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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/06/18 in tutte le aree
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E' di oggi la notizia che per la prima volta dal 1943, il premio Nobel per la Letteratura non sarà assegnato. L'accademia di Svezia, dopo lo scandalo molestie sessuali e l'indagine per gravi irregolarità finanziarie, ha deciso di annullare la premiazione del 2018. La medaglia dei premi Nobel, una breve cronistoria riportata in alcuni articoli. Una medaglia, un diploma e una somma di denaro (8 milioni di corone, all'incirca 900 mila euro) è ciò che si porta a casa chi si aggiudica il premio Nobel. Ma com'è fatta l'ambita medaglia di Stoccolma? Le medaglie per i Nobel per la Chimica, Fisica, Letteratura e la Medicina sono tutte uguali tra loro, ma diverse da quelle per la Pace e per l'Economia. In comune hanno però le dimensioni - 66 millimetri di diametro - e il fatto che fino al 1980 sono state tutte realizzate in oro 23 carati, del peso di 200 grammi. Da allora, si è passati ad utilizzare oro 18 carati e un peso di 185 grammi per la medaglia di Economia e 175 grammi per tutte le altre. Le differenze stanno poi nell’essere state disegnate da artisti diversi: Erik Lindeberg, scultore svedese, per le medaglie di Chimica, Fisica, Medicina e Letteratura; Gustav Vigeland, scultore norvegese, per la medaglia alla Pace; Gunvor Lundqvist Svensson, scultore svedese, per l’Economia. Tutte, in differenti stili a seconda della mano dell’artista che le ha realizzate, raffigurano sulla parte anteriore il ritratto di Alfred Nobel e gli anni della sua nascita e della morte in latino – NAT-MDCCC XXXIII OB-MDCCC XCVI. Sul retro delle quattro medaglie disegnate da Lindeberg è poi inciso il nome del Nobel e la scritta: “Inventas vitam iuvat excoluisse per artes” (“Cerchiamo di migliorare la vita attraverso le arti”). I simboli raffigurati variano a seconda delle rispettive istituzioni di premiazione. Il retro della medaglia per la Pace raffigura un gruppo di tre uomini a voler rappresentare un legame fraterno, con la scritta “Pro pace et fraternitate gentium” (“Per la pace e la fratellanza degli uomini”). Inciso poi sul bordo della medaglia “Prix Nobel de la Paix”, il nome del Nobel e l’anno di premiazione. Sul retro della medaglia per l’Economia è raffigurata la stella polare, emblema dell’Accademia Reale delle Scienze. Anche in questo caso il nome del Nobel è inciso sul bordo della medaglia. Proprio questa scarsa visibilità del nome del “laureato” è stata la causa di uno scambio di medaglie nel 1975. Erano gli anni della guerra fredda quando il russo Leonid Kantorovich vinse il Nobel per l’Economia e l’americano Tjalling Koopmans quello per la Pace. Solo dopo quattro anni di sforzi diplomatici le medaglie scambiate tornarono nelle mani dei legittimi proprietari. Ogni vincitore ha la possibilità di richiedere fino a tre riproduzioni della medaglia per uso personale o per donazioni a musei o università. La medaglia è identica all’originale, ma realizzata in bronzo placcata in oro e non è vendibile al pubblico né alle istituzioni. Alcuni conii della medaglia. Alcune curiosità. Il problema è che non sempre questi importanti riconoscimenti finiscono incorniciati a una parete. Alcune volte si trovano a vivere storie decisamente più avventurose. Il caso più recente è quello del fisico novantaduenne Leon Lederman, che ha messo all’asta la sua medaglia venduta poi per 765 mila dollari il 28 maggio scorso. «È stata da qualche parte su uno scaffale per almeno vent’anni – ha detto Lederman – e ora venderla mi sembra la cosa più logica da fare». Più eclatante è il caso di James Watson che ha venduto all’asta la sua medaglia per farsi pubblicità e tornare alla ribalta, dopo essere stato allontanato dalla comunità scientifica in seguito alle sue dichiarazioni sul quoziente intellettivo degli africani. La medaglia è stata acquistata per quasi 5 milioni di dollari dal miliardario russo Alisher Usmanov, che l’ha poi restituita a Watson perchè riconoscente degli sforzi che lo scienziato ha fatto contro il cancro, malattia che ha causato la morte del padre di Usmanov. Ci sono invece Nobel che hanno ceduto la propria medaglia per scopi umanitari. È il caso di Luigi Pirandello, che nel 1935 la donò in occasione della raccolta d’«oro per la patria», e di Niels Bohr, che nel 1940 donò il ricavato a sostegno della resistenza finlandese. A volte, invece, a sbarazzarsi della medaglia sono gli eredi del premiato. Quella di Francis Crick, ad esempio, ha fruttato oltre 2 milioni di dollari alla nipote Kindra, che ne ha poi devoluto parte al centro biomedico intitolato allo zio. Solo 47 mila dollari è stato invece il valore attribuito alla medaglia del figlio di Niels Bohr, Aage, anch’egli fisico. Ma è andata ancora peggio agli eredi dello scrittore William Faulkner, che non ricevettero alcuna offerta. Sempre a proposito di eredi, è successo anche che la medaglia d’oro diventasse addirittura motivo di “guerra” giudiziaria tra loro. Quello che stupisce è che in questo caso si tratta di un Nobel per la pace, e non uno qualunque: nientemeno che Martin Luther King. Brian Schmidt è stato bloccato all’aereoporto di Fargo, Nord Dakota, per il contenuto “sospetto” della sua valigia: la medaglia in oro ricevuta a Stoccolma (Creative commons tramite Wikipedia) Altre volte ancora la medaglia “viaggia” tra Stati e continenti. Quella di Carlos Lamas, premiato per la pace nel 1936, ha letteralmente fatto perdere ogni traccia di sé dopo la morte del Nobel. È ricomparsa nel 1993 in un banco dei pegni del sud America ed è poi passata per le mani di diversi collezionisti, per essere battuta, infine, all’asta a Baltimora (USA), l’anno scorso, per 1,6 milioni di dollari. I Nobel Niels Borh e George de Hevesy sono i protagonisti della storia più avvincente: in tempo di guerra hanno dissolto in acqua regia le due medaglie in oro dei colleghi Max von Laue e James Franck Infine, c’è la storia, degna di un film d’azione, di altre due medaglie, quelle dei Nobel per la fisica Max von Laue e James Franck. Era il 1940, l’inizio della seconda guerra mondiale, e in Germania vigeva il divieto assoluto di far uscire oro dal Paese. I due fisici riuscirono lo stesso a mandare le loro medaglie al collega Niels Bohr in Danimarca per salvarle dalle razzie naziste. Quando però le truppe tedesche giunsero a Copenaghen, le due medaglie espatriate (e per di più appartenenti a un ebreo e a un oppositore al regime nazista) diventarono come due sentenze di morte. Bisognava farle sparire. Nasconderle era rischioso e distruggerle quasi impossibile vista la stabilità chimica dell’oro. Fu il genio del chimico George de Hevesy, che di lì a tre anni avrebbe ricevuto anch’egli un Nobel, a trovare la soluzione… quella chimica, adatta a “tramutare” in un pomeriggio i 23 carati di entrambe le medaglie in un liquido giallo pesca. Tre parti di acido idrocloridrico e una parte di acido nitrico, in altre parole acqua regia concentrata. È questo l’unico solvente in grado di allentare i legami chimici che tengono insieme in modo tanto stabile gli atomi d’oro. Il liquido color pesca fu quindi lasciato da Hevesy su uno scaffale in un’anonima boccetta da laboratorio. Là rimase indisturbata per oltre cinque anni, fino a quando, a guerra finita, Hevesy potè tornare e invertire la reazione chimica. L’oro ricavato fu inviato alla Nobel foundation di Stoccolma che ricostituì le medaglie e le restituì successivamente ai legittimi proprietari. Sperando di aver fatto cosa gradita. PB5 punti
