiamo come i bambini? Tornate a parlare della moneta se proprio non riuscite a fermare le dita sulla tastiera. Secondo e ultimo avvertimento. Saluti Simone - Staff "Lamoneta.it"1 punto
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Accidenti ! .... Terranova la chiami semplice? banconota del 1889 !! 20 dollari della Banca di Newfoundland senza internet non avrei potuto farcela1 punto
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@rorey36 @Tinia Numismatica @Sirlad Boni... Si può discutere civilmente anche senza andare sul personale eh, non è che ogni volta ci si deve insultare se la controparte non è d'accordo. La cosa importante è fornire a chi ha chiesto informazioni punti di vista differenti: il collezionista, il commerciante, etc etc poi starà a lui trarre le opportune considerazioni. Saluti Simone - Staff "Lamoneta.it"1 punto
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Pienamente d'accordo, non ha nessun senso caro @rorey36 parlare di "sindrome del falso a prescindere". Qui nessuno si diverte a dire che una moneta è falsa. Cerca piuttosto di motivare la tua sindrome del "vero a prescindere", senza sputare sentenze.1 punto
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Infatti, è proprio quello che penso anche io, preferisco di gran lunga rivolgermi a un professionista che gode di ottima fama, come Moruzzi, e spendere qualcosa di più, ma essere tranquilla. Devo anche dire, che commercialmente parlando, non ho nulla di dire, credo anzi che molto probabilmente acquisterò nuovamente da Moruzzi, mi sono trovata molto bene. Insomma, voglio essere ottimista e vedere la bilancia pendere verso il "autentica" in questo caso. Questo comunque è per me un ottimo spunto per approfondire la questione delle fusioni e cercare di capirci qualcosa di più.1 punto
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Il signor Moruzzi di Roma per quanto ne sappia, è un professionista serio che gode di gran fama nel nostro mondo. Lui ha visto la moneta dal vivo e ha maggiori elementi di noi per poterla giudicare, quindi fidati della sua perizia. Noi invece esprimiamo pareri sulla base di fotografie, perchè purtroppo non abbiamo la possibilità di vedere le monete dal vivo.1 punto
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@Pugliese50 Se parliamo di arte, e non del ponte sullo stretto, allora per me un Ministro con i suoi collaboratori dovrebbe avere il potere e soprattutto la responsabilità di scegliere la classe dirigente dei nostri musei, così come un Sindaco può e deve poter scegliere il direttore Artistico di un Teatro della propria città, si, in base alla propria sensibilità. Certo può sbagliare, ma preferisco l'errore di una persona eletta ad "errori" fatti da finti concorsi pubblici.1 punto
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Grazie per la precisazione, comunque secondo me le mettono prima di chiudere cosi non ricevono telefonate a raffica.1 punto
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isabella, noi diamo il nostro parere basandoci su delle fotografie. chi ti ha venduto la moneta avendola avuta tra le mani è senz'altro avvantaggiato, è capitato anche a me di comprare monete rivelatesi false, nonostante oltre 30 anni di questa passione alle spalle. una anche da casa d'asta considerata giustamente il top. quindi ti capisco benissimo, al punto che ho praticamente smesso di fare acquisti . questo purtroppo è un campo minato dove anche i migliori sono saltati in aria ma sa dare anche tante emozioni.1 punto
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"La leggenda continua che S.Tommaso viene fatto uccidere dai Bramini e i suoi resti dispersi" Ciao @Liamred00, grazie del bel post , racconto generale interessante ; infatti di una leggenda trattasi , perché le ossa di San Tommaso riposano nella sua Basilica ad Ortona .1 punto
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È in elevata conservazione, non si discute. Trovo particolarmente degni di nota il campo e la patina del D...1 punto
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Ad avercene di monete cosi!!!!!! Ottimo acquisto complimenti e un po' d'invidia.1 punto
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@DARECTASAPERE, oggi ne ho trovato uno dentro una ciotola contenente principalmente monete dell'impero. Ringrazio @anto R per l'aiuto.1 punto
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Oppure Galla Placidia ????? Rev: SALVSREIPVBLICE Exe:1 punto
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Ciao,assomiglia a un NUMMO di TEODOSIO II anche se è leggermente più piccola nel diametro1 punto
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una scena questa che ritroveremo ancora , con variazioni di per sé minime, nei solidi di Valentiniano III, Marciano e Anastasio moneta sempre interessante bravo!1 punto
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Beh.. diciamola tutta, il Gazzettino non poteva mancare in quel di Spagna, zecche come Milano e Napoli con i loro tondelli e la loro storia raccontata da più autori, doveva per forza di cose arrivare a destinazione... Grande Mario!!!!!1 punto
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Signore e signori, a grande richiesta.... ecco il link della versione digitale: https://www.academia.edu/33024611/Il_Gazzettino_di_Quelli_del_Cordusio_n._1_2017 Buona lettura! Antonio1 punto
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Magari fosse vero. Purtroppo andare a Verona è come andare in guerra (scusate il parallelismo). Quest'anno hanno ulteriormente abbassato i controlli: alla mattina i commercianti entravano senza alcun pass (erano tutti commercianti) e a differenza degli anni scorso non ho visto girare alcuna guardia giurata, che per poco che contano sono un deterrente. Capisco che Verona sia il convegno dove si lavora di più, ma se iniziate a fare il conto di quanti commercianti non vengono più capite il perché.1 punto
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140.000 visite Grazie a coloro che contribuiscono all'enorme successo di questa discussione postando immagini di monete coniate a Napoli o,magari,entrando solo per sfogliare le pagine della discussione ,per perdersi nei meandri della Numismatica che vede protagoniste le monete del Regno di Napoli. Questa discussione è uno dei "fiori all'occhiello"di questo forum. Sono passati 10 anni da che aprii questa discussione,prima non esistevano sezioni a tema e le discussioni si perdevano nei meandri di questo forum con pochissime visite. Grazie a me,in questo forum,si è parlato sistematicamente di letture di Numismatica e si è creata l'apposita sezione che vede protagonisti i libri e le riviste di Numismatica. Grazie a me,in questo forum,si è parlato sistematicamente di aste di Numismatica e si è creata l'apposita sezione che vede protagoniste le case d'asta di Numismatica Ho aperto numerose discussioni,oltre a questa,che hanno avuto l'interesse e la è partecipazione fattiva di numerosi utenti di questo forum:ricordo la discussione sulle monete aragonesi o quella sulle monete pontificie che recano il simbolo del Banco Fugger.Tutte discussioni che hanno superato le 10.000 visite. Tutto ciò a dimostrazione che con la determinazione ed il credere in ciò che si fa si giunge ad ottenere risultati importanti. Grazie odjob1 punto
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