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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/22/19 in tutte le aree
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Rientriamo nei binari... Ho nascosto qualche messaggio e non tollerero' piu' questioni personali gestite in questo modo.4 punti
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Tutti sappiamo o almeno ricordare dai tempi scolastici di una volta , di un fatto militare accaduto ai Romani e avvenuto nel 321 a.C. nel corso della seconda guerra sannitica , quando un esercito romano al comando dei Consoli , Tito Veturio Calvino e Spurio Postumio Albino , venne intrappolato in una stretta valle del Sannio , costretto ad arrendersi , poi vilipeso dai Sanniti di Gavio o Gaio Ponzio che fece passare un uomo alla volta tutto l' esercito romano seminudo , spogliato di armi e armature , questo , anche se non ci fu una vera battaglia ma solo una trappola , sotto il famoso baldacchino attrezzato nella localita' in cui avvenne la resa , che poi passo' alla storia con il nome di Forche Caudine ; il fatto storico fu una forma di scherno e di oltraggio verso l' esercito romano , poiche' l' offesa prevedeva che tutti dovevano passare e piegarsi sotto il giogo abbassando la testa davanti all' esercito sannita schierato ai lati del baldacchino , in pratica il giogo altro non fu che due lance infisse a terra mentre una terza era posta trasversalmente a queste , dalla forma somigliante ad una specie di salto in alto moderno , ma piu' in piccolo . Ma quale era la posizione geografica reale della localita' che passo' alla storia con il nome delle Forche Caudine ? Sono diverse le localita' del Beneventano che nel corso del tempo si sono contese la paternita' di questa famosa localita' , al punto che la disputa e la conseguente attribuzione alla localita' ritenuta la piu' reale , arrivo' nel 1954 addirittura l'Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri . Ecco perche' il primato dell' attribuzione del luogo esatto delle Forche Caudine venne concesso a Forculum , attuale Forchia , con tanto di riconoscimento di Stemma araldico ; tratto da Wikipedia : "Forchia è un comune italiano di 1 223 abitanti[1] della provincia di Benevento in Campania. L'area di Forchia è cartografata nella tavoletta I.G.M. di Montesarchio III SE del foglio N°173 di "Benevento" della carta d'Italia. Forchia rientra nella parte sud-occidentale di quell'area sub-pianeggiante del beneventano conosciuta come Valle Caudina, delimitata a sud dai monti del Partenio, a nord-ovest dai monti di Durazzano, a nord dal massiccio del Taburno, tutti caratterizzati da versanti acclivi a forme piuttosto aspre. Il comune è circondato per circa 2/3 da rilievi collinari mentre la restante parte (quella che guarda il versante casertano) si affaccia verso una immensa zona pianeggiante. Forchia è l'unico comune della provincia di Benevento - insieme con la limitrofa Arpaia - che confina con la città metropolitana di Napoli, precisamente con l'area nolana Poche sono le notizie storiche di Forchia che sembrerebbe avere origini antecedenti a quelle dell'impero Romano. Il suo nome deriva probabilmente dal latino forculae che sta per forche, a richiamare la famosa Battaglia delle Forche Caudine quando nel 321 a.C. i sanniti guidati da Gaio Telesino sconfissero due legioni romane e le costrinsero a subire l'umiliazione del passaggio sotto il giogo. Fu una circoscrizione longobarda (gastaldato) annesso al principato di Salerno. Nell'anno 849 d.C. L'imperatore Ludovico, nella divisione del Principato di Benevento, lasciò Forchia al principe di Salerno Siconolfo, divenendo il confine dei due principati. Forculum (Forchia) compare infatti nel capitolare che si trova nell'Archivio di Montecassino e che contiene l'enumerazione dei gastaldati che dovevano comporre il Principato di Salerno; dopo la stessa Salernum, sono infatti nominati Sarnum, Cimiterium, Forculum, Capua, Teanum e Sora. Come tutta l'Italia meridionale