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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/27/19 in tutte le aree

  1. Taglio: 2 Euro CC Nazione: Lussemburgo Anno: 2007 Tiratura: 1.000.000 Conservazione: MB Città: Moncalieri ( TO )
    6 punti
  2. Ho sentito dire una volta che un tale ha trovato una piastra senza difetti di conio, ma non ne ho le prove... ?
    4 punti
  3. Dai contributi di Hirpini e di Xenon 97 ho imparato molto. Un grazie va anche ad Augusto60 che ci ha fornito la materia di discussione: la sua moneta! Buona serata. Stilicho
    3 punti
  4. Ringraziare di cosa Hirpini? ? Casomai ringrazio te che sei stato veramente eccezionale per aver colto un dettaglio determinante per la classificazione di questa moneta. ?
    3 punti
  5. Condivido il proposito del post di presentare monete e tipologie di collezioni economicamente abbordabili e vorrei proporre in tal senso degli ambiti di ricerca e studio a mio avviso molto fruttuosi, partirei dalle monetazioni che conosco meglio ossia quelle dell'Italia meridionale, in tale ambito abbiamo tante monete del periodo normanno e svevo che si trovano a prezzi modici, follari, kharrube, denari e persino monete d'oro come i tarì che negli esemplari più comuni si possono trovare a un paio di centinaia d'euro, abbordabili anche i pierreali aragonesi di Sicilia così come molte monete siciliane del seicento, ancora assai sottovalutate...se poi spostiamo l'attenzione fuori dai confini italiani le opportunitá di costruire collezioni interessanti ed insolite a prezzi ragionevoli si moltiplicano, penso al vastissimo campo della monetazione islamica con affascinanti monete come i dirhem d'argento reperibili in molti casi a poche decine di euro, alle rupie indiane sia dell'epoca Moghul che del dominio britannico, ambito a cui mi sono appassionato da qualche anno e che mi sta dando notevoli soddisfazioni, gli esempi possibili sono tanti altri naturalmente a patto di estendere la visione e l'interesse oltre la storia del nostro Paese...
    3 punti
  6. Ciao Legio, vado un po' a ruota libera, non avendo competenze specifiche. Mi viene da pensare che, dopo la distruzione della città ad opera degli Unni di Attila, ci sia stato un riutilizzo dei locali della zecca per altre funzioni, considerando che era venuta meno la necessità di battere moneta. Però, in questo caso, non avremmo comunque dovuto trovare qualche traccia delle attività di zecca (materiali di scarto….monete mal coniate….conii usurati..)? Ovviamente questo ragionamento presuppone che la zecca sia stato un edificio unico diviso in tre ambienti. Per capire meglio, sarebbe interessante sapere come fossero organizzate le zecche di altre città e che cosa si sia trovato in caso di scoperta archeologica. Oppure le officine non si trovavano in città, ma fuori. Non le abbiamo pertanto cercate nel posto giusto? Devo dire che le monete che hai postato, della zecca di Aquileia appunto, mi piacciono molto. Le trovo ottimamente definite ed eleganti. Ovviamente il mio e' solo un semplice giudizio estetico. Buona serata a te ea tutti i partecipanti alla discussione. Stilicho
    3 punti
  7. Gli Hobo Nickels o "nichelini di Hobo" rappresentano una forma d'arte scultorea che modifica profondamente alcune monete monete di piccola taglia, trasformandoli essenzialmente in bassorilievi in miniatura spesso a contenuto satirico. Le monete di nichel negli Stati Uniti hanno sempre avuto un gran successo per le sue dimensioni, spessori e relativa morbidezza. Tuttavia, il termine hobo nickels è generico, poiché le incisioni sono state fatte da diverse persone e per diverso scopo. A causa del suo basso costo e portabilità, queste piccole monete in nichel erano particolarmente popolare tra gli hobos (vagabondi in genere), da cui il nome e l'uso di modificare queste monete risale al XVIII secolo o addirittura prima. (Hobos) A partire dagli anni cinquanta dell'Ottocento, la forma più comune di modifica su queste monete era denominata la "moneta da vaso", infatti incisa sul mezzo dollaro liberty o sui dei trade dollar degli Stati Uniti, la libertà veniva raffigurata