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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/05/18 in tutte le aree
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E' di oggi la notizia che per la prima volta dal 1943, il premio Nobel per la Letteratura non sarà assegnato. L'accademia di Svezia, dopo lo scandalo molestie sessuali e l'indagine per gravi irregolarità finanziarie, ha deciso di annullare la premiazione del 2018. La medaglia dei premi Nobel, una breve cronistoria riportata in alcuni articoli. Una medaglia, un diploma e una somma di denaro (8 milioni di corone, all'incirca 900 mila euro) è ciò che si porta a casa chi si aggiudica il premio Nobel. Ma com'è fatta l'ambita medaglia di Stoccolma? Le medaglie per i Nobel per la Chimica, Fisica, Letteratura e la Medicina sono tutte uguali tra loro, ma diverse da quelle per la Pace e per l'Economia. In comune hanno però le dimensioni - 66 millimetri di diametro - e il fatto che fino al 1980 sono state tutte realizzate in oro 23 carati, del peso di 200 grammi. Da allora, si è passati ad utilizzare oro 18 carati e un peso di 185 grammi per la medaglia di Economia e 175 grammi per tutte le altre. Le differenze stanno poi nell’essere state disegnate da artisti diversi: Erik Lindeberg, scultore svedese, per le medaglie di Chimica, Fisica, Medicina e Letteratura; Gustav Vigeland, scultore norvegese, per la medaglia alla Pace; Gunvor Lundqvist Svensson, scultore svedese, per l’Economia. Tutte, in differenti stili a seconda della mano dell’artista che le ha realizzate, raffigurano sulla parte anteriore il ritratto di Alfred Nobel e gli anni della sua nascita e della morte in latino – NAT-MDCCC XXXIII OB-MDCCC XCVI. Sul retro delle quattro medaglie disegnate da Lindeberg è poi inciso il nome del Nobel e la scritta: “Inventas vitam iuvat excoluisse per artes” (“Cerchiamo di migliorare la vita attraverso le arti”). I simboli raffigurati variano a seconda delle rispettive istituzioni di premiazione. Il retro della medaglia per la Pace raffigura un gruppo di tre uomini a voler rappresentare un legame fraterno, con la scritta “Pro pace et fraternitate gentium” (“Per la pace e la fratellanza degli uomini”). Inciso poi sul bordo della medaglia “Prix Nobel de la Paix”, il nome del Nobel e l’anno di premiazione. Sul retro della medaglia per l’Economia è raffigurata la stella polare, emblema dell’Accademia Reale delle Scienze. Anche in questo caso il nome del Nobel è inciso sul bordo della medaglia. Proprio questa scarsa visibilità del nome del “laureato” è stata la causa di uno scambio di medaglie nel 1975. Erano gli anni della guerra fredda quando il russo Leonid Kantorovich vinse il Nobel per l’Economia e l’americano Tjalling Koopmans quello per la Pace. Solo dopo quattro anni di sforzi diplomatici le medaglie scambiate tornarono nelle mani dei legittimi proprietari. Ogni vincitore ha la possibilità di richiedere fino a tre riproduzioni della medaglia per uso personale o per donazioni a musei o università. La medaglia è identica all’originale, ma realizzata in bronzo placcata in oro e non è vendibile al pubblico né alle istituzioni. Alcuni conii della medaglia. Alcune curiosità. Il problema è che non sempre questi importanti riconoscimenti finiscono incorniciati a una parete. Alcune volte si trovano a vivere storie decisamente più avventurose. Il caso più recente è quello del fisico novantaduenne Leon Lederman, che ha messo all’asta la sua medaglia venduta poi per 765 mila dollari il 28 maggio scorso. «È stata da qualche parte su uno scaffale per almeno vent’anni – ha detto Lederman – e ora venderla mi sembra la cosa più logica da fare». Più eclatante è il caso di James Watson che ha venduto all’asta la sua medaglia per farsi pubblicità e tornare alla ribalta, dopo essere stato allontanato dalla comunità scientifica in seguito alle sue dichiarazioni sul quoziente intellettivo degli africani. La medaglia è stata acquistata per quasi 5 milioni di dollari dal miliardario russo Alisher Usmanov, che l’ha poi restituita a Watson perchè riconoscente degli sforzi che lo scienziato ha fatto contro il cancro, malattia che ha causato la morte del padre di Usmanov. Ci sono invece Nobel che hanno ceduto la propria medaglia per scopi umanitari. È il caso di Luigi Pirandello, che nel 1935 la donò in occasione della raccolta d’«oro per la patria», e di Niels Bohr, che nel 1940 donò il ricavato a sostegno della resistenza finlandese. A volte, invece, a sbarazzarsi della medaglia sono gli eredi del premiato. Quella di Francis Crick, ad esempio, ha fruttato oltre 2 milioni di dollari alla nipote Kindra, che ne ha poi devoluto parte al centro biomedico intitolato allo zio. Solo 47 mila dollari è stato invece il valore attribuito alla medaglia del figlio di Niels Bohr, Aage, anch’egli fisico. Ma è andata ancora peggio agli eredi dello scrittore William Faulkner, che non ricevettero alcuna offerta. Sempre a proposito di eredi, è successo anche che la medaglia d’oro diventasse addirittura motivo di “guerra” giudiziaria tra loro. Quello che stupisce è che in questo caso si tratta di un Nobel per la pace, e non uno qualunque: nientemeno che Martin Luther King. Brian Schmidt è stato bloccato all’aereoporto di Fargo, Nord Dakota, per il contenuto “sospetto” della sua valigia: la medaglia in oro ricevuta a Stoccolma (Creative commons tramite Wikipedia) Altre volte ancora la medaglia “viaggia” tra Stati e continenti. Quella di Carlos Lamas, premiato per la pace nel 1936, ha letteralmente fatto perdere ogni traccia di sé dopo la morte del Nobel. È ricomparsa nel 1993 in un banco dei pegni del sud America ed è poi passata per le mani di diversi collezionisti, per