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  1. Illyricum65

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/13/19 in tutte le aree

  1. La monetazione di Napoli è stupefacente, geniale e intrigante proprio grazie all’inventiva dei suoi Ufficiali di Zecca, mastri Incisori in primis; l’anno 1790 fu un anno unico nella storia della zecca, da dove uscirono (fabbricate) monete contrassegnate da 3 (tre) diverse gruppi di lettere che identificavano certamente a quale periodo di quell’anno (mese e giorno) e a quale Ufficiale /Regia Corte (compresa) in carica apparteneva la moneta che si coniò. La monetazione aurea sospesa nel 1785 non è ovviamente interessata a questa mia osservazione, ma di argento e di rame ne venne coniata in grandi quantità. Bene……. Tutti i Nominali fino al Grano da 12 Cavalli vennero ben identificati dalle vicissitudini del periodo che vi riferisco, 1790 (Vi prego di leggere con attenzione gli accadimenti a pag. 134 del Manuale), e le lettere vennero sostituite man mano che gli avvenimenti accaddero; ma mentre, come era di consuetudine, inserire dette lettere fino al 12 Cavalli, nei Nominali inferiori questo non era permesso (anche per questione di spazio nei campi al rovescio di queste piccolissime monetine) … di conseguenza il mastro incisore dell’epoca (un fenomeno di quell’epoca… fidatevi), Domenico Perger….si inventò un qualcosa di “diverso” per distinguere a pari maniera, anche se senza le sigle che erano ben evidenti sui Nominali di cui ho riferito (quelli maggiori), coni (anonimi/diversi) che potessero ben identificare in egual maniera le stesse persone le cui iniziali comparivano senza alcun dubbio. Sono nate grazie al sottoscritto (ma non me ne vanto per i meriti), i coni dei 9 cavalli a lati curvi e a lati dritti, i 4 ed i 3 cavalli (di cui discutevamo) con SICI e con SICIL….l’unico “neo” che mi rimase, fu quello del 6 cavalli, ma prima o poi anche qui scoprirò la varietà nel 1790….ci deve essere per forza. La monetazione di Napoli è FDC "eccezionale" quando la si studia......
    4 punti
  2. Buongiorno a tutti. Ho scoperto da poco questo sito ed anche la neonata passione per le medaglie papali. Questo è il mio primo acquisto, fatto quasi un mese fa. Ho comperato anche il libro "La medaglia "annuale" dei romani pontefici, Vol. 2", di A.Modesti. Costando un bel po' , ed i soldi son quelli che sono, e non molti, ho pensato di mirare la lettura e l'apprendimento nel secoli che mi piacerebbe collezionare. Da neofita ho un mucchio di domande da fare. Ecco la medaglia: PIO IX, Anno XI, 1856 - argento
    3 punti
  3. Seguo l'invito di @adolfos con un altro piccolo indovinello. Metto un lato solo per non farla troppo facile. Buon divertimento!
    3 punti
  4. Dato che si cita anche Numeriano, vi segnalo questo mio recente contributo https://www.academia.edu/37428577/UN_INEDITO_ANTONINIANO_DI_NUMERIANO_CESARE_-_Panorama_Numismatico_n.337_marzo_2018
    3 punti
  5. La monetazione di Napoli è FDC "eccezionale" quando la si studia...... Mi piace molto questa considerazione, se ci fosse meno corsa alle conservazioni, si imparerebbe sicuramente di più...e si apprezzerebbe il tondello nei suoi svariati ed interessanti aspetti artistico - storici e non solo. Chissà quante sorprese ancora ci aspetteranno per questa incommensurabile zecca..
    3 punti
  6. Buon pomeriggio a tutti gli utenti del forum... apro questa discussione postando un pezzo da 120 grana del 1805 “capelli lisci” davvero ostico a trovarsi in bella conservazione, gradite condivisioni e commenti...!
