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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/16/18 in tutte le aree

  1. Buonasera, riprendo a condividere (con molto piacere) le mezze piastre della mia Collezione. Ferdinando II 60 Grana 1856 MAGLIOCCA 592 Comune. L'esemplare presenta una patina uniforme di vecchia collezione, la scritta nel taglio : PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS e giglio, rovesciata. Proviene da un Listino Eugubium di Andrea Cavicchi ...Aprile 2003, giudicata SPL+. Non presenta particolarità
    5 punti
  2. Rispondo qui anche a @paoloilmarinaio, perchè è proprio la discussione adatta per andare avanti su questo ragionamento. Brevemente perchè ancora una volta sarebbe lunghissimo spiegare il tutto e nei minimi dettagli. Cercherò di farmi capire, almeno lo spero e rendere chiaro quello che poi avvenne almeno con la monetazione di Ferdinando II di Borbone: Il regno fu lunghissimo, i coni fabbricati tantissimi, la zecca passa completamente in mano allo stato, vengono fatti entrare nei locali della zecca giovani alunni....un tipo di scuola per incisori, per intenderci...fin qui tutto chiaro; Gli errori sui coni iniziano ad essere frequenti, ma che dico, sono la normalità......infiniti; non si può assolutamente definirne una rarità per questi, ne un valore commerciale. Sfido chiunque a farlo...è praticamente impossibile. Alcuni studiosi hnno tentato, anzi hanno fatto un egregio lavoro per individuare e selezionarne alcuni di questi, ma come sappiamo si sono fermati al solo nominale da 120 Grana, e vi posso assicurare che solo per questa moneta hanno catalogato solo il 20% delle imperfezioni accorse. Apro una breve parentesi su quanto si era scritto fin d'ora: mi chiedo come mai questi studiosi hanno riportato nella minuzia infiniti errori di conteggio di palline all'interno dello stemma del Portogallo, tagli al contrario, lettere grossolane ecc.ecc. e non si sono accorti che alcune Piastre e per anni consecutivi hanno le Aquile capolvolte ? .. chiusa parentesi. Oggi, ognuno di Noi avrebbe a casa, e in collezione una rarità, perchè i coni erano fabbricati tutti diversi, proprio da questo tipo di personale; appare ovvio quindi che chi possiede in collezione 2/3/4 Piastre della stessa annata (o le osserviamo in giro), o altro tipo di nominale, soprattutto in rame (e di Ferdinando II) ha anche 2/3/4 monete diverse tra loro, ma il mercato, per queste superficialità (del tipo numeri grandi, piccoli, data disallineate, anche legenda, punti più in alto, più in basso, palline negli stemmi di diverse dimensioni, disposte diversamente ecc.ecc.) non paga un maggior valore per la moneta stessa. Il discorso invece cambia quando sulla moneta sia argento o rame che sia, osserviamo degli errori alquanto grossolani, tali da inficiare la moneta stessa, la legenda per esempio (dr - rv), parlo della Piastra TVR, GRAITA, il Tarì G 10, le Aquile capovolte ecc.ecc. Questi tipi di errori hanno un mercato perchè verificatesi, nel caso delle Aquile capovolte, soprattutto, in svariati anni, mentre negli altri casi eccezionalmente, ma comunque passati o meno a dei controlli ? ricordo che a differenza delle altre parti della moneta, al rv, le legende dr e rv erano preparate non dagli allievi, ma da personale più esperto, secondi incisori e in assenza da aiutanti, ma non allievi/alunni. Di questi tipi di errori è molto difficile stabilirne una volontarietà o meno, ma si possono avanzare solo ragionamenti, i quali a differenza dei precedenti, credo oramai consolidati come dei banali errori commessi dagli alunni, ci portano verso l'errore creato di proposito, in definitiva di un segno apposto. Questo tipo di monete effettivamente hanno un valore maggiore ma comunque sia dipende poi sempre dalla quantità che se ne riesce a reperire sul mercato. Per concludere, a questi tipi monetali, vanno poi aggiungi come nel caso del taglio rigato della discussione, anche imperfezioni e/o varietà che vennero scaturite da problematiche di carattere tecnico. Ognuno di noi, in definitiva dovrebbe essere in grado di valutare quando uno o più di questi errori potrebbero far lievitare o meno il prezo di una moneta. Ricordo che nel mio Manuale, tutto quello che più o meno ho scritto....è stato riportato nei minimi dettagli.
