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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/13/18 in tutte le aree
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Altre volte abbiamo scritto che, benché Venezia fosse una città costruita sul mare ed al mare dovesse gran parte della sua ricchezza e fama, nella iconografia della sua monetazione a circolazione “ordinaria”, il mare e le navi che lo solcavano trovano pochissimo spazio e sempre quali contorni o sfondi di una figura più importante posta in primo piano nei tondelli; è il caso del leone di San Marco raffigurato nelle monete che, stante, poggia le zampe anteriori sulla terra e le posteriori sull'acqua a rappresentare il suo dominio su questi elementi. Ben poca cosa. E' anche il caso delle “Giustine” dove, su taluni esemplari, il mare e le galere fanno da sfondo all'immagine della Santa. Solo con le oselle, dal dogato di Sebastiano Venier (1577-1578) in poi, troviamo qualche specifica rappresentazione nautica; una su tutte, a mio parere, svetta. E' l'osella coniata sotto il doge Alvise Mocenigo III ( 1722-1732) nel 1727 – anno VI; celebrante la fabbricazione del nuovo ed ultimo Bucintoro. (Ricordo che il suo varo effettivo avvenne nel 1729 a 10 anni dalla commissione). Troviamo rappresentato uno specchio lagunare e troviamo anche rappresentato il primo e più importante vascello della Repubblica, quello che, per antonomasia, identificava la sua potenza marittima. Dal veneziano buzino d'oro (burcio d'oro) era una imbarcazione a remi di due ponti; il primo a disposizione dei rematori ed il secondo a disposizione delle autorità e leggermente rialzato verso poppa, dove era posizionato il trono ducale; buona parte della superficie poppiera del secondo ponte era sovrastata da una copertura a volta, amovibile, chiamata tiemo, provvista di ampie aperture laterali. Il Bucintoro aveva dimensioni di tutto rispetto: 34,80 metri di lunghezza per 7,30 di larghezza; 35,72 tonnellate di portata, 42 remi mossi da 168 arsenalotti, oltre ad ulteriori 40 marinai addetti alle manovre e poteva imbarcare oltre 200 ospiti. Era a dir poco sfarzoso, riccamente intarsiato e quasi completamente dorato, con una monumentale statua posta a prua raffigurante la giustizia, ai cui piedi, sul rostro prodiero più lungo, c'era il leone marciano; oltre a ciò era altresì impreziosito da circa 500 statue lignee che decoravano le fiancate e la poppa. La legenda dell'osella ne riassume la magnificenza: NON EST INVEN. SIMILIS ILLI (Nessuna invenzione è simile ad esso) La funzione di questa imbarcazione, certamente non adatta alla navigazione marittima stante le sue fattezze, era quella di navigare esclusivamente nelle acque tranquille della laguna per portare il doge a celebrare lo sposalizio del mare alla bocca del porto di Lido, ma non solo; il Bucintoro andava ad accogliere a Fusina re ed imperatori ed altri dignitari che venivano dalla terra ferma in visita ufficiale a Venezia per portarli in piazza San Marco, oppure ad accoglierli al Lido se arrivavano dal mare. Con il Bucintoro si accoglieva altresì il doge di ritorno da qualche missione navale, facendolo imbarcare al Lido per accompagnarlo con gran pompa al suo palazzo. In questa bellissima osella troviamo anche quattro gondole coperte con il felze, ad accompagnarlo; anche queste imbarcazioni, come sappiamo, sono specifiche ed esclusive di Venezia. In una sola moneta due particolarità marittime! Seguono immagini del Bucintoro (Modello statico presente nel Museo Storico Navale di Venezia) e dell'Osella. Saluti Luciano5 punti
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in ogni caso al di là del mio mero parere personale… consiglio questa lettura forse online si trova4 punti
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In definitiva : gli slab NON garantiscono, per regolamento, l’autenticità della moneta contenuta gli slab NON tengono conto del bordo della moneta per la determinazione del grading gli slab NON sono immutabili e costanti nei risultati del grading, come testimoniato da membri che ne fanno uso gli slab NON sono immuni da falsificazioni, come citato in questa discussione ms allora, alla fin fine, ma questi sarcofagi, che utilità reale hanno se non quella di evitare che una moneta vi possa cascare di mano e di evitarvi di dover usare spirito critico e sviluppare un po’ di esperienza? non sono altro che il simbolo e sintomo della numismatica consumistica e superficiale, appannaggio di speculatori, investitori incompetenti e collezionisti improvvisati. Ma questa è solo la mia personale opinione da classicista. Magari per chi fa monete recenti sono una protezione da perizie fin troppo di parte.4 punti
