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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/28/19 in tutte le aree
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Cari amici , e' mio obbligo chiarire la decisione che mi ha indotto ad uscire dal Forum , cosa che poco fa ho discusso positivamente con @Reficul , quindi per quanto mi riguarda , decisione annullata . Tutto era nato non da rancori di discussioni avvenute in questo Post , discussioni che seppur a volte un po' accese fanno pero' parte del "gioco" di un Forum , bensi' per altri motivi , che qui non intendo riaprire , ma che ho chiarito con la Direzione . Un carissimo grazie e saluto6 punti
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La più rara delle reimpresse di Ferdinando II Questo che condivido è l'esemplare della Collezione Pin e quello raffigurato nel Manuale Magliocca.3 punti
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Posseggo un piccolo busto di Dante in bronzo che è risultato essere miracoloso perché a volte piange, come certe statue della Madonna, solo che lui piange a sentire certi svarioni, quando è accesa la radio... Ieri ha sentito un giornalista che diceva semplificazionare: non vi dico le lacrime! Allego una foto a conferma del miracolo.2 punti
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Bell’ articolo su Cronaca Numismatica di Roberto Ganganelli sulla nuova teca di monete di zecche italiane in Ambrosiana e sulle collaborazioni proficue che la numismatica oggi può offrire ... https://www.cronacanumismatica.com/medagliere-ambrosiano-una-nuova-teca-per-le-monete-delle-zecche-italiane/2 punti
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Salve, rispondo da questo post non potendo dal cellulare in quanto Vodafone Rete sicura mi impedisce di aprire i vostri messaggi. Comunque leggo dal Pc. Mi dispiace per tutto quello che è successo, ma spero che tutto si aggiusti. Per quanto riguarda la moneta, causa di "infiammate", sto aspettando le nuove foto, fatte con luci diverse, perché per quasi metà è abrasa e potrebbe essere che quello che sembra un animale possa essere la parte inferiore di un personaggio seduto. Quando l'avevo vista, nel 2009 (i nostri tempi di pubblicazione sono lunghi) mi sembrava così ma poi quando ultimamente ho ricevuto le foto pensavo di averla confusa con un'altra simile in cui si vedono solo delle zampe. Se non sarò sicura , vedrò di andare a controllare di persona, perché per ora non sono a Genova. Intanto ringrazio tutti coloro che si sono prodigati nella ricerca ed auguro buon lavoro a tutti. Lucia Bertino2 punti
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Buonasera, nel sistemare le mie monete ho rispolverato delle Sterline ricevute in regalo dagli zii qualche anno fa. Mi hanno sempre affascinato per lo spessore, per le differenti scritte sul taglio e quanto rappresentato sul rovescio. Mi fa piacere condividerle con voi.2 punti
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Quasi! La soluzione (Filippo può confermare) è "Lenti da sole". Lens culinaris è il nome della pianta detta volgarmente lenticchia.2 punti
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ricevute oggi le coincard ordinate su ebay. sembrano tutte in buone condizioni sia i cartoncini che le monete. Moneta molto particolare per la tematica e l'estetica; mi piace tanto ma non circolando la vedo come una medaglia più che una vera moneta. Peccato per questa scelta, sarebbe stato affascinante trovarla in giro!2 punti
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Bene a Sabato per la parte commerciale del convegno , oggi pomeriggio l' amico Blaise ed io faremo una bella chiaccherata numismatica sulla zecca si Susa e sui suoi denari secusini2 punti
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Nell'attesa di poter ammirare i vostri pezzi del 1857..... Concludo con il mio falso d'epoca del 10 Tornesi.2 punti
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Per @Nikita ma non solo dalle nuove monete esposte in Ambrosiana a Milano2 punti
