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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/09/17 in tutte le aree
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Ciao a tutti, continuo nel mio viaggio nel tempo del Vicereale Spagnolo.. Ecco un nuovo arrivo: Mezzo Carlino o Zanetta di FIlippo II° IL mezzo carlino, in generale, era una moneta odiata dal popolo, in quanto era fatto, sovente, oggetto di tosatura, attuata, tramite la zanetta.. La conseguenza della tosatura era che la moneta perdeva il suo valore fiduciario, che si riduceva sulla base dell'entità della tosatura e, quindi, della riduzione di peso.. La moneta, in questione, seppur comune.. ha un tondello integro ed un peso quasi nella media g. 1,30. Saluti Eliodoro3 punti
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Buongiorno a tutti i Lamonetiani. Restando in tema di Piastre 1787.....ecco il mio ultimo acquisto. Cosa ne pensate?3 punti
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@savoiardo @Paolino67 @simonesrt Il tallero in questione fu una delle ultime produzioni di Gian Agostino Rivarola, contemporaneamente gestore delle zecche di Mirandola, Correggio e Tresana. A Tresana il tallero prodotto sulla falsariga di quello mirandolese aveva un titolo di 250 millesimi (specifiche tecniche nel decreto di autorizzazione pubblicate da U.Rossi in La zecca di Tresana. R.I.N. 1889). La gestione del Rivarola costò il feudo di Correggio a Siro d'Austria. A Mirandola è certo che lo zecchiere produsse moneta falsa (ongari indorati) e moneta calante, Alessandro I allontanò il Rivarola e sospese per anni l'attività della zecca cittadina. Da precisare che tutte queste produzioni erano destinate alle terre riformate (principati tedeschi e svizzera) e la speculazione coinvolgeva gli zecchieri, i banchieri che commissionavano il lavoro e si occupavano della distribuzione nelle terre protestanti e, quasi sempre, i principi... Per tutto questo ritengo plausibile l'esistenza di esemplari con forti variabilità nell'intrinseco e quindi corretta la descizione di L.Bellesia. Tornando alla moneta in questione, mi sono permesso di ritagliare il particolare dubbio... La legenda corretta dovrebbe riportare DOM.ALEX.... La D la O sono sottili, incerte e con un taglio "particolare" la M è sostituita da una I; fra la O e la I c'è evidente profondità e quindi la porzione mancante della M non può essere stata obliterata dalla contromarca. Se poi ci soffermiano sui fondi, sia attorno alle lettere della legenda che nei campi davanti e dietro il ritratto, li vediamo evidentemente ondulati e butterati...cartteristica non presente in nessuno degli esemplari qui presentati e in quelli descritti dal Bellesia. Sui caratteri delle legende non ripeto quanto già scritto da Paolino. Ultima nota di colore.....scaricando l'immagine dell'esemplare proposto vedo che la denominazione del file è: bulino4.jpg.ebede9c9408a628e5a405d568349efbe.jpg Bhe! con quel nome..... Scherzi a parte io ho seri dubbi sulla genuinità della moneta; se non falsa è sicuramente pesantemente rimaneggiata. Un caro e caldo saluto a tutti Mario2 punti
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Questi talleri mirandolesi sono stati coniati in argento molto scadente, non so che dati abbia avuto il Bellesia per supporre addirittura un titolo inferiore ai 500 millesimi, certamente avevano un titolo decisamente inferiore a quelli di coevi talleri di altre zecche. Quello su cui voglio porre l'accento è che il rischio non è di certo quello che sia un falso coevo come supposto dal nostro amico @rastan (cosa da escludere al 100%), ma piuttosto un falso moderno per collezionisti. Devo infatti segnalare che questa tipologia è purtroppo stata fatta oggetto di falsificazione in tempo recenti, io stesso qualche anno fa ho avuto in mano un tallero falso che solo con una buona dose di fortuna sono riuscito a farmi rimborsare. Fortunatamente il tallero falso che ho avuto io non ha evidenze di essere clone di quello di questa discussione, che presenta molte differenze con quello da me posseduto. Ciononostante ritengo che la moneta vada fatta vedere a un esperto perchè dalle foto qualche perplessità me le pone; ad esempio mentre le fratturine nel metallo che si vedono quà e là depongono decisamente a favore di una genuinità, mi desta invece preoccupazione una certa evanescenza in alcuni rilievi che non sembrano creare lo stacco deciso rispetto ai campi che sarebbe lecito attendersi da una moneta coniata. Sarebbe buona cosa se si riuscisse ad avere una foto del taglio della moneta, ottenuta in modo da poter capire se la moneta è piana o abbia un concavità/convessità (questi grossi moduli ben difficilmente uscivano dal conio piani, a causa della potenza della battuta del martello avevano sempre un certo grado di convessità; viceversa, in una moneta ottenuta per pressofusione questa caratteristica risulta assente).2 punti
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Telefonata 'imbarazzata' ?!? all'epoca di mio nonno i ciucci conclamati venivano portati fuori dall'aula per un orecchio ( nuovo cinema paradiso docet. ) se un chirurgo sbaglia un operazione paga, o gliela fanno pagare, altro che telefonata 'imbarazzata' qui di imbarazzato ci dovrebbe essere solo chi ha fatto passare un esame da perito ad un ciuccio ...2 punti
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@ dabbene Ciao Mario, vi saluterò con grande piacere, per il resto penso a qualcosa.2 punti
