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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/05/17 in tutte le aree
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Non si trova Oro a Roma inteso come minerale grezzo , se non forse in ppm (parti per milione) nel substrato di rocce vulcaniche o al massimo in microgrammi per quintale o tonnellata di roccia , mentre ne e’ stato rinvenuto sotto forma di lingotti , ma sarebbe comunque Oro raffinato quindi semi lavorato ; Roma e’ stata pero’ la Citta’ antica a possederne in grandi quantita’ rispetto alle altre metropoli del mondo antico romano , sotto forma di monete , di arredamenti vari , di gioielli e di statue . Di tutta questa antica ricchezza quello che nei secoli e’ stato rinvenuto , come detto , e’ stato principalmente sotto forma di monete e di gioielli , questo per ovvi motivi dovuti alla facilita’ di tesaurizzazione , mentre gli oggetti piu’ grandi , arredi vari e statue , furono preda di saccheggi e di succesive fusioni del prezioso metallo per meglio trasportarlo , provocando in tal modo una perdita enorme a livello artistico . Uno dei tesori aurei monetali piu’ cospicui rinvenuto a Roma , nel Foro , risale al 17 Dicembre del 1899 , questo tesoro fu rinvenuto in un canale di scolo posto in un angolo della Casa delle Vestali e conteneva 397 aurei tardo imperiali dal peso complessivo di quasi 1.800 grammi conservati in quello che ne rimaneva di una borsa o involucro di pelle . Questi 397 aurei comprendevano Imperatori da Costanzo II a Leone I , di cui 300 esemplari di Antemio , tra questi 397 aurei il piu’ raro in assoluto appartiene a Elia Marcia Eufemia , moglie di Antemio e figlia di Marciano . Molto probabilmente questa ingente somma di denaro fu gettata in questo canale di scolo , oppure vi fu trasportato da altro luogo a monte dalle acque fluenti dello scolo , prima o durante uno dei saccheggi di Roma successivi ad Alarico , poiche’ quasi tutti gli Imperatori coniati sono postumi al 410 . La Casa delle Vestali dove venne trovato era stata chiusa e abbandonata dal Collegio sacerdotale nel 393 a seguito del decreto di chiusura dei templi pagani di Teodosio e il proprietario delle monete forse penso’ bene che nessuno sarebbe andato a cercarlo in un edificio abbandonato e in rovina , ed aveva ragione , pero’ e’ anche vero che lui sicuramente venne ucciso o venne fatto prigioniero e portato via in schiavitu’ senza mai piu’ tornare a Roma , lasciando cosi’ il suo tesoro in eredita’ a noi moderni . La tesaurizzazione di sacchetti in pelle contenenti monete , lasciati in canali di scolo delle acque , non e’ una novita’ per i rinvenimenti a Roma , infatti recentemente monete in bronzo per un totale di 600 pezzi sono state trovate tra Settembre ed Ottobre del 2013 al Circo Massimo , questa notizia è stata resa pubblica presso l’American Academy in un convegno chiamato “New Discoveries at Circus Maximus”. Infatti come dice il titolo del convegno americano il luogo del ritrovamento è avvenuto presso il Circo Massimo , le monete sono tutte in bronzo per un totale di oltre 600 pezzi databili tra il IV ed il V secolo dopo Cristo . Quello che lascia perplessi è che tanti oggetti , oltre alle monete , sono stati ritrovati proprio all’ interno di canalette per lo scarico dell’acqua o in pozzi ; chissa’ quale era il motivo che spingeva a nascondere piccoli tesori in canali dell’ acqua anziche’ magari sotto terra , forse l’ acqua come “simbolo o fonte di vita” auspicava ai proprietari dei tesori a lei affidati , di avere salva la vita nei momenti di estremo pericolo . La notizia del ritrovamento al Circo Massimo apparsa all’ epoca , ma senza foto delle monete in questo link : http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CULTURA/circo_massimo_roma_scavi_tesoro_monete/notizie/551305.shtml Ruderi della Casa delle Vestali nel riquadro rosso8 punti
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Mi sento di dover dire qualcosa mi dispiace ma devo, un qualcosa che va oltre la consegna delle copie alla Biblioteca di Firenze, dovute, non dovute ? Non sembra dagli ultimi riscontri, ma il problema non e' tanto quello, se dovuti, incuso Massimo avrebbe fatto comunque, tra l'altro spendendo penso di suo chi avrebbe pagato ? E stiamo parlando di circa 60 copie, quindi cifra non di poco conto, ma al limite si sarebbe fatto, anche se nel caso sarebbe stata giusta una colletta di condivisione. Ma ripeto non e' questo il problema , si sarebbe risolto in ogni caso, il problema forse non chiaro che qui non stiamo parlando di uno qualunque, Massimo e' Lamoneta, uno dei fondatori, un vice Amministratore, il responsabile dei cataloghi, e sapete che lavoro c'è stato in questa opera che tutti ci invidiano e ammirano, Massimo e' anche i Quaderni di Lamoneta e sapete quanto lavoro, quante notti passate a editare , correggere, riscrivere ha passato ? No, evidentemente no, il tutto in pieno volontariato con un suo lavoro impegnativo diverso, il tutto SENZA FINE DI LUCRO, come tutta Lamoneta e i suoi divulgatori . Quindi i Quaderni, opere di divulgazione totale, per tutti, fatte senza guadagnare un euro da parte di Lamoneta e da parte di altri, diversi divulgatori che lo fanno solo per passione. Su Lamoneta ci sono tanti utenti che fanno della Numismatica un lavoro, giusto sia così, altri fanno solo questo per passione, divulgazione, senza avere nulla in cambio e se anche qualcosa non fosse perfetto, chi e' perfetto oggi ? Nessuno, onore e merito a Massimo e a quello che fatto in questi 14 anni per tutti noi, a volte bisognerebbe sempre pensare all'interlocutore e incuso e' Lamoneta per me, per tutti, la migliore Lamoneta, scusate ma dovevo scrivere questo ....per rispetto di questi 14 anni di favolosa divulgazione volontaria lamonetiana sua ma anche di tanti altri comunque .... P.S. E non dimentichiamoci che Massimo e' stato Parma, i giovani, e scusate se e' poco ...5 punti
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Incredibile come @Legio II Italica riesca ad alimentare continuativamente la nostra passione con continue informazioni storiche e numismatiche: finirà per creare una dipendenza! A proposito dei questo fantastico gruppo di solidi aurei, mi sono ricordato che presso l'Atrium Vestae sia stato ritrovato a fine '800 (dagli illustri Lanciani e De Rossi) un tesoro di monete anglosassoni dell'VIII-X secolo (in argento, come la gran parte della monetazione anglosassone dell'epoca), che doveva essere stato occultato in una borsa insieme ad un solido aureo bizantino di Teofilo, a testimonianza della circolazione anche di nominali aurei, seppur con carattere più eccezionale. A differenza del ritrovamento precedente, che credo sia stato fatto in uno strato coevo al tardo impero, questo tesoro fu occultato probabilmente in un edificio medioevale, costruito sfruttando in parte le murature dell'Atrium Vestae, ma ad una stratigrafia più recente (1,5-2 m al di sopra di quella imperiale) Poi, vista la natura deperibile e quotidiana del loro contenitore (borsa probabilmente contenuta in una ciotola ) doveva essere stato fatto in gran fretta e pensando, anche in questo caso, di poter tornare a breve a recuperarlo. Esiste una bellissima pubblicazione in proposito, fruibile liberamente al link: http://www.bv.ipzs.it/bv-pdf/007/MOD-BP-14-101-561_2232_1.pdf Molto suggestiva anche perchè descrive le circostanze del ritrovamento e riporta un catalogo a colori delle monete ritrovate (anche del solitario solido)4 punti
