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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/15/17 in tutte le aree
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Non condivido minimamente questo tipo di restauri monetali, perchè un conto è rimuovere l'ossidazione che ci può stare, altro è andare a compiere veri e propri restauri (come in questo caso), che ( a mio modo di vedere) snaturano completamente la moneta.4 punti
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ciao a tutti, ecco un 8 denari in alta conservazione della repubblica di genova, terza fase del periodo dei dogi biennali (1637-1797). catalogata tra le monete raffiguranti la Madonna.3 punti
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Fondi lucenti, gigli nella palla alta dello stemma ben visibili, intreccio delle due rose ben definito...non manca nulla Il Gazzettino ti chiama a gran voce! Complimenti Antonio2 punti
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Allora, come organizzatore sono soddisfatto dell'afflusso di pubblico di questa prima mezza giornata. Domani sera tireremo le conclusioni. Comunque sono ottimista.2 punti
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Parliamone, ci posso provare, male che vada mi dai due dritte e mi spieghi meglio come fare. Scrivimi in privato e ne parliamo.. Mi fa piacere che qualcosa stia arrivando, alla fine se lo faccio, lo faccio per far vedere qualcosa di bello e per spiegare e confrontare con voi e le vostre osservazioni queste particolari monete dell epoca moderna.2 punti
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Sempre meglio, che moneta fantastica, perché Rodolfo ma non sto scherzando assolutamente non ci fai qualche paginetta per il nostro Gazzettino di Quelli col Cordusio magari proprio raccontando la pezza della rosa e la visione di qualche straordinario esemplare ? Pensaci, ne varrebbe la pena...2 punti
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Già. Però potresTi essere Tu ad introdurre le prime slabs italiane........che ne so....anzichè rettangolari le fai quadrate e aromatizzate alla grappa...Per il numismatico che non deve chiedere mai.... M.2 punti
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Perché se lei ha un quadro del '600 con dei danni alla tela e alla parte pittorica, lascia che si degradi ulteriormente? Non credo proprio! E la moneta è un'opera d'arte come le altre e quindi può avere la necessità di questi interventi, l'importante è farlo seguendo i principi che ho citato. e le monete antiche, quando vengono attaccate dal cancro del bronzo perché vengono trattate? Per evitare che si rovinino definitivamente. Non c'è alcun snaturamento della moneta. Cosa importante è che è stato il proprietario a richiedere questo preciso intervento, proprio perché temeva un possibile futuro peggioramento delle corrosioni.2 punti
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Per fare una cosa ben fatta, bisognerebbe però superare il "limite" rappresentato dagli attuali supporti e sigilli casarecci, tipicamente italici. E finire quindi per accettare i tanto discussi "slabs". Le bustine e quei rivetti da carpentiere non consentiranno mai il "salto di qualità", perché non danno innanzitutto garanzie sulla perfetta conservazione nel tempo della moneta sigillata. La stessa modalità di sigillatura può causare danni alla moneta da sigillare. E' a mia conoscenza (ma se non ricordo male anche alla conoscenza di Pino...) uno sfortunata circostanza nella quale un bravissimo e stimatissimo Perito, intento a sigillare una moneta d'oro del Regno di grande modulo, ne urtò inavvertitamente il contorno con un rivetto mentre, con l'apposita "pinza", lo schiacciava. L'importante moneta era in altissima conservazione e dopo l'incidente.....è facile intuire che la conservazione dovette essere abbassata. Per non parlare della possibilità di manomettere i rivetti, sostituire i cartellini e le monete. E se una moneta chiusa nella bustina ci cade accidentalmente per terra? Manterrà, secondo Voi, la conservazione che il Perito le aveva attribuito prima della caduta? Ne dubito. Non per niente siamo solo noi italiani, in tutto il mondo, a sigillare le monete in questo modo. Non sarebbe male chiedersi il perché. M.2 punti
