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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/05/18 in tutte le aree
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Salve @Gallienus giusto qualche giorno fa l'amico Toffanin mi ha portato a vedere le prime bozze del volume. notizia buona: bello, come tutte lo opere del Toffa. notizia cattiva: non si riuscirà a contenere tutta la monetazione papale in 3 volumi, ne serviranno 4. il secondo tomo, contenente 100 anni di monetato (1521-1621), vedrà la luce nel secondo semestre del 2018, probabilmente in occasione di Veronafil grazie per l'interessamento6 punti
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Buon pomeriggio a tutti, oggi è arrivata anche questa, il millesimo meno raro tra le pubbliche di Ferdinando IV: FERDINAN.IV.SICIL.ET HIER.REX busto a destra e P. in basso A.P. // PUBLICA // COMODI // TAS // 1791 Usuali debolezze, moneta che ha circolato ma che mi incanta...io trovo semplice ma stupendo il rovescio di questi tondelli... Ringrazio Rocco per avermi lasciato campo libero e la condivido con voi. Ciao.5 punti
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La mia infatuazione per Gallieno ormai è definitiva, anche se per ora cerco di contenerla cercando solamente i tipi meno comuni... Questo è l'ultimo trovato: D\ GALLIENVS AVG R\ GENIVS AVG, VII a sx. catalogato nel Göbl 371x (3 esemplari). Sicuramente un tipo non rarissimo, ma nemmeno così comune e in una discreta conservazione che permette una sicura identificazione5 punti
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Riporto alcune frasi tratte dal volume di Andrea Cavicchi: "Su molte monete sia d'oro che d'argento di Francesco Maria II e di Guidobaldo II della Rovere, su di un lato compare un paesaggio con edifici e piante su cui primeggia un albero di rovere con rami intrecciati così com'è solitamente nella rappresentazione araldica dello stemma dell'omonima famiglia. Molto probabilmente si tratta di una vista allegorica in cui l'albero in primo piano simboleggia il Duca, è posto a protezione e a tutela dello Stato rappresentato da una veduta panoramica del territorio del Montefeltro con piccole varianti tipologiche nei vari esemplari."3 punti
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Ferdinando IV° di Borbone, 120 grana 1816 (19° tipo) D; ferd.IV.d.g.sic.et.hier.rex R; hispaniarum.infans contorno in incuso: (*optimi*principis**providenti**) diametro mm 38 - peso grammi 27,503 punti
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Buonasera, volevo porre alla vostra attenzione questo grano di Filippo IV del 1637 con la testa del Re girata a destra, la moneta ha il diametro di 29-32 mm e un peso di 10,12 gr. Colleziono monete di Filippo IV per Napoli da tanti anni e ho esaminato attentamente con una buona lente la moneta ma non sono riuscito a capire se è un'inedito o un falso, peso, diametro e metallo sembrano giusti, se si tratta di un falso l'hanno fatta veramente bene, qualcuno di voi esperti è gia a conoscenza di questa moneta ? queste sono le foto del dritto e rovescio, ringrazio in anticipo chi vorrà darmi un suo parere.2 punti
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Salve a tutti, volevo condividere con voi la mia trepidazione per l'attesa dell'acquisto più lontano che abbia mai fatto in vita mia: mi sta arrivando un 4 tornesi 1800 del buon Ferdinando nientemeno che dal capo opposto del mondo: la NUOVA ZELANDA. Cosa diamine ci facesse laggiù non è dato saperlo; la mia fantasia mi porta a pensare che facesse parte degli oggetti di famiglia di qualche emigrante. Certo fa strano pensare che questa moneta sia uno dei più antichi oggetti europei presenti sull'isola, dal momento che, quando è stata coniata, la Nuova Zelanda non era ancora stata colonizzata ed era fresca fresca di scoperta (Cook ci era arrivato solo trent'anni prima)! Essendo questa terra agli antipodi per noi, non ho speranze di battere il record di distanza (salvo installazione di colonie extraterrestri)... ovviamente speriamo che arrivi, il viaggio è lungo e periglioso!2 punti
