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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/20/18 in tutte le aree
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DE GREGE EPICURI Personalmente, ritengo che buona parte di queste notizie (tratte per lo più dalla Historia Augusta, e in parte da Lattanzio, in particolare quelle su Licinio) siano difficilissime da confermare. Molti eventi del mondo antico sono di riscontro problematico: in genere ci si basa sulla concordanza maggiore o minore delle diverse fonti, e sulla attendibilità di alcuni storici (considerati più "seri") rispetto a quelli che sembrano divertirsi a narrare vicende romanzate, patetiche e orripilanti. Detto questo, sicuramente, da Augusto in poi, durante il periodo imperiale quasi nessuno ha avuto scrupoli nell'eliminare i possibili concorrenti.5 punti
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Ho trovato una moneta… … Quanto vale? Iniziamo col dire che le monete del Regno d'Italia sono fuori corso da oramai più di 70 anni e quindi se le hai trovate in casa sarà fondamentalmente per due motivi: Qualcuno le ha collezionate (e quindi probabilmente saranno ben catalogate e conservate in album, vassoi o simili e forse ci saranno in giro per casa anche libri di argomento numismatico, cataloghi d'asta, eventuali fatture di acquisto, etc etc.) Qualcuno le ha accumulate senza particolare criterio e le ha poi abbandonate in soffitta, in cantina, in cassetti, in armadi etc etc... Due consigli preliminari: 1. NON PROVARE MAI A PULIRE, IN NESSUNA MANIERA E PER NESSUN MOTIVO UNA MONETA! Invece di migliorarla l'unico sicuro risultato che otterrai sarà quello di rovinarla irrimediabilmente azzerando anche quel minimo valore eventualmente posseduto. 2. CONSULTA UNO DEI SEGUENTI CATALOGHI SULLA MONETAZIONE ITALIANA: - GIGANTE F. - Catalogo Nazionale delle Monete Italiane dal '700 all'Euro - Gigante Editore - MONTENEGRO E. - Manuale del Collezionista di Monete Italiane - Montenegro Editore Sono facilmente reperibili online o in qualsiasi libreria ad un prezzo di circa 20€ e consultandoli potrai almeno farti un'idea generale di quello che hai in mano. ATTENZIONE! Questi cataloghi oltre a varie informazioni, tra cui la RARITA' delle varie MONETE, riportano anche la loro quotazione in base allo "STATO DI CONSERVAZIONE". Sappi però che questo concetto in numismatica si basa su precisi criteri la cui padronanza si acquisisce solo con molta pratica ed esperienza pertanto quella che ad un occhio non allenato potrebbe sembrare una moneta in ottime condizioni e "che vale tanto perché così ho letto nel catalogo" nella realtà dei fatti si rivela (quasi sempre) una moneta in condizioni scarse e di valore pari a zero. A questo punto: Se ti trovi di fronte ad una collezione strutturata ti consigliamo di non improvvisarti esperto e di rivolgerti direttamente ad un professionista del settore che potrà darti un parere generale sul materiale in tuo possesso ed eventualmente, su tua richiesta e al costo delle tariffe di categoria, procedere a valutazioni e operazioni più approfondite. Se ti trovi di fronte ad un accumulo di monete varie dimenticate in scatole e sacchetti puoi anche divertirti nel fai da te e questo per il semplice motivo che le monete del Regno d'Italia ritrovate fortuitamente in casa nel 99% dei casi non valgono nulla in quanto: o di annate comunissime prodotte in milioni di esemplari, o in pessime condizioni (a causa di lunga circolazione, colpi, graffi, ruggine, tentativi di pulizia, incrostazioni, pesanti patine formatesi in luoghi umidi o inadatti,etc etc) o, ancora peggio, sia in pessime condizioni che di annate comunissime Tuttavia questi accumuli di monete conservano comunque un minimo valore e solitamente vengono trattati all'ingrosso per 10/20 euro al kg per poi essere rivenduti per pochi spiccioli nelle ciotole dei mercatini. Chiaramente discorso a parte per le monete d'argento per cui, anche se in pessime condizioni, il valore è almeno quello del metallo prezioso contenuto. (E comunque nettamente superiore al valore del monetame vario in metallo non prezioso.) Tieni comunque presente che nella monetazione del Regno di Italia esistono MOLTISSIME MONETE OGGETTO DI INTENSIVA FALSIFICAZIONE (e quasi sempre quelle di maggiore valore) quindi anche quelle collezioni che all'occhio di un profano potrebbero sembrare composte da grandi e belle monete di sicuro valore (sempre perché "così ho letto nel catalogo") potrebbero poi rivelarsi all'analisi di un esperto come una semplice raccolta di "falsi da bancarella" e non cambia nulla che "queste monete girano in casa da 30/40 anni" perchè i falsi non sono sicuramente un fenomeno solo di questi giorni. Ma come si riconosce una moneta falsa? Premesso che, come per "lo stato di conservazione", anche per distinguere la falsità o meno di una moneta occorre un occhio allenato e preparato, sappi che gli esemplari autentici delle monete riportate nell’elenco sottostante (che riporta i più comuni e diffusi "falsi da bancarella") sono tutti in metallo prezioso (ARGENTO o ORO), quindi