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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/04/18 in tutte le aree
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Ciao. Ringrazio sentitamente chi mi ha preceduto per le puntuali osservazioni sulla circolazione cartacea dell'epoca. Il fenomeno dell'abbondanza della cartamoneta nel flusso circolatorio è uno dei principali argomenti che mi portano ad escludere la compatibilità dello scudo, nel 1914, quale moneta “atta a circolare” sul piano concreto. (E' ovvio che, teoricamente, la moneta avesse corso legale; ciò non è mai stato in discussione). Grazie a Loro posso ora concentrare l'intervento sulla situazione della monetazione metallica. Come Vi ho anticipato al post n. 75, per comprendere meglio il contesto circolatorio nel quale avrebbe dovuto inserirsi lo scudo del 1914, è opportuno allargare un tantino “l'orizzonte” e contestualizzare meglio quell'emissione utilizzando documentazione ufficiale o, comunque, coeva al periodo. Per fare ciò partirei dal R. D. 4 gennaio 1914 n. 5, che istituiva le nuove impronte delle monete argentee del Regno, caratterizzate dalla cosiddetta “quadriga briosa”, nei tagli da 5 Lire (scudo), 2 e 1 Lira e 50 Centesimi. Come già sappiamo, all'individuazione dei diversi tagli di cui è composta la cosiddetta “monetazione divisionaria argentea” (che all'epoca ricomprende i tipi da 2 lire, 1 Lira e 50 Centesimi) non corrispose necessariamente la battitura effettiva di tutti i tipi previsti in astratto. Il tipo da 50 centesimi argenteo, ad esempio, pur previsto sia nella monetazione d'esordio di V.E. III (v. R.D. 7.3.1901, n. 92) che nella prima monetazione caratterizzata dalla cosiddetta “quadriga veloce” (v. R.D. 12.1.1908, n. 14), come sappiamo non fu mai coniato. Analogamente, per quanto riguarda lo scudo del 1901 “aquila araldica” e quello del 1908 “quadriga veloce” (va ricordato come il tipo dello scudo non rientrasse nella monetazione divisionaria argentea), sappiamo che per motivi che per adesso non è il caso di approfondire ma che sono legati agli accordi internazionali conseguenti alla U.M.L, o non vennero proprio coniati (ed è il caso dello scudo dell'8) oppure vennero inizialmente battuti ma poi rifusi (con, pare, 114 eccezioni...ed è il caso dello scudo dell'1). Il motivo per il quale nel 1911 fu possibile riprendere la coniazione dei primi scudi di V.E. III (“cinquantenario”) è dovuto, lo dico qui rapidamente, ad una “Convenzionale addizionale del 4 novembre 1908”, siglata dalla U.M.L., il cui art. 17 stabiliva che: Spiegata la ragione per la quale l'Italia potè riprendere, nel 1911, la coniazione degli scudi, esaminiamo ancora per un momento qual'era, nel 1914, lo ”scenario” previsto per la monetazione divisionale argentea che, come abbiamo già ricordato, non era rimessa alla discrezionalità dello Stato, ma era rigidamente vincolato ai parametri posti dalla U.M.L. (tot lire per abitante di monetazione divisionaria). Infatti, con R.D. 1°.2.1914, n. 122: si stabilirono le coniazioni divisionali dell'anno corrente. Come si può notare leggendo il testo del decreto, per il 1914 era prevista un'emissione per L. 12.00.000 in moneta da 2 Lire e per L. 9.000.000 di moneta da 1 Lira. Interessante rilevare come per la coniazione di queste monete (art. 2), si sarebbe fatto ricorso in parte all'acquisto di verghe d'argento e in parte alla “....rifusione di altrettanta somma di scudi d'argento da Lire 5 di conio nazionale per le rimanenti Lire quattordici milioni”. Quindi, per produrre moneta divisionaria del 1914 si sarebbero fusi anche scudi da Lire 5 di conio nazionale. Sappiamo peraltro che con il millesimo 1914 non si coniò alcuna moneta da 1 Lira mentre, come già era avvenuto in passato per la monetazione di V.E. III, il tipo da 50 centesimi argenteo venne completamente ignorato; non solo per il 1914, ma anche per i millesimi successivi. Con il millesimo 1914 si coniò pertanto ed esclusivamente (per la monetazione divisionaria) il solo pezzo da 2 Lire. Ma cosa accadde di tanto grave da scompaginare in questo modo i programmi della monetazione divisionaria del Regno per il 1914, che, fra l'altro, erano “freschi” di approvazione? Qualcuno, giustamente, risponderà: “si percepivano già i venti di guerra”! Già. Ma come state per vedere, i problemi monetari dovevano essere insorti già prima che scoppiasse la “Grande Guerra”. In mancanza di testimonianze dirette, si può attingere alla letteratura numismatica dell'epoca e trarre qualche utile spunto di riflessione. Nel primo fascicolo della Rivista “Rassegna Numismatica” del 1914 (pubblicato probabilmente a febbraio '14), alle pag. 19 e 20 – nella rubrica - “Varietas” - vi è un articolo intitolato “Le nuove monete italiane” nel quale, fra le altre cose, si dà notizia che: E' abbastanza significativo che la nuova moneta divisionale argentea vista in circolazione sia unicamente il pezzo da 2 Lire. Nessun riferimento ulteriore viene rivolto allo scudo o alle altre tipologie divisionarie, pur espressamente previste e, probabilmente, in qualche misura anche attese (quanto meno dai numismatici del tempo...). Ma ancor più curiosa è l'annotazione che possiamo leggere nella rubrica “Notizie varie” del “Bollettino Italiano di Numismatica e di Arte della Medaglia” - fascicolo N. 4 di luglio/agosto1914, pag, 64 – dove è riportata una notizia molto interessante: Quindi, nel corso dell'estate 1914, è la stessa Regia Zecca a comunicare ufficialmente che lo scudo e il pezzo da 1 Lira non erano stati ancora coniati. Ciò è abbastanza singolare non tanto per lo scudo (che poi, come sappiamo, verrà coniato) ma per la moneta da 1 Lira, che con il millesimo 1914 non venne invece mai battuta. Sembrerebbe dunque che nell'estate del '14 la zecca non sapesse ancora “che pesci prendere” (o meglio...che monete coniare), visto che nella sua comunicazione non escludeva ancora di battere il tipo da 1 Lira, che peraltro era previsto ed approvato in un contingente di L. 9.000.000 dal R.D. che recepiva gli accordi imposti dalla U.M.L. sulle coniazioni divisionarie. All'interno di questo quadro di obbiettiva incertezza, se vogliamo....”molto italica”...va ad aggravare ulteriormente la situazione il R.D. n. 828 del 18.8.1914 (ne abbiamo già parlato, riprendendone la notizia dal quotidiano La Stampa, vedi post n. 44), che nella seconda metà del 1914 introduce nella circolazione monetaria i “buoni di cassa” da 1 Lira e da 2 Lire, per un contingente non superiore a 250 milioni di Lire. Il problema dei buoni di cassa è che necessitano di un sottostante argenteo che li garantisca; e il Governo individua detto sottostante nella monetazione argentea divisionaria. Per avere un'idea dell'imponenza di queste emissioni fiduciarie straordinarie, si tenga conto che