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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/25/18 in tutte le aree
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Nell' immensa produzione della monetazione augustea moltissime sono le monete che tramandano fatti storici , non per nulla Augusto impresse nelle sue monete molto del suo programma di governo , indirizzate anche alla memoria di fatti storici e al ripristino delle antiche tradizioni romane . Una particolare moneta , una delle piu' storiche , forse la piu' storica in assoluto considerando il significato celebrativo della sua iconografia relativo all' evento , non fu emessa a Roma ma a Filippi in Macedonia , luogo della memoria , quando Ottaviano rimase l' unico superstite del triunvirato composto da lui stesso con Antonio e Lepido . La moneta di motivo commemorativo venne coniata quando Ottaviano assunse dal Senato il titolo onorifico di Augusto , quindi non prima del 27 a.C. a perpetuo ricordo della battaglia di Filippi . La moneta al dritto recita : COL AVG D IVL PHIL IVSSV AVG e al rovescio : AVG III VIR DIVO IVL Al rovescio le statue di Augusto e Giulio Cesare in atteggiamento di saluto sopra un palco , interessante il significato simbolico delle due statue affiancate a motivo di consumata vendetta contro gli uccisori di Cesare ma anche significato di continuita' della politica di quest' ultimo . La battaglia di Filippi vide opposte le forze dei triumviri Marco Antonio , Cesare Ottaviano e Marco Emilio Lepido , contro quelle di Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino , i principali cospiratori ed assassini di Cesare . La battaglia venne combattuta ad Ottobre del 42 a.C. vicino Filippi in Macedonia , localita' situata lungo la Via Egnatia . Due furono le fasi dello scontro combattute rispettivamente il 3 e il 23 ottobre ; la battaglia fu vinta dalle Legioni dei due triumviri Ottaviano e Antonio , vinta soprattutto per merito di Marco Antonio , mentre Ottaviano si trovava in quel frangente in precarie condizioni di salute , ma era anche privo di grandi doti di stratega , ebbe infatti nella battaglia un ruolo minore . Lepido era invece rimasto a Roma per occuparsi della situazione in Italia , situazione ancora piuttosto precaria in quanto divisa tra i due schieramenti . Nella prima battaglia di Filippi combattuta il 3 Ottobre , Bruto ottenne un brillante successo invadendo fin dentro gli accampamenti di Ottaviano , ma contemporaneamente Antonio ebbe invece la meglio contro Cassio che , sconvolto dalla sconfitta e non informato del successo ottenuto da Bruto , si suicidò . Nella seconda decisiva battaglia , combattuta con estremo accanimento dalle Legioni veterane delle due parti , Marco Antonio diresse con grande energia le sue forze che finirono per sbaragliare completamente l'esercito di Bruto che a sua volta preferì suicidarsi piuttosto che cadere vivo nelle mani di Ottaviano . La moneta emessa a Filippi e rovine della citta' .7 punti
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sinceramente a mio avviso la discussione non finisce con un dubbio... io per la mia esperienza sul periodo posso dire che la moneta non è né una barbarica coeva, né una ufficiale di Romolo, ma certamente una moneta creata ad hoc tra i secoli XIX e XX, il tutto per una serie di motivazioni che ho espresso e che sono condivise anche da alcuni autori come Kent. questo a prescindere dal rapporto che esiste tra questa, l'altro esemplare e quella che condivide il retro (coniate, una copia dell'altra etc.... loro hanno risposto e io come ho detto ho riportato la loro risposta, che comunque mi lascia perplesso e nella quale tra le righe ho letto la forte pressione del "conferente", forte abbastanza da far chiudere occhi e naso alla casa d'aste, che per mantenere una posizione "accettabile" ha cercato una letteratura e delle motivazioni che potessero almeno reggere oltre al "lo dico io" quindi direi che è iniziata in punta di piedi, ha dato spunti importanti e si è conclusa con la risposta del venditore che non mi pareva carino commentare con scherno. il mio parere in merito mi pare espresso in modo chiaro e supportato (anche rispetto al riuso di un retro così datato) accetto comunque il parere del venditore perché per me è un modo per fare cultura e , lo ribadisco, non una crociata saluti Alain6 punti