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Ciao @clairdelune, anche circa i rapporti con i Cristiani Traiano fu molto preciso e tollerante , basta leggere le epistole scambiate con Plinio il Giovane , Legato di Bitinia e Ponto , a proposito del comportamento che Plinio avrebbe dovuto tenere verso i seguaci del Cristianesimo , al che Traiano rispose che non esisteva alcuna normativa di legge contro costoro e che si attenesse quindi al Senatus Consultum in materia .religiosa . Queste le epistole che illustrano bene il pensiero di Traiano verso i Cristiani Lettera di Plinio a Traiano : « E’ per me un dovere, o signore, deferire a te tutte le questioni in merito alle quali sono incerto. Chi infatti può meglio dirigere la mia titubanza o istruire la mia incompetenza? Non ho mai preso parte ad istruttorie a carico dei Cristiani; pertanto, non so che cosa e fino a qual punto si sia soliti punire o inquisire. Ho anche assai dubitato se si debba tener conto di qualche differenza di anni; se anche i fanciulli della più tenera età vadano trattati diversamente dagli uomini nel pieno del vigore; se si conceda grazia in seguito al pentimento, o se a colui che sia stato comunque cristiano non giovi affatto l’aver cessato di esserlo; se vada punito il nome di per se stesso, pur se esente da colpe, oppure le colpe connesse al nome. Nel frattempo, con coloro che mi venivano deferiti quali Cristiani, ho seguito questa procedura: chiedevo loro se fossero Cristiani. Se confessavano, li interrogavo una seconda e una terza volta, minacciandoli di pena capitale; quelli che perseveravano, li ho mandati a morte. Infatti non dubitavo che, qualunque cosa confessassero, dovesse essere punita la loro pertinacia e la loro cocciuta ostinazione. Ve ne furono altri affetti dalla medesima follia, i quali, poiché erano cittadini romani, ordinai che fossero rimandati a Roma. Ben presto, poiché si accrebbero le imputazioni, come avviene di solito per il fatto stesso di trattare tali questioni, mi capitarono innanzi diversi casi. Venne messo in circolazione un libello anonimo che conteneva molti nomi. Coloro che negavano di essere cristiani, o di esserlo stati, ritenni di doverli rimettere in libertà, quando, dopo aver ripetuto quanto io formulavo, invocavano gli dei e veneravano la tua immagine, che a questo scopo avevo fatto portare assieme ai simulacri dei numi, e quando imprecavano contro Cristo, cosa che si dice sia impossibile ad ottenersi da coloro che siano veramente Cristiani. Altri, denunciati da un delatore, dissero di essere cristiani, ma subito dopo lo negarono; lo erano stati, ma avevano cessato di esserlo, chi da tre anni, chi da molti anni prima, alcuni persino da vent’anni. Anche tutti costoro venerarono la tua immagine e i simulacri degli dei, e imprecarono contro Cristo. Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell’esser soliti riunirsi prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti. Fatto ciò, avevano la consuetudine di ritirarsi e riunirsi poi nuovamente per prendere un cibo, ad ogni modo comune e innocente, cosa che cessarono di fare dopo il mio editto nel quale, secondo le tue disposizioni, avevo proibito l’esistenza di sodalizi. Per questo, ancor più ritenni necessario l’interrogare due ancelle, che erano dette ministre, per sapere quale sfondo di verità ci fosse, ricorrendo pure alla tortura. Non ho trovato null’altro al di fuori di una superstizione balorda e smodata. Perciò, differita l’istruttoria, mi sono affrettato a richiedere il tuo parere. Mi parve infatti cosa degna di consultazione, soprattutto per il numero di coloro che sono coinvolti in questo pericolo; molte persone di ogni età, ceto sociale e di entrambi i sessi, vengono trascinati, e ancora lo saranno, in questo pericolo. Né soltanto la città, ma anche i borghi e le campagne sono pervase dal contagio di questa superstizione; credo però che possa esser ancora fermata e riportata nella norma. » Risposta di Traiano a Plinio : « Mio caro Plinio, nell’istruttoria dei processi di coloro che ti sono stati denunciati come Cristiani, hai seguito la procedura alla quale dovevi attenerti. Non può essere stabilita infatti una regola generale che abbia, per così dire, un carattere rigido. Non li si deve ricercare; qualora vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, li si deve punire, ma in modo tale che colui che avrà negato di essere cristiano e lo avrà dimostrato con i fatti, cioè rivolgendo suppliche ai nostri dei, quantunque abbia suscitato sospetti in passato, ottenga il perdono per il suo ravvedimento. Quanto ai libelli anonimi messi in circolazione, non devono godere di considerazione in alcun processo; infatti è prassi di pessimo esempio, indegna dei nostri tempi. »2 punti
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Salve! Sempre riguardo al senso della giustizia di Traiano, ho letto di altri episodi: si dice che egli usasse ricevere di persona chiunque volesse ottenere da lui giustizia, e che alle preoccupazioni del suo segretario sul fatto che si fidasse troppo di tutti, lui rispose: "Tratto tutti come vorrei che l'Imperatore trattasse me, se fossi un privato cittadino". Secondo un altro aneddoto, una matrona si lamentò presso di lui del marito assente, accusandolo di maltrattamenti e di averla ridotta in povertà, al che Traiano rispose: "E che importa a me di questo?". Allora la donna continuò affermando che il marito parlava sempre male di Traiano e del suo governo, e l'Imperatore rispose: "E che importa a te di questo?". (tratto da Wikipedia) Un saluto e buona giornata!2 punti
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Un saluto a tutti e complimenti al dinamicissimo gruppo. Se non c'è un blocco sull'autostrada da Piacenza a Milano sarò al Cordusio per l'aperitivo e una copia del bollettino. Buone ferie. Filippo2 punti
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Se poi entriamo nel campo delle sigle potenzialmente potremmo anche non finire più.... Per esempio in questa trillina di Ludovico Maria Sforza con L V NAC 1262 punti
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Dai capita anche ai grandi allora?. Perchè non iniziare con una discussione tipicamente estiva. Parliamo un pò di politica...politica di quasi 2000 anni fa ( non so se è considerata una discussione vietata dal forum, ma fatta la legge trovato l'inganno?)! Stando alla definizione di Edward Gibbon, Traiano rientra tra i cosidetti "buoni imperatori", ma secondo voi è giusto oppure no? C'è qualcun altro che meriterebbe questo titolo? I più audaci possono magari immedesimarsi in personaggi, o anche semplici cittadini, di un determinato momento storico e protestare contro o afavore di un determinato provvedimento?. Naturalmente chi vuole nessuno è o deve sentirsi obbligato in qualche modo. A presto, Alb1232 punti