fino al 1914, le complessive coniazioni di moneta divisionale autorizzate in forza della Convenzione della U.M.L. del 4.11.1908 ammontavano a Lire 282.400.000; mentre i soli “buoni di cassa” deliberati nel 1914 avrebbero potuto raggiungere il limite dei 250 milioni di Lire! A fronte di queste emissioni cartacee straordinarie si dispone quindi contestualmente l'immobilizzo nelle Tesorerie governative di uno stock di moneta argentea divisionaria, anche di nuova coniazione, di importo pari a quello dei buoni di cassa in via di emissione. In buona sostanza, si sarebbe dovuto “rastrellare” dal flusso circolatorio o dagli stock già presenti nelle Tesorerie, vecchia moneta argentea divisionaria e se ne sarebbe dovuta allocare pure altra di nuova coniazione; il tutto per garantire l'emissione dei “buoni”. l testo del R.D. n. 828 del 18.8.1914 è il seguente (scansione dalla Gazzetta Ufficiale del Regno n. 197 del 18.8.1914): Considerazioni. E' difficile non intravedere, in queste misure, la finalità di trattenere nelle casse pubbliche le preziose monete divisionarie argentee, inondando di carta fiduciaria la circolazione monetaria. Ai buoni di cassa dobbiamo aggiungere quanto hanno scritto Coloro che mi hanno preceduto in ordine alla presenza nel circolante monetario di una vera e propria “marea” di cartamoneta. Tutto ciò, evidentemente, in vista ed in preparazione degli eventi bellici che sono ormai in procinto di coinvolgere anche le sorti del Regno; eventi che, come ben sappiamo, richiedono solitamente agli Stati belligeranti la disponibilità di enormi risorse, anche e sopratutto in termini di metalli preziosi. Come abbiamo visto dall'articolo de La Stampa (v. post n. 44), la scarsezza di monetazione divisionale in circolazione, già a partire dal mese di agosto 1914, viene anche lamentata da alcuni giornali. Se non contestualizziamo l'emissione dello scudo del '14 in questa peculiare situazione storica e monetaria, ma ci atteniamo ad una lettura puramente “teorica” di dati formali (il primo fra tutti è quello relativo al quantitativo teorico degli scudi emessi nel '14), temo che si corra il serio rischio di non cogliere quale fosse in quel momento il reale “ruolo”, interpretabile da una moneta argentea come quella di un nuovo scudo, all'interno di una situazione circolatoria già abbondantemente “compromessa” dalla presenza di un mare di carta fiduciaria e, correlativamente, dalla progressiva rarefazione della stessa moneta argentea divisionaria. Capirete adesso perchè, già dal post n. 26, parlavo di una serie di argomenti logico-deduttivi (in parte anche corroborati, come abbiamo visto, da elementi documentali) che possono farci desumere la non compatibilità “in concreto” di questa moneta con lo scenario circolatorio dell'epoca. Inoltre, per quanto detto finora, non si può non ravvisare l'ulteriore “stranezza” di una – addirittura prolungata – permanenza di questa moneta in circolazione, tale da portarla ad usure in molti casi sotto lo SPL: in quel contesto, uno scudo del '14 in circolazione sarebbe passato inosservato quanto il transito di una Lamborghini “Diablo” in un campo di patate.... Concludo – non senza prima ringraziare chi ha avuto la pazienza (non comune...) di arrivare fino a questo punto – formulando una riflessione. Non è mia intenzione imporre ad alcuno di accettare l'idea che lo scudo del '14 sia moneta che non ebbe a circolare. Mi sono solo permesso di fornire a tutti la possibilità di ragionare su documenti e di riflettere su considerazioni logico-deduttive che da quei documenti discendono, anche per giungere ad un convincimento, qualunque esso sia, che non sia il frutto di valutazioni aprioristiche, di “atti di fede” o di affermazioni autoreferenziali (“è così perchè secondo me è così”). Dopodichè, al solito, sulla circolazione o non circolazione di questa moneta, ciascuno è libero di pensarla come meglio crede (e ci mancherebbe altro!). Saluti. M.7 punti
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Grazie Alberto, grazie Vittorio, per Alberto specifico che l'inaugurazione durerà poco dalle 10 a credo 11,15 , poi noi rimarremo ma sicuramente chi ha impegni nel pomeriggio li potrà svolgere tranquillamente. L'Associazione Culturale Quelli del Cordusio e' pronta già da ora, e credo ne abbiamo dato prova a esaminare qualunque tipo di progetto, sia per Milano città, ma per l'intera Penisola numismatica, oggi e' Milano ma mi piacerebbe che un domani fosse anche a....o ...noi possiamo muoversi ... Come ho detto nel primo post in modo formale ripeto il credo associativo che e' poi anche il mio credo, e' fare per tutti e fare per la collettività, per le comunità, per le città, oggi e' Milano, la mia città, un polo importantissimo, ma credo che onestamente si debba nella nostra numismatica volare un po' più alto, andare sui valori, uscire dalle ottiche degli orticelli, localismi, delle invidie e ripicche, lasciamole stare, facciamo ma veramente ...facciamo...punto e questo Service con la S maiuscola verrà consegnata nel discorsetto che farò lunedì sera alla città, ai consiglieri comunali, di zona, all'assessore della Cultura, fare per Milano, per la comunità, per le nuove generazioni, per le scolaresche, per la cultura e non a caso come Associazione come scelta del fare oltre a seguire il progetto abbiamo scelto il Catalogo, perché il Catalogo cartaceo sarà cultura, da sabato prossimo il Service sarà di Milano, della città...voliamo alti ... Io non volevo a Milano, lo dirò all'Assessore alla Cultura lunedì sera, la sola visita singola, prenotata, con pezzi specifici da vedere, che va anche bene per carità, ma volevo una esposizione permanente, fissa con tutta la nostra zecca nel tempo, volevo la divulgazione aperta, volevo che un padre che la domenica mattina pagando il biglietto di ingresso col suo bambino potesse dire oggi che facciamo ? Oggi ti insegno e ti faccio vedere la tua storia, questo volevo da sempre e questo ci sarà. La Mostra sarà sempre aperta, sarà fissa, per tutti, l'inaugurazione di lunedì sera sarà a porte chiuse, ma sabato sono permessi 40 accessi con elenco dei nomi , se ci saranno altri che vorranno partecipare ed esserci a questo momento che io continuo a definire storico, ditemelo, farò in modo assolutamente che tutti gli interessati ci possano essere...come giusto ... Certamente gli organi di stampa sono stati avvertiti, quindi si andrà giustamente oltre...per questo sogno che sembrava impossibile e che in fondo dimostra che volendo, volendo si poteva anche fare....7 punti
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È on-line il n. 11 del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Diviso in due tomi, è dedicato al Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Parma. Buona lettura https://www.numismaticadellostato.it/web/pns/notiziario6 punti