    2 punti
  7. Guardate che splendore passerà presto in asta (Numismatica Ars Classica, Auction 114, lot 44, del 6 maggio 2019)... Avete mai visto un toro androprosopo più possente di questo? Gela. Tetradrachm circa 415-405, AR 16.48 g. ΓΕ – ΛΩ – [ΙΩ – Ν] Fast quadriga driven r. by Nike, holding kentron and reins; above eagle flying r. and, in exergue, large pellet. Rev. ΓΕΛΑΣ retrograde Forepart of man-headed bull (the river-god Gela) advancing l. through reeds; ibis and garlanded altar before his mid section. In l. field, fish swimming upwards and above, barley grain. Jenkins O 96 / reverse unlisted. Of the highest rarity, the finest of only two specimens known. A spectacular reverse composition, undoubtedly one of the most interesting of the mint of Gela. Perfectly struck on a full flan. Old cabinet tone and about extremely fine Ex SBV Zürich 1, 1977, 52 and NAC 9, 1996, 155 sales. From the A.D.M. and Harald Salvesen collections. In 689/8 BC, Gela was jointly founded by colonists from the Rhodian city of Lindos and a group of Cretans. Despite conflicts with the native Sicanian peoples, Gela prospered and by the early sixth century BC the city was extending its influence into western Sicily by founding Acragas. By the end of the century, however, political discord in the city had permitted Cleander, the son of Pantares, to overthrow the traditional oligarchic government and establish himself as tyrant in 505 BC. Although Cleander was later assassinated by the city's democratic faction, this did not prevent his son, Hippocrates, from becoming the new tyrant of Gela in 498 BC. Under Hippocrates the power of Gela expanded immensely as his mercenary armies conquered the Greek cities of Callipolis, Leontini, Naxos, and Zankle. Victory over Syracuse also resulted in the addition of Camarina to Hippocrates' Geloan empire. Although the Geloans still desired a return to constitutional government, after the death of Hippocrates in 491 BC, the tyranny was assumed by Gelon, a former bodyguard of Hippocrates. Gelon not only preserved previous gains but even captured Syracuse, where he became the founder of the city's Deinomenid dynasty of tyrants. Syracuse became Gelon's new capital and Gela was left to be administered by his brother, Hieron. When Gelon died in 485 BC, Hieron succeeded to the tyranny at Syracuse and Gela was ruled in turn by his brother, Polyzelos. However, by the mid-fifth century BC the tyranny was abolished and the old oligarchic government was restored at Gela. In the late fifth century BC, Gela was notable as one of the first Sicilian Greek cities to contribute military aid to Syracuse when it became the primary target of the Athenian Sicilian Expedition in 415–413 BC. When the Carthaginians besieged Gela's old colony, Acragas, in 406 BC, the Geloans also dispatched reinforcements and, after the city fell, provided refuge to the homeless Acragantines. The Geloans faced the same tidal wave of Carthaginian arms in 405 BC, but received little aid from Syracuse and its tyrant, Dionysios I. The city was overwhelmed and destroyed, but the Carthaginians permitted those who had fled to return on the condition that they would not rebuild the fortification walls and pay tribute to Carthage-cold comfort for a people who had once been the preeminent power in Sicily. The present tetradrachm, which is the better of just two known, was struck in the period between the Sicilian Expedition and the Carthaginian conquest probably to finance the numerous military campaigns in which Gela was engaged. The types of quadriga and man-faced bull are traditional at Gela, going back to the early fifth century BC and the age of the great tyrants; however, here they have been updated to keep pace with the artistic developments of Syracusan coinage. Whereas the old quadriga was of the slow variety and driven by a human charioteer crowned by Nike, here Nike drives the chariot herself at what seems to be breakneck speed. Likewise, while the man-faced bull reverse, representing the local river-god, Gela, was a commonplace image on previous Geloan coins, here he is placed in context. The man-faced bull advances out of his comfortable river-bed surrounded by reeds and bulrushes in the company of an ibis to receive the sacrifice made at a nearby altar. This type is remarkable not only for its artistry but also for the way it illustrates the depth of Greek belief in nature deities like river-gods. Gela was considered a real divine presence that, if a worshipper was fortunate, might actually come forth to accept the gifts offered to him. Estimate: 45000 CHF
    2 punti
  8. Buonasera cari Amici e Collezionisti ( ancora pochi) di falsi d'epoca Napoletani. Integro questa bella discussione con un pezzo molto interessante e ben realizzato. Ferdinando II Carlino 1855 Solo il metallo e le corrosioni in superficie lo "tradiscono" Sono sempre ben graditi i vostri interventi. Saluti, Rocco
    2 punti
  9. Devo dire che avete ragione, la legenda di Filippo III non è stata aggiunta successivamente! Già da un paio di ore sto osservando il dritto di tale tondello e devo dire che la legenda del conio sardo da 10 reali di Filippo II non è completa, quindi si vede solo la striscia relativa alla porzione inferiore. Ho controllato anche parecchi altri esemplari della stessa tipologia, ossia del I e II tipo dei maltagliati da 10 reali, e molti presentano lo stesso difetto alle legende del dritto. A questo punto possiamo dire con certezza che il conio sardo si sovrappone a quello da 8 reales di Filippo III, zecca di Segovia. Il tondello da 8 reales di Filippo III che sta sotto, dovrebbe essere proprio questo, quindi lo zecchiere è Andres Pedrera (immagine tratta da Cayòn Auctions, Auction February 2017, lot 50333; ovverosia: https://www.sixbid.com/browse.html?auction=3249&category=66695&lot=2715434).