nell'undicesimo secolo fu sotto il dominio dei Normanni che preservarono il principato. Nel 1139 il gastaldato di Forchia insieme a tutto il principato (che fu anche chiamato "longobardo-normanno") evolse nel Regno di Sicilia (durato - con vari nomi - sette secoli, fino al 1861) anche se continuarono a essere nominati duchi longobardi (direttamente dal papa) fino al 1081. anche Forculum continuò a far parte di un ducato in quello stesso periodo. Fu completamente distrutta nel terremoto del 5 dicembre 1456. Il terremoto si verificò alle 3 del mattino e, con una magnitudo di 7.1, fu uno dei terremoti più forti mai registrati in Italia dove tutti i paesi dell'entroterra campana furono rasi al suolo. Lo sciame sismico durò per diversi anni. Una vox populi vorrebbe che in passato fosse stata unita al vicino comune di Arpaia. Se ciò è senz'altro vero da un punto di vista parrocchiale (la separazione avvenne in tal senso nel 1654) non si hanno notizie certe se e quando sia avvenuta la separazione da un punto di vista amministrativo. Molti dei comuni del Sannio, si contendono l'episodio delle Forche Caudine, tuttavia solo il comune di Forchia è riuscito ad ottenere uno stemma comunale che riporta la raffigurazione del giogo, sancendo in qualche modo l'attribuzione del luogo del famoso episodio storico come esclusiva proprietà, nonostante il parere contrario di molti storici. Le vicissitudini che hanno condotto all'attribuzione dello stemma comunale sono alquanto bizzarre. Il Comune, forte del nome (Forchia deriverebbe infatti da forculae ovvero forche, giogo dalla traduzione latina) e di alcuni ritrovamenti archeologici (le rovine di un antico monastero di Forchia chiamato Santa Maria del Giogo indicherebbero il luogo dove avvenne l'episodio), si è sempre battuto per vedersi attribuire lo stemma. La vicenda che ha portato il comune di Forchia al particolare primato è riportata (in maniera imprecisa) dal giornalista e scrittore Giuseppe Josca in una raccolta di articoli da lui scritti per il Corriere della Sera negli anni sessanta su alcune comunità del sud dell'Italia[3]. L'articolo che parla di Forchia intitolato La guerra sannitica con la carta bollata si incentra sulla tenacia (anche se molto sarcasticamente sottolineata dall'autore) dei forchiesi[4] che capeggiati dall'allora sindaco Alfonso D'Ambrosio, ingaggiarono una vera e propria battaglia non solo con il vicino comune di Arpaia, che contendeva a Forchia l'attribuzione del luogo dell'episodio, ma addirittura con l'Ufficio Araldico della Presidenza Del Consiglio. Infatti venne adottato un timbro che raffigurava ruote, stelle, foglie e altri elementi dello stemma della Repubblica, ne nacque un ulteriore disputa con le autorità competenti, in quanto la legge prescrive chiaramente che gli enti periferici non possono usare l'emblema dello stato, e in seguito ai risultati di un'indagine effettuata da studio araldico di Genova, con un decreto governativo del 1954 furono dichiarate fondate le rivendicazioni del comune che da allora poté adottare lo stemma attuale. La blasonatura dello stemma è la seguente: «D'azzurro a due monti di verde, moventi dai lati dello scudo, declinanti verso il centro; alla forca caudina di tre lance con le punte d'argento e manicate di legno, piantate nella campagna di verde, sotto la quale passa un soldato romano con le mani legate dietro la schiena.»" (Decreto del 14 gennaio 1954.) Per concludere , vedendo ancora oggi la panoramica di Forchia dopo 23 secoli dai fatti , si puo' ritenere la valle piuttosto stretta tra due alture , gli alberi ai lati che ancora la ricoprono e il racconto di Tito Livio che se ricordo bene descrive il passaggio della valle all' avanzare dei Romani chiuso d' innanzi da alberi tagliati dai Sanniti e da macigni , mentre il retro della valle era chiuso dai nemici , che tutto faccia credere , oltre al nome antico del posto , Forchiae o Forculum , che questa sia forse la localita' in cui avvenne il fatto storico ; ma leggiamo come descrive