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Ti ho preparato questo bel regalino, dedicato a tutti gli amanti dei tondelli... 2 Euro Commemorativo "Anno Europeo del Patrimonio Culturale" Questa moneta viene emessa dallo Stato della Città del Vaticano il 01/06/2018 per commemorare il 2018 l'Anno Europeo del Patrimonio Culturale, iniziativa annunciata dall'Unione Europea nel 2017 e lanciata il 31/01/2018, a cui partecipano i 28 Stati Membri. Autore del soggetto Daniela Longo, incisore Claudia Momoni, in questa emissione viene rappresentato il "Gruppo Scultoreo del Laocoonte", scultura in marmo conservata nel Museo Pio-Clementino dei Musei Vaticani. E' stata emessa per un totale di 101.000 pezzi, di cui 76.000 in Folder FDC, 15.000 in Busta Filatelico Numismatica e 10.000 in Cofanetto Fondo Specchio. Anno Europeo del Patrimonio Culturale L'obiettivo dell'Anno europeo del patrimonio culturale è quello di incoraggiare il maggior numero di persone a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale dell'Europa e rafforzare il senso di appartenenza a un comune spazio europeo. Il motto dell’anno è: "Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro". L’Anno vedrà svolgersi una serie di iniziative e di manifestazioni in tutta Europa per consentire ai cittadini di avvicinarsi e conoscere più a fondo il loro patrimonio culturale. Il patrimonio culturale plasma la nostra identità e la nostra vita quotidiana. Ci circonda nelle città e nei borghi d’Europa, quando siamo immersi nei paesaggi naturali o ci troviamo nei siti archeologici. Non si tratta soltanto di letteratura, arte e oggetti, ma anche dell'artigianato appreso dai nostri progenitori, delle storie che raccontiamo ai nostri figli, del cibo che gustiamo in compagnia e dei film che guardiamo per riconoscere noi stessi. Perché il Patrimonio Culturale ? Il patrimonio culturale ha un valore universale per ciascuno di noi, per le comunità e le società. È importante conservarlo e trasmetterlo alle generazioni future. Si può pensare al patrimonio come a "un qualcosa del passato" o di statico, ma in realtà si sviluppa attraverso il nostro modo di rapportarci ad esso. Per di più, il nostro patrimonio culturale ha un ruolo importante da svolgere nella costruzione del futuro dell’Europa. Questa è una delle ragioni per cui vogliamo raggiungere i giovani, in particolare durante l’Anno europeo. Il patrimonio culturale si presenta in varie forme: tangibile - ad esempio edifici, monumenti, artefatti, abbigliamento, opere d’arte, libri, macchine, città storiche, siti archeologici intangibile - pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze, competenze, e i relativi strumenti, oggetti e spazi culturali, cui le persone attribuiscono valore. Ciò comprende la lingua e le tradizioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali e l’artigianato tradizionale natural - paesaggi, flora e fauna digitale - risorse create in forma digitale (ad esempio opere d’arte digitali e animazione) o che sono state digitalizzate in modo da garantirne la conservazione (testi, immagini, video, registrazioni). Prendendoci cura del nostro patrimonio culturale, possiamo scoprire la nostra diversità e avviare un dialogo interculturale su ciò che abbiamo in comune. Quale modo migliore per arricchire le nostre vite se non interagendo con qualcosa di così fondamentale per la nostra identità? Il patrimonio culturale non dovrebbe essere lasciato al declino, al deterioramento e alla distruzione. Per questo motivo, nel 2018, cercheremo i modi per celebrarlo e conservarlo. Cosa accade nel 2018 ? L’Anno europeo appartiene a tutti, affinché ognuno possa sperimentare, apprezzare e godere del patrimonio culturale. Tutti sono invitati a partecipare alle migliaia di attività che si svolgeranno in tutta Europa per far sentire le persone più strettamente coinvolte con il patrimonio culturale. Ogni Stato membro ha nominato un coordinatore nazionale per attuare l’Anno e coordinare gli eventi e i progetti a livello locale, regionale e nazionale. Le principali parti interessate del settore culturale, come pure le organizzazioni della società civile, sono strettamente coinvolti nelle attività dell'Anno europeo. A livello europeo, tutte le istituzioni dell’Unione europea sono impegnati a rendere l’Anno un successo. La Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea, otre al Comitato europeo delle regioni e al Comitato economico e sociale europeo organizzeranno eventi per celebrare l'Anno e inaugurare attività incentrate sul patrimonio culturale. Inoltre, l'UE finanzierà progetti a sostegno del patrimonio culturale. Un apposito invito a presentare progetti di cooperazione relativi all’Anno è stato pubblicato nell’ambito del programma "Europa creativa". Numerose altre opportunità saranno disponibili nel quadro dei programmi dell'UE Erasmus+, Europa per i cittadini, Orizzonte 2020 e altri ancora. Per far sì che i nostri sforzi lascino un’impronta oltre il 2018, la Commissione, in collaborazione con il Consiglio d’Europa, l’UNESCO e gli altri partner, gestirà dieci progetti a lungo termine. Questi comprenderanno le attività con le scuole, la ricerca su soluzioni innovative per riutilizzare gli edifici appartenenti al patrimonio culturale o per contrastare il traffico illecito di beni