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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/04/17 in tutte le aree

  1. Vorreì iniziare questa discussione per appunto divulgare la storia di questa fantastica moneta dell epoca moderna. Incominciamo dando le prime informazioni su questa tipologia di monetazione. Monetazione che veniva battuta nell officina di Firenze e incominciò sotto Ferdinando II nel 1665, nessuna moneta risulta firmata, nè si conoscono i nomi degli artisti che hanno lavorato, in tale periodo, nella zecca fiorentina. La Questione avvenne e si trascinò sino al 1665 quando si decise di ovviare agli inconvenienti dei commercianti e negozianti di Livorno (questione dovuta alla presenza dei reali calanti nel peso) con la creazione di una moneta nazionale in grado di competere con l argento forestiero, la quale si sperava, avrebbe risolto la questione. Ad essa venne dato il nome di pezza delle rose (in seguito modificato in pezza della rosa) dal tipo del rovescio, sove comparivano appunto due rigogliose piante di rosa. la moneta doveva essere emessa al taglio di 13 pezzi e 1/11 per libra di metallo della bontà di once 11 di argento fino,pesava 22 denari conforme era stato permesso per legge di S.A.S.del 1 Marzo 1661 e rescritto dell 8 Maggio del 1665. L iconografia: L arme medicea sul diritto e sul rivescio, una pianta di rose con la legenda: GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA-LIBURNI : Con questa impresa-scrive il Galeotti-per la quale il motto fu composto da Francesco Rondinelli,bibliotecario del Granduca,volle Ferdinando II far comprendere ai suoi nemici che pur essendo di animo generoso e buono aveva occorrendo mezzi adeguati e pronti a rintuzzare le offese così come la rosa che di fronte alla sua grazia e bellezza-GRATIA OBVIA-ha le spine per difendere e punire quando si osi toccarla-VLTIO QVAESITA. E le spine, nelle varie figurazioni delle piante di rose, sono poste sempre in eloquente evidenza. Allego foto della prima pezza della rosa.
    8 punti
  2. Capisco che per lei le cose sembrano molto chiare ma la invito a una certa prudenza. Stiamo sempre parlando di una foto quando invece da Lanz hanno la moneta in mano. Le cose a volte cambiano molto dal vivo rispetto a una fotografia, e piu' di una volta ho dovuto ricredermi. Attenzione quindi con queste sentenze assolutistiche. La moneta, da foto, non piace neanche a me ma ad esempio quelle che sembrano bollicine potrebbero benissimo essere effetti ed eccedenze della patina (artificiale) applicata alla moneta. Per cui non escludo che dal vivo la moneta possa essere piu' convincente che da questa foto.
    4 punti
  3. Ciao a tutti, il passaggio dalla numismatica classica a quella napoletana, passa attraverso l'acquisto di un cavallo di Ferdinando I° e del libro di Mario Rasile " I cavalli delle zecche napoletane nel periodo aragonese", caldamente consigliato dagli utenti dell'epoca. Sambon, nell'articolo del 1891, intitolato i Cavalli di Ferdinando I°, Re DI Napoli": riporta: "Regnando Ferdinando I d’Aragona, essendo nei denarelli aragonesi assai scarsa proporzione d’argento,3 e quindi considerevole il guadagno che la Regia Curia traeva da quella sleale monetazione, n’ era venuto di conseguenza che, nel Reame e negli stati circonvicini, continuamente si falsassero. Per la quel cosa i pubblici uffiziali, destinati a riscuotere le imposte del reame, ricorsero al re, dicendo che sui mercati era maggior copia di moneta adulterata, di quella coniata dalla Regia Zecca. Ferdinando allora, per consiglio di Orso Orsini duca d’Ascoli, con sua lettera del 16 febbraio 1472 4, diretta agli ufficiali della Regia Camera della Sommaria bandì che fossero vietati i denari di biglione, battuti per lo innanzi, e che si coniassero, invece, monete di puro rame, grosse quanto le antiche medaglie, ossia mezzi carlini degli Angioini; sulle quali monete essendo