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E' di oggi la notizia che per la prima volta dal 1943, il premio Nobel per la Letteratura non sarà assegnato. L'accademia di Svezia, dopo lo scandalo molestie sessuali e l'indagine per gravi irregolarità finanziarie, ha deciso di annullare la premiazione del 2018. La medaglia dei premi Nobel, una breve cronistoria riportata in alcuni articoli. Una medaglia, un diploma e una somma di denaro (8 milioni di corone, all'incirca 900 mila euro) è ciò che si porta a casa chi si aggiudica il premio Nobel. Ma com'è fatta l'ambita medaglia di Stoccolma? Le medaglie per i Nobel per la Chimica, Fisica, Letteratura e la Medicina sono tutte uguali tra loro, ma diverse da quelle per la Pace e per l'Economia. In comune hanno però le dimensioni - 66 millimetri di diametro - e il fatto che fino al 1980 sono state tutte realizzate in oro 23 carati, del peso di 200 grammi. Da allora, si è passati ad utilizzare oro 18 carati e un peso di 185 grammi per la medaglia di Economia e 175 grammi per tutte le altre. Le differenze stanno poi nell’essere state disegnate da artisti diversi: Erik Lindeberg, scultore svedese, per le medaglie di Chimica, Fisica, Medicina e Letteratura; Gustav Vigeland, scultore norvegese, per la medaglia alla Pace; Gunvor Lundqvist Svensson, scultore svedese, per l’Economia. Tutte, in differenti stili a seconda della mano dell’artista che le ha realizzate, raffigurano sulla parte anteriore il ritratto di Alfred Nobel e gli anni della sua nascita e della morte in latino – NAT-MDCCC XXXIII OB-MDCCC XCVI. Sul retro delle quattro medaglie disegnate da Lindeberg è poi inciso il nome del Nobel e la scritta: “Inventas vitam iuvat excoluisse per artes” (“Cerchiamo di migliorare la vita attraverso le arti”). I simboli raffigurati variano a seconda delle rispettive istituzioni di premiazione. Il retro della medaglia per la Pace raffigura un gruppo di tre uomini a voler rappresentare un legame fraterno, con la scritta “Pro pace et fraternitate gentium” (“Per la pace e la fratellanza degli uomini”). Inciso poi sul bordo della medaglia “Prix Nobel de la Paix”, il nome del Nobel e l’anno di premiazione. Sul retro della medaglia per l’Economia è raffigurata la stella polare, emblema dell’Accademia Reale delle Scienze. Anche in questo caso il nome del Nobel è inciso sul bordo della medaglia. Proprio questa scarsa visibilità del nome del “laureato” è stata la causa di uno scambio di medaglie nel 1975. Erano gli anni della guerra fredda quando il russo Leonid Kantorovich vinse il Nobel per l’Economia e l’americano Tjalling Koopmans quello per la Pace. Solo dopo quattro anni di sforzi diplomatici le medaglie scambiate tornarono nelle mani dei legittimi proprietari. Ogni vincitore ha la possibilità di richiedere fino a tre riproduzioni della medaglia per uso personale o per donazioni a musei o università. La medaglia è identica all’originale, ma realizzata in bronzo placcata in oro e non è vendibile al pubblico né alle istituzioni. Alcuni conii della medaglia. Alcune curiosità. Il problema è che non sempre questi importanti riconoscimenti finiscono incorniciati a una parete. Alcune volte si trovano a vivere storie decisamente più avventurose. Il caso più recente è quello del fisico novantaduenne Leon Lederman, che ha messo all’asta la sua medaglia venduta poi per 765 mila dollari il 28 maggio scorso. «È stata da qualche parte su uno scaffale per almeno vent’anni – ha detto Lederman – e ora venderla mi sembra la cosa più logica da fare». Più eclatante è il caso di James Watson che ha venduto all’asta la sua medaglia per farsi pubblicità e tornare alla ribalta, dopo essere stato allontanato dalla comunità scientifica in seguito alle sue dichiarazioni sul quoziente intellettivo degli africani. La medaglia è stata acquistata per quasi 5 milioni di dollari dal miliardario russo Alisher Usmanov, che l’ha poi restituita a Watson perchè riconoscente degli sforzi che lo scienziato ha fatto contro il cancro, malattia che ha causato la morte del padre di Usmanov. Ci sono invece Nobel che hanno ceduto la propria medaglia per scopi umanitari. È il caso di Luigi Pirandello, che nel 1935 la donò in occasione della raccolta d’«oro per la patria», e di Niels Bohr, che nel 1940 donò il ricavato a sostegno della resistenza finlandese. A volte, invece, a sbarazzarsi della medaglia sono gli eredi del premiato. Quella di Francis Crick, ad esempio, ha fruttato oltre 2 milioni di dollari alla nipote Kindra, che ne ha poi devoluto parte al centro biomedico intitolato allo zio. Solo 47 mila dollari è stato invece il valore attribuito alla medaglia del figlio di Niels Bohr, Aage, anch’egli fisico. Ma è andata ancora peggio agli eredi dello scrittore William Faulkner, che non ricevettero alcuna offerta. Sempre a proposito di eredi, è successo anche che la medaglia d’oro diventasse addirittura motivo di “guerra” giudiziaria tra loro. Quello che stupisce è che in questo caso si tratta di un Nobel per la pace, e non uno qualunque: nientemeno che Martin Luther King. Brian Schmidt è stato bloccato all’aereoporto di Fargo, Nord Dakota, per il contenuto “sospetto” della sua valigia: la medaglia in oro ricevuta a Stoccolma (Creative commons tramite Wikipedia) Altre volte ancora la medaglia “viaggia” tra Stati e continenti. Quella di Carlos Lamas, premiato per la pace nel 1936, ha letteralmente fatto perdere ogni traccia di sé dopo la morte del Nobel. È ricomparsa nel 1993 in un banco dei pegni del sud America ed è poi passata per le mani di diversi collezionisti, per essere battuta, infine, all’asta a Baltimora (USA), l’anno scorso, per 1,6 milioni di dollari. I Nobel Niels Borh e George de Hevesy sono i protagonisti della storia più avvincente: in tempo di guerra hanno dissolto in acqua regia le due medaglie in oro dei colleghi Max von Laue e James Franck Infine, c’è la storia, degna di un film d’azione, di altre due medaglie, quelle dei Nobel per la fisica Max von Laue e James Franck. Era il 1940, l’inizio della seconda guerra mondiale, e in Germania vigeva il divieto assoluto di far uscire oro dal Paese. I due fisici riuscirono lo stesso a mandare le loro medaglie al collega Niels Bohr in Danimarca per salvarle dalle razzie naziste. Quando però le truppe tedesche giunsero a Copenaghen, le due medaglie espatriate (e per di più appartenenti a un ebreo e a un oppositore al regime nazista) diventarono come due sentenze di morte. Bisognava farle sparire. Nasconderle era rischioso e distruggerle quasi impossibile vista la stabilità chimica dell’oro. Fu il genio del chimico George de Hevesy, che di lì a tre anni avrebbe ricevuto anch’egli un Nobel, a trovare la soluzione… quella chimica, adatta a “tramutare” in un pomeriggio i 23 carati di entrambe le medaglie in un liquido giallo pesca. Tre parti di acido idrocloridrico e una parte di acido nitrico, in altre parole acqua regia concentrata. È questo l’unico solvente in grado di allentare i legami chimici che tengono insieme in modo tanto stabile gli atomi d’oro. Il liquido color pesca fu quindi lasciato da Hevesy su uno scaffale in un’anonima boccetta da laboratorio. Là rimase indisturbata per oltre cinque anni, fino a quando, a guerra finita, Hevesy potè tornare e invertire la reazione chimica. L’oro ricavato fu inviato alla Nobel foundation di Stoccolma che ricostituì le medaglie e le restituì successivamente ai legittimi proprietari. Sperando di aver fatto cosa gradita. PB5 punti
