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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/03/17 in tutte le aree
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I primi caldi di questo finale di primavera ieri mi hanno portato a cercare refrigerio e riposo, in compagnia di mio padre, all'ombra delle verdi fronde di un vecchio ed enorme platano che da sempre incombe sui tetti della casa paterna. Mio padre (83 anni, nato nel 1933) ricorda questo platano (e i suoi 5 fratelli) già presente e già di notevoli dimensioni nel corso della sua prima infanzia. Corse il pericolo di essere estirpato (il platano, non mio padre) nel corso dell'occupazione americana. Gli artiglieri alleati avevano infatti la necessità di crearsi il campo di tiro per cannoneggiare le colonne tedesche in ritirata verso il Po; la situazione arrivò al collasso in meno di un giorno, i tedeschi si arresero a migliaia e il platano si salvò. Questo platano (e i suoi 4 fratelli, uno nel frattempo è morto) ha attraversato l'ultimo secolo e ha visto "il mondo che si è trasformato....oggi tutto è cambiato" scritto in corsivo perchè è la frase pronunciata da mio padre...con gli occhi persi a guardare nel profondo dei suoi ricordi di ragazzino..mentre io, naso per aria, guardavo l'immensa chioma dell'immensa pianta. Questa frase mi ha riportato all'introduzione di un'opera in due volumi che conservo da anni nella mia biblioteca. L'ho subito cercata e gliel'ho fatta leggere....ora la vorrei condividere con chi ha avuto la pazienza di arrivare fino a questo punto. Da: GLI ULTIMI CENTO ANNI DELLA STORIA UNIVERSALE di Pietro Orsi E' evidente che qui si parla del secolo dal 1815 al 1916....il progresso che ha portato una vera rivoluzione tecnologica, politica e sociale... è legato alle invenzioni, che sono però, l'uso della forza meccanica generata dal vapore, il motore termico, il telefono, il telegrafo, l'aereo. La grande diffusione delle informazioni è legato ai sistemi di stampa... Insomma...non si parla mega o terabyte, non si parla di esplorazioni spaziali o nanotecnologie. Internet? non era nemmeno nella fantascienza. Eppure il giudizio sulle trasformazioni sociali, politiche e geografiche era praticamente lo stesso. Ancora una volta la storia si ripete, uguale a se stessa....come uguale a stessa rimane la fresca e rilassante ombra del platano che incombe sulla mia casa paterna. Un caldo saluto Mario5 punti
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Voglio contribuire alla discussione aperta da Rodolfo sui bei talleri per Pisa con i miei esemplari. Questo tallero del 1611 ha la leggenda diversa e varia da MAGN a MAG. Riporto la descrizione del Dr. Gustavo Di Giulio a pag. 73 Il ritratto del Granduca è del primo tipo con i lineamenti più giovanili. Variante molto rara.4 punti
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A mio parere, in questo caso, non si tratta di una N ma di una M prodotta con u punzone parzialmente rovinato, ma comunque di una M si tratta. Basta ritagliare ed avvicinare le due lettere per poter verificare che la "M" è più larga della N; che l'angolo fra le due linee oblique sinistre e le rispettive gambe sinistre (linee gialle) è decisamente differente (angolo più aperto nella N, più chiuso nella M); che nella parte alta della M si nota la V (linee rosse) delle due linee oblique convergenti della M; che nella porzione destra della M si nota un'area "vuota" (evidenziata in verde) evidente segno residuale dello spazio fra la linea obliqua destra e la gamba destra della lettera.....insomma....per me di M si tratta... un saluto Mario4 punti
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Ciao a tutti, in generale, compro pochissimo... con questo coronato, aggiungo la seconda tipologia, quella con la croce potenziata, alla mia piccola collezione... la quarta, quella con il drago dal volto umano, invece, me la studio sui libri[emoji4][emoji4]3 punti