almeno all’apparenza dovrebbero avere un colore assimilabile a questi metalli. La prima e semplice prova che puoi fare da solo è poi misurarne il diametro e il peso. Quest’ultimo in particolare deve essere il più accurato possibile e se non hai un bilancino al decimo o, meglio, al centesimo di grammo, puoi rivolgerti a qualcuno per fartela pesare (un orafo ad esempio) e, poiché quasi sempre vengono utilizzati metalli poveri, QUASI SEMPRE il PESO DEI FALSI è MINORE rispetto agli originali. Esistono poi tutta una serie di altri indicatori di falsità che possono essere valutati di volta in volta quali ad esempio il bordo, il contorno, i rilievi ma preferiamo non dilungarci perché ad un occhio non esperto anche una moneta palesemente falsa potrebbe sembrare identica all'originale. Infine puoi anche chiedere un parere qui sul forum accompagnando la tua richiesta di aiuto con: - Fotografie chiare e a fuoco, preferibilmente in alta risoluzione, sia delle due facce della moneta che del contorno. - Indicazione della misura del diametro e del peso. Ribadiamo che, come scritto poco sopra, quest’ultimo deve essere il più accurato possibile, almeno al decimo di grammo. Elenco delle principali monete falsificate (ATTENZIONE! L'elenco non è esaustivo) Clicca sul link per visionare la relativa pagina del catalogo online 5 L. (Lire) 1859 - Vittorio Emanuele II Re Eletto 5 Lire Italiane FIRENZE Marzo 1861 - Vittorio Emanuele II 5 L. (Lire) - Vittorio Emanuele II, principalmente con le seguenti date: - 1861 con Marchio di zecca Torino [T] - 1862 con Marchio di zecca Torino [T] e Napoli [N] - 1864 con Marchio di zecca Napoli [N] - 1865 con Marchio di zecca Napoli [N] e Torino [T] - 1866 con Marchio di zecca Napoli [N] - 1872 e 1873 con Marchio di zecca Roma [R] 100 L. (Lire) 1874 e 1878 - Vittorio Emanuele II 5 L. (Lire) 1878 - Umberto I 20 L. (Lire) 1882 - Umberto 5 L. (Lire) Tallero 1891 e 1896 - Colonia Eritrea - Umberto I 5 L. (Lire) 1901 - Vittorio Emanuele III 5 L. (Lire) 1861 1911 - Vittorio Emanuele III 5 L. (Lire) 1914 - Vittorio Emanuele III 20 L. (Lire) 1927 e 1928 - Vittorio Emanuele III 20 L. (Lire) 1928 "Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora" - Vittorio Emanuele III Di questa moneta esistono diverse varianti "di fantasia"; per maggiori informazioni vedi questa discussione 20 L. (Lire) 1936 - Vittorio Emanuele III REGNUM ITALICUM 1918 N.B. Di ogni moneta è presente un collegamento al nostro CATALOGO ONLINE DI NUMISMATICA ITALIANA e cliccandoci sopra verrai portato automaticamente alla scheda analitica della moneta in questione dove potrai trovare varie informazioni che la riguardano. Leggi anche la discussione relativa alle monete di fantasia del 20 Lire 1928 Articolo ideato e realizzato in collaborazione con @ilnumismatico5 punti
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Non vorrei demoralizzare l'amico @Geronimo80 ma la numismatica, come tutti gli hobby, è una passione e, io parlo per me, non tiene conto di cosa spendo oggi e se un domani si rivaluterà e di quanto. La passione è passione. Faccio un esempio: se costruisco un veliero, non lo faccio con l'idea se quando andrò a venderlo ci guadagnerò, lo faccio e basta. E' pur vero che la numismatica ha un costo e tutti vorremmo alla fine (se non noi direttamente ma chi verrà dopo) recuperare il costo sostenuto. La numismatica è si raccogliere monete ma in primis è studio, conoscenza, informarsi..... la numismatica ti crea un bagaglio culturale che non ha prezzo a differenza delle monete. Sicuramente le monete acquistate da commerciante e rivendute a commerciante non porteranno mai nel tuo portafoglio la somma spesa. per questo bisogna fare acquisti occulati. Chi crede che collezionare monete possa dare la classica rendita per la pensione, si sbaglia. Ci saranno sicuramente monete, all'interno di qualsiasi collezione, che avranno tra un tot di anni un surplus, ma la maggioranza forse non recupererà la spesa fatta. Questo non vuol dire "A cosa serve collezionare", collezionare qualcosa ce l'hai dentro, emozionarsi davanti ad un sesterzio romano o ad un fiorino o ad una lira di V.E.III, è insito in tanti di noi. E' quella la molla che ti spinge a portare aventi una collezione e a spendere, a volte, cifre importanti. La mia collezione un domani varrà quanto ho speso? I miei figli avranno, se nessuno la prosegue, un gruzzolo da spartirsi? Me lo auguro, ma è una cosa che adesso, onestamente, non mi interessa. La collezione è nata con me, è cresciuta con me, morirà con me? Boh. Ai posteri l'ardua sentenza.3 punti
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Apriamo questa interessante discussione per domandare a collezionisti e numismatici ....."Ma quante sono le serie di prova ufficiali esistenti della serie imperiale millesimata 1936..e soprattutto...chi sono stati all'epoca i fortunelli beneficiari???" Chi lo sa? Io lo so ma non lo dico...e forse lo sa anche qualcun altro...mica è un segreto...o meglio...forse lo era..ma i soliti "cercatori" (onore al grande BIZERBA in questo caso), hanno trovato uno studio davvero interessante sull'argomento....uno studio pubblico...che getta un bel po' di luce sulle ombre e i misteri della monetazione di prova... Pronti???? Via...aperta la discussione2 punti