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MI è capitata questa monetina d'argento dall'aspetto più che vissuto e spero di aver aperto questo topic nel posto giusto. Quello che posso dire è che si tratta di Carlo VI° d'Asburgo come Imperatore del Sacro Romano e Re di Napoli (III° come Re di Sicilia) ..... se non erro. D; carol lII.d.g. (c.p.) Testa laureata con lunga capigliatura volta a destra R; rex.si (corona) et.hie (s.m.) Aquila coronata con stemma sul petto M° di zecca Simone Maurigi anno 1734 sphar 68 - MIR 538 Dovrebbe trattarsi di un tarì ha un diametro di 19 mm e pesa grammi 2,15 Ne ha passate di tutti i colori e si vede, ma ora ^______^ riposa tranquillamente in una capsula quadrum. Giuro che è l'unica moneta della mia collezione che è stata trovata (e non da me) nel classico cassetto, questo da mio zio che un giorno mi chiamò per farmi vedere una moneta di un certo carlo, ed ero convinto , visto dove abito, che si trattasse di un classico cavallo di Carlo VIII° (1495) https://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-C3C2 punti
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dalla BBC. Svelato il codice segreto utilizzato da re Ferdinando d'Aragona per dare istruzioni a Gonzalo de Cordoba , comandante militare nell'Italia meridionale. Un codice segreto vecchio di 500 anni usato nelle lettere tra uno dei più famosi monarchi spagnoli e un comandante militare è stato rotto. Le lettere di Ferdinando d'Aragona hanno tormentato gli storici per secoli. Costruito utilizzando più di 200 caratteri speciali, sono stati decifrati dall'agenzia di intelligence del paese. Era dietro la riconquista finale - Reconquista - della Spagna dai Mori nel 1492 e dei viaggi di Colombo nelle Americhe. Le lettere tra Ferdinando e Gonzalo de Córdoba includono istruzioni sulla strategia durante le campagne militari in Italia all'inizio del XVI secolo. Sono stati scritti usando il codice segreto nel caso in cui cadessero nelle mani dei nemici. Le lettere sono esposte al Museo dell'Esercito della Spagna a Toledo e ci sono voluti servizi di intelligence quasi sei mesi per decifrarne quattro, alcune delle quali andate avanti per oltre 20 pagine. Il codice-cracking è stato descritto da alcuni come un momento di "Rosetta Stone", nella speranza che possa portare a decifrare altre lettere in codice. Immagine copyrightRADIO TELEVISION ESPANOLADidascalia delle immaginiLe lettere furono scritte da Ferdinando d'Aragona, che fu il primo re di quella che divenne la Spagna odierna. I dettagli delineati nelle lettere vanno dalle istruzioni sui dispiegamenti delle truppe per ammonire il comandante per non aver consultato il re prima di lanciare iniziative diplomatiche. Agli inizi del XVI secolo, ci vollero 15 giorni perché le lettere arrivassero tra le residenze del monarca nell'Italia sud-orientale, dove era situato il comandante. Che aspetto aveva il codice Il misterioso sistema di codifica usato da Ferdinando d'Aragona e Gonzalo de Córdoba era molto complesso. È stato costruito utilizzando 88 simboli diversi e 237 lettere combinate. Per ogni lettera c'erano da due a sei caratteri figurativi come triangoli o numeri. Per complicare ulteriormente le cose, i simboli usati nelle lettere sono stati scritti senza separare parole e frasi. Chi stava combattendo contro chi? All'inizio del XVI secolo, Spagna e Francia combatterono per il controllo del Mediterraneo. Tra il 1499 e il 1504, la lotta si concentrò sul Regno di Napoli. La Spagna strappò il controllo di Napoli dalla Francia nel 1504 e la governò fino al 1647. Pubblico questo articolo anche nella sezione REGNO DI NAPOLI più seguito dagli amici Napoletani.2 punti
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Buona serata Temo che la tua ricerca resterà vana; non esistono registri o repertori su quante oselle in oro venivano coniate. Le oselle d'oro nelle loro varie combinazioni di multipli di zecchini, erano infatte coniate su ordinazione; chi le voleva portava l'oro in zecca, pagava le spese di coniazione e se le portava a casa. Se per le oselle di circolazione ordinaria (diciamo così), quelle in argento per intenderci, ci si può fare un'idea approssimativa (dico approssimativa) del loro numero, perché coniate in base al numero dei nobili presenti nel Maggior Consiglio di quell'anno, per quelle in oro ciò non è possibile. Ho detto approssimativo, perché è provato che, oltre al numero di oselle regalate dal doge ad ogni membro del Maggior Consiglio, taluni se ne facevano coniare privatamente degli esemplari per distribuirli a familiari e/o amici; classica ostentazione, così come veniva fatto per le oselle in oro. saluti luciano2 punti