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Sono d'accordo, se c'è un obbligo di legge bisogna rispettarlo ci mancherebbe. Sul dire invece che chi si imbarca in certe avventure sia uno sprovveduto o faccia le cose alla "carlona", sarei più cauto. Mi spiego meglio lo scopo di questi quaderni è puramente divulgativo, senza fini di lucro, è divulgazione allo stato puro. Per fare e pubblicare questi quaderni, immagino che molte persone abbiano lavorato duramente a puro titolo gratuito. E allora il dire che si è lavorato alla "carlona", suona un pò come una nota stonata. Ribadisco gli obblighi di legge ci sono e vanno rispettati, ma cerchiamo di avere anche un minimo di riconoscenza per chi fa divulgazione a puro titolo gratuito.4 punti
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Come indicato sulla perizia, lo trovi catalogato sull'Attardi (Varianti ed errori nelle monete della Repubblica Italiana) come "difetto J19g" a pag. 296 che riporta: D/Leggenda: senza "REPV" in "REPVUBBLICA"; R/Senza l'1 della data: 964. A pag. 358 (sempre dell'Attardi) vi è una foto di questa moneta: anche in essa la "R" del segno di zecca è parzialmente visibile, così come "REPV" di "REPVBBLICA" (anche se meno leggibile della tua). Viene riportata la rarità (R) e la valutazione: BB=30; SPL=62,50; FDC=125. Tuttavia - parere personalissimo - io non spenderei dei soldi per questo tipo di difetti che, come vedi, sono estremamente variabili e per di più dovuti a conii stanchi. Altro discorso per conii difettosi che creano "fantasmi", mancanze assolute o pareidolie (ad es.: l'uno rovesciato nella data del 5 Lire del 1969).3 punti
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E' dura Giovanni stabilire se si tratta della stessa moneta o meno anche in considerazione del fatto che, dalla foto pubblicata sull' Hirmer e quella di gallery sono passati alcuni decenni e di conseguenza le ossidazioni si sono potute accentuare falsandone la visione. Personalmente non saprei dare una risposta certa, la cosa che mi sembra un pò diversa nelle due monete, sono le lettere " STRA " soprattutto la " RO " ma può anche darsi che sia un effetto ottico dovuto ad esposizione fotografica, in ogni caso ribadisco quello che ho detto nel mio post precedente ci vorrebbe una visione dal vivo soprattutto dei bordi per avere certezze e condivido quando detto da @skubydu che i pedigree sono importanti ma credo che non sempre assicurano l' autenticità e spesso bisogna fidarsi delle proprie conoscenze, competenze ed intuito2 punti
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Buongiorno, noto con grande piacere che siete in prima pagina sul GDN on line, ottimo mi piace !2 punti
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Anche a me sembra q.FDC. E' una tipologia che non mi entusiasma (al contrario della Quadriga briosa), ma quando è in queste conservazioni, non si può non apprezzarla... complimenti: ottimo acquisto, l'avrei fatto anch'io. Ti posto una del 1908 chiusa FDC per confronto.2 punti
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Il sesterzio origine di questa discussione di @vickydog e ritirato dall'asta Naumann 56 è tornato in vendita nuovamente da Naumann ora con una giustificazione ridicola e un chiaro tentativo di sdoganare un falso certo e conclamato: https://www.biddr.ch/auctions/numismatiknaumann/browse?a=195&l=181125 La cosa è quantomeno vergognosa a mio modo di vedere. Ricordo che non esistono questi conii su altri sesterzi autentici di Caligola e la loro opinione che questa moneta sia coniata anche se fosse in ultima analisi confermabile (lo dubito fortemente, dove sono i segni di coniatura? Forse che scambiano per segni di coniatura la ripresa a bulino e l'abbassamento dei fondi??) vorrebbe dire che ignorano dell'esistenza di falsi coniati? Se una moneta è coniata è automaticamente autentica? Direi che smetterò da ora in poi di osservare le aste di questa casa d'asta e preoccuparmi di segnalargli dei falsi. Mi sono intanto già cancellato dalla loro newsletter.2 punti
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E si caro Babelone, passi la mano al probabile acquirente. Più o meno, come Pilato. Anche io condivido che una visione dal vivo, potrebbe dare spunti che con le foto ci trasportano in altre direzioni. Ho attentamente scrutato le foto che disponiamo e rilevo qualche "anomalia" tra la foto recente (51 Gallery) e la foto che è pubblicata sull'Hirmer. Di contro mi ritrovo con le lievi ossidazioni da solfuro d'argento, perfettamente in tutti i punti che si riscontrano sull'Hirmer. Compresi i bordi. E allora .......... Può aver ragione il commerciante in pensione che menziona aemilianus 253 ? O sono effetti ottici da riproduzione di immagini? Più tardi posterò i punti che mi "incuriosiscono ".2 punti
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Buongiorno @palpi62,no in mostra non e' presente la lastra di S.Cumiano,viene pero' citata nel testo del catalogo nella sezione sulla scultura longobarda. Permettetemi un aneddoto,molti anni fa visitai Bobbio con mia moglie e lei,completamente a digiuno di arte longobarda,trovandosi faccia a faccia con la suddetta lapide esclamo' stupefatta "sembra che respiri",tanta e' la potenza di questa opera d'arte.2 punti
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Ciao @Jacopo92, se è un 10 tornesi di Francesco II è zecca Napoli. Per le monete della zecca di Roma troviamo l'obliquo in direzione opposta, cioè che parte dall' alto a sinistra e scende verso destra. Spero di essere stato chiaro. Saluti Angelo2 punti
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eccomi!!!! sono stato alla mostra domenica... parto dal catalogo, lo sto leggendo, in ogni caso mi sembra molto ben fatto, corposo, con belle foto e ad un prezzo accettabile... (39 euro alla mostra) la mostra è molto piacevole, con pezzi di grandissimo pregio, forse "poco" numericamente, perché poco è ciò che abbiamo... appunti che posso fare: 1 - le teche delle monete sono davvero alte... se guardi la moneta da sopra, è lontana...se la guardi di lato, la vedi poco.. insomma ...le monete risultano poco godibili.... ultimamente in Polonia ho visto delle soluzioni "a libro" con pannelli trasparenti per vedere fronte e retro a distanza zero.... su questo non ci siamo 2 - lo spazio espositivo è limitato, ma forse si poteva fare qualcosa di meglio a livello di cartellonistica ... 3 - la pubblicizzazione dell'evento è nulla.....nessuno delle persone che conosco "extra numismatica" sapeva della cosa....scusate ma è assurdo.... insomma, per me è stato molto bello perchè ho apprezzato "i pezzi in sé" ... ma chi ama l'arte non sapendo molto dei longobardi esce senza aver "sentito l'emozione" ... purtroppo, anche quello serve ... diciamo "l'effetto wow" ...che permette a una mostra così di fare incassi 10 volte superiori...la qual cosa non guasterebbe a prescindere dalla bontà dei pezzi... mi spiego... un buon piatto ben presentato è meglio del medesimo cibo presentato male no?2 punti