essere battuta, infine, all’asta a Baltimora (USA), l’anno scorso, per 1,6 milioni di dollari. I Nobel Niels Borh e George de Hevesy sono i protagonisti della storia più avvincente: in tempo di guerra hanno dissolto in acqua regia le due medaglie in oro dei colleghi Max von Laue e James Franck Infine, c’è la storia, degna di un film d’azione, di altre due medaglie, quelle dei Nobel per la fisica Max von Laue e James Franck. Era il 1940, l’inizio della seconda guerra mondiale, e in Germania vigeva il divieto assoluto di far uscire oro dal Paese. I due fisici riuscirono lo stesso a mandare le loro medaglie al collega Niels Bohr in Danimarca per salvarle dalle razzie naziste. Quando però le truppe tedesche giunsero a Copenaghen, le due medaglie espatriate (e per di più appartenenti a un ebreo e a un oppositore al regime nazista) diventarono come due sentenze di morte. Bisognava farle sparire. Nasconderle era rischioso e distruggerle quasi impossibile vista la stabilità chimica dell’oro. Fu il genio del chimico George de Hevesy, che di lì a tre anni avrebbe ricevuto anch’egli un Nobel, a trovare la soluzione… quella chimica, adatta a “tramutare” in un pomeriggio i 23 carati di entrambe le medaglie in un liquido giallo pesca. Tre parti di acido idrocloridrico e una parte di acido nitrico, in altre parole acqua regia concentrata. È questo l’unico solvente in grado di allentare i legami chimici che tengono insieme in modo tanto stabile gli atomi d’oro. Il liquido color pesca fu quindi lasciato da Hevesy su uno scaffale in un’anonima boccetta da laboratorio. Là rimase indisturbata per oltre cinque anni, fino a quando, a guerra finita, Hevesy potè tornare e invertire la reazione chimica. L’oro ricavato fu inviato alla Nobel foundation di Stoccolma che ricostituì le medaglie e le restituì successivamente ai legittimi proprietari. Sperando di aver fatto cosa gradita. PB6 punti
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Ciao. Ringrazio sentitamente chi mi ha preceduto per le puntuali osservazioni sulla circolazione cartacea dell'epoca. Il fenomeno dell'abbondanza della cartamoneta nel flusso circolatorio è uno dei principali argomenti che mi portano ad escludere la compatibilità dello scudo, nel 1914, quale moneta “atta a circolare” sul piano concreto. (E' ovvio che, teoricamente, la moneta avesse corso legale; ciò non è mai stato in discussione). Grazie a Loro posso ora concentrare l'intervento sulla situazione della monetazione metallica. Come Vi ho anticipato al post n. 75, per comprendere meglio il contesto circolatorio nel quale avrebbe dovuto inserirsi lo scudo del 1914, è opportuno allargare un tantino “l'orizzonte” e contestualizzare meglio quell'emissione utilizzando documentazione ufficiale o, comunque, coeva al periodo. Per fare ciò partirei dal R. D. 4 gennaio 1914 n. 5, che istituiva le nuove impronte delle monete argentee del Regno, caratterizzate dalla cosiddetta “quadriga briosa”, nei tagli da 5 Lire (scudo), 2 e 1 Lira e 50 Centesimi. Come già sappiamo, all'individuazione dei diversi tagli di cui è composta la cosiddetta “monetazione divisionaria argentea” (che all'epoca ricomprende i tipi da 2 lire, 1 Lira e 50 Centesimi) non corrispose necessariamente la battitura effettiva di tutti i tipi previsti in astratto. Il tipo da 50 centesimi argenteo, ad esempio, pur previsto sia nella monetazione d'esordio di V.E. III (v. R.D. 7.3.1901, n. 92) che nella prima monetazione caratterizzata dalla cosiddetta “quadriga veloce” (v. R.D. 12.1.1908, n. 14), come sappiamo non fu mai coniato. Analogamente, per quanto riguarda lo scudo del 1901 “aquila araldica” e quello del 1908 “quadriga veloce” (va ricordato come il tipo dello scudo non rientrasse nella monetazione divisionaria argentea), sappiamo che per motivi che per adesso non è il caso di approfondire ma che sono legati agli accordi internazionali conseguenti alla U.M.L, o non vennero proprio coniati (ed è il caso dello scudo dell'8) oppure vennero inizialmente battuti ma poi rifusi (con, pare, 114 eccezioni...ed è il caso dello scudo dell'1). Il motivo per il quale nel 1911 fu possibile riprendere la coniazione dei primi scudi di V.E. III (“cinquantenario”) è dovuto, lo dico qui rapidamente, ad una “Convenzionale addizionale del 4 novembre 1908”, siglata dalla U.M.L., il cui art. 17 stabiliva che: Spiegata la ragione per la quale l'Italia potè riprendere, nel 1911, la coniazione degli scudi, esaminiamo ancora per un momento qual'era, nel 1914, lo ”scenario” previsto per la monetazione divisionale argentea che, come abbiamo già ricordato, non era rimessa alla discrezionalità dello Stato, ma era rigidamente vincolato ai parametri posti dalla U.M.L. (tot lire per abitante di monetazione divisionaria). Infatti, con R.D. 1°.2.1914, n. 122: si stabilirono le coniazioni divisionali dell'anno corrente. Come si può notare leggendo il testo del decreto, per il 1914 era prevista un'emissione per L. 12.00.000 in moneta da 2 Lire e per L. 9.000.000 di moneta da 1 Lira. Interessante rilevare come per la coniazione di queste monete (art. 2), si sarebbe fatto ricorso in parte all'acquisto di verghe d'argento e in parte alla “....rifusione di altrettanta somma di scudi d'argento da Lire 5 di conio nazionale per le rimanenti Lire quattordici milioni”. Quindi, per produrre moneta divisionaria del 1914 si sarebbero fusi anche scudi da Lire 5 di conio nazionale. Sappiamo peraltro che con il millesimo 1914 non si coniò alcuna moneta da 1 Lira mentre, come già era avvenuto in passato per la monetazione di V.E. III, il tipo da 50 centesimi argenteo venne completamente ignorato; non solo per il 1914, ma anche per i millesimi successivi. Con il millesimo 1914 si