    2 punti
  10. Seguivo con interesse l'asta, peccato che il venditore ha chiuso in anticipo, prassi che non condivido assolutamente, a mio modo di vedere è una mancanza di rispetto nei confronti dei partecipanti all'asta, ma che di fatto è diventata la regola...
    2 punti
  11. A meno che non fosse tutta una manfrina sin dell’origine per creare una parvenza di storicità appoggiandosi all’ unico giudizio di autenticità( sbagliato) ricevuto qui. Falso era e falso resta, mi spiace per chi l’ha comprato, se davvero c’è stato un compratore. In ogni caso è un pessimo modo di usare un forum per interessi personali, se fossi un amministratore penserei a qualche intervento. No, era un falso pacchiano.
    2 punti
  12. Azzerare il debito pubblico è una cosa ben diversa (e impossibile) rispetto all'anticipare di due mesi un termine decennale, in situazione di emergenza. Lei crede davvero che molti si sono ricordati delle banconote dimenticate perché hanno letto la notizia sui giornali? Beati loro, si vede che hanno talmente tanti soldi che non sanno neppure dove li mettono. Io ho visto i miei vecchi piangere perché non ricordavano dove avevano messo 50.000 lire... siamo seri per cortesia... Mi permetto di sorridere leggendo che Berlusconi voleva uscire dall'euro... Secondo lei, uno che ha fatto politica con il principale obiettivo di salvaguardare i propri interessi, sarebbe davvero uscito dall'euro con grave e forse irreparabile danno alle proprie aziende? Non scherziamo... Per il futuro mi auguro solo di poter vedere altre persone, preparate culturalmente e competenti, e che la si finisca alla svelta con gli improvvisati, gli agitatori, i propagandisti che in vita mai hanno studiato e mai hanno sudato al lavoro. Chiedo troppo? Forse si, dato che a noi italiani quelli seri non sono mai piaciuti...
    2 punti
  13. Taglio: 2 euro CC TDR Nazione: Grecia Anno: 2007 Tiratura: 3'978'549 Condizioni: qBB Città: Milano (MI) 
    2 punti
  14. Taglio: 5 centesimi paese: Italia anno: 2003 tiratura: 1.956.000 condizioni: MB città: Siena Purtroppo non so perchè ma non riesco più a scaricare il file di riepilogo. Vado a memoria e ricordo che i 5 cent del 2003 fossero pubblicabili, in caso contrario...ripago il caffè a tutti (senza le flessioni,però!). ?
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  15. Salve a tutti secondo voi Ranieri oppure Allegretti? Così, solo per ravvivare un poco la sezione che pare "tirare le cuoia" Cari saluti
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  16. 13 Aprile 2019 - Assemblea Ordinaria SNI 2019. Alle ore 10.00 presso la Sala Weil Weiss del Castello Sforzesco, Milano Come di consueto l'assemblea sarà aperta dalla relazione del Presidente; il bibliotecario Girola illustrerà l'attività della nostra Biblioteca. Il direttore della RIN, Prof. Saccocci, presenterà il volume 2019. Nel corso dell'assemblea la Prof.ssa Claudia Perassi presenterà l'Incontro di Studio "Monete frazionate. Aspetti economici, questioni cronologiche, quadri regionali" che si terrà a Milano il prossimo 16 e 17 settembre, la Dott.ssa Franca Maria Vanni ci parlerà della Giornata di Studio ''Napoleone e la sua famiglia: un'Europa da rivedere'' che si terrà a Castiglion Fiorentino il 18 maggio. Ricordiamo ai soci che quest'anno si provvederà al rinnovo delle cariche sociali.