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Approfitto del post 13.000 per fare qualche riflessione... Onestamente mai avrei pensato di essere qui ancora dopo 8 anni a riflettere e con la voglia intatta di raggiungere nuovi sogni numismatici, nuovi progetti, nuove idee , il pensare sempre positivo e credere in quello che faccio indubbiamente mi ha aiutato e certamente aiuta. Ai tempi raccontai qui in un post del collezionista solitario, post realissimo anche se un po' triste, il collezionista solitario c'è sempre anche se gli anni passano per tutti, ma oggi siamo ancora così solitari o è cambiato qualcosa ? Giorni fa ero in uno studio di un noto commerciante milanese e riflettevamo su questi aspetti, è bello vedere monete, anche comprarle, ma anche parlare sempre... Mi diceva, almeno per Milano, tutto è cambiato in questi anni, una volta il collezionista veniva, guardava, comprava e poi tutto finiva lì, ora tutto è diverso. Ho messo una collezione on line di monete non di grande conservazione, da studio, con varianti, rarità e in tanti sono arrivati con una inclinazione più che per il possedere per lo studio. E poi cosa per me incredibile scopro che tutti si conoscono, siete tutti amici, vi parlate, fate iniziative importanti, idee, progetti, è cambiato insomma tutto. E tanti di quelli che sono venuti sono giovani, alcuni molto giovani, già molto competenti, che sanno, studiano, è tutto estremamente bello, incredibile, entusiasmante, fa piacere questa svolta milanese, ma non solo ovviamente...dice il commerciante. E' così gli dico, lo sappiamo, lo vediamo, Milano sta vivendo un momento bello, di rinascita culturale e numismatica, di grandi fermenti, di aggregazione, di iniziative, mi ricorda u po' Napoli di due o tre anni fa. La risposta ha però un nome gli dico, meglio dirlo subito, ed è Lamoneta e i gruppi che si sono formati in essa, Milano sicuramente. Lamoneta ha permesso di conoscersi realmente, scambiarsi opinioni, fare amicizie, gruppo e far nascere iniziative che voi conoscete tipo Parma coi giovani, l'Ambrosiana, il Gazzettino e altre che verranno.. Un miracolo ? Un po' forse si, ma senza l'apporto di questo mezzo tecnologico che ha unito e permesso le conoscenze oggi il collezionista sarebbe per me più o meno come il collezionista solitario. Si, stanno cambiando molte cose nella nostra numismatica, altri sogni si realizzeranno ne sono sicuro in futuro, altri si confermeranno, una nuova primavera ? Per me si, certo qualche nube rimane sempre all'orizzonte ma non si può unire tutti, tutti, certo si va verso una numismatica, come auspicato da molti, più aperta, per tutti, per i giovani, per una sana divulgazione culturale e chi rimane ancora fermo su posizioni chiuse ed arroccate dovrà capire che si deve innovare, seguire i tempi, dialogare rispettando le tradizioni, ma fermi no... E mi piacerebbe sentire quando si nominano in certi ambiti, Lamoneta, Parma, Gazzettino e altro ancora che non si dicesse Lamoneta che ? Lamoneta è anche tutto questo, una numismatica più grande, uomini più consapevoli delle loro storie e identità, è giovani, divulgazione, conoscenze, una crescita culturale di tanti, è comunicazione, iniziative, progetti, idee e anche grandi sogni che poi ogni tanto come vediamo in molti a volte si realizzano anche, basta crederci e provarci...!3 punti
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Ciao @nikita_, questa è per la tua discussione. ....dimenticavo: giglio3 punti
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Visto che le giornate sono calde,riscaldiamo anche un pò questo thread con un acquisto fatto poco tempo fa,asse di Tito....3 punti
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Altri due esemplari molto rari e di conio diverso, sono quelli con il millesimo 1616. La leggenda del R/ è diversa e il ritratto del Granduca è del tipo con i lineamenti più maturi. PISA. INVETVSTAE. MAIESTATIS. MEMO PISA. INVETVSTAE. MIESTTIS. MEMORIAM3 punti
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Approfitto della pausa per farvi vedere una "ben conservata" Piastra giovanile di Ferdinando II ......la prima....1831, questo fu il ritratto con cui il giovane Re si mostro' al suo popolo.3 punti
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Ciao nikita, diciamo che queste due piastre, sono, a mio parere, le più belle e le più intriganti per svariati motivi. Per tutta una serie di motivi (molti dei quali ignoti), le stelle ed i gigli del contorno non sono solo nei tagli dei rispettivi millesimi previsti (in pratica, si fanno sempre scoperte, e più si scopre, meno ci si capisce Ecco perchè ti è stato chiesto in merito al taglio del bordo: gigli o stelle... Tiologicamente, la piastra testa grande, presenta tantissime varianti di stile nel ritratto, che hanno effetti anche per quanto riguarda la perfezione del tondello (per certe varianti di stile in particolar modo). E' stata poi coniata ininterrottamente fino al 1825 con il medesimo millesimo (senza considerare tutte le correzioni apportate con sovrabattiture nella data, prima 8 su 7, e poi 8 su 9). Molte di queste piastre con il ritratto testa grande poi, hanno