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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/04/18 in tutte le aree
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Buonasera, contribuisco alla discussione con le mie due piastre 1857. I vostri parere sono ben accetti. Saluti Angelo5 punti
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Buona domenica a tutto il forum dopo la piastra 1857 postata da Rocco68 vorrei condividere con voi anche la mia piastra del 57 cosa ne pensate.Grazie a chi mi risponde4 punti
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In linea di principio e se sostenuta da una predisposizione personale, una collezione monotematica ha un certo interesse anche scientifico. Però non vedo una reale importanza cercare di raccogliere più esemplari di una stessa moneta, variando solo la conservazione e la patina. A me sembra più interessante semmai cercare di cogliere diversi conii o varianti della monetazione rivoluzionaria-napoleonica. Quindi appare forse più stimolante cercare monete non uguali, ma con differenze, anche piccole. Una tipica collezione monotematica, relativamente diffusa fra i collezionisti, è la serie delle piastre borboniche dell'800, dove anche in uno stesso anno di coniazione è possibile trovare varietà nella disposizione delle lettere e dello stile.4 punti
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Taglio: 2 cent Nazione: San Marino Anno: 2004 Tiratura: 1'395'000 Conservazione: qSPL Città: Rimini Note: pur non essendo particolarmente rara è letteralmente il mio primo ramino sammarinese PS: spero che la foto renda, l'ho scattata di fretta PPS: potrei aver pasticciato nel citare qualcuno, chiedo scusa3 punti
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Dunque : si tratta di una "applique " per elmo tipo "Negau ", attribuito a officine vulcenti ,prima meta' V sec a.C. . Praticamente si tratta degli elementi bronzei posti sulla cima dell'elmo atti a fissare il "lophos " o cresta . L'iconografia po' variare dai semplici "accompagnatori di cavalli " fino a putti che trattengono Pegaso ma anche ridursi a semplici decori a palmette . Per un confronto puntuale : necropoli dell' osteria , tomba "del guerriero " , Vulci .3 punti
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E per l'ultimo vi lascio a due delle opere più affascinanti del museo, dopo ovviamente la stanza delle cartine geografiche e la cappella sistina. .3 punti
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Quarto di Casale con Santa Caterina per Vincenzo I Gonzaga? https://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-VI1/4 Dovrebbe/potrebbe essere lei... ciao Mario2 punti
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Ricordo questa bella discussione a cui si può ancora contribuire. Buona domenica2 punti
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nov. 2018 Oggi non è andata male, 3 monete 4 euro (media 1,33 cadauna), ho però superato la soglia dell'euro! dalla più piccola alla più grande: Regno Unito - 3 pence 1886 Monaco - 2 franchi s.d. (1943) Svezia - 5 corone 19722 punti
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Parlavo del mezzo provisino, con tono ironico, perchè in realtà non abbiamo prove bastevoli per poter affermare la sua esistenza (anche se qualche commerciante sembra averne). Probabilmente è un normale provisino seconda emissione, molto consunto e con qualche minima carenza di metallo quà e là.2 punti
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In tutta sincerità, per quanto ci piaccia sentirci inferiori alle altre popolazioni mondiali, non mi sembra una questione irrisolvibile. Basterebbe copiare la legislazione di uno degli stati che il dilemma lo hanno risolto. Il problema, come in molti altri casi, è che non si vuole progredire. Lo status quo evidentemente per qualcuno è comodo e lotterà adducendo qualsiasi pretesto pur di mantenerlo. Io sono semplice e penso che se un archeologo non cercherà mai reperti in un pascolo non vedo nessun motivo perché si debba impedirlo ad altri. Nessuno mi convincerà che una moneta sia più al sicuro interrata altri mille anni piuttosto che in un museo o anche in una collezione privata. Si la stratigrafia, tutti gli studi accessori sono importantissimi quando si ritrova un reperto; è ancora più evidente che, se non si cerca, il reperto non si trova. Fin quando non si andrà oltre al principio: "se non la ritrovo io, eletto e competente archeologo, meglio resti interrata o persino sul ciglio della strada" , qualunque parola o pensiero in merito a questo argomento resterà completamente inutile. Buona domenica.2 punti