scarso il guadagno, non troverebbero utilità alcuna i falsarli. Ordinava inoltre Ferdinando che, da una parte di detta moneta fosse ritratta la sua effigie, e che, dall’altra si ponesse una qualche digna cosa proposta dal Conte di Maddaloni, Diomede Carafa, che ne addimostrano le monete, essere stato un cavallo, con attorno l’epigrafe ÆQVITAS REGNIche, complicata col tipo mercè la somiglianza delle voci equus ed æquitasveniva a glorificare la savia disposizione data da Ferdinando, essendo evidente prova codesta, come Ferdinando avesse a cuore il benessere del popolo, preferendo rinunziare al guadagno che traeva dalla monetazione erosa pur d’impedire il danno che arrecava ai minuti commerci del reame. Una curiosa circostanza ci permette di rintracciare i fatti che suggerirono il tipo di questa moneta. È noto a tutti qual copia di preziosi avanzi [p. 328 modifica]dell’antichità avesse radunato il Conte di Maddaloni. Di lui, dice l’Aldimari: «fu il Conte di Maddaloni, Diomede, historico et antiquario celeberrimo, fondando tutti i suoi consigli sopra gli esempi degli antiqui e nei libri di conto delle sue cose familiari, si trovò scritto havere speso 17.000 scudi, somma grandissima in questi tempi, in medaglie et statue et altre antichità delle quali ne lasciò adornato il suo palagio, magnificamente da lui eretto nel quartiere di Nido.» Diomede Carafa era stato aio di Ferdinando, di cui fu sempre fido e sagace consigliere; e sempre Ferdinando ebbe per lui grande ammirazione e rispetto. A lui si rivolse adunque, perchè gli consigliasse un tipo pel rovescio di questo nuovo denaro di schietto rame. Non si servi però il Conte di esempî antichi; ma come diremo in seguito, fu assai probabilmente indotto a tale scelta da un’opera di un suo contemporaneo, rinomatissimo artista, il fiorentino Donatello. Il Vergara e poi il Lazari, dando credito alla favolosa leggenda riferita dal compilatore della cronaca di Partenope, dal Collenuccio e da altri scrittori, dissero che il cavallo posto su questi denari era ricordo di un’opera greca di gran pregio e rinomanza che per lungo tempo era stata in sulla piazza del Duomo, sinché un arcivescovo, per togliere certa superstizione, di cui era cagione, non avesse ordinato venisse distrutta, nel 1322, per convertirla in campane pel Duomo. Il Tarcagnota, a questa leggenda aveva poi aggiunto di suo che «quella gran testa che si vede ora in casa del signor Duca di Maddaloni potrebbe essere reliquia di quel cavallo;» ed il Summonte riportò poi questa notizia, non più come una ipotesi, ma come un fatto accertato. Per la qual cosa il Lazari, accettando [p. 329 modifica]questo intreccio di fantastiche notizie, asserì che il Duca di Maddaloni propose a Ferdinando I di porre sui denari il ricordo di «quel cavallo colossale di bronzo, la cui stupenda testa tuttavia s’ammira nel Museo Borbonico, eh’ è fama stesse eretto dinnanzi l’antica Cattedrale di Napoli, ecc.» Ma il Capecelatro, e dopo di lui il Capasse, addimostrarono l’assurdità di tale favola ed il Filangieri in un suo scritto: «sulla testa di Cavallo di bronzo già di casa Maddaloni»5 dimostrò che questa opera non era, come da parecchi sinora si era creduto, di tempi antichi, ma sibbene del XV secolo e, siccome già aveva osservato il Vasari, dello scultore Donatello. Il Filangieri fece trascrivere dall’Archivio di Stato di Firenze la lettera del conte di Maddaloni, in data 12 luglio 1471, inviata da Napoli a Lorenzo il Magnifico, per ringraziarlo del dono di una testa di cavallo in bronzo foggiata dal Donatello. Ricevendo poco dopo, da Ferdinando, l’ incarico di ideare un tipo per la nuova moneta di rame, pare a me che il pensiero di quello stupendo lavoro del Donatello, che doveva riuscire tanto più grato al Conte, per essere il cavallo, ad un tempo, insegna del Seggio di Nido e della città di Napoli, determinasse la scelta di lui per il tipo della nuova moneta."