seduta su di un vaso da notte. Questo periodo, metà ottocento - seconda metà , è stato anche il periodo di massimo splendore di questa sorta di monete, incisioni di iniziali, monogrammi , nomi, scene, e via dicendo. Parecchie migliaia di monete sono state modificate in questo modo ed erano spesso montate su spilli o incorporati in bracciali e collane. Da metà ottocento sino agli inizi del 900, questa mania di incidere monete si propago altresì anche al di fuori degli stati uniti, in Europa e principalmente Francia (gettoni satirici Napoleone III°), Gran Bretagna e Sud Africa. Il nichelino da 5 centesimi bufalo + indiano, fu introdotto nel 1913 e divenne popolarissimo tra gli incisori di monete e Il grande capo dei nativi americani non sarebbe stato visto su nessuna moneta successiva perchè Il profilo ampio e spesso offriva agli artisti improvvisati un modello più che adatto su cui lavorare e permetteva dettagli più fini. Sulle monete precedenti, la testa era molto più piccola in relazione alle dimensioni della moneta. Ad esempio, in un centesimo di Lincoln la testa copre circa un sesto dell'area. Sul nichelini da 5 centesimi Buffalo, la testa del nativo americano occupa circa i cinque sesti dell'area. Inoltre, il nichel è una moneta più grande. Le grandi teste adornano anche il dollaro Morgan e lecommemorative del mezzo dollaro colombiano del 1892-93, ma queste monete sono state raramente modificate a causa del loro alto valore. Un altro fattore che contribuì alla popolarità di questi nichelini fu il sesso del soggetto.Quasi tutte le monete in nickel precedenti avevano raffigurazioni donne.Una testa maschile ha caratteristiche più grosse e più grossolane (naso, mento, fronte) che possono essere modificate in molti modi. Ma non tutte le incisioni erano improvvisate cominciarono ad un certo punto a farsi avanti anche degli incisori con un certo talento e iniziarono a creare nichelini hobo nel 1913, quando il nichel di Buffalo entrò in circolazione. Questo spiega la qualità e la varietà degli stili di incisione che si trovano sui nichel intagliati tra il 1913 e il 1928. Gli anni '40, '50, '60 e '70 furono un periodo di transizione per gli incisori di monete hobo, durante i quali il nichelino da 5 cent bufalo fu gradualmente sostituito dai nichelini di Jefferson Durante questo periodo durato circa 40 anni, sono apparsi molti nuovi intagliatori, e lo stile e la materia sono diventati decisamente moderni. I soggetti divennero più etnicamente e socialmente diversi (ad esempio, una donna cinese con cappello triangolare, hippy con capelli lunghi e occhiali, uomini che indossano cappelli flosci, ecc.). Alcuni di questi nuovi artisti hanno utilizzato nuove tecniche con nuovi strumenti come vibropenne e pennarelli in feltro per aggiungere colore ai capelli. Alla fine degli anni '70, la maggior parte dei nichelini bufalo erano scomparsi dalla circolazione e la maggior parte delle incisioni veniva eseguita su monete usurate. Dai primi anni '80 ad oggi, questi nichelini hobo di qualità inferiore possono ancora essere acquistati per un minimo di euro 5 a euro 10 ciascuna. Ma i collezionisti trovano difficoltà a reperire vecchi nichelini hobo originali di buona qualità (perché sono scarsi e costosissimi), quindi hanno iniziato a collezionare ile incisioni più moderne facilmente reperibili ed economiche. Circa 100.000 (e forse fino a 200.000) nichelini hobo sono stati incisi dal 1913 al 1980. Gli artisti moderni incidono (e continuano a incidere) nichelini usurati in quantità così grandi che, nei prossimi anni, il numero di intagli moderni dovrebbe superare in numero quello dei classici "vecchi" nickel hobo. La maggior parte delle oltre 100.000 classici hobo nickel non sono ancora nelle mani dei collezionisti e sono molto ricercati m soprattutto sono molto costosi. https://www.youtube.com/watch?v=ziUVMIqQS78 https://www.google.it/search?client=opera&hs=p3b&biw=1604&bih=797&tbm=isch&sa=1&ei=hYaMWrGBBMmvggelmaQw&q=hobo+coin+pot&oq=hobo+coin+pot&gs_l=psy-ab.12...33264.33264.0.34720.1.1.0.0.0.0.174.174.0j1.1.0....0...1c.1.64.psy-ab..0.0.0....0.3cjauyu3gD8#imgrc=_