natali molto affascinanti e per certi versi "misteriori". Infatti in una "vita precedente", erano monete emesse da governi rivoluzionari o di usurpatori illegittimi dei quali si cercò di far sparire qualsiasi loro ricordo con un sistema di "riciclaggio" dei tondelli (appunto per cercare di far sparire tutti quegli ideali messi al bando dal congresso di Vienna) inutile dirti che a seconda della moneta che c'era "sotto", e del metodo di battitura impiegato, possono scovarsi innumerevoli varietà monetali, che già solo loro potrebbero essere degne di una collezione specifica. Dulcis in fundo, è l'unica piastra che presenta al rovescio lo stemma delle Due Sicilie con tutte le armi complete nei vari quarti dello stemma. Che dici, ho stuzzicato abbastanza la tua curiosità per questo tondello? (tranquillo, non voglio deviarti dal tuo amore per la cartamoneta ) Un saluto, spero di rileggerti in queste sezioni Fabrizio2 punti
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http://incuso.altervista.org/docs/singoli/RIN1921-MAJER_G___le_tessere_veneziane_dell_olio-5.pdf buona lettura2 punti
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Ma che bellezza, tra l'altro di indubbia rarità, mi domandavo ma perché non provare a metterle queste meraviglie anche su carta sul Gazzettino di Quelli del Cordusio ? La butto lì , come spesso, ma meriterebbe una pubblicazione una serie di questo tipo , un titolo tra " bellezza e rarita' " qualcosa del genere, già averle viste qui e' una grande divulgazione che può veramente coinvolgere, grazie, il forum vive anche di questi rapporti volontari e divulgativi, Mario2 punti
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Buona giornata Bella questa! Non ci avevo mai pensato; ottimo suggerimento. saluti luciano2 punti
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Eccomi qui, riporto dei passi di Plutarco nei quali il rito di fondazione della città viene descritto, spero possa essere interessante... •Romolo (…) si volse alla costruzione della città, dopo aver consultato sacerdoti etruschi che gli indicarono le modalità rituali della fondazione. Fu scavata una trincea circolare attorno a quello che oggi è il Comizio e in essa vennero poste primizie (…); successivamente ciascuno vi gettò una manciata di terra proveniente dalla sua regione (…). Questa trincea si chiama mundus. In un secondo momento, prendendo il mundus come centro, tracciarono il contorno circolare della città. Successivamente (…) venne tracciato un secondo cerchio, chiamato pomerio, cioè dietro o prossimo alle mura: con questo si segnò il corso delle mura. Gli Etruschi, i più religiosi tra gli uomini, avevano una concezione sacra della città come di molte altre cose della loro vita. Da questo passo vediamo lo stretto legame con la terra, le primizie poste nella trincea e le manciate di terra gettate provenienti da varie regioni a simbolizzare che da quel momento quella era la loro "nuova casa". Paradossalmente l'unica descrizione che abbiamo della fondazione di una città secondo il rito etrusco è di una città non propriamente etrusca, anche se su questo ci sarebbe molto da dire. Roma al di là dei tre re etruschi è molto più etrusca di quel che si pensa di solito Gaetano2 punti
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Ciao a tutti! 2 anni fa a un'asta ho preso per poco meno di 6 € diritti inclusi questo Picciolo di FANO - Pandolfo Malatesta (1384-1427) CNI 1/14; Biaggi 1713 RRR (MI g. 0,23) segnato meglio di MB con mancanza. E' veramente R3? Che mi sapete dire? grazie galaad1 punto
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Questo è il tallero più conservato che ho, di questa qualità se ne vedono pochi, le foto sono di molti anni fa e non sono aggiornate, ma un giorno che la riprenderò in mano avendo capito col tempo come farle meglio saranno disponibili. Cangiante al diritto, il roveschio ghiacciato, leggera patina..eccezionale. Tallero di Cosimo II 1618 R 31 punto
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Buonasera a tutti, ho messo in collezione un'altro grano cavalli 1790 Regia Corte......non è in buona conservazione....e si presenta piuttosto malaccio (molto difficile reperirlo in buona conservazione). Quello che mi ha spinto a prenderlo è un particolare al rovescio, la lettera R sembra essere sovrapposta alla C .....iniziale del Conte Cesare Coppola. Tutti li esemplari visionati fino ad ora , la maggior parte avevano la lettera R "impasticciata"... La moneta necessita di una buona pulizia, ma gia' cosi' si distingue bene cio' che rimane della lettera coperta. I primi di Giugno del 1790, dopo la delibera del Re, si approntarono I nuovi conii con le lettere RC...(Regia Corte) sia per le monete in rame che per quelle in argento, fino alla nuova carica dell'ufficiale di zecca (Antonio Planelli). Posto le immagini del grano. Potete consigliarmi su come procedere alla pulizia? Grazie e saluti.1 punto
