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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/06/19 in tutte le aree

  1. @Massenzio i miei complimenti per questa discussione! Un'ottima presentazione, sintetica ma completa e soprattutto accessibile a tutti. Sono questi i contributi che arricchiscono il forum e, lasciatemelo dire, era da tempo che non ne leggevo qualcuno di così interessante che non provenisse sempre dai soliti "animatori di sezione" (che guai non ci fossero!!!). mi auguro che questo breve saggio sia solo l'inizio di una prolifica successione di lavori oltre che uno stimolo per tutti!!!
    4 punti
  2. Con l'avvento di Diocleziano si pose fine a quel periodo noto come crisi del III secolo, un periodo che vide pressione ai confini e lotte interne caratterizzate soprattutto dalla volontà dell'esercito di elevare al rango di Augusto un generale piuttosto che un altro. Il nuovo Augusto si trovò a dover affrontare una profonda crisi economica e pose in essere una serie di iniziative atte a far fronte alle nuove esigenze del sistema tetrarchico che imponeva tra l'altro maggior circolante necessario a pagare un esercito tanto numeroso. Dopo aver nominato Massimiano come Augusto d'occidente e Galerio e Costanzo come cesari, Diocleziano nel 294 d.C. attua un riforma monetaria che prevede non solo la rivalutazione della moneta aurea portandola nuovamente a 1/60 di libbra romana (5,41gr) ma anche l'emissione di un nummus argenteus dal peso di 1/96 di libbra romana pari a 3,41 grammi con un valore pari a 100 denarii comunes. Viene inoltre introdotto un nummus argentiferous, oggi viene comunemente chiamato follis, dal peso di circa 10 grammi quindi corrispondente a 1/32 di libbra e con un valore nominale ancora oggi dibattuto che potrebbe essere di 10 o 12,5 denarii communes. I radiati continuano a essere battuti, ma a differenza di prima non più argentati e con un valore pari a 2 denarii communes. A questi si affianca la moneta laureata, proprio quel denario che da tempo non è più d'argento ma in metallo vile, la moneta di conto in cui vengono espressi tutti i prezzi. Questa moneta di rame con un peso approssimativo di 1,5 grammi e che successivamente diventerà effettivamente un terzo di follis o genericamente una frazione di follis. Questi divisionali avevano un valore troppo basso rispetto a quello nominale e la logica conseguenza fu quella che il mercato impose un proprio tasso di cambio con le monete di metallo nobile. L'inflazione dilagante generò una diminuzione del potere d'acquisto della moneta e portò all'emanazione di quello che oggi conosciamo come editto di Afrodisia. Questo editto emesso in un periodo imprecisato del 301 d.C., ma del quale è conosciuta la decorrenza dal 1° settembre, raddoppiava il valore nominale delle monete enee circolanti ristabilendo nelle intenzioni il potere d'acquisto originario. L'editto di Afrodisia, trovato parzialmente completo, permette di scoprire quindi che la bicharactam pecunia aveva un valore di 4 denarii communes (qvae in maiore orbis partec... qvattvor denariorvm) mentre la nostra monetina in rame passava dal valore nominale di un denario communes a due. L'editto scoperto nel 1970, e quindi successivamente alla pubblicazione del RIC, riporta quindi come detto in precedenza che la moneta radiata emessa in oriente viene comunemente conosciuta come Bicharactam Pecunia, chiara allusione all'iconografia del rovescio CONCORDIA MILIT che mostra sempre due figure distinte. Anche il nummus argentiferous (follis) aveva raddoppiato il suo valore arrivando adesso ad almeno 20 denarii communes, su questo cifra non tutti sono unanimemente convinti, sempre un frammento riporta "..]TIQVINQVE", che apparentemente si riferisce al valore della moneta dell'editto e che Hendy interpreta come [VIGIN]TI QVINQVE, quindi 25. L'editto di Afrodisia non portò i risultati sperati, anzi