    4 punti
  3. ..a mio parere la richiesta è stata aperta nella giusta sezione identificazioni……. pur rimarcando la mancanza di dati ponderali….
    2 punti
  4. Bravo Rocco...hai fatto bene. Svariate volte mi hanno prospettato la possibilità...definita certezza di queste aquile rovesciate sulle Piastre del 1805. Non ne sono mai stato convinto.. e in definitiva...Non inserite. Capisci..a me ..
    2 punti
  5. Ciao Claudio vedo che hai utilizzato CNI e Papadopoli. Oltre a questi Montenegro e Paolucci che è il testo che io utilizzo. Per la parte storica lo Stehl con il suo meraviglioso la zecca di Venezia nel medioevo. Inframezzati articoli vari, ma in maniera principale il nostro sito (vedasi gli interventi per lo Ziani e per il Soranzo) vera e propria miniera di informazioni.
    2 punti
  6. Buona giornata @claudioc47 Prima di tutto, complimenti per l'acquisto; è veramente un bellissimo grosso! E' innegabile che nel tuo la P di TEVPL' è posta tra due punti e che nel Papadopoli non è tra i tipi censiti; avrai anche letto, nelle note, che lo stesso Papadopoli ritiene impossibile tenere conto di tutte le varietà di punteggiatura esistenti nella legenda. Non mi preoccuperei, se fossi in te, di questa discrepanza, perché temo che possa essere solo una delle tante differenti interpunzioni che esistono nei grossi, talune delle quali non sono nemmeno state censite né nel CNI, né nel Papadopoli. Il tuo grosso è censito nel CNI e non nel Papadopoli; errore del Papadopoli che non l'ha inserito nel suo volume? Errore dello stesso che ha riportato male la punteggiatura? Chi lo sa? Tieni conto che il CNI Venezia nasce successivamente ai volumi del Papadopoli e grazie anche agli studi di quest'ultimo. Per dirimere il busillis bisognerebbe trovare un'immagine del grosso corrispondente al n° 4 del libro del Papadopoli. Ciò che invece costituisce una variante certa è il "segno segreto" che identifica (si fa per dire giacché resta comunque anonimo) il massaro; nel tuo grosso c'è ed è il piccolo bisante posto sotto il gomito sinistro del Cristo e che il Papadopoli identifica con il nr° 2. saluti luciano
    2 punti
  7. Riprendo questa vecchia discussione postando una piastra del 1835 secondo tipo... Entrata da poco in collezione...
    2 punti
  8. Ira & Larry Goldberg Coins & Collectibles, Inc. Auction 80, lot 2016, date 3/06/2014, Hammer 1.900 USD P. Crepusius. Silver Denarius (4.06 g), 82 BC. Rome. Laureate head of Apollo right, scepter at shoulder. Reverse P CREPVSI in exergue, Soldier on horse rearing right, hurling spear; behind, V. Crawford 361/1a; Sydenham -; Crepusia 1c. Needle sharp, lustrous and delicately toned. A superb example. Nearly Mint State. The moneyer's family is little known, and the moneyer himself is only know from his coins. This issue of denarii was quite massive, however, with controls numbers reaching DXX. According to Crawford, the control numerals on the reverse form a continuous sequence with no control-numeral having more than one die. Crawford 361/1a, the only variety without obverse control, is extremely rare while the rest of P. Crepusius' denarii are all quite common. Estimated Value $1,200 - 1,400 Ex Tkalec (29 February 2008), 114. ILLUSTRAZIONE: UN CAVALIERE NUMIDA (SULLA MONETA PARE CHE QUELLO RAFFIGURATO SIA PROPRIO UN CAVALIERE NUMIDA)
    2 punti
  9. Dall'aspetto (è chiaramente ottenuto da barra) direi sesterzio. In quel periodo i sesterzi leggeri sono molto diffusi. Considera che ho un sesterzio di Massimino il Trace (quindi solo di qualche anno precedente alla tua moneta) con una conservazione abbastanza buona ed un peso di 14g tondi.
