Vai al contenuto

Classifica

  1. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      17

    • Numero contenuti

      24476


  2. dabbene

    dabbene

    Guru


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      20222


  3. PriamoB

    PriamoB

    Utente Storico


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      1662


  4. Illyricum65

    Illyricum65

    Utente Storico


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      8076


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/13/18 in tutte le aree

  1. Sono stati ritrovati tesoretti di monete occultati tra le crepe di un muro, all'interno di vasi, di pentole, ma mai all'interno di una...scarpa! E' quello che è successo nella Rotterdam a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, in piena ribellione dei Paesi Bassi contro il dominio spagnolo che si concluse solo nel 1648 con la Pace di Westfalia che sancì l'indipendenza delle Province Unite di Olanda, Zelandia, Utrecht, Gheldria e Frisia. E in questo periodo storico travagliato qualcuno pensò bene di nascondere i propri risparmi in una scarpa… (Purtroppo gli articoli a cui rimando sono in inglese e olandese….) http://www.thehistoryblog.com/archives/23786 https://erfgoedstem.nl/in-een-oude-schoen-schatvondst-in-rotterdam/
    3 punti
  2. Nell’esaminare una moneta gli appassionati ed i professionisti del settore hanno un grande alleato l’INGRANDITORE. L’idea di creare un post su questo argomento è nata ascoltando alcuni commenti di collezionisti, quasi tutti riguardanti il potere di ingrandimento della lente usata, del tipo “la mia ingrandisce 30 volte!”, dicitura che si trova spesso sulle confezioni di lenti di produzione cinese o sul supporto che contiene la lente stessa, con l’obbiettivo di chiarire le idee su tale argomento. Ho volutamente usato il termine generico INGRANDITORE per indicare uno strumento che permetta l’ingrandimento dell’immagine di una moneta, in quanto abbiamo a nostra disposizione diversi tipi di questo strumento dai più semplici a quelli complessi. Il post sarà articolato in più parti (per una questione di peso delle immagini) e nel seguente modo: 1. I tipi di lenti 2. Le aberrazioni 3. Lenti semplici e composte 4. Luminosità della lente - Trattamento antiriflesso 5. Il potere d’ingrandimento 6. Il microscopio 7. Quale tipo di ingranditore usare in numismatica? 8. Quale lente acquistare? 1- I tipi di lenti Le tipologie di lenti ottiche sono due: divergenti o negative convergenti o positive. Le lenti negative rimpiccoliscono l’immagine e quindi per le nostre finalità si utilizzano le lenti positive. Le tipologie di lenti positive sono tre (fig. 1): · piano convessa (presenta un lato piano ed uno convesso); · convessa (presenta i due lati convessi, con diverse curvature, detta “asferica”); · biconvessa (presenta i due lati convessi, con una stessa curvatura). 2- Le aberrazioni Tutte le immagini che passano da un mezzo ottico meno denso (aria) ad un mezzo ottico più denso (vetro ottico, policarbonato ottico) subiscono delle alterazioni sia per quanto concerne la planarità dell’immagine, sia per quanto riguarda i colori -frange di colore ai bordi- (aberrazioni cromatiche). Se utilizzate una lente piano convessa per osservare un foglio a quadretti, potrete notare che l’immagine si presenta con i lati dei quadretti concavi (aberrazione a cuscino), mentre se utilizzate una lente convessa, i lati si presentano concavi (aberrazione a barilotto) -fig. 2-. Per evitare, parzialmente, queste alterazioni di planarità dell’immagine si deve utilizzare una lente, biconvessa, che, come abbiamo visto, presenta due diverse curvature dei suoi lati, detta “asferica”. 3- Lenti semplici e lenti complesse Le aberrazioni prese in esame nel punto precedente riguardano le lenti semplici (lente singola) ed allora per eliminare completamente queste alterazioni dell’immagine vengono realizzate le così dette “lenti complesse”. Le lenti complesse sono realizzate tramite l’accoppiamento di due lenti positive, generalmente due lenti piano convesse o due lenti biconvesse. (fig.3) fig.3 Queste lenti, dette “doppiette”, risolvono il problema della planarità, e vengono definite “aplanatiche”, ma non risolvono le aberrazioni cromatiche. Per eliminare queste ultime, è necessario interporre tra due lenti positive, una lente negativa, costituendo una “tripletta”, definita “aplanatica e acromatica”. (fig. 4). fig. 4 In commercio si trovano svariati tipi di lenti complesse, anche alcune che permettono di ottenere diverse tipologie di ingrandimento (fig. 5-5a). 