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Ciao @uzifox Simpatico monetone fermacarte, non ne ho mai visti e da appassionato anche di monete francesi devo ammettere che è fatto molto molto bene. Nel frattempo che cerchi il tuo 10 C. 1923 ti mando la foto del mio 10 C. .... saluti4 punti
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Eravamo a Milano Numismatica, 28 gennaio 2017, la prima visita di gruppo a un Medagliere a Milano per 40 numismatici molti anche del forum. Molto consenso, molti apprezzamenti, ma già dal giorno dopo io pensavo al passo successivo al Medagliere fruibile per tutti, ogni giorno, pagando un biglietto e che fosse rappresentazione di un percorso divulgativo della zecca milanese. Non sapevo come muovermi assolutamente, poi un giorno vidi che il Rotary Milano indiceva nell'anno della milanesità un Concorso per fare e sovvenzionare un Service culturale per la città. Preparai una lunga e dettagliata relazione, un planning, una progettualità esecutiva, aspettai...ma sapevo che erano tante le proposte. Un giorno mi chiamarono e mi dissero hai vinto, ora tocca a te, seguii il Progetto e la sua esecuzione, fallo diventare realtà, noi finanzieremo due grandi e belle teche per le monete. Iniziò l'avventura, in silenzio perché non si poteva fare altro, mesi di lavoro, contattai tutti i vertici dell'Ambrosiana, ritrovai gli occhi della divulgazione e poi il Prof. Alteri, curatore dell'esposizione permanente e del catalogo e tanti altri operativi, la mia seconda casa diventò l'Ambrosiana. Quando potevo andavo là, certo era bello, Ambrosiana è Milano, Federico Borromeo, la prima Biblioteca pubblica, San Carlo Borromeo, la Cripta di S. Sepolcro, per Leonardo da Vinci il vero centro nel centro antico milanese, e poi c'erano 22.000 tra monete e medaglie... Un cammino lungo, tortuoso, con tante,tante difficoltà, ma questo si sapeva quando ci sono tante anime da unire e coordinare, ma la volontà comune c'era. Credo che con gli ostacoli, le difficoltà che si sono presentate difficilmente si potrebbe fare ora di più, una storia infinita, ma le motivazioni erano enormi, volevo arrivarci per Milano, come un traguardo, un sogno da lasciare a tutti... Arrivò intanto la formazione della nostra Associazione e quando si presentò il problema Catalogo, ci offrimmo come sponsor privati ritenendo il catalogo cartaceo, il dono non solo visivo ma quello di guida e segno per la collettività. Io credo che per una Associazione Culturale fare questo per una comunità come quella di una città come Milano sia il massimo come valore, un qualcosa che va oltre sigle, appartenenze, gruppetti, un qualcosa oltre tutto e tutti, semplicemente un dono per Milano, senza avere nulla in cambio, un dono che aiuterà la crescita culturale, sia collettiva che individuale. Lunedì sera ci sarà la presentazione ufficiale cittadina e con gli sponsor, doneremo all'Assessore della Cultura di Milano questo Service, sabato replicheremo col mondo culturale numismatico per chi vorrà e riterrà di presenziare, certo qui ho raccontato l'1%...per sapere il 2% invitatemi a un aperitivo magari da Spadari, baricentrico tra Ambrosiana e il Mercato del Cordusio, sarà un piacere parlarne...4 punti
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DE GREGE EPICURI Davvero simpatica giornata, che riassumo per chi è interessato. Al mattino, anzitutto sono state illustrate le attività archeologiche nell'insediamento della "Cattolica" (che è lì dal 1932). L'area ha avuto insediamenti umani dal 1° secolo a.C. al 1° d.C., poi dopo il 3°-4° d.C. in uno dei settori sono iniziate tumulazioni, seguite da una vera necropoli. Dopo qualche secolo le tumulazioni sono cessate, e la zona è ridivenuta agricola: essa ha rappresentato "gli orti" della basilica di S.Ambrogio e dei monasteri annessi, dopo la loro fondazione. Il tutto restava al di fuori delle mura romane della città. I monasteri sono stati soppressi solo nel '700, in periodo illuminista-giuseppino. Sono stati sostituiti da insediamenti militari austriaci, compreso un ospedale mlitare, e dalla costruzione di imponenti edifici militari ex-novo (l'attuale Caserma di P.S. di Piazza S.Ambrogio). Gli scavi nell'ambito dell'Università si sono snodati per diversi decenni, anche perchè tutte le attività edilizie portavano alla luce resti antichi e davano luogo a ricerche archeologiche. Tuttora sono accumulate nei depositi (convenzioni varie fra Sovrintendenza e Università) molte tonnellate di materiale di scavo da vagliare minutamente. Nel corso di queste ricerche, sono state reperite più di 800 monete, oltre a moltissimi altri reperti (ceramica, oggettistica antica, anfore, gemme, materiali medievali e rinascimentali, fino alle...pipe austriache dell' Ottocento). Le monete erano da ritrovamenti singoli e da tesoretti; molte dalla necropoli. La "perla" dei ritrovamenti è un aureo di Salonino, trasformato in gioiello in quanto incastonato in un anello d'oro (lavorato a "dentelli triangolari"...scusate l'imprecisione terminologica!): il peso complessivo è di quasi 7 g. Sono state rinvenute anche diverse dracme cisalpine. A parte questi ritrovamenti in loco, l'Università dispone anche di una vera collezione numismatica di oltre 4000 monete, riunite a fini didattici tramite donazioni varie ed acquisti. Il primo nucleo risaliva al prof. Serafino Ricci, docente alla Cattolica per alcuni anni dal 1939, ma è andato purtroppo disperso. I pezzi più belli e interessanti sono stati acquistati da G.Guido Belloni (docente per oltre 20 anni) soprattutto dalla ditta Ratto: abbiamo ammirato 3 solidi, un argenteo di Massimiano, diversi denari repubblicani rari (Giulio Cesare, M.Antonio, Augusto), un rarissimo sesterzio di Vespasiano col Tempio di Iside,e molto altro. Su queste monete, gli allievi della Prof. Perassi svolgono apprendimento didattico e conducono studi che sfociano poi in tesi di numismatica, sia triennali che specialistiche. Il tutto avviene anche in un laboratorio di Archeologia molto ben organizzato, che si occupa naturalmente anche dei reperti non numismatici. E per oggi mi fermo qui. A domani la visita alla "Casa dello zecchiere"...a meno che qualcun altro della brigata odierna non intervenga ad alleviarmi la fatica!4 punti
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Ehm... C'è qualcosa che non riporta ma non capisco cosa... Per la serie: adoro i grossi " monetoni" Saluti Simone3 punti