    2 punti
  10. Anche se non è un Papa che seguo molto , l'astuccio e il modulo me ne ha fatto innamorare
    2 punti
  11. Chi mi conosce sa la mia passione per gli astucci e le medaglie dorate....qui c'è tutto questo
    2 punti
  12. Era il gennaio del 2010, quando @dabbene dava vita a questa discussione... Ne avete fatta di strada, complimenti. P.S. Scoperta casualmente in uno dei tanti momenti che dedico alla lettura di vecchie, ma sempre interessanti discussioni. PB
    1 punto
  13. Salve a tutti, è una eternità che non postiamo sul forum, anche se di meno rado vi leggiamo. Se è vero che è tanto che non pubblichiamo sul forum è ancora di più il tempo passato dall'ultima pubblicata nel sub-forum dei Savoia, ricordo a memoria un 7.6 soldi e un 10 soldi... Veniamo a noi, sono ormai circa più di 5-6 anni da quando comprammo il primo Carlo Alberto appiccagnolato per una trentina di euro, poi ultimamente un altro di battaglia e ora forse il primo decente. Grazie alla disponibilità di un famoso commerciante siamo riusciti a portarci a casa questa monetina, prima di dire la nostra lasciamo la parola a voi che sicuramente ne sapete di gran lunga di più. Grazie del tempo dedicatoci e buona moneta ;)
    1 punto
  14. L’identificazione di un divisionale, specie nelle articolazioni più basse della scala ponderale, non sempre risulta scontata e sovente presenta nodi problematici che generano interpretazioni contrastanti. È il caso, ad esempio, delle monetazioni della Magna Grecia in cui l’assenza di segni di valore, almeno per la fase più antica, contraddistinta dalla tecnica incusa (seconda metà del VI secolo a.C.), qualifica il dato ponderale come unico elemento di ancoraggio per il riconoscimento delle frazioni, con tutti i limiti che ne derivano. Si tratta, infatti, di una metodologia alquanto rischiosa anche se applicata a monetazioni ascrivibili a sistemi ponderali saldamente noti e che non può prescindere dalla considerazione di molteplici variabili, tra le quali: presenza/assenza dello studio dei coni, frequenze ponderali, stato di conservazione, contesto di rinvenimento, ecc. In tal senso appare emblematica la definizione di “oboli” e di “emioboli” in relazione ad un discreto numero di frazioni crotoniati a R/ incuso recentemente apparse sul mercato antiquario. EMIOBOLI PROVENIENZA METALLO gr mm 1 Nomos AG, Obolos 10, 30.6.18, lot 9 (from an English collection formed before 2005) AR 0,21 10 2 Bertolami Fine Arts - ACR Auctions - Auction 44, 20.4.18, lot 57 AR 0,19 12 3 Roma Numismatics Ltd - Auction XV, 5.4.18, lot 35 (ex Roma Numismatics XII, 29.9.16, lot 50; ex private German collection) AR 0,24 10 4 Savoca Numismatik GmbH & Co. KG, Blue Auction 5, 24.2.18, lot 32 AR 0,18 8 5 Savoca Numismatik GmbH & Co. KG, Blue Auction 5, 24.2.18, lot 33 AR 0,19 10 6 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 44, 3.3.18, lot 51 AR 0,14 11 7 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 32, 7.1.17, lot 69 AR 0,14 10 8 Roma Numismatics Ltd, Auc. XIII, 23.3.17, lot 61 AR 0,15 11 9 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 33, 4.2.17, lot 22 AR 0,20 10 OBOLI PROVENIENZA METALLO gr mm 10 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 46, 2.6.18, lot 52 AR 0,17 11 11 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 46, 2.6.18, lot 53 AR 0,12 10 12 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 