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Sisto V - zecca di Fano - Quattrino https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FASISV/112 punti
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ragazzi scusate per il tipo di risposta che ho dato era da interpretare <in realta ho messo un MI PIACE di troppo> per quanto riguarda la giornata milanese continuate pure cosi giamba2 punti
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Bene allora omaggiamo ancora la zecca di Milano con un bel esempio dove Filippo II viene esaltato stilisticamente e per nominale.2 punti
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La prima di queste monete (@gallo83) corrisponde a uno stato più avanzato dei conii, con fratture al D/ tra fiocchetto in basso a sinistra e stemma del Card. Pacca, al R/ ad ore 10 (leggerissima) sotto la lettera L. Il secondo esemplare (@giulira) mostra uno stato più precoce dei conii senza evidenza di fratture (quella al R/ vicino alla nube sembra piuttosto un segnettino, ma la bassa definizione della foto non consente giudizi attendibili). Ovviamente la moneta di questa sede vacante "famosa" per la frattura di conio è lo scudo, non il mezzo scudo (i cui conii presentano danneggiamenti comunque limitati). Per quanto riguarda le quotazioni delle alte conservazioni, un FDC vero, senza hairlines, con minimi segnetti di aggiustamento e ben impresso s'invola sopra i 1500 Euro, nonostante si tratti di una moneta non particolarmente rara (tiratura di circa 60.000 esemplari).2 punti
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Grazie caro Luca, la tua grande sensibilità ha compreso il nostro vero spirito, tu mi hai visto all'opera, parlare e raccontare al Cordusio nelle gelide mattine Milanesi, la storia emozionante della vita numismatica ai giovani e meno giovani con la passione e il cuore in mano.. Eros2 punti
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Buonasera Luca, le medaglie "brutte" sono a mio avviso quelle più recenti, se vai indietro nel tempo troverai delle vere opere d'arte con uno stile decisamente migliore. Io le tengo in un monetiere fatto a mano da un falegname, 12 cassetti con 16 spazi 45x45. Cordiali Saluti Silver2 punti
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Segnalo agli specialisti la pubblicazione di questo simpatico libricino dedicato alla famosa serie di Gallieno con gli animali: https://www.cgbfr.com/catalogue-des-monnaies-romaines-gallien-lemission-dite-du-bestiaire-atelier-de-rome-wolkow-cedric,lc162,a.html L'autore è un simpatico collezionista francese che conosco.1 punto
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Se può servire per gli appassionati del genere vorrei proporvi un'altro interessante sito per la classificazione delle monete medievali. sito a mio modesto parere molto ben fatto e di facile navigazione http://home.eckerd.edu/~oberhot/index.php Luigi il Pio zecca di Melle - denaro1 punto
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Buonasera amici...vi presento una recente acquisizione. E' il primo di questa serie di grani che metto in collezione. So' che sono monete difficili da reperire ben conservate, come la maggior parte del rame siciliano, in particolare i grani 1801-1804 si presentano sempre molto vissuti...questa come vi sembra? Inoltre la rarità è ballerina a seconda dei cataloghi o testi che ho consultato: Montenegro la da come Rara Gigante la da Non Comune Il D'Incerti la da come Comune (anche se c'è da dire che il D'Incerti è un po' stretto nel grado di rarità che assegna a diverse monete) C? NC? R? La verità sta nel mezzo o possiamo definirla rara? Di certo mi sento di dire che non è una moneta Comune. Ogni commento è gradito. Saluti.1 punto