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Buonasera! Spero di fare cosa gradita inserendo le immagini del falso d'epoca, emulante la variante Muntoni 66a con stella 6 punte, di cui sono entrato or ora in possesso. Pezzo che presenta un conio un pochino debole, ma con un argentatura quasi del tutto integra. Cosa che sottolinea l'ottima conservazione dello stesso. La moneta in questione ha un peso di 8,89gr e presenta un contorno grezzo, a sottolineare un lavoro poco accurato rispetto da parte dei falsari rispetto al falso 1796 con firma G.H mostrato precedentemente.2 punti
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Ciao a tutti, io non colleziono banconote, ma anch'io gioco da un po' con l'idea di incorniciare una "100mila" ma pensavo ad una Caravaggio, che quelle le ho vissute in prima persona. La pieghetta su questo biglietto mi perseguiterebbe ovunque come un fantasma, dato che la banconota è ben conservata, questo dettaglio negativo risalta ancora di più... E sull'altro lato è ancora peggio: A più di 15/20 Euro non la prenderei, per "non sfigurarare" penso che 25€ siano corretti. Servus, Njk PS: certo però che in un quadretto con una cornicetta classica un bel Manzoni farebbe anche le sua figura... ma con 20 Euro non ci compro neanche la cornice!2 punti
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Ciao a tutti amici. Oggi ho acquistato al mercatino questa banconota da 1 lira 1917. C’è stato uno scambio di vedute tra me e il venditore. Il venditore sosteneva che la banconota, complice anche la carta molto consistente fosse in condizioni SPL. Io che sostenevo fosse un BB. Alla fine l’ho acquistata perché è sceso con le pretese economiche da 30 euro fino a 15 euro. Voi che ne dite che conservazione è secondo voi ? Ps. Credo che anche 15 sia ben pagata per lui ma alla fine anche che ci rimetto qualche euro quando si tratta di piccole cifre mi cambia poco. Voi che dite ?1 punto
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Cerca di togliere lo sfondo dalle foto per dare risalto alla moneta, "sembrerebbe" un mb, ma è giusto che senti altri pareri.1 punto
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@matteo95 ragionamento per induzione. Bella scoperta! Mi riferisco all'articolo sul minuto genovese...1 punto
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Una banconota così non è un bb e nemmeno un bb+. BB = Un biglietto BB, pur presentando evidenti tracce di circolazione, deve però risultare ancora attraente. Può' avere numerose pieghe anche profonde, che comunque non provocano buchi nella carta. La può avere raccolto residui di sporco, presentare sbavature o colori lievemente sbiaditi, e può anche aver perso la sua naturale consistenza e rigidità. I lati mostrano segni di usura e possono anche presentare strappi di lieve entità, ma non mancanza di porzioni seppur piccole di carta. I colori sono ancora nitidi, anche se si e' persa parte della brillantezza. Le eventuali riparazioni o ricostruzioni non devono riguardare la regione della stampa. Anche se c'è sempre da considerare che la valutazione, solo ed esclusivamente a monitor, non è mai sufficientemente valida, ho dato un spl+ perché: SPL Biglietto che, nonostante abbia circolato e sia stato maneggiato, ha un magnifico aspetto, Anche se ha subito l'oltraggio della piegatura, può avere solo due leggere pieghe a croce, o un massimo di tre ma non profonde e comunque non cosi marcate da alterare o cancellare il piano di stampa. La carta si presenta pulita e brillante, ma nel caso sia esente da grinze o pieghe, potrebbe mostrare i segni di ingiallimento del tempo, specialmente sui bordi. In alternativa può presentare leggere scritte o piccole macchie.1 punto
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Devo dire che mi piace molto. E per 15 euro secondo me va bene. Per la conservazione direi che spl è troppo e BB troppo poco....una via di mezzo. Per 15 euro l'avrei presa anch'io.1 punto
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E' un asse commemorativo coniato da Tiberio per Augusto https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/b034/b034.html1 punto
