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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/18/18 in tutte le aree
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A questa " l'han fatta cantare" a suo tempo e non poco, è abbastanza vissuta ma mi piace così, chissà cosa mi potrebbe raccontare ..... ma non è detto che non lo faccia.4 punti
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Meravigliosa discussione, complimenti vivissimi a tutti. Io non ne ho tanti di cavalli, ma mi piacerebbe postare foto del primo di cui sono entrato in possesso.3 punti
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Venerdì farò un "salto di qualità" dalle elementari al liceo, spero di esserne all'altezza, vi terrò informati anche con foto (spero che i ragazzi "maturi") trovino l'argomento di loro interesse.3 punti
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Comunque la moneta lascia quantomeno "perplessi". Riassumendo a senso e integrando quanto già sopra scritto: Non può essere una produzione ufficiale di zecca, postuma forse, ma a che pro (come diceva giustamente Luciano sopra) visto che si sarebbe coniata una moneta con un intrinseco d'oro di 3 g circa su una con oro teorico di g 3,45. La pessima ribattitura (mai visto qualcosa del genere!) che, guarda caso, permette di leggere la moneta sottostante coniata dopo la morte di Contarini, rende nebulosa la questione e quasi illeggibili i particolari di entrambe. Impossibile poi che in Zecca a Venezia fosse fatto un pasticcio (anche economico) del genere. Dunque se nessuno avrebbe potuto speculare sul valore della moneta (né durante la Repubblica né dopo), viene da pensare ad un gioco dopo la chiusura della Zecca (piuttosto stupida l'idea e improbabile) o a un guadagno attuale basato sulla "peculiarità" del tondello (e allora si spiegano i particolari leggibili e tutto il resto). La mia ipotesi è, ovviamente, che siano falsi sia il tondello di sotto (guarda caso un'imitazione nota in un unico esemplare in bassa conservazione - forato) e una ribattitura R4 a nome di Contarini, che a ben guardare non ha neppure una completa corrispondenza con i particolari delle mezze doppie note (che per la loro la rarità debbono essere frutto di un unico conio) e che nessuno, neppure qui, ha provato a confrontare distratto dalla miriade di questioni sollevate. Dunque, a mio modesto avviso, bocciato quantunque falso "intelligente", e chi l'ha acquistato più che fregarsi le mani è stato fregato ...3 punti
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la prima repubblica romana affascina tanto anche me....e non è una collezione facile da intraprendere se si cercano tutte le tipologie/varianti...c'è quasi da impazzire. le monete comuni finiscono presto e dopo son guai di seguito ti metto altri due baiocchi che ho in collezione ma con fascio diverso...11° e 14° tipo del gigante...auguri per la collezione. marco3 punti
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Lo dico anche qua... Occhio a savoca... Tante cose belle a prezzi ottimi... Ma in mezzo ci frazionano costantemente dei falsi... Magari poche... Ma in modo costante e metodico... Quindi occhi aperti sempre3 punti
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Buonasera a tutti i piastristi, ecco l'ultimo arrivo, preso in baia pochi giorni fa... Ci fu battaglia ma alla fine la spuntai.... Annata che mancava all'appello e per di più considerata Rara, periziata ma forse troppo generosamente. Che grado di conservazione secondo voi le è stato attribuito? Grazie in anticipo a chiunque voglia dare un suo parere. Saluti e buona serata Silver2 punti
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Buonasera, dopo essermi goduto la vostra bellissima ed imperitura "escursione" storico-numismatica sulla monetazione milanese, mi sono deciso a rivolgermi a voi. Stavo per inserire in asta un "banale" grosso di Gian Galeazzo, quando mi accorgo che manca una i alla parola della legenda VIRTUTUM. Sulla moneta appare chiaramente la scritta VRTUTUM. Che ne dite? una semplice curiosità o val la pena approfondire la questione? Grazie mille Paolo2 punti
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Buongiorno a tutti, provo ad aggiungere una riflessione personale riguardo al prezzo basso di certe aste online( non necessariamente poi di realizzo come ha fatto notare eliodoro) e il costo ritenuto eccessivo da alcuni. Premetto che il ragionamento è personale in quanto il mio target di spesa è limitato e quindi posso portare una casustica limitata in costo e tipo di esemplari: Se decido di acquistare ad un asta online la moneta ho la difficoltà di non poterva osservare "de visu" e valutare appieno con tutte le conseguenze. Trattandosi generalmente di monete con prezzi non particolarmente elevati se prendo una fregatura posso sempre riconsegnarla e comunque avere al massimo una "perdita" contenuta nel caso in cui il tutto vada per le lunghe o si complichi. Diverso sarebbe per un pezzo importante, ma qui entrerebbe in gioco la capacità conoscitiva e valutativa di chi acquista( ed essendo una capra me ne tengo ben alla larga...). Chi si spinge su pezzi costosi e magari rari si presuppone sappia cosa cerca e quanto valgono quindi con la possibilità di scelta e valutazione. A questo punto entra in gioco la professionalità di chi vende per mestiere. Deve essere in grado di accompagnare il collezionista nell'acquisto traendone il giusto guadagno e dando la possibilità di godere del bene desiderato. Purtrppo in molti casi si vedono monete a prezzi evati( non dico ingiustificati perché come in tutte le cose in vendita uno può richiedere la cifra che vuole ma sta a chi compra consegnargliela..) con attribuzione di conservazione e rarità non sempre corrispondenti al vero. Se