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Ciao io ci sono da venerdì a domenica e aggiungi due posti a tavola grazie Silvio2 punti
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...ma il simbolo della mascella di cinghiale ricorre anche altrove e qui pare che il riferimento alla mandibola quale simbolo della lega etolica non c'entri... KINGS of ILLYRIA. Monounios. Circa 305/0-280/75 BC. AR Stater (20mm, 10.70 g, 1h). Cow standing right, looking back at suckling calf standing left below; above, jawbone of boar right / Double stellate pattern divided by line, all in double linear square border; BAΣIΛEΩΣ MONOYNIOY at sides; all within linear circle border. Gjongecaj emission 5, 204–5 (same dies); Paškvan –; Maier –; Meadows, CH (forthcoming) 230 (this coin); SNG Copenhagen –; BMC 3. Good VF, a couple small die breaks. Extremely rare emission 5 stater. Monounios, an Illyrian king in the late 4th – early 3rd centuries BC, was the first Illyrian king to issue coins in his own name. The Illyrians consisted of a number of tribes whose habitation extended from the coast to the mountainous inland area bordering on Paeonia. These tribes were not politically unified, but it seems that they were connected by a common culture and language, and were governed by hereditary kings and queens. Little of their language is known, and it was extinct by the 5th century AD, but enough fragments are attested to classify it as Indo-European. Although little is known of Monounios’ reign, his issue of coinage took place only after he had extended his influence to Dyrrhachion, and the coinage may have been connected with his intervention in Macedonian affairs. In 280 or 279, it is reported that Monounios unsuccessfully aided Ptolemy I Epigone, son of Lysimachos, against Ptolemy Keraunos. A bronze helmet has been found in Lake Ohrid, on the border between modern-day Macedon and Albania, with the Greek inscription ‘Of King Monounios’, apparently confirming the presence of his army in this conflict of Macedonian succession. Pompeius Trogus (24,4) describes a “Dardanian prince” who offered Ptolemy Keraunos help against the invading Celts in 279. It seems likely that this prince was Monounios, and either Monounios had Dardanian heritage (references to which are not preserved elsewhere), or the distinction between Illyrian and Dardanian was unclear to the author. The circumstances under which Monounios came to control the mint at Dyrrhachion are unknown. Around that time, Dyrrhachion issued an Alexander-type tetradrachm (Paškvan 1a = Price 661) which is obverse die linked to an issue struck in Monounios' name (Paškvan 1 = Price pl. CLVIII, H). It is likely that these issues were the first coinage he struck, and it was probably a very small issue--only one example of each are known today. In any case, Monounios was apparently content to adopt the familiar cow / stellate design of Dyrrhachion for the bulk of his coinage, of which there are various issues. The first issue (Gjongecaj identifies five) is linked to Monounios solely by his monogram that appears above the cow on the obverse, while the reverse is unchanged from the standard type with club and ethnic. This subtle introduction of his name in the form of a monogram may well indicate that he did not gain control of Dyrrhachion by force, and we can imagine that he may even have been invited in by at least one faction within the city. However, he was soon bold enough to replace the monogram with his name and title. The second emission features the jaw bone of a boar above the cow on the obverse, the legend ΒΑCIΛEΩC MONOYNIOY on two sides of the rectangle, with ΔYPPA and the club on the remaining sides. The third emission adds a ground line to the obverse, while the reverse reads ΒΑCIΛEΩC MONOYNIOY on two sides, ΔY above and P below, with the club completely eliminated. Sometimes in this issue there is a control mark in the obverse exergue, such as a bird. For the fourth emission, the obverse remains the same as on the third emission, but on the reverse the city’s abbreviation has been replaced with a club and a spearhead. On the fifth and final emission, the obverse remains the same, but the reverse legend features only Monounios’ name and title, omitting both the city’s name and the control marks of the club and the spearhead. The succession of issues, as Monounios’ name increases in prominence and the city name is ultimately removed, suggests a gradual increase in Monounios’ authority and an awareness that he could use the coinage to reflect his rising power. The significance of the boar’s jaw on the obverses of Gjongecaj's emissions 2-5 is a mystery. Jördens and Becht-Jördens have pointed out that the boar’s jaw went on to become the symbol of the Aitolian League on their coinage, suggesting a connection with the Caledonian Boar that, according to legend, inhabited Aitolia before being killed by a