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Anche se statisticamente hai ragione, direi almeno al 95%, mi chiedo se la sicurezza che dimostri ha altre origini oltre la statistica, perchè vedere nel fondo di quel carattere una L o una T è una bella impresa. Chi colleziona queste monetine si aggrappa anche a quel misero 5% di possibilità, o anche meno, che la propria moneta sia una "cosa speciale", una "rarità", un "dì di festa" anche se poi sarà come "II sabato del villaggio". Io credo che questa speranza sia la molla che fa scattare la voglia di collezionare le monete altrimenti faremmo altre cose certamente più produttive. Quindi, con tutti i "forse" e i condizionali del caso, mi piace segnalare quella possibilità anche se remota, forse qualcuno non la ricordava o non la conosceva, forse qualcun altro si metterà alla ricerca fra i propri doppioni quasi illeggibili se ci fosse una petachina con quelle caratteristiche ...ovviamente non la troverà ma avrà imparato una cosa in più e avrà passato qualche minuto emozionante.2 punti
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Così mi hanno replicato dopo aver segnalato che l'editore è straniero. A successiva mail in cui chiedevo comunque indirizzo di dove spedire mai hanno risposto. Su numismaticamente non sono informato @reficul ? I Quaderni sono in dirittura di arrivo. Purtroppo nuovi e pressanti impegni lavorativi mi tengono lontano dal forum Tu quoque numa fili mi? Che la richiesta sia legittima ok. Accettiamo però il fatto che viviamo in un mondo che non è piú quello dell'ottocento e che magari oggi esistono strumenti piú adeguati oltre ad una certa esplosione del numero di libri o libelli pubblicati.2 punti
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Ciao Mimmo, Come ti hanno giustamente osservato sopra, dalle foto, non si può mai stabilire effettivamente il giudizio di conservazione. Quello che viene dato è un parere. Io suggerisco sempre di sviluppare un proprio gusto personale, un proprio occhio critico così da saper valutare da se una moneta (nei limiti di quello che si può comprendere da una fotografia). L'acquisto dei libri è indubbiamente una ottima mossa da parte tua, ma per acquisire un po di dimestichezza ci vorrà qualche tempo, ma hai fatto benissimo a porre una domanda simile, cosicchè puoi avere più opinioni, e nella moltitudine dei consiglieri c'è la riuscita, diceva un antico proverbio. Avrai capito che la monetazione Borbonica ha una caratteristica peculiare: i difetti di conio. Quali possono essere questi difetti di coniazione? Ce ne sono diversi, che poi variano anche nel corso delle epoche a seconda del ciclo produttivo. Per questa tipologia, le più ricorrenti, semplificando al massimo, sono: - debolezze di conio. Durante la coniazione, il conio (volgarmente sarebbe lo stampo con cui viene riprodotto il disegno della moneta sul tondello ancora vergine) non si "riempie" in tutto il suo rilievo (cioè, questo stampo, per generare i rilievi che vediamo sulla moneta, sarà uno stampo in incuso, quindi "al contrario) generandone alcuni dettagli che si vedeno più basso degli altri. - mancanze di metallo, cioè quando la moneta presenta delle parti mancanti di metallo. - esuberi di metallo, quando nel disegno della moneta compare un rilievo che non dovrebbe esserci. Scritta così è veramente strana come cosa, ma per ora concentrati solo nel ricordare questo dettaglio, vedrai che non sarà difficile capire a cosa si riferisce e perchè. Cerco di non darti troppe informazioni per non confonderti le idee. - decentrature. In pratica quando la moneta non ha un bordo ben centrato, ma questo appare più pronunciato da una parte e meno dall'altra. - graffi di conio. E' il difetto più "invalidante" secondo me. In pratica, ti capiterà sovente di vedere monete che presentano i dettagli come se fossero graffiati. Tutte queste problematiche rendeno ciascuna moneta "unica"... nel senso che difficilmente troverai lo stesso "risultato tecnico" per la stessa tipologia monetale, dello stesso anno, con gli stessi identici difetti di coniazione. E qui scatta, se vogliamo, il "divertimento". Nel senso, che puoi divertirti nel cercare la moneta più "perfetta" per te, con meno difetti possibili. Sicuramente troverai un pezzo che ti piace per alcuni aspetti, ma meno per altri. Cosa farai? lo prenderai lo stesso, come tipologia, oppure aspetterai per trovarne uno migliore? magari con più rilievi possibili ben impressi? O con una bella patina? Ovviamente, non è difficile immaginare che più "perfetta" la cercherai, più difficile sarà trovarla (anche per un anno comunissimo!), e maggiore sarà il suo costo (di nuovo, anche per un anno comunissimo). Facendo un esempio pratico di questo pezzo che hai messo in discussione, si possono vedere alcune problematiche tecniche che ti ho evidenziato in rosso: - debolezza di conio (cioè sembrano apparire più "bassi") nella parte alta destra del bordo dello stemma, dei tre gigli piccoli e di una palla nel quarto dei medici, e delle torri nel quarto del portogallo. Sempre nel quarto del portogallo, noterai che la parte più interna presenta dei puntini. Questa è una variante, se controlli altre piastre capirai subito la differenza cui alludo. Per il resto sembra avere una bella centratura, ma, sinceramente, una patina che a me veramente non piace per nulla. Anche la moneta, nel complesso, impazzire proprio non mi fa...2 punti
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Fabio si pentirà di aver dimostrato apprezzamento per le medaglie pavesi!! Grossa Medaglia su cui certamente ho bisogno di confrontarmi perché non ho le idee chiare. Diametro 145 mm. (si avete capito bene quasi 15 cm) Peso 750 gr. (si avete capito bene, spaghetti per 7/8) DRITTO San Bernardino da Feltre in veste da frate con aureola raggiante. EFFIGES:B:BERNARDINI:TOMIT:DE:FELTRO.STRICT:OBSERV:S.FRAN:PROT:P.P. RETRO: Spettacolare veduta di Pavia a grande rilievo, putti che sorreggono stemma di Pavia e altro che non conosco (chiedo aiuto agli araldici), REGIA:CIVITATES:PAPIAE Sulla base: G. S. F. Sulla data è difficile esprimersi. La mura sono quelle spagnole che dal 1560 restano fino a metà dell' '800. Bernardino nasce nel 1439 e muore a Pavia nel 1494. viene beatificato nel 1654. Quindi se pensiamo possa essere commemorativa di morte le scelte sono: 1694 (per me troppo bella per tale ipotesi), 1794 (per me data probabile), 1894 (per me troppo grezza per tale ipotesi) , ma sulla data è proprio nebbia. La scritta secondo me vuole dire: EFFIGE DEL BEATO BERNARDINO TOMITANO (cognome da civile) DA FELTRE STRETTAMENTE OSSERVANTE DI SAN FRANCESCO PROTETTORE DI P.P.(Pavia??) Ci sono di quesiti veramente pesanti!!1 punto