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Ok allora a grande richiesta... seconda divagazione, poi prometto ai curatori di sezione di non inquinare più la loro fantastica area con queste sciocchezze ..... mi scuso a priori .... il nostro personaggio è in linea con i tempi, ha voluto fortemente un lifting e ha fatto ricorso alla chirurgia estetica... poteva chiedere di assomigliare a Brad Pitt o a Marlon Brando, ma no, lui è fedele alla romanità, quella vera..... altro che Hollywood!, ma è anche consapevole che il confine tra i sessi va assottigliandosi .... 4 denari e 1 aureo per questo mostriciattolo..... chi è il personaggio base? quali i pezzi e di chi altro? buon divertimento Alain5 punti
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e per i baffi....... a questo punto ve lo dico e vi metterete a ridere per non averci pensato se il gioco vi è piaciuto ve lo riproporrò in futuro saluti Alain5 punti
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Bellissima notizia, complimenti al promotore dell'iniziativa, Mario, ed a tutti quelli che lo hanno affiancato e supportato. Zecca importante, città culturale e capitale economica del nostro Paese eppure, Milano, dal punto di vista numismatico...langue. Ben vengano quindi queste importanti realtà. Ora ci vorrebbe un convegno all'altezza della città: la butto lì, chissà che qualcuno non raccolga4 punti
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Ciao Giovanni, rileggendo questa interessantissima discussione volevo un attimo una precisazione sul punto che ho evidenziato in grassetto: Se ti riferisci alle lire quadriga (briosa, veloce e aquila sabauda), queste non erano in argento .835, mentre lo scudo era a titolo .900? @bizerba62 A tal proposito, chiederei a Michele: una maggiore bontà di titolo avrebbe avuto una maggiore "appetibilità" nell'incettare queste monete? Facendo due rapidi conti "di peso", uno scudo era una bella "scorciatoia" per portarsi 25 grammi di buon argento in un solo pezzo, mentre in altri modi (con gli spezzati da 1 e 2 lire) si sarebbero avute almeno tre monete a titolo inferiore. Sempre in merito al dibattito se lo scudo Quadriga abbia circolato si, no, si e no... Stavo facendo una riflessione che anche se non da una risposta secca, ne tanto meno certa, potrebbe (spero) dire qualcosa a coloro che ancora credono che lo scudo quadriga abbia circolato. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu Michele in particolare. Ma la condivido volentieri con Voi tutti se avrete pazienza e voglia di sopportare ulteriormente il mio scritto Gli scudi che ancora giravano nel periodo preso in esame da questo thread erano quelli emessi sotto VEII e poi successivamente sotto umberto I. Solo per VEII, il totale dei pezzi battuti (con esclusione del solo taglio per Firenze del 1861) non arrivano a 69ML (ML= milioni) netti. I pezzi battuti sotto Umberto I sono solo 4,1ML di pezzi Sotto il Regno di Vittorio Emanuele III, oltre al primo "famoso" scudo "Aquila Sabauda", datato 1901, vennero emesse banconote dello stesso taglio attraverso diversi decreti di emissione. Banconote, quindi parliamo di cartamoneta, quella che effettivamente era denaro contante, speso quotidianamente. Lo preciso perchè, per un collezionista del regno che raccoglie solo monete, che da poco si è avvicinato alla numismatica, questo non è un concetto proprio chiaro. Erroneamente si potrebbe pensare che le monete del primo '900 fossero i soli soldi che circolavano ed erano spesi... ma non era proprio così. Le banconote la facevano da padrone... Vediamolo... La prima banconota da 5 lire emessa sotto Vittorio Emanuele III era praticamente identica a quella emessa sotto Umberto I; E' un banconota rara, stilisticamente a me piace molto, e riflette il gusto artistico delle banconote dell'ultimo '800 (in allegato potete vedere una scansione di questa tipologia). Evidentemente la scomparsa improvvisa del padre e la necessità di circolante potrebbero essere la spiegazione all'emissione tipo di questo primo contingente, che venne stampato con decreto (ci si risale con i numeri di serie) del 4.9.1901 per un totale di ben 23ML di pezzi (l'effettiva stampa di questi biglietti, con il medesimo decreto, fu però spalmata in qualche anno, fino al 1904). Dopo qualche anno, Vittorio Emanuele III potè avere una banconota da 5 lire tutta "sua": il 5 lire tipo "floreale", ( @bizerba62 probabilmente è proprio questa la tipologia di banconota cui faceva riferimento @petronius arbiter in riferimento all'art.2 del decreto sul controvalore degli scudi "in valuta corrente del Regno"). Il primo decreto di emissione (distinguibile sempre dai numeri di serie riportati sul biglietto, e stampato per qualche anno, dal 1904 al 1907, come nel caso della banconota con ritratto di Umberto I) del 8.11.04 che risulta stampata in 90 ML di pezzi Una nuova, secondaria, emissione dello stesso pezzo fu con decreto di emissione del 27.12.11 (anno del cinquantenario ): 30ML Nel 1914 (anno appunto, dell'emissione dello scudo Quadriga), ci furono due emissioni: - 22.1.14 per l'ammontare di 62ML di pezzi -05.11.14 per l'ammontare di 191ML di pezzi Quindi, fino a tutto il 1914, si ha una circolazione cartacea di più di 350ML di pezzi di banconote da 5L, (esclusi quelli con il ritratto di Umnerto I) contro un'emissione di scudi veramente esigua. Tutto ciò, credo non possa far altro che rafforzare quanto già scritto precedentemente: Cioè che questi scudi non abbiano circolato affatto come moneta propriamente detta. Tra l'altro, il contesto monetario vede chiaramente una grandissima predominanza di cartamoneta, che inesorabilmente ha di fatto soppiantato la circolazione monetale (in pratica: chi avrebbe speso moneta "buona" avendo sottomano moneta "cattiva", cioè carta?) ANCHE con le politiche attuate per il cambio dei nuovi scudi... Come già scritto: non proprio comodo ed alla portata di tutti. Rinnovo la domanda già citata da @bizerba62 in più punti di questa discussione: Avrebbe avuto senso spenderli così "tranquillamente", anche vista la trafila per richiederle? Alla fine di tutto questo, spero di avervi anche incuriosito con la bellezza della cartamoneta italiana di inizio '900. Il liberty degli scudi lo troviamo accennato in queste piccole opere d'arte, ma se vorrete saperne di più, la sezione cartamoneta, con il buon @petronius arbiter sarà felice di ospitare qualche vostra visita. Cito anche @nikita_, appassionato di banconote che forse potrebbe avere qualche asso nascosto nella sua manica a tal riguardo Perdonami qualora ti abbia chiamato in causa in una discussione che potrebbe invece rivelarsi un po noiosa per i tuoi interessi numismatici. Scusate per la prolissità Un saluto a tutti, Fab4 punti