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  17. Mezzo Viennese Carlo II Mir Savoia 460 Zecca di Vercelli , zecchiere Giovanni Pietro Ferraris, con questo segno e' piu' raro a vedersi
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  18. 1736-1795 Chien lung (Qianlong) è l'imperatore tung pao (o anche tong bao) il tipo di moneta (cash la "traduzione" inglese) Nanchang la zecca. https://it.wikipedia.org/wiki/Qianlong
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  19. Moneta genovese. Puoi dirci il peso?
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  20. taglio       2 euro TYE paese  Estonia anno 2012 tiratura 2.000.000 condizioni bb città Milano
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  21. Parpagliola 1610 Vincenzo I Gonzaga (1587-1612) Mir Piemonte 307 D/ VIN D G DVX MAN IIII E MO FE II aquila ad ali spiegate R/ SANCTVS FRANCISCVS San Francesco inginocchiato riceve le simmate , in esergo 1610 @Paolino67 Mi confermi Zecca di Casale ? .. e la sua rarita' ? Ho letto R4 nel catalogo
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  22. Ho trovato questo in un cassetto di mio nonno... onestamente non avevo la minima idea dell'esistenza di questo genere di gettoni, prima di entrare qui dentro. ?
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  23. Mmm... Non so se sia totalmente priva di falsi... Per il resto spero non sia così per lui.
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  24. Bella e stravagante divagazione sul tema principale del Grifone , stravagante perche' far derivare solo in base all' aspetto fisico del becco , ma non mi riferisco a te in particolare come relatore del paragone , il Grifone dai Protocerapodi , mi sembra appunto folkloristico . D' altra parte il Grifone fa parte di una abbondante e numerosa serie di animali mitologici , inventati o immaginati dalla fantasia di scrittori e viaggiatori per materializzare nelle forme piu' bizzarre cio' che la mente di allora non riusciva a spiegare , esempi simili nei vari settori della natura , sono infiniti . Come mai non si e' trovata alcuna traccia fisica di questi animali o ibridi ? semplice la risposta : perche' non sono mai esistiti , eppure la serie degli animali mitologici e' lunga .
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  25. Anche perché le immagini del falso aiuterebbero altri nel caso venisse riproposto. Chiedo anche io di ricaricare le immagini. Grazie skuby
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  26. Trovo comunque scorretto e soprattutto deleterio ai fini della discussione togliere la foto.
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  27. Forse ho capito cosa intendi : in eurasia non sono stati trovati fossili di triceratopi veri e propri ,rinvenuti invece in nord America , ma solo quelli di protoceratopo un antenato del triceratopo. Sicuramente ho usato maldestramente una terminologia che richiedeva piu' precisione ma la teoria in questione ha una sua ragion d'essere.
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  28. Semplicemente straordinario, forse credo che dovrebbe essere più comunicato e divulgato questo gioiello architettonico, lo merita ....
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  29. Ciao , praticamente impossibile , i fossili di Triceratopi sono stati scoperti in America del Nord e Canada , questo per un motivo geografico e geologico : essendo il Triceratopo un Dinosauro tipico del Cretaceo , in questa era geologica la deriva dei continenti era in atto quindi il continente americano si era gia' staccato dalla Pangea (unico o super continente) ; per questo motivo fossili di questo Dinosauro non sono stati trovati in Europa . Fu una di quelle famiglie di Dinosauri spazzati via alla fine del Cretaceo .
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  30. Nel grande pacco comprendente anche il numero di Monete Antiche c’era anche questo contributo dell’amico Luca @snam
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  31. Per chi ha voglia di leggere un po' le considerazioni su questa serie che ha avuto una vita brevissima (solo 5/8 anni), praticamente sono state delle banconote/prova di transizione. Tratto dal libro "Il biglietto di banca" (capitolo III - il soggetto) di Roberto Mori, ex Direttore centrale B.I. ed ex responsabile della fabbricazione delle banconote, l'autore definisce le decorazioni presenti in questa serie una paccottiglia con chiaro intento riempitivo. (*) si riferisce chiaramente al paragrafo precedente che parla della serie precedente
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  32. Non ha alcun senso il paragone con Monaco e San Marino... da un lato sono emissioni puramente speculative, emesse a prezzi maggiorati e nel caso di Monaco pure con una vergognosa manipolazione del mercato tesa a creare artificialmente la rarità. Dall'altro lato monete emesse per la teorica circolazione, al facciale, e che sono facilmente reperibili in serietta a qualsiasi fiera numismatica. È' evidente che per i ministati si è creata una richiesta di mercato, artificiosa ma oggettiva, richiesta che su Cipro mai esisterà. Quindi, no, non saliranno mai di valore... il mondo euro è pieno di circolante a bassa tiratura reperibile a pochi spicci più del nominale.