45, 5.5.18, lot 79 AR 0,20 10 13 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 45, 5.5.18, lot 80 AR 0,17 10 14 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 44, 3.3.18, lot 50 AR 0,15 12 15 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 43, 3.2.18, lot 43 AR 0,36 10 16 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 39, 26.8.17, lot 41 AR 0,22 10 17 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 39, 26.8.17, lot 42 AR 0,22 10 18 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 39, 26.8.17, lot 44 AR 0,22 10 19 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 30, 29.10.16, lot 22 AR 0,36 12 Gli esemplari in esame, più che due nominali distinti, come da definizione dei compilatori, prefigurano un gruppo omogeneo sotto il profilo ponderale (p. max: gr. 0,36; p. min: gr. 0,12; p. medio: gr. 0,19) a cui si aggiunge il dato relativo al modulo (mm 12-10 con l’eccezione dell’es. n. 4: mm 8). Le frequenze ponderali illustrano, con particolare evidenza, una degradazione verso valori inferiori a gr. 20 (10 ess. su 19: nn. 2, 4-11, 13-14), una minore forchetta compresa tra gr. 25-20 (7 ess. su 19: nn. 1, 3, 9, 12, 16, 17-18) e appena 2 ess. di peso superiore a gr. 30 (nn. 15, 19; gr. 0,36). Nell’ambito del sistema ponderale utilizzato da Crotone, cd. “acheo-corinzio” (statere tridrammo di gr. 8,00-7,90 ca.), gli ess. nn. 15 e 19 appaiono senza dubbio identificabili come oboli in relazione al dato ponderale (gr. 0,36). I restanti pezzi risultano in apparenza più problematici: se la media dei valori noti (gr. 0,19) sembrerebbe suggerirne l’identificazione con gli emioboli, lo stato di conservazione appare generalmente compromesso anche se, allo stato attuale della documentazione, non risulta possibile accertarne eventuali cause (prolungata circolazione dei pezzi? condizioni di giacitura?). Si aggiunge lo stato non perfettamente integro di alcuni esemplari, tutti elementi che sembrerebbero indicare valori ponderali in origine più elevati di quelli finora attestati. Pur mancando uno studio analitico sui coni delle monete di Crotone, una ricerca condotta negli anni Ottanta su circa 600 esemplari crotoniati (Stazio 1984, 371 ss.) ha evidenziato che gli unici divisionali coniati dalla zecca nella fase incusa (ca. 530/25- 440/35 a.C.) risultano la dracma e l’obolo, peraltro con indici di attestazione (rispettivamente 7,5% e 1,5%) nettamente sbilanciati a favore del nominale maggiore, che occupa una posizione dominante (statere: 91%). Un dato pressoché coincidente si ricava dal confronto con le emissioni incuse delle poleis magnogreche che adottano il sistema ponderale acheo-corinzio. A Sibari i nominali coniati risultano statere, dracma ed obolo, quest’ultimo peraltro assente nella fase più antica (Fase A: Spagnoli 2013, 318, fig. 14, 29); Metaponto conia stateri, dracme, trioboli, dioboli ed oboli (HN, 131-2); Caulonia emette stateri, dracme, trioboli e dioboli (HN, 164-5). statere dracma triobolo diobolo obolo Sibari ● ● ● Metaponto ● ● ● ● ● Crotone ● ● ● Caulonia ● ● ● ● Si profila dunque un quadro monetario che, pur nella specificità degli assetti strutturali, non sembra contemplare divisionali dell’obolo. Per Crotone, in particolare, giova evidenziare che gli oboli incusi sono complessivamente esigui se rapportati agli stateri, in particolar modo quelli contrassegnati dalla tipologia tripode/tripode, di cui erano noti appena 3 pezzi (tutti definiti “oboli” sebbene due risultino “leggeri”) prima che il mercato antiquario restituisse una più cospicua documentazione: 1) gr. 0,43 (Attianese, Calabria Greca 3, 308, 1604 A = Attianese 1992, 41, n. 27). 