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Potrebbe essere un soldino di Milano di Carlo II, tipo questo: https://www.deamoneta.com/auctions/view/1/14983 punti
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sul GdN : http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/monete-biblioteca-ambrosiana-milano/3 punti
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Concordo con Mario, tutti UNITI per la nostra numismatica, spero in un evento nel centro Italia3 punti
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Ciao, nessun asso nella manica purtroppo, sono digiuno sulla monetazione del regno ed i biglietti di stato non sono stati stampati dalla Banca d'Italia. Al dato dell'emissione dei biglietti da 5 lire del 1914, dovresti aggiungere anche ben 225 milioni di esemplari di biglietti da 1 e 2 lire prodotti nello stesso anno, anche loro contribuirono alla diffusione di massa della cartamoneta, surclassando di fatto la monetazione argentea in generale.3 punti
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Da un colloquio di oggi pomeriggio in Ambrosiana la stessa, per permettere e consentire la divulgazione e la possibilità di assistere a tutti quelli che vorranno all'evento, acconsente all'ingresso di un maggior numero di persone e anche di utenti anche lamonetiani appassionati, ora mi permetterei, vista la bellezza, l'importanza, e le rarità con diversi R5 delle monete che saranno esposte di taggare alcuni utenti che ritengo indubbiamente legati culturalmente e numismaticamente alla città, ma ovviamente anche appassionati in genere di numismatica, chi volesse può rispondere qui o sulla mail [email protected] e quindi tra questi anche storici e importanti appassionati di Milano e grandi divulgatori : @Ambronummus@gpittini@Edoardo91@viganò@Volf@Max68Busca@fleonardi@mfalier@gigetto13@ak72 @Filippo il bello@giancarlone@rongom@ceolo@niko@Ross14@Gallienus@fabgeo@Cinna74@blaise@numa numa@Axelmilano@Chronos@kingmasu@417sonia@Philippus IX@FrancoMari@[email protected]@Ciprios@gcs@Ronca@centfranc@prtgzn@adelchi@Sator@flepre@vwgolf@ambidestro@gpbasetti@mazzarello silvio@anto R@Garbo92@palpi62@demonetis@Filippo1948@MASSIMALE@giollo2@teofrasto@Ozolt@fabry61@piergi00@cembruno5500@chievolan2 punti
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Tutto sembrava impossibile ormai... Milano offriva le visite singole su appuntamento al Castello per una visione specifica e dettagliata richiesta di pezzi o qualche, veramente molte poche, monete classiche al Museo Archeologico. Mancava il percorso divulgativo accessibile a tutti, in ogni giorno, anche all'improvviso, con uno spaccato cronologico della nostra monetazione e dei nostri simboli. La storia cambiò però il 3 novembre 2015 giorno in cui aprì con la sua inaugurazione ufficiale il nuovo Medagliere dell'Ambrosiana. In particolare ebbi modo di parlare alla fine e vidi in più di uno dell'Ambrosiana gli occhi della divulgazione, gli occhi disposti a mostrare a tutti, alla città. Gli occhi non tradiscono mai e anche in quel caso non tradirono. Iniziò un mio lungo percorso in Ambrosiana, in fondo poi è di fronte al Cordusio, forse fu il segno del destino che unì queste due realtà così diverse tra loro...eppure un filo le univa...le monete... Pensai a un primo step che diventò Milano Numismatica, 28 gennaio 2017, altra tappa storica per Milano dove un gruppo di appassionati potè entrare in una nostra importante istituzione come l'Ambrosiana e vedere monete... Fu un successo con 40 che poterono fruire della visione di rari e splendidi esemplari ... Eravamo arrivati al primo step con la parola GRUPPO...che non era più il SINGOLO...ma non bastava...il giorno dopo iniziai subito a pensare a come arrivare al secondo step il più importante, molto più difficile, quello finale... CONTINUA...2 punti
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E' un piacere parlare di belle cose, grazie a chi le condivide ! Sul controvalore della medaglia sono stato ...di braccio corto, il fatto è che i prezzi di molte medaglie conoscono ondeggiamenti non marginali, basta guardare un qualunque listino d'asta o di vendita. In realtà, se ad un collezionista interessa la Medaglia X, non se la farà sfuggire anche se il prezzo richiesto gli sembra un po' caro, in caso contrario difficilmente uno acquisterà una medaglia solo perché costa poco, se il tema non gli interessa. Un saluto cordiale. @calicola742 punti
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Continua Alain........... permettimi di dirtelo, troppo bello ................. buon week end a te e tutti voi2 punti
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Ciao, anche da me in provincia di Padova, ricordo che da bambino quando si parlava di lire, si usava spesso il termine franchi, lo usavano soprattutto i nonni. Qualche volta ancora adesso2 punti
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Io penso che sarebbe bello e giusto se questo avvenimento trovasse eco mediatica anche e soprattutto fuori dall’ambiente numismatico. Quante volte, magari dopo una qualche affrettata azione giudiziaria, numismatici e collezionisti sono stati sbattuti in cronaca in articoli imprecisi, nei quali si è fatto di ogni erba un fascio, e si è dipinto un ritratto dal quale il lettore medio ha ricavato l’equazione appassionato di monete = tombarolo? (con l’aggravante che, praticamente sempre, una volta che “il caso” si è sgonfiato e rivelato una bolla di sapone, non è stato dato altrettanto spazio alla riabilitazione dell’immagine del malcapitato di turno). Qui abbiamo la dimostrazione pratica che la “passione” non è necessariamente volta all’appagamento di se stessi, ma può anche mettere in moto energie positive e circoli virtuosi che producono come risultato finale il cosiddetto bene comune. Bene “comune” perché è per tutti. Si, ci sarà un momento inaugurale con partecipazione limitata, ma poi l’esposizione, a quanto pare, sarà permanente. E così io, per esempio, che non vivo a Milano e in vita mia ci sono stato solo poche volte, oggi non posso partecipare, ma in futuro potrò usufruire di questo beneficio. E come me tanti altri... Perciò che si faccia circolare quanto più è possibile la notizia, sfruttando tutti i canali di comunicazione, sia tradizionali che moderni. È uno spot, per usare una parola che qualche volta abbiamo impiegato a proposito di alcune discussioni. E, direi, uno spot non “per la numismatica”, ma “per i numismatici”, quelli veri, intesi come persone che coi tombaroli non hanno nulla a che fare, anzi...2 punti