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Ciao a tutti, sulla scia di questa discussione più tecnica sulla fotografia monetale Ho pensato di aprire un brevissimo post su come invece scattare foto velocemente e senza tante complicazioni. Quello di cui avrete bisogno è di uno smartphone (meglio se delle ultime generazioni) e di un supporto per poggiare il telefono. A questo fine potrete costruirvene uno, improvvisandolo con una pila di libri o di custodie per cd/dvd, alta un palmo di mano o poco più (l'importante è che dia la possibilità di mettere ben a fuoco tutta la moneta con una certa distanza). Poggiate la moneta (ben dritta così da fare una fotografia facile da visualizzare senza far venire il torcicollo a chi la mostrerete ) su di un foglio bianco.Posizionate ad h. 12 una buona luce (possibilmente bianca, superiore ai 5000° K, non necessariamente molto forte, altrimenti la foto verrà troppo sovraesposta). Con qualche variante, diciamo che lo stato di scatto potrebbe essere come questo in foto:1 punto
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Guardando le prossime aste ho notato un sesterzio di Galba che e' tornato all'incanto dopo aver ricevuto un nuovo restauro. Sono quindi andato a riguardarmi le foto del suo primo passaggio in asta tre anni fa prima del nuovo intervento. Vi posto qui le foto del prima e del dopo con i relativi commenti alle condizioni prese dai rispettivi cataloghi d'asta. Asta NAC 78, Maggio 2014: Sestertius Æ 24.53 g. ; A bold portrait, brown tone and good very fine. Base d'asta 2000 Chf, Realizzo 2250 Chf Prossima asta inglese, Settembre 2017: Sestertius, AE g 24,57. An incredible bold portrait struck on a very large flan; riverine patina, good extremely fine. Base d'asta 2400 GBP Commento a catalogo del restauratore: "During the analysis of this Galba Sestertius, the microscopy observation has revealed the artificial deposition of resin-pitch and wax on the surfaces of the coin. Under stereoscopic magnification, these layers was chemically and mechanically removed, showing a spectacular riverine brownish patina on both sides of the coin." Cosa ne pensate dunque di questa operazione? E' una operazione di valorizzazione della moneta secondo voi? La moneta esteticamente (e alla fine anche il relativo valore di mercato) ne ha guadagnato? Che ne pensate di queste, cosi' definite a catalogo, "riverine patina"?1 punto
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Buonasera a tutti, nella recente Inasta 69, mi sono aggiudicato questa medaglia Annuale del 1833 di Papa Gregorio XVI. Mi piacerebbe avere un vostro parere riguardo la conservazione dichiarata SPL/SPL+. E' ritenuta Rara, vi risulta? Cordiali saluti e grazie a tutti coloro che vorranno commentare. Buona serata Silver1 punto
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Ciao a tutti, Oggi quando ho aperto il telefono mi sono ritrovato questa notizia dell'ANSA di cui allego il link. http://www.ansa.it/amp/sito/notizie/cultura/arte/2017/08/07/1900-anni-fa-moriva-limperatore-traiano_598840a2-17fb-497c-933f-d773b69411b8.html Tra l'altro a Roma si terrà una mostra proprio su di lui di cui troverete tutte le info a quest'altro link. http://libreriamo.it/arte/la-mostra-dedicata-allimperatore-traiano/ Quest'anno ricorre il 1900° anniversario della morte di Traiano, di cui personalmente adoro le monete?. Ma come molte delle nostre monete ( parlo per i collezionisti delle romane imperiali?) hanno già 1900 anni o più? Mamma mia se li portano proprio bene?. A presto, Alb1231 punto
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Non è la mia monetazione.. ma non penso che un tallero sia da considerare in mistura. La lega poteva essere più o meno buona vista la zecca, ma difficilmente si può considerare mistura Per me comunque buona e la contromarca andrebbe fotografata da vicino perché interessante!1 punto
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Credo che la moneta non abbia subito nessuna bulinatura , quello che a voi sembra tale e' solo l' effetto finale di una drastica e profonda rimozione del cancro del bronzo , oppure di eccessive incrostazioni calcaree . Osservare i profondi buchi di orecchio , occhio e testa in generale . Che senso avrebbe bulinare una moneta cosi' mal ridotta ?1 punto
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perdonami simonesrt, sono stato scortese e poco gentile, di certo ho usato un tono conviviale e non ho chiesto educatamente, certamente chiedo una cortesia di dedicare il proprio tempo, non lo pretendo Non proviene da asta o da listino ma da un privato venditore che me l'ha ceduta. il peso e' di 27,73gr.1 punto
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Anche se mi ripeto......ma un "Buongiorno " oppure un "Per favore " sarebbe cosa gradita. Comunque servirebbe il peso preciso. Poi ha una qualche provenienza tipo asta o listino?1 punto
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Gran bella piastra Rocco, millesimale che mi manca come tante altre. Altro pezzo che va ad arricchire la tua bellissima collezione???1 punto
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Ciao Filippo @Naevius ti aspettiamo per un saluto , aperitivo almeno e Gazzettino, e poi perché no un articolo o una riflessione in futuro sul Gazzettino ? Ci contiamo, e' un po' che non ti vediamo al Cordusio, per il momento un caro saluto, Mario1 punto
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Puoi recuperare il tuo credito su un nuovo ordine, a patto che l'importo dell'ordine sia superiore al credito. Cioè, se hai un credito di 20 euro e fai un ordine di 15, il credito non viene preso in considerazione e devi pagare l'intero importo, se invece il tuo ordine è di 30 euro, allora puoi recuperare il credito e pagare solo la differenza. Comunque, per sicurezza, ti conviene chiamarli, ti ci vorrà un po' di pazienza prima che ti rispondano, ma ne vale la pena, almeno vai sul sicuro Se invece decidi di smettere di collezionare, e chiedi indietro i tuoi soldi, puoi metterci una pietra sopra, la restituzione non è prevista petronius1 punto