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Due monete con la mappa dell'India, quella da 2 rupie è già stata postata qui: Le mie: 2 rupie del 2003 e 50 paise del 19941 punto
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Oggi,complice il fatto che mi trovassi a Pavia,ho fatto un'incursione al book shop della mostra in castello,sperando di trovare qualche titolo nuovo sugli scaffali,e "purtroppo" e' andata proprio cosi':1 punto
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Ciao a tutti, Belle monetine, sarà che ho apprezzato questa tipologia "invecchiando", negli anni passati con il 1913 mi ero sbizzarrito, sia con varianti patinate che non... Il '13 è un po rompiscatole per le debolezze che si porta dietro, ma con un po di pazienza si trova bellino... Visto che viene dallo stesso commerciante posto anche uno dei miei esemplari, sia il modello "spik & span" che credo apprezzerà l'ottimo @El Chupacabra (a proposito, bello il tuo 8, con la patina quella bersaglio ed in quelle tonalità sono le mie preferite) sia il modello "zozzo che più zozzo non si può proprio come piace a me" Le foto sono state scattate dai rispettivi venditori1 punto
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La mia personale opinione è che si tratta della stessa moneta . Impossibile riprodurre ossidazioni con solfuri , negli stessi spazi. Con molta probabilità saranno stati integrati alcuni punti ( becco dell'Aquila) e nel piumaggio del collo sarà stato aggiunto un un codolino di pasta d'argento che mi ha fatto sospettare. Peccato che il libro Hirmer , non ci da il peso.1 punto
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Sarebbe bello possedere qualche biglietto che è stato utilizzato per quel film in questo caso sarebbero naturalmente solo delle copie realizzate all'epoca e non dei falsi. Chissà che fine hanno fatto..... sono degli oggetti di scena, molto apprezzati dai collezionisti del settore, li apprezzerei pure io! Certificati dalla casa produttrice del film come "originali" copie usate per le riprese.... mi sa tanto che varrebbero più delle autentiche! e con sopra un autografo del Grande Totò..... sarebbe il massimo!1 punto
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Non si tratta di un errore di stampa: la fascia argentata è stata asportata in maniera fraudolenta, tramite elettrolisi, probabilmente, o tramite un solvente. La prova che non si tratta di una mancanza è la scritta blu in basso interrotta. Questo biglietto, quindi, vale (forse) i 5 euro del facciale1 punto
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Io la ratio la capisco e la condivido anche ma....questi libri che vengono chiesti perché vengano preservati, che fine fanno ? Possono essere consultati, richiesti, scannerizzati o....li si accantona e basta ? Perché nel primo caso mi va bene l'imposizione, nel secondo.....avrei qualcosa da ridire. Grazie1 punto
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Ciao @volituripsetibiphoebus, grazie per la tua importante e graditissima risposta , cerco solo con l' aiuto di tutti voi di rendere interessante la Sezione e nel tuo caso specifico ci sei riuscito alla grande , splendido l' articolo anzi , vista la mole , il libro da te allegato , peccato solo che sia in massima parte in Inglese il che rende non facile per tutti la completa traduzione , facile invece per le splendide monete descritte . Chiamo in aiuto @Theodor Mommsen, per la sua grande competenza in materia affinche' ci illustri con parole sue la storia e le circostanze di questa seconda scoperta monetale presso la Casa delle Vestali , strana circostanza che a distanza di secoli una persona abbia sotterrato un secondo tesoro praticamente nello stesso luogo del primo , forse una reminiscenza pagana del sacro fuoco di Vesta ? In questo luogo infatti venivano affidati alle Vestali importanti e preziosi documenti , tipo i testamenti , come ad esempio fece Giulio Cesare e se ricordo bene anche Augusto .1 punto
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Ciao, è una moneta da 5 pya del 1966 in alluminio di Burma (Myanmar) https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=742801 punto
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Anch'io concordo con voi , io non ho interesse per queste tipologie di monete. Cmq l ho presa solo x curiosità e poi il prezzo non era alto. Grazie x l esaustiva spiegazione.1 punto
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Anche se l'avevo già catalogata, grazie mille per le ottime foto!!1 punto
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Trovato su acsearch.info! CRISPUS (1/04/317-09/326) Flavius Julius Crispus César(317-326) Centenionalis ou nummus N° v27_0423 Date : 321 Nom de l'atelier : Lyon Métal : cuivre Diamètre : 20,5mm Axe des coins : 6h. Poids : 3,42g. Etat de conservation : FDC Prix de départ : 100 € Estimation : 150 € Prix réalisé : 210 € Nombres d'offres : 7 Offre maximum : 255 € Commentaires sur l'état de conservation : Exemplaire sur un petit flan bien centré. Beau portrait inhabituel de Crispus avec une usure de surface. Revers de style fin, servi par une jolie patine marron clair. N° dans les ouvrages de référence : B.102 pl. VI ( 52 ex.) - RIC.133 - C.6 Pedigree : Cet exemplaire provient de la vente Classical Numismatic Group (CNG) 60, 22 mai 2002, n° 1905. Titulature avers : CRISPVS - NOB CAES. Description avers : Buste lauré et cuirassé de Crispus à droite, avec pan de paludamentum, vu de trois quarts en avant (B*01). Traduction avers : “Crispus Nobilissimus Cوsar”, (Crispus très noble césar). Titulature revers : BEATA TRANQVILLITAS/ V.O/ TIS/ XX/ C|R// PLG. Description revers : Autel sur la face antérieure duquel on lit VO/ TIS/ XX en trois lignes ; sur l’autel, un globe divisé en quatre parties ; au-dessus, trois étoiles. Traduction revers : “Beata Tranquillitas/ Votis vicennalibus”, (L’heureuse Tranquillité/ Vœux pour le vingtième année de règne). Commentaire à propos de cet exemplaire : Rubans convergents : rubans descendant verticalement le long de la nuque (type 3). Cuirasse lisse pointée. Epaulière cloutée. Ptéryges fines. Au revers, les lettres dans le champ C|R pourraient être les initiales de “Claritas Reipublicو” pour l’éclat de la République. Pour le droit, notre exemplaire est très proche de l’exemplaire de l’Ashmolean Museum d’Oxford, Bastien n° 102b, pl. VII. Début de cassure de coin perceptible au revers dans la légende au niveau de TRAN de “Tranquillitas”. Nous n’avons pas relevé de liaison de coin pertinente. Commentaires : La