4- Luminosità di una lente complessa - Trattamento antiriflesso L’assemblaggio di più lenti migliora la qualità dell’immagine dal punto di vista di planarità e cromaticità, ma diminuisce più o meno sensibilmente la luminosità della lente. La luminosità della lente è determinata dalla quantità di raggi luminosi che attraversano il complesso ottico ed è un fattore da valutare in funzione del suo utilizzo. Per ovviare a questo inconveniente i costruttori di lenti complesse, per alcuni prodotti, utilizzano dei trattamenti antiriflesso che fanno sì che possano passare il maggior numero di raggi luminosi possibili (fig. 6). Questo trattamento, che può essere “mono strato” o “multi strato” si può riconoscere osservando le lenti che presentano una leggera tonalità violetta (figg. 7-7a). Ovviamente le lenti che presentano queste caratteristiche hanno un costo decisamente superiore a quelle non trattate.
    2 punti
  3. Buonasera a tutti, vi presento il nuovo arrivo della giornata. Era da un pezzo che cercavo un XI agosto abbordabile, ora finalmente ce l'ho. Chiederei a chi volesse farlo cortesemente un'opinione sul nuovo membro della mia collezione... che ne dite della patina? Tenere o eliminare secondo voi? E' disomogenea e non particolarmente gradevole per me... Grazie!
    2 punti
  4. Grosso? E' un denaro di Aquileia (vedasi peso)
    2 punti
  5. Per quanto mi riguarda, il mio intervento sarà suddiviso in una prima parte, prettamente storica, dove riassumerò brevemente la genesi, la funzione e i principali avvenimenti storici dello Stato dei Presidi, e nella seconda illustrerò, nello specifico, la monetazione in rame battuta sotto Ferdinando IV a fine Settecento per i possedimenti toscani del Regno di Napoli.
    2 punti
  6. Ho notizie positive riguardo l'invio dei cataloghi. Ci è stato riferito che, scrivendo al contatto del sito, li spediscano anche se non rispondono alle mail inviate. Li inviano gratuitamente facendosi carico anche della spedizione internazionale da 15,75 pounds....che classe! Ci è arrivata conferma di una consegna effettuata ad un membro del forum. Insomma scrivete al contatto, immagino inviino fino ad esaurimento dei cataloghi stampati. Buon week end.
    2 punti
  7. Al di sotto del rosone, tre statue marmoree di Santi , San Marco tiene in mano un libro con un piccolo leone alato, Sant'Ambrogio con i paramenti vescovili, Sant'Agostino con in testa la mitria e con in mano un libro aperto con il testo " Hic me genuit in Christo ". In fondo anche qui c'è molto, molto….
    2 punti
  8. Credo che non si tratti del picciolo di Fermo. Sempre Papa Eugenio IV (1431-1447) - ma picciolo per la zecca di Foligno. D/*EVGE.PP.QVA / nel campo RTVS a croce R/ VB' FVLGINEI Muntoni 41 - CNI 8
    2 punti
  9. Buonasera Silver 70, le confermo: asta ACM 6 lotto 310 . foto disponibili. Saluti Michele
    1 punto
  10. ciao, complimenti per la moneta, è sempre un bel pezzo carico di storia, anche se un po rognoso per quanto riguarda i consueti problemi di conio, che per questa tipologia sono sempre un po invasivi (complice appunto, il delicato periodo di emissione) Mi sembra di vedere qualche porosità di metallo, al dritto in particolare la vedo su tutta la parte del leone e nella zona soprastante; puoi dirmi se c'è "qualcosa" proprio sulla punta della coda? Dalla foto c'è qualcosa che sembra una macchiolina. Nel rovescio, nel campo del nominale, l'effetto puntiforme sembra anch'esso dovuto allo stesso difetto, probabilmente causato da un conio arrugginito o sporco. Ti chiedo, se tale difetto non è dovuto solo ad una mia errata interpretazione della foto, se ti è stato evidenziato in fase di acquisto. A parte questo, ti confermo che mi sembra un esemplare davvero niente male, almeno mSpl, ma non vado alto con l'entusiasmo perché la foto essendo un po buia, complice anche la patina (che a me piace!!) non permette di capire bene la brillantezza del metallo, che, se accentuata, potrebbe anche far salire la conservazione ad uno spl/fdc . non vedo se i fondi sono lucenti.