coniò pertanto ed esclusivamente (per la monetazione divisionaria) il solo pezzo da 2 Lire. Ma cosa accadde di tanto grave da scompaginare in questo modo i programmi della monetazione divisionaria del Regno per il 1914, che, fra l'altro, erano “freschi” di approvazione? Qualcuno, giustamente, risponderà: “si percepivano già i venti di guerra”! Già. Ma come state per vedere, i problemi monetari dovevano essere insorti già prima che scoppiasse la “Grande Guerra”. In mancanza di testimonianze dirette, si può attingere alla letteratura numismatica dell'epoca e trarre qualche utile spunto di riflessione. Nel primo fascicolo della Rivista “Rassegna Numismatica” del 1914 (pubblicato probabilmente a febbraio '14), alle pag. 19 e 20 – nella rubrica - “Varietas” - vi è un articolo intitolato “Le nuove monete italiane” nel quale, fra le altre cose, si dà notizia che: E' abbastanza significativo che la nuova moneta divisionale argentea vista in circolazione sia unicamente il pezzo da 2 Lire. Nessun riferimento ulteriore viene rivolto allo scudo o alle altre tipologie divisionarie, pur espressamente previste e, probabilmente, in qualche misura anche attese (quanto meno dai numismatici del tempo...). Ma ancor più curiosa è l'annotazione che possiamo leggere nella rubrica “Notizie varie” del “Bollettino Italiano di Numismatica e di Arte della Medaglia” - fascicolo N. 4 di luglio/agosto1914, pag, 64 – dove è riportata una notizia molto interessante: Quindi, nel corso dell'estate 1914, è la stessa Regia Zecca a comunicare ufficialmente che lo scudo e il pezzo da 1 Lira non erano stati ancora coniati. Ciò è abbastanza singolare non tanto per lo scudo (che poi, come sappiamo, verrà coniato) ma per la moneta da 1 Lira, che con il millesimo 1914 non venne invece mai battuta. Sembrerebbe dunque che nell'estate del '14 la zecca non sapesse ancora “che pesci prendere” (o meglio...che monete coniare), visto che nella sua comunicazione non escludeva ancora di battere il tipo da 1 Lira, che peraltro era previsto ed approvato in un contingente di L. 9.000.000 dal R.D. che recepiva gli accordi imposti dalla U.M.L. sulle coniazioni divisionarie. All'interno di questo quadro di obbiettiva incertezza, se vogliamo....”molto italica”...va ad aggravare ulteriormente la situazione il R.D. n. 828 del 18.8.1914 (ne abbiamo già parlato, riprendendone la notizia dal quotidiano La Stampa, vedi post n. 44), che nella seconda metà del 1914 introduce nella circolazione monetaria i “buoni di cassa” da 1 Lira e da 2 Lire, per un contingente non superiore a 250 milioni di Lire. Il problema dei buoni di cassa è che necessitano di un sottostante argenteo che li garantisca; e il Governo individua detto sottostante nella monetazione argentea divisionaria. Per avere un'idea dell'imponenza di queste emissioni fiduciarie straordinarie, si tenga conto che fino al 1914, le complessive coniazioni di moneta divisionale autorizzate in forza della Convenzione della U.M.L. del 4.11.1908 ammontavano a Lire 282.400.000; mentre i soli “buoni di cassa” deliberati nel 1914 avrebbero potuto raggiungere il limite dei 250 milioni di Lire! A fronte di queste emissioni cartacee straordinarie si dispone quindi contestualmente l'immobilizzo nelle Tesorerie governative di uno stock di moneta argentea divisionaria, anche di nuova coniazione, di importo pari a quello dei buoni di cassa in via di emissione. In buona sostanza, si sarebbe dovuto “rastrellare” dal flusso circolatorio o dagli stock già presenti nelle Tesorerie, vecchia moneta argentea divisionaria e se ne sarebbe dovuta allocare pure altra di nuova coniazione; il tutto per garantire l'emissione dei “buoni”. l testo del R.D. n. 828 del 18.8.1914 è il seguente (scansione dalla Gazzetta Ufficiale del Regno n. 197 del 18.8.1914): Considerazioni. E' difficile non intravedere, in queste misure, la finalità di trattenere nelle casse pubbliche le preziose monete divisionarie argentee, inondando di carta fiduciaria la circolazione monetaria. Ai buoni di cassa dobbiamo aggiungere quanto hanno scritto Coloro che mi hanno preceduto in ordine alla presenza nel circolante monetario di una vera e propria “marea” di cartamoneta. Tutto ciò, evidentemente, in vista ed in preparazione degli eventi bellici che sono ormai in procinto di coinvolgere anche le sorti del Regno; eventi che, come ben sappiamo, richiedono solitamente agli Stati belligeranti la disponibilità di enormi risorse, anche e sopratutto in termini di metalli preziosi. Come abbiamo visto dall'articolo de La Stampa (v. post n. 44), la scarsezza di monetazione divisionale in circolazione, già a partire dal mese di agosto 1914, viene anche lamentata da alcuni giornali. Se non contestualizziamo l'emissione dello scudo del '14 in questa peculiare situazione storica e monetaria, ma ci atteniamo ad una lettura puramente “teorica” di dati formali (il primo fra tutti è quello relativo al quantitativo teorico degli scudi emessi nel '14), temo che si corra il serio rischio di non cogliere quale fosse in quel momento il reale “ruolo”, interpretabile da una moneta argentea come quella di un nuovo scudo, all'interno di una situazione circolatoria già abbondantemente “compromessa” dalla presenza di un mare di carta fiduciaria e, correlativamente, dalla progressiva rarefazione della stessa moneta argentea divisionaria. Capirete adesso perchè, già dal post n. 26, parlavo di una serie di argomenti logico-deduttivi (in parte anche corroborati, come abbiamo visto, da elementi documentali) che possono farci desumere la non compatibilità “in concreto” di questa moneta con lo scenario circolatorio dell'epoca. Inoltre, per quanto detto finora, non si può non ravvisare l'ulteriore “stranezza” di una – addirittura prolungata – permanenza di questa moneta in circolazione, tale da portarla ad usure in molti casi sotto lo SPL: in quel contesto, uno scudo del '14 in circolazione sarebbe passato inosservato quanto il transito di una Lamborghini “Diablo” in un campo di patate.... Concludo – non senza prima ringraziare chi ha avuto la pazienza (non comune...) di arrivare fino a questo punto – formulando una riflessione. Non è mia intenzione imporre ad alcuno di accettare l'idea che lo scudo del '14 sia moneta che non ebbe a circolare. Mi sono solo permesso di fornire a tutti la possibilità di ragionare su documenti e di riflettere su considerazioni logico-deduttive che da quei documenti discendono, anche per giungere ad un convincimento, qualunque esso sia, che non sia il frutto di valutazioni aprioristiche, di “atti di fede” o di affermazioni autoreferenziali (“è così perchè secondo me è così”). Dopodichè, al solito, sulla circolazione o non circolazione di questa moneta, ciascuno è libero di pensarla come meglio crede (e ci mancherebbe altro!). Saluti. M.4 punti
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Diciamo che questa moneta sta a quella della Nac come io sto a Brad Pitt ci siamo capiti no?3 punti
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Molto interessante Matteo ma, ti ribatto subito, se prendi la definizione di Schaps e sostituisce alla ‘moneta’ l’orzo troverai un bene fungibile con tutte e quattro le funzioni indicate dal filologo ebreo. In effetti i grani d’orzo erano usati come misura del valore, come mezzi di pagamento , come mezzi di scambio e infine come riserva di valore. Jean Elsen in un articolo arrivo’ a ipotizzare che la metrologia dei primi frazionali greci fosse basata su quella dei chicchi d’orzo. eppure il chicco d’orzo non e’ una moneta. Manca un elemento- fondamentale / che la definizione di Schaps non contiene. mentre quella di Seaford vi si avvicina di più ipotizzando appunto la circolazione fiduciaria: manca il sigillo dello Stato. Ovvero il sigillo è l’elemento fondante di cosa puo’essere definito moneta : un oggetto fungibile che racchiude/svolge le funzioni indicate da Schaps ( e non solo da lui naturalmente ) e in più possegga il simbolo dell’autorità Che ne garantiva titolo e peso per chiunque avesse usato la moneta come mezzo di pagamento. Il sigillo ne garantiva peso e titolo - ed era lo stato / il sovrano a garantirlo talche’ non si doveva piu’ ricorrere ogni volta alla pesatura come avveniva per l’aes rude o l’argento grezzo pre-monetale scambiato, ad esempio, in Mesopotamia ma c’era un ‘autorità che - marchiando il metallo - ne garantiva peso e fino per tutti. Era nata - ma solo a questo punto - la moneta ...3 punti
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Cari amici, tutti hanno sogni nel cassetto, anche i numismatici, gli amanti della propria storia, della loro identità, dei propri simboli. Possono essere piccoli, grandi, in questo caso parliamo di un grande sogno che diventa per loro splendida e fantastica realtà. Un sogno agognato, cercato, voluto e che si realizzerà nella nostra amata Milano e in una storica e prestigiosa istituzione cittadina, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Da tanti, tanti anni, da sempre si parlava di avere una esposizione permanente di monete sulla storia della Zecca di Milano per tutti, un percorso cronologico divulgativo, di esempio, accessibile a tutti, che rappresentasse la nostra città, la sua storia, l'arte, l'economia, i simboli cittadini, che fosse monito e ricordo per noi e per le future generazioni, in pratica chi siamo e chi siamo stati. Ma Milano non lo aveva purtroppo... Sembrava tutto impossibile, inattuabile, eppure la comunità numismatica come primissimo desiderio poneva quello di vedere le nostre monete. Il sogno...rimaneva sogno...ma un giorno quando aprì il Gabinetto Numismatico in Ambrosiana intravidi una possibilità, una luce. Non è stato certo facile ma oggi grazie all'apporto di tutta l'Ambrosiana, del Prof. Giancarlo Alteri, Capo del Gabinetto Numismatico, degli sponsor quali il Rotary Club Milano Aquileia che ha finanziato le splendide teche e l'Associazione Culturale Quelli del Cordusio che ha finanziato il Catalogo dell'esposizione permanente di monete della Zecca di Milano e seguito il progetto, ora siamo qui a parlare di un sogno realizzato e da mostrare a chi è già appassionato, ai giovani, alle scolaresche, a chi magari vedendo queste monete troverà il modo di ricercare e ripercorrere il percorso della propria storia, delle proprie radici. L'Associazione Culturale Quelli del Cordusio nel contribuire fattivamente a questo progetto, a questo Service culturale per Milano ritiene che gli sforzi associativi debbano essere indirizzati verso reali obiettivi divulgativi che possano arricchire indistintamente tutta la comunità per una crescita culturale personale e collettiva. L'inaugurazione ufficiale avverrà il 7 maggio 2018 ma sarà solo per l'Ambrosiana, le autorità Comunali, gli sponsor. Per il mondo della numismatica e per i nostri soci per un massimo di 40 persone l'inaugurazione avverrà il giorno sabato 12 maggio ore 10 trovandosi all'ingresso dell'Ambrosiana. Seguiranno come da locandina allegata col programma, le presentazioni del Service e successivamente la visione delle monete nelle teche e per i soli soci presenti sabato 12 maggio la distribuzione gratuita del Catalogo delle monete della Zecca di Milano esposte nel Medagliere dell'Ambrosiana. Per i lamonetiani interessati e che desiderano essere presenti è prevista una quota di ingressi a loro dedicati. Vi aspettiamo quindi numerosi in un giorno che sarà di festa, di gioia, da non dimenticare, chi desidera assistere al sogno potrà comunicare la sua presenza o qui sul forum o alla nostra mail [email protected] Ora tutti, pagando un semplice biglietto d'ingresso, potranno vedere le nostre monete, la nostra storia, i nostri simboli, la nostra identità, tutti i giorni grazie a questo unicum per Milano città e grazie alla sua esposizione permanente di monete milanesi. A volte anche i sogni che sembrano impossibili...possono diventare realtà, fantistica realtà per tutti ma proprio tutti.. L'Associazione Culturale Quelli del Cordusio AMBROSIANA PER CORDUSIO - Copia.pdf2 punti