per la conservazione ci può stare una certa discrezionalità credo questa sia meno applicabile al grado di rarità. Mi è capitato di vedere attribuita una rarità che in realtà, ricercata sui manuali di riferimento era completamente diversa. Da ciò dovrei dedurre che il venditore professionista o non era preparato o voleva "gonfiare" il prezzo mettendosi a questo punto sullo stesso piano di chi vende tipo discount. Credo che un maggior impegno di ricerca da parte di chi colleziona ed acquista ci debba essere data la facilità con cui oggi si possono reperire risultati d'asta e materiale visivo e contemporaneamente una disponibilità da parte di chi vende a confrontarsi con l'evoluzione continua dei mercati in generale che inevitabilmente porta ad un livellamento dei prezzi. Probabilmente ho conciliato il riposo pomeridiano domenicale! Scusate la prolissità.2 punti
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Ho guardato i libri in biblioteca, e la Zecca di Bonaria è una di quelle che in Sardegna non viene accettate da tutti gli studiosi, infatti il Piras nel libro "Le monete della Sardegna, 1996" riferisce che M. Crusafont i Sabater in suo studio ha provato l'esistenza della Zecca di Boniaria con lo studio di documenti dell'Archivio della Corona D'Aragona a Barcellona, accettando in pieno lo studio e anche lui attribuendo le due tipologie dell'Alfonsino Minito a Bonaria, Angelo Castellaccio nel libro "Economia e monete nel Medioevo mediterraneo, 2005" invece sostine una tesi contraria e controbatte lo studio del Sabater sulla esistenza della Zecca di Bonaia, appuntando su vari aspetti dello studio stesso, che vanno dagli Zecchieri alla produzione totale delle monete, concludendo che in questa Villa si siano recati gli zecchieri di Villa di Chiesa per redere conto all'Infante Alfonso e che in tale posto non sia mai stata attiva una Zecca, nell'ultima opera di Lucia Travaini "Le Zecche Italiane fino all'Unità, 2011" alla voce Bonaria, (scrive di questa zecca Monica Baldassarri) raccontando la storia della Villa stessa, poi fa presente lo studio di Crusafont ed elenca in quali opere questa zecca sia stata edita, con le conclusioni degli autori dei vari libri, lasciando al lettore una maggiore ricerca sull'argomento. A mio parere le obiezioni che il Castellaccio fa sullo studio di Crusafont sono molto fondate e quindi questa zecca potrebbe anche non essere mai esistita e visto che lo stesso Infante Alfonso aveva indicato Villa di Chiesa come l'unica Zecca che in Sardegna avrebbe potuto operare, e così in teoria fù fino all'apertura della Zecca di Cagliari con concessione Reale, ma d'altro canto per voler contrastare il potere economico che i Pisani del Castello avevano nel luogo fece sì che gli si costruisse una villa con mura e che quindi anche l'impianto di una Zecca per la produzione di moneta minuta che servisse alle compravendite giornaliere potrebbe essere stata necessaria propio per contrastare il potere economico Pisano e quindi rendere la moneta Pisana non più accettabile, introducendo un gran numero di monete Catalane atte a minare la solidità dei commerci del Castello, quindi come anche tante altre volte nella storia il nemico non si combatte solo con la spada. Purtroppo non sono riuscito a reperire lo studio del Crusafont e quindi a leggere quello che tale studioso ha scoperto ed esposto nel suo studio, comunque la bibliografia sull'argomento non è troppa e di difficile reperimento anche per farsi una vera e propia idea, quindi per ora rifaciamoci alle conclusioni che fanno di queste due monete coniate a Bonaria. Complimenti @marmo87 per le due monete, sono veramente belle e le impronte molto visibili, entrambe le legende leggibili, splendidi esemplari di monete Sarde, fano tornare indietro nella storia a quel periodo travagliato che fu la conquista della Sardegna da parte Catalano-Aragonese.2 punti
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buon giorno, oggi volevo mostrarvi il falso d'epoca che ho. https://imgur.com/a/wRe69 https://imgur.com/a/nmvtc se servono foto migliori le faccio2 punti
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Anche io ho avuto il privilegio di leggere tutti gli articoli del libro, facendo parte del comitato di redazione. Il volume è ricco di temi e spunti. In ogni articolo traspare la passione per la numismatica di ogni autore. Io ho narrato la storia del picciolo siciliano, arricchendo l'articolo con immagini di piccioli con date inedite. Ho letto sul forum una discussione sui bitcoin, nel libro vi è anche un articolo sui bitcoin che darà tutte le risposte alle domande presenti nella discussione. Antonio2 punti
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Certamente l'aspetto burocratico gioca un ruolo fondamentale, ma questo è insito nella vita stessa. Discernere il consueto, questo è forse l'imperativo, la ricerca agli aspetti più profondi e meno evidenti, la via senza dicitura, il luogo senza nome, l'essere privo del volto... L'apertura contro le logiche, il linguaggio decifrato, l'espressione che la passione desidera... Sono questi gli aspetti dell'interazione, aspetti che potranno entrare nel cuore di coloro che da sempre cercano, indugiando qualcuno che sappia parlare con loro.2 punti