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La collezione di tremissi longobardi del museo di Cividale , di proprieta' della CRUP ( cassa risparmio pordenone e udine), data in comodato per essere resa fruibile e' molto importante ma certamente non la piu importante al mondo ( nel catalogo loro stessi si descrivono come 'terza' coll al mondo - anche reputerei ve ne siano diverse - private - piu importanti). La maggior parte delle monete viene dall ex coll Bazzan e quelle di Benevento dalla Stilemiero. Forte nelle emissioni dei secc VI - VIII e' pero' carente nelle emissioni civiche, in particolare sono totalmente assenti quelle con monogramma e soprattutto carenti nelle Flavie, i tremissi piu rari e affascinanti delka serie longobarde , dove puo' vantare un solo esemplare della zecca TARVISIOC, con una provenienza illustre, ex Garrett ed ex Ratto 1930, peraltro molto bello. E' lodevole che la coll. posta in comodato dalla banca proprietaria sia resa fruibile attraverso un agile volumetto descrittivo e la consultazione aperta ad appassionati e studiosi.2 punti
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Buonasera amici, eccone un 'altra, questa ha il punto dopo la P al rovescio.2 punti
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Solo 120 grana? Pochini... per ogni fila ci saranno almeno 50 pezzi, 100 grana equivale ad un ducato, saranno una sessantina di file quindi penso che saranno perlomeno: 30 Ducati http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FE1/142 punti
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Quando si parla di monetazione veneziana, nei più corre subito alla mente il ducato doro, poi chiamato zecchino ed è ovvio trattandosi della moneta più longeva coniata dalla Repubblica di Venezia; moneta che dalla sua emissione, avvenuta nel 1284 e fino alla caduta della Serenissima nel 1797, è stata usata in quasi tutte le nazioni europee, nonché in molte nazioni africane ed asiatiche. Grazie alla sua diffusione fu anche tra le monete più imitate e falsificate nella sua lunga vita; solo questo aspetto basterebbe a dimostrare il grande favore che incontrò in così tanti mercati. Ci sono ovviamente tante altre monete conosciute, non altrettanto così longeve, ma che sono caratterizzanti della monetazione veneziana: dal "grosso", al soldo d'argento "soldino" e di mistura "soldone", dal "ducato" d'argento allo "scudo della croce"; per non parlare delle varie tipologie di "bagattini" e di "gazzette"; tutte monete che, pur con le loro varianti, i loro multipli e/o sottomultipli, furono coniate per parecchi decenni ed a volte secoli. Ci sono però talune monete che la zecca veneziana coniò per pochissimo tempo, a volte durante un solo dogato, a volte solo per pochi mesi; emissioni non di prove o progetti, ma di monete che circolarono ufficialmente, ma in maniera estemporanea e che possiamo considerare delle vere meteore numismatiche. Certamente all'atto della loro emissione ci fu un preciso motivo contingente di tipo economico o politico che fu poco dopo superato rendendole inutili; coniazioni il cui scopo fu vanificato da problemi di natura valutaria seguiti alla loro emissione, oppure monete che non furono gradite dal mercato e/o della popolazione che le doveva usare. E' bene precisare che, per "meteore", non è mia intenzione riferirmi solo a monete coniate in pochi esemplari e quindi rarissime ma, nell'accezione più estesa del termine, mi riferisco a quelle monete – non appartenenti alle "anonime" - coniate anche in gran numero di esemplari, ma che sono state emesse durante un unico dogato, magari per pochi mesi. Comincio io richiamando una piccola monetina coniata sotto il dogato di Francesco Foscari (1423 - 1457), ovviamente tutti possono partecipare, aggiungendo ulteriori "meteore". FRANCESCO FOSCARI (1423 – 1457) Denaro (o piccolo) con leone rampante Venezia era in guerra. Principalmente con i Visconti, signori di Milano e con i turchi; guerre che continuarono dal 1429 al 1454 tra effimere tregue e riprese delle ostilità e per poter finanziare queste guerre e pagare le truppe mercenarie