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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/09/18 in tutte le aree

  1. Inoltre va considerato che sui sentieri si trova di tutto. Ecco un piccolo campionario: A sinistra, un utensile di utilizzo ignoto (probabilmente agricolo moderno), a destra in alto un chiodo da ferratura di animale e in basso parte di bossolo (moschetto?). Gli altri sono tutti chiodi da scarpone militare degli eserciti che si sono succeduti nel tempo dalla I Guerra mondiale ad oggi. Come si riconoscono? Dalla forma, dalla presenza di bava di fusione, dalla lega componente. Vi invito a leggere l’articolo (in lingua inglese, essendo stato edito su una rivista internazionale) all’indirizzo http://journals.plos.org/plosone/article/comments?id=10.1371/journal.pone.0194939 Troverete l’abstract, l’articolo completo e le “supporting information” dove troverete varie immagini. Chiaramente, si tratta di un free-text per cui la visione è assolutamente libera e non implica alcuna iscrizione o pagamento. Spero di avervi interessato anche se il tema non ha trattato il tema numismatico… fate conto che sia un’estensione delle discussioni “l’importanza dei dettagli…”. Ciao Illyricum PS: ringrazio anche l'aiuto prestato nelle fasi iniziali della ricerca dall'amico Exergus .
    5 punti
  2. Ritorno per aggiornarvi... Grazie a @Poemenius e a @snam per l'aiuto e le dritte. Ho trovato la conferma che cercavo, il riferimento indicato nella moneta coincide con il numero di lotto del listino di vendita del 1914: gentilmente un addetto della biblioteca del museo archeologico di Bologna mi ha fatto avere copia via mail della pagina in questione. Ovviamente, dato il tipo estremamente comune, non ci sono tavole fotografiche di supporto. Curiosità nella curiosità: l'antoniniano in questione era valutato all'epoca 1,5 Lire. Ai giorni nostri è stato messo in vendita a 5 euro. In questo simpatico link del sole24ore è possibile calcolare l'attuale potere d'acquisto della lira prendendo a riferimento un dato anno... orbene, le 1,5 Lire del 1914 corrispondono ai 5,93 € attuali... quindi chi dice che non conviene investire in numismatica sbaglia!!! C'è un delta di valutazione di ben 93 centesimi maturato in soli 104 anni... circa 0,89 cent. all'anno!
    4 punti
  3. Si ipotizza una vendita di materiale classificato e studiato, una provocazione che date molte teste italiche provoca scandalo. Magari le stesse teste che se ne fregano degli scatoloni, dei furti, delle carenze museali. Proprio fessi gli inglesi....
    3 punti
  4. Foto fatte al chiaro di luna?
    3 punti
  5. Pareidolia = Si tratta di un fenomeno istintivo, cioè la tendenza a vedere forme ed oggetti riconoscibili nelle strutture amorfe che ci circondano. Non mi sembra applicabile alla Sindone
    3 punti
  6. Ciao a tutti, oggi ho migliorato il mio precedente tornese prendendone uno decisamente migliore che ve ne pare? considerato che le mie monete di questo periodo solitamente sono in mb. Non faccio questa operazione spesso perchè avrei sin troppe monete da migliorare, ma in questo caso la data 1858 del tornese che già possedevo non si leggeva nemmeno bene ed il pezzo che ho preso costava poco. Ogni volta resta il problema di smaltire la moneta sostituita... spero la prossima volta di cambiarla alla pari con una moneta estera da ciotola da 50 cent od un euro magari, fortunatamente quella delle monete mondiali di comune circolazione è una delle mie collezioni principali. Questa è quella che avevo in precedenza:
    2 punti
  7. Meravigliosa canzone dei Kiss che non teme minimamente il passar del tempo..
    2 punti
  8. 2 punti
  9. Ciao. Allora siamo in due ad andare contro corrente... M.
    2 punti
  10. 2 punti
  11. Mi hai fatto ricordare che anch'io calcolavo gli anni che avrei avuto Mi ricordo che cominciai quando avevo una diecina di anni con la serie UFO (lo mandavano in onda la domenica), nella sigla iniziale c'era quel 1980 a caratteri cubitali che sembrava irraggiungibile... Alla metà degli anni 70 eravamo incollati alla tv con la serie Spazio 1999, superata anche questa data di quasi 20 anni... Infine ben 33 anni fa con il primo episodio di Ritorno al futuro, con quel display sulla De Lorean che segnava 2015,.. _____ tempo spietato.....
    2 punti
  12. Ciao @And08 , l' unica spiegazione possibile circa la sorgente che avrebbe impresso l' immagine del corpo , presupponendo che il corpo per noi credenti sia quello di Gesu' , e' l' attimo della Resurrezione , una "esplosione" di una forma di energia non spiegabile umanamente .
    2 punti
  13. sono d'accordo per i "paletti"se si tratta di reperti di un certo interesse ma limitiamoci a quelle montagne di monete del IV secolo riconosciute in migliaia di esemplari,cocci di vasellame,fibule ed altro,non sono un esperto in tal senso ne tanto meno un archeologo,anche se da bambino sognavo di diventarlo,ma bene o male sappiamo tutti che alcuni reperti sono noti in migliaia di esemplari,e allora perchè non venderli piuttosto che lasciarli a marcire nei depositi dei musei?quando poi c'è sempre qualcuno che ci fa la cresta,vedi la collezione di Vittorio Emanuele III del museo nazionale romano o la collezione Bovi del museo Filangieri di Napoli giusto per citarne qualcuno.... anch'io sono per non vendere il nostro paese ma poi a questo ci pensa la nostra classe politica...