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Per tornare ai Ramones….ecco la loro versione punk rock. Buona notte a chi ascolta. Stilicho2 punti
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No, sono monete di III secolo. Quanto scrivo non è per lei o per altri "educati". Non sono una raccoglitrice furtiva e seriale come fa intendere il vostro "Illiricum" bensì un funzionario archeologo numismatico. Pensavo che dietro "La moneta" ci fossero persone preparate e quanto meno abbastanza intelligenti da capire che uno che si firma con il proprio nome non è proprio un nessuno. Dall'ampia mia bibliografia(basta solo guardare su Internet) si capisce senza dubbio che non vado con il metaldetector a cercare monete. Per quanto riguarda gli scavi di Luni sono ancora attivi e le pubblicazioni sulle monete sono state effettuate da mio Padre Antonio, con l'individuazione tra l'altro dell'importantissima "zecca episcopale di Luni", e da me che sto curando la pubblicazione di tutti i rinvenimenti lunensi. Per non parlare delle monete di Ventimiglia (Bollettino di Numismatica e altre pubblicazioni tra cui Annali e volumi della Soprintendenza) e di altri scavi liguri. Per tornare alla moneta in questione molto, molto,molto non si conosce ancora tra cui per esempio cito una moneta di piombo(da me pubblicata in Bollettino di Numismatica di cui sono redattore) con la figura di un capo celtico. Ci vogliono anni passati a studiare e sempre con umiltà che vedo manchi a molta gente. Per concludere: sarebbe più opportuno, per la credibilità del sito, presentarsi con il proprio nome e cognome ed il proprio "eventuale" curriculum, altrimenti fate , per colpa di qualcuno, una povera figura.. Alle persone educate che gentilmente hanno risposto invio i miei saluti .2 punti
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Il seguente articolo, pur avendo dei difetti (si parla qui spesso di Transilvania come di un'entità separata e del tutto autonoma o sotto l'influenza "rumena-valacca" , quando invece era molto legata al Regno d'Ungheria, di cui era una parte integrante; errore ormai vecchio) è interessante perché analizza, seppur brevemente, i vari legami politici e culturali tra l'Italia Rinascimentale e il Regno d'Ungheria e i principati rumeni (di cui la Valacchia di Vlad ne era uno). L’Umanesimo esportato a Est e Dracula al servizio del Papa Pio II contro l’Islam Pensare di spendere l’espressione «Rinascimento Dark», con riferimento alle terre d’Ungheria, Valacchia e Transilvania, potrebbe avere il sapore dell’azzardo. Se non altro per quella che è la prima parte della definizione. Senza tenere inutili lezioni, osserveremo che sono però almeno due le direttrici che, in questo senso, uniscono l’Italia del Rinascimento con le terre dell’Est. Da una parte v’è il più che comprensibile valore militare dei guerrieri di quelle lande: János Hunyadi, ad esempio, il quale militò per almeno tre anni sotto le insegne del biscione al servizio del duca di Milano, Filippo Maria Visconti. In seguito egli fu voivoda di Transilvania e reggente del regno d’Ungheria. Lo stesso potrebbe dirsi, sempre sotto il profilo squisitamente militare ma a parti invertite, di Filippo degli Scolari - noto anche come Pippo Spano e che fu cavaliere dell’Ordine del Dragone, fondato da Sigismondo di Lussemburgo - che aveva origini palesemente fiorentine. Non a caso proprio a lui Andrea del Castagno dedicò un magnifico ritratto. A quella stessa societas draconistrarum, peraltro, appartenne anche, giusto per esser chiari, Vlad Dracul II, il padre di Vlad Tepes, l’Impalatore, l’uomo che originò in seguito il personaggio letterario di Dracula creato da Bram Stoker. Insomma sotto questo primo profilo, l’idea di un rinascimento dark, diffuso nei Paesi dell’Est è tutt’altro che peregrino giacché molte e ribadite sono le interazioni fra i due territori in esame. Ma se da un punto di vista militare gli scambi e le condivisioni possono essere molteplici, diverso potrebbe