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Buonasera a tutti, nonostante gli ottimi rilievi c'è qualcosa che non mi convince nel colore del metallo.1 punto
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Quante belle monete, difficilmente le vedresti o dovresti cercare molto, qui siamo alle prime monete con un cavallo che ricorda anche cavalli rappresentati nelle monete rinascimentali, un modello direi e poi quel formidabile incuso con l’elmo, un gioiello!1 punto
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mi spiace non poterti dare una risposta più esauriente, allego la descrizione che accompagna le foto, fatta dal venditore. La classificazione di limes denarius è mia perchè penso che un tipo simile di moneta, di fatto non ufficialmente esistente, non sarebbe potuta circolare nè in modo ufficiale nè come "falso" all'interno dell'impero...un saluto anche da parte mia Roman Bronze Coin, Caracalla Æ Denarius 198-217 AD Good general condition, some clearly visible portraits and inscriptions on both sides of the coin. For more details, look at the photos. Material: Bronz. Approximate Dimensions: 18.2 mm Weight: 2.39 grams1 punto
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Ciao a tutti,mi sono permesso di fare una ricerca...potrebbe essere Maurizio Tiberio (582-602)? ☺1 punto
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Perché cercano di vendere tutto il contingente nel più breve tempo possibile. E' pura tecnica commerciale.1 punto
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La avevo acquistata per 70 euro lo scorso anno, poi con l'aggiunta di 40 euro quest'anno, sono 110 euro per la moneta da me valutata splendida, anche se questa ha certificato di fdc (che non lo è effettivamente visti i colpetti visibili solo con la lente). Se dovessi calcolare anche le spese di viaggio, ancora 20/30 euro ce le metterei, ma di solito non si calcola anche questo, è un piacere ogni volta andare a convegni per imparare cose nuove, e ovviamente ampliare la collezione.1 punto
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un "coraggioso" ha fatto l'offerta di apertura di 12.000,00 sterline ....1 punto
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Salve , come giustamente hai annotato e' una richiesta che , essendo di identificazione , esula dagli argomenti della Sezione , pur essendo , forse , un oggetto antico quindi archeologico . La forma sembrerebbe essere di un chiodo ma la testa pare in proporzione troppo grande rispetto al fusto , anche se questo potrebbe essersi consumato e "accorciato" nel tempo . Quindi non essendo sicuramente identificabile , puo' essere ascritto genericamente ad un "chiodo" ; inoltre non conoscendo in quale circostanza questo oggetto sia stato trovato , ti consiglierei di leggere i regolamenti legati ai ritrovamenti occasionali nel Sezione : https://www.lamoneta.it/forum/36-questioni-legali-sulla-numismatica/1 punto
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Crediamo ancora alle favole? Ma avete presente che nazione siamo? .. ognuno (popolazione ed istituzioni) che pensa solo al proprio interesse, in media semplicemente egoisti, quando non profondamente corrotti.. ognuno piu furbo del prossimo suo.. ..viviamo in un paese che in percentuale troppo elevata ritiene che la regola sia che se non ti "beccano" sei a posto, come se nulla fosse successo.. Non ho dubbi quindi che maggiore tolleranza verso i metal detectors possa principalmente favorire tombaroli e consimili, almeno qui da noi.. purtroppo.. non la ricerca. Per la parte archeologica.. ..ma scusate, secondo voi il privato che usa il metal detector sarebbe in grado di comprendere e giudicare adeguatamente se uno scavo possa o meno arrecare danno al contesto, alla stratigrafia ?????!!!!! Il problema non sono le soprintendenze o le leggi.. siamo Noi..1 punto
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Buona sera, in realtà la foto non permette di intuire pienamente il potenziale della moneta. Guardandola attentamente si vede che il lustro c'è e spacca, mentre tanti particolari delicati sono praticamente perfetti (barba e baffi in particolare). Aggiungo che il lustro sembrerebbe praticamente ovunque, in linea con una conservazione prossima a quella massima. Chiaramente fare una valutazione tramite foto basandosi solo sull'osservazione lustro è sbagliato, e non permette di essere precisi, si può solo dire che la moneta è non circolata con conservazione sicuramente prossima a quella massima. Da questo lato del monitor possiamo solo fidarci dell'opinione di chi l'ha vista in mano. Se riuscissi a fare una foto migliore, sicuramente potremmo gustarci meglio la tua moneta. I 5 lire di Vittorio Emanuele II sono sempre un bel vedere. Complimenti per l'acquisizione1 punto