ingaggiate, c'era un gran bisogno di denaro. Uno dei modi per reperirlo era aumentare i proventi dalla coniazione di monete; coniare monete con un intrinseco d'argento sempre più ridotto a fronte di un valore nominale immutato, determinava l'uso di monete quasi di solo rame e dal valore pressoché fiduciario. Il denaro (o piccolo) fu una delle più caratteristiche monete in uso a Venezia fin dagli albori della Repubblica, non fosse altro che per la sua forma scifata. Il peso all'origine, sotto il dogato di Sebastiano Ziani (1172-1178) era di ca. gr. 0,36 ed il titolo dell'argento contenuto, dello 0,27; nel tempo si vennero rispettivamente ridotti fino ad avere, sotto il dogato del Foscari un peso di ca. gr. 0,24 ed un titolo d'argento di appena lo 0,055. Una monetina praticamente difficile anche solo da maneggiare; le sue caratteristiche erano le seguenti: D/ — Croce in un cerchio + FRAC • FO DVX R/ — Croce in un cerchio + ∽ MARCV • ∽ Alla data del decreto del 21 giugno 1446 fu decisa la sua sostituzione con una nuova moneta; il motivo addotto fu quello che ormai, questa monetina, era troppo falsificata e si dispose che la moneta nuova dovesse essere coniata con le immagini che verranno decise dal Consiglio e che venisse preservata la medesima lega della precedente; così venne riportato al riguardo nel “Capitolar dalle Broche” Prexa in Pregadi. 1446 adì 21 zugno. Che nel nome de Dio el se faza e debia farsse far una nuova stampa a forma de essi pizoli, chomo al Colegio meio aparirà; ma che questi pizoli da nuovo stampido siano de quella liga e bontà che sono i pizoli de la presente stampa, e che da qua avanti el non se faza né se stampissa più pizoli de la stampa prexente. … etc. D: Croce patente in un cerchio ✠ • FRA • FO • DVX • R: Leone nimbato, senza ali, rampante a sinistra nel campo S • • M Alla data del decreto del 18 settembre 1453, preso atto che queste infime monetine hanno infestato il mercato e solo quelli si usano nei pagamenti, tanto che è invalso l'uso di non maneggiarli singolarmente, ma di raggrupparli in sacchetti di un dato valore totale, il Consiglio interviene e ne blocca la coniazione. Dal “Capitolar dalle Broche”. Copia de I° parte prexa, trascritta da Lucha Rizo 1543 adì 25 zugnio. + 1453 adì 18 settembre. In Pregadi. Per la gran suma de pizoli, la qual è stata cuniada a la nostra Cecha fin al prexente. L'è multiplichado per questo in questa terra però che l'è zià commenzado a spender in li pagamento che sono fati in scharnuzi, chomo se oserva in Padoa, contro ogni buona uxanza de questa nostra citade et con manchamento de la fama e reputacion nostra, et al postuto el sia de proveder a questo, vada parta ch'el sia commandato, per autoritatde de questo Conseio, a li officiali del la Cecha nostra che, soto pena de duchati Iic per ziascun de loro intro i suoi proprii beni, lor non possan per alcun muodo far over chuniar far a la dita nostra Cecha pizoli de Veniexia da mo per fin anni do prossimi …. “Parte veneziana non dura una settimana”, così dicevano i veneziani riguardo alle leggi emanate dallo Stato, infatti, ecco che solo dopo quattro giorni dalla precedente disposizione, viene emanata la deroga, affinché si coniassero ancora piccoli ed il relativo ricavato venisse consegnato all'Arsenale per l'armamanto di cinquanta galere: + 1453 adì 22 settembre. De chomandamento de la serenissima Signoria, chomo referì ser Chonstantin de cha' Fantin noder a la Chanzelaria che, nonnostante la parte presa adì 18 settembre in Pregadi che non se podesse far pizoli da Veniexia chome in quella parte se Chontien, se debia chompir fino a la suma de libre 18.000 de pizoli da Veniexia per dar a l'Arsenal, chome se chontien in una parte presa adì 23 avosto del ditto milesimo in ditti Pregadi..... Ultimo atto che riguarda il piccolo con il leone rampante. Moneta che non verrà più coniata nei dogati successivi. saluti luciano Seguono foto1 punto