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Scudo di Pio IX 1847. La famiglia Mastai è di antichissima e nobile stirpe, originaria di Crema nel 1300; un componente di questa famiglia, residente a Venezia, si spostò a Senigallia nel 1557 e sposò una senigalliese. Nel 1625 Giovanni Maria Mastai sposò la contessa Margherita Ferretti di Ancona, ereditandone i titoli, i beni e lo stemma che si aggiunse a quello Mastai. Fu una famiglia molto prolifica e religiosa; il trisavolo di Pio IX ebbe 19 figli, il bisnonno sei figli, il nonno Ercole sette. Giovanni Maria Mastai Ferretti (Pio IX) fu il nono figlio del Conte Girolamo e di Caterina Sollazzi e nacque a Senigallia il 13 maggio 1792, battezzato lo stesso giorno della nascita. Compì gli studi classici nel Collegio dei Nobili a Volterra, diretto dagli Scolopi, dal 1803 al 1808, studi sospesi per improvvisi attacchi epilettici, proprio quando sognava di seguire la carriera ecclesiastica. Dal 1814 fu ospite a Roma dello zio Mastai Ferretti Paolino, Canonico di S. Pietro e poté proseguire gli studi di Filosofia e di Teologia nel Collegio Romano. Nel 1815 si recò in pellegrinaggio a Loreto ed ottenne la grazia della guarigione dalla malattia. Per questo poté continuare i suoi studi e la preparazione intensa al presbiterato. Il 5 gennaio 1817 ricevette gli Ordini Minori, il 19 dicembre 1818 il Suddiaconato, il 7 marzo 1819 il Diaconato, il 10 aprile 1819 venne ordinato Sacerdote. L'11 aprile 1819 celebrò la prima Santa Messa nella chiesa di sant'Anna, annessa all'Ospizio Tata Giovanni, tra i ragazzi che furono il centro del suo apostolato giovanile fino al 1823. Dal luglio 1823 al giugno 1825 fu tra i membri componenti la Missione apostolica in Cile guidata dal Delegato Mons. Giovanni Muzi. Il 24 aprile 1827 fu nominato Arcivescovo di Spoleto a soli 35 anni; il 6 dicembre 1832 venne trasferito al Vescovado di Imola; il 14 dicembre 1840 ricevette la berretta Cardinalizia; il 16 giugno 1846, al quarto scrutinio, con voti 36 su 50 Cardinali presenti al Conclave, venne eletto Sommo Pontefice a soli 54 anni. Un mese dopo concesse l'amnistia (16 luglio 1846) per i reati politici. Dall'agosto 1846 al 14 marzo 1848 è l'epoca delle grandi riforme dello Stato Pontificio (Ministero liberale, libertà di stampa e agli ebrei, Guardia Civica, inizio delle ferrovie, Municipio di Roma, 14 marzo 1849 emissione dello Statuto). Con l'Allocuzione del 29 aprile 1848 contro la guerra all'Austria declina la stella politica del Mastai e incomincia la sua lunga Via Crucis. Il 15 novembre 1848 uccisione di Pellegrino Rossi; dal 24 novembre 1848 al 12 aprile 1850 esilio del Pontefice a Gaeta e quindi ritorno a Roma, ove riprese una illuminata restaurazione. L'8 dicembre 1854 definizione del dogma della Immacolata Concezione. Dal 4 maggio al 5 settembre 1857 viaggio-visita politico-pastorale di Pio IX nei suoi Stati. Nell'aprile del 1860 caddero le Legazioni, nel settembre la Marche e l'Umbria furono annesse al Regno d'Italia. Il 1° luglio 1861 viene pubblicato il primo numero dell'"Osservatore Romano". L'8 dicembre 1864 Enciclica "Quanta Cura" e il Sillabo; il 2 maggio 1868 approvazione della Gioventù Cattolica Italiana; l'8 dicembre 1869 apertura del Concilio Vaticano I che promulga due Costituzioni, la "Dei Filius" e la "Pastor Aeternus" del 18 luglio 1870 e la definizione del magistero infallibile del Pontefice Romano se parla "ex cathedra"; chiusura del Concilio per il precipitare degli eventi politici. Il 20 settembre 1870 presa di Roma e chiusura volontaria del Papa in Vaticano. L'8 dicembre 1870 Pio IX proclamò S. Giuseppe patrono della Chiesa universale. Il 16 giugno 1875 Consacrazione della Chiesa al Sacro Cuore di Gesù. Il 7 febbraio 1878 morte di Pio IX dopo 32 anni di Pontificato.1 punto
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Ricordo benissimo, placca straordinaria tra l'altro, e' stato un vero piacere conoscerti e spero di rivederti o al Cordusio o ai prossimi eventi, a presto, Mario1 punto
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Ho apprezzato molto il suo intervento all'evento 'res nummariae mediolanenses' in merito alla simbologia sulle monete di Milano e sono contento che quella sua passione si estenda anche alle altre zecche. Spero di imparare molto qui -se non mi riconosce, sono il ragazzo che dopo il pranzo le ha mostrato un'immagine della placca sul restauro del castello sforzesco1 punto
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Grazie @santone Pure a me @roman de la rose....sia il nasone che le patine che certe conservazioni.... Grazie per i complimenti.1 punto
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Complimenti @Asclepia. Moneta veramente bella e ben conservata, con patina uniforme. Secondo me siamo sul BB/BB+ Martin1 punto