la situazione peggiorò rapidamente e drasticamente, si arrivò a un aumento vertiginoso dei prezzi ormai incontrollabili. Venne quindi poco dopo promulgato il conosciuto editto dei prezzi, "Edictum de pretiis rerum venalium", tale editto altro non era che un calmiere dei prezzi, imponeva quindi quale fosse il prezzo massimo da pagare per un determinato bene o servizio. Tornando ai nostri piccoli laureati cosa ci permettevano di acquistare con queste piccole monete? L'editto ci viene in aiuto e ci dà un'idea del potere di acquisto del tempo. Scopriamo così che con 4 denarii communes era possibile acquistare un sextarivs di lupini cotti o dieci mele di prima scelta. Un nostro follis ora valeva 20 o 25 denarii communes (a seconda della tesi sposata, affronteremo in un secondo momento i valori probabilmente inseriti nei campi dei follis orientali), dall'editto deduciamo che questa moneta era la paga giornaliera per un pastore o il costo di un sextarivs di Vino rosato o ancora il costo per miglio del trasporto di un moggio su una barca fluviale. Con l'abdicazione nel 305 d.C. l'editto di Diocleziano viene messo da parte, il nummus argentiferous mantiene il suo valore di 20/25 denarii ma viene portato nel 307 d.C. a 1/48 di libbra corrispondente a 6,5 grammi. Prima di questa riforma a Siscia e stranamente solo in quella zecca vengono emessi dei laureati con rovescio GENIO POPVLI ROMANI. Ormai l'editto dei prezzi era accantonato ma i prezzi sicuramente sarebbero stati visti al rialzo, con pugno di monete come quelle in foto ci saremmo forse potuti permettere dipendentemente dal valore della singola moneta una libbra di camoscio o una pelle di antilope o un pettine in legno. Constatino in occidente avvia il follis a una continua svalutazione seguito da Massimino Daia in oriente, Massenzio da parte sua invece non segue le riforme costantiniane e mantiene immutato il peso fino alla sua morte. 310 d.C. 5,4gr 1/60 libbra 312 d.C. 4,51gr 1/72 libbra 313 d.C. 3,38gr 1/96 libbra Dopo la morte in Massenzio anche la zecca di Roma si adegua alle altre zecche galliche ma mantiene il sistema monetario di Massenzio emettendo il 2/3 di follis da 16 denarii communes e il mezzo follis da 12 denari, monete con percettibili differenze di peso e modulo. Come possiamo vedere in queste emissioni del 312 d.C. vengono riportate nei campi i valori nominali della moneta. Non è ben chiaro se il follis aumenta il suo valore nominale da 20 a 25 o se continua semplicemente a valere 25 denarii communes come avveniva in precedenza. L'emissione VIRT EXERCIT GALL ha anche un’altra particolarità oltre all'indicazione del valore, come si vede dalla foto di questa bellissima moneta di @Tinia Numismatica abbiamo la presenza al diritto della corona radiata che solitamente è associata a un valore doppio (dupondi, doppi sesterzi e antoniniani). In realtà, come è riscontrabile anche nella serie elmata e radiata dei follis di Lugdunum si tratta di un chiaro riferimento all'iconografia Costantiniana del Sol. Come accennato nel 313 d.C. il peso del nostro nummus argentiferous viene ulteriormente ridotto ma da questo momento in poi non abbiamo molti riscontri su cosa accade tra Costantino e Licinio, dei loro diversi sistemi monetari e dell'introduzione del centenionale (100 denarii communes) con la VICTORIA LAETAE PRINC PERP, questo è un tema che va affrontato separatamente. Cope, Lawrence. "Diocletian's Price Edit and its associated coinage denominations", 1977, pages 7-12. Zschucke, Carl-Friedrich. "Die Bronze-Teilstuck-Pragungen der Romischen Mumzstatte Trier", 1989 Spink, "The Roman Imperial Coinage Volume VI", 1967 David G. Wigg "An Issue of Follis Fractions with Denominational Marks", 1991
    3 punti
  3. Taglio: 2 Euro CC Nazione: Italia Anno: 2016 A Tiratura: 1'500'000 Condizioni: qFDC Città: Milano (MI)
    3 punti