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Medaglia sotto Ferdinando II in bronzo di Antonio Selvi, 87 mm di diametro. Riporta la stessa legenda al rovescio: GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA1 punto
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Il denaro scodellato d'argento coniato nella zecca di Lubiana che raffigura San Pietro (Pogacn¡k NV: 346, CNA: Cm 7)1 punto
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Comunque signori, basta andare su acsearch e fare una ricerca con le parole sestertius riverine patina per constatare quale casa (ab)usa di questa definizione, oppure è tanto fortunata da riceverne decine di conferimenti a vendere. Ed è inerente al presente topic ...1 punto
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Sarà per un'altra volta, intanto ti ho aggiunto all'elenco del post #29. Le mie aspettative sull'area di provenienza dei partecipanti sono ormai state ampiamente superate! Sinceramente non mi aspettavo partecipanti da così lontano, ci lusingate con la vostra presenza Antonio1 punto
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Riporto l’abstract di un articolo in atti di convegno dal titolo ‘Torino 1884: chioschi e ristoranti per mangiare e bere all'Esposizione’, Padova, settembre 2015. "È certo che i chioschi ed i padiglioni, le piccole costruzioni in genere, contribuiscono d'assai a rendere bella un'Esposizione con le loro differenti fogge; anzi […] sono indispensabili come coefficienti di attrazione e di gaiezza e fanno il grazioso, gratissimo effetto che sulla severa, imponente toletta di una bella matrona, tutta coperta di stoffe preziose e di diamanti, farebbero alcuni piccoli fiorellini freschi e profumati, dai vivaci colori, disseminati con studiata, artistica negligenza sulle spalle, sul seno, fra i capelli, stretti da lucente diadema" . L'autore del testo Esposizione generale italiana Torino 1884 descrive i chioschi per mangiare e bere presenti all'interno del recinto fieristico piemontese: questi, al pari degli espositori principali, contribuiscono alla formulazione di una variegata immagine dell'avvenimento. Dello stesso parere è l'autore dell'articolo dedicato ai chioschi comparso, a puntate, sulla rivista ufficiale dell'evento (Torino e l'Esposizione italiana 1884. Cronaca illustrata della Esposizione Nazionale-Industriale ed Artistica del 1884): "I chioschi stanno ad una Esposizione come gli ornamenti ad una donna. Levate d'attorno alle grandi gallerie d'una Esposizione i chioschi e vi parrà una donna elegante senza orecchini, senza braccialetti e senza ornamenti di sorta. Essi sono la nota allegra che si accoppia, si armonizza e dà risalto alla maestà del grande edificio" . Tali costruzioni, inghiottite nello spazio della manifestazione, oltre a fungere da sistema pubblicitario, forniscono l'occasione per la vendita gastronomica e la ristorazione dei visitatori, del personale e di tutti coloro che si trovano a trascorrere la giornata al suo interno. "D'altra parte, se un'Esposizione è una raccolta di tutti i prodotti che servono ai disparati bisogni dell'uomo - se vi figurano il bestiame, la carne conservata, i formaggi, le conserve, i vini e le birre […] - se vi si espongono il carbone e le pentole, perché non vi si esporrebbe la cucina: questo metodo così comune e pur così importante, così necessario [...] che ha tanta influenza sulla vita [...] ?" . Non solo, sebbene i padiglioni espositivi facciano velo ai piccoli chioschi enogastronomici, questi rappresentano uno strumento essenziale per la restituzione della realtà dell'evento. Sull'Esposizione torinese del 1884 si desumono molte informazioni dai resoconti, dagli studi o dalle pubblicazioni succedutesi nel tempo, ma ad oggi poco spazio è stato riservato alle architetture secondarie collocate a corollario dei fabbricati principali. Ogni padiglione non è un elemento isolato a sé stante, ma parte integrante del sistema espositivo; l'analisi delle fabbriche marginali che fanno parte della memoria condivisa di tali avvenimenti consente di mostrare come, accanto alla celebrazione ed esaltazione dell'industria e del progresso, grande interesse sia riservato anche all'elaborazione di servizi propri dell'epoca. L'esplorazione dei modelli adibiti alla ristorazione palesa la presenza di allestimenti di tipologia diversificata che, collocati a ridosso dei titanici padiglioni o nelle aree verdi, sono contraddistinti tanto da stilemi semplificati quanto da una eterogeneità di forme, profili e concezioni avveniristiche volte ad esprimere la ricchezza dell'epoca e a promuovere una serie di prodotti locali e non Fonte http://porto.polito.it/2627050/1 punto
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Se paghi con carta di credito, sono loro che prelevano un importo inferiore; se invece paghi con assegno o vaglia puoi tranquillamente effettuare un versamento di importo inferiore in quanto sarà versato sul tuo conto e di lì verrà poi prelevato l'importo necessario al pagamento del tuo ordine.1 punto
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Utile anche leggere questa vecchia discussione nella Sezione "Storia ed Archeologia" sul Ponte di Drobeta , sul Danubio :1 punto
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Ciao @alb123, il migliore Imperatore romano fu e rimarra' per sempre : Traiano , non per plageria i contemporanei gli attribuirono l' appellativo di Optimus Princeps , bensi' perché lo merito' , non solo per le sue campagne militari ma anche per le sue azioni in campo civile e sociale ; appunto per queste sue doti umane il sommo poeta Dante Alighieri pone il pagano Traiano in Purgatorio , infatti nel Canto X si trova questo passo : Esempi di umiltà: Traiano e la vedova (70-96) Dante si muove dal punto in cui si trova e vede scolpita un'altra storia nel bianco marmo, proprio accanto a Micòl. Qui è rappresentata la gloria dell'imperatore Traiano , che spinse papa Gregorio a pregare per la sua salvezza: l'imperatore è raffigurato a cavallo, mentre una vedova gli si avvicina in lacrime. Intorno a lui è pieno di cavalieri che levano al cielo le insegne imperiali a forma di aquila d'oro, che sembrano muoversi al vento. Sembra che la vedova si rivolga a Traiano