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Scoperto nel 1995, il ripostiglio monetale di Saint-Jean-d'Ardières (Rhône) è un tipico deposito della metà del III secolo d.C. composto pressoché unicamente da antoniniani (4107 antoniniani di cui 11 imitazioni e 3 denari). La composizione comincia con la prima serie di radiati coniati durante il regno di Caracalla e termina nel 252 durante il regno congiunto di Treboniano Gallo e Volusiano. L'accumulo del deposito dovette iniziare probabilmente attorno al 238 d.C. Le emissioni di Gordiano III (238-44) e Filippo I (244-49) costituiscono più dell'80% dell'intero ripostiglio. Il ritmo di accumulazione andò a calare verso il 251 in connessione con l'aumentare dello svilimento del contenuto di fino e del peso dei radiati. Questo ripostiglio è stato studiato e analizzato attentamente in quanto offre dettagli molto importanti per riconsiderare e riorganizzare le emissioni di Filippo I e, vista la sua data di chiusura, permette anche una serie di considerazioni circa la problematica classificazione delle serie emesse durante il regno congiunto di Treboniano Gallo e Volusiano. Sinteticamente, la composizione del ripostiglio è la seguente: Il ripostiglio è venuto alla luce durante una serie di lavori su di un terreno per la realizzazione di un hangar e al momento della scoperta l'intero tesoro si presentava suddiviso in piccoli blocchi coesi come questo (che è stato conservato a mo' di esempio documentale dello stato di fatto): Per chi fosse interessato qui c'è - open edition - lo studio dettagliato e puntuale (in francese) del deposito: http://books.openedition.org/editionsbnf/640?lang=fr#tocfrom1n1 Di mio vi presento un piccolo pezzettino di questo trèsor: FILIPPO II Zecca di Roma - Antoniniano - Biglione - 22 mm - 2,90 gr D\ "M IVL PHILIPPVS CAES", busto radiato e drappeggiato a destra. R\ "PRINCIPI IVVENT", Filippo II in abiti militari stante a sinistra con un globo nella mano destra e una lancia verso il basso nella mano sinistra. Come al solito, ben vengano pareri, impressioni, osservazioni ecc ecc1 punto
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THE GREEK WORLD SICILY Katana Estimate: CHF 3'500.00 Tetradrachm (Silver, 17.24g 10), c. 425. Quadriga moving slowly to right; above, Nike flying left to crown the charioteer. Rev. Laureate head of Apollo to right, his hair short. Rizzo pl.XI, 2 (same dies). SNG ANS 1252 (same dies). SNG Lloyd 896 (same dies). Rare. Attractively toned, and with a head of Apollo of exceptionally fine full classical style. Good very fine. Ex Leu 54, 28 April 1992, 24, and from the collection of W. Niggeler, Bank Leu/Münzen und Medaillen, 3December 1965, 106.1 punto
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Domenica mattina vorrei discuterne al ns. circolo e poi inoltrare il modulo.....1 punto
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Ho provato a mandarti un messaggio ma non va credo tu abbia la casella piena1 punto
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Ciao Sator : se avessi mostrato subito l'elegante impugnatura di questa spada, o spadino, magari le ricerche si sarebbero indirizzate altrimenti. Ribadisco che il Dio Mercurio "ha a che fare" con il commercio, sia che venga raffigurato per intero oppure come nel paramano della spada o su un palazzo Triestino. Un altro serpente che termina contro il muso leonino costituisce l'elsa. Parte del manico è impreziosito da un incasso di madreperla, l'assieme suggerisce l'idea di uno spadino da parata o da livrea, piuttosto che un'arma militare. Se credi, puoi dirci la lunghezza e la larghezza della lama, e se anche il fodero è ornato da figure o altro. Può darsi che l'armaiolo abbia inserito il volto del Mercurio come mero simbolo ornamentale : oppure che il proprietario della spada esercitasse una professione in cui il Dio c'entrava per qualcosa..... @Sator1 punto
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Ciao domenica rientra il nostro pres. e appena possibile ci vediamo per compilare la domanda. Silvio1 punto
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Carissimo @Monetaio, sono certo che effettivamente verresti "massacrato" ed è per questo che dopo averti risposto ho deciso di cancellare tutto e mandarti il messaggio in MP... Buona serata, mi devo organizzare per venirti a trovare...prima o dopo ci riuscirò! Un saluto a tutti, sinceramente, Massimo.1 punto