  4. Documento manoscritto. datato Rivoli li venti otto del mese di agosto, l'anno del Sig.re mille sette cento sedeci e del nostro Regno il Terzo, con firma autografa del Duca di Savoia Vittorio Amedeo II di (Torino 1666 - Moncalieri 1732) . Provvedimento amministrativo in favore del Marchese Pallavicino. Una pagina in-Folio. Firme di funzionari vari, sigillo in cera sotto carta in calce. @angelonidaniele
    3 punti
  5. Taglio: 2 euro commemorativi Nazione: Germania Zecca: Monaco Anno: 2019 Bundesrat Tiratura: ? 30.000.000 totale 5 zecche Conservazione: Spl Località: Udine
    3 punti
  6. Ciao a tutti, Quest'oggi vi presento un biglietto di stato, piccolino, dall'aspetto quasi anonimo ma per quanto ho visto, decisamente raro in buona qualità. Rappresentava per un un piccolo cruccio... tipologicamente è l'unica che mi mancava (escludendo le costosissime 3: 500 e 1000 barbetti matrice, e 25 Lire effige Vittorio Emanuele III). Comprarla o non comprarla? Mi son fatto questa domanda per molto tempo... tempo che trascorreva... trascorreva... (senza che alcun pezzo di gesta tipologia sbucasse fuori in BELLA qualità) senza trovare una risposta decisiva a questa mia domanda. Mentre cercavo la baia ed il web in cerca di notizie, passaggi o altro, per quello che riuscivo a vedere non era mai in bella conservazione (sulla baia sono comparsi esemplari dichiarati Spl o più, ma lasciavano, e lasciano, alquanto a desiderare). Tutto ad un tratto è comparsa questa... ed è andata! Nel corso del tempo ho imparato ad apprezzare il suo stile artistico, decisamente "retro" già per i canoni stilistici del nuovo millennio, specialmente grazie alla ventata di novità artistiche volute dal nuovo Re. Mi piacerebbe ricevere molti pareri, anche i più disparati. Quindi chiedo a tutti: Cosa ne pensate? In merito a conservazione, valore di mercato e ricercatezza di questo specifico decreto, bellezza artistica e quant'altro vi viene in mente. Chiamo in causa gli ottimi @petronius arbiter @ray-ban @jena @wstefano santo@nikita_ @PriamoB @loris1980 @Guysimpsons @jaconico @robindan77 e chiunque altro abbia piacere di esprimere un suo parere grazie a tutti, Fab
    2 punti
  7. Buongiorno @Saturno e @borbonik , confermo che i vostri 10 tornesi 1846 sono due rari falsi d'epoca, oltre ad avere sostanziali differenze sul ritratto ci sono incongruenze stilistiche sui caratteri e rigatura del bordo e taglio e relativo allineamento. Ricordo di averne postati un paio alcuni anni fa in questa sezione.
    2 punti
  8. Guardate le foto da smartphone Allora, personalmente come ho detto, reputo il 1751 un anno molto comune per le oncine. La moneta per me è intorno al BB da queste foto ma non si nota al meglio l'usura al dritto e ci sono anche graffi pesanti che non sono di conio È pur sempre un oncina d'oro quindi parecchio apprezzata dal mercato, stiamo parlando di una tipologia che anche in condizioni molto basse si vende sui 280/300 euro, che secondo me sono cifre esagerate visto che l'oncia è una tipologia comune. Credo che in questa conservazione dovrebbe costare meno ma per il mercato mercato attuale credo sono sicuro si possa vendere con estrema facilità a 350/370 euro, forse 400. Personalmente però se devo spendere intorno ai 400 cercherei un pezzo più simpatico aggiungendo un altro cinquantino. Le annate 50, 51 e 52 sono le più facili da trovare in conservazione medio/alta. Detto ciò, l'esemplare qui postato è carino, alla cifra adatta l'avrei preso anch'io. Purtroppo ho problemi a caricare le immagini, se riesco domani ti faccio vedere le mie due oncine ?
    2 punti
  9. Credo che la zia in questione sia una delle sempre più rare persone oneste a questo mondo, è capace di intendere e volere alla grande, ha voluto estinguere il debito che le pesava sulla coscienza più di un ammanco di 10.000 euro dal conto in banca. Anche se va a vostro sfavore come eredi, dovreste farle i complimenti per l'onestà dimostrata.