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Spesso abbiamo scritto che bastano tre/quatto persone in una discussione per farla decollare; mi ricordo ad esempio le belle discussioni divulgative su varie emissioni milanesi nelle sezioni medievali e moderne, appena si arrivava a quel numero di partecipanti la discussione iniziava a prendere il volo Credo che anche nelle situazioni concrete sia così...1 punto
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Come si dice qui da noi: quand te ne trövet, porten a ca'! (Per i non lombardi: quando ne trovi, portali a casa) Un caro saluto, Antonio1 punto
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Magari @fofo avessi tanta esperienza da potervi aiutare circa questa monetazione .... Certo che a queste monete non manca la "fisicità"; sono monetone ..... e non c'è da stupirsi che il conio potesse danneggiarsi dopo un po' di battute; immagino che venissero coniate col torchio, o sbaglio? Non vedo tracce di coniazione a martello, quelle tipiche angolazioni che si vedono spesso sulle superfici degli scudi e ducati veneziani del medesimo periodo.1 punto
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D/ FRA - FO - DVX - croce patente in cerchio di perline R/ Leone con nimbo e senza ali , rampante a s. ai lati S.M1 punto
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Questo mio Cosimo II del 1615 viene classificato R4 e R5 nella monetazione Pisana Medicea, è in alta conservazione, al diritto presenta l escrescenza di metallo dovuta alla rottura del conio. Il ritratto al diritto accenna a una maggiore maturità dal 1611/12/13. Il rovescio riporta in legenda solo MEMORIA invece di MEMORIAM, credo sia R5 @foti.l?1 punto
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......e per rispondere al nostro Principe, restando in tema con le Piastre giovanili.....ecco la rarissima 1838 della collezione BOVI.1 punto
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Lo potremmo vedere? .....lo sai sono sempre alla ricerca di varianti....intanto ti faccio rivedere lo stesso 10 Tornesi, variante lettere piccole/rosetta a cinque petali.1 punto
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Buongiorno a tutti. Dopo parecchie ricerche a vuoto, mi sono deciso a chiedere aiuto Di che moneta si tratta? Al retro mi sembra di riconoscere il leone di San Marco. Grazie Veneticus.1 punto
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La moneta è in discreta conservazione, il prezzo non è un furto ma se cerchi , poiché non è una moneta rara, si puo trovare a meno questa p.es anche se non è bellissima, è stata venduta ad un prezzo mooolto inferiore Lot 57 - VESPASIANO (69-79). . Denario. Testa laur. a ds. R/ Vespasiano seduto a ds.. C. 364, RIC 77. AR BB+ Base d'asta: € 60 Offerte asta: - Invenduto Osserva questo lotto1 punto
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molto particolare la ribattitura del volto del sovrano,sembrano addirittura due conii di grandezze diverse,bella comunque...1 punto
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allego foto del mio tallero del 1603 sotto Ferdinando indicato come R3 ma secondo me R4 o R5 una correzione andrebbe messa sui cataloghi, se R 3 e il 1616 con legenda normale il 1603 di Ferdinando è apparso pochissimo e questo è uno dei pochi conosciuti di qualche anno fa comprato su asta da parte mia in conservazione.1 punto
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Sì, è così. È un sinonimo di "urbano" o "cittadino", che sono aggettivi derivanti dalla radice latina; "poleico" sarebbe il doppione derivante dalla radice greca. Elegante, dotto, ma complessivamente superfluo.1 punto