culturali. L’obiettivo è stimolare un cambiamento reale nel nostro modo di fruire, tutelare e promuovere il patrimonio culturale, facendo sì che l’Anno europeo crei benefici per i cittadini a lungo termine. Gruppo Scultoreo del Laocoonte Descrizione e Stile Il gruppo statuario raffigura la fine di Laocoonte e dei suoi due figli Antifante e Timbreo mentre sono stritolati da due serpenti marini, come narrato nel ciclo epico della guerra di Troia, ripreso successivamente nell'Eneide da Virgilio, in cui è descritto l'episodio della vendetta di Atena, che desiderava la vittoria degli Achèi, sul sacerdote troiano di Apollo, che cercò di opporsi all'ingresso del cavallo di Troia nella città. La sua posa è instabile perché nel tentativo di liberarsi dalla stretta dei serpenti Laocoonte richiama tutta la sua forza, manifestando con la più alta intensità drammatica la sua sofferenza fisica e spirituale. I suoi arti e il suo corpo assumono una posa pluridirezionale e in torsione, che si slancia nello spazio. L'espressione dolorosa del suo viso unita al contesto e la scena danno una resa psicologica caricata, quasi teatrale, come tipico delle opere del "barocco ellenistico". La resa del nudo mostra una consumata abilità, con l'enfatica torsione del busto che sottolinea lo sforzo e la tensione del protagonista. Il volto è tormentato da un'espressione pateticamente corrucciata. Il ritmo concitato si trasmette poi alle figure dei figli. La statua è composta da più parti distinte, mentre Plinio il Vecchio, in effetti, descrisse una scultura ricavata da un unico blocco marmoreo (ex uno lapide). Tale circostanza ha creato sempre molti dubbi di identificazione ed attribuzione. Storia Antica e Datazione Plinio raccontava di aver visto una statua del Laocoonte nella casa dell'imperatore Tito, attribuendola a tre scultori provenienti da Rodi: Agesandro, Atenodoro e Polidoro. Scrive Plinio: «Né poi è di molto la fama della maggior parte, opponendosi alla libertà di certuni fra le opere notevoli la quantità degli artisti, perché non uno riceve la gloria né diversi possono ugualmente essere citati, come nel Laoconte, che è nel palazzo dell'imperatore Tito, opera che è da anteporre a tutte le cose dell'arte sia per la pittura sia per la scultura. Da un solo blocco per decisione di comune accordo i sommi artisti Agesandro, Polidoro e Atenodoro di Rodi fecero lui e i figli e i mirabili intrecci dei serpenti.» (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXVI, 37) La tradizionale identificazione della statua dei Musei Vaticani con quella descritta da Plinio è ancora generalmente accettata, visto anche che la residenza privata di Tito si doveva trovare proprio sul colle Oppio, dove la statua venne poi ritrovata. Accettata è anche l'attribuzione ai tre artisti rodii, autori anche dei gruppi statuari con storie di Ulisse della grotta di Sperlonga. Varie date sono state proposte per questa statua, oscillanti tra metà del II secolo a.C. alla metà del I secolo d.C.; Bernard Andreae, in alcuni studi, ha ipotizzato che il Laocoonte sia una copia di un originale bronzeo ellenistico, come dimostrerebbero alcuni dati tecnici e stilistici. Sulla parte posteriore della statua si trova infatti del marmo lunense, non utilizzato prima della metà del I secolo a.C., inoltre alcuni dettagli rimandano inequivocabilmente alla fusione a cera persa: ad esempio il mantello che ricade sulla spalla del giovane a destra fino a toccargli il ginocchio deriva quasi certamente da un espediente tecnico necessario a costituire un passaggio per il metallo fuso. Si è ipotizzato che l'originale fosse stato creato a Pergamo, come suggeriscono alcuni confronti stilistici con opere della scuola locale: i pacifici rapporti tra la città dell'Asia minore e Roma erano infatti rafforzati dai miti legati a Troia, dai quali discendevano le leggende di fondazione di entrambe le città. Plinio comunque attesta la presenza a Roma della statua marmorea a metà del I secolo d.C. attribuendola a scultori attivi un secolo prima. Infatti alcune iscrizioni trovate a Lindos, sull'isola di Rodi fanno risalire la presenza a Roma di Agesandro e Atanodoro ad un periodo successivo al 42 a.C., ed in questo modo la data più probabile per la creazione del Laocoonte deve essere compresa tra il 40 ed il 20 a.C., per una ricca casa patrizia, o più probabilmente per una committenza imperiale (Augusto, Mecenate), anche se il Laocoonte sembra lontano dallo stile neoattico in auge nel periodo. Visto il luogo di ritrovamento è anche possibile che la statua sia appartenuta, per un periodo, a Nerone Il Ritrovamento La statua fu trovata il 14 gennaio del 1506 scavando in una vigna sul colle Oppio di proprietà di Felice de Fredis, nelle vicinanze della Domus Aurea di Nerone: l'epitaffio sulla tomba di Felice de Fredis in Santa Maria in Aracoeli ricorda