il luogo Tito Livio : “«due gole profonde, strette, ricoperte di boschi, congiunte l'una all'altra da monti che non offrono passaggi, delimitano una radura abbastanza estesa, a praterie irrigate, nel mezzo della quale si apre la strada; ma per arrivare a quella radura bisogna prima passare attraverso la prima gola; e quando tu l'abbia raggiunta, per uscirne, o bisogna ripercorre lo stesso cammino o, se vuoi continuare in avanti, superare l'altra gola, più stretta e irta di ostacoli.» ed ancora : “«I Romani, discesi con tutto l'esercito nella radura per una strada ricavata nelle rocce, quando vollero attaccare senza indugi la seconda gola, la trovarono sbarrata da tronchi d'albero e da ammassi di poderosi macigni.» e Tito Livio prosegue : “«Senza che ne venga dato l'ordine si arrestano: gli animi sono presi da sgomento, le membra irrigidite da una specie di torpore; si guardano gli uni gli altri come se ciascuno cercasse nel viso del compagno un'idea o un progetto di cui si sente privo: immobili in lungo silenzio.» D' altra parte tornando alla localizzazione del luogo dove avvenne il fatto storico , credo sia piu' probabile che il luogo , per tradizione , abbia preso nome dal baldacchino innalzato dai Sanniti , appunto la forca , che oltre ad essere un attrezzo agricolo intende anche essere una sorta di patibolo o di attrezzo di condanna , da cui sarebbe derivata poi la localita' di Forchiae o Forculum , piuttosto che il contrario , cioe' che la localita' gia' esistente prima del fatto abbia dato nome al baldacchino innalzato dai Sanniti . In foto la zona presunta delle Forche Caudine con le localita' di Forchiae ed Arpaia Il passo di Arpaia visto da Forchiae La Valle Caudina vista dal passo di Arpaia Idealizzazione del giogo Lo stemma araldico di Forchia attuale3 punti
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Posto l'unico 9 cavalli in mio possesso, la conservazione non è delle migliori (non denigratela per questo è pur sempre più grande di voi ? ) però mi stava simpatica la variante... secondo voi che cosa sono tutti quei triangolini sul volto?3 punti
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Stavo fotografando i pezzi da 9 Cavalli di Ferdinando IV della mia Collezione per un piccolo studio sui conii e per stabilire le varianti importanti da quelle causate da rotture di conio. L'impatto visivo è qualcosa di molto bello da vedere e lo voglio condividere con tutti voi. Spero di farvi venire la voglia di Collezionare anche i piccoli nominali in rame. Se avete domande da fare, sono a vostra disposizione anche in mp. ?3 punti
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Buonasera a tutti! Ci sono informazioni relative ai 10 centesimi Slovenia 2018, quest'anno li hanno immessi per la circolazione? Li ho appena trovati in circolazione... Grazie a tutti in anticipo per qualsiasi informazione.2 punti
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Dovrebbe essere russo, è conosciuto già sul forum, in quanto per lui il 99,999999 di tutte le Monete sono false........ TIBERIVS2 punti
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quindi se un privato ha la fortuna di avere un pezzo unico questo sarebbe R4 ?2 punti
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Caro @FLUORESCENTE non si chiede mica un'identificazione in questo modo: servono peso e diametro della moneta, ma soprattutto le paroline magiche GRAZIE o PER FAVORE. Mi domando se si insegna ancora l'educazione e le buone maniere (a prescindere da te FLUPRESCENTE, è un discorso generale sui nuovi iscritti), comunque sia se si chiede qualcosa a qualcuno per strada o su un forum non credo che ci si possa atteggiarmi in tal maniera, si deve sempre usare una forma di cortesia, anche e soprattutto perché ci stanno facendo un favore.2 punti
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FS MILANO MONZA gettone SPECIALE VALE PER IL GIORNO 17.08.18402 punti
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Quasi quasi ci scappa un sondaggio/votazione sul tema.... è molto che non ne facciamo!2 punti