sembrarci, a tutta prima, il comune terreno del mecenatismo e dell’arte. Non fu così. Anzi, quanto detto per il profilo militare vale in egual misura per quel che concerne l’aspetto delle architetture e dell’amore per la cultura e la bellezza. In quest’ottica, ad esempio, ricorderemo che, nella seconda metà del Quattrocento, il re ungherese Mattia Corvino, figlio di János Hunyadi e allievo dell’umanista János Vitéz, finanziò i primi monumenti di matrice palesemente rinascimentale in Transilvania, è il caso della loggia della fortezza di Vajdahunyad e della tomba di suo padre. A questo devono aggiungersi gli interventi presso il palazzo principesco di Alba Iulia, caratterizzato da decorazioni chiaramente ispirate alle residenze patrizie veneziane di quel periodo: i soffitti dipinti e dorati, le pareti ricoperte di carte da parati venete e di quadri raffiguranti imperatori romani. Nomi come quel li del veronese Giacomo Resti, del mantovano Giovanni Landi e del veneziano Agostino Serena, lo dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio. Da ultimo v’è da considerare l’apporto del sapere, plasmato principalmente presso l’università di Padova, da parte di una nutrita schiera di nobili ungheresi e transilvani che nel centro veneto del Rinascimento - si pensi a figure come Donatello che qui realizzò l’altare ligneo del Santo e il monumento equestre al Gattamelata o alla pittura di Andrea Mantegna - furono studenti delle discipline più diverse. Anche qui qualche nome può certamente confermare questa nostra tesi: Iohannis Megirnig da Sibiu, laureato in medicina, Stephanus Ungarus di Transilvania e János Vitéz, dottori in diritto canonico, Paul Benkner di Brasov, magister artium. Insomma, sostenere l’esistenza di un rinascimento, intriso dei cupi colori delle lande dell’est è posizione non peregrina, anzi è del tutto evidente che per differenti ragioni il rapporto fra le due aree geografiche era oltremodo stretto, complice il ruolo della Serenissima Repubblica di Venezia quale possibile cerniera geografica. Non a caso molti degli esponenti italiani dei cavalieri dell’Ordine del Drago furono veronesi o padovani in quanto appartenenti alle famiglie degli Scaligeri o dei Carraresi. Tuttavia, il campione di questa versione meticcia del Rinascimento, l’uomo che per certi aspetti ne unì vizi e virtù, in maniera estrema, fu proprio Vlad III di Valacchia, detto Dracula. A questo proposito, a integrazione di quanto da tempo si è sostenuto, ossia che l’Impalatore fosse un principe sanguinario e crudele, intendiamo raccontare in queste pagine un volto meno conosciuto del voivoda: quello del principe guardiano, del difensore della propria terra e del proprio popolo e protettore ultimo del Cristianesimo. A fugare immediatamente qualsivoglia smentita, ricorderemo infatti che Vlad III di Valacchia fu l’unico principe cristiano, seppur ortodosso, a rispondere e aderire alla crociata indetta da papa Pio II, nato Enea Silvio Piccolomini, che chiedeva disperatamente di organizzare una difesa cristiana contro lo strapotere ottomano di Maometto II, il Conquistatore. Convocati infatti, con la bolla Vocavit nos del 1459, i principi cristiani d’Europa a Mantova, il pontefice dovette ben presto affrontare una drammatica serie di rifiuti da parte di Firenze, Venezia, Milano e poi dai regni di Francia, Inghilterra e Spagna. Perfino il re d’Ungheria tentennò, aspettando. Solo Dracula, dunque, ebbe il coraggio di affrontare un nemico che, nei numeri, gli era almeno venti volte superiore. E lo fece in piena solitudine. Certo, le ragioni dell’opposizione di Vlad a Maometto II erano di vario ordine: religioso, naturalmente, ma il voivoda intendeva anche fare di Valacchia e Transilvania un unico voivodato indipendente, in grado di autodeterminarsi, cancellando la propria sudditanza all’impero ottomano che prevedeva un tributo annuale di mille bambini e una tassa di diecimila ducati da pagare alla porta di Costantinopoli. Rimane il fatto che questo ruolo di ribelle da un lato e