2) gr. 0,14 (Gorny & Mosch 204, 2012, 1071; fig. 1) 3) gr. 0,16 (Heidelberger 64, 2014, 37) Fig. 1 Kroton, 1/48 Stater (Gorny & Mosch 204, 2012, 1071) Ulteriori emissioni di oboli incusi avranno luogo solo nella fase con aquila in volo al R/ (fig. 2), che si pone all'inizio del V secolo snodandosi lungo le fasi a tondello medio (510/500-480/70) e stretto (480/70-440/30). Fig. 2 Kroton, obolo (R/ aquila incusa: ACR, Auction E22, 25.11.14, lot 72) In quest’ottica risulta difficilmente ipotizzabile la presenza di emioboli incusi nella produzione crotoniate, considerato peraltro che il dato relativo al modulo degli esemplari in esame (mm 12-10) risulta perfettamente coincidente con quello degli oboli sibariti (Spagnoli 2013, 308), con i quali un ulteriore elemento di confronto si coglie nella frequente attestazione di valori inferiori a gr. 0,30, soprattutto nella fase C, che risulta la più ampiamente documentata a livello di divisionali (coppie di coni nn. 2042, 2044-5, 2050, 2055). Riguardo la cronologia degli esemplari, che i compilatori delle schede pongono tra il 530 e il 510, essa non risulta definibile con esattezza proprio per la mancanza di uno studio sulla sequenza dei coni. Dubito, tuttavia, che si possa proporre per tali divisionali una datazione alta. Varianti paleografiche della leggenda, mutamenti del ductus (progrado/retrogrado, discendente/ascendente), decoro dei bordi e dettagli nella resa iconografica del tipo sembrerebbero prospettare fasi di emissione cronologicamente distinte più che un parallelismo produttivo. Tenuto conto, come afferma Parise, che a Crotone, durante la fase incusa, lo statere occupa una posizione dominante, segno del "privilegiamento degli scambi su scala locale e ad alto livello” (Parise 1998, 71), sembrerebbe più plausibile un inquadramento dei divisionali in esame nell'epoca successiva allo scontro con Sibari (511/10 a.C.), periodo in cui da un lato si incrementa la produzione della dracma e dell’obolo – quest’ultimo raggiunge il 7,5% delle monete emesse –, dall'altro si assiste all'emissione di un gruppo di frazioni a doppio rilievo (trioboli, dioboli, oboli ed emioboli) con tipi diversi su entrambi i lati. Tutti elementi con cui si attua “il passaggio della funzione della moneta da misura del valore e strumento di tesaurizzazione “alla determinazione storica di mezzo di scambio” (Parise 1998, 72). Nota bibliografica Attianese, Calabria Greca 3 = P. Attianese, Calabria Greca. Greek coins of Calabria, III, Santa Severina 1980. Attianese 1992 = P. Attianese, Kroton, ex nummis historia. Dalle monete la storia, il culto, il mito di Crotone, Settingiano 1992. HN =N.K. Rutter, Historia Numorum. Italy, London 2001. Parise 1998 = N.F. Parise, Moneta e Democrazia, in E. Greco (a c. di), Venticinque secoli dopo l'invenzione della democrazia, Paestum 1998, 69-76. Spagnoli 2013 =E. Spagnoli, La prima moneta in Magna Grecia. Il caso di Sibari, Pomigliano d'Arco 2013. Stazio 1984 = A. Stazio, Problemi della monetazione di Crotone, in Crotone (Atti XXIII Conv. di Studi sulla Magna Grecia - Taranto 1983), Taranto 1984, 369-98.