    2 punti
  8. Ciao volevo chiedere se è normale l'allineamento tra dritto e rovescio?
    2 punti
  9. Aquileia fu l' antico avamposto repubblicano romano nel nord est d' Italia , colonia inizialmente di diritto latino fondata nel 181 a. C. da parte dei Triumviri romani : Lucio Manlio Acidino , Publio Scipione Nasica e Gaio Flaminio , inviati dal Senato a sbarrare la strada ai barbari che minacciavano i confini orientali dell' Italia . Le prime coniazioni di monete in epoca imperiali emesse ad Aquileia iniziarono a partire dall' Imperatore Diocleziano nel 294 e terminarono forse nel 425 con Giovanni , mentre altri indizi daterebbero le ultime emissioni nel 452 al tempo di Valentiniano III . Ad Aquileia nel corso degli scavi archeologici iniziati gia' nel XVI secolo e proseguiti ininterrottamente fino ad oggi , sono stati rintracciati praticamente tutti i piu' importanti edifici pubblici e privati , tranne uno , la Zecca . Considerando che ad Aquileia erano operanti almeno tre officine documentate dalle monete , il fatto che non ne sia stata rintracciata neanche una rimane una coincidenza alquanto strana . In base alla numismatica si deduce che le lettere poste dopo la sigla di zecca , nel nostro caso AQ : P , S , T , o le loro corrispondenti lettere greche come nel caso della Terza officina , indichino in ordine di numero le tre officine di produzione delle monete di Aquileia . Ad oggi , in mancanza di riscontri archeologici delle tre officine monetali , verrebbe da porsi una serie di domande : 1 e' possibile che le lettere dopo la sigla della zecca non indichino il numero dell' officina , ma abbiano un altro significato ? 2 e' possibile che la zecca sia stata un unico edificio e non tre dislocati in diversi punti della Citta ? 3 in base al punto 2 , e' possibile che essendo forse stata la zecca un unico edificio , questo sia stato diviso in tre ambienti di produzione , come odierni reparti di un' unica fabbrica , chiamati officine ? 4 ma in base al punto 3 , se cosi' fosse , quale motivo e quale utilizzo pratico avrebbe avuto porre le tre lettere : P , S e T ? sempre che queste lettere indichino numericamente le tre officine ? La medesima perplessita' si potrebbe avere anche per altre zecche tardo imperiali , tipo quella di Ostia che di officine ne avrebbe avute addirittura quattro , ma anche ad Ostia nessuna di queste quattro officine e' stata rintracciata . In base a queste personali riflessioni mi piacerebbe avere vostri pareri . In foto una pianta di Aquileia nel V secolo e tre Follis emessi ad Aquileia dalle tre officine .
    2 punti
  10. Appena controllate le mie Piastre, l'unica ad avere lo stesso allineamento dei conii della tua @giovanni0770 è questa
    2 punti
  11. Lei ha trovato in @Tiberius un vero signore che le ha risposto, io personalmente dopo la sua osservazione non l'avrei fatto. Hirpini
    2 punti
  12. Volevo una vostra conferma riguardo questo follis di Licinius zecca di Treviri ed eventualmente la rarità, su Wildwins ho trovato questo: Trier RIC VII 58 Licinius I, AE follis. AD 313-315. IMP LICINIVS PF AVG, laureate, cuirassed bust right / GENIO-POP ROM, Genius standing left, turret on head, loins draped, holding patera and cornucopiae. T-F across fields. Mintmark PTR. RIC VII Trier 58. Grazie della eventuale risposta.
    2 punti
  13. Questo è il secondo conio e farà anch'esso una brutta fine. Ma di buono , che ha continuato a coniare , fino alla distruzione del conio di martello.
    2 punti
  14. Mi sembra doveroso ricordare che anche Eykleida e stato un grande incisore. Sicuramente sfortunato, poiché i suoi conii (specie di rovescio) non resistevano a lungo. Tanto ché e molto raro che qualche esemplare di prima battitura , sia arrivato a noi. Eccezionale la testa di Atena elmata , su questo primo tetradramma a firma di Eykleida in una vendita alla LEU di Zurigo.............. Si nota appena l'inizio della rottura del conio.