e gli chieda giustizia per il figlio ucciso, mentre l'imperatore risponde di attendere il suo ritorno. La vedova ribatte che Traiano potrebbe non tornare, e lui replica che il suo successore le darà soddisfazione. La vedova ricorda al principe che se un altro farà del bene al suo posto a lui non verrà alcun vantaggio e Traiano accetta allora di fare giustizia prima di partire, poiché prova pietà per la donna. Solo Dio, osserva Dante, può aver prodotto tali sculture, che non si sono mai viste sulla Terra e che sembrano parlare anche se non lo fanno. Altri Imperatori che si possono accostare a Traiano ma su un gradino inferiore , secondo me sono stati il predecessore Nerva ai cui principi spesso si ispiro' Traiano e Antonino Pio . Adriano sarebbe stato un degno erede ma la pace che seppe dare al suo Impero fu inquinata da una condotta morale non all' altezza degli Imperatori nominati , mentre alla memoria del grande Marco Aurelio purtroppo influi' negativamente il triste fatto dei Martiri di Lione e di aver restaurato la successione al trono ereditaria anziché la scelta del migliore e Commodo ne fu la triste conseguenza . Non trovo altri Imperatori all' altezza di Nerva , Traiano ed Antonino Pio .1 punto
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che sia Valentiniano II mi pare assai probabile se non certo complimenti1 punto
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No problem, anzi! Allora di fianco a DARECTASAPERE metto +11 punto
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Proprio oggi ho pianificato la trasferta "meneghina" con mio nipote, pranzo incluso, è possibile aggiungere 2 sedie ?1 punto
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si é un sesterzio e potrebbe anche essere Una copia ... Giuro l'ho fotografato per lamoneta... Io mi sono concentrato sulle merovinge e su quelle del V secolo scusate...1 punto
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Questo è il tipico esempio di come è possibile rendere meccanicamente piu vivi e taglienti i rilievi, in questo caso lo si nota bene dalle lettere..... la moneta è autentica, ma la stessa tecnica viene utilizzata nelle monete false, per eliminare tracce di fusione e rendere spigolosi i dettagli, come se fosse una moneta coniata....... C'è da aver paura......1 punto
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Non credo che ci siano fonti sul potere d'acquisto dell'asse librale. Trattandosi di una monetazione a valore intrinseco, all'inizio (ma quando fu questo inizio? tieni presente che la data di entrata in circolazione di queste monete è molto, molto discussa) valeva più o meno il suo peso: diciamo quindi che con 10 assi si poteva comprare una spada bronzea di 3 chili. Le fonti ci aiutano a conoscere il potere d'acquisto delle monete della Repubblica a partire dalla metà del II secolo a.C.; occorre tuttavia una premessa, per precisare che a un certo punto della storia monetaria di Roma, il valore dell’asse fu ridotto in quanto il denario fu ritariffato da 10 a 16 assi. Plinio (XXXIII, 45) mette in relazione la ritariffazione a 16 assi alla riduzione onciale, specificando che non si applicò ai soldati (nel senso, probabilmente, che lo stipendium rimase invariato) e la data alla dittatura di Q. Fabio Massimo. La datazione è ritenuta erronea e viene attribuita (grazie a un frammento mutilo di Festo) al fatto che fu disposta con una Lex Flaminia minus solvendi, che Plinio potrebbe aver ricondotto al console caduto sul Trasimeno. I numismatici concordano sul ritenere che la ritariffazione sia avvenuta nel II secolo: Grueber tra il 150 e il 140 a.C., Campana nel 147 a.C. (quando Roma combatteva contemporaneamente su tre fronti, in Africa contro Cartagine, in Hispania contro i Celtiberi e i Lusitani e in Macedonia contro Andrisco), Thomsen nel 145 a.C., Crawford nel 141 a.C., Buttrey intorno al 130 a.C. Tanto premesso, veniamo a quel che sappiamo sul potere d’acquisto in epoca repubblicana. Alla vigilia della guerra annibalica (219 a.C.) un legionario riceveva uno stipendium 120 denarî annui. Nel 46 Cesare lo portò a 10 assi al giorno (225 denarî annui). Domiziano lo aumentò a 300 denarî l’anno, Settimio Severo (nel 195 d.C.) a 400, Caracalla (nel 215 d.C.) a 600. I braccianti di Pompeo, a metà del I secolo, ricevevano da 5 a 16 assi al giorno per il lavoro stagionale. Nel II secolo d.C. i minatori in Dacia ricevevano da 6 a 10 assi al giorno, più vitto e alloggio, con contratti di 6 o 8 mesi. Narra Polibio (II, 14, 35) che in Pianura padana (ove si recò fra il 151 e il 150 a.C.) “Non è facile descrivere adeguatamente la fertilità del territorio … un medimno siciliano di frumento costa per lo più 4 oboli, uno d’orzo 1 obolo due oboli e un metrete di vino costa quanto un medimno di orzo"; "Quanto poi al buon prezzo al minuto … basta citare questo fatto: chi … alloggia in locande … non chiede il prezzo delle singole consumazioni, concorda il prezzo complessivo … per mezzo asse al giorno, cioè per la quarta parte di un obolo”. Un medimno siciliano era pari a 51,8 litri e, quindi, a circa 40 kg di grano; un metrete era pari a 39 litri. È evidente che Polibio ritiene i prezzi padani estremamente bassi; Giuseppe Amisano ipotizza che quelli di Roma ammontassero a 5 o 6 volte tanto. Fatte tutte le equivalenze e tenuto conto dell'incertezza sulla ritariffazione del denario (la data cade esattamente nel periodo di ritariffazione da 10 a 16 assi), si ricavano i seguenti valori: 150 a.C., Gallia cisalpina: 1 denario = 50/80 kg di grano (all’ingrosso) 1 denario = 195/312 litri di vino (all’ingrosso) 1 denario = 20/36 giorni di pensione completa in locanda 1 denario = 5 od 8 oboli padani 150 a.C., Roma: 1 denario = 8,3/16 kg di grano (all’ingrosso) 1 denario = 32,5/62,4 litri di vino (all’ingrosso) 1 denario = 3/7 giorni di pensione completa in locanda Poco dopo il 124 a.C., la legge frumentaria di Gaio Gracco fissò il prezzo di vendita del grano al prezzo di costo, 6 assi per modio. Dato che un modio conteneva 8,75 litri, si ricava: 123 a.C., Roma: 1 denario = 18 kg di grano (all’ingrosso) Nel 100 a.C. Saturnino fece approvare una lex frumentaria, in base alla quale il grano doveva essere venduto a cinque sesti di asse al moggio. Alcuni autori moderni suppongono infine i seguenti valori: Inizî I secolo a.C.: 1 denario = 15 kg di farina 1 denario = 26 litri di vino 1 denario = 7 litri di olio Claudia Perassi, in Soldi, acquisti, spese a Pompei e nell'area vesuviana, riporta la seguente iscrizione pompeiana attribuita ancora all’età repubblicana (CIL IV, 64): “Un recipiente bronzeo è sparito dal locale: se qualcuno lo riporterà gli saranno dati 65 sesterzi; se poi indicherà il ladro, così che sia possibile recuperare l’oggetto, avrà 20 sesterzi”. Eva Apostolou, curatrice della sezione romana del museo numismatico di Atene, in How much does it cost our daily bread from ancient to modern times" riferisce che, a cavallo fra I secolo e I secolo d.C. un modio di carne (6,655 kg) costava 2-3 sesterzi. Quindi: Fine I secolo, Grecia: 1 denario = 10/13 kg di carne1 punto