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Ciao a tutti, se ne era parlato anche tempo addietro sul forum del 25 baiocchi di Pio VI 1796 a firma di Gioacchino Hamerani (GH), moneta che talvolta compare in asta senza che si sottolinei a dovere che si possa trattare di un falso d'epoca, tra l'altro più comune della moneta originale. Ora, nulla di meglio del confronto diretto tra una moneta originale, in mistura, e quello che spesso viene descritta come emissione del periodo di transizione tra la fine della Repubblica Romana ed il restaurato governo pontificio, che comunque sempre falso d'epoca rimarrebbe. Del periodo travagliato che vivevano le finanze e la monetazione pontificia negli anni a cavallo della discesa napoleonica verso Roma abbiamo già trattato in passato (è un invito a rileggerli ) per comprendere che il contesto storico fosse favorevole alla proliferazione di falsi di ogni genere. La moneta in esame, il 25 baiocchi è un nuovo taglio che viene introdotto con chirografo del dicembre 1794 e le coniazioni iniziano con millesimo 1795 e anno di pontificato XX; è una moneta in mistura 458/1000 (5 once e mezza di argento fino per libbra), del peso legale di 9,41 grammi, ma subirà a breve ben due riforme: I riforma (18 aprile 1795): Il peso legale resta di 9,41 grammi ma il titolo della lega viene diminuito a 416,67/1000 (5 once di argento fino per libbra). II riforma (9 aprile 1796): Il peso legale viene portato a 7,06 grammi ed il titolo della lega ulteriormente diminuito a 333,33/1000 (4 once di argento fino per libbra). Veniamo all'analisi delle due monete: L'ORIGINALE La moneta in foto purtroppo presenta una certa porosità frutto probabilmente di coni ormai logori ed ossidati; appartiene alle emissioni seguenti la II riforma, testimone di ciò il peso di 6,35 grammi, anche al di sotto del peso legale. Il diametro è di 32 mm, il taglio presenta un ornatino a volute, purtroppo non molto visibile nella foto sottostante per via dell'usura: E' opera di Gioacchino Hamerani, erede ultimo assieme al fratello Giovanni della dinastia di incisori che partorì i migliori coni pontifici. Al rovescio compaiono le sue iniziali assieme all'1 rovesciato della data, vezzo tipico delle sue emissioni (a lui stesso vanno con tutta probabilità attribuiti i coni postumi dello scudo con millesimo 1780) Risulta mancante sul Muntoni, che delle tre tipologie di 25 baiocchi a firma Hamerani ad oggi note classifica unicamente (M.69) quella datata 1795, priva del segno di zecca, tra l'altro con un errore di datazione nel testo che riporta erroneamente la data 1796 mentre sulle tavole è riprodotta correttamente con il rovescio 1795. Anche sul CNI questa moneta non è citata, mentre il Serafini ne elenca quattro esemplari (314-317), di peso oscillante tra 7,55 e 6,20 grammi e diametro variabile tra 31 e 32 mm; almeno quello riprodotto nelle tavole è ascrivibile per caratteristiche alle emissioni postume che vedremo di seguito. IL FALSO D'EPOCA Già dalle immagini si nota una differenza di stile notevole rispetto all'esemplare precedente, e si nota che non si tratta di mistura bensì di bronzo, all'apparenza coniato e non fuso, successivamente argentato per la circolazione, rimangono tracce di argentatura vicino ai rilievi. Il diametro è di 31,4 mm per un peso di 7,4 grammi (peso che sarebbe al di sopra del peso legale di un originale), questo per lo spessore che risulta essere maggiore (1,4 mm contro 1,1 mm) rispetto all'originale in mistura. Il contorno è lavorato con una serie di cerchietti attraversati da un "filetto" orizzontale. A differenza di molti falsi d'epoca, con il contorno lavorato a mano, per questo pare sia stato usato un macchinario simile a quelli usati per le monete originali, il tondello presenta infatti delle ondulazioni compatibili con l'utilizzo delle matrici per la lavorazione del contorno post-coniazione: Per quanto sia riprodotto con attenzione si nota come al diritto la tiara sia povera di particolari, così come le impugnature a rosetta e le iscrizioni, molto