    2 punti
  15. Peso e diametro mi fanno supporre che il Follis sia più quello catalogato dal RIC VI al n. 845b. D'altra parte anche la lettura del testo che Wildwinds allega al follis RIC 58, circa il tipo di torre in capo al Genio, sembra ascrivere la sua moneta al n. 845b. Ma anche su questo un altro parere non sarebbe male. RIC 58 RIC 845b Hirpini
    2 punti
  16. 2 punti
  17. Bisognerebbe cambiare il modus operandi in qualche modo, creare nuovi canali, metodologie diverse, e sinergie adeguate ai tempi. Dobbiamo lottare a tutti i costi se vogliamo ancora stare insieme e raccontarci nuovamente...
    2 punti
  18. Ancora un'altro progetto in questo caso per la Lira del 1848 sempre del Governo Provvisorio Di Lombardia. Pensate che questa era la mia...
    2 punti
  19. Una piccola chicca in un quartiere poco frequatato oggi... San Siro alla maggior parte della gente fa venire in mente lo stadio e il quartiere, ma San Siro era una chiesetta medioevale sperduta nella campagna milanese a ovest del ruscello Olona (Vepra o Vetra), sorta dove oggi si trova all’incirca Piazzale Lotto. Qui attorno alla chiesetta c’era un gruppetto di case che assieme formavano il piccolo borgo agricolo di San Siro. Borgo rimasto tale fino alla fine del XIX secolo. Oggi dell’antica chiesa si è conservata soltanto l’abside. La piccola chiesa di San Siro alla Vepra (affluente dell’Olona), che dette appunto il nome al villaggio era stata fondata oltre mille anni fa (il documento più antico noto risale all’anno 880). Già nel XVII secolo la parte anteriore della chiesa era scomparsa, sostituita da una casa, sulla cui area, ai primi del ‘900, venne poi costruita la villa tuttora esistente in stile eclettico neo rinascimentale. Purtroppo la villa nel 1944 divenne famosa col nome di “Villa Triste” (Villa Triste è il nome popolare di vari luoghi di tortura aperti dai nazifascisti durante gli ultimi anni della II guerra mondiale) e dal 1945 sede dell’Istituto della Congregazione delle Missionarie dell’Immacolata. La forma attuale dell’abside è nelle modeste forme rinascimentali del 1482. All’interno si trovano dei graziosi affreschi medioevali. La chiesetta recentemente è stata restaurata dall’architetto Gaetano Arricobene. Purtroppo il sito è quasi impossibile da visitare essendo un luogo religioso di missionarie. Comunque l’abside, intatta, è ben visibile dalla strada, da via Masaccio, dove ha attualmente sede la congregazione religiosa delle Missionarie dell’Immacolata.
    2 punti
  20. Passiamo ad alcuni aspetti meno noti della monetazione del Governo Provvisorio di Lombardia. Furono realizzati alcuni progetti che sarebbero dovuti entrare in circolazione, ma gli eventi storici presero il sopravvento e non se ne fece più nulla, qualcosa arrivò a noi. Un bel 2 lire che mostra fiero il suo splendore. Da Asta Varesi 62 MILANO GOVERNO PROVVISORIO DI LOMBARDIA (1848) Progetto 2 Lire 1848 Milano, stagno gr. 6,878. D/ GOVERNO PROVVISORIO DI LOMBARDIA nel campo 2 / LIRE tra due rami di lauro e di quercia; sotto, nel giro, 1848. Rv: ITALIA LIBERA – DIO LO VUOLE l'Italia con corona turrita sormontata da stella, stante di fronte e volta a destra, solleva la mano sinistra e regge un'asta nella destra; in esergo, M. Taglio liscio. Pagani P. 522, CNI 6, Cr. 7/C, Her. 6
    2 punti
  21. Intanto posso richiamare dal nostro portale il contributo che avevo fatto sulle monete portamessaggi che e’ sul tema e che riporta anche qualche immagine interessante. http://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/monete-porta-messaggi
    2 punti
  22. Se penso che le nuove generazioni presenti sul territorio le ha dimenticate completamente, ricordo da bambino la città le aspettava trepidamente, iniziative culturali in ogni quartiere, i tram addobbati con i tricolori, cosi come le piazze e le vie, Milano era colorata e si respirava un clima festoso, insomma emozionante. Andiamo con il top dei nominali battuti per quei giorni. Cambia il nominale, cambia il metallo, ma il valore simbolico è lo stesso unico...