group of Greek heroes. However, this does not explain the connection with Monounios, since Illyria is not near Aitolia, nor is it near Arkadia, the home of that other famous beast, the Erymanthian Boar. There also seems to be no link between the Greek words for either ‘boar’ or ‘jaw’ and the names of any Illyrian tribe or member of the royal family, nor was any Illyrian hero present at the hunt for the Caledonian boar. The pecularities of Monounios’s coinage have led to speculation about the circumstances in which an Illyrian king would issue coins at a Greek city, adopting the city’s designs but placing his own name and title on the coins. Otto Mørkholm and Ulrike Peter suggest that Dyrrhachion could simply have loaned Monounios its minting facilities for a set period of time, possibly for an emergency issue. However, the multiple issues by Monounios and the fact that Monounios’ successor Mytilios also issued coins from Dyrrhachion suggest a more permanent link, possibly in the form of conquest or at least some form of political control. The cow / stellate pattern coins of Monounios have rarely appeared in the market. CoinArchives includes only two specimens sold in all the recorded auctions through 2011. In the catalogs of major public collections, there are three in the BM (BMC 1-3), three in Tübingen (SNG 1341 and 1508-9), two in Munich (SNG 468-9), two in Copenhagen (SNG 425 and 528), one in the Fitzwilliam (McClean 5075), one in Brussels (Hirsch 1174), and one in Venice (von Schlosser p. 66, 1). In addition to these published pieces, Maier also records four in Berlin, two in Paris (one of which may be Mionnet II 164), and one in Vienna. In the major private collections, there is one each in Jameson (no. 1112), Lockett (SNG 1642 = Pozzi 2943), and Weber (no. 2978).2 punti
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Ciao a tutti, vi ho fatto attendere eh? (per non dire che mi ero completamente dimenticato dell'ultima banconota... ) Mi scuso e procedo subito alla descrizione dell'ultima banconota della serie Capranesi emessa nel primo periodo Repubblicano. La diecimila lire venne emessa in due emissioni leggermente differenti, distinguibili per il colore differente: più giallo il primo, mentre il secondo ha una tonalità più arancio/rossiccia (dipende se siete più o meno daltonici di me al riguardo ) Il primo tipo venne emesso nel 1948, e questo che posto è proprio l'esemplare che riporta il decreto di quell'anno. L'ho già postato altre volte (l'amico @nikita_ ormai sarà stufo di vederlo... ma confido che avrà qualche chicca storica e/o numismatica al riguardo) ma per amore e completezza della discussione lo ripropongo. Chiedo anche un vostro contributo a chiunque abbia notizie e/o riferimenti di passaggi in aste pubbliche di esemplari in più alta conservazione di questo: Sono sempre curioso di capire quanto effettivamente sia raro in alta conservazione (diciamo dallo Spl [vero] in poi) Una curiosità cinematografica riguardo questo biglietto posso inserirla già subito: E' questa la banconota protagonista del celebre film con Totò e Peppino "la banda degli onesti" (uscito nel 1956, quindi in piena emissione del "giallino" primo tipo).2 punti
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Ciao, buondì a te! La tua domanda è molto vasta, complessa e personale (cioè direttamente collegata al gusto alla sensibilità ed alle preferenze personali di ciascun collezionista) che una risposta certa è definitiva non la troverai mai, atteso che quella certa e definitiva sarà solo ed esclusivamente quella che incontrerà poi il tuo personale gusto estetico ed interesse storico-numismatico. Ciò premesso, posso darti quello che è un mio personalissimo parere. il 1800 è un periodo davvero complesso, per tutte le vicissitudini e le conseguenze che l’astro napoleonico portò con se, e che neppure il congresso viennese riuscì a sradicare. Questo può dare al collezionista che si sta interessando di questo secolo, diverse possibilità collezionistiche, ad esempio: -raccogliere le monete battute nel periodo rivoluzionario, collocato immediatamente prima o subito dopo il 1800, e qui ad esempio potrai viaggiare attraverso i simboli, le legende e gli stili monetali delle varie repubbliche italiane che vennero istituite, facendosi promotori degli ideali della rivoluzione francese, che nel corso di questa discussione sono state accennate. Queste sono: Repubblica Subalpina 1800-01 e Repubblica Piemontese 1798-99 (Torino), Repubblica Ligure 1798-05 (Genova), Repubblica Cisalpina 1800-02 (Milano), Municipalità provvisoria di Venezia 1797 (Venezia), Governo popolare di Bologna 1796-97(Bologna), Repubblica Romana 1798-99 (Roma, Perugia ed altre zecche minori), Repubblica Napoletana 1799 (Napoli) -puoi integrare la collezione sopra menzionata anche con le emissione degli Stati Sovrani, come ad esempio quell Borbonico e Austriaco. -concentrarti sulle emissioni napoleoniche (che comprendono diverse zecche, contraddistinti da vari simboli di zecca) e collaterali a queste, con Stati satelliti retti da suoi parenti (ad esempio il regno delle due Sicilie sotto Giuseppe e Gioacchino, Lucca e Piombino sotto la sorella Elisa, o Parma, dopo il congresso di Vienna, assegnato alla moglie Maria Luigia) -oppure potresti concentrarti sul periodo post napoleonico, e sui moti rivoluzionari dal ‘21 in poi, con nuove repubbliche rivoluzionarie (come Venezia e Milano nel ‘48) o quello che più ti piace e ti attrae secondo la tua personale chiave di lettura storico-artistico-numismatico. un cordiale saluto, Fab2 punti