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Non fosse altro che per motivi di studio per le Monete medievali io ho bisogno di tondelli liberi, li devo vedere, avere in mano, peso, analisi XRF, studiare al microscopio i segni, le poche bustine le ho sempre aperte, e poi quel brivido da cui tutto parti’ nella schiena che mi venne fu per il contatto fisico di tenerla in mano, al pensare alle mani in cui passo’ , alla sua storia, per me il collezionismo Numismatico e’ questo ...spero rimanga così3 punti
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Riprendiamoci i nostri tondelli.. Riprendiamoci l'amore di doverli ammirare nel poterli sentire, ed ascoltar.. Riprendiamoci le patine.. Riprendiamoci l'ossigeno... Riprendiamo a essere custodi e poterli osservarli in ogni parte come si deve.. Viva il tondello libero... Eros3 punti
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Ringrazio Valteri per aver focalizzato l’attenzione su questa rara emissione metapontina, che sembrerebbe collocarsi (Stazio 1973, Johnston 1984 e Rutter 2001) nel momento iniziale della fase a doppio rilievo (post 440/30 a.C.). Il culto di Apollo era ben radicato a Metaponto, come dimostrano le esplorazioni archeologiche e, in particolare, il rinvenimento di un’area consacrata alla divinità già in età arcaica (VII sec. a.C.) e su cui sorse in epoca successiva (metà VI sec.) un edificio templare dedicato ad Apollo Licio. Nel suo datato ma pregnante contributo sulla zecca metapontina negli Atti del XIII Convegno di Studi sulla Magna Grecia (1973), l’indimenticabile prof. Stazio riferiva il tipo monetale dell’Apollo citaredo all'analoga statua citata da Erodoto (IV, 15) ubicata nell’agorà della polis e circondata da piante di alloro. Un alloro bronzeo, probabilmente parte della citata statua, viene peraltro ricordato da Teopompo, citato da Ateneo (XIII, 604F-605A). Sia la statua che l’altare sarebbero stati eretti, a detta di Erodoto, per ordine di Aristea di Proconneso (su cui non mi soffermo), un personaggio dai contorni alquanto sfuggenti, una sorta di figura “sciamanica” che alcuni studiosi collegano al movimento pitagorico. In ogni caso, a prescindere dall'accoglimento o meno della tradizione erodotea, quello che sembra trasparire dal tipo monetale è il rilievo dato al culto di Apollo – a cui il movimento pitagorico era peraltro strettamente legato – nella seconda metà del V secolo a.C. a Metaponto, forse proprio in connessione con le vicende storiche (e/o edilizie) che accompagnarono l’area sacra del tempio.3 punti
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Lira 1717 Vittorio Amedeo II Re di Sicilia Questo esemplare va a giacere vicino a quello del 1718 , acquistato anni fa da un amico del forum Lamoneta.2 punti
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Ecco la slide che per noi e’ il vero riconoscimento cittadino verso di noi per quanto fatto, il segno dell’apprezzamento di Milano per questa opera divulgativa, un unicum per tutti, gli applausi sentiti e corali li giro a voi tutti !2 punti
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Ma il grande riscontro sull’apertura dell’esposizione permanente delle Monete della zecca di Milano e’ arrivata lunedì sera in Ambrosiana per il ritorno della Palma di Federico Borromeo . Circa 110 invitati rappresentanti delle Associazione del mondo del lavoro e delle professioni, sponsor, rappresentanti politici cittadini, il mondo associazionistico , Venaria Reale coi suoi operatori, Ambrosiana in toto e il Soprintendente del Castello dott. Salsi oltre a celebrare la Palma rivedono il simbolo dell’identita’ voluta da tutti e che raccoglie il plauso della nostra città ...il medagliere permanente delle Monete di Milano, il sogno che diventa realtà per tutti2 punti
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@Sanni... Grazie di cuore. Per il periodo precedente sai quanto è complesso...Ma ci sto lavorando.2 punti
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Concordo in toto, la passione è la molla di tutto e sia te, Eros, che Mario siete due grandissimi appassionati e contagiate tutti noi.2 punti