    3 punti
  4. Spero venga apprezzato il fatto anche della pubblicazione delle mie monetw, se capiterà come per la piastra di Cosimo II metterò monete mai viste in conservazione o date mai apparse. Saluti Fofo
    3 punti
  5. La ricerca archeologica ufficiale , in questo caso belga ma operante in territorio nazionale , nel Lazio , restitui' , esattamente 50 anni fa' , un secondo esemplare di Biga etrusca dopo quella famosissima di Monteleone di Spoleto trovata nel 1901 e ampliamente trattata in questa Sezione circa un anno e mezzo fa' . La Biga e' oggi conservata insieme ad altri importanti reperti etruschi nel Museo Nazionale di Viterbo . Questo eccezionale reperto archeologico venne trovato in una tomba etrusca nell' antichissima citta' di Castro che sorgeva al confine tra il Lazio e la Toscana vicino Farnese in provincia di Viterbo ; la città sorgeva sopra un costone tufaceo abitato sin dall'epoca preistorica . In epoca etrusca fu poi sede di una non meglio identificata città , forse Statonia , come sembra testimoniato dalle necropoli e altri importanti resti archeologici scoperti ai piedi della collina tufacea . Castro venne distrutta ed abbandonata nel 1649 ; da allora entro' a far parte del novero delle numerose citta' fantasma del Lazio , cioe' quelle antiche citta' che da secoli per motivi spesso ignoti furono abbandonate dai loro abitanti . Per maggiori informazioni sulla Biga , due link interessanti : http://www.etruschi.name/castro/tomba_biga_it.html http://www.tesoridetruria.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2097:la-biga-di-castro-regina-del-museo-insieme-ai-suoi-cavalli&Itemid=57 In foto la poco conosciuta Biga di Castro e un disegno del 1663 della citta' di Castro .
    3 punti
  6. Se riesco domani collaboro col mio pezzo... Rivedendo alcune discussioni del passato di questa sezione certamente di pezze della rosa ce ne sono e ce ne sono state, quello che non capisco e trovo grave e' che qualcuno abbia postato monete tra l'altro indubbiamente belle almeno a leggere gli straordinari commenti e poi le abbia tolte, ci ritroviamo oggi con discussioni fatte sul nulla, divulgare e' altro... scusate per la digressione ma sembra quasi uno sfregio o post legati ad altre motivazioni....quindi posterò sicuramente non a quei livelli ma lascerò per tutti ...
    3 punti
  7. Riguardo i cavalli con la M in esergo, potrei essere d'accordo con te, che la zecca potrebbe essere Napoli. Vorrei aggiungere una notizia in piu'. Vivendo in una zona di confine fra Umbria, Marche, Lazio e non lontano dall'Abruzzo, quella purtroppo del recente terremoto, non distante quindi da Amatrice, so della presenza in zona di un numero non irrilevante di cavalli, che per me circolavano alla stregua dei quattrini papali. Quelli con la M, unitamente a pochi/pochissimi con la leggenda FIDELIS AMATRIX, visti in zona, sono un numero considerevole. Qui la presenza poi di cavalli aquilani è abbondante, ma quelli napoletani non sono/sarebbero tanti. Trattasi di rilevazione empirica, fatta con osservazioni personali o confrontandomi con altri appassionati della zona. Chiaramente, non basta certo tutto cio' per dare una attribuzione sicura, ma la provenienza reale da una zecca della zona spiegherebbe il numero non bassissimo di cavalli con la M. Non la escluderei affatto insomma.
    3 punti
  8. Tanto per la cronaca....gli ultimi arrivi
    3 punti
  9. Che pezzi! Anzi, che pezze!! Complimenti a @fofo per gli esemplari, la voglia di condividere e di far conoscere la monetazione che sente sua. Antonio
    2 punti
  10. Buon giorno, volevo condividere questa monetina, grazie a tutti per i pareri.
    2 punti
  11. Ciao , le monete era un lotticino Savoia di cui moltissime si legge una sola faccia, altri "soldi" consunti in cui si intravede appena la data qualche denarino in buone condizioni è in mezzo questa in buona conservazione .. è il denarino dell`altra discussione. (che gli siano cadute in mezzo??)
    2 punti
  12. Appunto, pezza del 3 Tipo: Corona aperta, ma legenda interrotta in alto. D. Stemma leggermente più grande di quello del tipo precedente . Legenda interrotta ampiamente in alto per lasciare lo spazio alla parte superiore della corona. Data in basso. R. Due piante di rosa intrecciate, con rami molto spinosi. Sotto LIBVRNI. Le legende possono variare, le date di questa tipologia sono 1684/1697/1698/1699/1700/1701/1703/1706 Le rarità sono R2 per tutte ma R3 per il 1706. @dabbene se hai qualche altro dato mettilo! A partire dal 1697 comunque al posto del millesimo del 1684 in taluni casi sul loro tondello ricomparve la data effettiva di coniazione. Allego un mio pezzo Come si può notare il rovescio del tipo 3° cambiato il conio dai precedenti tipi. I gigli dopo il 3 tipo del 1684 sono presenti su tutte le altre tipologie, sia su quelle del 1665/1670 che su il 1684 2°tipo che su tutte quelle successive che vedremo più avanti.