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Volevo segnalare questo bel video sulla serie legionaria di Gallieno. Il video è stato prodotto da Kuenker anche per pubblicizzare il fatto che nella loro prossima asta ci sono in vendita parecchie di queste emissioni, ma rimane comunque piacevole e interessante:2 punti
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giusto per avere un'idea di un fdc con bella patina..questa è del 1902 però, c'è qualche segnetto che la patina riesce a coprire bene, e anche qualche difetto al bordo.. ma è un'impresa trovarle proprio perfette in tutto.2 punti
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Tema non secondario quando si scrive un articolo e' la bibliografia relativa. Mi capita di cogliere anche in riviste blasonate riferimenti bibliografiici scarni e/o datati. Inutile sottolineare che le fonti servono per permettere eventuali approfondimenti sul tema proposto.2 punti
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ciao a tutti finalmente torno con degli acquisti; in questo caso, una bella 2 lire fdc. So che è comune, ma il venditore mi ha detto che era fdc e, visto che mi sembrava, l'ho presa. secondo voi è fdc? scusate le foto, sono un pò gialline... p.s. pagate 2€, abbastanza per una comune se non fosse in ottima conservazione1 punto
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Grazie di cuore carissimo Mario, ci accomuna lo stesso stile, tanta passione e calore umano travolgente. Il logo era il minimo da parte mia, appena ti è possibile tramite email d'inviarlo in alta risoluzione cosi modifico la locandina e il volantino che sarà distribuito nelle manifestazioni. Prima o poi, dobbiamo assolutamente unire le forze e creare un grande evento con i temi principali, amicizia, convivialità, basato su rapporti veri, a prescindere da questo ambito, a prescindere da tutto!1 punto
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E tu @Champagne ? Ci hai promesso altro materiale (in visione), e allora dai, apri altri argomenti... per ora ti saluto ma prima, come è scritto su un denario repubblicano falso del III secolo a.C., ti dico... ... ... e daje, facce sognà! Tuo Arcangelo1 punto
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@Hirpini Spe ci penso io Allora c'è una testa e c'è un tripode @FLUORESCENTE è sufficiente come l'ho descritta? ?1 punto
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D'accordo sull'asse unciale (qualche grammo si è perso per usura), ma sopra la prora non vedo né sigle di magistrati monetari né simboli, propenderei per un asse appartenente alle emissioni anonime, che il Sydenham fa risalire (cito a memoria) al 155/133 a.C. Arcangelo1 punto
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Mi sono permesso di scriverti questo perché anch'io in passato ho avuto bisogno di informazioni del genere e ho avuto risposte proprio postando le richieste in piazzetta che è frequentata da quasi tutti gli utenti del forum e tra i quali ci sono molti studiosi di numismatica in generale e quindi è più probabile che qualcuno possa soddisfare la tua richiesta...1 punto
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@gennydbmoney… ti ringrazio ugualmente per la risposta , ho postato qui in quanto credo sia più probabile che tra gli appassionati di numismatica dell'Italia meridionale ce ne sia qualcuno che possieda anche i sopracitati testi, se non avrò fortuna tra qualche giorno metterò il post anche nella sezione bibliografica...1 punto
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@toratoratora esilarante il suo statere, fantastico, vale quanto un Pegaso d'oro vero! @King John, se la ragazza con l'uccellino sui capelli biondi è sua moglie, le faccio davvero i miei complimenti; se invece è sua figlia, i complimenti li raddoppio; se poi è nipotina, li triplico! Se è suo solo il pappagallo, be', va bene lo stesso Cordiali saluti a tutti i naviganti Arcangelo1 punto