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DE GREGE EPICURI @snamI denari repubblicani sono decisamente ben conservati (acquistati da Belloni per l'Università), così come diverse altre monete, dai tetradrammi di Antiochia ad alcuni sesterzi, e molto altro (c'è un bell'antoniniano di Gallieno, con busto a sinistra con scettro sulla spalla, rovescio GERMANIC MAX V, mi pare). Parte della collezione Belloni è stata donata non da lui, ma dalle sorelle-eredi, e qui la qualità è abbastanza varia. C'è poi la grossa collezione Vachetta, una donazione, che è ancora in parte da riordinare: ci sono monete in conservazione varia (anche modesta), alcuni falsi, ma anche materiale interessante (qualche etrusca!) Volevo completare il racconto. Dopo un'ottima pizza in via Luini, e una sosta in via Brisa ad ammrare la torre medievale, ci siamo diretti alla Casa dello Zecchiere, via del Bollo 3, guidati dalla dott.ssa Chiaravalle. Ci ha accolti anche la proprietaria, una gentilissima signora di 85-90 anni. Ci ha condotti al sotterraneo l'architetto che ha diretto i lavori di ripristino, non molti anni fa (il sotterraneo era quasi una discarica, con molte modifiche architettoniche successive); ora consiste di due ambienti, di cui uno con 4 colonne centrali con capitelli quattro-cinquecenteschi, ed un pozzo ora chiuso; tre alte finestre guardano sul cortile di via S.Marta 11. Non è chiaro però se in questo sotterraneo avvenissero operazioni legate alla zecca,anzi è improbabile: esse avevano luogo in alcuni locali posti all'angolo via del Bollo/ via Zecca Vecchia, che erano in rovina ma visibili fino a 10-15 anni fa, e sono stati definitivamente demoliti nel 2013 (la Sovrintendenza purtroppo non si è opposta). Gli zecchieri dell'epoca erano la famiglia Scaccabarozzi, padre e figlio; pare che il nome venga da "scarica birocci", e che forse all'origine fossero dei "monatti" (ma c'erano i monatti in epoca sforzesca, e ci furono grandi epidemie e pestilenze? a me non pare). Quel che è certo è che abitavano in questa casa, adiacente ai locali della zecca.Abbiamo poi visitato il 1° piano, con notizie fornite da una storica dell'arte. La cosa più interessante sono alcuni fregi orizzontali alle pareti, e precisamente tre: -il "fregio dei gatti" (una copia: l'originale, distaccato, ora è altrove): una torma di cani e di gatti saccheggia un mercato o forse una casa, e si impadronisce di cibi succulenti. E' probabile che si alluda ai lanzichenecchi ed alle minacce al ducato (affresco datato intorno al 1530). -il "fregio alla maniera di Bosch" (il quale era passato da Milano): una serie di scene prima abbastanza "normali e pacifiche", poi sempre più erotico-sadiche, il cui tema sembra essere: il denaro è la cacca del diavolo.Potrebbe trattarsi quindi di un monito contro l'avidità e il culto dell'oro...dipinto intenzionalmente nella casa dello zecchiere. -il "fregio dei mori" (forse una allusione a Lodovico il Moro?): dei putti-angioletti e diavoletti dipinti di scuro si danno ad attività varie, alcune innocenti, altre meno. Qui vi so dire poco, perchè per me si era fatto tardi, ed ho perso parte della spiega...3 punti
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Vorrei provare con il vostro aiuto e prendendo come modello Plutarco ad aprire questo nuovo Post nel quale tenteremo ispirandoci all' opera del grande biografo greco che accosto' le Vite di un Greco e di un Romano , di trovare punti di contatto nelle vite trascorse di alcuni Imperatori romani ; penso che la strada da percorrere ci porti ad intraprendere una indagine storica certamente non facile , ma a chi piacciono le cose facili ? Il piacere che arreca uno studio , una ricerca storica , per di piu' tentando di prendere come modello un gigante della letteratura storica greca come fu Plutarco , e' veramente grande ; naturalmente la nostra ricerca sara' limitata ai fatti piu' importanti delle vite prese in esame , tali da mettere in risalto i motivi che ci faranno ritenere a nostro parere che le vite di due Imperatori possano ritenersi abbastanza parallele . Nel ripercorrere i fatti delle vite parallele di alcuni Imperatori romani li selezioneremo con dei parallelismi tra i piu' grandi ed importanti , in pratica esamineremo gli Imperatori che piu' hanno lasciato un segno indelebile nella Storia estraendone per brevita' i fatti e le opere piu' importanti . In questa prima fase di indagine inizierei d' obbligo da colui che trasformo' il mondo romano repubblicano in quella che oggi chiameremmo una monarchia costituzionale poiche' Augusto nei confronti del Senato si autodefiniva Primus inter pares , Primo tra i pari , cioe' da Augusto , provando di trovargli un suo simile Imperatore parallelo . Secondo voi quale potrebbe essere un vita parallela a quella di Augusto ? Secondo le mie conoscenze storiche , avrei pensato di accostare la vita Augusto a quella di Costantino spiegandone i motivi di questo parallelismo ; pero' se a voi venisse in mente un altro Imperatore da accoppiare ad Augusto , indicatelo spiegando i motivi . Iniziamo secondo il mio parere da Augusto e Costantino : entrambi riformarono lo Stato romano , Augusto fondando un nuovo ordine politico , il Principato , a scapito della Repubblica che tante morti e guerre civili aveva provocato nello scorso ultimo turbolento secolo repubblicano , per raggiungere lo scopo Augusto fu costretto ad eliminare gli altri due colleghi al Triunvirato : Marco Antonio e Marco Emilio Lepido , il primo fisicamente , il secondo escludendolo dalla vita politica relegandolo in esilio al Circeo anche se gli concesse di mantenere la carica onorifica di Pontefice Massimo fino alla morte , ottenuta in precedenza da Marco Antonio . Augusto inoltre riformo' lo Stato , l' Amministrazione , l' Esercito e riporto' in auge le tradizioni romane anche nel campo religioso . Costantino pose fine alla farsa della Tetrarchia formata da due Augusti e due Cesari pensata e realizzata da Diocleziano che si potrebbe paragonare ad un quadrunvirato rinnovabile in automatico , riunendo cosi' la Stato romano occidentale prima e totale poco dopo , sotto una sola guida , la sua , passando prima attraverso due guerre civili contro Licinio e Massenzio . Augusto riporto' in auge l' antica tradizione civile e religiosa romana , Costantino pur apparentemente abbandonando la religione romana dopo i fatti di Ponte Milvio , si converti' ufficialmente al Cristianesimo e fu battezzato , solo in punto di morte , pose inoltre le basi statali alla nuova religione , fu anch'egli un riformatore dello Stato romano nel campo amministrativo e militare . Augusto e Costantino furono accomunati inoltre da una tragica situazione familiare , Giulia l' unica figlia naturale di Augusto mori' esiliata , Costantino addirittura fece uccidere suo figlio Crispo . Mi fermo qui' , a voi aggiungere altri particolari che possano unire le figure storiche di Augusto e Costantino ; successivamente penso di trattare la figura di Tiberio con un suo possibile parallelo .2 punti
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Ciao @Sam è un sestino per Federico III d'Aragona http://www.napoliaragonese.it/i-sestini-di-federico-iii-aragona/2 punti
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Caro Mario, sapevo e aspettavo questi momenti da quel viaggio fatto per andare a Finalborgo, si parlava di come fosse un momento in cui TUTTO stava andando bene e come le situazioni si incastrassero perfettamente. Sapevo che con la capacità intellettiva, la forza d' animo e la tua scrupolosita' , tanto si poteva fare e si sta' facendo per la nostra numismatica e per i nostri giovani, futuro nostro e di tutti. Grazie. Roberto2 punti