    2 punti
  13. La mole di reperti custoditi al museo del castello di Lipari si devono agli scavi eseguiti a partire dagli anni '50 da Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier. Non a caso gli scavi di Lipari e più in generale quelli dell'arcipelago eoliano mostrano delle sequenze stratigrafiche ininterrotte che hanno permesso di ricostruire i diversi orizzonti culturali della preistoria e protostoria del Mediterraneo occidentale. Un altro periodo di floridezza è appunto quello della colonizzazione greca, che va dalla fondazione degli cnidi fino al periodo ellenistico.
    2 punti
  14. @dabbene @foti.l mettete anche del vostro, anche delle vostre monete con note numismatiche e ulteriori informazioni mentre la discussione prende forma e anche gli altri. Continuando con le informazioni si può dire che ad esempio le pezze della rosa anteriori alla riforma del 1676 valevano 5 lire,soldi 13, denari 4. Nel 1670 esce la seconda pezza della rosa sotto il Granduca Cosimo III. Catalogata come pezza del 1° tipo D, Stemma in cartella ornata, sormontato da corona dentata aperta. Data in basso. R, Due piante di rosa intrecciate, con rami ricoperti di spine. Sotto , LIBURNI. R3 Molto importante da dire su questa tipologia è che il rovescio dei coni di questo anno 1670 sono gli stessi utilizzati per battere le pezze della rosa di Ferdinando II. Infatti molti difetti di conio riscontrabili sul rovescio dei 1665 sono ancor@ presenti nei 1670. Altra cosa importante da dire su questa monetazione anteriore al 1684, è che venne vietata la circolazione da appunto il 1684 e gravi sansioni vennero previste a carico dei trasgressori. Per questo tali pezze sono più rare, appaiono meno delle altre, devono essere state demonetate in massima parte. Nel 1665/1670 le emissioni di queste monete avevano valore di 5 lire, 13 soldi, 4 denari, mentre dal 1684 il 6 Giugno uscito il bando la valuta era di 5 lire, soldi 9, denari 4 .
    2 punti
  15. Ahhh.. di questa tipologia di moneta sono particolarmente affascinato, per me è la più bella... poi quando vedi dei pezzi come quello da 2000 euro.... beh prima o poi un pezzo almeno SPL lo porto a casa... Tanti anni fa come già detto, mia nonna sapendo che raccoglievo monete(non si può dire che le collezionassi, avrò avuto 8/10 anni), mi chiamò in camera sua e da un cassetto del comò prese fuori questo scudo ed un altra moneta da 5 franchi francese e di disse di sceglierne una (l'altra era per mio cugino) ed io senza saperne nulla scelsi la 5 lire..... ad oggi è una moneta da 20 euro è un mb lucidata (per mia colpa).... e sempre in collezione....
    2 punti
  16. Sempre nel 1665 i sottomultipli 1/2 pezza della rosa e 1/4 della pezza della rosa. Indicate come R4.
    2 punti
  17. Petronius queste monete erano di mio papa' che si e' girato per tutta la vita mercatini su mercatini..Tu non hai idea del macello che ho in casa ora..centinaia di monete di tutti i tipi..pure robe che sembrano uscite da sotto terra talmente sono vecchie e corrose. Mi rendo conto che tutti noi che ci troviamo queste "eredita" speriamo nel tesoretto... Grazie a voi che siete esperti e ci potete aiutare..Piano piano inseriro' qualche altra cosa Grazie della disponibilita'.
    2 punti
  18. Ho visto centinaia e centinaia di cavalli in molte collezioni della zona di Salerno e Napoli. Non ho mai osservato uno di Amatrice. Pensandoci adesso, posso dire che i cavalli aquilani probabilmente circolavano in queste zone nello stesso numero di quelli napoletani. Pochissimi visti (le dita di una mano) i cavalli brindisini o forse meglio dire di Tagliacozzo.
    2 punti
  19. Buongiorno sovranofili. Oggi voglio fare un giochino. Vi propongo l'immagine di una stemmata. Vediamo un po' chi la comprerebbe e a quanto. A chi infastidisce la conservazione o eventuali pulizie. A chi la moneta non piace perché la ritiene sospetta. Insomma qualsiasi riflessione è beneaccetta. Buona giornata e buone vacanze.