    1 punto
  11. Buona serata In effetti è una patina un po' "invadente", in alcuni punti anche tanto scura ma, temo, che togliendola vengano in maggior evidenza i difetti che mi pare di intravedere sui fondi. Posso naturalmente sbagliarmi, ma tu che l'hai in mano saprai certamente se effettivamente i difetti ci sono o sono solo ombreggiature causate dalla patina. In ogni caso complimenti per l'acquisto, moneta storica che merita di stare in collezione. saluti luciano
    1 punto
  12. Se n'era parlato in diverse occasioni nel forum e un accenno l'avevo fatto in un post sulle tecnologie produttive dei radiati imitativi. In questi giorni mi sono imbattuto in un articolo (in francese) e pur con qualche difficoltà mi son dato alla traduzione e alla stesura di uno scritto (una sorta di sintesi dell'articolo) che vi pubblico come spunto per ulteriori analisi e approfondimenti. L'articolo, che si trova tranquillamente in rete, ha una ricchissima bibliografia per chi vuole addentrarsi nella materia ed è un'ottima sintesi degli studi noti fino al 2003 e quindi è materiale piuttosto recente. Buona lettura! Articolo di base: Les moules monétaires en terre cuite du III siècle: cronologie et géographie, Gèrard Aubin, in Revue numismatique, n. 159, 2003, pp 125-162 --------------- STAMPI MONETARI IN TERRA COTTA 1. Il materiale noto. J-P Callu nel suo libro La politique monetaire des empereurs romains de 238 à 311 del 1969 è stato il primo a fornire dei dati quantitativi sui quali argomentare e individuare una sistematizzazione cronologica degli stampi in terra cotta utilizzati per la produzione di monete romane (false e/o di necessità). Prima di lui diversi autori avevano citato o descritto stampi, ma senza mai affrontare una sistematizzazione d’insieme. Un corpus fondamentale dei repertori noti di questa particolare produzione lo si deve a J. Lallemand nel 1994, successivamente implementato con alcuni esemplari, all’epoca inediti o non ancora scoperti, da parte di G. Aubin nel 2003. Aubin, arrivando a censire 142 ritrovamenti (singoli e in gruppo) di stampi monetari, fornisce un quadro statistico preciso sulla conoscenza documentata di questo materiale individuando sostanzialmente quattro gruppi di materiale utilizzabile per uno studio della materia: per 18 ritrovamenti su 142 (12%) c’è una dettagliata catalogazione 8 ritrovamenti su 142 (5%) presentano una decina di stampi descritti 101 ritrovamenti su 142 (71%) offrono notizie imprecise, indicano qualche nome di imperatore e si limitano a descrive pochissimi esemplari per 15 ritrovamenti su 142 (10%) viene semplicemente indicata la presenza generica di stampi in terracotta senza alcuna indicazione di genere Nonostante ci sia un discreto quantitativo di materiale c’è al contempo una forte carenza documentaria, carenza spesso aggravata dallo stato di conservazione degli stampi stessi che in molte occasioni sono stati rinvenuti in frammenti. Proprio per la loro natura, infatti, questi oggetti non possono essere considerati alla stregua di strumenti seriali di un officina di coniazione in quanto il loro era un impiego prevalentemente di usa e getta. Il materiale in qualche maniera noto e censito (reperibile bibliograficamente) è il seguente: 2455 stampi provenienti da Pachten (Germania), 103 stampi da Verbe-Incarné a Lyon (Francia), 34 stampi da Melun (Francia), 100 stampi da Chateaubleau (Francia) 699 stampi da Saint-Mard (Francia), 16 da Rumst (Belgio), una sessantina di stampi da Arras (Francia), 151 da Lyon (Francia), circa un migliaio a Augst (Svizzera). 