    2 punti
  23. Mi rivolgo a tutti, come fare fronte a l'apatia che sta pervadendo l'ambiente? Avete consigli, idee, proposte, riflessioni, quesiti, dubbi, paure, impressioni, delucidazioni, ecc..ecc.. Sarà che ci tengo troppo a questa realtà, e mi piacerebbe fare qualcosa per contribuire, a risollevare le sorti di un andamento poco rassicurante...
    1 punto
  24. Recentemente mi sono imbattuto in un antoniniano di Claudio II coniato nella zecca di Cyzico che ha attirato la mia attenzione. Avendo ormai la mia collezione principale (impero gallico ufficiali e imitative, ripostigli del III secolo e successivi) raggiunto un livello di saturazione abbastanza alto (inizio a faticare a trovare pezzi mancanti ) talvolta - sempre nell'ambito del III secolo - sconfino in altri territori (Gallieno, Claudio II, Quintillo e Aureliano... per ora!)... e così ho beccato questo pezzo: Claudius II (metà-fine 269) Zecca di Cyzico; 3a emissione - Fase I; 3a officina Antoniniano D\ "IMP C M AVR CLAVDIVS AVG", busto radiato a sinistra con tracce di drappeggio dietro e davanti al tronco. Sotto al collo segno di zecca (officina): "•••". R\ "PAX AETERNA", la Pace stante a sinistra con ramoscello d'ulivo nella mano destra e lungo scettro di traverso nella sinistra. All'esergo: "SPQR". Questo esemplare è una variante del RIC 237 (variante dovuta al tipo di busto). Il ric online lo riporta al n. 944 e lo censisce in soli 3 esemplari: 1) 2) 3) Navigando in rete ho recuperato un solo altro esemplare: 4) Quindi in totale, con il mio esemplare, saliamo a quota cinque. Guardando le monete e confrontandole tra loro, mi sembra che tutti e 5 i pezzi presentino il medesimo conio di dritto (guardate la posizione della lettera "L" di Claudius e soprattutto la sua forma un po' 'sbavata'), mentre solamente gli esemplari (3) e (4) condividono anche lo stesso conio di rovescio. Il fatto che siano apparsi sul mercato pochissimi esemplari di questa tipologia e che tutti quelli di cui ho recuperato una foto sembrano condividere lo stesso conio di dritto, mi fa pensare a una emissione realizzata in pochi tondelli. Lascio a voi la parola per commenti e soprattutto integrazioni! ...purtroppo con Claudio II non posso vantare lo stesso livello di approfondimento dei miei amati imperatori gallici!
    1 punto
  25. Buongiorno a tutti cari amici del forum!! Oggi volevo mostrarvi l'ultimo ingresso in collezione. SI tratta, come da titolo di un bel monetone a nome di Carlo Emanuele III (precisamente di uno scudo nuovo) coniato nell'anno 1756 dalla zecca di Torino, che mi è costato un bel po di sangue e sudore!! Cosa ne pensate? Attendo i vostri autorevoli pareri e vi ringrazio!! Auriate
    1 punto
  26. Buona sera , spero di essere nelle sezione corretta ,chiedo eventualmente al moderatore per favore di spostarla in sezione appropriata grazie. Come da titolo oggi nel resto datomi dal giornalaio oltre a un due euro finlandia 2005 mi sono arrivati questi 20 centesimi sede vacante 2005, ora mi chiedo come è possibile visto che la sede vacante è solo in blister ed è piuttosto costosa? cosa ne pensate ? grazie
    1 punto
  27. la mia ha i pallini. quindi coniazioni diverse, Però è interessante questo errore di allineamento se di errore si tratta. Perchè se ci si accorge di un errore all'interno di una zecca penso che in seguito si faccia più attenzione.
    1 punto
  28. Taglio: 50 centesimi Nazione: Città del Vaticano Anno: 2016 Tiratura: 2'207'676 Condizioni: BB+ Città: Milano (MI)
    1 punto
  29. Buonasera @giovanni0770, stasera controllo gli assi delle mie Piastre del 1834......bella la trovata dell'elastico! Per la lettera C, non si tratta di conio difettoso ma è la continuazione del graffio al bordo la causa di quella mancanza.