l'avvenimento. Allo scavo, di grandezza stupefacente secondo le cronache dell'epoca, assistettero di persona, tra gli altri, lo scultore Michelangelo e l'architetto Giuliano da Sangallo. Questi era stato inviato dal papa a valutare il ritrovamento, secondo la testimonianza di Francesco, giovane figlio di Giuliano (che, ormai anziano, ricorda l'episodio in una lettera del 1567). Secondo questa testimonianza fu proprio Giuliano da Sangallo ad identificare i frammenti ancora parzialmente sepolti con la scultura citata da Plinio. Esistono comunque testimonianze coeve che danno la stessa identificazione della scultura appena rinvenuta. La Collocazione al Belvedere La statua fu acquistata subito dopo la scoperta dal papa Giulio II, che era un appassionato classicista, e fu sistemata, in posizione di rilievo, nel cortile ottagonale ("Cortile delle Statue") progettato da Bramante all'interno del complesso del Giardino del Belvedere proprio per accogliere la collezione papale di scultura antica. Tale allestimento è considerato l'atto fondativo dei Musei Vaticani. Da allora il Laocoonte, assieme all'Apollo del Belvedere, costituì il pezzo più importante della collezione, e fu oggetto dell'incessante successione di visite, anche notturne, da parte di curiosi, artisti e viaggiatori. Restauri ed Integrazioni Quando il gruppo scultoreo fu scoperto, benché in buono stato di conservazione, presentava il padre ed il figlio minore entrambi privi del braccio destro. Dopo un primo ripristino, forse eseguito da Baccio Bandinelli (che ne eseguì una delle prime copie, intorno al 1520, oggi agli Uffizi, per Leone X), del braccio del figlio minore e di alcune dita del figlio maggiore, artisti ed esperti discussero su come dovesse essere stata la parte mancante nella raffigurazione del sacerdote troiano. Nonostante alcuni indizi mostrassero che il braccio destro fosse, all'origine, piegato dietro la spalla di Laocoonte, prevalse l'opinione che ipotizzava il braccio esteso in fuori, in un gesto eroico e di forte dinamicità. L'integrazione fu eseguita, probabilmente in terracotta, da Montorsoli ed il restauro ebbe un successo duraturo tanto che Winckelmann, pur consapevole della diversa posizione originaria, si dichiarò favorevole al mantenimento del braccio teso. Intanto, tra il 1725 e il 1727, Agostino Cornacchini eseguì un restauro del gruppo scultoreo che versava in condizioni di degrado. Vennero sostituiti il braccio di terracotta del Laocoonte e quello in marmo del figlio, evidentemente rovinati con altri dall'identica posa. Nel 1906 l’archeologo tedesco Ludwig Pollak rinvenne fortuitamente il braccio destro originario di Laooconte, che si presentava piegato, come Michelangelo aveva immaginato: l’arto fu ricollocato alla spalla da Filippo Magi tra il 1957 ed il 1960, che rimosse tutte le integrazioni non originali, secondo i prìncipi del restauro moderno. Influenza Culturale La scoperta del Laocoonte ebbe enorme risonanza tra gli artisti e gli scultori ed influenzò significativamente l'arte rinascimentale italiana e nel secolo successivo la scultura barocca. Straordinaria fu infatti l'attenzione suscitata dalla statua, e se ne trova traccia nelle numerose lettere degli ambasciatori che la descrivono, nei disegni e nelle incisioni che subito dopo iniziarono a circolare per l'Europa. Il forte dinamismo e la plasticità eroica e tormentata del Laocoonte ispirò numerosi artisti, da Michelangelo a Tiziano, da El Greco ad Andrea del Sarto. Michelangelo ad esempio fu particolarmente impressionato dalla rilevante massa della statua e dal suo aspetto sensuale, in particolare nella rappresentazione delle figure maschili. Molti dei lavori di Michelangelo successivi alla scoperta, come il Tondo Doni, lo Schiavo ribelle e lo Schiavo morente, furono influenzati dal Laocoonte. Molti scultori si esercitarono sul gruppo scultoreo facendone calchi e copie anche a grandezza naturale. Il re di Francia insistette molto per avere la statua dal papa o almeno una sua copia. A tal fine, lo scultore fiorentino Baccio Bandinelli ricevette l'incarico dal cardinale Giulio de' Medici papa Clemente VII Medici, di farne una copia, oggi agli Uffizi. Il re di Francia, però, dovette accontentarsi di inviare, intorno al 1540, lo scultore Francesco Primaticcio a Roma per realizzare un calco al fine di ricavarne una copia in bronzo destinata a Fontainebleau. Un'altra copia si trova nel Gran Palazzo dei Cavalieri di Rodi a Rodi. Una copia in gesso, appartenuta al Mengs, si trova nell'Accademia di belle arti di Roma. Il fascino della scultura coinvolse per secoli artisti ed intellettuali come Gian Lorenzo Bernini, Orfeo Boselli, Winckelmann e Goethe, diventando il fulcro della riflessione settecentesca sulla scultura. La tragica mobilità di questa statua è uno dei temi del saggio Laokoön, di Lessing, uno dei primi classici di critica dell'arte. Buona Cultura a Tutti4 punti