2. Datazione. L’attenzione sugli stampi viene generalmente catalizzata dal riconoscimento dell’impronta e dalla conseguente identificazione della moneta originale utilizzata per produrli creando così l’assunto consolidato della contemporaneità stampo/moneta. La produzione di questi materiali è concentrata tra il II e il III secolo con picchi in corrispondenza dei Severi, di Gordiano e Filippo e con una coda finale durante l’impero gallico. Nello studio dei ritrovamenti multipli di stampi viene utilizzata l’impronta più recente per la datazione dell’intera produzione utilizzando la medesima tecnica di datazione dei ripostigli monetali, tuttavia questa interpretazione lascia aperte molte problematiche collegate al sistema di fabbricazione di monete fuse. Gli stampi sono dotati di due valve indipendenti recanti una l’impronta del dritto e una del rovescio, tuttavia per realizzare una produzione seriale le valve venivano impilate in cilindri dove solamente le due estremità erano costituite da stampi singoli mentre quelli intermedi erano composti da valve accoppiate. I ritrovamenti hanno messo in luce come spesso le valve accoppiate presentassero dritti/rovesci non riconducibili allo stesso imperatore o alla stessa moneta: uno stampo proveniente da uno scavo a Corseul (Cotes-d’Armor) presenta su una faccia l’impronta di un dritto di un denario di Julia Domna e sull’altra faccia un rovescio di un antoniniano di Aureliano. Questo fatto crea ovviamente non poche perplessità e interrogativi per quanto riguarda una corretta datazione in quanto ci si trova di fronte a monete distanziate da un arco temporale piuttosto lungo (una sessantina d’anni) che ovviamente mettono in discussione la datazione di tutti gli stampi rinvenuti. Ci si trova di fronte a un fenomeno di falsificazione coevo o di poco posteriore rispetto gli originali oppure si tratta di una produzione realizzata in un periodo nettamente successivo alla coniazione delle monete falsificate? La presenza di ibridi realizzati a ridosso delle monete imitate non avrebbe forse creato qualche difficoltà di assorbimento nel flusso circolante? Infine un'altra circostanza rende difficile una corretta identificazione cronologica della produzione degli stampi in terracotta: accanto al relativamente elevato numero di esemplari (e frammenti) scoperti c’è una elevata penuria di rinvenimenti di monete fuse… virtualmente sembrano non esserci monete prodotte da questi stampi e quelle che ci sono, sono in numero fortemente esiguo. Un dato importante infatti per una collocazione temporale della produzione degli stampi in terracotta potrebbe venire dall’analisi della datazione dei ripostigli contenenti monete fuse. Gerard Aubin nel suo articolo fornisce questa tabella indicativa e non esaustiva dei ripostigli monetali utili a questa ricerca: [ripostiglio] [num. monete] [num. monete fuse su imitate] [autorità imitata] [termine ripostiglio] Eauzé > 28003 > 2? Su 25? > 1d Severo, 1d Julia Domna > 261 Saint-Boil > 7d + 515 ant. > 1/1 > 1 Postumo > 263 Cravent > 4410 > 7/122 (5,7%) > 3 Gordiano, 1 Filippo, 1 Volusiano, 2 Postumo > 270 Courcité > 3258 > 8 /124 (6,5%) > 2 Gordiano III, 1 Octacilia, 1 Decio, 1 Gallo, 3 Postumo > 271 Tournai > 1938 > 1/49 (2%) > 1 Postumo > 271 (281?) Saint-Maximin > 1437 > 4/64 > 2 Postumo, 2 Tetrico II > 273 Marboué > 1684 > 3/27 > 1 Gallieno, 2 Postumo > 274 Aldbourne > 5077 > 10/266 (3,75%) > 1 Gallieno, 1 Claudio II, 1 Postumo, 2 Vittorino, 5 Tetrico > 274 Cunetio > 54951 > 64/2149 (3%) > da Gordiano a Claudio e Tetrico > 274 Bourg-Blanc > 1d. + 825 ant. > 1/4 > 1d Caracalla > 276 Rouilly-Sacey > 3598 > 10/3032 (0,3%) > 2 Gallieno, 3 Vittorino, 5 Tetrico > 278 Bus-la Mésière > 782 > 1/70 > 1 Tetrico II > 278 Goeblingen-Miecher > 2769 > 7/259 (2,7%) > 1d Severo Alessandro, 2 Postumo, 3 Vittorino, 1 Tetrico > 279 Coleby > 7767+ > 67/786 (8,5%) > 16 Gallieno, 3 Salonina, 2 Claudio II, 1 Postumo, 34 Vittorino, 11 Tetrico > 281 Chalfont > 6682 > 2/197 (1%) > 2 Postumo > 281 Tattershall Thrope > 5074 > 19/24 (6,6%) > 1 Gallieno, 1 Salonina, 1 Postumo, 7 Vittorino, 7 Tetrico, 1 radiato non identificabile > 281 Saint-Maurice-de-Gourdans > 1272 > 2/328 > (0,6%) > 2 Tetrico II > 284 Normamby > 47909 > 74/2262 (3,3%) da Gallieno a Probo > 289 Infine un ulteriore contributo, seppur frammentario, alla datazione degli stampi in terracotta arriva dalle analisi stratigrafiche archeologiche dei rinvenimenti singoli. Laddove d’aiuto, il dato emergente da queste analisi individua il termine di datazione nel III secolo, attestandolo principalmente attorno alla metà con qualche sconfinamento all’inizio del IV secolo. 