    2 punti
  10. Ovvero lo studio di come veniva immaginato il futuro prossimo o remoto nel passato, non limitandosi solo alle opere utopistiche o di fantascienza. E' un campo poco considerato ma molto interessante, non solo per la stranezza di quel che vi si ritrova ma anche perchè in molti casi vennero immaginati - anche in tempi non sospetti - oggetti o scenari oggi realmente esistenti con una precisione sorprendente. Unica previsione a cui non ci si è nemmeno avvicinati è la diffusione delle dannate automobili volanti, assurdità con cui non si sa perchè l'umanità è sempre stata fissata. Per il resto ecco qualche filmato interessante. Notate specialmente cosa si vede sui tavoli davanti a cui passa il bambino a 1:39 minuti di questo mini-documentario anni '60: https://www.youtube.com/watch?v=3HmtHKBP2ok Molto interessante anche la seconda parte: https://www.youtube.com/watch?v=LwXHjV1aohA Una rassegna moderna di futuri immaginati negli anni '20 e '30:
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  11. Visto che mi avete rubato tutti gli aggettivi, userò un nome: "INVIDIA!" E complimenti davvero per l'acquisto! (sei riuscito a restare sotto i 400 euro?)
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  12. Con delle foto nitide non ci sarebbe bisogno di andare a farla periziare. Osserva per esempio la limpidezza delle immagini postate in questa discussione: Anche se solo online, con queste foto/scansioni che hai fornito è praticamente impossibile dare un parere sufficientemente valido.
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  13. Credo ci sia poco da aggiungere, se non...chapeau petronius
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  14. Ciao Massenzio, tantissimi complimenti per questa splendida trattazione! Non vedo l'ora che arrivi il prossimo capitolo della storia, non farci attendere tanto! Quindi è confermato che il follis si chiamava nummus argentifereus?
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  15. Eccole, la moneta andrà in vendita, forse su eBay o CataW, se qualcuno fosse interessato batta un colpo.
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  16. Salve a tutti, vi ho incontrato mentre cercavo informazioni su un Bisante rinvenuto in un cassetto. Vista la mole di informazioni delle quali son così venuto a conoscenza ho deciso di registrarmi per ringraziarvi e complimentarmi per la vostra competenza e passione. Per contribuire nel mio piccolo posterò, se mi riesce, foto della moneta, IF purtroppo piuttosto consumata e con buco. Theo
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  17. Complimenti per il nuovo entrato. Banconota del 1901, Classificata R da Crapanzano. All’epoca equivaleva a circa 22 euro. Dunque non proprio spiccioli. Se dovessi utilizzare un termine “ruberei” quello usato dal sempre ottimo Nikita, ovvero “Maestosa”.
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  18. Hanno già detto tutto gli amici @nikita_ e @prtgzn non posso che associarmi. Voglio solo evidenziare, come già fatto in altre circostanze, la bontà delle foto con le quali @ilnumismatico ci mostra i pezzi della sua collezione. Anche quelle fanno la differenza. Complimenti.
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  19. Approfitto anche io di questo post per mostrarvi i miei esemplari da poco giunti in collezione. Esemplare proveniente dal Langtoft Hoard I Tacito, antoniniano, 275-276 d.C. Lione. D\ IMP CL TACITVS AVG, busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra; R\ SPES PVBLICA, La Spes andante a sinistra; in esergo CA RIC V 61 tracce di argentatura This coin is from the reign of the Roman Ruler Constantine II and was found in the Langtoft Hoard II in 2000. Costantino II, nummo, 323-324 d.C., Londra, 3.24 gr., 20mm, AE D\ CONSTANTINVS IVN N C; busto corazzato dell'imperatore con elmo; R\ BEAT TRANQLITAS VOTIS XX; Altare sormontato da globo e tre stelle; in esergo PLON RIC 287 Ecco foto migliori: Un saluto
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  20. C'è poco da aggiungere a quello detto da @nikita_, banconota fantastica, che dopo più di 100 anni è ancora bella fresca. Qualche piccolo segno del tempo, inevitabile, lo presenta (gli angoli non perfetti), ma per il resto "fantastica". Credo che una banconota così i tre zeri ci siano e anche li passi.
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  21. Ciao Rocco, l'unico esemplare da 60 grana 1856 con numerale 1 speculare (riportato nel Gigante 2019) è attualmente in mio possesso. Io credo che queste varianti siano da collegare da un punto di vista storico ... alle altre piastre coeve. Non sono errori di punzonatura ma "segnali".