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Hai ragione Alberto. Allora diciamo così: quando appare in vendita un esemplare con evidenti segni di (pseudo)circolazione, questo va guardato con estremo sospetto, poiché è possibile sia un falso. Altri esemplari che presentano segni, segnetti, colpetti o colpi e vengono definiti BB, qBB, BB/SPL ecc. è probabile invece siano stati mal-conservati.2 punti
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DE GREGE EPICURI Davvero simpatica giornata, che riassumo per chi è interessato. Al mattino, anzitutto sono state illustrate le attività archeologiche nell'insediamento della "Cattolica" (che è lì dal 1932). L'area ha avuto insediamenti umani dal 1° secolo a.C. al 1° d.C., poi dopo il 3°-4° d.C. in uno dei settori sono iniziate tumulazioni, seguite da una vera necropoli. Dopo qualche secolo le tumulazioni sono cessate, e la zona è ridivenuta agricola: essa ha rappresentato "gli orti" della basilica di S.Ambrogio e dei monasteri annessi, dopo la loro fondazione. Il tutto restava al di fuori delle mura romane della città. I monasteri sono stati soppressi solo nel '700, in periodo illuminista-giuseppino. Sono stati sostituiti da insediamenti militari austriaci, compreso un ospedale mlitare, e dalla costruzione di imponenti edifici militari ex-novo (l'attuale Caserma di P.S. di Piazza S.Ambrogio). Gli scavi nell'ambito dell'Università si sono snodati per diversi decenni, anche perchè tutte le attività edilizie portavano alla luce resti antichi e davano luogo a ricerche archeologiche. Tuttora sono accumulate nei depositi (convenzioni varie fra Sovrintendenza e Università) molte tonnellate di materiale di scavo da vagliare minutamente. Nel corso di queste ricerche, sono state reperite più di 800 monete, oltre a moltissimi altri reperti (ceramica, oggettistica antica, anfore, gemme, materiali medievali e rinascimentali, fino alle...pipe austriache dell' Ottocento). Le monete erano da ritrovamenti singoli e da tesoretti; molte dalla necropoli. La "perla" dei ritrovamenti è un aureo di Salonino, trasformato in gioiello in quanto incastonato in un anello d'oro (lavorato a "dentelli triangolari"...scusate l'imprecisione terminologica!): il peso complessivo è di quasi 7 g. Sono state rinvenute anche diverse dracme cisalpine. A parte questi ritrovamenti in loco, l'Università dispone anche di una vera collezione numismatica di oltre 4000 monete, riunite a fini didattici tramite donazioni varie ed acquisti. Il primo nucleo risaliva al prof. Serafino Ricci, docente alla Cattolica per alcuni anni dal 1939, ma è andato purtroppo disperso. I pezzi più belli e interessanti sono stati acquistati da G.Guido Belloni (docente per oltre 20 anni) soprattutto dalla ditta Ratto: abbiamo ammirato 3 solidi, un argenteo di Massimiano, diversi denari repubblicani rari (Giulio Cesare, M.Antonio, Augusto), un rarissimo sesterzio di Vespasiano col Tempio di Iside,e molto altro. Su queste monete, gli allievi della Prof. Perassi svolgono apprendimento didattico e conducono studi che sfociano poi in tesi di numismatica, sia triennali che specialistiche. Il tutto avviene anche in un laboratorio di Archeologia molto ben organizzato, che si occupa naturalmente anche dei reperti non numismatici. E per oggi mi fermo qui. A domani la visita alla "Casa dello zecchiere"...a meno che qualcun altro della brigata odierna non intervenga ad alleviarmi la fatica!2 punti
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Moneta coniata a Barcellona per finanziare la spedizione di Tunisi: “ ...mandamos que el oro se labre de ley de veintidós quilates ( ... ) acuñados de la una parte nuestras armas Reales con el águila rampante imperial y un letrero que diga: CAROLUS QUINTUS IMPERATOR , y de la otra parte tenga una cruz y en cada extremo de ella la corona imperial y un letrero que diga: HISPANIARUM ET UTRIUSQUE SICILIE REX , y que estos se llamen Escudos imperiales . . . ” (cédula de Barcelona , 30 de mayo de 1535; cf. Tomás Da sí, tomo I , documento 208 ). In passato attribuita erroneamente alla zecca di Napoli.2 punti
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Classical Numismatic Group > Auction 108 Auction date: 16 May 2018 Lot number: 472 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction - Lot description: EGYPT, Alexandria. Antoninus Pius. AD 138-161. Æ Drachm (32mm, 20.63 g, 12h). Dated RY 10 (AD 146/7). Laureate head right / L ΔЄ-KA-TOV (date), Hercules standing left, grabbing horn of one of two bulls of Geryon with right hand, holding club and lion's skin in left; at feet to left, the dead body of Eurytion lying left. Köln 1542; Dattari (Savio) 2621; K&G 35.341; Emmett 1542.10 (R4). Fine, even green patina. Very rare. For his tenth labor, Herakles was required to travel to Erytheia to capture the Cattle of Geryon. En route, while crossing the Libyan Desert, he became so frustrated at the heat that he shot an arrow at Helios. Admiring the hero's courage, Helios gave him the golden cup, which Helios used to sail nightly across the Ocean from west to east, and Herakles used it to help him reach Erytheia. Upon arriving there, Herakles was confronted by the two-headed watchdog, Orthros, and the herdsman Eurytion, each of whom he killed with his club. Hearing what was happening, Geryon, armed with three shields, three spears, and wearing three helmets, pursued Herakles to the River Anthemus. Once there, Herakles shot Geryon dead with an arrow he had poisoned with the blood of the Lernaean Hydra. To annoy Herakles as he drove the cattle back to Eurystheus, Hera sent a gadfly to scatter the herd by biting them. After a year's labor, Herakles recovered the herd, but was further hindered by a flood, also caused by the goddess. Herakles eventually returned to Tiryns, and Eurystheus sacrificed the cattle to Hera. Estimate: 1000 USD2 punti