    2 punti
  14. Conosco alcuni degli studi scientifici fatti sulla Sindone, in particolar modo quelli del Prof Fanti, essendo attualmente mio professore universitario e posso garantire la validità scientifica delle pubblicazioni in quanto dell'argomento ne è stato largamente discusso a lezione. Che vi sia un'immagine di un uomo è innegabile e penso evidente a tutti, e gli ultimi studi hanno dimostrato come l'impressione di quest'immagine non sia operabile da nessuna, per quanto abile, mano umana, ma solamente da una enorme e brevissima fonte di energia...una sorta di "esplosione"
    2 punti
  15. Questi obbrobri sono tutti tentativi casalinghi da "piccolo chimico", molta gente vede che ci sono dei pazzoidi che comprano qualsiasi cosa che possa anche solo lontanamente assomigliare ad un errore di conio, ed ecco i risultati. Questa non è numismatica, non è più nemmeno collezionismo, ma è follia pura. E, mi dispiace dirlo, siamo noi stessi collezionisti ad alimentare questa follia.
    2 punti
  16. E' stato amore a prima vista per questo ripostiglio... e non so spiegarmi il perché... così oggi mi son fatto un regalone: TACITO Zecca: Ticinum (Pavia) - inizio 276 d.C. - Aureliano - 23,5 mm; 4,14 gr - or. assi 6h D\ IMP C M CL TACITVS AVG R\ FELICIT TEMP// V Riferimento: RIC.140 - La Venèra. II.2/1880 Provenienza: Ripostiglio di Reyssouze Priva di argentatura superficiale (chi ha pulito le monete del ripostiglio ahimé le ha pressoché spatinate...), ma in buone condizioni. Pagata più della media perché cgb è cara e per via del surplus da hoard... ma Tacito per questo ripostiglio mi mancava! E poi di Tacito non avevo esemplari in rappresentanza del ripostiglio... e se non ricordo male è pure il primo Tacito a entrare nella mia collezione. In merito alla presenza di questo imperatore nel ripostiglio, questo è quanto viene scritto nel report preliminare:
    2 punti
  17. Come vedete, questo articolo non c'entra niente con la numismatica. L'ho inserito quasi come una provocazione. È triste che un museo debba cedere parte delle proprie collezioni per stringenti necessità economiche, ma non troverei niente di male se tutto ciò facesse parte di una strategia di autofinanziamento per importanti progetti, mostre, pubblicazioni o eventi importanti in genere. Ci arrivo: a quando la vendita di parte delle collezioni numismatiche o archeologiche (preciso: solo le cose ritenute non strategiche ed importanti) da parte dei nostri musei? So che molti non saranno d'accordo con me e lo capisco, ma è meglio lasciare che tutto prenda polvere o addirittura si rovini negli scantinati? Tutto ciò farebbe la gioia di molteplici collezionisti, ne creerebbe di nuovi, probabilmente, e darebbe una bella botta a tombaroli, ladruncoli e maneggioni vari. Che ne pensate?
    2 punti
  18. Si colleziona di tutto, sottobicchieri, tappi, lamette, punti mira lanza, figurine formaggino Susanna... che c'è di male? io colleziono pure gli "spessori"
    2 punti
  19. Ciao, le condizioni dei biglietti purtroppo sono modeste, realisticamente per il 1000 lire G.Verdi non arriviamo ad un euro, uno/due euro per il 100 lire di piccolo formato (è solo un valore simbolico), cinque euro per il 100 lire di grande formato. Poi ci sarebbero il 1000 lire ed il 500 lire, in medie/buone condizioni ma non tanto da poter valere più di 10/15 euro il biglietto da mille lire, e trattandosi di una serie speciale W227 15/20 euro per il biglietto da 500 lire. Se vedi in giro prezzi molto più alti per le medesime condizioni si tratta di solito di banconote proposte ad un prezzo fuori mercato, significa che rimaranno invendute per lunghissimo tempo se non per sempre.
    2 punti
  20. Va beh...questi mi sono scappati mitici...
    2 punti
  21. posto la foto di questa monetina, un quattrino di Filippo IIII 1621-1665 per Milano Crippa III n.27 il suo peso è di gr.1,30 la curiosità sta nella sua coniazione, riporta sia al diritto che al rovescio lo stemma inquartato la sua forma (sembra un cuore) chissà quante vicissitudini ha avuto questo è il bello della numismatica e le sue scoperte
    2 punti
  22. Probabilmente la scarsa attenzione verso il falso tetradramma di Atene è dipesa dal fatto che ci sono relativamente pochi forumisti che si interessano a monete ateniesi. Io, che non sono un "tuttologo", non avevo nemmeno guardato la parte delle monete greche fuori della Magna Grecia e Sicilia.... L'importante è che ci sia stata una tempestiva segnalazione di almeno due attenti osservatori con adeguate prove a sostegno, nello spirito di una fattiva collaborazione. Per il Gela mancavano prove altrettanto inoppugnabili e, come succede anche nei processi penali, è meglio avere l'assoluzione se non si hanno adeguate prove a sfavore, anche se potevano esserci alcuni elementi "indiziari" che legittimavano almeno alcuni sospetti, che restano comunque limitati dal fatto che sono basati solo sulle immagini fotografiche e che andavano supportati da adeguati esami dal vivo e da dimostrazioni più obiettive.