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Gli Etruschi furono un popolo italico molto legato economicamente ai metalli , favoriti in questo dalla ricchezza e varieta' di metalli che estraevano principalmente nelle Colline Metallifere della Toscana marittima e dall' isola d' Elba , oltre che da altre localita' minori come ad esempio i Monti della Tolfa nell' alto Lazio dove si trovano Blenda minerale delle Zinco , Galena , Pirite e Cinabro da cui si estrae il Mercurio. I minerali che venivano estratti erano principalmente : Calcopirite un solfuro di Rame e Ferro , Galena un solfuro di Piombo spesso argentifera , Blenda un solfuro di Zinco , Cassiterite un ossido di Stagno utile in lega con il Rame per formare il Bronzo , Ematite , Marcassite , Pirite e Limonite minerali ricchi di Ferro . Il minerale piu' importante era comunque il Ferro elbano , tanto che in parte era venduto o barattato in lingotti con altri popoli del Mediterraneo , le cui scorie di forno per la lavorazione occupavano sulla costa di Populonia di rimpetto all' Elba , fino al periodo anteguerra del 1940 , molti metri di spessore tanto da formare delle colline artificiali che furono ancora sfruttate per ricavarne altro minerale . Completata questa breve carrellata dei minerali industriali toscani ed elbani , sorge ora un problema metallico che fa riferimento al titolo del post : l' Oro , rimane oscuro da dove provenisse o venisse estratto questo prezioso nobile metallo che stando ai numerosi gioielli sopravvissuti alle spoliazioni ed esposti nei Musei italiani ed esteri doveva essere abbondante almeno per le classi agiate etrusche , metallo trasformato principalmente in gioielli ma anche in monete , oggetti esposti che rappresentano certamente una minima parte rispetto a quelli trafugati nelle tombe nel corso dei secoli ; stando alla grande quantita' di gioielli in oro trovati usati per ornamenti personali ma anche per uso domestico come recipienti ,nonche' per monete , si presume che la gran parte dell' Oro doveva essere estratto nel territorio etrusco e una piccola parte provenire dal commercio estero ; personalmente non trovo altra possibilta' per spiegare questa abbondanza di Oro etrusco , mi rimane molto difficile pensare che l' Oro provenisse solo o in gran parte dal commercio con altri popoli del Mediterraneo , metallo troppo raro e troppo prezioso per essere barattato . Ma se l' Oro veniva principalmente estratto sul territorio , dove si poteva trovare ? Quasi tutti i solfuri metallici elencati che si trovano in Toscana contengono piccole percentuali di Oro , specialmente la Calcopirite , Pirite , Marcassite e Rame nativo dell' Impruneta localita' vicino Firenze e della Val di Cecina vicino Pisa , ma gli Etruschi sapevano estrarlo da questi minerali ? Conoscendo le abilita' mineralogiche nell' individuare i giacimenti e lavorative metallurgiche degli Etruschi e' probabile che lo sapessero trovare ed estrarre . Altra localita' etrusca da dove poteva essere estratto l' Oro e' stata recentemente individuata nei Monti Volsinii , colline che si estendono sopra il Lago di Bolsena , esattamente nel Monte Landro , dove le rocce vulcaniche a Leucitite contengono piccole pagliuzze di Oro visibili anche ad occhio ; per coincidenza sulla cima del Monte Landro esisteva un antichissimo Tempio votivo Etrusco le cui fondamenta sono state riportate in luce insieme ad oggetti votivi . http://www.academia.edu/8308651/Loro_degli_Etruschi_volsiniesi Concludendo il problema dell' Oro etrusco e' lecito supporre che l' Oro utilizzato in gran quantita' dagli Etruschi provenisse da giacimenti locali e solo parzialmente da scambi commerciali . In foto : discarica di scorie ferrose di miniera di Ferro presso Serrabottini , scorie ferrose sulla spiaggia di Popolonia , vari oggetti in Oro trovati nelle tombe etrusche tra cui anche un vaso , pagliuzze d' Oro nella Leucitite di Monte Landro , vedute del Lago di Bolsena da Monte Landro , la cima di Monte Landro e il Tempio etrusco di Monte Landro .2 punti
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Salve , alcune monete d' Oro di Populonia e altri gioielli etruschi ricavati forse da Oro toscano2 punti