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Buonasera, bighellonando nel sito del museo della zecca di Roma ho scoperto una ampia e interessantissima serie di prove e e progetti alternativi di cui non ero a conoscenza (lascio il link alla collezione online della lira se qualcuno volesse fare la stessa cosa, anche se immagino che qualcuno di voi conosca già questi pezzi: http://www.museozecca.ipzs.it/esposizione/pianosuperiore/sezione.html?sezione=3). Vi sarebbe piaciuto un 100L nichelio con Nettuno al posto di Minerva? a me personalmente l'idea intriga molto, magari sostituendo quello un po' sproporzionato di questa prova tecnica con quello, bellissimo, di Bologna E che dire dell'idea di chiamare le monete d'oro della nascente repubblica fiorini? Non la condivido in toto, troppo regionalizzata, ma condivido la scelta dei soggetti di queste prove in similoro: Il David del Verrocchio e il San Giorgio di Donatello! (anche qui magari con un disegno riveduto e corretto per esaltarli a dovere) che dire? veramente stupendi! Vi mostro, infine, due progetti per la 1000 lire concordia/roma capitale: il primo non mi convince più della versione definitiva (che ritengo un po troppo scarna), mentre il secondo mi piace molto! Voi invece? quale preferite? qualcuna di queste idee alternative vi ha convinto? Mi piacerebbe sapere che ne pensate e se c'è magari qualche altra moneta dal sito che vi ha sorpreso particolarmente (il regno riserva delle chicche niente male). Vi leggerò con interesse, Stefano1 punto
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Ciao @FilNov. Anche la tua è una riproduzione, la stessa identica riproduzione che linki tu. Semplicemente si è rovinata. Non vale praticamente nulla. Saluti.1 punto
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Zecca Olandese Utrecht emissione maggio/giugno. http://collezionieuro.altervista.org/blog/belgio-bozzetto-2-euro-commemorativo-50-anniversario-rivolta-studentesca-maggio-1968-2018/1 punto
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Esci dalla banca e tutto tranquillo vai a fare compere in qualche negozio,vai a pagare e hai banconote false, penso che la persona che abbiamo di fronte non crede che le hai avute dalla banca. O chiama subito le forze dell'ordine o ti potrebbe far pagare con le carte ma sempre con il dubbio che siano rubate anche queste.Le ipotesi sono molte non vorrei addentrarmi a varie supposizioni di come mai in banca ci siano banconote false , e come mai chi tutti i giorni è a contatto con queste non sa riconoscere il falso? . Sta di fatto che per spacciatori di banconote false è la persona che le spende anche se è in buona fede.Su questo forum ci sono persone che fanno parte di autorita' competenti e potranno spiegare meglio la faccenda,ciao.1 punto
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Sicuramente strepitosi , se non altro per l' abilita' dimostrata nel collage e se vogliamo anche istruttivi nel riconoscere i personaggi , pero' come si suol dire : il gioco e' bello quando dura poco , poi puo' diventare noioso .1 punto
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Posto foto di un esemplare che ho in collezione, e che presenta al rovescio la legenda IS - XI invece di IS - XS. La monetazione normanna pre-salernitana è ancora poco conosciuta, e secondo me può regalare grosse sorprese.1 punto
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giro a Exonumia sperando che possa trovare maggior visibilità....1 punto
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sono tante le figure che si possono interpretare con quella postata al R/ di Faustina. potrebbe essere questo Sesterzio in oricalco... RIC 1151 Faustina I Orichalcum Sestertius, Rome, after AD 141. 31.5 mm, 23.78 g. DIVA FAVSTINA, draped bust right, hair coiled on top of head / Vesta standing left, holding Palladium and torch, S-C across fields. RIC 1151; Cohen 268; BMCRE 1536; Sear 4633. Text1 punto
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Presente, pranzo compreso. Se poi si riuscisse a ricompattare la coppia viaggiante ne sarei lieto ? Roberto Bene, vengo a trovarti. Roberto1 punto
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Buongiorno Mario, grazie mille per avermi inserito nella lista. Sarò felice di partecipare a un evento di tale portata!1 punto
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Mi piacerebbe riunire tanti appassionati in una grande sala, è fare un ciclo di opinioni sulla vita numismatica... Però vorrei tutto il forum presente, dove attraverso giornate insieme si possa finalmente parlare, parlare, parlare e poi ancora parlare, a dimenticavo e poi gioire con tanti tondelli... Ognuno con il suo periodo, ognuno con la sua zecca, ognuno con la sua storia.. Una Babele numismatica che f.....1 punto
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Va beh allora provochi... Questa la dedico a Milano e a quegli anni...visto che tu mi metti lui... Io ti metto lui un antagonista di livello...1 punto