    2 punti
  20. Buona sera. Chiedo un'opinione su come catalogare la moneta in collezione indicata nel titolo, emessa a nome del re del Portogallo Carlo I in forza del decreto del 7 maggio 1891. La moneta, in argento 916,6, venne emessa per la circolazione solo con il millesimo 1899 in 1 milione e mezzo di esemplari. Il suo peso è di grammi 25 e il diametro è di 37 mm. Gli assi sono alla francese ed il contorno è godronato I testi riportano che con lo stesso millesimo e con quello 1900, vennero battuti un certo numero di esemplari in proof, di cui però non è noto il quantitativo. Ora, esaminando il mio esemplare, mi chiedevo se potesse rientrare fra il contingente battuto in proof piuttosto che fra quello destinato alla circolazione. Vi sottopongo la scansione della moneta: Saluti. m.
    2 punti
  21. Generalmente non rispondo a questo tipo di discussioni perché è difficile mettersi nei panni altrui e dare un consiglio corretto. Stavolta, ispirato dalle foto, ci provo e mi scuso in anticipo per le eventuali castronerie. La tipologia è sicuramente rara, ma va rimarcata anche la bassa qualità, fattore che concorre a fare il giusto prezzo. La prima sembra avere, tra l'altro, pure problemi di cancro, mentre la seconda presenta vari graffi e fondi spianati (stando a ciò che colgo dalle foto). Starei al consiglio di Skupy, cioè mi orienterei su una terza moneta, che prima o poi capiterà. Monete di bassa conservazione oggi vanno comprate solo per un prezzo adeguato, poche decine o al massimo intorno al centinaio di euro. Non perché si deve intendere la numismatica un investimento, ma solo per non buttare risorse. Un conto è, un giorno che si decida di cedere (capita di migliorare la qualità), riprendere quanto speso o rimettere una cifra accettabile (una sorta di biglietto di ingresso nella numismatica, diceva giustamente qualcuno tempo addietro), un altro rimettere la metà o piu'. Perdonatemi se ho dato l'impressione di pensare solo al vil denaro. So bene quante siano le soddisfazioni, le sensazioni positive, che derivano da una moneta, il piacere della ricerca e della scoperta ad essa legate, il confronto con altri collezionisti, eccetera. E queste, per fortuna, ci ripagano ampiamente, in ogni situazione. Però bisogna guardare anche alla spesa, reale o potenziale, anche questo fattore di crescita, che siate o meno d'accordo con la mia affermazione.
    2 punti
  22. La foto è troppo piccola per affermare qualsiasi cosa con sicurezza assoluta ma sembra più un colpo postumo (un colpo) che un difetto di conio.
    1 punto
  23. Grande @fofo veramente grande, lo dico ormai da molto tempo non tutti hanno questo spirito !
    1 punto
  24. Nel 70° anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima, vorrei riproporre qui un articolo scritto e pubblicato per un altro sito, esattamente dieci anni fa. "Non posso fare a meno di sentirmi triste se penso alle persone che mi hanno servito tanto lealmente, ai soldati e ai marinai che sono stati uccisi o feriti sui campi di battaglia di là dei mari, alle famiglie che hanno perso la casa e tanto spesso anche la vita nelle incursioni aeree; non è necessario che vi dica come mi riesca intollerabile l'idea di veder disarmare i valorosi e fedeli combattenti giapponesi; altrettanto intollerabile è per me l'idea che altri, dopo avermi servito con devozione, siano passibili di castigo come ispiratori della guerra. Nondimeno, è arrivato il momento di sopportare l'insopportabile" Con queste parole l'imperatore Hirohito, alle tre del mattino del 10 agosto 1945 annuncia al Consiglio della Corona la sua volontà di resa incondizionata agli Alleati; la decisione sarà ufficializzata cinque giorni dopo in un messaggio radio letto dallo stesso Hirohito: è la prima volta nella storia che un imperatore giapponese si rivolge direttamente al suo popolo. Ovunque, nelle case, nei luoghi pubblici, nelle caserme, nelle guarnigioni più lontane, i giapponesi ascoltano quella voce quasi irreale; l'avvenimento che essa annuncia, il tono dimesso, di disfatta, col quale è impartito l'ordine di cessare le