    2 punti
  23. Partendo dal buon proposito di iniziare a leggere qualcosa, su Milano la sua storia e le sue monete sono partito con i Quaderni di Lamoneta e la pubblicazione sulle monete e medaglie di Milano, trovando molti spunti non solo numismatici ma anche sulla storia della città. Allora oggi dopo tanto tempo ho finalmente deciso di andare a visitare il Castello Visconteo di Somma Lombardo, una vera meraviglia, un gioiello con stanze completamente affrescate ed arredi originali, che dire un vero spettacolo lasciato in dono dai Visconti a tutti noi, la visita si svolge con una guida che spiega di passo in passo la storia del castello e dei suoi propietari, delle evoluzioni dello stesso in ambito architettonico e in ambito artistico, con coloro che si sono avvicendati nella propietà e che hanno lasciato il loro segno sul maniero. Quale miglior modo se non andare a vedere di persona i posti dove i Signori di Milano ed i loro discendenti hanno fatto la storia, unica pecca non si possono fare foto degli interni, ma assicuro che sono meravigliosi, vi è nel salone centrale oltre ai vari affreschi che rappresentano i pianeti, Giove, Venere ecc. ed uno spòendido lampadario di Murano di forma non convenzionale, anche un meraviglioso scudo con le insegne dei Visconti, inquartato con biscione ed aquila, con colori vivaci come se fosse stato fatto ieri. Un castello che merita una visita sicura.
    2 punti
  24. L’oro per sé non è responsabile delle macchie di color rosso o marrone nè delle striature rossastre o altre 'manifestazioni esantematiche' che possono svilupparsi sulla superficie di una moneta aurea. Infatti allo stato puro l’oro è incorruttibile, cioè non arrugginisce, è eterno, omogeneo. Però l'oro allo stato puro è troppo tenero per essere funzionale e quindi per le monete si usa in lega, in genere col rame o con rame e argento. Nella produzione dei tondelli e nella coniatura di monete d’oro può capitare che si formino sulla superficie della moneta piccole aree localizzate dei metalli alligati, che col tempo si ossidano assumendo un colore rosso o rosso-marrone più o meno intenso. Non si può però escludere che queste macchie provengano da tracce di altri metalli provenienti dal contenitore che hanno aderito alla superficie della moneta d’oro. Un’ulteriore possibilità è che tracce di altri metalli presenti sul conio prima della battitura del tondello vengano trasferite sulla superficie con la battitura e, inizialmente invisibili a occhio nudo, si rivelino in seguito per la colorazione assunta all’aria. Naturalmente queste minuscole impurezze potrebbero contaminare il tondello prima della coniatura e diventare visibili col tempo, dopo che esso è diventato moneta. Personalmente anch’io le lascerei, come segno che anche un metallo nobile come l’oro può… arrossire! Cordialmente,
    2 punti
  25. Buona sera Chiedo umilmente scusa a tutti; per la mia azione Non succederà più. . Pensavo che i miei post fossero stati dimenticati. Un cordiale saluto
    2 punti
  26. DE GREGE EPICURI Il poco che posso dirti è questo: le imitazioni delle dracme massaliote non sono iniziate in Italia, ma hanno avuto dei precursori in Francia. Sono però imitazioni molto più rare di quelle cisalpine, poco note e poco studiate. Alcune provengono da territori relativamente vicini a Marsiglia (diciamo, dalla Provenza), altre da zone molto più distanti, come questa, che effettivamente è molto originale.
    2 punti
  27. Cari amici Sono 3 anni che mi lamento ogni anno di bologna. Prima per il tendone scareggioso, poi peril servizio di sicurezza pessimo (e ripetuti furti). Finalmente posso dire di essere personalmente contento! Alla fine un convegno dove si paga qualcosa per parcheggiare o entrare. Entri dentro e trovi tutto in ordine, gente sorridente, nessuno che dice di aver subito furti. Parlo con amici commercianti e mi dicono che il servizio di sicurezza è aumentato e che si sono sentiti per la prima volta sicuri a bologna! giro tra i banchi, domando a 8 differenti commercianti amici, tutti sorridenti e con la solita risposta ! Porca miseria, alla fine hanno fatto una mossa giusta, anzi, giustissima ! bravi ! anche se mettete 5 euro a parcheggio o per l'ingresso alla mostra và benissimo ! sono arci contento di come è andata ! bravi ! Fregatevene se qualcuno dice che per 2 euro se ne è andato, pensate a cosa era venuto a fare se non voleva spendere 2 euro ! bravi, anzi, bravissimi, cotinuate su questa linea. Vigilanza, tranquillità e un pelo di qualità sempre più alta ! pagare 2 o 5 euro per un parcheggio o per l'ingresso ad un evento ben organizzato non sono nulla ! bravi.