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Bravo Mario bravo perche hai realizzato, con passione ma discretamente , una bellissima sorpresa a beneficio di tutti. hai messo a disposizione la tua passione, la tua voglia di fare, la competenza , i tuoi contatti per un progetto comune che probabilmente senza questa opportunità non si sarebbe realizzato o almeno chissa’ quando. Pensare alla comunità (numismAtica) e’ una cosa che ti fa onore. Aggiungo da parte mia,prendendo spunto da questa bella iniziativa e andando contro corrente come al solito, che oggi occorre pensare maggiormente all’inclusivita’ e alla cooperazione. Ogni associazione o gruppo di appassionati ha la propria anima e le proprie competenze. Unendole invece di metterle in concorrenza si accrescerebbe quanto poter fare/offrire agli appassionati di numismatica . Come Mario ha ben colto il momento attuale sia per Milano ma anche per l’associativismo e le iniziative numismatiche è un momento particolarmente felice con tanti fermenti e opportunità nuove , le cui basi sono state poste anni fa ma che forse solo ora comincia ad entrare in una fase di piena maturazione. Continuiamo a sfruttarlo, l’iniziativa dei Circoli e’ stata ottima. Proseguiamo su questa strada di inclusivita’ piuttosto che di esclusività.2 punti
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E ancora.. questo ne ha scritte di canzoni...spaccati di vita di quegli anni stupendi... https://www.youtube.com/watch?v=eVozc1Fwv042 punti
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Una cosa che è bene sapere è che rarità e stato di conservazione hanno un ruolo molto importante nella formazione del prezzo di una moneta medievale. Una moneta rarissima potrebbe avere un prezzo alto anche in conservazione mediocre, mentre una comune potrebbe costare poco anche se in conservazione elevata. Inoltre due ducati dello stesso doge, quindi della medesima rarità, possono avere prezzi molto differenti in base alla conservazione. Nella maggior parte dei casi il valore cresce rapidamente al crescere della conservazione (anche di decine di volte!!!). Quindi 1.500 euro per una moneta comune ma in altissima conservazione potrebbero essere un affarone, ma anche una fregatura se la conservazione non è altissima, ma solo "alta". Chi ti dice se la conservazione e la rarità sono congruenti col prezzo? Il consiglio migliore è di fidarti solo di te stesso, della tua esperienza e del tuo occhio. Per accumulare esperienza ci vogliono tempo e MOLTI sbagli. Quindi il consiglio è di partire con cose poco costose, che potrai rivendere quando sarai più esperto con perdite ridotte (chiamale "prezzo pagato per farsi le ossa"). PS Il modo migliore per gettare soldi è farsi prendere dal "timore di perdere l'affare"2 punti
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Zecca di Bologna, quattrino, anonime papali del XV sec., Chimienti,115 var.- Ciao Borgho2 punti
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Buonasera, È la prima volta che scrivo sul vostro forum (e spero di averlo fatto nel posto giusto...), e lo faccio postando le foto di una bella bolla in piombo del granducato di Toscana (sotto Cosimo II de Medici). Mi piacerebbe saperne di più, e per questo gentilmente chiedo a voi esperti notizie in merito. Grazie mille. Manu'el1 punto
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Sono finalmente riuscito a chiudere il buco nella mia collezione tipologica dei due denari con questo esemplare, non certamente in perfette condizioni, del 1676 del periodo della reggenza di Vittorio Amedeo II. La rarità di questo millesimo, a parer mio, è parecchio alta, visto la difficoltà di rintracciare degli esemplari con la data chiara e leggibile, sicuramente la tiratura non deve essere stata altissima, visto che nello stesso anno sono stati coniati due tipi di due denari, anche se il primo tipo è una "chimera" per i collezionisti di queste monete. Si può affermare che questo millesimo sia il primo della lunga serie di due denari con l'impronta tipica, diritto croce piana e rovescio con corona/nodo/data. Sperando in un futuro colpo di fortuna nel rintracciare un esemplare in migliore conservazione, per ora sono ben contento di "riempire il buco" con questo piccolo tondello in cui la data almeno è certa... dal vivo comunque si presenta meglio che con le mie pessime foto....1 punto
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Ciao, ci sarebbe Numista (senza prezziario), non c'è proprio tutto tuttissimo ma è ben fatto: https://en.numista.com/catalogue/pays.php1 punto
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E ora passiamo al laboratorio. Alcune splendide monete repubblicane, tra cui un denario con un ritratto di Cesare spettacolare. Accanto un denario di Marco Antonio, anche questo con un incredibile ritratto (mi vergogno un po' a dirlo, ma del denario di Marco Antonio me ne sono accorto solo dalla foto!)1 punto
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se parliamo di 2000 anni prima dei Longobardi non possiamo prendere la loro tecnologia ad esempio. è logico che un'umbone a punta para meglio i colpi ma erano in grado di farli ? poi poteva essere uno scudo da parata quindi di funzione ornamentale.1 punto
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Commercialmente sono comuni e malmesse, quindi valore zero. Se non ti dà fastidio tenerle, le conservi come ricordo di tempi passati. Se ti danno fastidio, regalare a qualche ragazzino che così potrebbe appassionarsi.1 punto
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Grazie @talpa per i tuoi interventi sempre molto stimolanti. Questo lo credo anche io. Potrebbe essere che l'uso della moneta si sia evoluto diversamente rispetto a quanto inizialmente pensato. Con riferimento ai momenti e ai luoghi in cui il fenomeno si è presentato, è curioso che le tre grandi aree in cui si diffuse inizialmente la moneta sono caratterizzati da fattori simili: parlo di Asia Minore, India e Cina. Queste aree erano infatti suddivise in numerosi "stati" in lotta tra di loro e da una popolazione in "rivolta" contro la supremazia di una stretta cerchia di individui. Cito un passaggio da Robert Tye, Gyge's Magic Ring? Origins of Coins and Open Societies: Ancora, l'antropologo Graeber in Debt, the first 5000 years scrive: E' quindi interessante notare che in queste tre aree ci siano cause e conseguenze alla nascita della moneta molto simili. Penso anche io che Le Rider abbia sicuramente ragione nel dire che l'uso della moneta in elettro sia stato un escamotage per ottenere nuovi introiti dall'applicazione di un valore nominale superiore all'intrinseco. Questo però non spiega il perchési sia atteso il VII secolo a.C. per farlo. Applicare un valore nominale superiore all'intrinseco non è stata un'invenzione, dal momento che già in Mesopotamia i Kaniktum (ne dovrebbe parlare anche Le Rider) avevano un peso inferiore al valore attribuito dal palazzo. Si tratta di pezzi di argento marchiato che Hammurabi diede in premio a soldati della città di Mari: alcuni pesavano 2/3 di siclo, altri 1 e 2/3, altri 2,5 sicli, ma ne era stato fissato il valore nominale a 1, 2 e 3 sicli. Dovevano dunque esserci stati altri motivi che, globalmente considerati, hanno portato alla sua introduzione: magari proprio le necessità finanziarie, i popoli in rivolta e un'aristocrazia troppo potente da ridimensionare? Vero anche che 1/96 di statere aveva un potere di acquisto ancora troppo elevato per le spese quotidiane. Però esisteva anche il 192esimo...Magari in un primo momento la moneta era stata diffusa a fasce non proprio "infime" della popolazione. Ci sono però frazioni di argento (più tarde, della moneta in elettro, ma databili intorno al 550 a.C.), dal peso di 0,10g...Queste penso potessero essere usate anche per acquisti piuttosto piccoli dai cittadini comuni.1 punto