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Il mio punto di vista è fortemente influenzato dal pensiero di Nassim Taleb , Khanemann, Tversky , Von Hayek e compagni. Potenzialmente il Bitcoin può andare anche a 100.000€...... il cosiddetto Cigno Nero, il punto è che semplicemente non esiste logica, legge o modelli per cui uno possa dire se il valore crescerà o calerà, e purtroppo il cervello umano non è fatto per digerire tale realtà, se si ha qualche migliaio di euro da perdere senza rovinarsi (sapendo di rischiare), è libero di farlo e può guadagnare partendo da piccole somme, di sicuro meglio dei Titoli di Stato all'1%. Da laureando in economia ciò che ho imparato sulle previsioni in campo economico è collegato a un detto ormai famoso"" le previsioni in campo economico servono solo a rendere l'astrologia una professione più rispettabile"" , una dura verità . Essere "informati" sulle criptovalute non serve a molto , ti crea una fiducia che ti da il coraggio di operare con delle convinzioni, che però possono essere disattese in qualunque momento, è dura fare i conti con il caso. Francamente mi lascia inquieto l'aumento di velocità del mondo dato dalla digitalizzazione, una moneta che potenzialmente può passare da 10.000€ a 0 in un secondo mi mette i brividi, e pone serie domande sulla propria salute! Ovviamente prima o poi succederà, probabilmente (spero che iniziate a capire il mio punto di vista). io ho investito 2000€ , cerco di guardare le quotazioni una volta al mese max, per adesso sono quasi raddoppiati, tra 5-6 mesi vada come vada chiudo la posizione. Il consiglio che posso dare e di non cercare di speculare , come fanno i professionisti e verso cui spingono gli operatori che prendono commissioni, vendere quando il prezzo cala e comprare quando sale. Ovviamente questa è la strada per guadagnare sul serio , anche se Khanemann e Tversky hanno dimostrato da tempo che anche per i professionisti è puramente questione di fortuna, ma purtroppo se il nostro cervello è costruito per convincerci del contrario cercando giustificazioni del senno di poi quando perdiamo e logiche motivazioni per quando vinciamo. Oltre a quello ovvio di perdere denaro , il rischio che più mi rende inquieto è quello di finire a controllare le quotazioni tutto il santo giorno in continuazione e a soffrire a piccole dosi ma spesso, in un logorio continuo di stress psico-fisico e sinceramente preferisco tenermi la salute. E' un po come giocare alla Roulette Russa, non c'è modo di sapere in quali slots del tamburo ci sono le pallottole e dove no, se uno serenamente lo riconosce è tutto più facile. Puoi fare piccoli investimenti prendendo quello che viene o tentare di diventarci ricco , sapendo che quella di rovinarti o perdere molto è uno scenario possibilissimo, per le criptovalute vale all'ennesima potenza , non ci sono vie di mezzo e non sappiamo quando la giostra si fermerà.2 punti
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Ho letto da più parti che ne esistono diverse varianti e zecche. Questa qui in foto credo sia tra le più comuni. Mi piacerebbe sapere ulteriori notizie a riguardo le varianti della zecca di Roma e cortesemente bibliografia di riferimento se ce ne. grazie1 punto
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Questa volta, anziché proporvi una nuova moneta proveniente da qualche ripostiglio registrato, come ormai son solito fare, volevo portarvi un po' "dietro alle quinte" e farvi vedere come, questa attività (il collezionare monete da hoard) non sia cosa così semplice. Perché una moneta sia di provenienza certa bisogna comunque andare un po' a fondo e, per tutte le monete che finora ho acquistato, a monte (e talvolta anche a valle!) ho sempre fatto un certo lavoro d'indagine se non addirittura di intelligence. Le casistiche possibili sono molte, si va dal caso più semplice con l'asta di vendita iniziale con catalogo pubblico in cui viene presentato il ripostiglio, fino alla moneta che ormai è in circolazione da moltissimi anni e che ha subito un sacco di passaggi rischiando di perdere addirittura la traccia di provenienza originaria richiedendo quindi un attento lavoro di ricerca a ritroso. Accanto a questi vari gradi di difficoltà, ci sono poi i casi - come quello in cui recentemente mi sono imbattuto - in cui una moneta viene data come proveniente da hoard ma che in realtà, da hoard proprio non viene... perché? Sostanzialmente perché o il venditore vuole lucrare su questa caratteristica (che accresce il valore della moneta) o perché a sua volta l'ha presa come tale e quindi in buona fede la rivende così. Il caso concreto riguarda questa monetina: Claudio II (moneta di consacrazione), antoniniano; 18 mm - 1,60 gr - AE; Zecca: officina locale? D\ "DIVO C[...]IO", busto radiato e drappeggiato a destra. R\ "[...]ECRATIO", aquila stante frontalmente con testa girata a destra. La moneta viene descritta come proveniente dal ripostiglio di Morgat-en-Crozon (Finistère) il che ovviamente ha suscitato subito il mio interesse. Contattato privatamente il venditore mi riferisce di averla in collezione da più di 20 anni, di averla sempre classificata con questa provenienza ma di non disporre di particolare documentazioni né memorie circa la precedente provenienza, ma di essere piuttosto sicuro dell'attribuzione a questo ripostiglio in quanto non è cosa comune - dice lui - trovare un antoniniano di consacrazione con l'aquila vista frontalmente e che consultando un po' di bibliografia troviamo proprio un esempio di aquila frontale proveniente da questo ripostiglio. Orbene, pur tendenzialmente fidandomi della buona fede delle persone e trattandosi di un acquisto pulito e regolare in quanto per l'eventuale transazione avrei ricevuto documentazione regolare, restava comunque aperta la questione della provenienza da ripostiglio... e allora via, partiamo con le indagini! Cosa so di questo hoard? Nulla, se non che si tratta di un ripostiglio spesso citato in vari lavori e quindi di una certa importanza. Disponibile in rete non si trova nulla o quasi. Un buon punto di partenza però lo offrono il catalogo online della Biblioteca Nazionale Francese e il sito www.ric.mom.fr Il RIC online (www.ric.mom.fr) innanzitutto mi dice che: a) non esistono antoniniani ufficiali attribuiti alle zecche operative con Claudio II / Quintillo che presentino per la serie di consacrazione con Aquila un busto drappeggiato... primo elemento non proprio confortante. b) tra le opere di riferimento nel ric online trovo il titolo del saggio di studio di questo specifico ripostiglio "J.