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Eccomi Rocco, la moneta ha pure preso un po’ di patina Perdonate la mia assenza dal forum ma sono stato molto impegnato con lo studio; in ogni caso vi leggo molto spesso! Martin4 punti
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Comunque sia di unicum parliamo e quindi non mi sorprenderebbe vedere in futuro la tua moneta in un articolo, altra certezza e’ che Lamoneta nella sua storia ha proposto tanti di questi spunti di grande interesse e spessore, ha ragione @adolfos effettivamente poi nel reale o nei colloqui ci si vergogna quasi a parlare positivamente di questo mezzo che raggiunge tutti e fa divulgazione, lo ripeto sempre ma difficilmente si ammette questo e si sbaglia secondo me, sulla moneta in particolare vista la sua unicità e il periodo e anche la zona che ci ha fatto vedere in altre discussioni su monete vicine di tutto e di più credo rimangano tutte ipotesi possibili e da riflessione, certo io una analisi metallografica che oggi anche alcuni privati possono fare la farei per avere dei dati in più .3 punti
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Sei fantastico a dire poco, questo potrebbe essere un articolo e comunque un modo straordinario di spiegare e raccontare una moneta e i suoi simboli, complimenti veramente !3 punti
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Taglio: 2€ CC Nazione: Francia Anno: 2017 A Tiratura: 10'000'000 Condizioni: BB Città: Pavia (PV) Taglio: 2€ CC Nazione: Italia Anno: 2018 Tiratura: 4'000'000 Condizioni: SPL Città: Pavia (PV)3 punti
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Questa sera, come preannunciato nel precedente post sul recupero del sesterzio di Filippo II, Vi propongo l'intervento che ho effettuato sulla seconda moneta affidatami per la pulizia, un Asse dell'Imperatore Adriano (117-138 d.C.). La moneta presentava discreti rilievi al D/ ma occultati dalla presenza di diverse incrostazioni; al R/, invece, gli stessi erano molto compromessi ma con una minore presenza di incrostazioni e la pulizia ha aiutato a risaltare quelli rimasti. Le operazioni di lavaggio e asportazione meccanica delle incrostazioni, hanno messo in risalto i rilievi e la bella patina grigio scuro, che presenta una certa fragilità. La moneta è di lecita provenienza (Asta Italiana) Ringrazio il committente per aver autorizzato la pubblicazione delle foto.3 punti
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Personalmente lascio il campo per manifesta inferiorità tecnica . Credo non sarà facile da verificare ma se l'ipotesi di Andrea è giusta siamo di fronte a un'ulteriore prodigio all'interno del nostro Forum. Complimenti a tutti e alla faccia dei sapientoni che dall'esterno ci criticano e in qualche caso ci vogliono male. Un abbraccio Adolfos3 punti
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Taglio: 50 centesimi Paese: Olanda Anno: 2004 Tiratura: 300.000 Condizioni. BB Città: Levico Terme (TN)3 punti
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Ho tratto spunti da materiale personale e girando nel web, ( avevo già in mente di fare una cosa del genere, ma ho dovuto aspettare di avere la moneta in mano, quella postata è la mia ) in fin dei conti non è poi così difficile da attuare, un pochino di impegno e pazienza nell'assemblare il tutto... maestro @King John insegna. Si può dire tranquillamente che questo tipo di discussioni sono la Wikipedia nella Wikipedia della numismatica.2 punti
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Buonasera a tutti ,il gallo e' l'animale sacro a Persefone moglie di Ade . Nella coroplastica funeraria del primo impero e' molto comune trovare tale raffigurazione , direi quindi che vista la datazione della lucerna si tratti di una tomba pagana con dedica "accattivante " alla signora degli inferi .2 punti
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In effetti, riguardo alla presente votazione, non è stato stilato nessun regolamento e quindi la mia Banda d'Italia (nome che ho attribuito al gruppo in onore alle banconote in £ire stampate dalla Banca d'Italia) potrebbe votare! Vediamo però che ne pensa @robindan77 , è sua la discussione in corso. ============================================================================ Voto per l'occhio nero!____ ============================================================================ E ti pareva! occhi scuri non occhio nero! manco un voto falso sa dare! ============================================================================= Ci è andata bene... pensavo che votasse per... l'occhio lungo! =============================================================================2 punti