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Buongiorno, stando alle punzonature, sarebbe argento 800 per 300 pezzi coniati, ma non è una moneta bensì, come voglio credere lei già sappia, una medaglia commemorativa emessa nel centenario della nascita del benemerito medico italiano fondatore dell'AVIS. Non mi esprimo sullo stato di conservazione. Aspettiamo però il parere degli esperti Saluti Arcangelo1 punto
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Il segno c'è, non con triangolini ma lineare: Parte dal bordo sulla destra per terminare al centro della torre1 punto
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Eccola qui... volevo scherzare su chi scrive "riproduzione vietata" e bla bla bla ma ho lasciato stare. Comunque riguardo i triangolini niente sul retro, o almeno penso.1 punto
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No , non e' segnalato. Citato solo un 80 L. 1830 con FER invece di FERT1 punto
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Secondo me, l'amico @sandokan ha visto giusto. Non credo sia qualcosa di religioso né tantomeno militare o araldico, ma in qualche modo sembra una placchetta di giunzione per un qualche tipo di collana o anche bracciale, comunque femminile. Come periodo non andrei oltre il XIX secolo. Qui una foto indicativa per capirsi:1 punto
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Non penso che sia così... Io penso che, in base alle mie conoscenze in materia: La sterlina d'oro (Gold Sovereign), a differenza di altre monete d'oro di borsa, è una moneta che gode della protezione legale del Regno Unito (è "legal tender") e quindi anche se sotto peso vale sempre come una moneta d'oro contenente 7,32 gr di oro puro, perchè è garantito da una tutela legale. Quando una Gold Sovereign scende sotto il peso legale di 7,935 grammi lordo può essere chiesta la sostituzione con una Gold Sovereign nuova, esattamente come avviene con una moneta da 1 euro. Anche quando una moneta da 1 euro è rovinata vale sempre 1 euro, anche quando una banconota da 50 euro è logora vale sempre 50 euro. Approfitto della discussione per dire anche che: appunto perchè la Gold Sovereign è una moneta legal tender, non può essere fusa per utilizzarne il materiale oro, non può essere danneggiata, così come per qualsiasi moneta legale. Per poter fondere una Gold Sovereign è necessaria l'autorizzazione della Royal Mint. Inoltre è vietato fabbricare e detenere Gold Sovereign false, anche se contengono 7,32 gr di oro puro, ecco, forse sarebbe meglio far fondere a un compro oro le varie sterline false contenenti oro... Per esempio, i marenghi non godono più di una tutela legale. Ultima considerazione; anche se la Gold Sovereign del 1872 in questione risultasse avere un peso al di sotto dei 7,935 gr legali, io non la sostituirei per una nuova, quella è una moneta con quasi 150 anni di storia! e sicuramente ha un valore numismatico aggiunto, come i marenghi del resto...1 punto
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Capisco che a volte la confezione o i cofanetti siano importanti , o parte integrante di una collezione, ma qui credo che stiate un po’ discostandovi dalla cosa principale .... collezionare monete .... non cofanetti1 punto
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La rarità, come del resto la conservazione, è relativa. Dipende molto dall'esperienza. Personalmente ritengo sufficienti tre gradi di rarità come descritti sopra. Se proprio si volesse si potrebbero triplicare i gradi di ''comunità''. Ovvero C = comune, CC = molto comune e CCC = comunissimo. Arka Diligite iustitiam1 punto
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E' consunta, quindi di scarso valore venale, ma bellissima proprio per il suo essere consunta, a mio avviso. Si vede il Tempo, che, a volte, è artista...1 punto