ostilità, provocano un irrefrenabile pianto collettivo. Scrive Fosco Maraini, che in quei giorni si trovava a Tokyo: "Molti furono i suicidi, una cinquantina dinanzi allo stesso palazzo imperiale" Il 2 settembre 1945 a bordo della corazzata americana Missouri, ancorata a Yokohama, i plenipotenziari giapponesi, vestiti in frac e cilindro, appongono la loro firma sul documento di resa, davanti al generale Douglas MacArthur, comandante delle forze Alleate, che li riceve in maniche di camicia. E' la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per la circolazione monetaria nei territori giapponesi occupati, gli Alleati avevano predisposto della cartamoneta, i cosiddetti am-yen (allied military yen) di tipologia simile a quella emessa per l'Europa (Italia, Francia, Germania) Questi biglietti non indicano, come per la cartamoneta europea, l'anno di emissione, ma l'indicazione generica series 100 poiché la data dell'invasione non era certa. Furono prodotte due serie, contraddistinte dalle lettere A e B nei tagli da 10 e 50 sen, 1-5-10-20-100 e 1000 yen (quest'ultimo solo nella serie B) La serie A, inizialmente prevista per l'occupazione della Corea, dove effettivamente circolò dal 7 settembre 1945 al 10 luglio 1946, fu poi utilizzata anche in Giappone, dal 19 luglio al 30 settembre 1946. La serie B fu utilizzata nelle isole Ryu-Kyu dal 15 luglio 1945 al 15 settembre 1958 e nell'intero Giappone dal 6 settembre 1945 al 15 luglio 1958: il che fa di questa serie l'emissione di occupazione rimasta più a lungo in circolazione. Il colonnello Paul W. Tibbets, il pilota di Hiroshima, decolla alle 2.45 del mattino del 6 agosto 1945 dalla base americana di Tinian, nel Pacifico, al comando del bombardiere B-29 ribattezzato Enola Gay in onore di sua madre: il compito che attende Tibbets e gli uomini del suo equipaggio è quello di sganciare su una città giapponese la prima bomba atomica della storia. La destinazione non è certa, sarà decisa all'ultimo momento in base alle condizioni atmosferiche: alle 7.25, su una rosa già predeterminata di quattro città , la scelta cade su Hiroshima. Tutti gli orologi della città segnano le 8.15 del mattino quando l'atomica scoppia all'altezza di 660 metri da terra, in una palla di fuoco di oltre 100 metri di diametro: il calore emanato dalla deflagrazione dura meno di un decimo di secondo, ma è così alto da fondere il granito della terra entro il raggio di un chilometro: sette secondi dopo il silenzio è spezzato da un rimbombo assordante, mentre con l'esplosione vengono demoliti in un attimo tutti gli edifici nel raggio di tre chilometri. Il pika-don (lampo-tuono) annienta, al primo istante, almeno 30.000 vite. Intervistato a più riprese negli anni seguenti, Tibbets ha sempre dichiarato: "Personalmente non ho rimorsi: mi fu detto, come si ordina a un soldato, di fare una certa cosa. E non parlatemi del numero delle persone uccise. Non sono stato io a volere la morte di nessuno. Guardiamo in faccia alla realtà : quando si combatte, si combatte per vincere, usando tutti i metodi a disposizione. Non mi posi un problema morale: feci quello che mi avevano ordinato di fare. Nelle stesse condizioni lo rifarei.” Hiroshima 6 agosto 1945 - 6 agosto 2015
    1 punto
  25. Sorprendente la conservazione delle parti bronzee....ed il rito di inumazione con i cavalli in una tomba etrusca e non di altre culture, di cui sarebbe interessante sapere di più: non credo (ma non so, sarebbe più corretto scrivere) che li avessero semplicemente adagiati davanti al carro e lasciati a decomporsi (cosa peraltro non avvenuta).
    1 punto
  26. Caio Servilio 57 A.C. , D/ testa dietro litus , FLORA PRIMUS R/ due guerrieri si presentano con le spade, in esergo C SERVIL, nel campo CF Cr. 423/1
    1 punto
  27. Hai mai sentito dirlo da una donna ?
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  28. Non so come leggi tu la tabella. Ma io ci leggo, e non da oggi, che AU58 corrisponde al nostrano SPL+ .
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  29. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOFRI/1 ????