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  33. E' qui il punto: una moneta dovrebbe valere per la cifra indicata su di essa e poter essere utilizzata come merce di scambio negli acquisti di altre merci, commemorativa o no che sia; il valore "facciale" dovrebbe essere certo sensibilmente superiore a quello del metallo nobile contenuto. Le ultime monete in metallo nobile degne di questo nome sono le 500 lire "caravelle", almeno fino alla data di reale utilizzo. Tutto il resto, argento e oro, storia della lira e emissioni simili servono solo agli speculatori e a creare disillusione e disaffezione ai clienti qualora volessero disfarsi dei loro acquisti.
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  34. Fidati ! , e' un grifone.
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  35. Ammazza... per essere una capelli lisci è spettacolare... Vedere la testa di Re nasone con tutti quei capelli è imbarazzante... Tenendo conto che il conio del dritto era molto basso.... È poi sembra ci sia pure lustro... Complimentissimi......
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  36. Caro @Zenzero, moneta fusa, conservazione quella che è, viste le cifre che ballano dato il pezzo io spenderei qualcosina e la farei periziare, in foto è tutto un tirare a indovinare (mia umile opinione)
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  37. Devo dire invece che trovo le sue obiezioni (almeno in questo caso, non ho le conoscenze per mettere bocca sulla monetazione sabauda) più che sensate. La realtà dei fatti è che sono gli autori precedenti che non hanno mai portato prove concrete sulle loro affermazioni, che sono sempre state prese per buone. A meno che si voglia prendere per buona una classificazione operata semplicemente per una lettura delle simbologie riportate sulla moneta! Chi segue assiduamente la monetazione gonzaghesca riesce a rendersi conto che al di là delle doverose ricerche storiche alcune monete semplicemente non possono essere di Casale, perchè non ne hanno alcuna caratteristica. Sul mercato antiquario mantovano è facilissimo reperire tipologie come questo grosso o come il quattrino FDMM (da tutti assegnate a Casale), mentre al contrario le parpagliole/cavallotti col San Francesco, piuttosto che i quarti con Santa Caterina o i grossi con la croce ornata, si reperiscono quasi esclusivamente sul mercato piemontese o tuttalpiù francese. E questo senza contare altre considerazioni di carattere stilistico, come la somiglianza di questo grosso con il grossetto con l'aquila coronata (emissione certamente mantovana) la corona d'alloro spesso ricorrente nella monetazione mantovana di questo periodo, l'assenza di millesimo tipica della monetazione mantovana e non certo di quella casalese, lo stile dei tondelli che rappresenta la norma per Mantova, molto meno per Casale dove i piccoli nominali sono sempre coniati tu tondelli molto grezzi e malfatti. Per quanto non possano essere prese come prove decisive, qualcosa vorrà pur dire, soprattutto quando vanno a compendio di evidenze storiche che puntano decisamente dalla stessa parte, con buona pace di chi si basa su un certo conservatorismo storico.