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Buonasera Roman, siamo il frutto dell'esplosione di una supernova, unico evento in grado di creare atomi "pesanti"....il nostro corpo contiene una infinità di atomi che arrivano direttamente da un corpo celeste che poteva distare anni luce rispetto a dove siamo ora... Siamo parte dell'universo dove nulla si crea e nulla si distrugge, quando finirà il nostro ciclo, i nostri atomi formeranno nuove vite e nuovi oggetti. Cordiali Saluti Silver1 punto
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Moneta sempre bella , soprattutto in elevate conservazioni !1 punto
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Quella miscela in realtà è composta da tre agenti che insieme conconcorrono a disciogliere l'oro: un'ossidante (NO3-) che ossida l'oro, un'acido (H+) che aumenta il potenziale redox dell'ossidante, e un complessante (Cl-) che abbassa il potenziale redox dell'oro. L'acido ha solamente un ruolo ausiliario, e di fatti sostituendo il cloruro che è uno scarso complessante nei confronti dell'oro con uno molto più potente come lo ioduro è possibile eliminare la necessità dell'acido e pure di ossidanti energetici come il nitrato sostituendoli con altri meno energetici e più sicuri come ad esempio lo iodio. Utilizzando una combinazione del genere è infatti possibile sciogliere l'oro con una banale miscela di KI e I2 in acqua in un rapporto di 5,3 a 1 rispettivamente.1 punto
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Ciao è citata anche nel Montenegro 2015 al n°25 giudicata R. Saluti.1 punto
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Anche la misura del disco ,32 cm.di diametro,esclude l'ipotesi umbone,ne farebbe lo scudo di un gigante ,mentre quelli dei longobardi,che pure non erano mediamente piccoli,non sono grandi che la meta'.1 punto
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Ciao, sul catalogo la porta solo in FDS e la valuta 740 euro , la tua non mi sembra in FDS ma piu sul BB.1 punto
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Ho dato un'occhiata : il disco di Nebra fu trovato nel 1999 sul Mittelberg vicino a Nebra,non si trattava di una tomba ma di in ripostiglio,un deposito contenente spade,asce e bracciali datati alla prima eta' del bronzo. A recuperarlo furono due metaldetectoristi clandestini che poi cercarono di venderlo al museo locale attirando cosi le attenzioni delle forze dell'ordine,che tre anni dopo fortunatamente recuperarono I reperti. Non sarebbe un astrolabio propriamente detto ma piuttosto un calendario stagionale atto a determinare I solstizi o anche una mappa bidimensionale del cielo stellato,forse entrambe le cose sottolineando che tale oggetto ha avuto probabilmente un lungo periodo di impiego e ha subito diverse modifiche e aggiustamenti secondo l'uso che se ne intendeva fare. Naturalmente siamo sempre nel campo delle ipotesi ma quella della fonte ( Archeo anno XXI n.10 ottobre 2005 ) mi sembra attendibile.1 punto
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L'ipotesi della moneta come invenzione dirompente sul piano sociale in effetti ha una sua base realistica, le aristocrazie guerriere e sacerdotali basavano il loro predominio sul controllo delle terre e dei redditi correlati, la nascita di un nuovo strumento di accumulo della ricchezza autonomo dalla proprietà terriera ha sicuramente causato ed è stata a sua volta causata da strutture sociali più dinamiche, comunità in cui i rapporti di forza erano più dialettici ed equilibrati...quali sono le comunità in cui si assiste ad un maggiore equilibrio tra le componenti sociali? Le polis greche naturalmente...1 punto
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Salve @Legio II Italica e grazie per il bel post, bellissima idea! Il mio primo pensiero è stato che mi piacerebbe partecipare perché trovo che sia un'indagine davvero interessante, ma per svolgerla bene bisogna giustamente avere una buona visione d'insieme dei vari fatti storici, e per questo io devo ancora studiare molto! Nel frattempo continuo a seguire questa discussione con grande interesse. Un saluto e buona domenica!1 punto
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Mag. 2018 Un euro due monetine Haiti - 1 Gourde 1995 Macau - 10 Avos 19931 punto
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Nel tuo link ogni tanto spunta un errore sulla visualizzazione, la metto di seguito ed aggiungo questa di tutt'altro genere, mix di italiano-sardo, a suo tempo mi piacque molto:1 punto
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- Trier RIC VII 114, CONSTANTINVS P F AVG Busto laureato corazzato e drappeggiato rivolto a destra/ MARTI CON-SERVATORI, Marte elmato stante verso destra, testa rivolta verso destra, mano sinistra appoggiata su uno scudo e destra reggente una lancia con la cuspide in basso. ATR in esergo, T F nei campi. 314 d.C. Rated R 4 secondo il RIC, si differenzia dal RIC 113 (Scarce) per la presenza del ritratto corazzato (questo lo è, essendoci gli pterugi sulle spalle) Dall'area italica un esemplare da Ticinum, zecca mai troppo comune come emissioni e che accolgo volentieri nei vassoi dedicati a Costantino. - Ticinium, VII RIC 9, IMP LICINIVS P F AVG Busto laureato rivolto a destra/ SOLI INVICTO COMITI, Sol radiato stante verso sinistra, globo nella mano sinistra e destra sollevata. TT in esergo, stella nei campi. 313-314 d.C. Rated R 1 secondo il RIC. L’ultimo esemplare è stato presentato dal venditore come Rare demi follis de Constantin atelier de LYON marti Conservatori Purtroppo la sigla di zecca è fuori tondello e a moneta in mano si vedono solo le parti superiori dei caratteri alfabetici (3). In effetti la presenza del T F a rovescio potrebbe far attribuire l’esemplare esclusivamente a Lugdudum o a Trier ma lo stile del ritratto è calzante con quello di Lugdunum. Con la legenda iniziante per IMP e ritratto laureato verso destra abbiamo il RIC 11 e 12. Mi pare di scorgere sulle spalle un drappeggio la quale presenza differenzia il RIC 11 a scapito del RIC 12. Pertanto interpreterei questo esemplare in forma non del tutto certa come - Lyons RIC VII 11 (?), IMP CONSTANTINVS P F AVG Busto laureato drappeggiato corazzato rivolto a destra/ MARTI CON-SERVATORI, Marte elmato stante verso destra, testa rivolta verso destra, mano sinistra appoggiata su uno scudo e destra reggente una lancia con la cuspide in basso. [PLG] in esergo, T F nei campi. 314-315 d.C. Rated R 4 secondo il RIC. Mi dichiaro abbastanza soddisfatto. Ciao Illyricum1 punto
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Bene siamo arrivati al giorno di consegna ufficiale del Gazzettino n°3 al Cordusio...a chi manca si accinga...1 punto
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Beh un denarino con al rovescio con dei gladiatori spettacolare... Anche il dritto di Caracalla niente male affatto...1 punto
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Ma che bella carrellata di immagini ed oggetti del tempo che fu nel video di Stefano Rossi, tra cui un biglietto da mille con il mio avatar in bella vista! Restiamo in Italia ascoltando questa bellissima e rilassante canzone.1 punto