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Con tutto il rispetto, Spl pieno assolutamente no. I campi sono invece chiaramente graffiati, dettaglio che è palesemente visibile, e senza nemmeno fare un confronto con le tue foto precedenti (sottoesposte). La sovraesposizione, per quello che vedo dalla foto, ha enfatizzato ancora di più una un riflesso non proprio "salutare" del metallo, dandomi ancora di più l'impressione di una impropria pulizia, avvalorata anche dai puntini di nero disseminati in tutto il ritratto del pontefice (resti di patina?). La sovraesposizione poi è anche andata a scapito della nitidezza, in particolare nel busto del pontefice, dove i dettagli hanno un'aspetto confuso. Parli inoltre di una tonalità giallina delle foto dell'asta (effettivamente virano leggermente in una tonalità calda, ma non è così fastidiosa). Però non ti sei accorto che le tue foto (sottoesposte), hanno una forte tonalità fredda (sul verde, tanto da "mangiarsi" tutte le altre iridescenze più calde della patina), mentre la foto sovraesposta ha una tonalità più calda (sul rossiccio, e lo si nota anche dalle molte iridescenze rossicce presenti nella patina). In ultimo: Evidenzi che la patina è molto più contenuta, ed in effetti è così. Ma questo è un semplice effetto del riflesso delle luci sul metallo. In pratica, mentre i tuoi scatti soffrono di un bilanciamento del bianco non proprio ben calibrato, la foto dell'asta (pur nella sua "sovraesposizione" e tendente al giallino), ha una calibrazione molto più precisa, che ha permesso di catturare una più ampia gamma di colori). Lo stesso effetto lo trasmettono anche le tue foto sottoesposte: Nei campi, in prossimità dei figurati delle due facce, sembra essere presente una patina, per via del colore molto più scuro che invece non esiste nelle tue ultime foto (altro non è che l'effetto del riflesso sopra descritto). Io ancora continuo a non capire cosa vuoi dimostrare con questa carrellata di foto, peraltro tecnicamente sbagliate come sopra ampiamente motivato. Sei soddisfatto della tua medaglia, in rapporto con il prezzo pagato? Benissimo, noi con te, complimenti per l'acquisto. Non sei soddisfatto? In questo caso sarebbe corretto che tu contattassi la casa d'asta, e facessi a loro tutte le tue rimostranze. Venendo alla medaglia, ti rinnovo il mio parere dato all'inizio1 punto
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Ecco le foto giusto a controprova di quanto affermato, i graffi sui campi non erano visibili. Saluti Silver1 punto
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Dovrebbe essere questa giusto? https://www.acsearch.info/search.html?term=5+lire+1866&category=1-2&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1¤cy=usd&thesaurus=1&order=0&company=1 punto
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io questa 1787 modulo molto largo...questa 1787 l ho seguita per un annetto, fino a quando puffff ricomparsa sulla baia e subito mia. Io credo che la collezione sia pure questo, avere un pezzo che per qualche piccolo particolare ci attira... anche se in bassa conservazione.1 punto
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Ciao, per quanto riguarda il lavaggio, è principalmente una questione di preferenza, se questo è stato fatto come si deve. Mi riferisco in particolare a quei lavaggi che "deturpano" la moneta della sua patina (ricordo la frase di un mio mentore di tanto tempo fa: "delitto di lesa maèstà verso la moneta"), non a quelle monete che presentano dello sporco vero e proprio nelle sue varie manifestazioni, e su cui un intervento capace ne migliora l'aspetto Durante il processo produttivo il tondello (che è sempre una lega tra due o più metalli) subisce vari "stress" durante la lavorazione (ad esempio le varie fasi fino ad ottenerne la forma finale, le alte temperature, la coniazione...). Può accadere benissimo che un tondello (o le due componenti che lo andranno a formare), durante questo lungo ciclo produttivo, abbia già qualche difetto "intrinseco", ad esempio nella parte spuria della sua lega, forse ha subito maggiori escursioni termiche del dovuto, o forse è stato esposto a contatto con sostanze liquide con cui venivano trattati i macchinari, per dirla molto molto approssimativamente... Chiaramente le variabili possono essere moltissime, e questo lascia sempre un effetto, nel caso in questione, con qualche macchia "che lascia il segno" non è impossibile da vedere su di una moneta. Appunto facevo riferimento alla "patina a bersaglio" per fare un'accostamento di idee... con l'intento di rendere più chiaro ciò che intendevo dire (nella sezione regno troverai sicuramente alcune discussioni che trattano questo aspetto) Avrai visto come quel tipo di "patina" viene momentaneamente via se immergi la moneta nell'apposito liquido dell'argento (ma dopo un certo tempo, la vedrai ritornare). Questo per dirti che un alone, di per se presente su di una moneta, non è garanzia assoluta che non sia mai stata lavata. Alla fine del post troverai due foto. Non sono monete di Napoli ma ben si adattano a questo contesto (anche perchè erano le mie, e quindi le conosco bene). La prima è uno scudo di Pio VIII. Moneta lavata con l'apposito liquido per l'argento. Quando