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  38. Alcuni esemplari: Carinus AE Medallion. Siscia mint, Struck 283 AD. IMP C M AVR CARINVS PF AVG, laureate, draped and cuirassed bust right, seen from front / MONETA AVGG, the three Monetae standing facing, heads left, each holding scale in their right hands above a stack of coins at their feet, and cornucopiae in their left hands. Gnecchi 6 and 8. Cohen 58. (Da Wildwinds.com ) Carinus, AV Aureus. Struck AD 282, 4.83 g. M AVR CARINVS NOB CAES, laureate, draped, cuirassed bust right / PAX AETERNA, Pax walking left, holding olive branch and sceptre. Cohen 62; Calicó 4351; RIC V-2, 153; Sear 12282. (Da Wildwinds.com ) Carinus AE Antoninianus. Rome mint, AD 282. M AVR CARINVS NOB CAES, radiate, draped and cuirassed bust right / PRINCIPI IVVENTVT, Carinus standing left holding globe and sceptre. Mintmark SKA. Cohen 91; RIC V-2, 161; Sear -. (Da Wildwinds.com ) Infine, dopo questa carrellata di esemplari godibili, l’ultimo entrato nella mia raccolta, acquistato da venditore professionale inglese. Un AE antoniniano conservante l’argentatura superficiale che è parzialmente celata da una patina desertica beige: Carinus, AE Antoninianus, Antioch mint. IMP C M AVR CARINVS PF AVG, radiate, cuirassed bust right. / VIRTVS AVGG, Carinus standing right, holding sceptre, receiving Victory on globe from Carus standing left. Star above. A in lower centre. Mintmark XXI. RIC V-2, 325; Sear 12362. Silvered bronze, desert patina over silvering. 21 g x 2.25 g. Ciao Illyricum
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  39. Personalmente, mi iscrissi al forum 11 anni fa e spiccioli, per chiedere una delucidazione relativa a quello che si rivelò essere un errore di conio su un soldo di Gorizia. Non avevo uno scanner e la foto che fece un'amica era impresentabile. Posi la domanda educatamente ed educatamente mi fu risposto che, data la foto, non era possibile trarre conclusioni. Fu la frequentazione del forum a farmi venire la voglia di acquistare un scanner, ottenendo poi la relativa spiegazione.
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  40. Io mi sono rimandato da solo ed essendo impegnato a settembre sono andato subito a studiare ?. Argomento poco noto al sottoscritto ma di indubbio interesse. "La libbra del volterrano delle stelle tiene oncie dieci e due terzi di ariento fine. La libbra dei piccioli volterrani casolesi tiene once una e un terzo di ariento fino" . Ed ecco la parte iniziale del documento in cui Ranuccio autorizza la coniazione di monete nei castelli del vescovado. Tratto da A. Lisini "Le monete e le zecche di Volterra, Montieri, Berignone e Casole", in RIN 1909, pag. 454.
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  41. Già anni fa qualcuno scrisse un post, ahimè foriero, dal titolo "lenta agonia di una sezione" ma è passato tanto tempo e direi che siamo oramai già al "de profundis". Bella monetina @adolfos c'è poco da aggiungere se non che il CNI la attribuisce a Berignone per il resto tutto come da catalogo, aggiungo quindi. MIR 32. PS. @Fufluns passa più spesso a trovarci che ne abbiamo bisogno.
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  42. Questa patina non è dovuta a composti dell’argento o del rame in lega variamente colorati ma ad un fenomeno fisico che ha come protagonista la luce naturale o bianca la quale, come si sa, è costituita da un fascio di radiazioni di diversa lunghezza d’onda dal rosso al violetto. La superficie di una moneta d’argento appena uscita dal conio riflette totalmente la luce che la illumina e appare di colore bianco dalla tipica lucentezza. E così accade finchè l’argento rimane allo stato metallico. Se però sulla superficie della moneta si formano dei sottilissimi strati trasparenti di composti di ossidazione dell’argento (tipicamente il solfuro), la luce riflessa viene privata di alcune radiazioni che la compongono per interferenza e la moneta si presenta ai nostri occhi del colore complementare delle radiazioni annullate. Se questi sottilissimi strati trasparenti sono di spessore diverso e si sviluppano in modo concentrico sulla superficie della moneta, questa presenta l’iridescenza tipica del fenomeno naturale noto come arcobaleno, dove le goccioline d’acqua sospese nell’atmosfera dopo un temporale hanno nei confronti della luce la stessa funzione dei sottilissimi strati trasparenti. La cosiddetta ‘patina rainbow’ è stata osservata la prima volta sui dollari Morgan conservati per lungo tempo nei depositi in sacchetti caricati di zolfo allo scopo di evitare che fossero rosi dai topi.