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Spadone medioevale rinvenuto in un relitto. Polena di nave raffigurante Medusa. Statua di Francesco Giuseppe ripescata in Istria. Probabilmente fu gettata in mare dopo la caduta dell’Impero Austroungarico. Modello di MAS della seconda guerra mondiale. Le lettere (originariamente applicate sullo scafo) del transatlantico Rex. Fu più grande transatlantico Italiano costruito e motivo di orgoglio della Marina in epoca fascista in quanto unica nave Italiana trans-oceanica in grado di competere con quelle straniere (vinse un Nastro d’oro). Fu affondato nel 1944 nel tratto costiero tra Capodistria e Isola (attuale Slovenia). Minisommergibile tascabile Moloch tedesco ripescato a poca distanza dalla base sommergibili di Sistiana. Tra il 1944 e il 1945 in Germania furono costruiti circa 390 esemplari del sommergibile tascabile monoposto Molch da impiegare nella difesa delle zone costiere. Un secondo esemplare è tuttora in loco, lo potete vedere qui. Ciao Illyricum1 punto
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Il documento è stato pubblicato dalla casa d'aste Aureo & Calicò sul catalogo d'asta Caballero de las Yndias - segunda parte - Europa. Asta del 3 giugno 2009. Credo che sia disponibile per intero (io ho citato solo la parte riguardante la moneta in oggetto) sul sito della casa d'aste. Spero di essere stato esaustivo.1 punto
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Grazie Gianpietro, grazie Fabrizio, anche i Circoli Numismatici italiani gioiscono con noi per tutto ciò, ci saranno rappresentanti dell'Astengo, altri in privato si sono complimentati. E' una numismatica che vuole tentare di evolversi, di fare passi anche istituzionali, che fa accordi con i privati, con le Associazioni territoriali del mondo del lavoro, è un modo nuovo di interagire, di rompere gli schemi pregressi. Da soli, in pochi, non si va da nessuna parte, bisogna aprirsi al mondo, alla società sensibile ai valori, ai simboli, alle tradizioni, la moneta è poi tutto questo, oltre che storia e oggi Milano sta vivendo un momento fantastico come attrazione non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Il gruppo per sabato 12 maggio incomincia a diventare importante e rappresentativo, mancano direi ancora dei riferimenti della nostra Milano numismatica, divulgativa, associativa, commerciale, se vorranno, sarà un piacere per tutti noi averli in una giornata che continuiamo a definire storica per la numismatica cittadina ma anche nazionale.... Ma il racconto non era finito e continuerà....1 punto
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Ok allora a grande richiesta... seconda divagazione, poi prometto ai curatori di sezione di non inquinare più la loro fantastica area con queste sciocchezze ..... mi scuso a priori .... il nostro personaggio è in linea con i tempi, ha voluto fortemente un lifting e ha fatto ricorso alla chirurgia estetica... poteva chiedere di assomigliare a Brad Pitt o a Marlon Brando, ma no, lui è fedele alla romanità, quella vera..... altro che Hollywood!, ma è anche consapevole che il confine tra i sessi va assottigliandosi .... 4 denari e 1 aureo per questo mostriciattolo..... chi è il personaggio base? quali i pezzi e di chi altro? buon divertimento Alain1 punto
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La medaglia se l'è aggiudicata il numismatico Matteo Cavedoni, diverse volte lascia che i suoi clienti si possano fotografare insieme al cimelio.1 punto
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Ciao. Ringrazio sentitamente chi mi ha preceduto per le puntuali osservazioni sulla circolazione cartacea dell'epoca. Il fenomeno dell'abbondanza della cartamoneta nel flusso circolatorio è uno dei principali argomenti che mi portano ad escludere la compatibilità dello scudo, nel 1914, quale moneta “atta a circolare” sul piano concreto. (E' ovvio che, teoricamente, la moneta avesse corso legale; ciò non è mai stato in discussione). Grazie a Loro posso ora concentrare l'intervento sulla situazione della monetazione metallica. Come Vi ho anticipato al post n. 75, per comprendere meglio il contesto circolatorio nel quale avrebbe dovuto inserirsi lo scudo del 1914, è opportuno allargare un tantino “l'orizzonte” e contestualizzare meglio quell'emissione utilizzando documentazione ufficiale o, comunque, coeva al periodo. Per fare ciò partirei dal R. D. 4 gennaio 1914 n. 5, che istituiva le nuove impronte delle monete argentee del Regno, caratterizzate dalla cosiddetta “quadriga briosa”, nei tagli da 5 Lire (scudo), 2 e 1 Lira e 50 Centesimi. Come già sappiamo, all'individuazione dei diversi tagli di cui è composta la cosiddetta “monetazione divisionaria argentea” (che all'epoca ricomprende i tipi da 2 lire, 1 Lira e 50 Centesimi) non corrispose necessariamente la battitura effettiva di tutti i tipi previsti in astratto. Il tipo da 50 centesimi argenteo, ad esempio, pur previsto sia nella monetazione d'esordio di V.E. III (v. R.D. 7.3.1901, n. 92) che nella prima monetazione caratterizzata dalla cosiddetta “quadriga veloce” (v. R.D. 12.1.1908, n. 14), come sappiamo non fu mai coniato. Analogamente, per quanto riguarda lo scudo del 1901 “aquila araldica” e quello del 1908 “quadriga veloce” (va ricordato come il tipo dello scudo non rientrasse nella monetazione divisionaria argentea), sappiamo che per motivi che per adesso non è il caso di approfondire ma che sono legati agli accordi internazionali conseguenti alla U.M.L, o non vennero proprio coniati (ed è il caso dello scudo dell'8) oppure vennero inizialmente battuti ma poi rifusi (con, pare, 114 eccezioni...ed è il caso dello scudo dell'1). Il motivo per il quale nel 1911 fu possibile riprendere la coniazione dei primi scudi di V.E. III (“cinquantenario”) è dovuto, lo dico qui rapidamente, ad una “Convenzionale addizionale del 4 novembre 1908”, siglata dalla U.M.L., il cui art. 17 stabiliva che: Spiegata la ragione per la quale l'Italia potè riprendere, nel 1911, la coniazione degli scudi, esaminiamo ancora per un momento qual'era, nel 1914, lo ”scenario” previsto per la monetazione divisionale argentea che, come abbiamo già ricordato, non era rimessa alla discrezionalità dello Stato, ma era rigidamente vincolato ai parametri posti dalla U.M.L. (tot lire per abitante di monetazione divisionaria). Infatti, con R.D. 1°.2.1914, n. 122: si stabilirono le coniazioni divisionali dell'anno corrente. Come si può notare leggendo il testo del decreto, per il 1914 era prevista un'emissione per L. 12.00.000 in moneta da 2 Lire e per L. 9.000.000 di moneta da 1 Lira. Interessante rilevare come per la coniazione di queste monete (art. 2), si sarebbe fatto ricorso in parte all'acquisto di verghe d'argento e in parte alla “....rifusione di altrettanta somma di scudi d'argento da Lire 5 di conio nazionale per le rimanenti Lire quattordici milioni”. Quindi, per produrre moneta divisionaria del 1914 si sarebbero fusi anche scudi da Lire 5 di conio nazionale. Sappiamo peraltro che con il millesimo 1914 non si coniò alcuna moneta da 1 Lira mentre, come già era avvenuto in passato per la monetazione di V.E. III, il tipo da 50 centesimi argenteo venne completamente ignorato; non solo per il 1914, ma anche per i millesimi successivi. Con il millesimo 1914 si coniò pertanto ed esclusivamente (per la monetazione divisionaria) il solo pezzo da 2 Lire. Ma cosa accadde di tanto grave da scompaginare in questo modo i programmi della monetazione divisionaria del Regno per il 1914, che, fra l'altro, erano “freschi” di approvazione? Qualcuno, giustamente, risponderà: “si percepivano già i venti di guerra”! Già. Ma come state per vedere, i problemi monetari dovevano essere insorti già prima che scoppiasse la “Grande Guerra”. In mancanza di testimonianze dirette, si può attingere alla letteratura numismatica dell'epoca e trarre qualche utile spunto di riflessione. Nel primo fascicolo della Rivista “Rassegna Numismatica” del 1914 (pubblicato probabilmente a febbraio '14), alle pag. 19 e 20 – nella rubrica - “Varietas” - vi è un articolo intitolato “Le nuove monete italiane” nel quale, fra le altre cose, si dà notizia che: E' abbastanza significativo che la nuova moneta divisionale argentea vista in circolazione sia unicamente il pezzo da 2 Lire. Nessun riferimento ulteriore viene rivolto allo scudo o alle altre tipologie divisionarie, pur espressamente previste e, probabilmente, in qualche misura anche attese (quanto meno dai numismatici del tempo...). Ma ancor più curiosa è l'annotazione che possiamo leggere nella rubrica “Notizie varie” del “Bollettino Italiano di Numismatica e di Arte della Medaglia” - fascicolo N. 4 di luglio/agosto1914, pag, 64 – dove è riportata una notizia molto interessante: Quindi, nel corso dell'estate 1914, è la stessa Regia Zecca a comunicare ufficialmente che lo scudo e il pezzo da 1 Lira non erano stati ancora coniati. Ciò è abbastanza singolare non tanto per lo scudo (che poi, come sappiamo, verrà coniato) ma per la moneta da 1 Lira, che con il millesimo 1914 non venne invece mai battuta. Sembrerebbe dunque che nell'estate del '14 la zecca non sapesse ancora “che pesci prendere” (o meglio...che monete coniare), visto che nella sua comunicazione non escludeva ancora di battere il tipo da 1 Lira, che peraltro era previsto ed approvato in un contingente di L. 9.000.000 dal R.D. che recepiva gli accordi imposti dalla U.M.L. sulle coniazioni divisionarie. All'interno di questo quadro di obbiettiva incertezza, se vogliamo....”molto italica”...va ad aggravare ulteriormente la situazione il R.D. n. 828 del 18.8.1914 (ne abbiamo già parlato, riprendendone la notizia dal quotidiano La Stampa, vedi post n. 44), che nella seconda metà del 1914 introduce nella circolazione monetaria i “buoni di cassa” da 1 Lira e da 2 Lire, per un contingente non superiore a 250 milioni di Lire. Il problema dei buoni di cassa è che necessitano di un sottostante argenteo che li garantisca; e il Governo individua detto sottostante nella monetazione argentea divisionaria. Per avere un'idea dell'imponenza di queste emissioni fiduciarie straordinarie, si tenga conto che fino al 1914, le complessive coniazioni di moneta divisionale autorizzate in forza della Convenzione della U.M.L. del 4.11.1908 ammontavano a Lire 282.400.000; mentre i soli “buoni di cassa” deliberati nel 1914 avrebbero potuto raggiungere il limite dei 250 milioni di Lire! A fronte di queste emissioni cartacee straordinarie si dispone quindi contestualmente l'immobilizzo nelle Tesorerie governative di uno stock di moneta argentea divisionaria, anche di nuova coniazione, di importo pari a quello dei buoni di cassa in via di emissione. In buona sostanza, si sarebbe dovuto “rastrellare” dal flusso circolatorio o dagli stock già presenti nelle Tesorerie, vecchia moneta argentea divisionaria e se ne sarebbe dovuta allocare pure altra di nuova coniazione; il tutto per garantire l'emissione dei “buoni”. l testo del R.D. n. 828 del 18.8.1914 è il seguente (scansione dalla Gazzetta Ufficiale del Regno n. 197 del 18.8.1914): Considerazioni. E' difficile non intravedere, in queste misure, la finalità di trattenere nelle casse pubbliche le preziose monete divisionarie argentee, inondando di carta fiduciaria la circolazione monetaria. Ai buoni di cassa dobbiamo aggiungere quanto hanno scritto Coloro che mi hanno preceduto in ordine alla presenza nel circolante monetario di una vera e propria “marea” di cartamoneta. Tutto ciò, evidentemente, in vista ed in preparazione degli eventi bellici che sono ormai in procinto di coinvolgere anche le sorti del Regno; eventi che, come ben sappiamo, richiedono solitamente agli Stati belligeranti la disponibilità di enormi risorse, anche e sopratutto in termini di metalli preziosi. Come abbiamo visto dall'articolo de La Stampa (v. post n. 44), la scarsezza di monetazione divisionale in circolazione, già a partire dal mese di agosto 1914, viene anche lamentata da alcuni giornali. Se non contestualizziamo l'emissione dello scudo del '14 in questa peculiare situazione storica e monetaria, ma ci atteniamo ad una lettura puramente “teorica” di dati formali (il primo fra tutti è quello relativo al quantitativo teorico degli scudi emessi nel '14), temo che si corra il serio rischio di non cogliere quale fosse in quel momento il reale “ruolo”, interpretabile da una moneta argentea come quella di un nuovo scudo, all'interno di una situazione circolatoria già abbondantemente “compromessa” dalla presenza di un mare di carta fiduciaria e, correlativamente, dalla progressiva rarefazione della stessa moneta argentea divisionaria. Capirete adesso perchè, già dal post n. 26, parlavo di una serie di argomenti logico-deduttivi (in parte anche corroborati, come abbiamo visto, da elementi documentali) che possono farci desumere la non compatibilità “in concreto” di questa moneta con lo scenario circolatorio dell'epoca. Inoltre, per quanto detto finora, non si può non ravvisare l'ulteriore “stranezza” di una – addirittura prolungata – permanenza di questa moneta in circolazione, tale da portarla ad usure in molti casi sotto lo SPL: in quel contesto, uno scudo del '14 in circolazione sarebbe passato inosservato quanto il transito di una Lamborghini “Diablo” in un campo di patate.... Concludo – non senza prima ringraziare chi ha avuto la pazienza (non comune...) di arrivare fino a questo punto – formulando una riflessione. Non è mia intenzione imporre ad alcuno di accettare l'idea che lo scudo del '14 sia moneta che non ebbe a circolare. Mi sono solo permesso di fornire a tutti la possibilità di ragionare su documenti e di riflettere su considerazioni logico-deduttive che da quei documenti discendono, anche per giungere ad un convincimento, qualunque esso sia, che non sia il frutto di valutazioni aprioristiche, di “atti di fede” o di affermazioni autoreferenziali (“è così perchè secondo me è così”). Dopodichè, al solito, sulla circolazione o non circolazione di questa moneta, ciascuno è libero di pensarla come meglio crede (e ci mancherebbe altro!). Saluti. M.1 punto