septième émission, la première pour “Beata Tranquillitas” est importante. Le Docteur Bastien avait recensé 230 nummi en 1982 avec de nombreux bustes avec attributs. De nombreux inédits des Supplément I en 1989 et Supplément II sont venus compléter cette liste, non encore exhaustive. Le revers est lié au quinzième anniversaire de règne qui a débuté le 25 juillet 320 (quindecennalia). Le revers avec l’autel, le globe et les trois étoiles surmontant ce dernier présente un caractère cosmique. Il rappelle aussi la place de Constantin Ier dans l’Empire comme le principal auguste. Licinius Ier et son fils ne sont plus associés à ce monnayage à Lyon. Nous avons 178 nummi pour les bustes courants (A*) (A*2) et (B*). Pour le buste (B*), nous avons des pièces principalement pour Constantin Ier (71 ex.), Crispus (52 ex.) et Constantin II césar (1 ex.). Pour notre type, nous avons seulement un type de césure au droit. Historique : Crispus est le fils de Constantin et de Minervine. Né vers 300, il fut nommé césar en 317 avec Constantin II et Licinius II. Il fut accusé par sa belle-mère d'avoir voulu abuser d'elle, à tort ou à raison. Constantin, devant ces accusations, fit mettre son fils aîné à mort au début 326.1 punto
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Ciao, ne ho visti altri con questa particolarità...1 punto
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Ciao @Cromio di Aitna, sicuramente sarai aggiornato meglio di me. Ho solo evidenziato quando si discuteva durante i convegni con vari commercianti, personalmente non sono aggiornato da anni , poiché non frequento più i convegni. In merito alla definizione "reperti" , ricordo che si discusse tanto anni fa. Allego un comunicato emesso da Giulio Bernardi nel luglio del 2010. Magari sarà stato oggetto di discussioni , o lo si può sempre discutere .1 punto
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Le monete russe a 0,50 non si trovano certo facilmente! ottima pescata. Anche il 2 1/2 lussemburghese...1 punto
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Cari amici del Forum, provo a sfruttare lo spazio gentilmente messo a mia disposizione dallo staff... Quanto segue vuole essere, senza pretese di verità, una mia libera interpretazione, un'ipotesi su cosa poteva essere il concetto di Genio nella mentalità degli abitanti di Roma Imperiale, e di quanto questa idea, sotto vari aspetti, sia ancora presente in noi "Romani moderni". Il tutto accompagnato da qualche bella moneta, non necessariamente in ordine cronologico. Troverete qualche discordanza con quanto si legge sui libri, ma si tratta di un argomento intricato e controverso, evolutosi di generazione in generazione, dunque basato su interpretazioni di interpretazioni precedenti, questa è la mia :) Quindi, se avrete la pazienza di leggere, e qualcosa non vi convince (e ci sarà sicuramente) vi prego di farmelo notare, spero di aver modo di discuterne con voi e colmare le mie lacune, il motivo principale che mi ha fatto avvicinare a questo Forum. Exergus Il Genio Romano Nel politeismo degli antichi romani, una figura molto importante era il Genio, una divinità protettrice, discreta ma onnipresente, che faceva da tramite con gli Dei; presente in ogni individuo, e successivamente in ogni animale, cosa o luogo; e così, città, cittadini, strade, incroci, porte, animali, piante, oggetti, e qualsiasi cosa vi venga in mente aveva il proprio Genio, divinità comprese. La nascita dell'idea che tutto abbia uno spirito è una concezione le cui radici si perdono nella preistoria. L'etimologia del nome Genius è da ricondurre a 'gen-' generare, ma non è ben chiaro se sia da intendere in senso attivo o passivo; qualcuno propone che possa derivare dalle religioni pre-islamiche, dove sono presenti i Jinn, nome con forte assonanza fonetica, ma questi, benché somiglianti ai benevoli Genii nella funzione di intermediari tra l'uomo e le divinità, sono invece entità maligne nate all'inizio dei tempi; è più probabile che il concetto romano di Genio, o parte di esso, sia stato ereditato dagli Etruschi; anche nella cultura Greca sono presenti spiriti simili, i Dàimon (demoni), che, per quanto foneticamente distanti, hanno diverse funzioni e poteri in comune. Non è possibile attribuire questa "invenzione" a nessuna civiltà in particolare, e vista la nota capacità dei romani di assimilare e sviluppare le usanze e la tecnologia dagli altri popoli, suppongo che la loro concezione del Genio e dei suoi poteri, fosse un calderone dove si mescolavano le tradizioni delle loro origini ed elementi di tutte le culture animiste con le quali sono entrati in contatto. Nel corso dei secoli i Genii romani sono andati confondendosi con i Mani, i Lari ed i Penati, condividendo alcune caratteristiche, prima fra tutte quella di proteggere i mortali, anche se in realtà c'è una differenza fondamentale, questi ultimi esistono già da lungo tempo, ed entrano in gioco dopo la nascita dell'individuo, mentre il Genio presiede alla nascita dell'uomo, anche se in modo piuttosto misterioso, o alla costruzione di un edificio, e nasce contemporaneamente ad esso. Si trattava di uno spirito guardiano che seguiva l'individuo senza allontanarsi mai, con la funzione essenziale di mantenerne l'esistenza, consigliando l'uomo nelle decisioni difficili, e se non era propizio si limitava a guardare da un'altra parte, infatti il Genio non era un'entità molto propositiva, quindi sarebbe meglio dire "sconsigliando". Per fare un esempio numismatico: quando vediamo una moneta che ci piace ma "una vocina", senza dirci il motivo preciso, ci sconsiglia di acquistarla, ecco, questa è una manifestazione del Genio, chi di noi non si è mai detto: "avrei dovuto ascoltare la vocina...".Ma per ascoltare la voce del Genio abbiamo bisogno di tranquillità interiore, dobbiamo estraniarci dalle ansie che distolgono la nostra mente, in modo da percepire con chiarezza la "voce della saggezza". Chiaramente il 'Genio Numismatico' al pari degli altri, diventa più potente con l'esperienza personale, o forse, diventa più esperto chi nasce sotto la protezione di un Genio più potente, in ogni caso, potere dell'individuo e potere del Genio, come sono nati così crescono: assieme. Nei millenni il concetto di Genio non è andato perduto e sopravvive a tutt'oggi, alcuni sono diventati i nostri Angeli Custodi e i Santi Patroni, anche in Oriente l'idea degli spiriti presenti in ogni cosa è ben vivo e si integra nella religione ufficiale, ad esempio in Thailandia, benché la religione di stato sia il Buddhismo, esistono spiriti per ogni cosa e vivono in luoghi specifici, o nel caso degli spiriti erranti, nelle piccole "case degli spiriti" delle vere e proprie case in miniatura che i Thailandesi collocano davanti alle loro abitazioni, facendo offerte quotidiane di cibo, bevande, fiori e incenso; cito un esempio su tutti, lo spirito della soglia, si trova proprio sul pavimento in corrispondenza della porta