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Ciao @borbonik...allora penso che questo nominale mi manca...penso che sia rara, che sia afflitta da debolezze di conio ma che abbia pure circolato abbastanza...la moneta però è molto piacevole, dovessi darti un giudizio direi MB/BB la vedo lì nel mezzo...1 punto
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DE GREGE EPICURI @Legio II Italica: In effetti, anche Carolus Patinus (Charles Patin?) parla specificamente del porto di Ancona; che può essere stato il punto di passaggio per Zara e poi per la Mesia. Inoltre, la catena che chiude e blocca l'accesso depone per un porto, e non per un fiume. Infine, come dici giustamente, i gradini di accesso ad un ponte, che era dedicato anche ai carriaggi, sono un'assurdità, e depongono semmai per un ponte "ornamentale" o fra due parti di un porto o di una città.1 punto
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Ciao @ciosky68 @joannes carolus ho dato un'occhiata alle mie ricerche sulla quantità di quadranti di questa serie visto che i conti non mi tornavano per le 72 varianti mi sembravano un po' troppe, ( avevo fatto semplicemente una moltiplicazione errata ) infatti sono 48, 24 per ogni altare. Cercando ancora per essere sicuri che gli altari fossero stati incisi nelle due varianti per ogni serie ho dato un'occhiata veloce in giro e oltre a quelli che avevo già trovato ne ho aggiunti altri per un totale di 9 altari diversi da quello riportato sul RIC. Vi posto lo schema dei quadranti che avevo copiato dal RIC con le mie varianti se vi può essere utile. Silvio QUADRANTI CAT NUOVA.doc1 punto
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Tranquillo, l'acetone è del tutto innocuo... non danneggia neppure la patina. Serve solo a togliere lo sporco.1 punto
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la prima moneta e commemorativa 2018 Taglio: 2 euro ccNazione: AustriaAnno: 2018Tiratura: 18.100.100Conservazione: qFDCLocalità: Milano Note: NEWS!!!1 punto
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@eracle62 I collezionisti sono fisiognomia del mondo delle cose. È sufficiente osservarne uno e badare a come tratta gli oggetti della propria vetrina (o altro aggiungo). Si direbbe che appena li tiene in mano appaia ispirato da essi, abbia l’aria di un mago che attraverso di essi guardi nella loro lontananza.Walter Benjamin, Scritti 1906-1940 Questa citazione carissimo amico permettimi ti calza proprio a pennello. grazie e buona giornata .... a rileggerci1 punto
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Non so quanto tu li abbia pagati Pier ma hai fatto bingo ... le ristampe della Nummorum Auctiones sono curatissime nella grafica come nei dettagli. Le seguiva con attenzione particolare l’avv. Grossi, un grandissimo numismatico del quale persltro si parla oggi troppo poco. Volumi Originali a parte queste ristampe direi che sono meglio dei cataloghi dai quali sono stati ripresi per l’eccellente qualità delle tavole e dei materiali utilizzati per la loro produzione . Complimenti.1 punto
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Che dire, persevero nell'affermare che questo nominale mi ha sempre rapito, nella sua semplicità non so perchè mi ha attratto ed ancora non posso rimanere insensibile davanti ad ogni esemplare, nonostante ne possegga un paio mi pare... Hai fatto benissimo a riportarlo a casa e complimenti ovviamente anche per il record.. D'altronde trovarlo in conservazione più alta è un'impresa ardua.., il tondello per la tipologia c'è tutto.1 punto
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Complimenti bella moneta, dal buon stato di conservazione. Sembra la variante con il 3 sul 2.1 punto
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Condivido perfettamente il tuo pensiero, un sincero ringraziamento a Mario e ad Eros per tutti quello che fanno per l’associazione e per la numismatica in genere.1 punto
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...Aggiungo, se ti interessa, una mia osservazione: il '43 è afflitto da diversi difetti e debolezze (...conio stanco? Eccessiva pressione?...). Ne segnalo due: l'anno fascista e la firma, spesso in parte evanescenti, oltre ad altre piccole "anomalie" nelle lettere della legenda, che ho riscontrato anche nelle altre della serie. Quindi, oltre alla conservazione, c'è da tenere conto anche di questo!...1 punto