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DE GREGE EPICURI Rinaldi è un pozzo di scienza, e ci ha riportati magicamente in pieno umanesimo, con tutto il gusto, la raffinatezza estetica, la scelta dei colori (che non era mai casuale), le simpatie/antipatie per i personaggi antichi che si respiravano a quell'epoca. Ovviamente, con la numismatica erano agli inizi, e non si facevano alcun problema a chiamare (sulle monete) Caracalla ed Eliogabalo con questi appellativi! Poi, abbiamo scoperto un sacco di cose: che Avito Cassio fu ingannato dalla falsa notizia della morte di M.Aurelio (fake news anche a quei tempi!), che la pergamena migliore era fatta nel Quattrocento con pelle di vitello, che la Historia Augusta va post-datata forse di 1 o 2 secoli...2 punti
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Carissimo Federico, le visualizzazioni, sono strameritate, quando si divulga con tanto amore e d'uopo.. Mi ricordo la prima volte che entrai in sezione notando subito i tuoi post. Mi colpi l'ardore e la tenacia del tuo divulgar. Ma più di tutto rimasi affranto del poco consenso. Non riuscivo a capire come si potesse ignorare e non intervenire, lessi immediatamente la passione fra le righe. Io riesco a leggere, e voglio leggere..e per questo che sono Eracle, Eros, e sono qui...2 punti
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Buona sera, all'Elba si estraeva anche una buona quantità di rame anche se il fenomeno estrattivo di questo metallo, così come descritto da alcuni storici, è stato ridimensionato ma resta pur sempre importante, per quanto riguarda l' oro esiste una antica cava detta "dell'oro" che in realtà era di rame ed alcune voci su una antica miniera d'oro sfruttata dagli etruschi e dai romani che ivi battevano anche moneta, tutto comunque da verificare, il fatto certo è che ogni tanto qualcuno (compreso un mio amico) si cimenta a livello obbistico nell'attività di estrazione del prezioso metallo giudicato comunque da chi lo ha analizzato in quantità non sufficiente per uno sfruttamento conveniente.2 punti
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Pietro finalmente ne sono venuto in possesso! Un manuale, dal 1674 al 1860, delle monete di Napoli che farà la differenza con gli altri sinora in circolazione. Completo, aggiornato e con molti dettagli sarà il riferimento per la mia incompleta collezione e ... credo, per molte case d’aste. Chi s’avvicinerà a questa monetazione non potrà farne a meno e, nello stesso tempo, avrà modo di acquisire unitariamente fatti storici non sempre lineari e comprensibili. Il testo è immediato, di facile consultazione e privo di quei ghirigori intellettualistici finalizzati al compiacimento personale. Non è semplice produrre un testo comprensibile per tutti! Pietro ci è riuscito; ha fatto un grande lavoro che invidio e apprezzo moltissimo. Forse, l’unico appunto è la copertina: debole e sottile. Bene, ora mi prenoto e aspetto il manuale con tutte le monete precedenti al 1674. Grazie Pietro Magliocca2 punti
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Ciao a tutti. Volevo dare conto di un fatto abbastanza sconcertante accadutomi ieri mattina al Convegno di Verona. Oramai da molti anni mi trattengo al Convegno fino alla Domenica e ciò sia perché è capitato che proprio l'ultimo giorno, complice la stanchezza degli amici commercianti, sia riuscito a mettere a segno qualche "affaruccio", ma anche (e forse sopratutto) perché posso in questo modo dare una mano all'amico e corregionale Riccardo Rossi per lo smontaggio del banco e il caricamento della macchina e nel contempo buttare un occhio per evitare che, proprio in quella delicata fase, qualche malintenzionato possa approfittare di un momento di distrazione per rubare qualcosa (purtroppo, sappiamo bene che ciò è avvenuto e avviene ai Convegni più spesso di quanto si vorrebbe). D'altro canto, l'ingresso domenicale in Fiera da parte mia e di mia moglie avviene con molta calma, intorno alla 10, e in genere si rimane a "cazzeggiare" al tavolo di Riccardo o negli altri banchi degli amici presenti per fare due chiacchiere in assoluta tranquillità, visto lo scarso passaggio di visitatori. Ma ieri mattina, come detto, si è verificato un fatto assolutamente stupefacente. Per comprendere quello che sto per raccontarVi, devo premettere una vicenda incresciosa accaduta allo scorso Convegno di marzo di Torino, dove venne rubata una moneta d'oro dagli invenduti dell'asta Montenegro, ad opera di una coppia di giovani "fidanzati", che con grande savoir