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  15. Il sistema alfabetico utilizzato dai Greci per scrivere i numeri che si diffuse a partire dall'età ellenistica consiste nell'uso delle lettere del loro alfabeto, alle quali viene attribuito un valore numerico convenzionale determinato dalla posizione occupata. Per la codificazione numerica si è reso necessario l'uso di tre lettere arcaiche, stigma, coppa e sampi, oltre alle 24 lettere dell’alfabeto classico, in modo che il sistema numerale poteva disporre delle tre serie di nove lettere ciascuna elencate nel prospetto seguente. I numeri da 1 a 10 sono così espressi da una lettera, mentre per quelli da 11 a 19 sono necessarie due lettere, la iota per indicare una decina e una delle prime nove per indicare le unità. Analogamente i numeri da 21 a 29 sono rappresentati dalla lettera kappa (due decine) e da una delle prime nove indicativa delle unità, e così via. Su alcune monete antiche non vi sono dubbi riguardo al significato numerale di alcune lettere e letterale di altre. Per esempio, le emissioni autonome di Faselide (Licia) di tetradrammi in nome e nei tipi di Alessandro Magno dal 218 al 186 a. C. circa riportano in lettere maiuscole il numero dell’anno civico che parte da 1 (Alpha = c. 218/17 a. C.) e termina con 33 (Lambda Gamma = c. 186/5 a. C.), accompagnato dalla Φ iniziale del nome della città/zecca di Φάσηλις (v. ‘Le monete più attraenti di Alessandro Magno’ in Monete greche: Grecia). Nel mio tetradramma di Faselide (Gorny & Mosch 216), la iota maiuscola nel campo a sinistra del rovescio esprime 10 come anno civico, corrispondente a circa 209/8 a. C. LYCIA, Phaselis. Civic issue. Circa 221/0-190 BC. AR Tetradrachm (16.99 g, 30-34 mm). In the name and types of Alexander III of Macedon. Dated CY 10 (circa 209/8 BC). Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, I (date) above Φ. Price 2847; Müller 1185. VF-EF. E’ vero che la Φ sotto la Iota esprime il valore di 500, ma se le fosse stato attribuito questo significato, non sarebbe stato possibile assegnare la moneta alla zecca di Faselide! Così invece possiamo leggere sulla moneta il luogo e la data di nascita, come nella carta d’identità. Analoghe considerazioni valgono per altre monete di alcune zecche della Panfilia descritte nella discussione succitata. E’ stata avanzata l’ipotesi che le lettere e i monogrammi su una moneta indicassero il quantitativo di pezzi coniati nel processo di produzione ufficiale. In base a tale ipotesi, l’interpretazione delle lettere cerchiate in rosso sul tetradramma della foto è quella riportata in corsivo (v. ‘Quegli strani segni graffiti su alcune monete’ in Monete greche: Grecia). Piccolo Δ al diritto: 10 attico = 1.0(00.000) di dracme. P al rovescio nel campo in alto a sinistra: 100 del sistema ionico = 1.00(0.000) di dracme. MI al rovescio nel campo in basso a sinistra: M (10.000 del sistema attico) x I (10 del sistema ionico) = 1.000.00(0) di dracme. Quindi l’ipotesi ‘contabile’ prevede l’uso di un Delta sul diritto e sul rovescio di un Rho e del monogramma MI per indicare, con arbitrari adattamenti applicati caso per caso, lo stesso numero di un milione di dramme in tre zone diverse della moneta. Si può obiettare che i Greci potevano disporre del segno acrofonico M (per μύριοι o Miriade) che moltiplica per 10.000 il numero che lo accompagna, e quindi utilizzare tale segno seguito da un Rho (100) per scrivere 1.000.000 senza dare adito a dubbi. C’è anche da chiedersi poi perché su un tetradramma il numero di pezzi coniati dovesse essere espresso in dramme, quando per scrivere 250.000 bastavano due lettere con l’apice in basso a sinistra, Sigma e Nu, dato che con tale contrassegno il valore delle lettere del prospetto iniziale era moltiplicato per 1000. Come ultima osservazione, se nessuno dei tre segni impressi dal conio aveva a che fare con la zecca o con chi aveva curato la produzione delle monete, come sarebbe stato possibile attribuire il tetradramma alla zecca di Alessandria d’Egitto e stabilire che la testa raffigurata era quella di Tolomeo I Sotere, il primo sovrano dell’Ellenismo a mettere il proprio ritratto su una moneta? Ma c’è anche da tener presente che sulla stessa moneta vi sono quattro graffiti segnati in rosso nella foto seguente, che nell’ottica dell’ipotesi ‘contabile’ vengono interpretati come riportato in corsivo. Al diritto A sormontata da I = 1.000 (A originario di Andania o ,A=1.000 del sistema ionico) x 10 (I) = 1.000.0(00) di dracme. Al rovescio = 1.000 del sistema attico = 1.000(.000) di dracme; Al rovescio = 10 del sistema attico = 1.0(00.000) di dracme; Al rovescio = 1.000 (A originario di Andania o ,A=1.000 del sistema ionico) = 1.000(.000) di dracme. Tale lettura dei graffiti si basa sul presupposto che essi fossero tracciati dal personale della zecca adibito a marcare ogni moneta appena uscita dal conio, con il risultato che era inciso a mano, in forma diversa, per quattro volte lo stesso numero che il conio aveva impresso una volta sul diritto e due volte sul rovescio. Boh!