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  30. Sarebbe interessante avere delle immagini del bordo, in particolare ad ore 12. In quel punto il metallo parrebbe essere visibile sotto. concordo sul poco piacevole aspetto, ma inviterei alla prudenza.. skuby
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  31. Lo ha Piergi e' un estratto del bollettino del comune di Udine del 1974
    1 punto
  32. Ciao. Confermo che Riccardo (R-R), dopo averla visionata in mano, ha escluso che la moneta sia proof. L'esemplare faceva dunque parte del contingente ordinario destinato alla circolazione e, come ipotizzato da favaldar e da miza, potrebbe essere stato coniato all'inizio della produzione, con i conii puliti e ancora nuovi. Da qui l'estrema freschezza e brillantezza del metallo, che - Vi assicuro - la scansione non riesce a rendere per quello che è. Mi rimane la curiosità di vederne dal vivo uno proof..... Grazie ancora e saluti. M.
    1 punto
  33. Si le hai prese ad un prezzo equo, ma un sesterzio di traiano, con quel rovescio, al prezzo dei tuoi 2, e con quella conservazione, non lo compri neanche se piangi in cinese... skuby
    1 punto
  34. Caro Silvio, grazie per il tuo "apprezzamento.." ( non è che sono tutte cosi in collezione) ne ho alcune inguardabili; ma le conservo comunque, chissà se qualche volta ci incontriamo di nuovo... ho accumulato tante date doppie , anche se è difficile che tu non le hai ... buona giornata Gianni.
    1 punto
  35. ciao @Milli73.....devi ritagliare la foto e controllare che non superi i 100kb e vedrai che si caricano.
    1 punto
  36. molto bella per il tipo... complimenti!
    1 punto
  37. Ciao Bella conservazione per questo millesimo che non è uno dei più comuni! Posso dirti che a parer mio non è più da sostituire in collezione... Ottima acquisizione! ...adoro queste monetine...
    1 punto
  38. Questa discussione mi porta a dire, senza voler offendere nessuno, quanta gente non conosca l'euro. Sono 15 anni che abbiamo l'euro e le monete di tutti gli stati ci sono passate, più o meno, per le mani. Moltissima gente ancora non conosce l'euro e non mi stupisco perchè girino tante monete false. I falsari mirano proprio a questo: la NON conoscenza delle monete.
    1 punto
  39. Ma non penserete che le meteore siano finite qui. Può sembrare strano perchè se ne vedono tante.....ma è stata emessa da un solo doge. Parliamo quindi ???????......delle 4 carzie per Cipro a nome di Sua eccellenza Pietro Loredan. Purtroppo a causa della perdita di Cipro non fu dato seguito a questa coniazione che rispondeva alli bisogni de la zente dell'isola nostra. A questa moneta fa seguito un altra meteora, pure qui molto conosciuta. L'unico bisante mai emesso da Venezia....e quindi parliamo di che??? Eheheheheh
    1 punto
  40. Sei tu che devi caricare la foto, la moneta mica ce l'ho io...
    1 punto
  41. Ciao a tutti! Volevo condividere con voi queste perle di pubblicità! Mi sa che cent'anni fa avevano il pallino della corrente elettrica: Le fonti: e e per chiudere in bellezza... ... un miliardo di saluti! (Questo non è così vecchio: è "solo" del 1957) Servus, Njk
    1 punto
  42. Ti aggiungo anche le foto che mi salvai all'epoca, visto che quelle collegate al post non sono più disponibili.
    1 punto
  43. Francesco Palazzani, fabbricante di Parma, primo quarto del XIX secolo. Insieme con quelli del suo collega Colombin sono pesi piuttosto rari. Saluti Gzav
    1 punto
  44. DE GREGE EPICURI La moneta esiste, ed è molto rara. Compare nel sito web di Michaux Briac, che contiene una collezione tutta e solo su Gordiano III; quella moneta è molto usurata, non posso riprodurla perchè il sito non me lo consente. Purtroppo manca ogni riferimento storico al significato dell'immagine; personalmente, trovo improbabile che su una moneta ufficiale si rinfacciasse ad una legione un comportamento vile o disdicevole: non mi pare ci sia alcun esempio di questo tipo. La moneta in vendita su Ebay sembra verosimilmente falsa.