    2 punti
  28. Riapro questa discussione perche ieri sera nella trasmissione segreti trasmessa in tv mi è sembrato molto interessante cio che hanno affermato gli scienziati del centro ricerche dell'Enea. Cioè in poche parole ci sarebbero voluti 10.000 laser che agissero simultaneamente per formare l'immagine che è presente sulla sindone. Riporto quello che gli scienziati hanno affermato con le loro scoperte in questi ultimi anni: Nella prima parte dello studio è stata confutata la tesi secondo cui la Sindone sarebbe un’opera artistica, in quanto «negli ultimi decenni è stato scoperto che l’immagine corporea non è un disegno o una pittura eseguita con tecniche conosciute, e alcune macchie rossastre sono state causate da sangue umano». La Sindone, altrimenti, sarebbe stata «realizzata dal più geniale falsario mai apparso sulla Terra e ancora oggi sconosciuto», il quale avrebbe dovuto conoscere «alcune tecnologie o informazioni prima della loro invenzione e divulgazione […] non poteva essere a conoscenza di scoperte moderne sia perché le tecniche a disposizione a quel tempo non permettevano di eseguire una simile opera dal punto di vista macroscopico e microscopico». Ma chi sostiene questa tesi, assume una posizione irragionevole, in quanto: 1) L’immagine corporea della Sindone è un falso negativo: tecnologia scoperta ed utilizzata nella fotografia solo nel 1850. 2) I chiodi sono infissi nei polsi dell’uomo della Sindone: ma in tutte le rappresentazioni antiche della crocifissione i chiodi sono piantati nelle mani, anche se in questo modo il corpo non poteva rimanere appeso in croce. L’ipotetico falsario medioevale non poteva saperlo o comunque non avrebbe avuto motivi per contraddire le rappresentazioni della tradizione, rischiando così di dare adito a sospetti. 3) L’immagine della gamba sinistra è più corta della destra: una conseguenza del metodo di inchiodatura dei piedi e della rigidità cadaverica repentina, due aspetti sconosciuti nel Medioevo, essendo stati scoperti solo in tempi recenti. 4) Sul lato destro della cassa toracica c’è una grande macchia di sangue e siero: nessun ipotetico falsario medievale poteva sapere che ciò è una conseguenza della morte istantanea per rottura della parete del cuore, una scoperta recente della medicina. 5) Le macchie di sangue sono nette e sotto di esse non c’è immagine corporea: queste caratteristiche sono incompatibili con un’opera artistica. 6) Ci sono numerose macchie di sangue sulla fronte e sulla calotta cranica: la rappresentazione tradizionale di Gesù è sempre stata con una corona di spine mentre le ferite sulla Sindone presuppongono un casco di spine, un fatto sconosciuto fino a tempi recenti. Nessun falsario, ancora una volta,avrebbe avuto motivi per contraddire di punto in bianco la rappresentazione tradizionale. 7) L’immagine corporea è assente in alcuni punti quali la parte destra della faccia e della fronte e altre parti del corpo: solo recentemente se ne è spiegata la ragione che è collegata alle formalità rituali della sepoltura. L’immagine corporea contiene informazioni tridimensionali: i dipinti e le foto sono generalmente piatti e, a parte le difficoltà tecniche di riproduzione, non si spiegano i motivi che possono aver indotto l’ipotetico falsario a creare un simile effetto, inutile e sconosciuto nella storia dell’arte. 9) L’immagine corporea è estremamente superficiale e consiste di fibrille colorate giallo-seppia che risultano ossidate e disidratate: per le tecniche chimiche e fisiche antiche conosciute non sarebbe stato possibile, mentre esiste una tecnica optoelettronica moderna compatibile. Si deduce, dunque, che «la Sindone non è un falso e tanto meno medievale, ed ha contenuto realmente il corpo morto di un uomo crocifisso in tempi antichi». L’altra ipotesi è che la Sindone abbia contenuto un corpo di uno sconosciuto, non quello di Gesù, anch’esso crocifisso nello stesso modo più o meno alla stessa epoca. Una tesi ancora una volta irragionevole, perché: 1) Il lenzuolo funebre utilizzato per avvolgere il cadavere era pregiato e costoso: simili lini venivano utilizzati in Israele solo per persone di rango reale e/o posizione sociale elevata, ed in questo caso la storia ne avrebbe parlato. 2) L’uomo della Sindone è stato fustigato metodicamente su tutta la superficie del corpo: ci sono segni evidenti di flagello romano in numero così elevato che, a parte i Vangeli, nessun documento storico li ha mai riportati per qualsiasi altro condannato. 3) L’uomo della Sindone è stato incoronato con una corona/casco di spine: ci sono segni evidenti delle ferite delle spine e non si conoscono storicamente altre crocifissioni avvenute con questa aggiunta singolare. 4) Il costato è stato trafitto da una lancia: c’è una vistosa macchia di sangue e siero nel fianco destro dell’uomo causata da una ferita da lancia, un fatto piuttosto irrituale. 5) Le gambe dell’uomo della Sindone sono integre, mentre quelle dei condannati alla crocifissione venivano generalmente rotte per affrettarne la morte, che sarebbe avvenuta solo molto più tardi per soffocamento. 6) La Sindone non contiene tracce di liquidi e gas putrescenti: questi segni sono prodotti dopo circa 40 ore dalla morte, e quindi il corpo non c’era già più prima di allora ma non troppo prima, per via delle macchie di sangue che hanno richiesto del tempo per formarsi per la liquefazione del sangue già coagulato, processo di emolisi. 7) Il corpo non è stato rimosso manualmente: non ci sono tracce di trascinamento in corrispondenza delle macchie di sangue