di guardiano della fede cristiana dall’altro, venne grandemente apprezzato dal pontefice, al punto che Pio II nei suoi Commentarii ebbe parole di paura e di apprezzamento insieme per Dracula. Egli lo definì, fra l’altro, «uomo di corporatura robusta e d’aspetto piacente che lo rende adatto al comando. A tal punto possono divergere l’aspetto fisico e quello morale dell’uomo!». Il pontefice aveva infatti visto nel 1463 un ritratto del voivoda inciso sulla copertina di un incunabolo viennese giunto fino a lui. Marin Mincu, autorevole accademico, docente di letteratura presso l’Università di Costanza, ha addirittura sostenuto che Vlad III Dracul avrebbe conosciuto Cosimo de’ Medici e Marsilio Ficino, intrattenendo con loro rapporti epistolari, nutriti dalla sua passione per il Codex Hermeticum e la Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto di cui proprio Ficino era il massimo esperto del tempo. Una tale sete di cultura, da parte del voivoda, viene confermata dagli storici e dai cronisti del tempo, così come la perfetta conoscenza parlata e scritta di sette lingue: il tedesco, l’ungherese, l’italiano, il latino, il greco, il turco e lo slavo. Ma vi è di più. Nel 1462, finalmente, il pontefice riuscì effettivamente a mettere insieme una somma ragguardevole che poi, nell’impossibilità di destinare direttamente a Vlad, fece pervenire a Mattia Corvino, re d’Ungheria, con preghiera di utilizzarla per finanziare le imprese del voivoda di Valacchia e Transilvania. Ma Corvino si guardò bene dal farlo, nonostante da oltre un anno Dracula avesse impetrato il suo aiuto, e anzi si limitò a incamerare la somma messa a disposizione dal papa, volta a finanziare la campagna di Vlad, tradendo poi quest’ultimo. Per questo, dunque, nella saga a fumetti che ho scritto per i disegni di Andrea Mutti, ho cercato di far emergere il personaggio storico in una prospettiva molto più europea e molto meno hollywoodiana. Certo, non abbiamo rinunciato alla spettacolarità. Andrea, in questo senso, ha adottato una tecnica efficacissima e magnifica, ad acquerello, ispirandosi al lavoro di un grande maestro come Ivo Milazzo, e lavorando magistralmente con gli inchiostri, arricchiti dai colori plumbei e lividi di Vladimir Popov. Lo studio delle architetture dei castelli, dei palazzi, delle case giunge da una formidabile ricerca di carattere storiografico e iconografico e dai miei molti viaggi in Transilvania. Rovesciando la prospettiva, l’intento è stato quello di far comprendere che Vlad fu per il suo popolo ciò che per i Cubani sarebbe stato qualche secolo dopo Che Guevara: un liberatore, un difensore, un condottiero pronto a tutto pur di battersi per la propria terra e, aggiungiamo, la religione cristiana. Un’icona, dunque. E anche un personaggio molto più complesso di come lo abbiamo sempre conosciuto nella semplice, seppur affascinante, versione di principe delle tenebre. Inferiore nei numeri e nelle forze, egli condusse una campagna di guerra senza quartiere contro Maometto II, arrivando a fare terra bruciata non appena il sultano invase la Valacchia, avvelenando i pozzi, bruciando i boschi, trasformando le pianure in deserti di cenere. Nel famigerato attacco notturno del 17 giugno 1462, magnificamente immortalato nella tela del pittore rumeno Theodor Aman, che porta il titolo de La battaglia con le torce, Vlad assaltò a sorpresa il campo ottomano, sterminando una parte importante delle forze del sultano, fallendo nell’obiettivo d’ucciderlo perché Maometto II aveva disseminato il campo di alcuni sontuosi padiglioni che confusero Vlad, celando agli occhi di quest’ultimo la sua tenda. Tuttavia, quando il mattino successivo il sultano mosse con il proprio esercito verso Targoviste, sede della reggia di Vlad, venne accolto lungo la via da una foresta di ventimila impalati. La vista di un simile scempio lasciò sconvolto e ammirato Maometto II, il quale giunse alla conclusione che un uomo disposto a fare per la propria terra ciò che aveva compiuto Vlad non si sarebbe mai