faire ed eludendo i controlli delle persone preposte, erano riusciti nel loro intento. I suddetti erano stati comunque notati da alcuni commercianti nonché dalle persone che erano presenti al furto e vennero descritti fisicamente con molta precisione; ma, nonostante ciò, non fu possibile raggiungerli tempestivamente prima che si dileguassero dalla sede del Convegno. Ma torniamo a ieri. Mentre percorrevamo una corsia che ci avrebbe condotto al banco di Riccardo, siamo stati fermati da un commerciante che a marzo era stato testimone del furto di Torino, il quale mi comunicava che aveva notato poco prima, in giro fra i banchi, proprio la coppia di "fidanzatini" già vista a Torino e mi raccomandava di informare Riccardo di stare molto attento se essi si fossero avvicinati al suo tavolo. Giusto il tempo di arrivare da Riccardo e di informarlo di quanto riferitoci dal suo collega che, neanche a farlo apposta, ecco passare alle spalle del suo banco proprio la famigerata coppia. Le caratteristiche fisiche del ragazzo e, sopratutto, quelle della ragazza, non lasciavano adito a dubbi di sorta. Erano proprio loro. A quel punto mi viene un'idea: ...potrei seguirli con discrezione per vedere cosa fanno e come si comportano. Sarà stata una reminiscenza "carabinieresca" della mia adolescenza (non mandate i Vostri figli a fare "gli sbirri"...mandateli piuttosto a frequentare i Masters alla John Opkins University di Baltimora...?) o la curiosità di vedere "la coppia" in azione....sta di fatto che mi sono messo dietro di loro, a debita distanza, per capire che cosa avrebbero fatto. Inutile dire che già dopo qualche minuto, complice la non numerosa folla presente, i due notavano la mia poco discreta presenza e con finto disinteresse smettevano di visionare il materiale sui banchi e guadagnavano lentamente la strada verso l'uscita. Nel fare ciò, transitavano davanti al banco di Riccardo e una persona immortalava frontalmente la coppia a circa 4 metri dall'obbiettivo, acquisendo in tal modo una fotografia molto nitida e dettagliata di entrambi. Tenendomi sempre ad una distanza di una decina di metri, seguivo la coppia fino ad un varco laterale del Convegno, dal quale li vedevo uscire; sicuramente la mia condotta li aveva allarmati e per evitare rogne se la svignavano. Ma non era così. Mentre facevo ritorno verso il banco di Riccardo, continuando a guardarmi intorno per notare un eventuale "rientro" della coppia, incrocio un commerciante albanese che conosco da tempo e che mi chiede perché avessi "quell'aria strana". Mentre gli raccontavo ciò che era accaduto e gli descrivevo fisicamente la coppia, invitandolo a stare molto attento se si fossero presentati al suo banco, ecco che accade il fatto...stupefacente!!!! Ero ancora intento a parlare con Nuredin, l'amico commerciante albanese, che noto dirigersi verso di noi - da solo - proprio il ragazzo, ricomparso quasi all'improvviso. Confesso che mi sono preparato...al peggio, ma mi trovavo pur sempre all'interno del Convegno, in mezzo ai banchi in parte ancora presidiati e comunque in compagnia di un'altra persona. Il ragazzo procedeva con passo lento ma sicuro verso di noi e, secondo le "regole di ingaggio" che mi hanno insegnato (non so se le ho apprese in una buona scuola...ma quelle conosco), ci guardiamo negli occhi. Giunto a circa un metro da me e Nuredin, il ragazzo si ferma e, con un gesto molto misurato della mano destra, mi chiede se mi può parlare. Gli dico, sempre guardandolo negli occhi: "ci conosciamo"? "No", mi fa lui, "però ho notato che lei mi sta seguendo e vorrei capire perché". Gli rispondo che non lo stavo affatto seguendo ma che mi limitavo a visionare il materiale esposto sui banchi, esattamente come stava facendo lui. Al che aggiunge: "anche la mia ragazza ha notato che lei ci stava seguendo...c'è qualche problema?". Alla mia risposta che avremo potuto chiamare i Carabinieri per chiarire la situazione, il ragazzo abbozza un mezzo sorriso e aggiunge quanto proverò a riportare testualmente: "Non serve chiamare gli sbirri. Guardi, io le chiedo solo di lasciarci lavorare. Noi siamo dei ladri e veniamo ai Convegni numismatici per rubare. Lo vede quel lungo tavolo (e mi indica con la mano il tavolo di un commerciante specializzato in euro), quando noi passiamo davanti a quel tavolo, gli addetti si mettono tutti in piedi perché sanno che noi siamo dei ladri. Dobbiamo