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  29. Inoltre i soldati spesso hanno lasciato le loro impronte su superfici malleabili che si sono mantenute fino ai giorni odierni. (da Britannia e Israele) O ancora, dopo la consunzione della parte organica, sono rimasti solo i chiodini nella disposizione originale . (Germania) Camminando lungo i le strade ed i sentieri gli antichi romani perdevano questi manufatti ferrosi fabbricati a mano che nel corso del tempo quindi si accumulavano. Pressochè sconosciuti ai più, sono uno dei manufatti romani più diffusi. Quello che è curioso è che a seconda di alcune decorazioni vicine al punto di attacco dello stelo, gli hobnails possono esser collocati cronologicamente. Nel nostro caso coprono il periodo tardo repubblicano e quello imperiale. “Coprono”… perché i soldati camminando per le varie strade perdevano chiodini di caliga e quindi, trovandoli in superficie, possiamo delineare i percorsi stradali che utilizzavano. Certo, bisogna avere anche la fortuna di avere un fondo ghiaioso, non troppo umido, morbido e transitato (i chiodini verrebbero schiacciati nel fango e quindi celati alla vista), non troppo esposto a fenomeni di accumulo di terriccio o humus. Dalle tracce LiDAR si evidenzia che quello attualmente in uso è solo l’ultimo in senso cronologico dei vari percorsi; spesso nel tempo qualche tracciato si spostò, probabilmente per deterioramento del fondo (con buche e solchi) e determinando la formazione di vari solchi paralleli (impercepibili ad occhio nudo).
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  30. Il suo decorso è pressochè parallelo all’attuale strada moderna per Fiume/Rieka (Tarsatica) e al fine di individuare una eventuale rete viaria collegata al forte romano si iniziarono delle prospezioni di superficie, atte ad identificare la presenza di “solchi carrai” di epoca romana. Questa risultò negativa in tal senso ma portò al rinvenimento, tra il ghiaino del fondo, di un minuscolo, misconosciuto e spesso trascurato manufatto: un chiodino di caliga. La caliga era la tipica calzatura del soldato: assomigliava ad un sandalo ed in realtà era una sorta di stivale da marcia con suola rinforzata che si indossava di solito senza calze (salvo il periodo invernale). Tratte da un unico pezzo di cuoio, la suola presentava dei veri e propri chiodi con lo stelo piegato che la rafforzavano, miglioravano la trazione sulle superfici, ne consentivano anche l’uso quasi come arma offensiva e durante la marcia producevano un rumore che poteva intimorire l’avversario, conferendo marzialità nell’avanzamento. In casi eccezionali le caligae si sono conservate (es. terreni umidi britannici o viceversa terreni asciutti egiziani); la disposizione dei chiodi (hobnails) variava nella disposizione. Li usavano tutta la truppa fino al grado di centurione; Gaio, il figlio di Germanico, acquisì il soprannome di Caligola proprio perché da bambino nei campi militari al seguito del padre indossava delle piccole caligae. http://objects.prm.ox.ac.uk/pages/PRMUID130480.html
    2 punti
  31. Riprendendo quindi da dove eravamo rimasti nell’articolo https://www.lamoneta.it/topic/136278-la-vera-nascita-di-tergeste/?tab=comments#comment-1553784 sull’altura denominata Grociana Piccola, sul Carso Triestino, è stato identificato un doppio forte romano che presenta due probabili episodi di frequentazione. Nel sito sono stati raccolti frammenti ceramici e “... un chiodino di caligae nel terriccio smosso da animali fossatori del tutto sovrapponibile per forma, dimensioni e decorazione a quelli presenti nei siti delle guerre cesariane in Gallia.” Perché fu scelto questo sito? Probabilmente per due motivi fondamentali: per il principio di intervisibilità con quello di San Rocco (ovvero i due sito potevano controllarsi e vigilare l’uno sull’altro) e probabilmente perché nei pressi doveva esserci una via di transito di origine pre-romana (nell’area sono presenti anche abitati pre-romani dell’età del ferro di grosse dimensioni). In effetti l’area è stata identificata di vari studiosi come punto di arrivo della mitica “via dell’ambra”, il percorso protostorico che veicolava la resina fossile dall’area baltica al bacino mediterraneo. Ambra che ricordiamo veniva lavorata dapprima anche dagli etruschi e successivamente fece la fortuna di Aquileia e dei sui laboratori. Percorso che a differenza di quello più tardo del periodo imperiale (che valicava le Alpi Giulie e si dirigeva verso Aquileia stessa) dalla zona di Lubiana/Emona allungava il tragitto in termini di tempo ma evitava grossi dislivelli dipanandosi a fondo valle e passando ai piedi del Monte Nanos. Un tracciato viario protostorico, quel che conta, che permetteva di addentrarsi nell’entroterra. Detto ciò, attirò la curiosità la presenza di ciò che attualmente è un semplice sentiero a est dell’insediamento, ad andamento leggermente curvo della lunghezza di circa 450 metri già proposto qualche anno da un non-addetto ai lavori come “possibile strada romana”.