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caro mfalier, quest'anno mi sono liberato da impegni e se c'e ancora posto mi aggiungerei al pranzo. Un saluto2 punti
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Per chi vuole partire invece insieme dalla Fiera direi di vedersi dalle 12,20 alle 12,30 allo Stand 254 fila G di R- R, Riccardo Rossi, poi verso le 12,30 ci dirigiamo insieme verso la Grotta Azzurra2 punti
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Leggiamo in Tito Livio ( Storia di Roma IV,60 ) , dove parla della decisione del senato romano di stipendiare i soldati a spese dell'erario ( fino ad allora i soldati adempivano al servizio militare, che era su chiamata, a proprie spese, sia pei patrizi che per i plebei) ............... " ... et quia nondum argentum signatum erat, aes grave plaustris quidam ad aerarium convehentes speciosam etiam conlationem faciebant. " " ... e non esistendo ancora monete d'argento coniate, portarono all'erario carri di assi di bronzo, rendendo oltre a tutto appariscente il loro pagamento." Il plaustrum era un carro, forse piccolo, un carretto. Vi immaginate la scena? Carri pieni di aes grave.1 punto
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DE GREGE EPICURI In parte puoi avere ragione, ma credo che in molti casi, su questa strada, si possa approdare solo alle caratteristiche psicologiche (o psicopatologiche) degli autori, senza aggiungere molto alla conoscenza storica. Hai fatto gli esempi di Fede e di Travaglio, che (per carità, senza entrare nel merito!) confermano queste mie perplessità. Naturalmente, la psicopatologia è interessantissima!1 punto
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...però lo stile del bassorilievo di Rotello non è nemmeno comparabile con quello dei due stemmi Capece qui sopra. Troppo grezzo e rozzo, quasi certamente nostro contemporaneo, sicuramente posteriore ai due esempi di "veri" stemmi tratti dal sito indicato. Maggiori certezze si potrebbero forse avere esaminando direttamente il manufatto, che da foto mi sembra una realizzazione moderna di fantasia (magari ispirata agli stemmi Capece!): me lo suggeriscono la forma squadrata dello scudo, gli strani ornamenti esterni, il curioso e incerto elmo contenente fin troppe linee parallele e orizzontali delle quali mi sfugge il significato... ...ma che forse testimoniano le difficoltà che l'artefice ha trovato nel realizzarlo, cosa che potrebbe aver indotto a (non) renderlo con la frattura di materiale che lo deturpa...1 punto
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è un grande amico oltre ad essere una ottima persona,e poi con lui posso sfoggiare il mio dialetto che altrimenti rischierebbe di arrugginire...?1 punto
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Aggiorno l'elenco, adesso siamo 35. E' il secondo miglior pranzo primaverile di sempre. Il record di 54 dell'anno scorso resta imbattuto, ma ci difendiamo bene lo stesso. gigetto13 cippal dabbene +1 eracle62 mfalier 417sonia Bassi22 Tm-NPz + 1 ciosky68 italpen Ross14 Roth37 + 1 Ottone Angelonidaniele Blaise Cembruno5500 piergi00 Fabio El Chupacabra Aleale Cinna74 PAPERONEdePAPERONI. Rex Neap + 1 PriamoB Zenzero + 2 gianvia dave95 mazzarello silvio + 11 punto
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Salve I tesori del titolo sono descritti in una serie di 25 monete da 20 dollari in argento .925 FS emessa nel 1985 sotto l’autorità del Governo delle Isole Vergini Britanniche dalla Franklin Mint. P.S. Data l’aria che tira, ho integrato la firma dei miei post.1 punto
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Grazie anche per il tuo parere.... oramai appurato che è falsa: già messa assieme ad altre con scritto "ben in evidenza" COPIE MODERNE.1 punto
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Confermo. La parola follaro deriva dalla parola latina follis, che in significava sacchetto, ma che in latino volgare era diventata "follaro", vedi napoletano folariello-follariello che significa sacco o guscio. La parola nel tardo impero romano era passata a significare anche sacchetto di monete, e in seguito la moneta da 40 nummi, poi divenuta la base del sistema monetario bizantino.1 punto
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Quoto in toto da quello che posso vedere quest’opera e’ meritevolissima. Un corpus ha un ben altro respiro che una monografia , per quanto approfondita. Spazio per critiche e puntualizzazione non manchera’ in futuro. Per ora godiamocela ....1 punto
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Pensavo di fare cosa gradita aumentare la collezione fotografica di questo post1 punto