la presi era lavata da poco, quell'alone era appena percettibile, ma mano mano quell'alone prendeva sempre più tono. La seconda foto è una lira di VEIII. Moneta che lavai io stesso "da giovane" con l'apposito liquido, ma dopo qualche tempo... ecco l'alone della "patina a bersaglio" che ritorna. I graffi di conio E' indubbio che fan parte del ciclo produttivo della moneta (che nasce proprio così), e quindi non influiscono sulla conservazione, ma ovviamente se non li ha è meglio La mancanza di difetti tipologici (e questo vale per ogni tipologia monetale) ne accresce il pregio, la bellezza ed anche il suo valore Io ho sempre cercato di prendere monete il più possibile esenti da questo particolare tipo di difetto che trovo molto antiestetico, insieme a decentrature e debolezze molto marcate di conio, poi è chiaro che in certi frangenti, si devono fare dei "compromessi"; Nel senso, valutare quanti pro ha una moneta e quanti contro (ad esempio, la piastra del 1836 che ho postato, ha dei piccoli difetti da conio, dei contro, ma in compenso ha una bellissima patina, è in conservazione molto alta, perfettamente leggibile senza antiestetiche debolezze da conio e quindi, per il tipo monetale, a mio gusto valeva pienamente la richiesta, non certo economica, del venditore). Per allungare ancora di più il brodo : Certamente con questi criteri, i tempi di ricerca di un pezzo di allungano di molto, anche su monete che sono facilmente reperibili. Però... quando le trovi... te le godi tutta la vita Ad esempio questa è una piastra del 1795, che giudicavo un autentico Spl come pochi se ne vedono (qSpl il dritto, mSpl il rovecio, con fondi brillanti, ritratto nitidissimo e ben impresso, come come lo stemma e tutte le armette in esso, con rilievi altissimi ed integri). Ho scritto anche troppo... perdonate lo sproloquio Sempre a disposizione, anche in privato, per eventuali delucidazioni, Fabrizio P.S. Chiamami pure per nome, anche io come te sto ancora imparando, ho solo il piacere di affiancare altri curatori molto più preparati di me Dimenticavo... Prova a fare altre foto seguendo la striminzita procedura che ho descritto qua:1 punto
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MEDAGLIE PAPALI - ASTE GIUGNO 2017 Nelle aste di questo mese domina l'incanto di BOLAFFI con una grande collezione di medaglie papali in oro ( per le moderne da Giovanni XXIII credo che sia una collezione completa, comprensiva anche di straordinarie ufficiakli e dei viaggi pontifici). Quindi sono stati posti in vendita oltre 180 lotti (circa Kg. 20 di prezioso metallo). Le basi di asta erano di norma molto inferiori al valore del metallo, sono state superate e la vendita è risultata totalitaria. Facendo una analisi si può rilevare: Per Pio XI erano proposti 8 esemplari; mi sembra che abbiano raggiunto le valutazioni consuete. Il pezzo forte, eccezionale, era la medaglia in oro per il Concordato Santa Sede/Italia , coniata dalla Ditta Johnson - opus Pogliaghi - Faré - mm. 100, aggiudicata per € 26.000 + diritti. (Preciso che i diritti in asta Bolaffi sono il 25% e vanno aggiunti a tutti i prezzi di aggiudicazione appresso indicati). Buona è stata la richiesta anche per le medaglie in oro di Pio XII (15 lotti) con alcuni esemplari decisamente contesi, dei quali indico la quotazione di aggiudicazione (esclusi diritti di asta) : - Annuale anno IV - € 9.000; Annuale anno V - € 12.000; Annuale anno VI - € 30.000; Str. Vergine Regina Cielo e Terra € 10.000. Per le 5 medaglie di Giovanni XXIII, che sono considerate serie delle annuali, sono state raggiunte cumulativamente aggiudicazioni per € 10.000+diritti.. Diverso è stato il trend per tutta la medaglistica di Paolo VI., Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (eccezion fatta per le rare straordinarie di Paolo VI come Atenagora e Istanbul che hanno quotato con un piccolo plusvalore); per queste medaglie è stato raggiunto il valore del metallo solo aggiungendo alla aggiudicazione i diritti di asta. L'aumento dell'oro intervenuto in questi anni ha assorbito in toto il valore artistico della medaglia. Nel post specifico sull'asta Bolaffi si è molto parlato di questa problematica, osservando che per monetazione e medaglistica aurea moderna appare conveniente una vendita con il canale "oro - borsa" rispetto all'asta numismatica, per la notevole differenza di commissioni. Ed è stata l'occasione per considerare come i costi di intermediazione nelle aste sono ormai eccessivi e rischiano di compromettere collezionismo e mercato numismatico. La Ditta Bolaffi ha fatto comunicati entusiasti, avendo con questa asta superato ogni record delle sue vendite; ma non è tutto oro........ Sempre in asta Bolaff, al di fuori delle emissioni auree (essendo difficile una analisi per i lotti cumulativi di in argento e bronzo descritti molto sommariamente) ho notato che sono state vendute le annuali anno I di Leone XIII, Benedetto XGV, Pio X per€ 100/125 cadauna, ovviamente con aggiunta di diritti. E' invece rimasta invenduta la rarissima medaglia in bronzo dorato per la visita di Pio XII al Quirinale (si parla di 5 esemplari), nonostante la base di € 5.000, decisamente inferiore rispetto al prezzo di aggiudicazione in una recente asta, della quale abbiamo parlato nei mesi decorsi. Le altre aste italiane erano molto più limitate. ARTEMIDE ha proposto 15 lotti di medaglie papali, non comuni (in particolare alcuni esemplari in argento di Pio VII.) I prezzi base erano decisamente elevati (ai massimi di qualche anno fa). L'invenduto è stato ampio. AES RUDE ha proposto circa 30 lotti molto più modesti. Anche per questa asta le aggiudicazioni sono state limitate (circa il 30%); le coniazioni auree moderne , pur con i limiti rilevati per l'asta Bolaffi , hanno avuto interesse maggiore rispetto all'argento e al bronzo. In asta AUSONIA c'erano pochissime medaglie. Meritano citazione le aggiudicazioni: Pio VII - Apostoli- AG - BB - € 160+diritti; Pio XI - Concordato - AE - emissione opus Casanova - FDC - € 200+diritti. Abbastanza limitate le proposte in aste estere. - Nell'asta WAG on line erano proposti circa 40 lotti; alta è stata la percentuale delle aggiudicazioni