-Y. Éveillard, 'La trouvaille d'antoniniani de Morgat-en-Crozon (Finistère)', TM II (1980), 31-58" che dev'essere sicuramente una rielaborazione approfondita dello studio preliminare che avevo beccato in rete - sempre a livello di solo titolo: " Un Trésor monétaire du III siècle à Morgat en Crozon [Bulletiin de la Société archéologique du Finistère", 104, 1976] J.-Y. Eveillard et A.-H. Dizerbo". c) infine, sempre dal RIC online scopro che esiste un esemplare, il numero 780 del ripostiglio di Morgat-en-Crozon, con "Eagle stg. right, head turned left" e tre esemplari (781-783) con "Eagle stg. left, head turned right" Il catalogo della Biblioteca Nazionale di Francia invece mi riporta un po' di bibliografia di riferimento: a) "J.-Y. Éveillard, 'La trouvaille d'antoniniani de Morgat-en-Crozon (Finistère)', TM II (1980), 31-58" b) " Un Trésor monétaire du III siècle à Morgat en Crozon [Bulletiin de la Société archéologique du Finistère", 104, 1976] J.-Y. Eveillard et A.-H. Dizerbo" c) e un catalogo di vendita "Trésor du Rest-Menen en Plestin-les-grèves : 100 haches en bronze. Trésor de Sarcelles... Trésor de Morgat en Crozon... 2e partie du trésor de St-Colombier en Sarzeau...: [Vente à Marlaix, Galerie des ventes, le 5 mars 1978. commissaire-priseur Boscher] Di positivo ci sono alcuni aspetti interessanti: il ripostiglio conteneva alcuni - pochi - esemplari di antoniniani della serie DIVO CLAVDIO / aquila e che le monete (quali? quante?) sono poi state vendute in un'asta pubblica poco tempo dopo la loro scoperta e catalogazione, quindi è plausibile trovare in circolazione monete provenienti da questo ripostiglio. Rimane da capire come legare la moneta (busto non consono) con le monete catalogate... stiamo parlando degli anni '70, primi '80 quindi le attenzioni per queste monete erano ancora limitate sebbene si stesse iniziando un lavoro di catalogazione seria e di studi approfonditi sulle imitazioni locali proprio in quegli anni... può starci che il pezzo sia stato mal classificato o magari inserito in eventuali imitazioni locali e quindi non meglio precisato nella catalogazione... certo avere i libri di riferimento potrebbe aiutare! E qui arrivano in soccorso i forum di numismatica esteri, in particolar modo dalla francia dove, parlando con un po' di "colleghi collezionisti" riesco a recuperare due paginette interessanti tratti dal lavoro più recente: a) la composizione del ripostiglio b) il catalogo delle monete della serie di consacrazione Certo, non ci sono immagini... per sperare di trovar qualcosa bisognerebbe procurarsi questo: ma è alquanto introvabile e comunque, dalle informazioni che ho ricevuto dovrebbero essere riportate le immagini delle monete più rare e di maggior importanza. E quindi? A quali conclusioni si possono arrivare? Mi sono predisposto questa serie di punti fissi: 1) secondo il RIC online, la moneta in questione è quella che viene classificata come: "Eagle stg. left, head turned right", visto che non fa menzione di "eagle stg. front"... ma cozza con la descrizione del ripostiglio che invece farebbe cadere il pezzo nel numero 780, presente in un solo esemplare... e in più i concetti di left/right spesso sono equivocati: destra di chi guarda il tondello o destra di chi è raffigurato nel tondello?!? 2) non sono repertoriate imitative della serie DIVO CLAVDIO con aquila nel ripostiglio, quindi la presenza del busto anomalo non trova una possibile spiegazione in un'ottica di produzione locale 3) volendo attribuire per certo la moneta al ripostiglio, in assenza dei dati fisici precisi per i singoli pezzi (nel report viene riportato solamente il peso medio, ma non è in nessun modo indicativo), dobbiamo considerare unicamente la descrizione... mettendo da parte quella relativa al busto dell'imperatore e quella relativa alla posizione dell'aquila... rimane solamente la chiave di lettura della legenda: - il pezzo in esame ha rovescio con legenda leggibile "[...]ECRATIO", al più, essendo generosi, "[...[...]SECRATIO"; i due tipi (per complessivi 4 esemplari) descritti nel report del ripostiglio invece hanno legenda: "CONSECRA[...]" e "CONSECRATIO" quindi non ci sarebbe alcuna corrispondenza tra il nostro pezzo e quelli descritti nel ripostiglio. In sintesi quindi sia tipo di busto che legenda del rovescio attualmente leggibile sono in apparente contrasto con quanto descritto come appartenente al ripostiglio, certo, le immagini sarebbero l'elemento determinante, ma è alquanto probabile che di immagini non ve ne sia traccia nemmeno nel catalogo di vendita per cui, in assenza di una ricevuta d'acquisto che leghi la moneta alla vendita pubblica del 1978 si può dire con ragionevole sicurezza che la moneta in questione non proviene dal ripostiglio analizzato. Ad aver tratto in inganno il venditore attuale, di cui non metto assolutamente in dubbio la buona fede, potrebbe essere stata molto probabilmente una precedente catalogazione a livello di riferimento bibliografico: molto spesso gli antoniniani del III secolo, specialmente i gallici e certi pezzi di Claudio II, Gallieno e altri imperatori più o meno contemporanei, vengono classificati anche con i cataloghi dei principali ripostigli del periodo e Morgat-en-Crozon è proprio uno di questi. Il fatto di aver davanti un antoniniano di consacrazione con aquila rappresentata frontalmente deve aver spinto il classificatore iniziale a usare il riferimento di questo ripostiglio francese per la catalogazione del pezzo dando così origine all'equivoco. Perché ho scritto questo lungo post? Perché a volte credo si bello vedere anche cosa sta dietro alla ricerca di un singolo pezzo e, nel mio piccolo, per illustrare un metodo (non IL metodo!) di lavoro per offrire uno spunto anche a chi, per la prima volta, vuole provare a cimentarsi con un approccio un po' differente al semplice (e dignitosissimo!) collezionismo di sola sensazione (ovvero = prendo la moneta semplicemente perché mi piace). Sperando di non avervi annoiati, vi saluto e vado a caccia di nuovi pezzi!1 punto