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Eppure altri lo han fatto, utilizzando perlopiù emeriti sconosciuti come grader. Più volte. E' chiaro ed evidente che sarebbe un servizio che non risponde alle esigenze di chi vuole la monetina da 50€ periziata in una bustina da 7€. La porzione di mercato aperta é Europea Alberto, non solo Italiana: é solo una questione di timing. L'imparzialità sarebbe data dal fatto che più professionisti esprimono un giudizio sulla stessa moneta, evitando così il problema (concreto e reale) della critica sulla parzialità del giudizio. La mia visione la conosci Alberto, e conosci anche la mia idea sulla conclusione a medio termine del non far nulla. Almeno tentare, non sarebbe un'opzione da scartare. A presto.1 punto
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Ciao! E' certo che non si tratta di ducato veneziano originale. Un peso di gr. 1,98 non lascia dubbi; l'iconografia non è appropriata: figure raffazzonate (il corno del doge è inguardabile), non sembra esserci il fiocco sotto il mento del doge; la legenda del dritto è un mistero, tra schiacciature, graffi e mancanze di metallo è difficile determinare quale nome di doge ci sia scritto. Escludo che si tratti di un falso moderno, è un ducato di contraffazione coevo; fatto da parte di chi ....... è già più difficile. Escludendo quelli di fattura indiana, restano quelli fatti in Grecia, Turchia, Balcani .... C'è una discussione molto interessante sui ducati falsi. Direi di attendere gli esperti "falsari" saluti luciano1 punto
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Si ma intanto gli slabbatori crescono e gli altri calano...... e' tutto business che se ne va dall'Italia, per poco che sia. Mi pare che ci siano anche stati tentativi a riguardo, ma non sono andati a buon fine.1 punto
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Per me e' un gran bel lavoro. Non ha perso neanche la patina. Adesso si apprezza meglio la conservazione, ma soprattutto la moneta e' salva. Perche' i crateri e le ossidazioni non possono che peggiorare e deturpare il tondello.1 punto
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Questa è la moneta di InAsta. Andrebbe trovata quella della collezione Mantegazza.1 punto
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Dal volume di Lorenzo Bellesia ‘Lucca, storia e monete’ del 2007: Certo le fotografie non aiutano….1 punto
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Ciao @santhia, per l "monete" che trovi nei vari siti in vendita cn scritto prova o probe non possono neanche avere la definizione di moneta, ma al massimo di gadget o souvenir o dischetti dì metallo con un immagine sopra, con nessun valore ne legale per essere spese ne numismatico per essere inserite in una collezione di euro monte da circolazione. Per quanto riguarda le monete prova una serie che potrebbe essere definita di prova in realtà è stata coniata dalla Zecca ed è stata consegnata nel 2002 al Ministro del tesoro che era Carlo Azeglio Ciampi, per la presentazione ufficiale alla stampa. Non sono prove ufficiali perché mai fu emesso un decreto in merito, ma comunque questa serie di differenzia per piccole caratteristiche dalle monete che poi entrarono in circolazione è che tutt'ora oggi noi usiamo, tutto viene spiegato bene nei dettagli nel libro scritto da Domenico Luppino sulle indagini effettuate alla Zecca di Roma.1 punto
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Vorrei ricordare a tutti gli utenti che manca pochissimo all' evento, spero che possiate partecipare numerosi! In particolare lo segnalo ad @alb123, potrebbe essere una buona occasione per conoscere i membri del circolo1 punto
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Come giustamente già detto da Tharsu52 è un grosso, dovrebbe essere il M 111 Variante I a ( A.IIII) oppure Variante B, ( A.VI) però la moneta dopo la scritta PONT non è più leggibile ( buco) , forse mi pare di intravvedere IIII. saluti TIBERIVS1 punto
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No, solo un modestissimo numismatico che colleziona e studia monete da circa una cinquantina d'anni!!! Ciao borgho1 punto
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Attendiamo comunque commenti e magari qualche immagine....1 punto