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splendida la citazione del Lonfo tratta dalle Fànfole di di Fosco Maraini! Allora non posso esimermi dal riportare il famoso brano di Dino Buzzati dove il critico d'arte Paolo Malusardi in visita alla Biennale di Venezia davanti ad un quadro astrattista per la cui critica si sente spaesato,ha un’illuminazione: far nascere dall’astrattismo una critica astrattista, infrangendo tutte le catene del linguaggio. “"Il pittore" scrisse, padroneggiato da un incalzante raptus”di del dal col affioriccio ganolsi coscienziamo la simileguarsi. Recusia estemesica! Altrinon si memocherebbe il persuo stisse in corisadicone elibuttorro. Ziano che dimannuce lo qualitare rumelettico di sabirespo padronò. E sonfio tezio e stampo egualiterebbero nello Squittina il trilismo scernosti d’ancomacona percussi. Tambron tambron, quilera dovressimo, ghiendola namicadi coi tuffro fulcrosi, quantano, sul gicla d’nogiche i metazioni, gosibarrre, che piò levapo si su predomioranzabelusmetico, rifè comerizzando per rerare la biffetta posca o pisca. Verè chi…” .... Sdraiata mollemente sul divano, Fabrizia Smith-Lombrassa, ragazza aggiornatissima o per dirla più elegantemente “assai avvertita”, leggeva avidamente il saggio critico. A un tratto scoppiò in una risata. «Senti, senti, Diomeda, che tesoro» disse volgendosi all’amica «senti come gliele canta, il Malusardi, a quei poveri figurativi...Rifè comerirzando per rerare la bi.ffetta posca o pisca!» Risero di gusto entrambe. «Spiritoso, niente da dire» approvò Diomeda. «Ah, io l’adoro, il Malusardi. È un formidabile!» Pochi sanno che Buzzati ricopri' - al Corriere - anche il ruolo di critico d'arte nel 1966 (il racconto " Il critico d'arte", da cui è tratto il brano riportato sotto , fu pubblicato nella raccolta Sessanta Racconti che usci nel 1958). adesso pero^la smetto... siamo ampiamente off topic ... ma in qualche modo bisogna pur ingannare l'attesa nelle more che il Consiglio di Stato si pronunci sui vari ricorsi1 punto
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Ciao. Questa è la scansione della moneta commemorativa da 20 Dollari del 1967, celebrativa dei 100 anni dello Stato canadese: Caratteristiche della moneta: Peso: grammi 18, 27; diam. mm. 27,05: metallo: oro 900/1000; contorno zigrinato. Assi alla tedesca. Tiratura: 337.688 esemplari. Saluti. M.1 punto
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Bertrando fu nominato patriarca d'Aquileia da Giovanni XXII, papa ad Avignone, nel luglio 1334, senza attendere decisioni in merito da parte del parlamento friulano, il quale non riusciva a liberarsi dal "dominio" della contessa di Gorizia Beatrice (vedova del conte Enrico), così che siprocrastinavano i tempi per l'elezione del nuovo patriarca (Pagano era morto nel dicembre 1332). Bertrando era cappellano di Giovanni XXII e per lui aveva svolto incarichi in conciliazioni ed arbitrati. era dottore in utroque jure, era docente all'università di Tolosa. Dal papa il patriarca fu incaricato di nuove missioni diplomatiche, che continuarono anche per incarico del successore di Giovanni XXII (morto nel dicembre 1334), il terzo papa avignonese, Benedetto XII, anche lui, come il suo predecessore e come Bertrando, francese. Era un periodo un po' difficile, nei rapporti con Ludovico IV il Bavaro, che aveva cercato di deporre Giovanni XXII per far eleggere l'antipapa Niccolò V, in quelli col re d'Ungheria, etc. Bertrando si preoccupò di una conciliazione col re d'Ungheria, e si pose al governo dello stato patriarcale con "virga ferrea", per limitare gli abusi e l'autarchia dei feudatari friulani e dei conti di Gorizia. Riconobbe anche, forse bene per la prima volta, i veneziani quali primi veri nemici del patriarcato, e li affrontò. Fu un guerriero. Fu un riformatore. Restò amato dal popolo. Ricordato dal popolo friulano. Evidentemente qualcosa di buono aveva fatto per esso. Confesso che non so niente di una scomunica di Bertando "fattiva", che trattandosi di un vescovo doveva essere per forza una sospensione a divinis. Non erano infrequenti le scomuniche, anche vicendevoli tra ecclesiastici, soprattutto nel periodo avignonese. Nell'argomento in discussione è quindi da chiarire ... Bertrando è stato scomunicato? Da chi? Dal clero italiano? Dal papa? Per quanto tempo (Si cita il 1338, ma nel 1339 ad Aquileia si è svolto un concilio, indetto dal patriarca)? Le monete ..... il piccolo è indubbiamente l'unico piccolo aquileiese senza il titolo di patriarca. Il denaro con la Madonna e il Bambino è identico nelle figure e nella legenda alla tipologia consueta, ma non vi è la P del titolo. Non sembra essere dovuto ad errore di coniazione e a consunzione particolare. La P manca nel conio. Errore nell'incisione del conio? O mancanza voluta? Mi riesce difficile che un patriarca eletto rinunci volutamente all'attribuzione del suo titolo per una "proposta di scomunica" (se c'è stata), soprattutto considerando gli stretti legami coi pontefici. E anche se fosse, perchè togliere il titolo? Chi mai poteva essere a controllare la zecca per interferire su un simile argomento (al di sopra del patriarca)? In ogni caso Andrea ha fatto bene ad intervenire sull'argomento e a porre la questione, perchè desta comunque un interrogativo : perchè il piccolo senza P? Perchè il denaro senza P?1 punto