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  32. Come tutti sappiamo l'oro non patina. Le altre componenti della lega però si. Facendo qualche ricerca sulle origini di questo fenomeno mi sono imbattuto in questo interessante articolo; ho scoperto che il rame non è l'unico responsabile: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1001052107600308 eccone la traduzione (google): In ambiente naturale, è stata osservata l'ossidazione sulla superficie delle monete d'oro storiche e contemporanee in diversi paesi. Pochi anni dopo l'emergere delle monete d'oro del panda, sono apparsi diversi punti rossi sulla superficie. Per identificare le macchie e per esaminare i punti, sono stati utilizzati microscopio ottico (OM), microscopio elettronico a scansione (SEM), analisi a microscopia elettronica (EMPA), spettroscopia fotoelettronica a raggi X (XPS) e diffrazione a raggi X (XRD). È stato rilevato dall'osservazione al microscopio che la macchia ha un'area centrale blu scuro circondata da un'ampia area con una sfumatura di colori dal marrone al rosso. I punti rossi di solito contengono fori al centro, che sono distribuiti lungo le zone di sollecitazione forgiate formate nel processo colpito. Dalle analisi di superficie usando EMPA, lo zolfo e l'argento vengono rilevati oltre all'oro, e il contenuto di Ag e S nella parte appannante è superiore a quello nell'altra parte. Inoltre, le distribuzioni di Ag e S sono correlate con la morfologia delle macchie. L'XPS mostra che i componenti delle macchie sono Ag2S e Ag2SO4 e il primo è molto predominante. Questi risultati sono confermati utilizzando l'analisi XRD. Il test accelerato di ossidazione dell'oro in un'atmosfera contenente composti di zolfo dimostra che il fenomeno simile appare quando una piccola quantità di argento è presente sulla superficie dell'oro. Si può concludere che il verificarsi di macchie di tarnish è causato dalla presenza di Ag e S. Su youtube ho trovato filmati in cui "piccoli chimici" si industriano con vari metodi nel rimuovere i redspots: uno ancora più sbrigativo: Personalmente, almeno sulle mie monete, il fenomeno non mi infastidisce e, anzi, nei casi in cui si creano patinature iridescenti penso possano essere considerate un valore aggiunto perché caratterizzano il tondello rendendolo unico. La domanda che vorrei porre ai più esperti in metallurgia è: utilizzando questi metodi, alla luce dell'articolo riportato, c'è il rischio che rimuovendo la patina possa crearsi una mancanza di metallo (nell'articolo si parla di "fori" al centro delle macchie)? Si può verificare che, assieme alla patina, reagisca chimicamente anche il rame/argento che si trovi in superficie? Spero di aver scritto nella giusta sezione, così non fosse spostate pure questa mia. Buona domenica.
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  33. Tanto per dare un idea.. Testa con casco di Athena a destra, fiore o stella sul casco Inverso ΑΘΗ - ΝΑΣ sopra, ΝΙΚΗΦΟΡΟΥ sotto, K - Λ entrambi i lati del gufo di fronte, con le ali spiegate, sul ramo di palma menta Pergamon? Riferimento: Sear # 3962
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  34. Ripeto gli inglesi sono fessi e noi siamo maestri nel gestire il nostro patrimonio. La mia non è un'idea ma un dato. Nel caso non fosse chiaro, il British non permetterebbe la vendita del "Toro Farnese" ma permette la vendita di materiale che una volta catalogato non desta interesse. I musei americani con tranquillità vendono i loro doppioni e comprano con il ricavato altro materiale. In Italia qualcuno magari entrerebbe in residenze private storiche e sequestrerebbe tutto.
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  35. D'accordo sul fatto che il materiale dei musei debba essere "patrimonio di tutti", tuttavia bisognerebbe che quel materiale fosse, se non esposto, quantomeno pubblicato, per poterlo considerare tale. Se rimane inscatolato in magazzino, tanto vale venderlo, con la possibilità almeno di vederlo online o in qualche listino e di poterlo così "studiare". Purtroppo temo che nessun museo potrà mai esporre e pubblicare tutto il materiale numismatico a sua disposizione. Diciamoci la verità: le monete occupano lo spazio che potrebbe essere occupato da reperti più "appariscenti" e le pubblicazioni costano...In assenza di fondi da destinare alla pubblicazione, ai fini della numismatica, intesa come scienza, che sia forse la vendita di queste "rimanenze museali" la soluzione migliore?