semplici se non grossolane, stilisticamente lontane dai caratteri usati dall'Hamerani. Anche al rovescio, complessivamente ben riproposto compreso l'1 rovesciato della data, compare una differenza abbastanza evidente, sono nove per lato i fiordalisi (più simili in questo caso a mazzetti di foglie trinate) dei due festoni scendenti ai lati della cartella, mentre sulla moneta originale sono solamente otto. Curiosamente, come accennato in precedenza, sia il Serafini che il Bruni (Le monete della Repubblica Romana e dei Governi Provvisori) riproducono un esemplare di questo tipo piuttosto che un originale in mistura. Il Bruni in particolare (la classifica al n°68, come molto rara) inserisce questa emissione tra quelle del periodo di restaurazione del governo pontificio seguente la Repubblica Romana del 1799. Tra l'altro viene indicato che le attribuzioni per le emissioni di questo capitolo sono ipotetiche, e viene indicato come incisore Giovanni Hamerani piuttosto che il fratello Gioacchino, Giovanni che però risulta nominato incisore della zecca romana solo nel 1801. Per una panoramica generale delle tipologie del 25 baiocchi di Pio VI, falsi d'epoca inclusi, questo il link al nostro catalogo on-line: http://numismatica-i...eta/W-PIOVIR/14 Un saluto a tutti e Buon 2011, numismatico e non !! Ciao, RCAMIL.1 punto
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Secondo me è un denaro provisino seconda emissione https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SENRM4/2 Certo che con questi dati ponderali sembrerebbe quasi il leggendario mezzo denaro provisino @adolfos1 punto
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Effettuando diverse ricerche in rete mi sono imbattuto in questo interessante articolo di Michele Sarfatti sulle carte d'identità false per gli ebrei di Firenze. Guarda caso, la carta in questione è proprio delle vicinanze. Nella prima parte si parla molto dettagliatamente della fabbricazione di queste carte false, poi l'articolo entra nel vivo della storia ed è molto interessante leggerlo fino alla fine. L'ho postato qui per completezza della discussione e per rendere partecipe chi è interessato all'argomento: http://www.michelesarfatti.it/documenti-e-commenti/gino-bartali-e-la-fabbricazione-di-carte-di-identita-gli-ebrei-nascosti-firenze1 punto
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Per me niente pranzo, perchè, mentre voi vi divertite, a me tocca lavorare allo Stand 224 in fila F... Arka1 punto
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Sta di fatto che le poste si scaricano sempre da ogni responsabilità, poi con i tempi che corrono se il postino lo assumi di tre mesi alla volta, cosa vuoi che gli importi della posta. Allora perchè l'azienda non è responsabile del comportamento malevolo del propio dipendente, se non fanno nulla per attenuare questi comportamenti, loro sono i primi responsabili del srvizio, io come dicevo mi affido alla ditta Poste e non al postino pinco pallino, potrebbero aggiungere alla tracciatura un codice identificativo del postino o di chi ha preso la posta all'ufficio smistamento, in questo modo sai quanti pacchi in meno sparirebbero! Io sono comunque convinto che il primo deterrente sia quello che una azienda mette in atto perchè queste situazioni non capitino, altrimenti la ditta è responsabile, in questo caso la Posta, che è il soggetto al quale io mi rivolgo per avere un servizio profumatamente pagato.1 punto
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Fermo restando che i furti avvengono generalmente presso i centri di smistamento..., confermo che i dirigenti degli uffici postali fanno ben poco se la posta tracciata fa perdere le proprie tracce proprio nel loro ufficio... E per questo motivo che dobbiamo sempre esporre denuncia, perché se i fatti si ripetono saranno le forze dell'ordine ad installare le videocamere... ( e certamente non le poste ... ). Non di rado ne beccano qualcuno in flagranza ... Ne parlavo proprio la scorsa settimana con un direttore di un ufficio, il quale mi diceva che questi servizietti vengono fatti dai ragazzi assunti con contratti brevi, e quindi hanno poco da perdere. Nella maggior parte dei casi sono da escludere gli impiegati a tempo indeterminato, in quanto si rischia seriamente il posto, a parte il fatto che sono formati per svolgere lavori di responsabilità e hanno un'etica professionale!1 punto