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  16. Buongiorno, Acquistato il mese scorso per la sua perfetta argentatura. Che ne pensate? Potrebbe essere RIC 645? Saluti
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  17. Chiedo gentilmente a Rex Neap o a chi ha il Manuale Magliocca se viene citata una variante di piastra 1833 con le 12 torrette capovolte grazie a chi mi risponde.
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  18. Buonasera Paolo, ho finito i "mi piace"....domani provvedo. Mi piace come ami condividere le tue monete....anche per un semplice parere, ma apprezzo ancor di più la tua educazione nel ringraziare chi ti vuol rispondere, Complimenti per la tua Piastra del 1854, Saluti, Rocco
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  19. Rex Neap questo è il bello della numismatica che ognuno ha un modo di vedere e giudicare una moneta e ognuno deve accettare il parere degli altri sono perfettamente d'accordo sulla conservazione che hai dato lo sapevo che il colpetto al bordo la penalizzava.
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  20. Non mi esprimo quasi mai sulle conservazioni....perché ho un modo tutto mio personale di osservare una moneta; darei adito a dibattiti e modi di pensare che sono esclusivamente soggettivi. In questo caso visto che @paoloilmarinaio, inserisce sue monete...più di una, è chiede pareri sulla conservazione....mi sento di darne uno anch'io. Il rovescio ci siamo per Spl....ci arriva con sforzo. Ma il dritto ha qualche problema...non lo è ..in più ha anche quel colpetto in alto che un bel po' la penalizza.
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  21. Bravissimo ..... è la stessa mia opinione...... sottolineo MIA...e mi conforta che adesso è anche la TUA.
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  22. Infatti mi ricordano tanto la forma dei "gigli" nelle Piastre del 1805.
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  23. 1 punto
  24. Si..è vero; non è facile trovarle così ben definite come sulle Piastre.
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  25. Taglio: 2€ Nazione: Monaco Anno: 2017 Tiratura: 1.383.000 Condizioni: SPL Città: Napoli purtroppo la foto non rende affatto le ottime condizioni della moneta.
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  26. Per me è un prodotto di fusione di bassa qualità Questo è l'originale: https://www.acsearch.info/search.html?id=673169
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  27. Buon pomeriggio, per quanto riguarda la seconda moneta, prova a dare un'occhiata a questa precedente discussione
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  28. Esatto..è la stessa C di SIC al rovescio..poi corretta. E questo ed altri casi simili, anche scritti nel mio post precedente, aprirebbe un bel dibattito. È vero che gli alunni non incidevano le legende? Se fosse vero che solo ai piu esperto toccava la legenda..come mai si verificano, anche se limitatamente, alcuni di questi errori?
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  29. Al dritto l’unica cosa che vedo,escludendo la data, riguarda la G di Gratia,che probabilmente in origine era una C.
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  30. A prima vista e senza verso e misure direi quarto di grosso di Casale per Guglielmo I Paleologo https://felsinea.bidinside.com/it/lot/15273/casale-guglielmo-i-paleologo-1464-1483-/ da confermare con i dati mancanti o con la verifica di @andyscudo ciao Mario
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  31. Buongiorno @Rocco68 e a tutto il forum. La tua analisi mi sembra corretta!
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  32. Non conosco questo periodo nel dettaglio. Tuttavia sulla "mia" epoca, cioè quella di Marco Aurelio dove buona parte dei sesterzi sono da barra, non ho invece mai visto assi e dupondi da barra. In ogni caso in generale non ricordo di assi e dupondi con questa forma squadrata, tipica dell'ottenimento da barra.