pur mangiare. Non abbiamo un lavoro. Quindi, chiunque lei sia, non ci segua e non ci ostacoli perché la sua presenza non ci permette di svolgere il nostro lavoro". Dopo un comprensibile attimo di sconcerto, ciò che sono riuscito a dire al ragazzo è stato solo che un "lavoro" come il suo doveva necessariamente prevedere il "rischio" che qualcuno potesse seguirlo e controllarlo. Lui mi ha risposto di "saperlo benissimo", ma mi invitava ancora una volta a non intralciare il suo "lavoro". E, detto questo, se ne andava senza salutare. Capirete che dopo aver sentito queste cose, ci siamo guardati in faccia con Nuredin e ci siamo chiesti se avessimo bevuto, sognato o fossimo stati vittime di "allucinazioni collettive". Niente di tutto questo. Quanto Vi ho riportato è realmente accaduto verso le ore 11 del 27 maggio 2018 all'interno del Veronafil! Faccio presente che il ragazzo non ha mai rivolto né minacce né usato frasi scurrili. Il suo tono di voce era tranquillo e il colloquio si è svolto come se il mio comportamento avesse realmente intralciato un qualunque regolare lavoro. A seguito di questo episodio, abbiamo informato l'Organizzazione del Convegno, nella persona del Dott. Ambrosini, al quale abbiamo anche inviato la foto della coppia. Con lo stesso Sig. Ambrosini e lo Staff della Fiera abbiamo altresì individuato un terzo complice, del quale abbiamo però solo una foto presa alle spalle. Per la cronaca, abbiamo sottoposto la foto dei "fidanzatini" alla guardie del corpo del Dott. Rauch, le quali hanno riconosciuti i ragazzi come gli Autori di furti ai Convegni di Berlino e Vienna. In questa ultima località sembra che una volta siano stati persino identificati dalla Polizia austriaca. Nuredin ed io ci siamo messi a disposizione della Fiera di Verona e, eventualmente, anche della Autorità competente, per confermare ufficialmente e nelle forme di legge ciò che è accaduto. Per quanto, nella circostanza, non sia stato commesso alcun reato. Saluti. Michele1 punto
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Finalmente la famigliola di Carlo II si allarga... cosa ne pensate amici?1 punto
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Se esistesse veramente un tale farmacista sarebbe da radiare immediatamente dall'ordine.1 punto
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Davvero un bell'esempio di monetiere, complimenti. E' da tanto che vorrei costruirmene uno, ma come hai ben detto tu, il problema più grosso è la mancanza di tempo1 punto
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sorry eracle, ma devo correggere (di monete ne so poco, di storia dell'aeronautica forse un po' - e poi, da ex volatore, mica posso transigere...): trattasi di triplano (basta contare le ali), bombardiere, e della prima guerra mondiale. Probabilmente (ma qui mi sa che qualcun altro mi prenderà in castagna) della serie Ca40. Il mondo è bello perchè è aviario PS: odio usare le faccette, quindi qui preciso che il tono è di simpatica ironia1 punto
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Ciao, prima di tutto benvenuto. Per quanto riguarda la tua domanda ci tengo a precisare che in questa specifica discussione non si risponde da anni ma il forum è molto "vivo"; detto questo... per poter dare un parere/ valutazione (del tutto personale e da non prendere come "oro colato") è assolutamente necessario avere una foto (meglio una scansione) della tua banconota. Prova ad usare un sito esterno e mettere qui i link! Guido1 punto
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Ma cosa dici? Era il gettone per i distributori di Posca-Pola! ? (click sul link per sapere cos'era la Posca) Ciao! TWF1 punto
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Mai arrendersi.. Mai mollare.. Mai farsi intimidire... Mai cedere... Mai smettere di sognare...1 punto
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Ovviamente quella del Bonaventura Cavalieri e quella che mi.attrae maggiormente.1 punto
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@Poemenius risolve la situazione ? comunque si avevo pensato che potesse essere una tessera al di la della sua autenticità. Borgia.1 punto