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  43. Fabbrica di Birra e Gazzosa - Giuseppe Cagnucci - Ancona 28 mm
    1 punto
  44. Stai toccando un argomento molto delicato e cruciale per la comprensione di alcune emissioni romane, italiche e magnogreche e sono d'accordo che i dati dei ripostigli indicano soprattutto un terminus ante quem e non risolvono compiutamente i problemi cronologici. Il vero problema è la comprensione degli eventi monetari che si sono succeduti in un determinato arco temporale compreso tra la vittoria di Beneventum del 275 a.C. (che segnò il ritiro di Pirro dalla campagna d'Italia) e soprattutto, dal punto di vista economico ancora più rilevante, la caduta di Tarentum nel 272 a.C. (che segnò appunto la fine della forte influenza tarentina nella Magnagrecia) fino allo scoppio della prima guerra punica, nel 264 a.C. (e durò fino alla vittoria definitiva per i Romani alle isole Egadi, nel 242 a.C.). Provo a ricostruire, anche sulla scorta delle interessanti intuizioni di Roberto Russo in un suo articolo apparso in un fascicoletto "Numismatica sottovoce", con poche correzioni di data. Praticamente fino al 275-272 a.C. molte città magnogreche battevano la propria moneta e quindi affermavano in maniera tangibile la propria esistenza come Stato indipendente. Dopo la vittoria di Beneventum e il duro assedio a Tarentum sorsero per Roma seri problemi di carattere politico-economico. Innanzi tutto Roma, ormai divenuta padrona di tutta la Magnagrecia, non poteva più permettere alle non poche città greche sconfitte (Taranto, Metaponto, Eraclea, Velia, Locri, ecc.) di poter continuare a coniare monete con il loro nome. Si trovò costretta a rivedere la produzione monetaria in Magna Grecia, senza però stravolgere troppo le abitudini delle popolazioni del sud Italia. Roma aveva di fronte due possibilità: o imporre in brevi tempi nuove monete a nome di Roma o, più semplicemente, imporre la moneta di Neapolis (sua fedele alleata), peraltro molto conosciuta e bene accettata da queste popolazioni. Ben presto Roma scelse una soluzione assai pragmatica. Diede ampio spazio alle monete napoletane e nel contempo avviò nuove emissioni con leggenda ROMANO assieme a monete di alcune città, prevalentemente campane, che non erano compromesse con la guerra di Pirro. E' per questo motivo che alcune città campane iniziarono a coniare monete sia in argento sia in bronzo (Cales, Suessa, Teanum, Nuceria) alle quali si devono aggiungere alcune zecche non campane (in Apulia come Arpi, Tiati e nel Latium come Cora). Altre città invece coniarono monete esclusivamente in bronzo (appunto Aquinum, Cosa, Compulteria, Beneventum, ecc.). E' intuibile, osservando la struttura e composizione di tali emissioni, che l'asse portante della produzione monetaria fu sempre la monetazione di Neapolis, a cui si aggiunsero due nuove monete d'argento di Roma con leggenda ROMANO (Cr. 15/1 e 20/1 e resta da stabilire se effettivamente Cr. 15/1 possa essere stata coniata già durante la guerra di Pirro e quindi prima della battaglia di Beneventum), affiancate da tre monete in bronzo (Cr. 23/1, 16/1 e 17/1), rispettivamente doppia unità (con aquila), unità (con leone) e mezza unità (con cavallo), coniate molto probabilmente nella stessa zecca di Neapolis. E' interessante osservare che moneta di doppia unità (Cr. 23/1) non ha diretta corrispondenza con la moneta neapoletana e, per questa ragione, coniata in un numero molto limitato di esemplari. Non credo proprio che sia coniata a Messana, bensì sempre a Neapolis. Ovviamente questa sorta di riforma monetaria richiese alcuni anni e non risolse una sorta di dicotomia tra un sistema ancora bimetallico (argento e bronzo) in vigore specialmente nella Magnagrecia e un sistema monometallico basato sul valore intrinseco del bronzo, in vigore a Roma e nelle zone interne dell'Italia. Non posso escludere che proprio in tale periodo siano stati emessi i quadrilateri, che, come i futuri aes grave, avevano valore per il peso e circolavano anche frammentati e sicuramente la loro emissione avvenne in un arco temporale piuttosto ristretto. Tra il 275 e il 264 a.C. i due sistemi continuarono a rimanere separati senza alcuna moneta in comune. A mio giudizio, dopo la vittoria del 272 a.C. con la capitolazione di Tarentum e sua immediata