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Devo dire che la risposta non si è fatta attendere e molti sono stati i consensi. D'altronde come non poteva essere altrimenti visto l'impresa... Mi ricordo quando Quelli del Cordusio donavano libri ai giovani, e davano la possibilità di crescere facendoli esprimere in ogni ambito, molti del forum sono nati e cresciuti proprio al Cordusio, è questo evento è anche la conseguenza di anni di lavoro svolto per divulgare la conoscenza e aggregare tutti attraverso la numismatica. Mi ricordo quando il Cordusio faceva le targhe per donarle ai più meritevoli durante le conferenze, e la targa al personaggio che si era distinto per divulgazione.. E sii bei tempi, voglio ricordarli per il clima che si respirava, per l'unione che contraddistingueva anche la città di Meneghina. L'Ambrosiana è l'arrivo anche di tutto ciò, il massimo dell'espressione.. Mi duole però scorgere che nella lista delle adesioni ad oggi, vengan a mancar anche chi ha partecipato a tutto questo, vedi riconoscimenti ecc. et cetera... E quella parte di Milano del nostro ambiente che in qualche modo sembra rappresentarla... L'evento e l'istituzione (Ambrosiana), di certo non penso sian meritevoli di tal riscontro.. Ma la vita è fatta anche di queste piccole cose.. Fortunatamente il Cordusio vive e ci porta a gioir nuovamente, attraverso le più grandi espressioni che la passione possa omaggiar.. Eros2 punti
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@ilnumismatico Sì Fabrizio, hai ragione. A partire dl 1862 gli spezzati d'argento Italiani furono coniati con titolo di Ag 0.835, mentre gli Scudi mantennero quello originario (dai tempi di Napoleone) di 0.900. O meglio mantennero quel particolare valore definito dal Progetto Pepoli (1862) e poi dall'Unione Monetaria Latina, volta a uniformare il sistema di cambio a livello di alcune nazioni europee (inizialmente Francia, Belgio, Italia e Svizzera nel 1865, poi allargato ad altri Paesi nel 1868 e ancora nel 1889). L'UML previde l'interconversione fra gli Stati delle sole monete in oro e dello Scudo in Ag da 25 g (al titolo 0.900 e con rapporto Au: Ag 1:15.5 con prezzo dell'Ag fissato a 222,22 Lire/Kg); per quanto riguardava gli spezzati minori d'Ag questi, per evitarne l'esportazione speculativa, furono coniati ad un titolo inferiore (in Italia appunto 0.835 e limitati alla circolazione al solo ambito interno), rappresentando monete con valore intrinseco inferiore a quello nominale (la moneta d'oro e lo Scudo d'Ag presentavano invece identità tra i due valori). Certamente la differenza di peso in Ag (0.325 g per 5 lire) sarebbe stata tale da poter comunque indurre fenomeni speculativi, se non fosse che, come hai giustamente notato, la circolazione in moneta metallica fu solo una parte trascurabile di quella totale, quasi virtuale, e che la coniazione degli Scudi in Ag da 5 lire fu solo simbolica (e poi vietata nonostante che per le 5 Lire del 1911 e del 1914 fosse stata applicata una sospensiva di tale divieto). La carta moneta, con solo valore nominale e senza alcun valore intrinseco, rappresenta la moneta cattiva della legge di Grisham, quella cioè in grado di scacciare (= far tesaurizzare) la moneta buona (d'oro e d'argento) e determinare i fenomeni inflattivi (nonostante la convertibilità dichiarata in moneta metallica, ovviamente impossibile se tutti lo avessero richiesto). Ciò detto esistevano ambiti di contrattazione minuta che richiedevano moneta metallica (sempre più limitati nel tempo) e di certo la differenza in argento metallico tra gli Scudi da 5 Lire e gli spezzati non sembra tale da poter alterare questi minimi scambi (ben altro discorso se la scala fosse stata più vasta, ma ciò non era possibile e solo la cartamoneta era presente in ambito di grandi contrattazioni o finanziario). E qui entra in gioco la circolazione della moneta metallica di cui si è parlato.2 punti
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Sono finalmente riuscito a chiudere il buco nella mia collezione tipologica dei due denari con questo esemplare, non certamente in perfette condizioni, del 1676 del periodo della reggenza di Vittorio Amedeo II. La rarità di questo millesimo, a parer mio, è parecchio alta, visto la difficoltà di rintracciare degli esemplari con la data chiara e leggibile, sicuramente la tiratura non deve essere stata altissima, visto che nello stesso anno sono stati coniati due tipi di due denari, anche se il primo tipo è una "chimera" per i collezionisti di queste monete. Si può affermare che questo millesimo sia il primo della lunga serie di due denari con l'impronta tipica, diritto croce piana e rovescio con corona/nodo/data. Sperando in un futuro colpo di fortuna nel rintracciare un esemplare in migliore conservazione, per ora sono ben contento di "riempire il buco" con questo piccolo tondello in cui la data almeno è certa... dal vivo comunque si presenta meglio che con le mie pessime foto....1 punto
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Come viene presentato 'sto... "coso"? Come "sconosciuto" da identificare? Ciao Illyricum [emoji6]1 punto
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Quindi il "crepuscolo degli dei" è dipeso anche dal cambiamento climatico ? Ciò che sappiamo di certo è che il fenomeno della conversione al Cristianesimo dei vichinghi risale già all’epoca di Carlo Magno quando, con l'intento di un’espansione verso nord, il sovrano franco aveva favorito l’istituzione di alcune missioni in Danimarca intorno all'anno 777 d.C. Qui si aprono due scenari sulla modalità di conversione: 1- le conversioni spontanee, per lo più individuali, di soggetti che desideravano aderire al nuovo culto, senza esserne costretti; 2- le conversioni di massa, che non erano affatto spontanee e avvenivano in occasione della conversione di un re o di un importante aristocratico, il quale obbligava l'intera famiglia (compresi servi e schiavi) e altri soggetti sottoposti a vari vincoli di fedeltà, a mutare religione. Naturalmente le motivazioni che spingevano queste conversioni possono essere le più disparate: dalla reale convinzione alla mera convenienza.1 punto
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con il telefono potresti ritagliarle ad una ad una cosi si dovrebbero abbassare un po. con il telefono potresti ritagliarle ad una ad una cosi si dovrebbero abbassare un po.1 punto