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  22. Oggigiorno non è impossibile collezionare tutte le date delle once in oro di carlo di Borbone, tra il BB e lo SPL si trovano con un eccellente rapporto qualità prezzo, ma il bello di questa tipologia è che ogni data ha un'effigie ed un rovescio differente sia per stile che per grandezza delle figure e impostazione dei raggi solari, la cosa più interessante a livello iconografico è a parer mio la differenza sulle once coniate a partire dal 1753 dove la fenicie al rovescio è rivolta a sinistra anzichè a destra. Questa non è un cosa da poco, non dimentichiamo che tutto ha un senso in numismatica. A breve uscirà anche uno studio dove verrà indagata l'oncia in argento da 30 tarì del 1793 dove troviamo "il sole che volta lo sguardo non sulla fenicie ma a destra".
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  23. Appena ricevuto
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  24. ?delfino curioso.... avrò presto bisogno del tuo aiuto in identificazioni a presto
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  25. ciao mario lo conosco bene questo peso giamba
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  26. La Colaneri è bravissima, almeno per quanto mi concerne è la mia preferita, tuttavia concordo che poteva curare di più il volto dei due soggetti. Ciò che mi da più fastidio, e che ho notato subito, è il tipo che sembra si sorregga il pacco Insomma quelle mani le avrei viste più volentieri sul manubrio della vespa
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  27. Complimenti bel lavoro! Con tanto di base lavorata!
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  28. Potrebbe essere Teodosio
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  29. Taglio: 20 cent Nazione: Lussemburgo Anno: 2017 Tiratura: 50.000 Conservazione: BB+ Località: Besenzone
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  30. taglio     2 euro BNDR paese  Italia anno 2015 tiratura 995.000 condizioni bb città Milano taglio     2 euro cc paese  Slovenia anno 2013 tiratura 975.000 condizioni bb città Milano
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  31. Il canale Rai play dove poter vedere la replica della puntata. https://www.raiplay.it/video/2019/02/La-vita-in-diretta-643a22dd-960a-4ab9-b476-e5c8b285a730.html
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  32. Secondo me anche voi che siete intervenuti siete tutti falsi... Non vedo tracce di coniazione nelle vostre facce!
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  33. Il 51 è uno degli anni più comuni. Volevo chiederti delle foto migliori perché, da queste, sono sicuro che il mio parere deluderà le tue aspettative [sia economiche che conservative]. Non riesco, da PC almeno, a vedere bene i dettagli del busto.
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  34. Per quanto concerne il fattore tiratura..., concordo pienamente con te: sono stato sempre dell'idea che un contingente davvero esiguo riguardante un prodotto da collezione di scarso interesse non creerebbe mai la rarità... Quando invece parliamo di prodotti, nel nostro caso di monete, le cui tematiche sono d'interesse pubblico, e quindi attirano l'attenzione anche dei clienti occasionali..., allora la bassa tiratura svolge un ruolo a mio avviso fondamentale nella creazione di una rarità! Nel nostro specifico caso, direi che il discorso diventa un po' più complesso: d'accordo che le proof italiane si esauriscono in fretta, ma se escludiamo i "carabinieri" ( e per gli argenti la "500" e la "vespa"... ), sono pezzi facilmente reperibili a buon prezzo presso altri canali di vendita... Il fatto che si esauriscono in fretta, vedi ad esempio la 2018 II emissione e quella di quest'anno, secondo me è dovuto sostanzialmente all'emissione molto anticipata rispetto alle versioni fdc che invoglia, talvolta influenza e condiziona il collezionista ad acquistarne un esemplare, magari due ( anche per un probabile scambio, per un amico, per un regalo... ), pensando che un domani possano acquisire un certo valore. Dall'altro lato non dimentichiamo che ci sono i commercianti che ne fanno incetta, e pertanto 5 mila pezzi, pur essendo davvero tanti per una proof... ( tra l'altro dubito che Leonardo possa interessare un'ampio raggio di persone estranee al collezionismo numismatico.. ) si esauriscono in circa due mesi! Ma come abbiamo visto e come stiamo vedendo..., i nodi vengono al pettine, in quanto il mercato è saturo e le quotazioni non si discostano poi così tanto dal prezzo praticato alla fonte. Ad oggi la moneta vieni infatti venduta a circa 25 €, e se pensate che € 2,5 sono di tariffa, il guadagno è misero, e chi vende lo fa per disfarsi di un acquisto multiplo che non ha dato i risultati auspicati... Insomma è un cane che si morde la coda...