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si… puntualizzo meglio… se non hai niente di nuovo o utile, non pubblicare…. perché scritto come lo hai scritto tu, sembrava riferito al forum, E NON LO ERA, e sembra non includere gli scritti UTILI anche se non nuovi, e anche in questo caso l'intento non è quello...1 punto
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Potrebbe essere un asse unciale del tipo: Roman Republican and Imperatorial A. Caecilius A.f. Ca. 169-158 B.C. AE as. Uncial standard. Rome mint. Laurete head of Janus, I above / prow of galley right, A·CAE monogram above; I to right, ROMA below. Crawford 174/1; Sydenham 355. VF.1 punto
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considerando che manca un pezzo di moneta, penso che possa essere un sesterzio RIC 547 Sear 7961 Severus Alexander AE Sestertius. 226 AD. IMP CAES M AVR SEV ALEXANDER AVG Laureate, draped and cuirassed bust right / AEQVITAS AVGVSTI S C, Aequitas standing with scales and cornucopiae. Cohen 20. Text1 punto
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Taglio: 2 Euro Nazione: Austria Anno: 2008 Tiratura: 2'600'000 Condizioni: qBB Città: Pavia (PV)1 punto
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Visto l’interesse per questo libro, in questo evento c’e’ la presentazione del libro con l’autore ....1 punto
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Per le monete austriache, nella maggior parte dei casi è la data che identifica il riconio, una data per la quale non esistono le corrispondenti monete "originali", cioè coniate davvero in quell'anno. E' così per i 4 fiorini del 1892, i 4 ducati del 1915, e tutte quelle citate da @cabanes, ad eccezione delle 100 corone. Di queste, esistono anche gli originali, ma i restrikes si possono riconoscere, per quanto riguarda quelli del 1908, dal fatto che sono stati coniati in oro rosso e, alcuni, con stemma satinato, mentre in quelle del 1915 gli originali presentano un conio più fine rispetto ai riconii. Quindi, ad esempio, un 20 corone austriaco datato 1915, è SEMPRE un riconio. Quanto all'anno di effettiva coniazione di queste monete, ricordo di aver letto da qualche parte che furono prodotte a metà degli anni '20 del secolo scorso, in particolare tra il 1922 e il 1925, ma non escluderei che si sia continuato a coniarle anche dopo, come avvenuto, e avviene tuttora, per il tallero di Maria Teresa. Ma un modo per sapere con certezza l'anno di produzione, credo proprio che non esista. petronius1 punto
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Altra proposta: bronzo dorato - gr. 3,33 - diam. 24,57 x 31,58 mm. - Non comune Madonna con Bambini in braccio e retro la Santa Casa - Crocifisso di Numana1 punto
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Se decidessi di venderla considera che, come fatto notare Nell intervento qui sopra, dubito che la moneta pesi i canonici 7,98 grammi. Certo si parla di micro differenze, ma quando si vende una sovrana a peso (come in questo caso), anche una differenza di 0, qualcosa determina un prezzo finale diverso da quello “atteso”.1 punto
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Buon pomeriggio Bisogna premettere soprattutto che ai tempi del doge Dandolo il Grosso era coniato e speso principalmente per le grandi transazioni commerciali; era una moneta che, il più delle volte, andava in oriente per l'acquisto di merci; a Venezia e nel dogato si usavano quasi sempre i denari. Detto ciò, è chiaro che il Grosso era una moneta più pratica; pratica per la zecca poiché occorreva meno tempo e manodopera a coniarla (è intuibile che fare una sola grossa moneta invece di 24 piccole è vantaggioso), lo stesso vale per il mercante che ha a che fare con una sola moneta, rispetto a 24 piccole. E' chiaro che tra una moneta grande e di buon argento come il Grosso, rispetto a 24 piccole monetine, la preferenza cade sulla prima, più facile da conservare, tesaurizzare e scambiare nelle grandi transazioni; facile che tale preferenza diventi speculazione. Ricordiamo poi quanto incida il mercato, al di là della politica dei cambi sancita da una legge; tendenzialmente era il mercato a dettare il numero di denari per avere un Grosso, è per questo motivo che il numero di 24 si è elevato in un periodo relativamente breve. Troviamo scritti fatti in questo periodo e relativi a contratti di compravendita, prestiti, ecc. dove si desume che il Grosso veniva ragguagliato ad un numero differente di denari, ad esempio in una ricevuta del 1231relativa ad prestito di lire 800 in Grossi veneziani, si attribuisce una proporzione di 25 piccoli per Grosso; in un documento padovano del del 1265 si specifica che il Grosso andava computato a 27 denari. saluti luciano1 punto