arreso. Decise dunque di ripiegare verso Costantinopoli, lasciando il comando al fratello di Vlad, Radu il Bello, che nell’inverno di quell’anno sarebbe riuscito a prevalere momentaneamente contro Vlad solo grazie al tradimento dei Sassoni di Transilvania, dei Boiardi e del re ungherese Mattia Corvino, ben felice di aizzare i propri baroni contro quel principe guerriero, decisamente fuori controllo. Vlad si consegnò infine a Mattia e rimase prigioniero presso il castello di Buda, in Ungheria, per una dozzina d’anni. Nel 1475, sarebbe riuscito a tornare libero e a riconquistare per la terza volta la Valacchia e la Transilvania. Ma questa è davvero un’altra storia. http://www.ilgiornale.it/news/cultura/l-umanesimo-esportato-est-e-dracula-servizio-papa-pio-ii-1717383.html Una piccola osservazione: nell'articolo si parla dell'Ordine cavalleresco del Drago (o Dragone) rovesciato, il quale è stato fondato dall'Imperatore Sigismondo di Lussemburgo re d'Ungheria, per combattere l'eresia Hussita diffusasi in Boemia e in Moravia. Ebbene il simbolo dell'ordine è anche quello da me utilizzato nel forum.1 punto
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Ho appena terminato di leggere un saggio su un mezzo denaro inedito longobardo attribuito alla zecca di Capua dal nostro lamonetiano @Caio Ottavio alias Raffaele Iula. E' un lavoro di 20 pagine da leggere tutte d'un fiato. Non si parla solo della moneta in questione, che tra l'altro permette di attribuire i due mezzi denari battuti a Benevento, anche quelli per la zecca capuana, ma parla di tutto il periodo storico molto travagliato e dei suoi molteplici personaggi che hanno fatto la storia non solo dei ducati longobardi del sud. Il saggio è stato pubblicato sulla "71 Rassegna Storica Salernitana" - Nuova Serie N. 1 Giugno 2019 . Si potrebbe fare una bella discussione su questi particolari mezzi denari longobardi, nati da una esigenza particolare che vorrei fosse lo stesso Raffaele @Caio Ottavio ci raccontasse. Faccio veramente un plauso a Raffaele per questo lavoro che ha fatto. Sicuramente non è stato facile per la varietà degli argomenti trattati. Naturalmente spero che i massimi esperti del forum di questa monetazione vogliano dire la loro nel bene e nel male. Da parte mia, dico solo a Raffaele, ancora una volta, bravooo!1 punto
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Tanto è andato al lardo che ci ha lasciato il conto in banca da J.P. Morgan dopo aver trovato la chiesa di sant'Ignazio tutto fazio del Tsing nazionale = el Sant’Ignazio che è l'uomo più ricco di Saturno dopo il grande evento che dalla busta di Mercurio + ale di collo = mercurio colloidale che è caro agli Esquimesi dell'equatore.1 punto
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Ciao @Stilicho , grazie per le belle parole , ma non e' successo in pochi minuti , il mio abbandono e' di circa una settimana fa , poi oggi ho chiarito . Ma ora non voglio piu' intralciare questa discussione con fatti personali . Un saluto1 punto
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Complimenti @Rocco68. Questa è la più bella che ho mai visto. Rarità e bella conservazione. Il connubio perfetto. Mi sembra questa quella ribattuta sul 12 carlini Murat? Ho finito i like ma questa ne meriterebbe ben più di uno.1 punto
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Caro Fraffaele, anch'io sono un neofita del sito. Per adesso mi sono trovato molto bene, a parte qualche risposta non proprio amichevole, dovuta probabilmente al carattere della persona od al fatto che qualcuno si sente un po' troppo "esperto". Non mi sembra che nessuno ti abbia trattato male, è solo che in mancanza di immagini ed altre caratteristiche, diventa impossibile risponderti. Sarebbe come dovessi vendere un'auto ed andassi a piedi dall'acquirente dicendo che hai una cosa che ha 4 ruote ed un volante... Inoltre cercando su Internet ho trovato questo ( non so se sei tu oppure un'altro che ha trovato delle monete del nonno. Ma questi nonni collezionavano