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Riprendo a condividere Piastre di Ferdinando II 1858, Lettere sottili al dritto Lettere grosse al rovescio.1 punto
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Ti faccio tutti i miei auguri che tu possa ritrovare un poco di tempo per completare la tua interessante ricerca sugli accoppiamenti dei conii di Gela. Purtroppo pure io ho un poco diradato le mie incursioni nel forum per carenza di tempo libero...1 punto
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Bel giochetto! a me sembra di vedere una carta che, a discapito delle brutte grinze, è ancora molto croccante. Angoli buoni, ben appuntiti, pieghe [edit: centrali!] non ne vedo... Direi che uno spl con “grinze e pieghe” ci possa stare, e darei un valore “su strada” di 30€1 punto
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esclusi i mini stati,colleziono tutto per nazione,anno di emissione,taglio monete. posto alcune foto postate anni fa che fanno vedere il mio modo di collezionare e gli album fatti in casa... ovviamente anche tutte le commemorative1 punto
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Era solo un esempio per un confronto stridente. Nemmeno io mi sono spiegato bene. Questo non è un problema, nè minore nè maggiore: non è proprio definibile tale, ma siamo noi che con tutta tranquillità l'abbiamo trasformato in cosa "seria" su spinta di qualcuno che aveva interesse a sollevare polemiche. Non è certo la prima volta che succede, ma sta volta grandi polemiche a livello nazionale a partire da cosa? Dalla modalità di distribuzione di sacchettini di plastica! Potevano essere anche altre questioni della stessa rilevanza... come il problema degli unicorni che intasano i cieli formando un pericolo per il traffico aereo Ero inquietato dal fatto che se i nostri problemi diventano questi vuol dire che la società italiana non ha futuro.1 punto
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Caro Jagd, vedo che questi grossi vengono fuori sempre di più anche in Corsica, come succede anche in Sardegna e a Genova stessa (sia in scavo che nei ripostigli). Bene: tutto si tiene con il quadro che si sta delineando su certi aspetti della monetazione genovese nel Duecento ;). Come già dimostrato dal buon Lopez, i calcoli di equivalenza con i denari, oltre che le datazioni dei grossi genovesi, pubblicate da Desimoni per quanto riguarda soprattutto il primo periodo della loro produzione non sono veritieri, nel senso che Desimoni aveva usato impropriamente un documento del 1172, da scartare sia per la cronologia, sia per definire i grossi come "da 4 denari" (era una corrispondenza non data dai documenti ma calcolata in base al peso della libbra genovese del 1172, appunto). Ogni volta che ho trovato qualche corrispondenza documentale tra grossi genovesi e denari di conto genovesi dal 1217 fino agli anni Cinquanta del Duecento si vede che era di 6 denari genovesi, come scritto anche nell'articolo del 2013 dedicato a questo argomento. L'equivalenza a 6 denari sia con un peso di 1,70/75 g teorico nel primo periodo di emissione (ante 1216-1230 circa), che con un peso teorico di 1,40/45 g nel secondo periodo di emissione (1230-1252 circa), insieme con piccoli aggiustamenti nel fino in argento, si può ben spiegare con il processo di forte svalutazione della lira di denari genovesi in quel periodo. Dopo il 1252 per un poco di tempo si avrà sempre un grosso da 6 anche se di peso ancora un poco calante (1,30/1,35 di media, con tanti esemplari circolati che arrivano a poco più di un grammo come nel ripostiglio di Oschiri: e anche l'esemplare che ha trovato Jagd appartiene a queste serie) fino a quando non si batterà un grosso del peso doppio 2,70 g circa, e del valore di 12 denari piccoli genovesi. D'accordo sul denaro tosato, invece. Un caro saluto MB P.S. per @@bavastro: c'è anche una serie di denari di Genova che presenta il punto tra la I e la A, ed è molto interessante perchè spesso è ribattuta sui denari di Asti, fornendo un interessante appiglio cronologico per queste produzioni: anche su questo c'è una rapida annotazione nell'articolo sui grossi del 2013, ma presto potrò dirne di più sia perchè ho in programma un lavoro sulle ribattiture bassomedievali, sia perché ne ho molti e molto chiari nel ripostiglio di Padru di prossima edizione.1 punto
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