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  36. Potrebbe intervenire un facoltoso imprenditore locale o piu di uno e salvare i papiri dalla vendita.Iniziativa non nuova ma gia successa dalle mie parti :Museo Paestum sala del Tuffatore recuperata con uno sponsor. DUE eccellenze che si incontrano, due tra le espressioni più significative della piana pestana che collaborano per rilanciare il patrimonio archeologico. Al Museo di Paestum lunedì partono i lavori di ristrutturazione della sala "Mario Napoli" che ospita la tomba del Tuffatore, il capolavoro della pittura funeraria greca del V secolo avanti Cristo. Li finanzia uno sponsor d'eccezione,
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  37. Mi chiederei piuttosto: quanto persone, potenzialmente interessate alle banconote africane di alto prezzo, ci sono in Italia, in Europa, e più in generale nel cosiddetto "primo mondo", cioè quello che può spendere certe cifre per beni assolutamente voluttuari come le banconote da collezione? Temo che la risposta sia "poche" e che alla fine, certi valori rischino di restare sulla carta (non quella delle banconote ). Anch'io, all'inizio, collezionavo banconote africane, sudamericane, del sudest asiatico, ma solo quelle che costavano poche migliaia di lire. Anzi è stato proprio quando, avendo ormai quasi esurito, almeno per i paesi di mio interesse, le banconote da poco prezzo, mi son trovato a dover scegliere se continuare spendendo sempre di più, o passare ad altro, che ho deciso di passare ad altro. Tu vuoi fare il percorso inverso, passare dalle banconote italiane, che nel nostro paese saranno sempre e comunque le più richieste, a quelle di paesi sul cui interesse, e dunque mantenimento, o addirittura incremento nel tempo del loro valore, non metterei certo la mano sul fuoco. petronius
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  38. Eh beh ... questa è collezionabile, le altre ... da rifondere o da utilizzare come spessori, oppure farle ritornare nelle ciotole.
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  39. E' una Lambretta Rosella 50cc. da portare in barca (solo 90 cent. di lunghezza) si usava per lo più per piccoli spostamenti a terra. Fantascentifici i Rockets! l'anno prima era appena finita questa bella serie televisiva Qualcuno si ricorderà la sigla iniziale
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  40. Una moneta con lo struzzo greca..
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  41. Si vede benissimo, se si conosce questo nominale... Sempre difficile a trovarsi anche solo in bb...
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  42. Ah però, hai migliorato di parecchi punto.. Vedo comunque nonostante tu segua le straniere ( monete ovviamente ), le Napoletane ti fanno girare la testa...
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  43. Sembrano proprio due pezzi congiunti. In questa foto non c'è differenza di colore. Forse una prova del conio del peso fatta su un tondello sottile e poi portata al peso giusto con l'aggiunta del tondello inferiore? In Germania facevano pesi con un lungo pomolino equivalenti al mezzo (es. mezzo Carlino d'oro) su cui si poteva innestare un peso forato della stessa massa, di modo che il peso combinato serviva a pesare l'intero. Non mi sembra però sia il nostro caso, anche perché la parte inferiore del peso sembra essere maggiore di quella superiore. Penso che più di così non si possa dire . Saluti Gzav
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  44. E qui siamo nell'85 gli amori, i ricordi, le emozioni.. Un pezzo di un grande che ha scritto parte della storia della musica Italiana..
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  45. Confesso, sono un “collezionista seriale”! Se avete pazienza e tempo vi racconto il mio percorso collezionistico, che, vista la mia età non più giovanile, è lungo e molto articolato. Correva l’anno 1958, da studente delle medie iniziai con i francobolli, passione che mi ha accompagnato fino al 2010. Ma probabilmente per la mia curiosità e passione per il bello, il mio “animo collezionistico” si è sviluppato su molti altri campi. 1961. Sfogliando una rivista mi incuriosì un articolo sulla storia della scoperta del primo diamante in Sud Africa, colpo di fulmine! Iniziai a studiare mineralogia ed approfondire la gemmologia, interesse che mi porterà a diventare, tra il 2000 ed il 2005, Gemmologo Europeo. Nel 1969, iniziai la mia attività lavorativa presso una primaria compagnia di Assicurazioni, dove svolgevo le mansioni di Ispettore Tecnico, ruolo che mi impegnava in ispezioni presso attività industriali, artigianali, commerciali e abitazioni, avvicinandomi al mondo antiquariale e collezionistico. Nel mio breve soggiorno Milanese (1970-72) frequentavo il Cordusio per i miei interessi filatelici. Lo studio della filatelia e delle tecniche di stampa, iniziarono a stuzzicare la mia curiosità nel settore delle stampe antiche e così iniziai a studiare gli incisori italiani, fiamminghi e tedeschi tra il 1400 ed 1600, realizzando una discreta raccolta di fogli (150 pezzi) di Grandi Maestri. Come detto in precedenza il mio lavoro mi portò ad avvicinarmi al settore antiquariale e così iniziai gli studi di porcellane e tappeti, studi che contagiarono anche mia moglie che ancora adesso colleziona tazzine del 1700-1800. Nel 1972 venni trasferito ad Alessandria, dove iniziai a frequentare i laboratori orafi e di gioielleria di Valenza Po, e vista la mia passione per la