    1 punto
  30. A mio parere si tratta di un falso: osservando la scritta ENFITEUTICI ... sugli assegnati postati da @nikita_la scritta fa un'onda sulle lettere TE, mentre su quella della discussione è diritta. Questa è un'osservazione, ma ci sono anche altri punti che non combaciano. C'era la pena di morte per i falsari? l'assegnato da 8 Paoli chi lo spendeva? il ricco o il povero? se facciamo un raffronto con la valuta attuale, quanti sono in grado di distinguere se in mano hanno monete buone o false?
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  31. 1 punto
  32. 1 punto
  33. Scusa @elledi , ma non condivido l' impostazione del tuo Post , mi spiego : prima non inserisci tutte insieme le foto che avrebbero fatto capire subito la conformazione fisica dell' oggetto , inducendo cosi' ad errare alcune risposte che lo facevano ritenere di forma conica chiusa in punta , secondo non dichiari subito che l' oggetto non e' in oro come invece a vista sembrerebbe , terzo , infine affermi che l' oggetto e' ovvio essere un oggetto moderno spacciato per antico . Ma allora qual' e' lo scopo del Post , solo di sapere se l' oggetto e' reale o inventato ?
    1 punto
  34. Perfetto smetto di cercare. Avevo in verità trovato il rovescio col bisonte dimagrito http://www.hobonickels.org/johnhughey.html e già il confronto con quello del nostro amico mi lasciava perplesso sull'autenticità di quest'ultimo. Comunque, ecco qua quelli cinesi https://it.aliexpress.com/store/group/hobo-nickel/506351_251417299.html Uguale al nostro non ne vedo, ma ce ne sono diversi dello stesso genere (donna semi-nuda), quindi direi che restano pochi dubbi. petronius
    1 punto
  35. È una di quelle monete di fantasia che si comprano su wish e aliexpres.
    1 punto
  36. Riconio moderno ( anni '70) per turlupinare collezionisti sprovveduti.( VALORE -/+ 5€ per chi vuol spenderli) saluti TIBERIVS
    1 punto
  37. Buona Giornata, Torno un po' a scrivere ... Nella “Dogana dei Grani” ad Atripalda, una cittadina a pochi chilometri da Avellino, la quale giace lungo il fiume Sabato nell'Irpinia occidentale, una moneta di Marcia Otalia Severa e un sigillo di bronzo dei primi decenni del I secolo d.C. con la scritta su due righe MVipsani/Primige. Infatti sul pianoro tufaceo che da nord-ovest domina il centro abitato sorgeva Abellinum, un insediamento sannita, trasformata per volontà di Silla nell'82 a.C in colonia romana. I milites lassi ripopolarono questo area dopo aver allontanato i primi abitanti, cioè i "Sabatini", considerati gli antenati degli atripaldesi. Questa località, detta Civita, fu anche il rifugio di ex legionari dell'imperatore Augusto che, come racconta Plinio, sostenne l'annessione di Abellinum all'Apulia. Tra il 220 ed il 230 d.C. vi giunsero i veterani dell'imperatore Alessandro Severo provenienti dall'Asia Minore. In questo vorticoso avvicendamento di popoli, non tutti i sabatini abbandonarono la terra di origine: molti indigeni divennero Abellinati. Crisi economiche (III e IV secolo d.C), violenti terremoti (346 d.C.), disastrose eruzioni vulcaniche (476 d.C.), invasioni di territori nel corso della guerra tra Bizantini e Goti (535-555 d.C.) e la penetrazione sull'intero territorio della Penisola dei Longobardi a partire dalla Pasqua del 568 spinsero fuori dalla mura di Abellinum la colonia romana che si trasferì ove oggi è Avellino. La Civita si spense dopo secoli di vita, come testimoniato dai resti di sepolcreto, di anfiteatro, di edifici termali, di strade rinvenuti costruendo la città moderna. Dopo la morte della Civita sulla sponda sinistra del Sabato, sulla sponda opposta un re longobardo, Troppualdo, riusciva ad ottenere il riconoscimento di autonomia per la popolazione della zona, distaccandola amministrativamente dalla vicina Avellino longobarda: nel corso del secolo XI nasceva Atripalda; il nome dell'odierna Atripalda deriva da Troppualdo, che edificò la sua fortezza in cima ad un'altura che sovrasta la cittadina, che nel corso dei secoli successivi, Atripalda ha comunque conosciuto il dominio di