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Buongiorno a tutti, voglio condividere questo bianco x Bologna che è da poco entrato in collezione. Non è l'area che colleziono ma soprattutto x motivi affettivi, ho studiato a Bologna, non me lo sono fatto scappare. sono monete abbastanza comuni ma la conservazione mi è sembrata sopra la media. inoltre x un salto di conio, invece di BONONIA si legge BONONA. saluti1 punto
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Ciao a tutti, desideravo portare alla vostra attenzione un particolare che ho riscontrato su questa moneta che vorrei regalarmi. I lineamenti del viso e come se fossero sdoppiati. È una doppia battitura, un eccesso d’oro? Al momento non ho i dati ponderali della moneta, cosa che avrò al più presto. Al riguardo Ho fatto una ricerca su altre sue altre simili e questo doppio lineamento non l’ho riscontrato in nessuna di esse. Voi che ne pensate?1 punto
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Allora il mio consiglio è, visto il tuo interesse per le varianti dei simboli di zecca, acquistala senza indugio. Una particolarità sulle varianti dei simboli: se collezioni anche divisionali oltre alle commemorative ti consiglio la divisionale Malta 2011 che presenta, o meglio non presenta, la firma incisore nelle monete (solo in questo preciso anno). Un saluto e complimenti per la tua collezione di varianti ?1 punto
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Esattamente la tiratura è quella da te indicata. A mio parere si troverà sempre in vendita (magari non facilmente) ma dai commercianti si troverà, ma l'unica incognita sarà il prezzo. Per adesso sembra suscitare un interesse medio (tipo le varianti di Malta), quindi io consiglierei di acquistarla solo se realmente interessati alla sua particolarità, non per l'eventuale prezzo in "salita", se mai salirà.1 punto
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L'esemplare "sporco" è il lotto 308 dell'asta Bolaffi 30 novembre 2016 (base € 250, aggiudicato € 250); l'esemplare "pulito" è il lotto 880 dell'asta Bolaffi 2 dicembre 2015 (base € 250, aggiudicato € 250). Si tratta di esemplari differenti (basta guardare la centratura) e non di cloni né di una stessa moneta prima e dopo una "cura". La T è la stessa con qualche debolezza nell'esemplare più pulito. E' possibile derivino da un ritrovamento, ma non mi è chiaro se esistano contraffazioni d'epoca del mezzo zecchino, nominale non pratico per uso commerciale. Non mi è chiaro lo strano solco trasversale obliquo del R/ che, controllando bene, ha andamento molto simile nelle due monete ma non coincidente. Anche un parere di @Arka sarebbe benvenuto ...1 punto
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Tarsos. Splendid coin demonstrating the mix of Greek and eastern civilizations. Please post the other side. I wish I had the money to get this coin1 punto
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Ragazzi, distinguiamo le basi dai realizzi...le belle monete si pagano.. possono partire anche da 1 euro..1 punto
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Caro @fabry61, ti ringrazio per la fiducia, ma preferirei che fosse uno dei “veneziani” a scrivere su questo interessantissimo pezzo. Primo perché mi sembra giusto che chi l’ha “scoperto” e ne ha parlato per primo possa studiarlo senza che l’ultimo arrivato glielo “scippi”... Secondo perché voi ne sapete molto di più di me su queste monete. Io su questa monetazione ho solo da imparare ed è per questo che vi leggo sempre con piacere. Se qualcuno si vuole cimentare - e mi auguro che tra voi qualche persona di buona volontà ci sia - , posso eventualmente leggere il testo e, se necessario, pur con le mie modeste capacità, dargli qualche consiglio. Terzo, perché nel prossimo fascicolo di MONETA E STORIA (mi scuso con @mfalierper aver scritto il titolo della rivista in modo sbagliato, ma ho scritto frettolosamente), ci sarà già un mio piccolo contributo sulle monete di Venezia che spero susciterà il vostro interesse... Attendo la vostra adesione a questo progetto. Magari potete scriverlo a più mani. Nel caso, si può anche cercare di contattare il Museo Archeologico nazionale de La Valletta per vedere di farsi fare una foto ad alta risoluzione del ducato di Lascaris da confrontare con quanto si legge sulla mezza doppia del Contarini. Voi intanto provate a scoprire chi ha comprato la moneta per poter avere una buona immagine della stessa. Un caro saluto, Marco1 punto
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Ciao. Il 20 Rappen del 1962 il "marchio" ce l'ha....se guardi a ore 6 del rovescio vedrai una piccola "B", che è appunto il simbolo della zecca di Berna. Il 5 Rappen del 1970 invece il marchio non ce l'ha, ma è normale che non ci sia perché la moneta esce così dalla zecca. La particolarità ci sarebbe se il marchio ci fosse. Saluti. M.1 punto