gemmologia, sviluppai in maniera esponenziale le mie conoscenze nel settore, ampliando gli studi ad argenterie e oreficerie antiche, in particolare italiane ed inglesi, iniziando a cercare pezzi di particolare interesse. Nel 1979 il lavoro, mi portò a Brescia, dove, sempre per lavoro, ebbi occasione di conoscere un commerciante di tappeti iraniano, e così, con il suo aiuto iniziai ad approfondire questo settore, principalmente per i manufatti dell’800. Durante le mie visite a mercatini antiquariali, conobbi un ragazzo inglese che vendeva Mosaici Minuti Romani, conosciuti come “micro mosaici”, manufatti realizzati a Roma tra la fine del ‘700 e la fine dell’800. Questi mosaici venivano realizzati in smalti vetrosi dai “sanpietrini romani” (artigiani-artisti che curavano i mosaici della Basilica di San Pietro) come souvenir per i turisti del Gran Tour, oggetti di grande fascino! Iniziai a studiare questo settore di gioielleria popolare e naturalmente iniziò la “grande caccia”! In 28 anni metto insieme una collezione di circa 80 pezzi, che verrà pubblicata su un testo realizzato da un Maestro dello Studio del Mosaico Vaticano. Nel 1984, mi capita di acquistare una raccolta di francobolli e oggetti di altra natura, ed in una busta trovo due denari repubblicani romani, il primo contatto con la numismatica! Come mia abitudine iniziai ad approfondire la conoscenza di questa materia, ma la cosa non mi prese molto e così abbandonai……. Purtroppo! Nel 1989 rientro a Roma, nei quadri dirigenziali della Compagnia e quindi per mancanza di tempo, sono costretto a ridurre i miei interessi collezionistici, limitandomi alla gemmologia che nel 2005 si concretizza nel Diploma di Gemmologo Europeo, dopo un anno e mezzo di corsi, e due esami (da brivido!). Avendo lasciato la Compagnia nel 2004, inizio la professione di Perito Gemmologo, occupandomi di certificazione di qualità e di stime, e pare strano, ma è proprio qui che inizia la mia avventura numismatica. Occupandomi di stime, più di una volta mi è capitato di valutare beni ereditari costituiti da gioielli e monete d’oro, le così dette “monete di borsa”. Ma nel 2009 mi capitò una raccolta di monete di borsa ed un insieme di monete di poco conto, tra le quali c’erano due denari di Federico II, che il committente mi regalò. Da queste due monetine è iniziato tutto. Ho cominciato a studiare la monetazione dell’Italia Meridionale, dai Normanni agli Angioini, e navigando sul web ebbi modo di conoscere uno studioso e collezionista di Reggio Calabria che mi mise a disposizione i doppioni della sua collezione e iniziai a studiare anche la monetazione bizantina per le zecche siciliane. Nel 2011 entrai nel Forum e qui conobbi @carlino che si occupava dell’aggiornamento e dello sviluppo del Catalogo; iniziai a collaborare con lui per le Zecche dei Principi Normanni dell’Italia Meridionale, come amministratore delle categorie Amalfi, Capua e Salerno; nonché per la monetazione della Sicilia, come amministratore delle categorie Roberto il Guiscardo, Ruggero I e Ruggero II. Un’altra conoscenza sul Forum, @vox79, (Vincenzo Contreras) mi permetterà di approfondire la conoscenza della monetazione medioevale dell’Italia Meridionale e di essere con lui coautore di un articolo su Panorama Numismatico. Come si sa l’appetito vien mangiando, e cominciai a allargare i miei interessi alla monetazione borbonica e poi a quella del Regno d’Italia e dello Stato Pontificio ed ultimamente alla monetazione USA. Nel 2016, faccio la domanda alla CCIAA per essere inserito nei ruoli Periti ed Esperti, nella categoria Preziosi, e, quasi per scherzo, (e forse con una certa presunzione!), anche nella categoria Numismatica e a Settembre mi ritrovo Perito Numismatico. Devo dire che lo studio di questa Scienza (ho più libri di numismatica che monete!) è stato veramente appassionante, ancora più della filatelia, e ho un grande rammarico: “Perché quei due denari romani non mi hanno contagiato subito?!” sarebbe stata tutta un’altra storia!
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  46. Vi presento una delle mie più recenti “follie numismatiche” : “Numismatica Ranieri S.r.l.Auction 12 - Part 1 ROMA. Sede Vacante (Cam. Card. Francesco Galeffi), 1830-1831. Scudo 1830. Ar gr. 26,36 Dr. Stemma del Cam. Card. Francesco Galeffi sormontato da padiglione e chiavi decussate. Rv. La Colomba raggiante. Pag. 152; Gig. 2. Molto Raro. q. FDC“ Ho dovuto rinunciare al cellulare nuovo, ma penso ne sia valsa la pena. Non vedo l’ora si formi una bella patina degna di questa moneta. Personalmente credo di averla pagata un po’ troppo, ma una volta ogni tanto si può pure osare. Che ne pensate? Martin PS: Che conservazione le date seguendo il sistema di grading americano?
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  47. Buongiorno, se fossero chiamate medaglie, non riuscirebbero a raggiungere lo scopo per cui sono state emesse, attirare più collezionisti possibile. Ricordiamoci che sono solo un modo per rimpolpare le casse, se c'è domanda il giochino funziona, se non c'è domanda il prezzo crolla. Io colleziono medaglie Papali, artisticamente favolose, ricche di storia, coniate in pochissimi pezzi se paragonate alle monete, ma sono meno molto ambite delle Monete e quindi meno richieste. Se sulle medaglie Papali ci fosse scritto "5 scudi" andrebbero a ruba e questo è uno dei motivi per cui preferiscono far passare queste "emissioni speciali" per monete. Cordiali Saluti Silver
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