3. Distribuzione geografica. Contrariamente a quanto si possa pensare, la diffusione degli stampi in terracotta non copre l’intera estensione dell’impero romano bensì risulta fortemente delimitata in Francia, Germania, Belgio e Bretagna in un area fortemente coincidente con l’impero gallico. Certo sono noti alcuni ritrovamenti fuori da questa macro area, tuttavia la maggiore concentrazione si ha in queste località: Bretagna (29 siti), Belgio (23 siti), area di Lyon (12 siti), Germania superiore (9 siti), Germania inferiore (5 siti), Aquitania (7 siti). Per quanto riguarda l’Italia è noto solamente un ritrovamento a Padova avvenuto nel 1972 di uno stampo riconducibile al periodo 193-218 d.C. 4. Ipotesi e conclusioni. L’interpretazione dei dati raccolti si focalizza sul diramare di una duplice questione: si tratta di stampi realizzati per la produzione di moneta fraudolenta (falsi di origina privata) oppure di un rimedio ufficiale o quantomeno tollerato per sopperire la penuria di moneta circolante? Due grossi studi si sono concentrati sul cercare di dare una soluzione o quantomeno un’interpretazione più sicura a questo fenomeno. Il primo a opera di M. Andolfi basato sull’analisi di 2455 stampi in terracotta provenienti dalla città di Pachten da un sito riconducibile a un’officina di un artigiano falsificatore. Gli stampi identificati corrispondono a 141 monete originali: 114 denari da Commodo a Alessandro severo (più uno di Fustina II); 6 antoniniani di Julia Domna, Gordiano III, Filippo, T. Decio, T. Gallo e Valeriano II; 2 sesterzi di Marco Aurelio e Commodo e 19 assi da Marco Aurelio a Gordiano III. Un dato significativo riguarda lo stato di conservazione dei denari utilizzati per la realizzazione degli stampi che sono stati scelti pressoché fior di conio rispetto gli assi e i sesterzi. L’officina ha operato in un arco temporale che va dal 220 al 260 circa. Le osservazioni della Andolfi pongono l’accento sul fatto che tutta la produzione veniva realizzata in bronzo e leghe a pressoché nullo contenuto di argento anche nel caso di imitazione di denari, che il peso delle monete di bronzo imitate era inferiore dell’originale e che i prodotti realizzati dovevano servire il mercato locale e scomparvero al ripristinarsi del flusso monetario ufficiale. Il secondo studio a opera di Pilon, riguarda l’officina individuata a Chateaubleau dove gli stampi sono stati utilizzati per produrre essenzialmente antoniniani e sesterzi di Postumo e in minima parte di Tetrico. L’officina era di una certa importanza e rimase in attività in un primo periodo dal 260 al 275 producendo monete di buona qualità sia fuse che coniate e sia in rame che argento e tutte di gran modulo. Una seconda fase produttiva è poi da ricondurre al 276-280 dove è attestata esclusivamente la produzione di radiati imitativi di bassa qualità chiaramente moneta di necessità). L’analisi di questo sito mette in stretta relazione la produzione di moneta fusa con il periodo d’esistenza dell’impero gallico creando uno stretto parallelo con la produzione dei radiati imitativi di necessità. L’analisi dei dati non fornisce risposte certe, tuttavia è più che lecito supporre che la produzione dei denari fusi creati con stampi in terracotta sia da porre in relazione al periodo d’esistenza dell’impero Gallico e alla scomparsa che ci fu in quel periodo del numerario d’argento. Resta ancora da chiarire però se il fenomeno era dovuto alla confusione monetaria creatasi in quel periodo che permetteva e tollerava una simile produzione fraudolenta oppure alla reale necessità di mantenere nei flussi commerciali la presenza di monete in qualche modo riconducibili al denario. In sintesi, quali considerazioni conclusive, si può affermare che nella stragrande maggioranza dei casi gli stampi in terracotta sicuramente devono essere considerati di fabbricazione posteriore rispetto l’impronta che recano e che il fenomeno di produzione di moneta fusa fu di tutt’altra entità (non minore, addirittura minima) rispetto alla produzione dei radiati imitativi.
    1 punto
  13. Complimenti @anthon1984 Moneta coniata dal 1898 fino al 1917 e poi 1920 e 21. Nel 1905 ne sono state coniate solo 2.100.000. Se teniamo conto che questa serie ha rilievi molto bassi ed evanescenti, è in ottimo stato di conservazione
    1 punto
  14. Taglio: 2€ CC Nazione: Italia Anno: 2018 Tiratura: 4'000'000 Condizioni: spl Città: Ascoli Piceno
    1 punto