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Se per valore, intendi economico, la risposta é: "TU". Per altri valori, quali quello storico, artistico, eccetera, il discorso diventa un po' più articolato, ma alla fine é sempre l'interesse umano, seppur non venale, ad esser la risposta.1 punto
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Da Pc sicuramente riuscirei a ridurle .da telefono e piu complicato ,ho provato anche ad impostare una risoluzione piu bassa della fotocamera ma rimangono comunque troppo pesanti. ...e la verita poi e che sono troppo pigro per fare tutti i trasgerimenti dall uno all altro ?.1 punto
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Ciao, ho appena contattato l'UFN San Marino che mi ha riferito che le spedizioni per il 2 euro Tintoretto sono in corso. Nel mio caso è stata spedita il 2 maggio, quindi a breve dovrei riceverla In linea di massima dovrebbero partire tutte le spedizioni entro la prossima settimana1 punto
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Vabbè, da un punto di vista di corso legale siamo d'accordo, sarebbe una pseudo moneta da ritirare immediatamente perchè non rispetta i parametri del decreto; dal punto di vista numismatico sarebbe ben altra cosa, ibridi di questo tipo sono molto ricercati e quotati sul mercato, ancor più lo sarebbe questa che è tedesca, paese dove c'è grande interesse su questo tipo di cose. Peraltro ho parecchi dubbi sulla reale esistenza di questo ibrido, visto che mai se n'è sentito parlare e sarebbe davvero fantascientifico pensare sia un pezzo unico, visto che una cosa del genere non esce per caso, ma deve necessariamente essere stata prodotta fraudolentemente in zecca.1 punto
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Opto anch' io per Odoacre , classici baffi alla barbara , oggi diremmo stile film western . Se non fosse Odoacre sarei veramente curioso di sapere a chi appartengono1 punto
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LEGIO X FRETENSIS La Legio X Fretensis fu una legione romana creata da Augusto nel 41/40 a.C. per combattere contro Sesto Pompeo, ed esistette almeno fino agli inizi del V secolo. La decima legione “Fretensis” venne creata dall ’Imperatore Augusto attorno al 40 a.C., per contrastare Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno, che in quel periodo controllava la Sicilia, mettendo seriamente a rischio le forniture di grano per Roma. Augusto scelse il numero dieci in onore della valorosa decima legione appartenuta a Cesare anni prima. Durante il conflitto contro Pompeo, la Legio X presidiò lo stretto di Messina, prendendo parte alla battaglia di Mylae e a quella di Nauloco nel 36 a.C.; dal nome latino dello stretto, Fretum Siculum, la legione derivò poi il cognome Fretensis, e il suo simbolo fu il verro. CORBULO Comandante assoluto delle Legioni. l'emblema della Legione Siciliana...1 punto
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Beh qui si parla di traguardi impensabili, e fortunatamente realizzati grazie anche allo sforzo di alcune persone, che hanno sempre creduto e mai mollato..1 punto
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Ne avevamo già due inserite due diverse dei Righeria ricordo come fosse adesso che agli inizi di giugno del '85 questi due escono con questa "l'estate sta finendo", e pensai: di già? ma che titolo del menga! Torniamo all'estero ed esattamente nel 1989 con questo pezzo insuperabile.1 punto
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Milano ha tantissimi e forse troppi tesori nascosti. Scoprirli, portarli alla luce e renderli fruibili dovrebbe essere uno Tra i principali doveri (e interesse) delle istituzioni che troppo spesso si mostrano sorde alle richieste di cittadini desiderosi di cultura. ChiudereI con una frase del celebre Fancesco GNECCHI a proposito della collezione dell'Ambrosiana da lui visitata in occasione della realizzazione del libro "le monete di Milano" Alla fine dell'800. "A causa dell’infelicità del locale, in cui è conservata, pochissimo hanno visitato questa Collezione, anzi, oseremmo dire, che pochi ne conoscono l’esistenza; ed è veramente deplorevole che., essendo proprietà del Municipio, non si possa trovar modo di toglerla dal sepolcro ove giace, per riunirla all’altra Municipale sopra citata (Quella ora conservata al Castello Sforzesco ndr) e formare con tale fusione la più splendida Serie di monete milanesi.” GRazie a chi l'ha tolta dall'oblio.1 punto
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Un po’ di storia su questi dollari confederati: Il dollaro confederato (CSA$), suddiviso in 100 cent è stata la valuta degli Stati Confederati d'America al tempo della guerra di secessione statunitense. All'inizio della guerra di secessione continuarono ad essere usate banconote e monete degli Stati Uniti. Verso la fine della guerra, con la svalutazione del dollaro confederato, ebbero maggior preferenza le monete d'oro francesi, inglesi e messicane. Il Sud dipendeva primariamente dalla valuta cartacea per finanziare la guerra. Ne risultò che l'inflazione colpiva il Sud sempre di più, a meno che le valute non fossero coniate in argento o in oro. Le banconote furono stampate dal 1861 al 1864. Nel 1861, quando il dollaro confederato fu introdotto, valeva 95 cents del dollaro USA. Nel 1863 veniva scambiata a soli 33 cents per dollaro. Il 9 aprile 1865, alla fine della guerra, un dollaro confederato veniva scambiato a soli 1.6 cents per dollaro. Il 1º maggio 1865 le banconote in dollari confederati furono vendute in pacchi da 1.200 banconote per $1 USA. Durante la guerra circolò più di un miliardo di dollari confederati. Sfortunatamente ne circolava almeno un altro miliardo e mezzo in banconote contraffatte. Il Nord incoraggiava e promuoveva la contraffazione della valuta confederata, per diminuirne il valore. Le banconote confederate erano stampate in color grigioazzurro ed ebbero il soprannome di bluebacks ("fondi azzurri"). Erano disponibili nei tagli da 5 cent, 10 cent, 15 cent, 25 cent, 50 cent, $1, $1.75, $2, $3, $5, $10, $20, $50 e $100. Le banconote da $10 erano le più diffuse. Nella miriade di scene illustranti il lavoro degli schiavi sulle banconote del Sud troviamo le seguenti categorie: Individui con cotone, Individui con compiti vari, Scene campestri, Scene di stile, Piantagioni di zucchero, Trasporti. Wikipedia docet... ma @petronius arbiter conferma? Per quanto riguarda il valore della banconota, dovrebbe aggirarsi sui 10 euro. PB1 punto
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Io credo invece che sia una fusione, antica, ma fusa. Esistono molti casi di fusioni coeve definibili di “necessità”, tanti gli esempi per Claudio, qualche Augusto o Agrippa, poi i tanti Postumo.. Caracalla, Plautilla e Jiulia Domna soprattutto in area Gallica. ben più rari Galba e altrettanti nomi già più rari da trovare nelle emissioni ufficiali.1 punto