con prezzi medio-buoni. Cito i seguenti esemplari: SISTO IV - restituzione Paladino AG - € 400+diritti; Pio IX annuale anno XII argento FDC € 460+diritti; Pio IX - Lavanda anno III Gaeta - € 320+diritti. - Limitatissima era lo proposta in aste Kuenker e Rauch, con buone vendite. - Per la prima (Kuenker) cito: Clemente XII - Cappella Corsini - Argento - BB - mm. 72 - € 1,700+diritti; Gregorio XVI - Per la navigabilità del Tevere - Argento - € 1.600+diritti; Pio IX - Annuale anno VII - AG - SPL - € 290+diritti; Pio IX - Immacolata Concezione AG - SPL/FDC € 200+diritti); - e per la seconda (RAUCH) Pio VI - annuale argento anno XVII - BB - € 240+diritti; Pio IX - Decorazione sede apostolica - Bronzo dorato - € 160 + diritti. - In asta DNK è stata venduta una medaglia di modulo medio-picciolo in bronzo (Pio IX - Sinodo Thules) per € 200+diritti. - BALDWIN ha proposto qualche medaglia papale di restituzione; la vendita è stata parziale, a prezzi bassi.1 punto
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salve ragazzi il tema è di grande interesse per il sottoscritto. Già un paio di anni fa avevo aperto un topic chiedendo lumi ed informazioni (se non sbaglio min.ver eri intervenuto anche tu) su una moneta che mi ha affascinato da sempre. E questo perché, le ricerche (abbastanza superficiali che avevo fatto al tempo) avevano rivelato come fosse una moneta che REALMENTE doveva la sua emissione a contingenze storiche precise e, per chi ama la storia come me, affascinanti. Si parla infatti della terza guerra d indipendenza "italiana", combattuta tra il giugno e l agosto del 1866. L utente Picchio (che però credo non scriva più da anni su questo forum) sosteneva che (quoto, da un suo intervento che all'epoca mi ero salvato) "va considerato anche che il 1866 e' l 'anno del corso forzoso per sostenere I preparativi delle spese di Guerra di indipendenza. Al fine di impedire l impoverimento delle scorte metalliche presso la BN si diede seguito all ostruzionismo del cambio dei biglietti in moneta sonante. La moneta coniata doveva servire a garanzia delle emissioni cartacee del Banco di Napoli (5 lire in argento garantivano per 15 lire cartacee, quindi 500,000 x 5 fanno 2.5 M x 3 garantivano per 7.5 milioni di lire. Solo una modesta parte dell emissione entro in cicolazione. Il resto assolto il compito fiduciario ando presumibilmente in fusione. Come gia fatto notare da altri utenti, sarebbe interessante capire se esistono documenti ufficiali coi quali si autorizzava ufficialmente la fusione, e per che quantita (anche se questo non aiuterebbe minimamente a capire quanti esemplari son sopravvissuti ad oggi). La mia idea e' che (ma soltanto con riferimento all italia) ce ne siano un 50-100. Molti di questi riposeranno sicuramente in collezioni private da decenni. Del resto se ne girano cosi pochi qualcosa vorra dire..All estero non ho idea ma nn credo che ne siano saltati fuori parecchi.... Di sicuro non e' mai apparsa una conservazione pari o superiore a SPL. Ma anche questo e' facilmente spiegabile. Tale conservazione implicherebbe una sottrazione della moneta dal BN prima della fusione. Cosa direi abbastanza illecita. Se esiste qualcuno con tale moneta, anche se son passati 150 anni, dubito che la tirera mai fuori pubblicamente... Diverso il discorso per I pochi scudi che passano di mano e che sono evidentemente parte di quel piccolo quantitativo che entro in circolazione." Personalmente ho visto in mano un esemplare SPLENDIDO, credo uno dei migliori censiti ad oggi. E devo ammettere che, avendo sognato questa moneta per anni, avendo pensato a quali tragici e pur tuttavia fondamentali eventi per la costruzione della nostra amata Italia questo tondello sia legato, beh ragazzi, mi tremavano le mani per l emozione.. Trattandosi di zecca Napoli, trattandosi del 1866, si parla di una moneta NATA con difetti e quindi una conservazione FDC come la intendiamo noi oggi è da scartare a priori. Certamente non è mai apparsa sul mercato in condizione superiore a SPL.1 punto
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Ciao. Diciamo subito che il sequestro può essere una spiacevole eventualità che non si evita anche possedendo la documentazione relativa a monete autentiche. A Torino, allo scorso Convegno numismatico, parlavo con un Funzionario della Soprintendenza - da poco in pensione - ma con una lunga "militanza" numismatica non solo quale studioso della materia ma anche quale Consulente di varie Procure italiane. Il caso che mi è stato raccontato può ricordare da vicino l'ipotesi che formulavi. Ad un collezionista era stata sequestrata un'unica moneta, un denario EID MAR per il quale il malcapitato non era in grado di esibire la documentazione d'acquisto e di provenienza. Il Consulente della Procura (in quella circostanza non era il mio Interlocutore, che venne invece contattato proprio dal Collezionista dopo il sequestro), magnificava la rarità del nummo, attribuendolo ad una rarissima emissione a nome di Bruto. Una "R", incisa sulla moneta, veniva interpretata dal Consulente della Procura come il riferimento alla zecca di emissione, cioè Roma. Il disperato (ed ignaro) raccoglitore esibì al mio interlocutore la foto fronte e retro della moneta sequestrata ed un veloce esame fu sufficiente per rilevare come la moneta non fosse autentica, ma che anzi fosse una banale riproduzione, distribuita unitamente a delle gustose merendine negli anni'70 del secolo scorso da una nota industria dolciaria umbra e che quella "R", lungi dall'essere il riferimento alla zecca di emissione, era piuttosto l'abbreviazione di "REPLICA" o di "RIPRODUZIONE". In quel caso fu sufficiente stendere un parere scritto da consegnare al Magistrato (e, suppongo io, ma di questo non ho certezza...anche una telefonata "imbarazzata" al Consulente del P.M.) per risolvere la situazione. Tutto è bene quel che finisce bene.....ma quanto rumore per nulla. M.1 punto
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Il problema alla base è che nel nostro paese non c'è punizione per chi delinque. Anzi l'esempio lo dà chi sta al potere.1 punto
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