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Quesito intrigante che merita la considerazione dei molti filo-Veneti del Forum. Mi limito ad alcune considerazioni. 1) moneta considerata R da Montenegro, con numerose varianti; i due esemplari sono stati esitati da una stessa Casa d'aste in anni successivi (2015 e 2016) ed è verosimile siano stati acquisiti simultaneamente poiché è inverosimile il caso che conferenti diversi abbiano affidato alla Casa d'aste a distanza ravvicinata esemplari provenienti dagli stessi conii (come è evidente); questa duplicità avrebbe dovuto allarmare la Bolaffi in caso di provenienza sospetta, ... ma non è detto 2) (notare il "tete beche" del primo esemplare, foto che di certo non enfatizza la competenza di chi ha valutato la moneta per la Casa d'aste) 3) nonostante la granulosità dei fondi (e le brutte foto, al solito) gli esemplari mi sembrano coniati 4) lo stile grezzo fa propendere per possibili contraffazioni di area ignota (orientale?) 5) la pseudo-piega al R/ lascia perplessi: non ha un corrispondente al D/ e non è spiegabile (qualsiasi alterazione del conio avrebbe dato un rilievo, non un incuso); sembra successiva alla coniazione e non è esattamente la stessa nei 2 esemplari Utile qualche competenza specifica (es. @AndreaPD) per qualche commento più specifico ...1 punto
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W, in realtà AW, non è il marchio di zecca, sono le iniziali del creatore della moneta, Adolph Weinman. Il marchio di zecca non è presente (avrebbe dovuto essere al rovescio, in basso a sinistra, tra la E di ONE e il ramo d'ulivo), il che significa che la moneta è stata coniata a Philadelphia, in quell'anno in ben 191.710.000 esemplari. Questo ne fa una moneta comunissima, che in questa conservazione vale il suo peso, 2,50 grammi di argento .900 https://usa-coins.collectorsonline.org/moneta/US-D/10 petronius1 punto
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caro @adelchi è stato così .... dal museo iniziarono a mandarmi le foto di tutte le monete dei regni romano-barbarici, o di quelle "da valutare" .... in mezzo c'era di tutto, a volte bizantine ufficiali date per "vandale", a volte monete troppo "tarde" rispetto al periodo...etc... Qualcuna l'abbiamo poi recuperata quando sono stato la, perché ad esempio 3 monete di Odoacre rimasero "nascoste" tra le romane di fine impero.... insieme alle foto il mio contatto mandava un Excel con i dati e una prima classificazione, spesso copiata dal cartellino che accompagna le monete gli invii erano numerosi, parliamo di circa 350 foto di monete tra le quali scegliere e valutare il mio contatto è un super esperto di monetazione ungherese, su quella antica va forte, ma non è un vero esperto...tuttavia ha un occhio davvero notevole.... così nell'Excel, prima di incrociare tutte le foto vedo "tremisse italico 600-650 circa" (o qualcosa del genere) ... e una nota a fianco del mio contatto con scritto "potrebbe ricordare Astolfo?"... corro a vedere la foto ..... Azz .... è Astolfo .... ma non è "normale" ... qualcosa è diverso .... OK, probabilmente mi sbaglio io....così mi prendo tempo e mi guardo tutto quello che ho sui Longobardi, e per questo tipo di tremisse... solo H allora apro anche un breve post su lamoneta per capire se non mi sia sfuggito nulla ... un post sulle indizioni sulle longobarde di Astolfo... è inedita .... scopro che Arslan andò al museo in passato, ma essendo mal classificata, nemmeno gli fu mostrata.... e nemmeno ad Hahn che la ha fotografato numerose monete bizantine uniche (tipo il multiplo in argento di Anastasio, e il solido di Foca per Roma) chiedo al museo una foto in altissima qualità, e non ci sono dubbi sull'autenticità... averla poi in mano è stata solo la ciliegina ... sapere di poter pubblicare un Astolfo inedito e unico, questa sì che è stata una grande emozione... e qualcosa da non fare da solo, ma con qualcuno molto bravo ... perché in due si scrive molto molto meglio ... e qua arriva il mitico @numa numa il cui contributo all'articolo è stato impagabile, lo voglio davvero ringraziare qua ancora una volta.... ecco la mia piccola favola quella di un lamonetano che arriva a scrivere sui Q.Tic. pubblicando un Astolfo per Ravenna inedito dopo diversi decenni che questo non accadeva spero di avervi trasmesso la mia emozione1 punto
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Salve @quattrino, sto esaminando bene la scena del pannello della Colonna Traiana dove si nota benissimo l' Arco di Ancona , in basso a sinistra ; con un po' di attenzione , in alto al centro , dietro Traiano togato , si vede quello che sembra essere un secondo Arco di Ancona , infatti sempre con attenzione pare di vedere un accenno di una piccola curvatura interna , il che farebbe pensare ad un secondo Arco , come struttura diverso dal primo , posto sul secondo molo del Porto e opposto al primo ; mancherebbero le statue sull' attico ma potrebbe essere dovuto al fatto che l' Arco non era ancora stato completato ; certamente la mancanza del Ponte che doveva unire i due Archi , depone a sfavore di questa ipotesi , ma questa mancanza potrebbe dipendere dal motivo che ho espresso nella risposta n° 5 . Certamente , comunque sia , i pannelli della Colonna Traiana sono una vera miniera di informazioni che se visti con occhi attenti e sapendo cosa cercare , rivelano particolari inaspettati . Un saluto1 punto
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Le mie scuse Devo correggermi. Sebbene le leggende corrispondano ad Angouleme, quei due segni che appaiono sulla croce indicano che corrisponde ad un'altra contea vicina chiamata "PERIGORD". Guarda questo link francese: https://www.cgb.fr/perigord-comte-du-perigord-anonyme-denier-ttb,bfe_470669,a.html Référencé au Boudeau n°451, et au Poey d'Avant n°26761 punto
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OPTIMO JOSEPHUS. Mi chiedo come valuterebbe l'opera nel suo aspetto generale un osservatore dell'epoca poiché almeno io per quel poco che ne capisco non la distinguo, sembra venuta dal passato regalandoci la rara opportunità di vedere, con i suoi colori sgargianti, un tipo di opera che siamo invece abituati ad apprezzare con secoli di sporcizia sul groppone. Fai i complimenti al tuo amico, puoi pure dirgli che è piaciuto anche a mia figlia che ha apprezzato soprattutto la Cover del tablet che il Cristo tiene con la sinistra.1 punto