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Accadde il 19 febbraio del 197 d.C. e durò per due giorni. La BATTAGLIA DI LUGDUNUM fu combattuta presso l’omonima città (odierna Lione) tra l’esercito di Settimio Severo e quello di Clodio Albino. Plastico della città di Lugdunum in età imperiale. PROLOGO: Dopo la morte di Commodo (192), Pertinace (193) e Didio Giuliano (193) tre generali si contendono la porpora: Settimio Severo (Legioni dalla Pannonia) https://www.deamoneta.com/auctions/view/9/231 Clodio Albino (Legioni della Britannia) https://www.the-saleroom.com/it-it/auction-catalogues/bolaffi-ambassador-auctions/catalogue-id-srbol10015/lot-f6f49fbe-fdc2-4392-ab96-a4490117150d Pescennio Nigro (Legioni orientali) GLI EVENTI BELLICI: Il primo si allea con il secondo e sconfigge Pescennio nella battaglia di Isso (194) che cerca di rifugiarsi presso il re dei Parti Vologese IV ma viene raggiunto presso l’Eufrate e ucciso (195). A questo punto Settimio volge la sua attenzione verso Clodio Albino, fino a quel momento Cesare. Quest’ultimo gode dell’appoggio di 29 senatori e di 3 legioni britanniche (II Augusta, VI Victrix, XX Valeria Victrix), della Gallia Lugdununensis e della Spagna Tarraconensis (VII Gemina). Attraversata la Manica pone il suo quartiere generale a Lugdunum e rintuzza un attacco da parte del Governatore della Germania Inferiore Virio Lupo. Tentò quindi invano una sortita verso l’Italia ma i passi alpini erano stati presidiati dal rivale. Verso la metà dell’inverno 196-197 Settimio guidò di persona le operazioni belliche in Gallia e dopo una prima vittoria a nord di Lugdunum presso Tinurtium puntò verso il quartiere generale di Clodio. La battaglia ebbe inizio il 19 febbraio 197 con una azione da parte di un generale di Settimio Severo che distrusse la cavalleria sarmata proveniente dalla Britannia. Quindi vi fu una avanzata dell’ala sinistra ma solo dopo due giorni di battaglia si ebbe un epilogo, con il cedimento della ala sinistra di Albino e la sua conseguente fuga e quindi suicidio. «Nel corso della battaglia decisiva, dopo che un gran numero dei suoi soldati erano stati uccisi, moltissimi messi in fuga e molti si erano arresi, Albino si diede alla fuga e, secondo alcuni, si uccise con le proprie mani; secondo altri, fu colpito dal suo servo e portato ancora in vita da Severo [...]. Molti altri sostengono che ad ucciderlo furono i suoi soldati, che cercavano con la sua morte di ottenere il favore di Severo.» Historia Augusta, Clodius Albinus, 9.3-4. A Clodio Albino in pratica non riuscì ciò che in seguito fece Costantino e successivamente tentò invano anche Costantino III : partire dalla Britannia e conquistare l’Impero. Ciao Illyricum [emoji6]1 punto
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Proviamo a sentire @tempolibero...1 punto
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La mia è solo una ipotesi : ora gli stemmi delle province inalberano una corona di foggia particolare e standardizzata, quella che allego. Non posso escludere che, all'atto della rimozione del fascio dallo stemma, sia stato adottato in un primo tempo lo stemma a testa di cavallo, ma non ne ho trovato traccia sul web.1 punto
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Ferdinando IV Piastra 1816 Errore: sostituzione di lettera P anziché F nella parola INFANS1 punto
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