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Secondo me la soluzione migliore e' quella prospettata gia' all'inizio della discussione : pubblicare un bel testo,una monografia,chiamatela come volete,che cristallizzi nel tempo la vostra collezione,poi fatene cio che volete ma la memoria ,la conoscenza sara' immortalata,con le tecnologie di oggigiorno dovrebbe essere una cosa oramai alla portata di tutti. In fondo di cosa abbiamo discusso finora se non di lasciare una traccia del nostro passaggio numismatico in questa valle di lacrime?1 punto
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Strano un po' lo è.... Se in tipografia hanno impostato la numerazione con lo zero al posto della decina di migliaia..., dovrebbe essere così per tutti o certificati.... L'unica spiegazione è che siano stati stampati in due o più fasi....1 punto
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RARA! Questa tipologia con valore nominale per palermo è tutta rara, Non solo i nominale più grossi vedi il 10 Grani e il 5 grani, ma anche il due come il tuo e l'uno sempre poco considerato ma altrettanto raro. Io sono anni che insisto sul rame di Ferdinando III per Palermo, per dargli la giusta dignità e la giusta considerazione a livello di rarità. Anche se il concetto è sempre astratto, e non mi piace molto parlarne, perchè la numismatica è fatta prima di studio e ricerca e la rarità ricopre sempre un ruolo secondario, vedi i più grandi testi che non riportano le diciture sulle rarità, i testi nascevano prima di tutto per classificare i tondelli. Ma i tempi sono cambiati e non ci sono più solo le figure prevalenti del ricercatore accademico, che in alcuni casi non ha neanche avuto modo di apprezzare di persona gli stessi nominali trattati. Ma nuove figure di appassionati raccoglitori e anche studiosi che stanno dando al mondo scientifico il più grande apporto mai avvenuto, attraverso il reperimento di esemplari non censiti e di considerazioni nuove frutto di ricerche più avanzate dovute anche dalla presenza di materiale e strumenti tecnologici di supporto. Per terminare questa breve disamina, caro Asclepia hai cuccato un buon esemplare di 2 grani del 1803, con fascino straordinario a mio avviso( almeno a me crea questa sensazione), in conservazione medio alta per la tipologia, e per la data a parte la presenza sotto di una battitura mi sembra tutto regolare. Bel colpo1 punto
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Carissimi volevo proporvi una citazione che ho trovato come copertina interna del volumetto The collector's handbook , 10th ed. prodotto dalla casa d'aste Heritage. In particolare la citazione è tratta dal testamento di Edmond de Goncourt del 1896 e sebbene siano passati circa 122 anni trovo che siano ancora molto attuali a testimoniare come sebbene i gusti e le tipologie degli oggetti collezionati possano cambiare nel tempo la mentalità alla base della maggior parte dei collezionisti sia sempre la stessa Il mio desiderio è che i miei disegni, le mie stampe, le mie curiosità, i miei libri, in una parola quelle opere d' Arte che sono state la gioia della mia vita non siano consegnate alla fredda tomba di un museo, e soggette alla stupida occhiata del visitatore negligente; richiedo che siano tutte disperse sotto il martello di un battitore d'asta, così che il piacere che ho provato nell' acquistarle, possa essere dato nuovamente a qualcuno, erede dei miei gusti.1 punto
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Quando ero giovane e idealista, con la mia bella laurea in Storia Antica e tanti sogni sul migliore dei mondi possibili, lasciare la mia collezione a un museo era un sogno, un atto grande, segno di sensibilità sociale e culturale. Oggi, dopo anni di collaborazione con Musei, una più approfondita conoscenza dell'ambiente dei beni culturali, delle dinamiche istituzionali e del modus operandi di chi le gestisce, sono arrivato alla conclusione "meglio il compro oro". La spaventosa condizione della conservazione del patrimonio numismatico pubblico in Italia (ogni riferimento a qualsiasi collezione pubblica è superfluo: dai furti nella Collezione Reale alle corrosioni della Collezione Gnecchi alle lucidature sidoliane di diverse collezioni musali, agli accatastamenti nei depositi di miliardi di pezzi antichi, privati di qualsiasi possibilità di