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  35. Ultima ad entrare in Collezione, Francesco II 2 Tornesi 1859. Magliocca 812 Comune Come vi sembra?
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  36. le monete antiche provenienti da altri paesi entrando in Italia cadono sotto la legge Italiana e se non provviste di certificato di lecita provenienza possono incorrere in sequestro da parte dei CC Nucleo tutela patrimonio archeologico
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  37. La storia ci tramanda diversi aneddoti relativi ad alcune Vestali che non rispettarono i loro obblighi sacerdotali , anche di una Vestale che divenne Imperatrice e di un' altra che si converti' al Cristianesimo ; d' altra parte il culto visse per circa 1000 anni quindi alcuni casi di violazione degli obblighi sono da considerarsi "normali" in un ordine religioso . Per evitare una ricerca che sarebbe troppo lunga , riporto alcuni casi di violazione presi da Wikipedia : "Le uniche colpe che potevano sovvertire questo statuto di assoluta inviolabilità erano lo spegnimento del fuoco sacro e le relazioni sessuali, che venivano considerate sacrilegio imperdonabile (incestus), in quanto la loro verginità doveva durare per tutto il tempo del servizio nell'ordine. In questi casi la vestale non poteva essere perdonata, ma neppure uccisa da mani umane, in quanto sacra alla dea. Se perdeva la verginità o lasciava spegnere il fuoco sacro, la Vestale veniva dunque frustata e poi vestita di abiti funebri e portata in una lettiga chiusa, come un cadavere, al Campus sceleratus, che era situato presso la Porta Collina ma ancora dentro le mura (sul Quirinale)[11]. Là veniva lasciata in una sepoltura con una lampada e una piccola provvista di pane, acqua, latte e olio, il sepolcro veniva chiuso e la sua memoria cancellata[12]. Il complice dell'incestus subiva invece la pena degli schiavi: fustigazione a morte, la stessa cui era soggetta la Vestale in Albalonga.[13] In realtà, almeno fino alla fine della repubblica, la condanna a morte di una Vestale pare assai simile ad un sacrificio umano mascherato, destinato a placare gli dèi che sembrano corrucciati e inviano catastrofi pubbliche (come l'assedio di Brenno o la disfatta di Canne), o segni funesti in periodi di irrequietezza sociale – come la condanna della vestale Oppia, attesta nel 483 a.C., non negando l'accusa di incesto, ma sottolineando molto le lotte interne ed esterne e i prodigi mostruosi che si erano verificati in quel periodo[14][15]. Dionigi di Alicarnasso narra della vestale Orbilia che nel 472 a.C., quando a Roma si cercavano i motivi che avevano portato la pestilenza in città, fu trovata colpevole di aver mancato al proprio voto di castità, e per questo delitto, mandata a morte. A seguito della condanna, uno dei suoi due amanti si suicidò, mentre l'altro fu giustiziato nel foro[16]. Livio narra[17] di una vestale, Minucia, condannata ad esser sepolta viva per un abbigliamento non adeguato alla posizione occupata (337 a.C.), ma anche dello scagionamento miracoloso (attribuito a Vesta stessa) di una vestale, Tuccia, nel 230 a.C., accusata di non aver conservato la sua verginità.[18] Ovidio nei Fasti narra che la vestale Claudia, accusata di infedeltà, dimostrò la sua innocenza disincagliando alla foce del Tevere la nave che portava dalla Frigia la statua di Cibele; in questa era la pietra nera (lapis niger), propiziatrice della sorte di Roma nella seconda guerra punica contro Annibale. La vestale chiese a Cibele di aiutarla e riuscì a trainare la nave fuori dalla secca, solo tirandola con la sua cintura. Nel tardo impero, sappiamo da una lettera che Quinto Aurelio Simmaco chiese al praefectus urbi e successivamente al vicario di Roma di condannare la Vestale di Alba, Primigenia, per aver violato il voto di castità, assieme al suo amante Maximus. L'imperatore Eliogabalo, che si identificava con il dio sole, sposò in seconde nozze la vestale Aquilia Severa nel 220, in un matrimonio che simulava quello delle due divinità.[19] Tale matrimonio fu di scandalo per la popolazione romana, poiché si trattava della rottura di una antichissima e onorata tradizione romana, tanto che, per legge, una vestale che avesse perso la propria verginità veniva seppellita viva.