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Ciao Sergio, anche io la giudico vicina al q FDC per la tipologia, non presenta graffi di conio o difetti tipici in queste Piastre. Ma rispetto in pieno il grado di giudizio espresso dal Signor Varesi, professionalità e correttezza d'altri tempi. Oggi giorno vedo tante conservazioni sopravvalutate.... Solo per un fine, che tutti conosciamo.2 punti
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Come Determinare il Valore delle Monete Guarda la data sulla moneta Conosci il Paese di emissione Esamina la condizione della moneta Osserva la domanda per la moneta Consulta un catalogo di monete Fai valutare la moneta da un perito qualificato oppure vieni su.... questa vignetta l'ho fatta io2 punti
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Cari tutti, complimenti, bel pezzo e bella discussione. Personalmente credo però che la questione sia molto più semplice e chiara di quanto sembri. Inanzitutto è ovvio che non poteva essere un falso d'epoca: chi era così fesso da falsificare una moneta mettendoci il nome di una città che non la produceva? Lo so che oggi c'è un po' la tendenza a pensare che i falsi si riconoscano dal fatto che hanno sempre qualcosa di macroscopicamente diverso dagli originali, quasi che i falsari cercassero di mostrare ai posteri (cioè proprio a quelli che oggi ritengono di poter individuare i falsi con facilità) la loro bravura, ma non era così. I falsari cercavano di fare pezzi più simili possibile agli originali, non avendo nessuna voglia di finire cotti alla brace, e dei posteri sicuramente se ne disinteressavano. E non dovevano convincere pochi collezionisti o studiosi che al massimo hanno visto qualche decina di questi pezzi, dovevano convincere anche chi queste monete le usava ogni giorno o quasi. Ergo non si sarebbero mai sognati di inventarsi il nome della zecca, sperando che la faccenda passasse inosservata. Diverso il caso, da me ipotizzato recentemente, che in una zecca clandestina dove si producevano monete di più zecche, potessero per errore essere scambiati i punzoni predisposti per una zecca (Venezia) per scrivere le legende di un'altra zecca (Verona), manifestando così un'incongruità di stile. Ma i nomi erano comuque quelli giusti. Poi a me sinceramente sembra che la legenda VOLTERA abbia lo stile proprio di quella zecca. Dubito anche che si possa trattare di un ibrido o di un errore di zecca. Perché fosse così bisognerebbe ipotizzare che ad un certo punto nella stessa zecca si producessero monete di di entrambe le zecche, cosa che allo stato delle nostre conoscenze appare del tutto improbabile. Non vale neanche il discorso dei punzoni e degli strumenti al seguito di un mastro di zecca attivo sia a Volterra che ad Arezzo, perché sicuramente questo sarebbe statto attentissimo a non fare confusione tra le varie zecche, cosa che lo avrebbe immediatamente portato ad alimentare un bel barbecue, visto che i punzoni stessi avrebbero indicato chi era il colpevole. Rimase solo una soluzione, che mi sembra la più logica: semplicemente la moneta rappresenta una nuova emissione ufficiale, rimasta finora inedita (fortunato il proprietario), della città ricordata nella legenda, cioè Volterra. Con la legenda S. DONATVS evidentemente si voleva imitare il denaro di Arezzo per sfruttarne il successo e far circolare la propria valuta assieme alla concorrente. Né più né meno quanto faranno più tardi innumerevoli zecche con le imitazioni del fiorino di Firenze, per le quali non si faranno certo scrupoli a copiare anche la legenda S. IOHANNES. Così ad esempio è avvento a Rimini, quando la necessità di imitare il grosso agontano con San Ciriaco, un vescovo, costrinse la zecca locale a sostituire il vecchio patrono San Giuliano (solo martire) con S.Gaudenzio, protovescovo della città. Saluti, Andreas2 punti
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Il peso poi è la prova ultima e definitiva, che di un falso si tratta. Molto calante. Bilancino nuovo, comprato stamattina.1 punto
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Quindi i graffi nel campo del dritto sono stati fatti per saggiare il metallo..... Si intravede il colore tipico delle leghe di ottone.1 punto
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Complimenti @motoreavapore, molto bella ma c'è qualcosa che non mi convince. Non voglio mettere in dubbio la tua esperienza ma secondo me è un falso. Saluti Angelo1 punto
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Buonasera a tutta la Sezione Napoletana, in attesa che i'Amico @lukas1984ci delizi con la sua magnifica Piastra del 1796, che ricordo benissimo per le eccezionali condizioni, vi mostro il mio esemplare un po circolato ma abbastanza particolare.1 punto