d'ingresso, è considerato di cattivo auspicio calpestare la soglia, bisogna scavalcarla per rispetto dello spirito che lì vive… vi ricorda qualcosa? Una tradizione simile l'abbiamo anche noi, magari per altri motivi: portare in braccio la sposa attraverso la porta, una tradizione ereditata dai Romani. Non esiste una raffigurazione specifica del Genio, le più frequenti sono esseri alati e/o giovanetti (maschi) spesso rappresentati con cornucopia e a capo coperto, in alternativa potevano avere forma di animali, il più diffuso dei quali era il serpente, un animale legato alla cultura mistica di tutto il mondo, antico e moderno. Un Genio su un vaso del 320 a.C proveniente dal sud Italia, un Genio alato con cornucopia, ed un altro molto simile ad un amorino moderno Il Genius Loci Il serpente è la tipica rappresentazione del Genius Loci, il Genio del luogo, raffigurato spesso sopra un altare, mentre si nutre di frutta, a simboleggiare il rinnovamento della vita, oltre ad essere il protettore del luogo vigila anche su chi vi abita o vi transita, in suo onore venivano eretti degli altari in luoghi particolari, le offerte erano fiori, frutta e incenso (…piuttosto simile alle case degli spiriti Thailandesi…). Possiamo renderci conto della presenza del Genius Loci quando ci troviamo in un posto particolare, dove si avverte quel "non so che" nell'atmosfera del luogo, "l'essenza divina" qualcosa di unico che altri posti non hanno, più l'atmosfera è intensa, più è potente il Genius Loci; ad esempio edifici antichi ricchi di storia, come il Pantheon, o manifestazioni naturali come un luogo con un bel panorama, una cascata imponente, un fiume, una montagna, un vulcano e così via; nello stesso luogo possono coesistere altri Genii minori in una sorta di gerarchia, quindi il Genius Loci della cascata sarà subordinato al più potente Genius Loci della montagna. Bacco e il Genius Loci del Vesuvio La benevolenza del Genio dipende dal rispetto che il suo protetto (o chi transita) gli riserva, se non si rispetta il proprio Genio, o qualsivoglia Genius Loci non rispettandone il luogo, tutto si ritorcerà contro. Un concetto che dovremmo tener presente anche noi moderni nei riguardi del nostro pianeta. Il Genius Loci non ha sesso, quando si invocava bisognava precisare 'sive mas sive foemina', che sia maschio o che sia femmina, altra caratteristica degli Angeli moderni. Il Genio è una presenza frequente sulle monete romane, iniziata già in epoca repubblicana, quella che segue è la prima rappresentazione certa (senz'altro una delle prime) del Genio del popolo romano(GPR) a prova di quanto il culto fosse diffuso e riconosciuto dallo stato. Il Genio del popolo romano, su un denario della Gens Cornelia Cn.Lentulus, denario, 76-75 a.C. Crawford 393/1a. Sydenham 752. RSC Cornelia 54. Dritto: busto del Genio del Popolo Romano rivolta destra, GPR sopra Verso: EX-SC, CN.LEN.Q sotto scettro, globo e timone E' comunque ancora riferita ad un'entità associabile all'operato umano, all'identità del popolo di Roma. La fase successiva è quella dell'associazione con i Lari, che ha portato ad attribuire un Genio anche alle cose inanimate ed ai luoghi. Sull'esempio che sto per fare qualcuno griderà al sacrilegio (su questa moneta dedicata ai Ludi Apollinari) perché tradizioni antiche legano Apollo a Pitone (o Delfine), un serpente (o drago) che nella pianura di Crisia si abbandonava ad ogni tipo di saccheggio, intorbidando le acque dei ruscelli, portando via mandrie e contadini, devastando i campi e spaventando le Ninfe, e che Apollo uccise a Delfi con arco e frecce, ma il serpente avvolto su un tripode, qui rappresentato, non mi sembra qualcosa di minaccioso o di negativo, e mi ricorda decisamente l'immagine di un Genius Loci del periodo imperiale. Gens Volteia M. Volteius M.f , denario, Roma 75 a.C. Al drittola testa laureata di Apollo, al verso un serpente avvolto su tripode. Crawford 385/5. Sydenham 778 (R8). RSC Volteia 5. Il ruolo del Genio/serpente non è necessariamente da protagonista, come ad esempio su questo aureo dove viene nutrito dalla Salus (legata al serpente tramite Asclepio, l'eroe/dio della medicina, che alla sua morte venne trasformato nella costellazione del Serpentario), in questo caso si potrebbe (liberamente) interpretare come la Salus che nutre il Genius Loci del territorio di Roma, il quale protegge e mantiene in salute anche chi vi abita. Adriano e la Salus RIC II (1926) 46c, aureo, zecca di Roma, 118 d.C Dritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG Verso: PM TRP COS I I I, Salus seduta che nutre un serpente (Genius Loci) avvolto su un altare. Esergo: SALVS AVG In età Augustea ogni uomo aveva il suo Genio, mentre le donne avevano la Iuno, che si occupava di questioni prettamente femminili, abbiamo la Iuno Virginalis, della verginità, la Iuno Iugalis, "del matrimonio", la Iuno Pronuba, "della sposa" e la Iuno Matronalis", della donna sposata. Il letto matrimoniale è consacrato al Genio, e vista la sua interazione con la nascita, veniva definito Lectus Genialis, la sua logica conseguenza era il Genius Natalis, il Genio del giorno della nascita o Genio personale, festeggiato soprattutto nel giorno del compleanno con libagioni (che comprendevano anche una torta), incenso, ghirlande, fiori e vino; la locuzione latina "indulgere Genio" significa lasciarsi andare a soddisfazioni personali e per estensione, al bere. Il Genio non chiede rinunce, anzi invita a godere dei piaceri della vita, ma secondo il principio di saggezza dei romani, senza cadere negli eccessi. Sul Genio Natalis venivano inoltre pronunciati i giuramenti. Secondo credenze popolari, anche le divinità avevano il loro Genio, generalmente raffigurato in forma di animale, e ciò non mi stupisce, visto che persino Giove, il padre degli dei, appena nato, ha rischiato di essere divorato da suo padre, ed è stato salvato da Amaltea, secondo alcune tradizioni una ninfa secondo altre una capra, che lo appese ad un albero in modo che Crono non potesse trovarlo "né nel cielo, né sulla terra né per mare" in seguito Amaltea si prese cura di lui allattandolo; la cornucopia (il corno di Amaltea, che Giove bambino spezzò giocando) è uno degli "attrezzi" tipici del Genio. Tra i Genii/avatar più conosciuti abbiamo l'aquila di Giove, il pavone di Giunone, la civetta di Minerva e il cervo di Diana, tutti presenti su monete imperiali. Benché questi animali siano considerati da tradizioni più antiche come estensioni delle divinità che accompagnano, fanno anche da intermediari con gli esseri umani, una funzione propria del Genio. Giove e l'aquila di Costantino Magno RIC VII 5, follis, zecca di Heraclea quinta officina, 313 – 314 d.C. Dritto: IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG Verso: IOVICONSER – VATORIAVGG, Genio con scettro, regge Vittoria su globo, ai suoi piedi un'aquila con una ghirlanda nel becco. Esergo: SMHT, epsilon in campo destro Giunone e il pavone su un