entrata nell'influenza romana, Roma aveva bisogno, per ovvii motivi logistici, di produrre monete nel sud Italia e aveva bisogno di affiancare a Neapolis una seconda zecca che doveva avere già buona esperienza monetaria. Con molta lungimiranza, Roma riaprì subito la zecca di Taranto per produrre monete che però non portavano il nome della città emittente, per ovvie ragioni politiche e propagandistiche (la guerra di Pirro era ancora troppo vicina e Roma non poteva concedere a Taranto la dignità di oniare monete col proprio nome e senza evidenti tipi che avevano caratterizzato questa zecca). In questa maniera furono prodotti i didrammi cosiddetti "campano-tarentine", che altrimenti non trovano una chiara giustificazione per la loro emissione. La serie campano-tarentina dovette durare ininterrottamente almeno fino al 264 a.C. (sarebbe utile ricostruire in un Corpus tutta questa serie per meglio comprendere la sua sequenza e se può essere durata in un decennio circa). Forse prima dello scoppio della guerra punica nel 264, poco dopo la serie dei quadrilateri, Roma iniziò per la sua storica area di influenza geografica le prime serie fuse con l'asse e suoi sottomultipli (Cr. 14/1-6, 18/1-6, 19/1-2, 21/1-6). Per la prima volta Roma diede a questi fusi un loro valore ben determinato, dall'asse all'uncia, anche se il valore rimase strettamente legato a quello del metallo contenuto. Era sempre e ancora un sistema monometallico e basato sul peso, anche se fu introdotta l'innovazione di indicare il valore, senza quindi più bisogno di spezzare nè di pesare. Lo scoppio della prima guerra punica causò in breve tempo la cessazione della produzione delle monete neapoletane e campano-tarentine e soprattutto un cambiamento ponderale del didramma, che scese da 7,3 a 6,6 grammi. Tale svalutazione rese necessaria una massiccia produzione di numerario per sostituire le vecchie monete e non poche zecche magnogreche, che prima, al tempo di Pirro, erano state avversarie di Roma e avevano subito l'ostracismo, ora ripresero a produrre monete. Anche Taranto, che ora aiutava Roma ad allestire la sua flotta, riprese a coniare col nuovo peso gli stateri con cavaliere/Phalantos su delfino (es. SNG ANS 1081-1262). Ora, per la prima volta, la stessa zecca di Roma iniziò a produrre "in casa" nuovi stateri con questo peso ridotto (forse Cr. 22/1 era ancora coniata a Neapolis, ma già con 25/1 in poi le monete erano battute a Roma). Continuarono nuove monete fuse, assieme a monete coniate, destinate ad aree di circolazione diverse. Ma ora stiamo uscendo dai limiti di questa discussione e torniamo alla protome equina di Cosa e di Roma. Sono solo queste due zecche ad avere la combinazione testa di Minerva e protome equina, anche se quest'ultima può ritrovarsi da sola e con alcune variazioni in altre zecche, come Tiati (H.N. 699), senza avere lo stesso significato politico. Per Venafrum rimando alla mia vecchia monografia, disponibile su: numis.me/archivio/Venafrum.pdf L'obolo di Venafrum con toro androprosopo è noto in unico esemplare su Garrucci tav. LXXXVIII, n. 17, ma non è stato poi rintracciato. Quindi persistono ancora dubbi sull'effettiva esistenza di questa emissione (bisogna vedere come Garrucci abbia letto l'etnico e magari con un pò di fantasia....). Per Nola, allego un esemplare apparso su NAC: Per Cora, rimando a un'altra mia monografia: numis.me/archivio/Cora.pdf Noterai che in effetti persistono oscillazioni tra prima e dopo l'inizio della prima guerra punica, che sicuramente costituì un importante "spartiacque" tra le varie emissioni monetarie. Ho fatto sopra il mio ragionamento, sulla falsariga del compianto Russo, per evidenziare che in effetti non appare sbagliato attribuire le monete con protome equina (Cosa) e con gallo (Aquinum, ecc.) ad anni precedenti di poco la prima guerra punica, grosso modo tra il 272 e 264 a.C. Data la vicinanza cronologica, mi sembra in effetti ovvio che soprattutto i ripostigli risalenti al tempo della prima guerra punica possano contenere tali monete che però possono essere un poco anteriori. Inoltre non dimentichiamo che le occasioni per la sepoltura di ripostigli aumentano molto in tempi di mobilitazione e di guerra e quindi soprattutto durante la prima guerra punica.
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