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Ovviamente galaad sono baffi... E ben visibili in questa piastra favolosa del grande Rocco!!1 punto
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Ciao Alain Sono molto contento per te! Le monete di Vittorio Amedeo I non sono facili da reperire, a parte i tre denari, infatti io tutte le volte che mi si presenta l'occasione di acquistarne una cerco di non farmela sfuggire, sempre che sia abbastanza bellina... Questa lo è ! Sono tutte poco curate e coniate su dei Tondelli irregolari ed usavano una mistura piena di impurità, non guardavano molto alla bellezza del risultato in zecca sotto quel duca... Per quanto riguarda la data penso che sia un 34, anche se qualche dubbio mi rimane su di un 33.. Sei stato fortunato! Un ottimo acquisto!1 punto
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A me pare che la moneta di Stefano sia lo stesso identico esemplare dei due link postati da profausto, ex Varesi ed ex Ranieri (se non lo è, è un evidente clone). Affiancando dritto e rovescio appare evidente che combacino, l''unica cosa che non quadra sono alcune macchie che sembrano essere sparite nella moneta di Stefano... forse un tentativo di pulizia successivo alle due aste precedenti? Pulizia che ha fatto affiorare una vecchia doratura postuma? La mia impressione è che la moneta sia originale, ma pasticciata; che sia stata dorata in tempi più o meno antichi, e sia poi stata riargentata più recentemente.1 punto
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oppure Treboniano Gallo con la Liberalitas? RIc 113 Saluti Eliodoro1 punto
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Personalmente noto come ultimamente Milano sia tornata ad essere una delle capitali numismatiche italiane per eventi, iniziative ecc. Come è stata possibile questa rinascita? Grazie alla collaborazione fra differenti realtà; e lamoneta è a suo modo realtà anch'essa. Pensiamo a Milano Numismatica del gennaio scorso... grande risultato dalla sinergia di due realtà forti di Milano appoggiate dal forum. Pensiamo anche a Parma, ad oggi sinonimo di GIOVANI grazie alle fantastiche giornate di studio. Giornate di studio che nascono ancora una volta dalla... collaborazione tra varie realtà. Sarà un caso? Chiudo citando il pranzo di Verona, sembra un raduno banale ma tutte le volte qualcuno si prende la briga di contare i partecipanti, prenotare al ristorante... Da due volte si apre con un saluto da parte di un rappresentante del forum e con la spiegazione delle ultime novità in ambito lamonetiano, anche qui serve qualcuno che porti microfono, amplificatore... qualcuno che collabora con qualcun'altro. In fondo poi è così banale...1 punto
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Che Lanciano abbia coniato non vi è dubbio.. ,ma secondo recenti studi, ha prodotto moneta cattiva, concepita , forse per speculare sul circuito fieristico.. ( monete Antiche m. 86 Giuliani/Fabrizi)..1 punto
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Rappresentazione incredibile del culto della personalità , del potere, dell'autorità, dell'immagine, e si faceva a gara in tutto questo. Era il biglietto da visita la moneta sia per il mercato interno che estero, una buona immagine aiutava, senza dimenticare però l'identità che esce nello stemma e nelle legende, bravo @fofoa divulgare monete così perché sono quelle, e qui di novizi anche giovani ne abbiamo, che possono far partire questa passione e poi studiare e conoscere, non dobbiamo dimenticare chi siamo stati e siamo ...1 punto
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Buona giornata Che dire di più? Avete già tutti espresso i motivi che da qualche anno stanno cambiando la numismatica e in meglio a mio parere. Tutti motivi che condivido. La passione, soprattutto dei giovani, se ben alimentata e c'è l'aiuto dei più anziani, porta generalmente la curiosità di sapere, di approfondire; è cultura come la numismatica dovrebbe essere; non è solo l'acquisto della moneta che riempie una taschina dell'album. Far conoscere, divulgare, aprire nuovi orizzoni, è sempre positivo; ciò consente di fare scelte responsabili ed oggi non è cosa da poco. I benefici sono sotto gli occhi di tutti, come avete ben scritto nei post precedenti. Grazie quindi a questo forum che ha fatto da volano, ai Gruppi di utenti che lo hanno usato bene e che gli hanno, in parte, consentito di crescere e a tutti coloro che ne fanno parte e che in questo contesto si dedicano con passione a trasmettere la cultura numismatica; sono tanti e tra questi non si può non citare Mario, con l'entusiasmo e la voglia di fare che lo contraddistinguono. saluti luciano1 punto