sesterzio Faustina minore RIC III (Marco Aurelio) 1651, zecca di Roma, 154 – 157 d.C. Dritto: FAVSTINA AVGVSTA Verso: IVNONI REGINAE, Giunone in piedi con scettro e patera, pavone ai suoi piedi In campo: S C Domiziano con Minerva e la sua civetta (la moneta è di Crivoz) RIC II (ed.1926) 132 (657 nuova edizione), denario, 88-89 d.C. Dritto:IMP CAES DOMIT AVG GERM PM TRP VIII, Verso:IMP XVII COS XIIII CENS PPP, Minerva con lancia e scudo su prora, civetta ai suoi piedi. Diana e il suo cervo su un antoniniano di Postumo RIC Vb 300, antoniniano, zecca di Colonia, 260 – 269 d.C. Dritto: IMPCPOSTVMVSPFAVG Verso: DIANAEREDVCI, Diana con arco conduce un cervo. Una categoria curiosa ed interessante sono i Genii lavoratori, o inventori, che vegliano sulle varie arti e mestieri, tra questi abbiamo i Genii che battono moneta, i Genii orefici, musicisti, pittori, scultori, come esistono per i falegnami, i fabbri, i mercanti e comunque per ogni categoria, corporazione o società, e per qualsiasi attività ed evento rilevante, anche in campo militare e amministrativo, cito ad esempio il Genio dell'esercito, predominante su tutti gli altri Genii militari, come quello della legione, della coorte, dello stendardo, della spada e delle calighe, abbiamo il Genio del Senato, o quello della Giustizia, divinità legata a Nemesi "la vendetta divina" l'inesorabilità della giustizia, e che viene spesso raffigurata nell'atto di reggere un serpente; su questo aureo di Adriano, si nota la presenza di un serpente, seminascosto, quasi confuso con la sedia, tanto da non essere nemmeno citato dal RIC, ma presente e vigile, svolgendo le funzioni di Genius Loci del tribunale. Aureo di Adriano con la Giustizia RIC II 252a, aureo, zecca di Roma, 134-138 d.C. Dritto: HADRIANVS AVG COS I I I PP Verso: IVSTITIA AVG, Giustizia seduta a sinistra con patera (io ci aggiungo anche un Genius Loci) Il serpente è sulla sedia, sopra la spalla destra della Giustizia, all'altezza del volto Il Genio del Senato di Antonino Pio RIC III 69, denario, zecca di Roma, 140 – 143 Dritto: ANTONINVS AVG PIVS PP TRP COS III Verso: GENIO SENATVS, Genio in piedi a sinistra con ramo e scettro. Aureo di Adriano con Roma e il suo Genius Loci RIC II (1926) 77c, aureo, zecca di Roma, 119 – 122 d.C. Dritto: IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG Verso: PM TRP COS III, Roma seduta con lancia e Vittoria, dietro la sedia uno scudo (…e Genius Loci). Anche qui, il Genius Loci non è assolutamente il personaggio principale, ma svolge con una presenza discreta, una funzione di controllo guardando le spalle a Roma, la sua protetta. Nemmeno per questa moneta il serpente è citato dalla descrizione del RIC, è piccolo e dietro la sedia, sopra un piccolo altare. Il Genius Loci del Circo su un aureo di Adriano RIC II (1926) 144, zecca di Roma, 121 d.C. (A.V.C. 874) Dritto: IMP CAES HADRIANVS AVG COS III Verso: ANN DCCCLXXIIII NAT VRB P CIR CON, giovane figura maschile (Genius Loci) con ruota. Il Genio Augusti Il Genio dell'imperatore era il più potente e il più temibile dei Genii individuali, come l'imperatore era superiore agli altri esseri umani, così era per il suo Genio, e veniva considerato il Genius Loci di tutto l'impero romano, e numerosi templi dedicati al Genio Augusti sorsero in varie parti dell'impero. Dato che l'imperatore era il Pater Patrie, il suo Genio lo consigliava nelle decisioni da prendere per il bene dell'impero e dei sui cittadini. Quando Ottaviano rientrò a Roma dopo la battaglia di Azio, apparve chiaro al senato che si trattava di un uomo di grande potere e successo, un chiaro marchio divino, così fu decretato che tutti i banchetti comprendessero una libagione offerta al suo Genio. Questo diede inizio alla tradizione degli imperatori "divini", ad ogni modo la "divinità" era legata alla carica e non all'uomo, infatti gli imperatori romani hanno dato ampia prova di non essere né divini né immortali. La rappresentazione del Genio su monete in età imperiale ha avuto inizio con Nerone, ed è stata ripresa, più o meno spesso da molti imperatori successivi. Un dupondio di Nerone, primo imperatore a rappresentare il Genio su monete. RIC I 215, zecca di Roma, 63 d.C. Dritto: NEROCLAVDCAESARAVGGERMPMTRPIMPPP Verso: GENIO AVGVSTI, Genio con cornucopia e patera su altare Esergo: T, in campo SC Un Genio Imperatoris di Galerio RIC VI 101a, follis, zecca di Alessandria prima officina, 308-310 d.C. Dritto: IMPCGALVALMAXIMIANVSPFAVG Verso: GENIOIMP – ERATORIS, Genio con patera e cornucopia, in testa un modius Esergo: ALE, in campo K, A su P Genio Caesaris di Massimino Daia RIC VI 36, Heraclea quarta officina, dicembre 308 – maggio 310 d.C. Dritto: GALVALMAXIMINVSNOBCAES Verso: GENIOCA – ESARIS, Genio con patera e cornucopia. Esergo: dot HT delta dot Propiziarsi il favore del Genio Imperatoris, o del Genio Augusti, faceva sì che ciò avesse effetto anche sui Genii delle truppe sotto il suo comando. Le truppe provinciali ampliarono l'idea del Genio di Stato, nella Britannia romana sono stati rinvenuti altari dedicati ai Genii di Roma ed a tutti i Genii delle legioni, delle coorti, delle alae e delle centurie presenti in Britannia, come ai Genii del pretorio, dei castra e persino dei vessilli. Traiano Decio e il Genio dell'esercito Illirico RIC IVc 105b (variante nella legenda al dritto), sesterzio, zecca di Roma, 249? d.C. Dritto: IMPCAESCMESSTRAIQDECIOAVG – Busto laureato con drappeggio e corazza. Verso: GENIVSEXERCITVSILLVRICIANI – Genio in piedi a sinistra con patera e cornucopia, stendardo militare sulla destra. Le iscrizioni su altari e lapidi non erano confinate al mondo militare, nel territorio dell'Impero ci sono numerosi esempi di dediche ai Genii di persone autorevoli e rispettate, ed anche ai Genii dei loro parenti ed amici, come esistono iscrizioni sepolcrali, in alcuni casi la dedica al Genio è combinata con "Genio ed onore" o nel caso di coppie con "Genio e Iuno"; spesso si trova in forma abbreviata come ad esempio GPR "Genio Populi Romani" al Genio del popolo romano, GHL "Genio Huius Loci" al Genio di questo luogo o GDN "Genio Domini Nostri" al Genio del nostro signore (o padrone). Il fatto che siano sopravvissuti fino ad oggi centinaia di esempi di queste dedicazioni, è una testimonianza di come questa credenza fosse un culto ufficiale diffuso in tutto l'Impero. Una vasta emissione di rappresentazioni del Genio si ebbe durante la tetrarchia, sia gli Augusti in carica che i loro Cesari, coniarono monete dedicate al Genio del popolo Romano (anche con legenda abbreviata GENIO POP ROM), quindi questa iconografia la troviamo per Diocleziano, Massimiano, Costanzo I, Galerio, Massimino II, Severo II, fino a Licinio e Costantino I. Diocleziano e il Genio del popolo Romano RIC VI 17a, zecca di Heraclea terza officina, 296 – 297 d.C. Dritto: IMPCCVALDIOCLETIANVSPFAVG Verso: GENIOPOPV – L – IROMANI, Genio con Patera e scettro Esergo: HT gamma Un follis di Costantino I, ultimo