  15. si il santo è S.Biagio anche se alcuni hanno qualche dubbio, per la sua faccia troppo giovane. la terzultima foto non è un cane ma un drago, ferito da una lancia, anche questo è solo parziale e poco distinguibile. La Chimera dovrebbe essere del 1000/1100, ilDrago del XIII secolo e il profeta Elia del XIV/prima metà del XV. allego altri post
    1 punto
  16. bell'interrogativo... io l'unica mona che ho trovato con un rovesco che sembra uguale è questa pero non tornano ne pesi ne misure ne legenda... http://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/4/5074/
    1 punto
  17. Buonasera chiedo gentilmente agli esperti notizie su questa moneta peso gr. 1,08 dia. mm 19,86
    1 punto
  18. E qui so che ci sono in Milano appassionati su queste monete, credo che debbano essere incoraggiati anche con la presenza queste voci così entusiaste della nostra numismatica, in questo evento ci sono ingredienti da grande cocktail non ci sono dubbi ...ora tocca agli appassionati battere un colpo, a volte certi treni possono anche non ripassare ?...
    1 punto
  19. Prevalentemente sarà così ma non necessariamente ; non hanno voluto i tre Nip ,che saranno tutor , dare un orizzonte temporale per i tavoli ma per tipo di coniazione, per esempio Milano arriverà molto tardi alla coniazione a macchina
    1 punto
  20. Avevo notato questi bronzi e ritengo quest'asta un'ottima occasione per farsi un po' di esperienza sui ritocchi.
    1 punto
  21. Ho cercato ma non trovo nulla che ke somigli, ne come esecuzione ne come stile, pertanto tenderei a dire no. Piuttosto in ambito cipriota la vedrei meglio.
    1 punto
  22. Ciao @Xenon97, ti allego il link del catalogo: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PIOVIIP1/3 Sono d'accordo con la tua identificazione.
    1 punto
  23. In attesa di riparlare della Galleria meglio, andiamo in zona Brera alla Chiesa di San Marco. Perché San Marco, certo il Santo... ma c'è di più, venne costruita per omaggiare Venezia per l'aiuto dato a Milano nella lotta contro il Barbarossa . Oggi la chiesa che ha subito ricostruzioni, è in stile neogotico con gli ultimi rifacimenti del 1800, la datazione presunta del primo sito è del 12545.
    1 punto
  24. Io mi domando cosa debba fare una moneta per arrivare al bb secondo voi. Questo esemplare è un bel bb. Se proprio vogliamo fargli critiche possiamo parlare delle macchiette e dello sporchino diffuso. Ma se a rilievi questa completamente ben leggibile persino nella venatura delle foglie non viene considerata per bb pieno, ho paura che tra poco le monete saranno tutte o mb o fdc....
    1 punto
  25. Buongiorno Mr. Brown, eccola, la posto nuovamente con piacere. Saluti e buon WE!
    1 punto
  26. Mi sembra essere il picciolo di Fermo per Eugenio IV papa ma con qualche differenza nella distribuzione delle legende. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FRMEIV/2 In particolare nel dritto io leggo: nel giro EVG; nel campo RTVS di quartus (in luogo di TVS, da scheda allegata) Nel verso mi pare di poter leggere: VB.FIRMAN (in luogo di DE FIRMO). Dal telefono non ho altri riferimenti oltre alla scheda del catalogo on-line. Per un definitivo chiarimento dovrai attendere il passaggio di qualche esperto di questa monetazione @miroita pensaci tu... Mario
    1 punto
  27. Magari potrebbe essere utile, in fase di iscrizione, far leggere il regolamento o il decalogo del Buon Lamonetiano o crearne uno ad hoc e finché non lo si accetti non si possa proseguire all'interno del forum, proprio come avviene con per qualsiasi servizio in cui bisogna accettare "Termini e Condizioni". Bisogna far comprendere con forza che tutti i volontari che prestano la propria opera all'interno di questo "unicum culturale" meritino il massimo rispetto.
    1 punto
  28. 431, Lot: 355. Estimate $500. Agrippina Senior. Died AD 33. Æ Sestertius (36mm, 26.88 g, 6h). Rome mint. Struck under Claudius, AD 42-43. Draped bust right / Legend around large S • C. RIC I 102 (Claudius); von Kaenel Type 78. VF, brown surfaces, smoothed and tooled. Ex Lanz 166 (11 June 2018), lot 121. Current Status 431, Lot: 355. Closing Date And Time: Oct 24, 2018 at 11:58:20 a.m. ET. Current Date And Time: Oct 12, 2018 at 4:14:53 p.m. ET. Currently: $850. Estimate: 1'200 EUR | Starting price: 720 EUR Price realized: 1'300 EUR KAISERREICH. CLAUDIUS (41 - 54). Sesterz, ca. 50 - 54, Rom. AGRIPPINA M F GERMANICI CAESARIS. Drapierte Büste nach rechts. Rs: TI CLAVDIVS CAESAR·AVG GERM P·M·TR·P·IMP·P·P· um großes S·C. RIC 102; Cohen 3; BMCRE 219; Trillmich, Familienpropaganda, Taf. 4 Nr. 10. 26,89g. Leicht geglättet, sonst sehr schön. 1300 € Lanz contro una stima CNG di 500 USD già superati (attuale a 850)