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Che strana questa discussione... Come ti ho detto in altro post, e come già ti hanno consigliato qui, vai su tinypic (http://tinypic.com) e segui le istruzioni. È di una semplicità estrema. Senza foto, è difficile dire qualcosa. Per il resto, mi pare tutto piuttosto fumoso. Di discussioni sulla numismatica come investimento ne trovi a bizzeffe, ma non si può estrapolare il generale a partire dal particolare, ci sono troppe variabili che cambiano da caso a caso.1 punto
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Il collezionismo di monete romane antiche non e' una forma di investimento se non si entra nel concetto del lunghissimo tempo , databile a molti decenni da quando si inizia , non prima dei 40/50 anni . Inoltre ammettendo che inizi a comprare monete romane a 20 anni di eta' e continui a comprarne fino a 60 , poi per vari motivi decidi di vendere tutta la collezione gia' difficile da vendere in blocco , le monete che ti faranno guadagnare qualcosa saranno solo quelle che avrai acquistato quando avevi circa 30/40 anni , per le altre non guadagnerai nulla , anzi probabilmente ci perderai anche soldi ; in totale si e no , se ti andasse bene , forse recupereresti i soldi spesi in 40 anni di collezionismo . Tutto questo discorso teorico , poi naturalmente esistono le eccezioni , per dirti che collezionare storia materiale quale sono le monete e' passione pura che dovrebbe essere esente da interesse economico , come potrebbe essere il caso di chi acquista solo monete d' oro .1 punto
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World’s Fairs are a great place to buy and sell souvenirs. and surely among the least expensive reminders of San Francisco’s 1939 Fair would have been this 3-cent postage stamp picturing the Exposition’s “Tower of the Sun.” Three cents was then the rate for first-class domestic postage in the U.S., so the Golden Gate commemorative above would have sent a letter anywhere in the country. (A postcard cost one cent—hence the common nickname, “penny postcard.”) Three 1939 pennies…1 punto
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No. Adesso sappiamo che la serie non venne omaggiata da VEIII. Si, ufficialmente, sottolineo ufficialmente, le serie ufficiali, comprensive dei due pezzi in oro furono 53 più due serie che non comprendevano l'oro. A queste vanno aggiunte probabilmente un altro quantitativo di serie di prova al momento non noto. Di nuovo c'è che adesso sappiamo a CHI vennero "regalate", le monete in questione, compreso l'oro (e ricordiamo che la povera gente aveva donato le fedi nuziali).1 punto
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Oggi al Cordusio locandina evento Prof. Travaini, e consegna Gazzettino 3.1 punto
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Taglio: 1€ Nazione: Irlanda Anno: 2013 Tiratura: 958'000 Condizioni: BB Città: Pavia (PV)1 punto
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Questa Litra di Gela è spettacolare sembrano due rovesci... Guerriero a cavallo e toro androprosopo un'incanto..1 punto
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Mi spiace per la settimana che dovrai passare, avremo modo comunque di vederci..1 punto
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Il discorso forse è un po' articolato. Ma in sostanza personalmente credo che in media e sul medio-lungo termine se non compri male (obbrobri, mal restaurati, etc.) non ci guadagni di sicuro, ma nemmeno perdi o perdi molto. Però ti godi una passione, quindi a costo zero o quasi. Perciò è la passione ad essere il vero valore aggiunto. Comunque prima di avventurarti in spese ingenti, la passione e lo studio ti precederanno e così un po' di oculatezza negli acquisti, no?!1 punto
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Una curiosità in merito al diploma di concessione di zecca. Se si confronta la “copia” autenticata - da notaio duecentesco - presente nei Libri Iurium genovesi (l’originale è andato perduto), con i privilegi coevi di Asti e Piacenza si noterà che le solite formule presenti nei diplomi imperiali sono presenti solo negli ultimi due e che in quello genovese sono rimaneggiate in modo approssimativo, per non parlare del “Ego Cunradus” che tradisce la probabile origine notarile del documento. Avvallato poi dal cancelliere imperiale, molto probabilmente a suon di verghe d’argento. Ah ‘sti genovesi!1 punto
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Ciao @claudioc47, Direi che hai fatto un ottimo lavoro, la moneta ha decisamente un aspetto migliore. Inoltre, sei riuscito a non scoprire il metallo vivo, la patina è rimasta pressoché intatta... saluti1 punto
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Giusto. MARCANTONIO GIUSTINIAN 1684 - 1688 DOGE 107 Comune da http://www.roth37.it/COINS/Venezia/index.html1 punto
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Ancient Greek - Sicily, Gela c. 430-425 BC - AR Litra (15/13.5mm; 0.49gm) - Warrior on horseback / Man-headed bull - HGC 2, 374; SNG ANS 821 punto