imperatore a rappresentare il Genio su monete imperiali. RIC VI 74c, Nicomedia quinta officina, 312 d.C. Dritto: IMPCFLVALCONSTANTINVSPFAVG Verso: GENIO AVGVSTI, Genio con cornucopia e patera su altare Esergo: SMN, in campo a destra stella sopra epsilon Con Costantino I, dopo circa quattro secoli, il Genio scompare dalle monete romane, ed il culto "ufficiale" dei Genii, dei Lari e dei Penati, viene definitivamente soppresso nel 392 d.C. per volere di Teodosio I, decretando così la vittoria finale della Cristianità. Tuttavia, il concetto non è morto affatto, e continua ad essere rappresentato in altre forme e con altri nomi, avete bambini? Oppure la saga di Harry Potter piace anche a voi? Beh, anche il maghetto di Hogwarts ha il suo Genio personale, solo che lui, essendo appunto, un mago, ha il potere di evocarlo a piacimento tramite l'incanto Patronus (Expecto Patronum "conto su un guardiano") uno spirito che, guarda caso, ha la forma di un animale, un cervo. La presenza del Genio continua a vegliare su di noi, che ci crediate o no. Le immagini delle monete sono tratte da: wildwinds.com dirtyoldcoins.com acsearch.info , a parte la moneta inconsapevolmente concessa da Crivoz :) p.s. Un ringraziamento particolare a Rapax per la consulenza riguardo il periodo repubblicano.1 punto
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E intanto i miei post sono 11.002 (azz..., ma tu ne hai più di me! ) petronius P.S.: immagine salvata nel mio archivio, grazie1 punto
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Pure io tempo fa la pensavo come Cippal, ma poi i miei studi e le mie ricerche mi hanno portato a girare moltissimi siti archeologici siciliani, da quelli più noti ai centri più sperduti dell'entroterra che quasi nessuno conosce. La conclusione che ne consegue è semplice. Il numero elevatissimo di questi siti, a cui si aggiunge spesso l'ampia estensione, non permette un controllo costante e capillare. Non sono poi del tutto d'accordo con quello che scrive Gionnysicily. E' vero che il fenomeno nel corso degli anni è diminuito, ma non si è arrestato. E' vero che esistono degli impianti di video sorveglianza, ma questi si trovano nelle aree più famose e spesso sono insufficienti e non coprono per intero le aree archeologiche. Prima si citava Himera che non è di certo un sito sperduto, a tal proposito posso raccontare ciò che ho visto durante una delle tante visite. L'area vicina al museo del suddetto sito era piena di piccole buche, infatti il custode che mi accompagnava mi raccontava che a Himera i tombaroli scavano quasi sempre, e che loro (i custodi) chiamano i carabinieri solo se sentono qualcosa, altrimenti scavano indisturbati. La stessa identica situazione l'ho trovata a Kamarina, per non parlare poi di siti come Megara Hyblaea o Eloro che sono del tutto abbandonati. Guardate ad esempio questa foto di un recente sequestro fatto dalla Questura di Caltanissetta. Tra i reperti vi sono anche delle piccole monetine d'argento - molto probabilmente litre e frazionali - provenienti da un sito non precisato del nisseno, sicuramente qualche centro del retroterra di Gela.1 punto
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Si tratta di una Petachina di Tomaso di Campofregoso doge XX o XXI . Quella che a Daniele sembrava essere una L è a mio avviso una T1 punto
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La seconda che hai detto La più "preziosa" tra queste monete è quella in argento .900 con finitura proof, coniata a San Francisco e destinata esclusivamente ai collezionisti, che esiste, naturalmente, per tutti gli Stati, non solo il Montana. https://usa-coins.collectorsonline.org/moneta/US-14D/13 petronius1 punto
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La ciotola per me è l'essenza stessa del collezionismo numismatico: devozione assoluta alla ciotola. Saluti Simone1 punto
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Messa così, sembra il titolo di uno di quei film della mia adolescenza, che come protagonista aveva Edwige Fenech.... M.1 punto
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Ciao Mario. In effetti, mi pare che il divieto di scattare foto amatoriali per finalità non di lucro sia ingiustificato. Sono andato a vedermi la locandina dell'evento postata nel primo intervento di questa discussione e ho notato che la mostra è un "Progetto del Comune di Pavia -Musei Civici - in collaborazione con Villaggio Globale International". Di quest'ultimo Ente, che è una s.r.l., ho trovato il sito internet: http://www.villaggioglobaleinternational.it e, come potete vedere, si tratta di una società che organizza eventi culturali. Tuttavia, se il materiale esposto è di proprietà pubblica (ancorché comunale), non si spiega l'opposizione a scattare foto amatoriali se fondato sul fatto che la mostra è organizzata da un Ente privato. Fra l'altro, mi pare che di questo evento ci siano già online filmati e foto in abbondanza e anche di qualità nettamente migliore di quanto potrebbe ottenere un privato che si mettesse a fare qualche scatto senza flash e senza treppiede con la sua videocamera o con il telefonino...... Quindi, se mi passi l'analogia....così come ci sono i "segreti di Pulcinella", in questo caso direi che il curatore della mostra ha inaugurato i "divieti di Pulcinella". Ma, si sa, siamo in Italia, e tutto può succedere. Saluti. M.1 punto
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Buonasera a tutto il gruppo, vi presento con piacere la nuova entrata. Carlino con leone.1 punto
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Benedetto Pistrucci Nato a Roma, si recò a Londra nel 1815 ed incominciò a lavorare alla Royal Mint, la zecca britannica, come incisore. Nel 1816 Pistrucci conosce William Wellealey Pole, Master of the Mint che accetta il suo modello di San Giorgio e il Drago per la nuova sovrana d'oro che è usata nel rovescio della sovrana d'oro e della corona dal 1817 fino ad ora.. Ma se guardo la prima sterlina di Giorgio III mi accorgo che il drago è uguale alla moneta genovese della serie dei Reali con San Giorgio del 1666, il cavallo è uguale a quello dei 4 soldi genovesi del 1814 ed anche il cavaliere, son la sola variazione della posizione delle mani, perché nella moneta genovese impugnava la lancia con entrambe le mani mentre nella sterlina impugna una lancia spezzata con una sola mano (che con il successivo regnante diventerà un gladio oltre ad altre piccole modifiche sempre fatte dal Pistrucci) mentre con l’altra mano impugna le redini. Janin nei suoi “scritti di argomento numismatico” sostiene che “se non è una certezza, quella copiatura, certamente poco ci manca." Per poter verificare quanto ho scritto ecco le fotografie; la prima tratta dal libretto di Emilio Tevere su “Le sterline d’oro”, il retro ufficiale della sterlina di Giorgio III del 1817, gli 8 reali del 1666 e i 4 soldi del 1814.1 punto
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