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@aureliotiburzio non chiedo di ringraziare..... ma almeno una "spunta" di presa visione... per il tempo dedicatoti....1 punto
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A dire il vero ci furono delle monete di "prova" adottate da alcuni comuni italiani, in accordo con alcuni istituti bancari, prima dell'introduzione dell'euro. Tali monete non assomigliavano nemmeno lontanamente alle euro monete coniate successivamente, ma fungevano da prova di circolazione comunale, se non ricordo male una moneta di euro prova aveva valore facciale di lire 2000 (per arrotondamento). Tali monete persero valore legale (nel comune di emissione) prima dell'entrata in vigore dell'euro. Posto una immagine trovata sul web per portate un esempio di tali monete.1 punto
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Dal database di Classical Numismatic Group un esemplare di triobolo molto curioso ed interessante (nonché di elevata rarità) che insieme ai tre caratteri della legenda al dritto ed al posto degli stessi caratteri al rovescio presenta tre globetti. Mancano anche i serpenti tra le gambe del tripode ed il granchio al rovescio sembra decisamente più stilizzato. I riferimenti bibliografici sono gli stessi finora indicati ai post 1 e 2. Ex CNG 66/89: https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=475761 punto
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Non mi sembrerebbe Adriano; piuttosto Marco Aurelio o Lucio Vero. Potrebbe essere Marco Aurelio, Dattari 3492.1 punto
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Per me il termine eccezionale viene e deve essere utilizzato per eccezioni, ovvero quando per quel tipo di moneta non si è mai vista tale bellezza o dettagli o conservazione. Sicuramente per monete del Regno e repubblica si può utilizzare questo aggettivo solo per conservazioni super, quindi sopra il normale fdc. Ma per Monete che hanno superato secoli e secoli, eccezionale può essere utilizzato anche per un qspl se non è mai apparso su aste in quella bellezza. Non so se rendo l idea. Io colleziono il 500/600/700 ad esempio del 700 si trovano anche fdc o fs, del 600 difficilmente superano lo spl per tiplogia, del 500 se arrivano allo spl è cosa molto rara ed eccezionale. Poi vi sono le tipologie appunto, di quel tipo non è mai apparsa in spl e io ce l ho? posso dire che è un eccezione,vista la tipologia che di solito presenta al max un bb/spl o qspl.1 punto
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Se io vado in aeroporto e chiedo di registrarmi invece che fare il check in nessuno mi capirebbe. Così come a molti stranieri piacerebbe chiamare la pizza nella loro lingua ....ma non esiste una traduzione. Quindi il check in si chiama check in, la pizza si chiama pizza, la slab si chiama slab. Le nostre preferenze non contano.1 punto
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Devo dire a tua discolpa, e che io avevo capito, che la moneta andava ricercata tra le greche e non tra le magnogreche....come da sezione postata da te. Ma quella moneta della mysia non l avevo trovata. Avanti così. Roberto Per conoscenza aggiungo anche quella per Kroton1 punto
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Buon ferragosto a tutti, il mio è un po' diverso dal solito ma non sono mai stato così felice di lavorare in questa giornata Un saluto da Orvieto, Campo della Fiera Gaetano1 punto
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Buona serata riprendiamo il nostro viaggio tra le "meteore". Durante il dogato di Pasquale Cicogna (1585 - 1595) veniva coniata una piccola monetina in argento, da annoverarsi tra quelle denominate "gazzette". L'anno di emissione pare sia stato il 1587 (pare perché manca la determinazione ufficiale e ci si deve rifare a memorie di zecca); Il suo controvalore era di 2 soldi. Sebbene sia stata emessa anche sotto il doge successivo, Marino Grimani, questa è estremamente rara (R5), indice del fatto che se ne coniarono proprio poche, oppure ritirate in maniera massiccia. Quella a nome del Cicogna sono invece comuni; queste le caratteristiche: Arg. titolo 0,948 - gr. 4,54 - diam. mm. 15 D/ ° PASC ° CICON ° DVX ° S ° M ° V ° - S. Marco stante verso destra porge il vessillo al doge inginocchiato R/ IVSTINA ° VIRGO ° - S. Giustina stante di fronte con libro nella mano sinistra e palma nella mano destra, pugnale nel petto. saluti luciano1 punto