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@And08 sono fuori casa, ma nello smartphone ho recuperato questa... si intravedono i cartellini (prendilo come antipasto!):1 punto
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Taglio: 20 cent Nazione: Finlandia Anno: 2004 Tiratura: 506.000 Conservazione: BB Località: MIlano1 punto
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Taglio: 2 cent Nazione: Slovacchia Anno: 2014 Tiratura: 5.000.000 Conservazione: BB Località: MIlano Note: NEWS!!!1 punto
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Mi permetto di segnalare un mio lavoro (insieme all'amico Arata) sulle Oselle datato dicembre 1998 quando i lavori sui PC non erano proprio tanti. Mamma mia quanto sono vecchio ! http://roth37.it/COINS/Oselle/index.html1 punto
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Beh, Saarland sta scritto pure sulla moneta (non è altro che il nome tedesco della Saar, mentre in francese è denominato Sarre), il dubbio che si trattasse della medesima entità territoriale doveva pur venire... del Saarland Francia e Germania avevano deciso di creare uno stato indipendente, ma la popolazione preferì l'annessione alla Germania. Curiosità: per qualche anno la Saarland ebbe pure una nazionale di calcio propria, affiliata alla FIFA, che partecipò pure alle qualificazioni ai mondiali del 1954 venendo peraltro eliminata proprio dalla Germania Ovest. Detto questo, direi che numismaticamente parlando il Saarland andrebbe trattato, come fa il Krause, come uno stato a parte, quindi slegato dalla monetazione tedesca.1 punto
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Buongiorno Jafa, per farti un'idea ti consiglio di visitare i siti www.deamoneta.com oppure www.acm-auctions.com Su questi siti puoi confrontare le monete in vendita di varie case d'asta importanti e meno importanti. li troverai di sicuro una panoramica di monete degli stati preunitari e confrontare anche i prezzi. un consiglio da dove iniziare? NAPOLI, NAPOLI e sempre NAPOLI1 punto
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Ma un giorno nel paese arriva lui di giovedì E' un giovedì, quel primo giorno di gennaio del 1767, quando lui fa la sua prima comparsa in paese. Il paese è Annapolis, Maryland, ma LUI, chi è? Eccolo qua, il DOLLARO! O, per meglio dire, la prima moneta (ebbene sì, di carta ) su cui compare, per la prima volta, la parola "dollaro" come unità di misura del valore. La cartamoneta era in uso da quasi ottant'anni nelle colonie inglesi d'America, per la precisione dal 1690, quattro anni prima che la Bank of England emettesse la sua. La maggior parte delle emissioni non erano banconote nel senso che intendiamo oggi, ma piuttosto bills of credit (o bills of exchange, come quello in foto), paragonabili ai moderni IOU's (I owe unto, io vi devo, più o meno l'equivalente delle nostre cambiali). A precorrere i tempi era stato ancora una volta il Massachusetts, che il 10 dicembre 1690 aveva autorizzato un biglietto da 5 scellini, che può essere considerato il primo esempio di cartamoneta emessa da un governo dell'emisfero occidentale. Il Maryland, che aveva incominciato a emettere cartamoneta nel 1733, utilizzando all'inizio, come tutti, i valori della monetazione inglese, nel 1766 decise di abbandonare tale sistema in favore di una nuova valuta chiamata "dollar". Questo perché, come abbiamo visto, le parole inglesi "dollar", "Spanish dollar", Spanish milled dollar" erano usate da molto tempo per identificare le monete d'argento circolanti nelle colonie. In particolare nel Maryland si preferiva usare il termine "dollaro", piuttosto che "sterlina", quando si parlava di denaro, così la soluzione semplice fu di utilizzare anche per la cartamoneta il nome con cui la gente aveva maggiore familiarità. E non ci volle molto perché nella mente della popolazione il dollaro assumesse lo status di valuta ufficiale. Così, la colonia inglese del Maryland, fu la prima entità politica ad aver introdotto ufficialmente nella monetazione il termine "dollaro". Questo avvenne con le emissioni autorizzate nel novembre 1766 per un importo di 173.733 dollari, senza valore legale, che videro la luce il 1° gennaio 1767, data riportata sulle stesse...un giovedì, appunto E non solo "dollari", ma anche multlipi e frazioni I nuovi dollari del Maryland erano pagabili in Bills of Exchange a Londra, al cambio di 4 scellini e 6 pence per un dollaro. Tali importi erano equivalenti al dollaro spagnolo, ovvero il "pezzo da otto". Il cambio in sterline fu stampato sul retro dei biglietti, per aiutare il pubblico nella conversione, unitamente alla terribile prescrizione "Tis DEATH to counterfeit" petronius1 punto