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Il signor Moruzzi è sul forum, se non sbaglio. Sarebbe bello sentire la sua opinione in merito al pezzo e alla discussione1 punto
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Per chi se ne intende di diagrammi ternari .. In pratica l'oro rosso (al 90 % di oro ) contiene almeno un 5 % di rame e il resto argento1 punto
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Mi ricollego al Post di alcuni giorni fa su Massenzio per ampliarlo e concluderlo con una breve ricerca sulla zecca di Ostia , aperta appunto da Massenzio ; anche se il tema fu affrontato tempo fa , sul Forum , provo a completarlo . Fu una zecca di tarda epoca romana con sede ad Ostia antica , antichissima citta’ fondata secondo la tradizione nel VII secolo a.C. dal quarto Re di Roma Anco Marzio , che in seguito si sviluppo’ come importantissimo centro commerciale e poi portuale , principalmente per il rifornimento alimentare di Roma ; situata al termine della Via Ostiense , a circa 28 chilometri ad ovest di Roma . La zecca fu fondata da Massenzio quando prese il potere e si elesse Imperatore , nel 306 o subito dopo , poi successivamente ampliata con il personale proveniente dalla zecca di Cartagine in quanto questa fu chiusa quando venne soppressa la ribellione in Africa di Lucio Domizio Alessandro , provincia che era sotto la giurisdizione di Massenzio ; non penso che la zecca di Ostia sia stata aperta solo alla morte di Domizio Alessandro avvenuta nel 311 , altrimenti sarebbe stata attiva appena per due anni o poco piu’ , quindi la zecca inizio’ a battere moneta nel 306 , forse anche nel 305 . La zecca di Ostia non ebbe vita lunga , anzi piuttosto breve , infatti emise solo monete degli Imperatori : Massenzio , Licinio , Massimino II Daia , fino alle prime emissioni di Costantino , quando divenne padrone della parte occidentale dell’ impero , poi la zecca venne chiusa nel 313 o nel 314 , quando , a seguito della vittoria riportata sullo stesso Massenzio , Costantino trasferì tutto il personale di Ostia presso la nuova zecca di Arelate aperta appunto in quegli anni . Oltre ai quattro imperatori viventi , furono coniate anche monete postume alla morte , di altri personaggi , quali : Massimiano Erculeo , Galerio Massimiano , Costanzo Cloro e del figlio di Massenzio , Romolo , morto giovinetto . Per questi motivi , estrema brevita’ di vita della zecca , circa sei , sette anni al massimo e successivo trasferimento del personale e del materiale ad Arelate , non e’ stata trovata traccia archeologica delle officine della zecca , anche perche’ probabilmente i locali furono riadattati ad altri usi quando questa fu chiusa , quindi la ricerca archeologica e’ estremamente difficoltosa , inoltre e’ anche possibile che le officine non siano state trovate perche’ ancora non scoperte archeologicamente e giacciono tutt’ora sotto gli alti sedimenti alluvionali del Tevere ; molte zone di Ostia antica , forse la meta’ di quelle esplorate , sono ancora da scavare ; infatti Ostia antica , a livello archeologico , e’ un po’ come Pompei , molte parti della vecchia citta’sono ancora sepolte , anziche’ sotto la cenere , sotto i sedimenti alluvionali del Tevere trasportati in migliaia di anni . Le officine della zecca di Ostia , conosciute sulle emissioni degli Imperatori su elencati , dovrebbero essere state in tutto quattro , forse cinque , poiche’ dopo la scritta MOST , compaiano le lettere : A , P , S , T e Q , dove per A dovrebbe stare per : Augusta , quindi seguono officina : Prima , Seconda , Terza e Quarta , ma probabilmente le officine contrassegnate con la A e la P potrebbero in effetti essere la stessa con lettera finale modificata nel tempo , mentre la M prima di OST dovrebbe significare Moneta OSTiense . Ma dove potevano essere ubicate le officine di Ostia , in citta’ ? in mancanza di qualsiasi indizio archeologico possiamo solo provare ad immaginarlo facendo come riferimento alla prima zecca di Roma sul Campidoglio , proviamo ; Ostia antica nel suo massimo splendore era una grande citta’ , suddivisa in cinque Regioni , forse contenenti