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Ricordato di un vecchio aneddoto. Durante gli scavi in Egitto hanno trovato il sarcofago con la mummia. Gli esperti non potevano stabilire di chi è la mummia. Invitato degli esperti sovietici del KGB. Tre sovietici esperto toglie i guanti e chiesto di lasciare la stanza. Ben presto uscirono, asciugandosi il sudore dalla fronte: — Amenhotep ventitreesimo! Gli esperti hanno chiesto: Come hai fatto? Gli esperti del KGB ha risposto - la mummia ha ammesso!1 punto
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Un aiuto, di non poco conto potrebbe darcela la "burocrazia" ,se alcune cose si potessero fare tranquillamente, molti di noi non ci penserebbero un attimo e uscirebbero da un certo anonimato indotto, chiamiamolo così. Ma io come sempre sono ottimista e mi auguro che un giorno qualcuno che ha veramente a cuore la cultura deciderà di mettere un certo ordine eliminando barriere e talora insensati luoghi comuni ,e ricordandosi che i beni comuni tali sono e non vanno mai centralizzati e burocratizzati. I miei più cordiali saluti e auguro una buona Domenica.1 punto
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DE GREGE EPICURI Non posso rispondere a nome di Mario Ventrella. Posso dire peròche nella conferenza l'ipotesi di un "ponte portuale" non è stata del tutto esclusa, sembrando in ogni caso più verosimile rispetto a quella del ponte sul Danubio. Se poi il sesterzio rappresentasse specificamente un porto, l'oratore ha sottolineato come Traiano si fosse molto occupato di migliorare la situazione di Centumcellae (oggi Civitavecchia), creando un vero porto là dove ne esisteva solo un abbozzo. Certo, anche Ancona non è poco importante: da lì partivano le navi per l'Illiria, e ad Ancona venivano messe a punto le strutture lignee per il Ponte di Dobreta.1 punto
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Non bisognerebbe pulire mai le monete, e sono stato sempre fedele a questa politica, debbo ammettere però che utilizzo l'acetone applicandolo con un bastoncino cotonato, ma solo ed esclusivamente su monete contemporanee estere che presentano in superfice zone appiccicaticce (a volte gialline), monete che, per colpa di questi sedimenti, non si possono proprio ne vedere e ne toccare. In passato sembra che qualche "collezionista di monete" mondiali applicava una striscia di nastro adesivo sulle stesse, giusto per tenerle ferme su di un album casalingo fai da te , od addirittura usava una goccia di colla... ora ogni tanto noi collezionisti di monete mondiali di comune circolazione ce li ritroviamo nelle ciotole. Ma su di una moneta in rame di due secoli non l'utilizzerei mai. p.s. @Asclepia Sono d'accordo con te, ed è proprio per questo che vorrei portare a termine la pulizia già iniziata... La moneta è già stata pulita in passato e su questo non ci piove, ed è proprio per questo motivo che la lascerei così, tu invece vorresti continuare l'opera... io mi limiterei solo a quella goccia di vaselina sui campi, ma è giusto che intraprendi la tua strada.1 punto
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Fortunatamente i collezionisti di banconote non ne hanno di bisogno, ma eventualmente avremmo un tappeto a tema (Il tappeto riproduce a grandi linee una banconota iraniana da 100 Tomans degli anni '20)1 punto
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L'acetone l'ho usato su monete e medaglie per togliere residui di sporco, colla eccetera... L'acqua demineralizzata per ammorbidire incrostazioni... Il verde va tolto manualmente... L'acetone e l'acqua demineralizzata non li ho mai usati insieme...1 punto
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Segnalo questa novità editoriale: Memmo Cagiati, I tipi monetali della zecca di Salerno. Atlante-Prezzario, a cura di Luca Lombardi, Prefazione di Giuseppe Ruotolo, opera pubblicata sotto l'egida della Società Mediterranea di Metrologia Numismatica, Biblionumis Edizioni, Terlizzi 2018, pp. XIV, 106 comprendenti 44 tavv., riccamente illustrato, cm 25 x 18, cartonato editoriale, ISBN 978-88-99512-02-6. La monetazione salernitana ha sempre affascinato i numismatici: la sua lunga storia che abbraccia emissioni longobarde, normanne e sveve la rende particolarmente interessante. Se si fa astrazione dalle semplici proposizioni di monete salernitane presenti nelle opere numismatiche del XVII e XVIII secolo, si deve al padre benedettino Gaetano Foresio la prima opera sistematica su tali emissioni, edita alla fine del XIX secolo. Le classificazioni del Foresio però non appaiono convincenti e se ne resero conto già gli studiosi contemporanei all'autore. Negli anni seguenti furono individuate monete inedite, che risultano descritte da Arthur Sambon in un lavoro edito a Parigi nel 1919. Il Sambon tuttavia non esamina le monete della zecca di Salerno in modo organico, ma propone una classificazione delle presunte emissioni longobarde comprendenti, accanto a pochi tipi in oro, denari di argento datati al IX secolo e tipi in rame datati tra X e XI secolo. Memmo Cagiati (1869-1926) nel 1925 amplia considerevolmente il campo di indagine nell'opera "I tipi monetali della zecca di Salerno", prendendo in esame monete longobarde, normanne e sveve, confermando e approfondendo quanto proposto dal Sambon. Il volume del Cagiati fu stampato a Caserta nel Reale Stabilimento di Arti Grafiche Enrico Marino in un numero esiguo di esemplari: solo pochi studiosi ebbero la possibilità di entrarne in possesso e divenne presto