Longobardi, Svevi, Angioini, Aragonesi, Francesi, Spagnoli, Saraceni e Greci. Fu con i Caracciolo che Atripalda visse un periodo di grande splendore; dal 1564 fino al 1806, epoca in cui venne abolita la feudalità, i Caracciolo seppero incentivare le risorse dell'intera valle bagnata dal Sabato: le filande, l'industria del ferro, la lavorazione del rame, della carta e della lana. Le origini di Atripalda affondano le radici anche nel sangue dei martiri cristiani: lo Specus Martyrum, conservato all'interno della chiesa madre dedicata a Sant'Ippolisto e San Sabino (patrono della città), è considerato uno dei maggiori monumenti dell'archeologia cristiana della Campania. Museo del Palazzo della Dogana dei Grani - MiBAC https://www.beniculturali.it/mibac/opencms/.../sito...della.../visualizza_asset.html?... La Dogana di Atripalda - Atripalda: storia, fatti, personaggi e curiosità. atripalda.homeip.net/storiapersonaggi/dogana/La%20dogana%20di%20atripalda.html Marcia Otacilia Severa - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_Otacilia_Severa Marcia Otacilia Severa - Archart https://www.archart.it › Personaggi storici Le monete di Otacilia Severa - Moruzzi Numismatica Roma https://www.moruzzi.it/monete-di-otacilia-severa.html Storia, fatti, personaggi e curiosità di Atripalda - Atripalda: storia, fatti ... atripalda.homeip.net/storiapersonaggi/storiape.html
    1 punto
  38. Avevo capito cosa intendevi, ma purtroppo non so che dirti. Anche il mio è come il secondo che hai postato, nei cataloghi (Gavello 1996 e Crapanzano/Giulianini vol. 2) non si dice niente in proposito, e anche la foto presente sul Crapanzano è quella col Deli'. L'ipotesi più probabile portebbe essere in effetti quella del falso, vediamo se qualcuno ne sa di più. petronius
    1 punto
  39. Ciao @Stilicho e grazie per il tuo commento ; in effetti una zecca di produzione con piu' officine e' impensabile che non abbiano lasciato la pur minima traccia della loro attivita' come se non fossero mai esistite ma dall' archeologia tanto risulta , della zecca di Aquileia o delle sue tre officine non c' e' traccia . Per ovvi motivi la zecca di Aquileia , come di altre , doveva essere dislocata in Citta' in luogo centrale , non fuori , in quanto lavorando anche metalli preziosi era piu' soggetta a protezione e controllo . Condivido invece l' ipotesi che la zecca e le relative officine potrebbero essere state tutte nello stesso edificio e non in luoghi diversi della Citta' , rimane comunque da capire il motivo per cui veniva apposto dopo la sigla della Citta' AQ : P(rima) , S(econda) e T(erza) , sempre ammettendo che queste sigle identificassero tre distinte officine .
    1 punto
  40. Rimane sempre una bella piastra, con un carico emozionale notevole, e poi le vedute Romane settecentesche con i suoi simboli nelle piazze... E infine incisione di grande qualità, vedi la scuola degli Hamerani...
    1 punto
  41. Carissimo, complimenti per il nominale davvero ma davvero ostico, anche trovarli sta diventando pressochè impossibile, prima qualche fantasma appariva, oggi manco quello. Il tuo risente di alcune ossidazioni, e la sua conservazione e quasi nella media tendente al basso. Tenete conto che la regola è mb, e trovarla in bb pieno e come averla in fdc praticamente (anche se nella monetazione di Palermo per Ferdinando III meriterebbe un un tomo a parte, inoltre andrebbero riviste sia le rarità che le quotazioni, visto la loro difficoltosa reperibilità), giusto per farvi capire la complessità di questo nominale e della relativa serie. Fra i più belli esemplari che vidi in tanti anni mi rimase impresso quello dell'amico Augusto che si offri poi di aggiungerlo al nostro catalogo. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F3BRS/3 Palermo Borbonico che emissioni da favola... Eros
    1 punto
  42. Il tema delle conferenze e i relatori meritano assolutamente tutta la nostra attenzione perché in questo caso l’argomento trattato riguarda veramente tutta la numismatica ed il collezionismo. Vietato mancare! Anche noi come Forum Lamoneta saremo presenti al convegno e, soprattutto, alle conferenze.