ognuna rispettivamente le cinque officine monetali , oppure queste erano concentrate vicine tra loro in una unica Regione tra le cinque esistenti ; ogni Regione a sua volta era suddivisa in Isolati e ogni Regione era composta da un minimo di dodici Isolati ad un massimo di venti ; sappiamo che la zecca di Ostia provvedeva al rifornimento monetario dell’ Africa , della Sicilia , della Sardegna e della Corsica , provincie sotto la giurisdizione di Massenzio , oltre naturalmente all’ Italia , al cui rifornimento provvedevano la zecca principale di Roma per il Centro Sud , oltre a quelle di Ticinum e Aquileia per il Nord ; con questo si spiega il perche’ di ben quattro o forse cinque officine monetali ad Ostia . Per tentare di capire dove potessero essere dislocate in Citta’ le o la zecca principale , proviamo a fare riferimento alla Dea Moneta , che soprassedeva alle coniazioni e forse con po’ di fantasia , in mancanza di prove materiali certe , possiamo provare ad immaginare dove erano ubicate le officine o almeno quella principale ; per fare questo partiamo dalla leggenda nella quale si narra che nel 390 a.C. , Roma si trovava sotto l'assedio dei Galli di Brenno , sulla cittadella del Campidoglio vi era il tempio di Giunone dove venivano allevate delle oche sacre alla Dea . Una notte , al sopraggiungere dei Galli , le oche presero a starnazzare e svegliarono il Console Marco Manlio che diede l'allarme . L'attacco fu quindi sventato grazie alle oche sacre e Manlio aggiunse al suo nome il cognomen Capitolinus . Da quel momento la Dea Giunone acquisì l'appellativo di Moneta , dal verbo latino "monere" che significa : avvertire , ammonire , in quanto si credeva che avesse lei destato le oche per avvertire dell' arrivo dei Galli . Successivamente a questo fatto , verso il 269 a.C., in prossimità del Tempio di Giunone Moneta sul Campidoglio venne edificata la zecca che venne messa proprio sotto la protezione della Dea Moneta . Da questo momento divenne usuale abbinare l' appellativo della Dea Giunone - Moneta dapprima alla zecca e poi a quello che lì si produceva , cioe’ le monete . Quindi probabilmente Massenzio , che si definiva un “Conservatore” della romanita’ classica , apri’ la prima zecca di Ostia facendo riferimento al luogo della prima zecca di Roma che era sul Campidoglio ; se cosi’ fu’ , bastera’ capire se ad Ostia antica esisteva ed eventualmente dove , un Tempio dedicato alla Dea Giunone , dove forse nei paraggi poteva esserci la zecca principale di Ostia o magari tutte e quattro o cinque le officine di produzione ; in effetti ad Ostia antica esisteva un luogo chiamato Capitolium , con al centro un grande Tempio dedicato alla triade : Giove , Giunone e Minerva , ad imitazione di quello romano , situato nella Regione I , Isolato I , VIII ; qui , nei paraggi , potevano forse esserci la o le officine della Zecca ostiense . Naturalmente l’ipotetica ubicazione esposta , delle zecche ostiensi o di quella principale , rimane di pura teoria , non essendoci ad oggi riscontri archeologici , ma potrebbe essere una possibilita’ anche se sara' difficilmente dimostrabile . Sotto una piantina di Ostia antica con il Capitolium cerchiato in rosso , con il Tempio di Giove , Giunone e Minerva ; seguono alcune monete di diversi Imperatori emesse dalla zecca di Ostia1 punto
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☺️ buongiorno a tutti....un piccolo gruzzolino da vedere,questi son sempre un indice e una rivelazione de le circulazione de le monete di l'epoqua..... erano numero di 11...le piu belle fotografate,le altre non erano che tondini lisci,di mistura e argento,lisce completamente. tra tutte queste,sola Italiana,quella dui soldi di genova. certenamente rispogliate nel 17... e circa,da un interogazione,e una verita,che le monete Italiane,circolavano sempre,quando le monete di Paoli,erano gia partite in fonderia,ritirate dal circolo numismatico del époqua....scambiate al peso con quel tipo di monete...poco dopo la sconfita di Ponbtenovu ,nel 1769 un piccolo piacere per i relievi...1 punto
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Questo e' un mio scatto....anche se nn riesco ancora a dosare una buona luce......il mio Marco Aurelio1 punto
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Sul sidol tralascio per non parlare del cillit bang(sembra un bounty killer),comunque sto provando su delle monete che credevo da buttare e ti garantisco che tutte le impurita' si staccano una meraviglia...1 punto
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