una rarità bibliografica. Diverse sono le caratteristiche che rendono importante e originale l'opera, tra queste la Prefazione dell'autore – dove è proposta una attenta e particolareggiata storia degli studi che interessano tali monete – e i disegni, che presentano esemplari ideali, frutto evidente di una meticolosa osservazione di moltissimi pezzi, circostanza che agevola di molto lo studio scientifico delle straordinarie monete salernitane. Ristampata oggi per cura di Luca Lombardi con Prefazione di Giuseppe Ruotolo, l’opera è stata pubblicata in un numero limitato di copie e in una veste editoriale particolarmente curata. Il volume si presenta infatti edito su carta avoriata e rilegato con copertina cartonata. A riprova della eccezionalità di questo evento editoriale, la pubblicazione è realizzata sotto l'egida della Società Mediterranea di Metrologia Numismatica. Il libro è disponibile dall'editore: http://www.biblionumis.it/libri-di-numismatica/1027-cagiati-i-tipi-monetali-della-zecca-di-salerno.html1 punto
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Buonasera a tutti, è un po' che mancavo oggi vi mostro uno fra gli ultimi arrivi sesterzio di Traiano Decio con al retro le due pannonie pesa 18.16g ancora molto godibile Ric 124a è data come comune, ma io non ne sarei proprio così sicuro sbaglio? Scusate se ho fatto una domanda stupida. Grazie in anticipo1 punto
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Esimi Lamonetiani, dopo 7 mesi di santa pazienza, ho finalmente ricevuto lo stativo che stavo aspettando. La luce al LED mi costringe a rivedere le regolazioni della mia EOS 500 D e tra un'esercitazione e l'altra sui colori, mi sono divertito coi 10 centesimi di Bronzital che si prestano magnificamente alla bisogna. Le foto sono ancora, ovviamente, migliorabili e le monetine non godono di particolare conservazione, ma l'opportunità di vedere quanto la lega (che ufficialmente aveva composizione al 92% Cu e 8% Al) variasse negli anni difficili della guerra è garantita. Eccovi tre esempi d'arcobaleno monetario (giallo, ramato e brunito):1 punto
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Ecco i dati: - 10 centesimi 1943 "giallo": Ø 22,5 mm.; 4,96 g. - 10 centesimi 1942 "ramato": Ø 22,4; 4,79 g. - 10 centesimi 1943 brunito": Ø 22,4; 4,80 g. Vi aggiungo anche questo 5 centesimi 1943 (l'anno che mostra più variazioni di tonalità) "giallo": Ø 19,5 mm.; 2,99 g.1 punto
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ma questo è sfruttamento minorile !!! slabbatori minorenni sfruttati dalle multinazionali numismatiche1 punto
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Ciao @miza, grazie per i complimenti. Il problema con questo nuovo stativo è il faro a LED da 20W molto potente. Le foto che ho postato nel passato (quelle migliori) potevano usufruire del flash per avere maggior profondità, adesso, con questa nuova illuminazione devo rivedere metodo e parametri (queste sono state fatte a ISO 400, ma sembra abbia risultati migliori a ISO 800). Tornando alle monete, sono state tutt'e tre pulite con glicerina e acquaragia che ha rimosso lo sporco NON la patina. Essendo monete dozzinali e di bassa conservazione hanno subìto anche una spazzolatura ad alta velocità che ne ha esaltato la brillantezza. Ma il colore era quello già presente. Per completezza d'informazione il mio pusher numismatico non crede che questi colori siano naturali, nonostante gli abbia sottoposto, oltre le foto qui presentate, anche una seria di 7 monete (sempre 10 centesimi impero) che formavano una scala cromatica dal giallo al marrone. Io rimango dell'idea che non la lega in sé avesse i componenti in quantità variabile, bensì fosse la mescolanza degli stessi a non essere uniforme (una fusione non perfetta). Per cui la lastra da cui venivano estratti i tondelli presentava zone dove il colore variava anche notevolmente. Se, come supponi tu, il 10 centesimi "giallo" avesse subìto un trattamento con "aceto e limone" - dato il notevole tempo trascorso - si sarebbe già riscurito, non pensi? Comunque, supposta la lega metallica ben amalgamata, è molto probabile che le monete trattate tutte allo stesso modo, risultino dello stesso colore o quasi. Qui, invece, abbiamo tonalità molto distanti ( devo averne da qualche parte anche una con riflessi verdastri: la cercherò...): bisogna supporre che ognuna abbia subito un trattamento diverso, possibile, ma improbabile. Oltretutto, ho sottoposto alcune delle più usurate ad abrasione mediante mola per verificare l'interno del tondello ed ho trovato lo stesso colore della superficie...1 punto
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Ciao @El Chupacabra Belle foto, complimenti. I chiaroscuri e le ombre, mettono in risalto molto bene i rilievi della moneta, anche di quelle in più bassa conservazione. Il risultato è eccellente! Toglierei quell'effetto nebbia (forse dovuto ad un intervento successivo, per correggere la foto) che da alla moneta quell'effetto leggermente sfocato. Comunque sei sulla buona strada per diventate un ottimo fotografo numismatico Tornando alle monete postate volevo chiederti: pensi sia possibile che il primo 10 C. del 1943, sia arrivato fino a noi con quel colore giallo, oppure ha subito un lavaggio con aceto e limone...? Inoltre: secondo la Tua esperienza quante sono le tonalità di colore di queste monete in bronzital coniate dal 1939-1943? Le varie leghe sono documentate oppure la si preparava a seconda della disponibilità dei vari metalli?1 punto
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la prima moneta e commemorativa 2018 Taglio: 2 euro ccNazione: AustriaAnno: 2018Tiratura: 18.100.100Conservazione: qFDCLocalità: Milano Note: NEWS!!!1 punto
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