[20] Non diede eredi all'imperatore, il quale divorziò da Aquilia nel 221 per sposare Annia Faustina.[21] Quando questo matrimonio naufragò, Eliogabalo riprese con sé Aquilia, affermando che il loro divorzio non era valido.[19] Non si hanno notizie di Aquilia dopo l'uccisione di Eliogabalo nel 222. Nel 1929 fu scoperta,tra il fiume Aniene e la via Valeria,in un luogo destinato a pubblico cimitero, l'unica tomba (così supposta) di Vestale che si conosca. Il ritrovamento è documentato da un filmato dell'Istituto Luce. Si tratta della Vestale Cossinia, morta a circa 75 anni. Databile tra la fine del II e l’inizio del III secolo, il monumento si compone di due basamenti, uno con cinque gradini - su cui poggia il cippo funerario - e l’altro di tre gradini, sotto il quale giaceva il corpo inumato di una giovane donna. Sulla parte anteriore del cippo, in un’elegante corona di quercia con nastro, si legge "V. V. COSSINIAE L. F.": "alla Vergine Vestale Cossinia figlia di Lucio". Sotto è inciso: "Lucio Cossinio Eletto", forse un suo parente. Sul lato posteriore del cippo un'iscrizione metrica informa: "Qui giace e riposa la Vergine, trasportata per mano del popolo, poiché per sessantasei anni fu fedele al culto di Vesta. Luogo concesso per decreto del Senato". Sotto il cippo della Vestale Cossinia, il cui corpo dovette essere cremato, perché deceduta non dopo l'età claudia, non fu trovata l'urna con i resti mortali. Cossinia non porta il suo nome personale (cognomen) perché alla sua epoca era inusuale e questo elemento spinge a datare il cippo di Cossinia non oltre la metà del I secolo d.C. Nei pressi della tomba fu rinvenuta una preziosa bambolina d’avorio, adorna di monili e con una elegante acconciatura, tipica dell'epoca severiana, successivamente conservata nel Museo Nazionale Romano, ed un cofanetto porta-gioie, che la pietà dei parenti depose nel sarcofago. L'ipotesi è che circa un secolo e mezzo dopo, a fianco del cippo di Cossinia (che si elevava su cinque gradini) fu sepolta una giovane morta prima del matrimonio (che conservava ancora denti bianchissimi), il cui sarcofago fu coperto con un basamento di tre gradini, il primo dei quali poggiante sul terzo (partendo dal basso) dei cinque di Cossinia. La confusione delle tombe ha fatto attribuire a Cossinia la bambola che non le apparteneva. In questo errore sono caduti moltissimi studiosi, finché un lavoro della Bordenache Battaglia, "Corredi funebri di età imperiale e barbarica nel Museo Nazionale Romano" (ed. Quasar, 1983, pp. 124–138) ha chiarito l'equivoco. Il libro di Franco Sciarretta "Il complesso monumentale detto già di Cossinia a Tivoli" nei Quaderni di archeologia e di Cultura classica n.6, 2017, fa luce sull'intera vicenda. Il volume comprende, oltre ad un'antologia di testimonianze sulle Vestali, un allegato costituito da una importante relazione geologica sul sito dei due monumenti, a cura dei proff. M.Riccio e F. De Angelis. Prudenzio nella sua raccolta di inni, il cd. Liber Peristephanon parla di una Vestale, Claudia, che si era convertita al cristianesimo nel tardo IV sec. Nell'inno dedicato alla passione di S. Lorenzo Claudia viene descritta entrare nel santuario del martire: ""aedemque, Laurenti, tuam Vestalis intrat Claudia". Si è voluta identificare questa Claudia con una Vestale di cui parla Quinto Aurelio Simmaco, in qualità di pontifex maior in una lettera, dove auspica la smentita da parte di una Vestale delle voci secondo cui lei voleva lasciare, prima dei limiti previsti, la clausura. Il motivo poteva essere proprio il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, ma l'epistola di Simmaco non lo spiega. Sarebbe l'unico caso certo di abbandono del sacerdozio pagano per conversione ad altra religione ma, se è molto dubbio che questa Claudia possa essere la Vestale Massima a cui fu dedicata una statua nel 364 - e la cui dedica è stata erasa - è invece probabile sia la stessa Claudia che è sepolta nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura"
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  38. Parli del mercatino sotto il garage?