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Lasciando un momento da parte l'aspetto rarità, che riguarda una irrisoria quota parte di monete Romane, le monete del basso impero hanno un valore economico molto inferiore a quelle dell'alto impero. La Roma antica è "popolare" soprattutto per il 1° e 2° secolo; D'altra parte le monete Costantiniane, ad esempio, sono estremamente abbondanti. Abbondanza di monete unita a bassa "popolarità" sono anche la causa del minore prezzo di mercato di alcuni imperatori ad esempio Gordiano III o Filippo I, ma anche in misura minore Caracalla, oppure Settimio Severo. All'opposto altri imperatori sono molto richiesti. Nerone per fare l'esempio più significativo, ha una diffusione di monete pari all'incirca a quelle di Licinio, Giulia Domna o Massimino, ma per ragioni di popolarità il prezzo delle sue monete è forse 10 volte più alto (a parità di conservazione). Lo stesso per Augusto che ha una frequenza di sue monete vendute in asta molto alta, sullo stesso livello di Settimio o Costanzo II. Eppure valgono molte volte di più quelle del primo imperatore Romano. Resta comunque il fatto che una moneta può quotare X oppure 1000 volte tanto a causa dello stato conservativo, in primis.1 punto
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Soldi, soldi, soldi! Altri tipi di merci e materiali erano usati come succedanei delle monete: nel New Hampshire pesce secco salato e legname, in Carolina mais, piselli, riso, tutte cose che richiedevano uno sforzo per essere trovate o prodotte. Per fortuna, i falsi non erano un problema Ma di monete vere e proprie, alla fine, gli europei non potevano fare a meno, e poichè le 13 colonie inglesi offrivano ben pochi metalli, e quei pochi dovevano essere inviati in Inghilterra, i coloni incominciarono a usare tutte quelle che c'erano, da qualunque paese venissero. Le monete straniere che si potevano trovare in circolazione nelle 13 colonie nei secoli XVII e XVIII, e poi negli Stati Uniti fin oltre la metà del XIX (a molte di loro era stato concesso il legal tender, il corso legale, che fu ritirato solo nel 1857) provenivano dall'America spagnola, dall'Inghilterra, dalla Francia, dal Portogallo, dall'Olanda, dalla Germania e da ogni dove. Come regola generale, le monete di rame provenivano dall'Inghilterra, quelle d'oro e d'argento dalle colonie spagnole in America. Atti pubblici, contratti, e altri documenti che prevedevano la presenza di denaro, erano usualmente redatti in valuta inglese o spagnola. Assai importanti erano anche le monete, soprattutto d'oro, provenienti dal Brasile portoghese. Scrive lo storico numismatico John Kleeberg: "Le monete d'oro provenivano dal Brasile (i 6.400 reis, spesso chiamati 'joes'), dal Messico le monete d'argento (gli 8 reales), dall'Inghilterra e dall'Irlanda le monete di rame (halfpence). Quelle erano le "workhorse coins' (lett.: le monete del cavallo da lavoro, nel senso delle più usate). C'erano poi altre monete 'workhorse' , da 2 reales, 1 real, mezzo real. Queste monete d'argento arrivavano dal Messico nel XVIII secolo, da Potosì nel XVII." Tra le altre monete, le olandesi assunsero una certa importanza durante la Guerra di Successione spagnola (1701-1714), quando i Leeuwendaaler, i talleri del leone (vedi foto post #34) presero il posto degli 8 reales, che non si riusciva più ad avere. Scarsa importanza ebbero invece le monete tedesche, così come quelle, pur presenti, di altri paesi. Le francesi, invece, avevano un uso preminente in Canada, e venivano scambiate anche nelle aree inglesi confinanti. Ma su tutte svettavano i "pezzi da otto", che gli inglesi chiamarono Spanish Milled Dollars, letteralmente "dollari spagnoli fresati", perché i tondelli venivano realizzati su una fresatrice, ed erano di peso e dimensioni costanti. Alla fine, cacciati gli spagnoli, superate dalla tecnologia le fresatrici, rimasero solo i dollari In foto, 6.400 reis brasiliani del re del Portogallo Joao V, anno 1743. petronius1 punto
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HADRIAN. 117-138 AD. Æ Sestertius (25.33 gm). Struck 134-138 AD.Estimate $10000HADRIAN. 117-138 AD. Æ Sestertius (25.33 gm). Struck 134-138 AD. HADRIANVS AVG COS III P P, laureate and draped bust right, seen from behind / COH PRAETORI / S C in exergue, Hadrian standing right on low daïs with praefectus praetorio behind and centurion on ground before and holding sword and virga, addressing a vexillifer, holding a vexillum and oblong shield, standing between two signiferi, each holding a military standard and clipeus. Banti 135 (this coin); RIC II -; Strack -; BMCRE -; Cohen -. EF, untouched green patina. Unique. [See color enlargement on plate 15] ($10,000)Ex Gilbert Steinberg Collection (Numismatica Ars Classica, with Spink Taisei, 16 November 1994), lot 406; Leu 33 (3 May 1983), lot 59; Münzen und Medaillen XXVIII (19-20 June 1964), lot 335.1 punto
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Altro esemplare in cui il guerriero germanico è più visibile... RÖMISCHE MÜNZEN (ROMAN COINS) -Kaiserliche Prägungen -Kaiserliche Prägungen670.Domitianus, 81 - 96.. Sesterz 86, auf den Sieg im Wieder Becken über die Chatten. Kopf mit Aegis / Kaiser mit Speer und Schild zu Pferd über germanischem Krieger. RIC 317; C. 485. 22.71 g. Dunkelgrüne Patina Sehr schönEx Slg. Meyer-Coloniensis (Auktion Münzzentrum 64, 1988, 184).Schätzung (estimation): 1500,-- EUR1 punto
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