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  45. Grandi collezioni di Venezia (purtroppo anonime): NAC 20 Munzen & Medaillen 44 Kunst & Munzen 1989 Lanz 23 Varesi 6 Varesi 58 Ranieri 4 Santamaria 04.01.1939 (oselle) Arka
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  46. http://www.nationalgeographic.it/multimedia/2017/05/24/video/le_fionde_degli_antichi_romani_letali_come_una_44_magnum-3540182/1/
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  47. Nella odierna Citta’ di Roma sono presenti circa 8000 , forse piu' , colonne antiche di epoca romana in marmi e graniti vari , di tutte le dimensioni , colonne in pratica sempre prelevate , nel trascorrere dei secoli , dagli antichi monumenti pubblici e privati della Roma classica ed adattate per costruire altri edifici specialmente da quando la religione di Stato divenne quella cristiana ; e’ infatti abbastanza comune notare ad esempio in molte antiche Chiese romane colonne di diversa natura come marmi o graniti e stili di basi o capitelli , che ornano cappelle e navate . Queste antiche colonne andarono ad arricchire Chiese e palazzi privati di Roma ed anche di altre Citta’ italiane ; con il riconoscimento ufficiale del cristianesimo da parte dell’ autorita’ imperiale di Roma praticamente si concesse ai Cristiani di edificare i luoghi di culto non piu’ in luoghi segreti e pericolosi ma alla luce del sole sfruttando gli antichi templi pagani caduti in disuso o trascurati per mancata manutenzione . Molte Chiese del centro storico e periferia furono erette ad iniziare dal IV , V secolo e successivi secoli dentro o sopra antichi edifici e templi pagani poi dedicati ad uso della riconosciuta e legalizzata religione cristiana , successive Chiese di Roma seguirono l’ esempio delle precedenti ; un esempio eclatante di questo cambio di utilizzo di un edificio antico sostituito da culto cristiano , fu la Chiesa di Sant’ Adriano nel Foro romano che fu edificata dentro l' edificio della antica Curia Iulia nel Foro Romano da papa Onorio I nell’ anno 630 , oppure la Chiesa , prossima al Pantheon , di Santa Maria sopra Minerva , edificata come dice il nome sopra un antico tempio dedicato a Minerva . Tutte queste Chiese si arricchirono cosi’ di meravigliose colonne in marmi policromi , dai piu’ comuni ai piu’ rari e in vari tipi di graniti che gli Imperatori fecero arrivare in massima parte dall’ Egitto , mentre i marmi provenivano dai piu’ diversi luoghi dell’ Impero in particolare dalla Grecia e dall’ Asia ; tutta questa magnificenza in epoca classica splendeva per ricchezza di pietre e di colori negli antichi edifici pubblici e privati di Roma . Le antiche colonne erano talmente preziose in virtu’ del raro materiale con le quali erano lavorate , che i committenti Imperatori romani , per le loro costruzioni pubbliche e private , le contrassegnavano con bolli a loro immagine posti forse alla base della colonna tramite dischetti in piombo ad imitazione delle monete , che preventivamente lavorati per fusione o forse per coniatura , andavano a riempire il cerchio incavato in precedenza nel marmo della colonna ; questi dischetti plumbei recavano l’ immagine dell’ Imperatore che le aveva ordinate ed erette in quel determinato periodo . Purtroppo soltanto pochi di questi bolli in piombo sono sopravvissuti ai secoli e in questa rara foto di questi oggetti ne vediamo alcuni che portano al dritto le immagini degli Imperatori Traiano , Adriano ed Antonino Pio , mentre al rovescio sono presenti simboli o figure allegoriche ; questi bolli ufficiali dello Stato romano avevano un diametro simile a quello delle monete in bronzo , grosso modo uguale a quelle di un sesterzio e una volta inseriti negli appositi incavi rotondi ricavati nelle colonne , venivano poi fissati . Non e’ certo se questo intervento eseguito sulla colonna finita e pronta per la spedizione fosse eseguito direttamente nel luogo di lavorazione oppure a Roma alla Marmorata sul Tevere presso l’ odierno quartiere di Testaccio , dove approdavano le navi che risalendo il fiume depositavano qui il loro prezioso carico di marmi e graniti .
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  48. Credo che ci troviamo di fronte ad un riconio su tondello antico, come si può notare sul bordo ad ore quattro,in altri punti ed anche dalla cristallizzazione del metallo nella frattura. Non entro nel merito dei canoni stilistici in quanto non esperto ma, il tondello è quasi sicuramente antico. Quando sia stata coniata credo che nessuno sia in grado di poterlo stabilire, gli esperti di questo periodo, studiando lo stile, sicuramente ne potranno trarre le giuste conclusioni e capire se sia un falso moderno o una moneta da approfondire......
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