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  39. Si Pietro, questa variante la conoscevo da molto tempo. Studiavo con i testi De Sopo e D'Incerti. Esiste anche il 60 grana con la cifra 1 speculare nella data
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  40. A meno che non ci sia uno sbaglio nella data anziché nella cifra, diciamo che se fosse 1940 anziché 1960, ci avvicineremmo di parecchio al controvalore di 10.000 euro. I miei genitori mi raccontarono che il nonno vendette un piccolo locale nel 1938 per duemila e quattrocento lire, ebbe mille e quattrocento lire d'anticipo subito, per le rimanenti mille lire.... con la svalutazione mostruosa che ci fu nel periodo bellico, un litro di olio d'oliva alla fine del 1945 a saldo.
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  41. Mi sa tanto che non ci siamo con le cifre, nel 1960 10.000 lire erano bei soldini ma non tanto per "finire di sistemarsi una casa", forse solo per tinteggiarla e mi sembrano pure pochi. Mio Papà proprio nel 1960 comprò la nostra casa per 6.500.000 [sei milioni e mezzo (5.500.000 + accessori)], facendo le debite proporzioni 10.000 lire non sono nulla. Con un milione di lire semmai si poteva sistemare seriamente una casa, circa 12.000/15.000 euro attuali.
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  42. Anche questo è interessante: Università Ca' Foscari Dottorato di ricerca in Storia moderna, Scuola di dottorato in Storia sociale europea dal Medioevo all’Età contemporanea: Venezia e le immigrazioni in Istria nel Cinque e Seicento Tesi di dottorato di Lia De Luca. p. 77 " ...la proposta partì da Francesco Calergi, nobile di Famagosta, che si offrì di trasferire in Istria cinquanta famiglie di ciprioti ed altrettante di Napoli di Romania." Vorrei inoltre ricordare che nell'anno successivo alla caduta di Cipro Capodistria partecipò con una sua galera, comandata dal Co: Domenico del Tacco, alla Battaglia di Lepanto. Il vessillo della galera capodistriana, dopo un lungo "esilio" a Lubiana, è ora di nuovo nel Museo regionale di Capodistria. http://www.arenadipola.com/articoli/79629 https://venetostoria.wordpress.com/2016/04/20/la-galea-di-capodistria-liona-con-mazza-a-lepanto/
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  43. Ho la Nac 21 e posso controllare una volta a casa. Sconcerta quello che viene ormai proposto ( vedi lotto 64 citato) : monete da ciotola dei falsi/ riproduzione in aste comunque di nome dalke quali normalmente uno si aspetterebbe un lavoro di cernita almeno minimale. Il prezzo di questi esemplari e' indicativo della strategia 'pur che si venda' ... il collezionista accorto vede tali esemplari lontano un miglio, ma il collezionista piu' alle prime armi ? Altri esemplari sono dei falsi molto piu sofisticati per i quali l'attenzione richiesta non e' banale . Ormai in certi settori - bronzi greci ed aurei romani ad esempio - sembra quasi di essere in un videogioco : spuntano tranelli, insidie, nemici ad ogni giro di pista (l'asta). il povero collezionista e' bersagliato - se poi osa lamentarsi spunta sempre subito qualcuno che prende le parti del commerciante, minimizza se la moneta è proprio ' indifendibile ( 'un errore capita a tutti - vero - ma mi sembra stiano diventando un po' troppi e un po' troppo spesso quedti errori) oppue se c'è un minimo di dubbio si attacca chi ha osato esprimere il 'dubbio con atteggiamenti che rasentano l'haters... come diceva una pubblicità: tempi duri per i troppo buoni ...
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