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Beh questo è un chiaro omaggio... Grazie Carissimo...ti seguo.. Eros .1 punto
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Per poter vedere monete di Milano sono stato a Roma, Vienna, Monaco e Lione, ora grazie ad un sogno fortemente voluto da una persona e alle associazioni che hanno creduto nel progetto, sarà possibile ammirare le monete della zecca di Milano in un'esposizione permanente alla biblioteca Ambrosiana. Sabato mattina sarò presente per gustarmi questo, insperato, evento. Posso solo ringraziare Mario per averci creduto fino in fondo!!!1 punto
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Come ricordato anche da Matteo91 nel post #12, da tempo la ricerca ha chiarito definitivamente che le prime civiltà avevano un'economia piuttosto avanzata: seguendo ad intuito lo schema evolutivo generale comune al mondo intero viene da supporre che anche questi popoli, ad un certo punto della loro lunga storia, potrebbero aver sviluppato una forma di commercio al dettaglio sfruttando beni facilmente "frazionabiIi" come questi, specialmente in casi come il mesopotamico in cui sappiamo con certezza che avevano una funzione economica importante venendo già usati come mezzo per grossi pagamenti. Vista la propensione allo scambio che l'umanità da sempre dimostra è difficile pensare che prima della moneta tutto si sia sempre limitato ai sistemi centralizzati di distribuzione dei beni e non si sia mai sviluppata, anche solo tardivamente, una forma di scambio spiccio che andasse oltre lo scomodo sistema del baratto. Ovviamente non parliamo certo di un sistema generalizzato come quello odierno, anche perchè molte di queste ipotetiche "frazioni" avevano lo svantaggio di essere deperibili.1 punto
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Buonasera, ritorno dopo tanto con questo piccolo ed interessante ritrovamento. Ultimamente ho trovato qualcosina, grazie ad alcune colleghe cassiere, e con calma posterò tutto, ma questo di stasera voglio condividerlo subito. Taglio: 1 euro Nazione: Malta Anno: 2017 Tiratura: solo in divisionale Conservazione: SPL Località: Alliste1 punto
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Condivido molte delle riflessioni di questo post. Da non molto mi sono riavvicinato alla numismatica, e per il momento è ancora tutto virtuale, sia per ciò che concerne le monete vere e proprie ma anche per quanta riguarda voi, veri e propri appassionati. Nonostante queste nutro grandi aspettative per il ritorno che la numismatica mi può dare a livello emotivo e sensoriale. Amo infatti la metodica che voi fin da subito mi avete trasmesso nel corteggiare una moneta e poi nel conservarla preziosamanete, metodica che può si sfociare nel perfezionismo ma è proprio qui un altra qualità che la numismatica aiuta a sviluppare: l’ autocontrollo. Autocontrollo Vitale in questa disciplina. Preferisco chiamarla “disciplina” perché il termine hobby mi sembra molto diminutivo, in special modo per il significato che gli attribuiamo solitamente. Poi ci sono le persone, nik per il momento, ma è vero che dalle loro parole si capiscono paure, punti di forza, sofferenze che hanno vissuto o stanno vivendo, si sente la determinazione, si intravedono i sogni. Quello che poi apprezzo molto è il profondo rispetto reciproco. Qualità rarissima, tra esperti e appassionati poi non parliamone... rispondere anche senza che vi sia porto saluto o ringraziamento, si cerca sempre di mantenere toni pacati, frasi costruttive... A voi va un profondo grazie, perché una passione contornata da persone superbe, che sminuiscono per primeggiare, egoiste..può col tempo diventare fonte di disgusto. L altro giorno in un museo a Volterra ho visto un bel monetiere, era la prima collezione che vedevo con occhi diversi, da spirante numismatico.... gran bella sensazione! Difficile descriverla.1 punto
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In generale non saprei dirti, ma questi 5 euro li si può "scambiare" presso la Bundesbank. Ci sono purtroppo un paio di problemini... - la Bundesbank ha solo poche filiali nelle città più grandi - presso la banca danno solo una moneta al giorno a persona e se ti va male devi fare una bella fila - non si può scegliere la zecca, nel senso che una filiale ti da le monete che ha Mi sono anche chiesto come certa gente faccia ad avere i rotolini: i commercianti li capisco - avranno i loro canali - ma i privati? Mi sa che sono solo quelli ben ammanicati... Servus, Njk1 punto
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Ho sentito parlarne oggi nel Tg che il Nobel della letteratura non sara assegnato. Quello che mi mette curiosita' è se la medaglia donata alla patria da Pirandello invece di andare perduta qualcuno l'abbia salvata e finita in una collezione privata.1 punto
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ps: conto e spero di essere presente all'inaugurazione sabato 12, anche se la concomitanza con l'asta NAC forse me lo impedirà: vediamo...1 punto
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A chi e intetessato all argomento consiglio in vecchio libro https://www.abebooks.de/erstausgabe/GUINNESS-DENARO-AVRESTE-VOLUTO-SAPERE-AVETE/11825226098/bd IL GUINNESS DEL DENARO DI Leslie Dunkling e Adrian Room Tra gli altri argomenti trattati contiene una vastissima carrellata di modi di dire,proverbi,sinonimi ,contrari ,citazioni letterarie ed espressioni legate al mondo della numismatica ( in particolare quella di area anglosassone,ma non solo) PS il libro e abbastanza vecchio ma con pazienza si puo trovare a popo.Io lo presi in libreria qualche anno fa ad 1E ? approfittando di un "fuoritutto"1 punto