    1 punto
  29. 431, Lot: 408. Estimate $300. Hadrian. AD 117-138. Æ Sestertius (31.4mm, 23.75 g, 6h). Rome mint. Struck AD 134-138. Laureate and draped bust right / EXERCITVS to upper left, MAVRETANICVS S C in exergue, Hadrian on horseback right, extending hand to four soldiers (three are visible) standing left before, each holding standard. RIC II 925 var. (bareheaded); Banti 274 var. (same). Near EF, dark brown surfaces, heavily smoothed and tooled with the fourth soldier on the reverse having been removed. LOT SOLD AS IS, NO RETURNS. Scarce. Ex Lanz 161 (7 December 2015), lot 308. Current Status 431, Lot: 408. Closing Date And Time: Oct 24, 2018 at 12:16:00 p.m. ET. Current Date And Time: Oct 12, 2018 at 4:13:06 p.m. ET. Currently: $360. Estimate: 900 EUR | Starting price: 540 EUR Price realized: 675 EUR RÖMISCHE MÜNZEN KAISERREICH HADRIANUS (117 - 138) Sesterz, ca. 134 - 138, Rom. HADRIANVS - AVG COS III P P, drapierte Büste mit Lorbeerkranz nach rechts. Rs: EXERCITVS / MAVRETANICVS / S C, der Kaiser auf einem Pferd nach rechts, die Rechte in einem Grußgestus erhoben; vor ihm stehen drei Soldaten, der vordere hält eine Adlerstandarte, die beiden hinteren je eine Standarte. RIC 924; C. 575. 23,73g. Selten. Leicht geglättet, fast vorzüglich. 675 € Lanz contro una stima CNG di 300 USD già superati (attuale a 360)
    1 punto
  30. Riporto in alto questa discussione, visto che domani inizia il l'incontro culturale. Sono sicuro che sarà una giornata memorabile. Complimenti agli organizzatori.
    1 punto
  31. 1.000 lire Busto dell'Italia contrassegno medusa (1947-1961)
    1 punto
  32. Ottimo innesto 'sto centomilalire Biglietto di Stato da 25 lire (1895)
    1 punto
  33. Io sono davvero un entusiasta della monetazione in lire della Repubblica. Così astratte, essenziali, con i campi molto vasti. Disegni stilizzati, capelli del dritto....taglienti! Meravigliose. Sarà per via dell'età che ho, che mi ricordano anni spensierati: rincorrere le consumate 5 e 10 lire, già praticamente fuori dalla circolazione; e poi quando furono coniate le 200 lire... la caccia a trovarle fdc; e poi le 500 lire, le prime bimetalliche al mondo (così si disse, non avevo certo le competenze per verificare). Belle belle. Invidio chi è ancora a caccia di questi millesimi!
    1 punto
  34. bella moneta.Ottimo acquisto. Le foto non mi permettono di osservare al meglio i rilievi.Sono cattivo se dico che la conservazione è qspl?
    1 punto
  35. L'ultima e poi se ne parla domani 1.000 lire Verdi II° tipo (1969-1981)
    1 punto
  36. E questa non è pigrizia? La prossima volta inseriscile ad una ad una! 100 lire Barbetti matrice (1897-1930)
    1 punto
  37. 1 punto
  38. Concordo pienamente! E con questo siamo arrivati al 2012 ?
    1 punto
  39. Taglio: 20 Cent Nazione: Italia Anno: 2017 Tiratura: 5.000.000 Condizioni: qSpl Città: Medesano (PR)
    1 punto
  40. Ancora non so se ho il giorno di riposo per questo evento, ma dovessi partecipare, mi prenoto fin da ora per avere una copia sial del libro sull'Apocalisse che sulla monetazione dei Reali Presidi, naturalmente con dedica degli autori. Spero vivamente di poter essere presente, perchè lo streaming è utile, ma poter ascoltare di persona le varie relazioni su questi interessanti argomaenti non ha eguali. Aspettiamo questa nuova giornata ricca di numismatica.
    1 punto
  41. Unisco ancora, passata in Gorny 207 al n. 42 ( 2012 ), l'estremamente rara frazione con i tipi, anepigrafi, di Crotone e Sibari . Indicata con evidente refuso come didramma in Gorny, è censita in Rutter H.N.Italy al n. 2099 come triobolo .
    1 punto