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Ciao Norberto. Si, è giunto il momento di "svelare" la fonte di queste notizie molto precise e circostanziate. Contrariamente a quanto scriveva Domenico nel post di apertura di questa discussione, non ho alcun merito nella scoperta delle stesse, ma ho soltanto (e, aggiungo, casualmente) reperito una pubblicazione che le contiene e che si trova in circolazione fin dal 2015; non rientrando nel novero delle pubblicazioni usualmente ritenute "numismatiche", in pochi - credo - l'avevano finora letta. Direi anzi, se mi è permesso, che il maggior pregio di questa pubblicazione sia proprio quello che la Ricercatrice che l'ha realizzata è una Storica pura, quasi certamente del tutto digiuna di numismatica, e per tale motivo il Suo lavoro non ha nessuna di quelle "dannose contaminazione" che troppo spesso caratterizzano le pubblicazioni scritte da numismatici e per numismatici. Singolarmente (ma significativamente), fra la bibliografia richiamata nel libro non vi è neppure un'opera numismatica tradizionale. E ciò, paradossalmente, dopo aver letto il libro, sembra potersi considerare un fatto sorprendentemente positivo. In poche parole, qualche tempo fa navigavo su internet alla ricerca di qualche testo sulla monetazione coloniale italiana, quando il motore di ricerca mi restituisce fra i risultati un titolo che non avevo mai sentito: "Gli Indigeni preferivano i talleri - La lira tra demonetazione a fini militari e colonizzazione dell'Etiopia" L'Autrice del libro - la Dott.ssa Nunziatina Panetta - non è una numismatica ma una Storica, che a partire dal 2009 si è recata presso l'archivio Centrale dello Stato dell'Eur (Roma) per condurre una ricerca finalizzata alla realizzazione della tesi di laurea in Sociologia. Nella sua ricerca, l'Autrice ha rinvenuto ed esaminato 4 buste tra gli Atti del Ministero del tesoro - Direzione Generale del tesoro, Portafoglio dello Stato, Serie monetazione imperiale in Etiopia. Il testo, dopo la trattazione più propriamente riferita all'argomento del titolo del libro, riporta nella seconda parte una serie di notizie in gran parte del tutto inedite (almeno per me) sulla monetazione imperiale, prove incluse, corredando l'illustrazione dell'argomento con alcune tavole riportate in appendice, fra cui anche l'elenco completo nominativo dei fortunati destinatari delle serie di prove del '36, che Domenico stava postando. Il tutto è rigorosamente documentato. Il libro, che alcuni amici con i quali sono in più stretto contatto hanno già acquistato, è reperibile unicamente online attraverso un portale di print on demand. Basterà inserire su google gli estremi dell'Autrice e il titolo per essere indirizzati al suddetto portale ed effettuare, se lo si desidera, l'acquisto del libro, che naturalmente consiglio a tutti gli appassionati di questa monetazione. Saluti. Michele1 punto
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Grazie mille ancora! Pensare che la prima volta che sono venuto a Milano in visita è stato lo scorso anno durante la settimana. Ho visto la vetrina del noto commerciante d'aste ma ho proseguito, sono andato a trovare il noto commerciante online milanese ed è stato molto cordiale nei miei confronti. Quando la mia salute sarà migliorata e riprenderò a camminare, un sabato verrò in visita a Cordusio e ancor meglio incontrarmi con voi ? Grazie infinite amici1 punto
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Gettone Compagnia Italiana Westinghouse dei freni Torino Fondata a Torino nel 1906, la Compagnia Italiana Westinghouse dei Freni, è specializzata nella produzione di «freni continui ad aria compressa» . Dopo averlo acquistato dalla Rapid, fabbrica produttrice di ricambi per auto, l’azienda realizza nello stabilimento di via Boggio lavori di ampliamento tali da concentrare in un’unica struttura reparti di lavorazione meccanica, montaggio, saldatura, fucine e una grande fonderia che, costruita nel 1907, impiega personale altamente qualificato. Mobilitata per la produzione bellica, durante la prima guerra mondiale la Westinghouse affianca alla lavorazione dei freni, la costruzione di munizioni per artiglieria e motori per aeroplani. Nell’immediato dopoguerra, l’aumento della domanda interna spinge la società ad entrare nel mercato dei segnali creando, nel 1922, la Compagnia Italiana dei segnali, specializzata nella produzione di impianti di segnalazione. Nel 1928, il nuovo comparto si fonde con Compagnia Italiana dei Freni, dando vita alla Compagnia Italiana Westinghouse - Freni e Segnali. Danneggiata dai bombardamenti alleati che ne paralizzano