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Buona serata Vediamo insieme un'altra "meteora". Il dogado è quello di Andrea Contarini (1368 – 1382); Venezia è in guerra con Genova e la sua flotta, al comando di Vittor Pisani, è sconfitta duramente in prossimità di Pola dalle galere genovesi che sono risalite lungo l'Adriatico. Continuando la risalita, la flotta Genovese non ha più ostacoli e riesce ad occupare Chioggia; Venezia si trova ad avere il nemico in laguna ed è sotto scacco. Bisogna attuare delle misure draconiane per rastrellare denaro da impegnare nelle spese di guerra ed anche la zecca viene impegnata per raggiungere lo scopo. Tra le varie iniziative viene decisa di riformare la coniazione del soldino, moneta che è tra quelle base degli scambi monetari del Dominio ed è del 19 dicembre 1369 il provvedimento con il quale si decide di ridurre le caratteristiche ponderali della moneta. Se precedentemente il soldino pesava gr. 0,552 con un titolo d'argento dello 0,965, ora deve pesare gr. 0,513 con un titolo d'argento dello 0,952 e per distinguere questo nuovo conio dal precedente, si modifica l'iconografia del diritto, mettendo l'immagine del doge in piedi anziché in ginocchio ed apponendogli davanti la sigla del massaro; nonché del rovescio, apponendovi un leone in soldo (in moleca), al posto del leone rampante. saluti luciano1 punto
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Buona serata Altra meteora veneziana può considerarsi il "Mezzanino" coniato sotto il dogato di Andrea Dandolo (1343 -1354). Malauguratamente i documenti di zecca di questo periodo sono andati persi e non ci sono note le motivazioni tecniche che ne hanno decretato la nascita; sappiamo però, da altre memorie presenti in diversi documenti, che l'anno di emissione fu il 1346 o il 1347. Il Papadopoli nel tomo I° della sua opera "Le Monete di Venezia" scrive di aver trovato in un manoscritto intitolato "Eletioni, Deliberationi, Decreti etc, etc." la seguente annotazione: " …. Nell'anno 1346 il doge Andrea Dandolo fece battere una moneta che si chiamava mezzanino e valeva 16 piccoli". Altre due cronache, la prima attribuita a Daniele Barbaro e l'altra chiamata "Bemba", raccontano che nell'anno 1347 fu decretata la coniazione di due sorta di monete e cioè mezzanini e soldini. Ai fini bibliografici e collezionisti, il mezzanino coniato sotto il dogato di Andrea Dandolo, viene definito del "II° tipo" o "di nuovo tipo", affinché non venga confuso con quello coniato sotto Francesco Dandolo. (vedasi quello postato da ak72) Ma per quale motivo si decise di riconiare il mezzanino modificando le sue caratteristiche iconografiche e ponderali? Venezia attraversava un periodo burrascoso e di grandi sventure; la partecipazione alla inutile crociata indetta da Clemente VI, un violento terremoto che fece crollare non poche infrastrutture cittadine, la peste del 1348 nella quale perirono i 3/5 della popolazione e l'inizio della guerra contro Genova, prosciugarono le finanze. C'era bisogno di recuperare risorse in ogni modo e la zecca doveva adeguarsi a questa esigenza; quindi: ridistribuire i lavori delle maestranze, eliminare gli sprechi, favorire la consegna del metallo in zecca da parte dei mercanti e non ultimo, coniare nuove monete che facessero guadagnare di più. Ecco allora il nuovo mezzanino con le nuove impronte (così da non confonderlo con quello precedentemente emesso sotto Francesco Dandolo) con le seguenti nuove caratteristiche: Argento titolo 0,965 di grammi 0,802; il precedente era di Argento titolo 0,780 di grammi 1,242. Basta fare due conti, moltiplicando il peso di ciascuna moneta per il titolo d'argento e si scopre che tra il mezzanino del I° tipo e quello del II° tipo, la quantità d'argento impiegato era inferiore di circa il 20% ..... e lo Stato guadagnava. saluti luciano1 punto
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