  42. Ciao, Soldino Doge XIX Tommaso di Campofregoso. Lunardi 66 Mie condiderazioni: bella la patina e il TC ai lati del castello per queste ragioni la metterò tra le monete di genova più belle e preziose di dimensioni ridotte che possiedo che sono principalmente grossi. Singolare la C in leggenda (T D C) ha avuto una cattiva battitura. La moneta è leggermente convessa o concava forse per le sue dimensioni ridotte. Dal doge V adorno, i dogi di genova sono venuti da queste famiglie Campofregoso e adorno. Il doge Tomaso di Campofregoso, doge XIX è stato anche doge XXI ci volle Andrea Doria nel 1521 alleatosi con la Spagna a cambiare registro. Va detto infatti che i Campofregoso e gli Adorno erano molto litigiosi è per gestirsi il potere chiamavano a protettorato i signori di Milano e o i francesi. Seppur florida economicamente la forma di governo a vita non andava molto bene per Genova e nel 1528 si passò ad un incarico biennale al doge. Legenda T.D.C. DVX. IANVEN . XVIII CONRADVS REX ROMANOR Marco P.s si ringrazia @Alessioildoge
    1 punto
  43. Sembra a contromarca anche a me:mi da l'idea di una foglia d'edera Molto interessante:da studio Salutoni odjob
    1 punto
  44. Buongiorno, interessante questa cinquina, effettivamente sembra una contromarca anche se non noto schiacciature di riferimento sull'altra faccia, inoltre anche la contromarca in sé, sempre se sia effettivamente una contromarca, è particolare visto che sembra un semplice pentagono... Proporrei gentilmente a @profausto che ringrazio fin da subito, di spostare la discussione in monete del sud Italia, dove credo si possano avere spunti interessanti...
    1 punto
  45. E' ora di tornare indietro nel tempo. Non mi piace fare differenze tra le mie monete, per un motivo o per l'altro hanno tutte la stessa dignità. Però questa è la perla della mia collezione, un vero e proprio condensato di storia ed arte in pochi centimetri quadrati.
    1 punto
  46. Il tema della circolazione dei beni culturali, volgarmente detto "acquisto e vendita", è uno dei più controversi. Leggo molti post nei quali i dubbi espressi dagli utenti sono quelli ricorrenti: lecita provenienza, certificazioni, rischi di sequestri, rapporti con venditori italiani ed esteri, etc.. Mi sono occupato di queste problematiche nell'ambito della collaborazione con la cattedra di diritto pubblico, materia "legislazione dei beni culturali", ed ho pubblicato su Ratio Iuris – Numero XXIV – maggio 2016 – ISSN 2420-7888 l'articolo che allego. E' solo uno spunto per una riflessione più ampia, credo però che offra diversi argomenti utili per dissipare, almeno spero, alcuni dubbi che leggo spesso in questa sezione. Chiedo scusa per i passaggi più sintetici e criptici, l'articolo era pensato esclusivamente per addetti ai lavori. Mi preme sottolineare che la materia, teoricamente, sarebbe molto più semplice di come appare. Ad esempio, le "famose" certificazioni sulla lecita provenienza non hanno, a mio parere, alcuna giustificazione e non sarebbero necessarie. Il nostro ordinamento "presume" la lecita provenienza. Solo al ricorrere di determinate circostanze, che la giurisprudenza ha chiarito, questa presunzione viene superata: l'esempio classico è la monete sporca di terra ancora fresca... Nella normalità dei casi si deve, appunto, presumere la lecita provenienza. Perché, allora, è invalsa la credenza che siano i collezionisti a dover provare tutto? Semplicemente perché la polizia giudiziaria (Polizia, GdF, Carabinieri) quando eseguiva un sequestro senza che ve ne fossero i presupposti di legge comunque lo vedeva poi confermato dal magistrato e l'eventuale dissequestro avveniva, quasi sempre, solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza di assoluzione. Da non molto sembra che la magistratura avalli molto più raramente i sequestri non necessari. articolo RIFLESSIONI SULLA CIRCOLAZIONE DEI BENI CULTURALI.pdf
    1 punto
  47. Purtroppo è così. Soprattutto le informazioni veicolate dalla stampa negli anni passati hanno contribuito ad ingenerare una visione della legislazione dei beni culturali che non ha nulla a che fare con le norme realmente vigenti. Nella pratica si sono create categorie di beni particolarmente “critici” (come le monete) mentre altri beni, sottoposti alla medesima normativa, non sono assolutamente considerati degni di attenzione.
    1 punto
  48. Buongiorno e salute! In attesa di foto migliori, vi chiedo un parere su questa monetuzza... Grazie a tutti!
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.