catalogazione, ma soprattutto l'inaccessibilità ai pezzi per chiunque, cittadini e studiosi inclusi, a fronte invece di un uso personalistico degli stessi da parte dei soliti "pochi") rende i privati gli unici interlocutori adeguati al fine della salvaguardia, diffusione, custodia e promozione a fini culturali delle nostre monete. Quando devo utilizzare a fini di ricerca dati numismatici, la mia preghiera è che si trovino in mani private o siano magari passati per case d'asta: se risultano invece citati in collezioni pubbliche so già che i miei tentativi di ottenere qualche dato o una semplice fotografia finiranno quasi certamente nel nulla. Ed è ogni volta un tormento per chi, un tempo, sognava una Numismatica disponibile a tutti e tutelata quale patrimonio inestimabile del nostro passato nazionale.1 punto
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La foto scattata allo stand IPZS al World Money Fair di Berlino purtroppo non è delle migliori.. Moneta Marco Polo della nuova serie esploratori molto molto bella. Anche il 2 euro proof commemorativo del 60° anniversario dell'istituzione del Ministero della Salute è davvero ben fatto.1 punto
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Ciao! Giusto. PB iniziali del massaro Paolo Benedetto, che ha svolto il suo periodo in zecca dal 14.06.1489. saluti luciano1 punto
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Vita piuttosto tormentata per questo capolavoro del Capranesi, la banconota fu concepita per sostituire in toto la mille lire Barbetti, come recita l'articolo 1. della Gazzetta Ufficiale n. 123 del 27.05.1929 : Ebbe invece una vita breve, questa banconota, non più spendibile a far tempo del 30 giugno 1953, ma scambiabile presso la Banca d'Italia sino al 31 dicembre 1954, doveva essere sostituita dal 1.000 lire tipo 1944 (banconota non più emessa) Il rimpicciolimento era necessario, verso la fine della seconda guerra mondiale mille lire non era più una grande cifra. I miei genitori mi raccontarono che il nonno vendette un piccolo locale nel 1938 per duemila e quattrocento lire, ebbe mille e quattrocento lire d'anticipo subito, per le rimanenti mille lire.... un litro di olio d'oliva alla fine del 1945 a saldo. Da più parti, dalla stampa in primis, le 1.000 lire Capranesi prima, e le 5.000 e 10.000 Regine del mare dopo, vennero duramente criticate per il loro formato eccessivamente grande. La grandezza del biglietto al mutato potere di acquisto, l'impasto speciale*, le vicissitudini descritte nel post precedente, manca qualcos'altro? Sta di fatto che la nostra 1000 lire, dopo l'ultima emissione del 1943, non fu più prodotta. Ebbe la meglio la mille lire Barbetti (non proprio piccola) stampata sino al 1950. * https://www.lamoneta.it/topic/165218-serie-capranesi-dal-regno-ditalia-alla-repubblica-italiana-mezzo-secolo-e-oltre-di-arte-nelle-banconote/?tab=comments#comment-1867147 Porzione della lastra calcografica originale per la riproduzione del retro del biglietto. Si tratta dell'allegoria che rappresenta "l'industria", la figura è rifessa ed in negativo, questo particolare si trova a sinistra del gruppo marmoreo.1 punto
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la seconda moneta è invece di Cosimo III De'Medici....è sempre una moneta per Livorno....sempre un Tollero ma con raffigurato il porto... Cosimo III fu il Granduca con il Regno più lungo di tutta la storia Toscana....regnò dal 1670 al 1723....ma il suo fu anche un regno caratterizzato da un forte declino politico ed economico rispetto ai fasti precedenti dei Medici ed alla sua morte lasciò il Granducato come una delle potenze più povere d'Europa. La moneta come già detto è un tollero per Livorno, al D/ è raffigurato il busto del Granduca coronato e con lunga capigliatura (a seconda delle date esistono varianti di conio diverse per il busto) mentre al D/ viene raffigurata una veduta sul porto di Livorno....uno dei più importanti se non il più importante dell'epoca...fulcro delle attività commerciali verso il Levante... in particolare questo che presento è un tollero del 1695...data di rarissima apparizione, mancante in quasi tutte le collezioni private e pubbliche (non è presente nemmeno al museo del Bargello) e considerata tra R4 ed R5....un perfetto gioiello :hi:1 punto
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