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Lo so...lo so, ecco perchè ti ho citato....apprezzo molto il tuo metodo di collezionare le Napoli, sei davvero in gamba e ti faccio i complimenti. La bellezza è sempre "relativa" l'omogeneità per una collezione di Napoletane e tutt'altra cosa. Quando avrai finito posso mettermi a tua completa disposizione....e se lo vorrai, per una pubblicazione su carta della tua collezione...diciamo un piccolo volumetto dove potremmo raccoglierle tutte e con le relative immagini e descrizioni, falsi acclusi. Pensaci...... non sarebbe una cattiva idea. P.M.1 punto
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In questi giorni ho trovato una bella doppietta monegasca con entrambi i sovrani! Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 899.800 Conservazione: B Località: Castelletto Cervo (BI) Note: l'unico 2 euro di Monaco circolante (escludo il 2017, ma c'è tempo) che non avessi mai trovato. Anche se la condizione è quella che è, si aggiunge alla collezione! Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2015 Tiratura: 1.306.782 Conservazione: SPL Località: Castelletto Cervo (BI)1 punto
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Portogallo Anno: 2007 Tiratura: 1.250.000 Condizioni: BB Città: Milano Taglio: 2 euro cc Nazione: Portogallo Anno: 2016A Tiratura: 680.000 Condizioni: BB+ Città: Milano Note: NEWS!!!1 punto
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Soldi, soldi, soldi! Altri tipi di merci e materiali erano usati come succedanei delle monete: nel New Hampshire pesce secco salato e legname, in Carolina mais, piselli, riso, tutte cose che richiedevano uno sforzo per essere trovate o prodotte. Per fortuna, i falsi non erano un problema Ma di monete vere e proprie, alla fine, gli europei non potevano fare a meno, e poichè le 13 colonie inglesi offrivano ben pochi metalli, e quei pochi dovevano essere inviati in Inghilterra, i coloni incominciarono a usare tutte quelle che c'erano, da qualunque paese venissero. Le monete straniere che si potevano trovare in circolazione nelle 13 colonie nei secoli XVII e XVIII, e poi negli Stati Uniti fin oltre la metà del XIX (a molte di loro era stato concesso il legal tender, il corso legale, che fu ritirato solo nel 1857) provenivano dall'America spagnola, dall'Inghilterra, dalla Francia, dal Portogallo, dall'Olanda, dalla Germania e da ogni dove. Come regola generale, le monete di rame provenivano dall'Inghilterra, quelle d'oro e d'argento dalle colonie spagnole in America. Atti pubblici, contratti, e altri documenti che prevedevano la presenza di denaro, erano usualmente redatti in valuta inglese o spagnola. Assai importanti erano anche le monete, soprattutto d'oro, provenienti dal Brasile portoghese. Scrive lo storico numismatico John Kleeberg: "Le monete d'oro provenivano dal Brasile (i 6.400 reis, spesso chiamati 'joes'), dal Messico le monete d'argento (gli 8 reales), dall'Inghilterra e dall'Irlanda le monete di rame (halfpence). Quelle erano le "workhorse coins' (lett.: le monete del cavallo da lavoro, nel senso delle più usate). C'erano poi altre monete 'workhorse' , da 2 reales, 1 real, mezzo real. Queste monete d'argento arrivavano dal Messico nel XVIII secolo, da Potosì nel XVII." Tra le altre monete, le olandesi assunsero una certa importanza durante la Guerra di Successione spagnola (1701-1714), quando i Leeuwendaaler, i talleri del leone (vedi foto post #34) presero il posto degli 8 reales, che non si riusciva più ad avere. Scarsa importanza ebbero invece le monete tedesche, così come quelle, pur presenti, di altri paesi. Le francesi, invece, avevano un uso preminente in Canada, e venivano scambiate anche nelle aree inglesi confinanti. Ma su tutte svettavano i "pezzi da otto", che gli inglesi chiamarono Spanish Milled Dollars, letteralmente "dollari spagnoli fresati", perché i tondelli venivano realizzati su una fresatrice, ed erano di peso e dimensioni costanti. Alla fine, cacciati gli spagnoli, superate dalla tecnologia le fresatrici, rimasero solo i dollari In foto, 6.400 reis brasiliani del re del Portogallo Joao V, anno 1743. petronius1 punto
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Tabacco Nel 1612, John Rolfe, colono della Virginia, nonché marito della famosa Pocahontas, fece il suo primo raccolto di tabacco. Il tabacco era conosciuto in Europa fin dal tempo del primo viaggio di Colombo, che aveva raccontato come gli indigeni ne fumassero le foglie, sotto forma di sigari, attraverso il naso. La pianta arrivò in Europa all'inizio degli anni 1560, e alla fine del secolo era già diventata popolarissima. Sir Walter Raleigh creò la domanda, Rolfe e alcuni suoi compagni, gentlemen trasformati in coltivatori, fornirono la materia prima. A dispetto delle proteste dei moralisti, dagli uomini di chiesa a re Giacomo I (che se avesse immaginato quanti introiti avrebbe potuto procacciare all'erario la vendita del tabacco a generazioni di tossicodipendenti, avrebbe di sicuro cambiato idea ), il successo del tabacco fu immediato. Era qasi inevitabile che la pianta assumesse anche un ruolo monetario. Cosa che avvenne appena sette anni dopo la sua introduzione in Virginia: nel 1619, la prima legislatura della colonia concesse al tabacco lo status monetario, fissandone il valore a 3 scellini la libbra (poco più di 400 gr.) per quello di prima scelta, la metà per le qualità inferiori. Erano valutazioni generose, che dimostravano quanto il prodotto fosse diventato popolare. La stessa legislatura autorizzò anche l'importazione di schiavi dall'Africa, assicurando così a quelli che si stavano arricchendo col tabacco che presto avrebbero potuto arricchirsi ancora di più, grazie a una manodopera dal costo relativamente contenuto, e dalla durata quasi illimitata (cioè, finché non morivano). E invece, il valore del tabacco crollò, perché i coloni della Virginia sempre più si gettarono nel business, finendo in breve col produrne molto più di quanto ne chiedesse il mercato. Nel 1645, la stessa libbra che nel 1619 valeva tre scellini, si faticava a venderla per un penny e mezzo Nel 1680, i piantatori chiesero al governo della colonia di vietare la crescita delle coltivazioni per un certo periodo di tempo, nella speranza che questo facesse risalire il prezzo. I legislatori rifiutarono, così alcuni piantatori, infuriati, si diedero a bruciare le piante con le loro mani. La reazione del governo coloniale fu immediata e durissima: pena di morte a chi distruggeva le piantagioni Continua...1 punto
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