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Altre importanti informazioni vengono tratte dallo Scamozzi: "Le zecche deono ancor esse haver luogo vicino alla Piazza principale, e per conseguenza non molto lungi al Palazzo del Prencipe: si perche à questo modo apportano maggior dignità, e anco perche ricevono sicurezza dalle guardie della Piazza, e del Palazzo. [...] Questi edifici vogliono esser del tutto isolati, e soli da per loro, sì per vietare l'occasioni de' Fuochi: come anco per potervi fa la guardia intorno id giorno, e di notte."1 punto
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A corredo di questa illustrazione, la Città Archeologica di Filippi venne commemorata lo scorso anno dalla Grecia in questo grazioso 2 Euro Commemorativo...1 punto
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Grazie Martin e complimenti per la bella rarità che ti ritrovi in Collezione. Una variante inedita?1 punto
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Più che pulizia, mi pare un mezzo disastro, spatinata, esaltato il rosso del rame...... sentiamo altri pareri... TIBERIVS1 punto
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perlinatura presente anche nel terzo esemplare che ho scovato prima: quindi se di "derivazione" si parla dovrebbe essere altra la fonte... a meno che in sede di "derivazione" non si sia ricostruita la parte di bordo mancante nel prototipo utilizzato... cosa credo fattibile senza grossi problemi...1 punto
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taglio 2 euro cc paese Francia anno 2014 tiratura 3.000.000 condizioni bb città Milano1 punto
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La perfezione del particolare unita alle massime simbologie, l'arciere con l'arco fa parte della storia della moneta nel tempo ...grandissima moneta in incuso1 punto
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Non è arrampicarsi sugli specchi, è cercare di ottenere, in qualsiasi discussione in cui si esprimano ipotesi, l’esposizione dei fatti su cui si basano le suddette ipotesi invece del solito : è così perché l’ho detto io , o tizio, o caio .... senno le discussioni sono fini a loro stesse e non insegnano nulla. Anche questa è partita con proclami ed è finita con dubbi..,.non è un bel percorso.....,dovrebbe essere il contrario :si parte dai dubbi e si arriva alle conclusioni e ai proclami.1 punto
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grazie...,il peso è circa 28, il diametro devo ancora misurarlo.. in effetti in mano non si vedono i graffi ma la mia vista è quella che è... cmq non credo di venderla..oramai sono ricordi..1 punto
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Sì lo so, il prezzo più o meno è quello (io l'ho pagata 42€). I resti erano riferiti all'utenete lifonzo, che mostra sempre ritrovamenti di monete assurdi che mi sogno la notte1 punto
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Complimenti anche da parte mia, ottimo lavoro, questa è la pulizia non invasiva che piace a me.1 punto
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Con tutto il rispetto per Tove Jansson ed i suoi Moomin, strapperei immediatamente la medaglia, che per me fa molto Peppa Pig... forse anche a causa del 2 Euro, anche la divisionale ha il suo costo e di conseguenza non la toccherei per nessun motivo, quindi se fossi in te acquisterei anche la moneta singola, visto quanto è ricercata sarebbe una degna accoppiata... così togliamo di mezzo il dubbio .1 punto
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Sarebbe meglio porre molta attenzione in fase di acquisto di classiche all'estero, così come in Italia. Bisogna entrare nel merito del venditore. Ci sono venditori Pienamente affidabili, altri poco affidabili e altri ancora per nulla affidabili. Si possono comprare monete classiche su ebay, ma bisogna aver acquisito la dovuta esperienza per non incorrere in brutte esperienze. Ti faccio alcuni esempi. Esistono venditori che hanno negozio ebay straniero e negozio (diciamo così) fisico in Italia (fanno così per evitare problemi). Esistono venditori che ricettano materiale proveniente da altri paesi, ed esistono venditori serissimi. Per acquistare all'estero monete romane bisogna prima essere sicuri prima che dietro vi sia un vero professionista. Ce ne sono tanti. Ci sono anche tantissimi venditori seri italiani che permettono di acquistare classiche in tutte serenità (spesso hanno anche un negozio fisico e se li contatti ti fanno degli sconti rispetto al negozio ebay). In ogni caso sconsiglio completamente di vendere monete greco-romane su ebay. Anche mostrando tutti i certificati esiste una possibilità piccola di incorrere in fastidi. Per quello che ho letto i fastidi hanno riguardato quasi esclusivamente chi non dimostra in fase di vendita la legittima provenienza. Ma siccome i possibili fastidi sono tanti tanti, e fanno perdere tanto tempo e tanto denaro, meglio evitare del tutto questo canale di vendita rivolgendosi piuttosto alle case d'asta. Vi sono tanti professionisti che fanno intermediazione di questo tipo e anche per questo mi rivolgerei a loro.1 punto