quasi completamente l’attività, l’azienda riprende la produzione nell’immediato dopoguerra costruendo, oltre ai freni, anche pezzi di ricambio per vagoni e motrici. Negli anni Ottanta si trasferisce a Piossasco e, dopo varie vicende societarie, converge nella Wabco Automotive Italia, azienda produttrice di sistemi di frenatura a controllo elettronico con sede a Collegno. Lo stabilimento Westinghouse è stato abbattuto. Cronologia 1906 − Nascita della Compagnia Italiana Westinghouse dei Freni; 1907 − Costruzione del reparto fonderia dello stabilimento di via Boggio; 1922 − Nascita della Compagnia Italiana dei Segnali; 1928 − Nascita della Compagnia Italiana Westinghouse dei Freni e Segnali; 1942 − Bombardamento; 2004 − Passaggio alla Wabco Automotive.1 punto
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io ho scelto e-pay per il materiale assegnato (2€ FDC) e la solita carta di credito sul modulo che ho compilato per richiedere la PROOF (anche perchè sul modulo vuoto non avevo l'opzione e-pay ) . Ho ricevuto solo il 2€ FDC oltre ai volumi numismatici, comunque i prezzi e descrizioni sono questi: 2€ FDC: Moneta 2€ 2018 Patrimonio Culturale (FDC) prezzo 18€ 2€ PROOF: Moneta 2€ 2018 Patrimonio Culturale (PROOF) prezzo 37€ 5€ bimetallico prezzo 49€ ( l'unica cosa su cui non posso aiutarti è la descrizione )1 punto
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Neppure io ho ricevuto la registrazione dell'ordine. Ho solo avuto la conferma di lettura e nulla di più. L'ho inviato venerdì.1 punto
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Ciao, se ho ben capito furono fatte anche aggiunte di foglie nel tempo a imitazione delle prime, quindi interventi precari e un po’ avventati in varie epoche1 punto
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Buonasera a tutti. Oggi mi è arrivata questa moneta di Giuliano II e chiedo gentilmente il vostro aiuto per la classificazione. I dati ponderali sono: diametro di 17 mm e peso di circa 2,72 grammi. Purtroppo il segno di zecca non è visibile ma ho la sensazione che una lettera è una M o una H. Attenderò i vostri pareri, grazie e buona serata! ? PS: lo schizzo è fatto veramente male.1 punto
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Tutti gli esemplari che ho e ho avuto provengono dalla Francia. Sono monete battute a Casale, ma che sono poi state nella loro totalità spacciate oltralpe.1 punto
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Direi che il 29 Settembre sarò entusiasmante esserci, per poter scrivere insieme un'altra pagina di storia..1 punto
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Buongiorno a tutti, condivido con voi l'ultima Piastra entrata in collezione con al rovescio la P di HISPANIAR ribattuta su altra lettera. Cosa ne pensate. Grazie a chi vorrà rispondere.1 punto
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I puntini di ossidazione sulle proof mai visti... Difetti dovuti ad altre cause sì..., ma piccole imperfezioni... Certamente non le sciabolate che riscontro sulle FDC... In ogni caso, la fondo specchio è una moneta che dovrebbe essere indice di perfezione, consideratoi che viene coniata esclusivamente per il collezionismo ...1 punto
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Questa bisogna ascoltarla per poterla riportare fuori dai cassetti nascosti dei ricordi..1 punto
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L'immagine raffigurata su questa moneta è qualcosa di meraviglioso. E' probabile che la statua sul carro fosse quella del Divo Augusto conservata nel tempio a lui dedicato. Per le due Faustine gli elefanti diventano due. Allego uno straordinario aureo di Faustina I conservato al British Museum.1 punto
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Il prezzo...? Un affarone. Mitica citazione dell'ancor più mitico "Conte OLIVER"1 punto
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Il Forte del Gran Serin era una fortificazione costruita verso la fine del XIX secolo per difendere le frontiere nord-occidentali. Si trova lungo la strada dell'Assietta nei pressi del Colle dell'Assietta.1 punto
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Su questo interessantissimo argomento, vi segnalo questo libro di Federica Missere Fontana: Testimoni Parlanti- Le monete antiche tra Cinquecento e Seicento.1 punto
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