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Scusatemi ma questa troppi ricordi, troppe analogie, un pezzo storico per un grande musicista... Atto dovuto... Altri tempi altre categorie..1 punto
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Ne avevamo già due inserite due diverse dei Righeria ricordo come fosse adesso che agli inizi di giugno del '85 questi due escono con questa "l'estate sta finendo", e pensai: di già? ma che titolo del menga! Torniamo all'estero ed esattamente nel 1989 con questo pezzo insuperabile.1 punto
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Ottimo Roby è un pò che non ci vediamo..1 punto
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Vi mostro il mio primo acquisto in merito alle preunitarie, credo di aver trovato proprio una chicca, non proprio facile da trovare in questa conservazione, cosa ne pensate? come vi sembra questo centesimino? Grazie a chi interverrà...Daniele1 punto
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Io e la mia ragazza saremo al Convegno il sabato! Ovviamente, anche al pranzo insieme!1 punto
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Buona giornata Presente .... anche al pranzo naturalmente! Grazie Federico. saluti luciano1 punto
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Notate come il soldato francese che guarda il suo fucile e che non osserva né partecipa all'esecuzione, somigli all'Imperatore Napoleone III.....1 punto
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Notizia di qualche giorno fa, gli Abba si riuniscono in palco dopo 35 anni Mi sembra giusto ricordarli con questi due pezzi (ce ne sono tanti altri), del resto non erano ancora stati menzionati pur essendo stati molto in voga negli anni '70. 1975 19801 punto
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Ciao. Non saprei, francamente, quale attinenza numismatica attribuire al termine "zecchini" utilizzato dall'autore di "Pinocchio", che peraltro è un romanzo di fantasia per bambini e dunque impiega una terminologia adeguata allo scopo. Personalmente propenderei più per considerarla un'accezione puramente letteraria e slegata dal riferimento ad una vera e propria tipologia monetale. Se posso aggiungere una considerazione più generale, la monetazione aurea del Regno d'Italia è appannaggio di una ristretta élite economica ed è pressoché inarrivabile per la "gente comune", a cui è abbastanza alieno persino lo stesso massimale argenteo da 5 lire (scudo).. Ricercare una definizione con cui la moneta aurea (o anche solo le 20 lire "marengo") veniva chiamata dal popolo nella "quotidianità", mi sembra abbastanza inutile, dal momento che il suddetto "popolo" non ne aveva proprio alcun contatto. Da un censimento del 1881 e quindi nel contesto temporale in cui Collodi scrive "Pinocchio", nel Regno d'Italia il tasso medio di analfabetismo della popolazione sfiora il 70%: http://www.bibliolab.it/scuola/analfabeti_italia.htm Tale condizione non solo impedisce a più di 2/3 della popolazione del Regno di poter leggere lo stesso "Pinocchio" ma è sintomatica di una situazione che vede versare la gran parte della popolazione italiana in una condizione economica di estrema indigenza, se non di pura sussistenza. D'altro canto, la ristretta élite di popolazione che aveva invece accesso alla monetazione aurea era anche sufficientemente "colta" ed alfabetizzata per non dover ricorrere a terminologie improprie o generiche per definire la monetazione aurea. Per quanto riguarda i termini "marengo", "mezzo marengo" o "doppio marengo", essi dovevano essere (o dovevano essere stati) piuttosto ricorrenti tra gli italiani dell'epoca che ebbero la fortuna di maneggiare monete d'oro, similmente a quanto avveniva in Francia con il termine "napoleone" ("mezzo napoleone" e doppio napoleone), con cui si indicavano rispettivamente il pezzo da 20 franchi, 10 franchi e quello da 40 franchi). Come è noto, il nominale da 40 lire era stato abbandonato già molto prima della nascita del Regno d'Italia. ".....mentre è noto che quelle da 5 centesimi venivano chiamate "soldi" (1 soldo=20 lire)." Si, il pezzo da 5 centesimi era chiamato anche "soldo"; però il rapporto che hai indicato è errato: Erano 20 soldi che formavano una lira. "Non mi è comunque chiaro, tornando alla domanda iniziale, il motivo per il quale i privati avrebbero dovuto fornire l'oro per ottenere i tagli da 50 e 100 lire. C'erano collezionisti ai quali la zecca aveva comunicato questa possibilità? " Come già detto, l'unico modo per reperire nuova moneta aurea era quello di richiederla in zecca, fornendo il metallo e pagando i relativi diritti, Questa modalità era prevista dalla legge per tutti, (privati non collezionisti, collezionisti, enti, banche e per lo stesso Governo) e non c'era quindi necessità di avvertire il pubblico. La fornitura del metallo prezioso era necessaria per ottenere qualunque nominale aureo che al momento della richiesta poteva essere coniato e non solo per richiedere i pezzi da 50 e 100 lire. Saluti. Michele1 punto
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Perdonatemi tutti, ma a me non convince e vi spiego perché. Qui sotto vi posto la moneta a confronto con altre due: la prima è autentica (periziata BB-SPL) e presenta la caratteristica frattura di conio nell'angolo in alto a sinistra del "5" (valore), la seconda è la moneta in oggetto e la terza è il classico falso con depressioni sul valore e sfregio che va dalla pancia del "5" (sempre valore) all' "1" della data. Tenendo conto della pesante usura, voi cosa ne pensate?1 punto
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