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  33. Grazie per il tuo intervento @principesax @Sirlad eccolo qui, come mai chiedi foto del taglio ?
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  34. Bella domanda la tua, Secondo il mio modesto parere.....in queste annate e forse nelle precedenti....è raro trovarle con le rigatura, poi c'è chi le ricerca ed è disposto a spendere qualche euro in più per averle, magari a tanti questi particolari non interessano proprio.
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  35. Buongiorno Emiliano, la moneta da te postata è secondo me in un ottimo stato di conservazione e sempre a mio parere, è in conservazione SPL/Spl+. Un unico appunto, non di poco conto, è che la catalogazione, non so se fatta da un professionista, perito o da te, della stessa è errata. Ossia, siamo di fronte ad un esemplare con riferimento Muntoni 66a e non 68 come da te riportato, in quanto la legenda del nominale al rovescio è composta da: VENTICIN//QVE e non da VENTI//CINQVE come dovrebbe essere per il riferimento Muntoni 68. Gran bel pezzo comunque. Complimenti!
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  36. Buonasera! Allego di seguito immagini dell'esemplare falso d'epoca in mio possesso.
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  37. Due riflessioni : “ una tomba, un vaso, un bicchiere, un fiasco ...” si può ipotizzare credo ... Poi mi auguro che i reperti rimangano a livello locale e poi esposti in loco, rimarrebbe anche un segno di identità ...
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  38. Classical Numismatic Group, Inc. Auction 90, lot 15, date 23/05/2002, Hammer 450 USD THESSALY, Kierion. Circa 400-360 BC. AR Obol (13mm, 0.85 g, 11h). Horse standing right, preparing to lie down / Warrior advancing right, wearing conical helmet, holding shield and lance. BCD Thessaly II 96 (same dies). Good VF, toned, porous, minor die shift, small flan chip. Very rare. From the BCD Collection.
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  39. Cioè, tanto per capire, il punto della sua incazzatura è solamente che un utente (straniero) è intervenuto negativamente in inglese mentre se avesse espresso lo stesso concetto in italiano non ci sarebbero stati problemi giusto? Ma in quel caso non sarebbe stato meglio cercare un dialogo nella stessa lingua dimostrando così un atteggiamento superiore e una cultura linguistica che spesso all'estero dimostriamo di non avere?
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  40. Fine degli scavi,non ci resta che attendere fiduciosi... https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2018/07/12/news/scavi-finiti-alla-belcreda-27-le-tombe-longobarde-un-clan-di-guerrieri-1.17053567/amp/&ved=0ahUKEwiE4pGetaHcAhXDQZoKHRDCAgcQyM8BCCYwAA&usg=AOvVaw1cPVyfbiYhgumxWgV4HOi1&ampcf=1 Comunque ventisette tombe in pochi metri quadrati potrebbe essere un dato indicativo di una necropoli molto estesa.
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  41. Te la porto poi a vedere la prossima volta che riusciamo a vederci... Questa non era sulle tue bancarelle.. altrimenti me la portavi via tu!
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  42. buon giorno a tutti, anche al museo dei Fori Imperiali di Roma c'è un piccolo settore dedicato alla numismatica, ovviamente in tema con il museo stesso. Interessante, specie se vista nel complesso e, dulcis in fundo, per la vista meravigliosa che si può godere sui fori imperiali stessi e sull'omonima via.
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  43. Concordo, Classico falso bulgaro pressato su tondello antico.
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  44. Buonasera, Ne approfitto per aggiungere la mia che pesa 6.30 grammi. Antonio
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  45. 1 punto
  46. Pio IX è il Papa principale che colleziono e dentro questo Papa gli 82mm sono quelli che preferisco. Trovare questa medaglia senza la rottura di conio al retro credo sia molto difficile. Ciao e buon proseguimento
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  47. Jockey galloping right, holding torch (obverse), silver didrachm, ca. 280-272 BC, Tarentum, Calabria. Anonymous Loan
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  48. Anche secondo me è certamente un martello. Oltretutto non è pensabile che i Dioscuri se ne andassero a cavallo con l'ombrello come dei moderni turisti giapponesi.......
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