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Ciao Giovanni, rileggendo questa interessantissima discussione volevo un attimo una precisazione sul punto che ho evidenziato in grassetto: Se ti riferisci alle lire quadriga (briosa, veloce e aquila sabauda), queste non erano in argento .835, mentre lo scudo era a titolo .900? @bizerba62 A tal proposito, chiederei a Michele: una maggiore bontà di titolo avrebbe avuto una maggiore "appetibilità" nell'incettare queste monete? Facendo due rapidi conti "di peso", uno scudo era una bella "scorciatoia" per portarsi 25 grammi di buon argento in un solo pezzo, mentre in altri modi (con gli spezzati da 1 e 2 lire) si sarebbero avute almeno tre monete a titolo inferiore. Sempre in merito al dibattito se lo scudo Quadriga abbia circolato si, no, si e no... Stavo facendo una riflessione che anche se non da una risposta secca, ne tanto meno certa, potrebbe (spero) dire qualcosa a coloro che ancora credono che lo scudo quadriga abbia circolato. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu Michele in particolare. Ma la condivido volentieri con Voi tutti se avrete pazienza e voglia di sopportare ulteriormente il mio scritto Gli scudi che ancora giravano nel periodo preso in esame da questo thread erano quelli emessi sotto VEII e poi successivamente sotto umberto I. Solo per VEII, il totale dei pezzi battuti (con esclusione del solo taglio per Firenze del 1861) non arrivano a 69ML (ML= milioni) netti. I pezzi battuti sotto Umberto I sono solo 4,1ML di pezzi Sotto il Regno di Vittorio Emanuele III, oltre al primo "famoso" scudo "Aquila Sabauda", datato 1901, vennero emesse banconote dello stesso taglio attraverso diversi decreti di emissione. Banconote, quindi parliamo di cartamoneta, quella che effettivamente era denaro contante, speso quotidianamente. Lo preciso perchè, per un collezionista del regno che raccoglie solo monete, che da poco si è avvicinato alla numismatica, questo non è un concetto proprio chiaro. Erroneamente si potrebbe pensare che le monete del primo '900 fossero i soli soldi che circolavano ed erano spesi... ma non era proprio così. Le banconote la facevano da padrone... Vediamolo... La prima banconota da 5 lire emessa sotto Vittorio Emanuele III era praticamente identica a quella emessa sotto Umberto I; E' un banconota rara, stilisticamente a me piace molto, e riflette il gusto artistico delle banconote dell'ultimo '800 (in allegato potete vedere una scansione di questa tipologia). Evidentemente la scomparsa improvvisa del padre e la necessità di circolante potrebbero essere la spiegazione all'emissione tipo di questo primo contingente, che venne stampato con decreto (ci si risale con i numeri di serie) del 4.9.1901 per un totale di ben 23ML di pezzi (l'effettiva stampa di questi biglietti, con il medesimo decreto, fu però spalmata in qualche anno, fino al 1904). Dopo qualche anno, Vittorio Emanuele III potè avere una banconota da 5 lire tutta "sua": il 5 lire tipo "floreale", ( @bizerba62 probabilmente è proprio questa la tipologia di banconota cui faceva riferimento @petronius arbiter in riferimento all'art.2 del decreto sul controvalore degli scudi "in valuta corrente del Regno"). Il primo decreto di emissione (distinguibile sempre dai numeri di serie riportati sul biglietto, e stampato per qualche anno, dal 1904 al 1907, come nel caso della banconota con ritratto di Umberto I) del 8.11.04 che risulta stampata in 90 ML di pezzi Una nuova, secondaria, emissione dello stesso pezzo fu con decreto di emissione del 27.12.11 (anno del cinquantenario ): 30ML Nel 1914 (anno appunto, dell'emissione dello scudo Quadriga), ci furono due emissioni: - 22.1.14 per l'ammontare di 62ML di pezzi -05.11.14 per l'ammontare di 191ML di pezzi Quindi, fino a tutto il 1914, si ha una circolazione cartacea di più di 350ML di pezzi di banconote da 5L, (esclusi quelli con il ritratto di Umnerto I) contro un'emissione di scudi veramente esigua. Tutto ciò, credo non possa far altro che rafforzare quanto già scritto precedentemente: Cioè che questi scudi non abbiano circolato affatto come moneta propriamente detta. Tra l'altro, il contesto monetario vede chiaramente una grandissima predominanza di cartamoneta, che inesorabilmente ha di fatto soppiantato la circolazione monetale (in pratica: chi avrebbe speso moneta "buona" avendo sottomano moneta "cattiva", cioè carta?) ANCHE con le politiche attuate per il cambio dei nuovi scudi... Come già scritto: non proprio comodo ed alla portata di tutti. Rinnovo la domanda già citata da @bizerba62 in più punti di questa discussione: Avrebbe avuto senso spenderli così "tranquillamente", anche vista la trafila per richiederle? Alla fine di tutto questo, spero di avervi anche incuriosito con la bellezza della cartamoneta italiana di inizio '900. Il liberty degli scudi lo troviamo accennato in queste piccole opere d'arte, ma se vorrete saperne di più, la sezione cartamoneta, con il buon @petronius arbiter sarà felice di ospitare qualche vostra visita. Cito anche @nikita_, appassionato di banconote che forse potrebbe avere qualche asso nascosto nella sua manica a tal riguardo Perdonami qualora ti abbia chiamato in causa in una discussione che potrebbe invece rivelarsi un po noiosa per i tuoi interessi numismatici. Scusate per la prolissità Un saluto a tutti, Fab1 punto
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ciao Gx e benvenuto, permettimi di darti alcuni consigli per aiutarti nella fruizione del forum 1 probabilmente non riesci a mettere le foto perchè troppo pesanti, dovresti ridimensionarle con un programmino apposito tipo Paint che dovrebbero avere tutti i computer di default, cerca di ridurle a massimo 100 kb 2 la moneta di cui hai messo l'immagine non appartiene alla monetazione imperiale ma repubblicana, aspetta quindi che un mod di sposti la discussione nell'apposita sezione 3 dovresti mettere la foto di entrambe le facce della moneta, poi se aggiungi sempre peso e diametro come regola generale non fai mai male 4 non continuare a scrivere nella discussione dell'altro utente ma continua nella tua 5 ultima ma non meno importante leggi qui e ricorda che non vale solo per chi usa il metal detector saluti1 punto
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Si parte sempre da basso.. poi si va in alto______ Ma ci arriveremo prima o poi ad un brevetto finale1 punto
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Vedo che son tutti one cent US, preferisco di gran lunga questi "espositori"1 punto
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Come segretario del Circolo Giovani Numismatici mi sento chiamato in causa Io vi posso dire che di giovani numismatici ce ne sono , certo non tantissisi , ma ce ne sono ed il forum penso che ne sia una dimostrazione. Leggo che molti di voi utilizzano come benchmark quello delle presenze hai convegni. Certamente può essere valido, tuttavia vi è da considerare che oramai con l'infinitá di aste numismatiche presenti sul web il loro ruolo sta sempre più diventando marginale, così come quello dei commercianti stessi. ( Le ragioni sono evidenti e non starò qui a elencarle ). Sulla crisi economica non ci credo tanto ad esser sincero, perché sebbene certamente la situazione economica attuale non aiuti è anche vero che si possono fare collezioni estremamente interessanti e affascinanti spendendo pochi euro. I soldi poi ci sono, piuttosto vengono mal spesi. Per quanto riguarda i circoli numismatici penso che la colpa principale sia di quest' ultimi , troppo spesso chiusi fra le proprie mura a lamentarsi , senza aprirsi al mondo in costante evoluzione che li circonda.1 punto
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Grazie @Legio II Italica sempre argomenti interessanti e ricchi di mistero (la spensieratezza dell'estate lo richiede), cercando un po in rete ho trovato su un forum un recente risultato di studi sul reperto che vale la pena leggere http://amicidellamontagna.forumfree.it/?t=62059374 io ho elaborato una mia teoria secondo la quale gli antichi abitatori di quelle terre comunicava a distanza mostrando dei simboli ognuno con un significato differente, proprio come si fa oggi dopo 3600 anni, non è incredibile?1 punto
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