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Roma Numismatics Ltd > Auction XVI Auction date: 26 September 2018 Lot number: 328 Price realized: 2,400 GBP (Approx. 3,159 USD / 2,681 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Cilicia, Tarsos AR Stater. Circa 440-400 BC. Horseman (Syennesis?) riding to left, wearing kyrbasia, holding lotus flower in right hand and reins in left, bow in bowcase on saddle; Key symbol below horse / Archer in kneeling-running stance to right, quiver over shoulder, drawing bow; Key symbol and Aramaic 'TRZ' behind, all within dotted border within incuse square. BMC -; SNG von Aulock -; SNG Copenhagen -; SNG Levante -; SNG France -, cf. 213 for types = Casabonne Type D2, pl. 2, 10 = MIMAA pl. V, 6 = Traité II, 523. 10.98g, 21mm, 12h. Extremely Fine. Apparently unique and unpublished. From the collection of P.R., United Kingdom. Estimate: 2000 GBP1 punto
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Questa la mia lettura... Un abbinamento tra il D/ del denaro di Arezzo ed il R/ con denaro di Volterra (con una sola R in legenda... se ho visto giusto). Ipotesi? Se buona vuol dire che nella zecca di produzione vi erano i conii di entrambe le officine monetarie, cosa plausibile se i conii seguivano il mastro di zecca e quest'ultimo si sia spostato dall'una all'altra e poi per errore abbia sbagliato l'abbinamento creando l'ibrido. Più probabile, ma si tratta di un mio pensiero, che si possa trattare di un falso d'epoca e che, nell'officina dove è stato prodotto, si falsificavano sia i denari di Arezzo e che quelli di Volterra creando anche in questo caso, un ibrido con uno scambio di conii. Moneta veramente "curiosa" ed interessante. Mi auguro se ne venga a capo.1 punto
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Medaglia devozionale e celebrativa, bronzo/ottone, del XIX sec. (prima metà), probabile produzione romana.- Il Santo in ginocchio davanti al crocifisso è S. Camillo de Lellis, fondatore dell' Ordine dei "Chierici Regolari Ministri degli Infermi", canonizzato da Benedetto XIV nel 1746.- L'altro Santo che tiene la croce tra le braccia dovrebbe essere S. Giovanni di Dio, fondatore dell'Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio, detto "Fatebenefratelli". Ambedue sono patroni universali dei malati e infermieri.- Ciao Borgho1 punto
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Tra difetti intrinsechi (debolezze di conio, pessimi tondelli etc...) e circolazione è senz'altro un esemplare interessante, ed hai senza dubbio ragione nel considerare più difficile trovarne di Bologna in alta conservazione, che di Roma. Relativamente a questa zecca la mia "serietta" è ferma da tanti anni a 3 soli pezzi, tra cui il famigerato 1854-IX, purtroppo con un pesantissimo colpo al bordo al R. : ma se capitasse l'occasione di rimpinguarla, ci proverei senz'altro ? Quanto alla "rarità piatta", di solito sta a significare che non si è approfondito l'argomento; basta questo topic per capire che tu che hai interesse particolare per questa tipologia ed in generale per Bologna, hai avuto modo di constatare che non sia così nella realtà... Magari se hai modo di proporre nel dettaglio quelle che ritieni rarità adeguate ai singoli millesimi, potremmo aggiornare almeno il catalogo di Lamoneta ! Ciao, RCAMIL.1 punto
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Buongiorno a tutti, @Martin_Zilli hai ancora la Piastra? Potresti rifare e condividere le foto del particolare?1 punto
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Medaglia, "Arciconfraternita di S. Michele Arcangelo", bronzo/ottone, prima metà del XIX sec., possibile produzione francese? O romana? - D/ S. Michele Arcangelo con lancia che trafigge il demonio di aspetto serpentiforme ( con testa somigliante a quella di un delfino), con il braccio sinistro regge uno scudo su cui è rappresentata una bilancia (suo attributo).- R/ Croce contornata da scritta: SIGNUM.ARCHICONFRATERN[ITAS]. S. MICHAEL. ARC.- Medaglia di buona fattura e stile, non comune. Ciao Borgho1 punto
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E' notizia di oggi il rinvenimento in Sardegna di un antico scheletro maschile e ciò che colpisce di questo ritrovamento è il fatto che lo scheletro stringeva nella mano una lucerna finemente lavorata. Coloro che amarono quest'uomo vollero così rendergli meno insidioso il passaggio dalla Vita alla Morte... https://www.unionesarda.it/articolo/cultura/2018/10/21/chia-dalla-sabbia-riaffiora-un-antico-scheletro-con-una-lanterna-8-786800.html?fbclid=IwAR3sI7cW3hv5Y4pwALK66T7VFoaWQK_z8cN5aky_tXtlP5WCcuODMNWVroY1 punto
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