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  43. Ciao. Le considerazioni svolte sopra da Giovanni (Giov60) sono pienamente condivisibili. Le monete d'oro e gli scudi d'argento di V.E.II e Umberto I non erano normalmente utilizzate per l'ordinaria circolazione ma venivano detenute dalle Banche quale riserva o utilizzate nelle importanti transazioni internazionali. I nominali aurei maggiori (100 e 50 lire) erano sostanzialmente monete destinate al collezionismo e ciò è attestato dall'esiguo numero di esemplari coniati - come si sa, per questi e per tutte le monete in oro - solo a richiesta. La stessa moneta divisionaria d'argento (2 e 1 lira e 50 cent.) non si pensi che fosse diffusissima fra la popolazione. In un lettera della Camera di Commercio di Torino del gennaio 1896, inviata al Ministro dell'Agricoltura, industria e commercio, con la quale si esprimeva la preoccupazione che le monete divisionarie in argento potessero essere poste fuori corso, è riportato il seguente passaggio, alquanto eloquente sull'argomento che ci interessa: "Nel frattempo si è divulgata la voce che col 30 corrente cesseranno di avere corso legale gli spezzati d'argento da lire 2, da lire 1 e da centesimi 50. Ancorchè la moneta divisionale d'argento sia ridotta fra noi allo stato dell'araba fenice, la diceria che essa stesse per perdere il suo corso legale ha inquietato non poco gli scarsi detentori che ancora ne serbano." Il fatto che la constatazione sulla scarsa presenza in circolazione di moneta divisionaria d'argento provenga da un Ente quale la Camera di Commercio di Torino, ovvero da una Piazza che all'epoca doveva ritenersi fra le più ricche e attive d'Italia, la dice lunga su quale dovesse essere la presenza di moneta argentea sul restante territorio nazionale. Figuriamoci poi quale poteva essere la presenza concreta in circolazione di moneta aurea. Come scriveva Giovanni, la cartamoneta aveva di fatto "espulso" dalla circolazione la "moneta buona", cioè quella d'oro e, pur in minor misura, anche quella d'argento. Rimaneva comunque sia l'una che l'altra nella monetazione del Regno, dal momento che sia la Legge Fondamentale Monetaria del Regno (risalente all'agosto del 1862), che gli accordi della U.M.L., continuavano a prevedere come nominali aventi corso legale sia quelli in argento che quelli in oro. Saluti. M.
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  44. taglio 2 euro cc paese francia anno 2017 tiratura 10.020.000 condizioni bb città trieste taglio 2 euro cc paese finlandia anno 2017 A tiratura 2.500.000 condizioni bb+ città trieste
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  45. Wow! Look at the relief and detailing on that beauty.. simply marvellous.. Cheers!
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  46. Buonasera, mi sento di poter aggiungere un piccolo ed insignificante parere alla questione. La numismatica è una piccola porzione della cultura mondiale e come tutte le attività di nicchia non può pretendere numeri confrontabili con realtà bene diverse, tipo quelle sportive ad ampio raggio per intenderci. Secondo me non ha senso cercare di capre chi è il colpevole di colpe che non esistono. La numismatica vive dei suoi numeri fisiologici e quello che fanno certi gruppi o centri sono sostenuti da poche persone meritorie ed appassionate, stop. Questa è la dimensione ed è di tutto rispetto. Non bisogna fare l'errore di pensarsi troppo grandi altrimenti si fa la fine della rana ed il toro... Un saluto Fabio
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  47. Un ulteriore omaggio alla discussione. Un cimelio conservato al Museo dei Martinitt di Milano con una bandiera italiana del 1848 milanese.
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  48. Ora anche Milano ha da pochi giorni l’unica e prima esposizione permanente di Monete della zecca di Milano che tutti possono vedere pagando il solo biglietto d’ingresso con Catalogo annesso cartaceo delle Monete stesse in Ambrosiana
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  49. Spero di non risultare troppo autoreferenziale.. Museo Bottacin, Padova: Musei Capitolini, Roma: Museo Archeologico Nazionale di Aquileia:
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