solo le monete di Topolino ? Mai visto un nonno che avesse un 5 Lire del 1914 vero in un cassetto! ). Il primo marengo, una moneta per gioco 29.10.2009 Salve ho bisogno di un altra informazione. Ho una moneta di cui vi allego la foto , si tratta di 20 franchi o marengo l'10. Da quello che ho potuto scovare ,che la moneta in questione non e' d'oro come dovrebbe essere il peso e' di grammi 3,20 invece di 6,85g. Quello che vorrei sapere la scritta in una delle facce (RIPROD.) di cui capisco sia a significare RIPRODUZIONE , posso assicurarvi che la moneta viene dalle mani di mio nonno (1910) ,quindi la domanda e' esistono riproduzione d'epoca ? Se si, hanno un valore? Cordiali saluti (attendo risposta) grazie. fig. 1 Assemini, 4.11.2009 Egregio Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi che mi è stato possibile raccogliere a proposito della moneta di figura: Marengo1, zecca di Torino, 1802-18032, W-GSUB/2-4, indice di rarità "R2-R4". Descrizione sommaria: D. L'ITALIE DÉLIVRÉE A MARENGO3, in alto in senso orario. Nel campo testa elmata di Atena volta a sinistra. In basso RIPROD4. R. LIBERTÉ EGALITÉ5, sopra, in senso orario. SottoERIDANIA6. Nel campo, all'interno di una corona di lauro legata alla base con nastro incrociato, su tre linee 20/FRANCS/L'AN107. La ricerca nel web di monete di tipologia simile a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GSUB/2 Dritto: Nel campo testa elmata di Atena volta a sinistra, Intorno L'ITALIE DÉ;LIVRÉE `A MARENCO·. Sotto la testa di Atena, le iniziali dell'incisore A°L° (Amedeo Lavy). Rovescio: Nel campo, all'interno di una corona di lauro legata alla base con nastro incrociato, 20 - FRANCS (indicazione del valore) su due righe, fregio e L'AN (indicazione del millesimo). Intorno LIBERTÉ, EGALITÉ e ERIDANIA separate da due rosette a sei petali. http://auction.nomismaweb.com/item.php?id=10905 Descrizione lotto: Repubblica subalpina (1800-1801) 20 Franchi A 9 Torino - L’ITALIE DELIVRE’E A’ MARENCO· busto galeato di Minerva, sotto al busto A · L · (Amedeo Lavy, incisore) - R/ LIBERTE’ EGALITE’ _ERIDANIA _ nel campo in serto di lauro legato, 20 / FRANCS / ___ / L’ AN 9 _ T/ foglie di lauro in rilievo. – Pag. 3a AU (g 6,40) Splendido esemplare dai fondi lucenti. Grado di conservazione: SPL+. http://auction.nomismaweb.com/item.php?id=10906 Descrizione lotto: Repubblica subalpina (1800-1801) 20 Franchi A 10 Torino - L’ITALIE DELIVRE’E A’ MARENCO· busto galeato di Minerva, sotto al busto A· L · - R/ LIBERTE’ EGALITE’ _ERIDANIA _ nel campo in serto di lauro legato, 20 / FRANCS / ___ / L’ AN 10 _ T/ foglie di lauro in rilievo. – Pag. 3a AU (g 6,41) Grado di conservazione: SPL. http://www.coinarchives.com/w/lotviewer.php?LotID=692730&AucID=504&Lot=404 Hess-Divo AG > Auction 313 Auction date: 4 May 2009 Lot number: 404 Price realized: 2,600 CHF (approx. 2,287 USD as of the auction date) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: SAMMLUNG DE LA TOUR, 1. TEIL: MITTELALTER UND NEUZEIT ITALIA REPUBBLICA SUBALPINA, 1800-1802. 20 Francs An 10 (1801/1802), Torino. L'ITALIE DELIVRÉE A' MARENCO. Mezzobusto di Minerva elmata e laureate a sinistra, sotto le iniziali A.L. // LIBERTÉ EGALITÉ / *ERIDANIA*. In una corona d'aloro valore e data su tre righe. Pagani 4a; Schl. 436; Fr. 1172. 6.44 g. Oro. Raro. Coniati solamente 1492 esemplari. Conservazione eccezionale. Lievi graffi di conio al rove scio, Splendido. Ex vente Gadoury, Monaco, 26.11. 1985, 578. Estimate: 750 CHF. http://www.coinarchives.com/w/lotviewer.php?LotID=692729&AucID=504&Lot=403 Hess-Divo AG > Auction 313 Auction date: 4 May 2009 Lot number: 403 Price realized: 2,400 CHF (approx. 2,111 USD as of the auction date) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: SAMMLUNG DE LA TOUR, 1. TEIL: MITTELALTER UND NEUZEIT ITALIA REPUBBLICA SUBALPINA, 1800-1802. 20 Francs An 9 (1800/1801), Torino. L'ITALIE DELIVRÉE A' MARENCO. Mezzobusto di Minerva el mata e laureate a sinistra, sotto le iniziali A.L. // LIBERTÉ EGALITÉ / *ERIDANIA*. In una corona d'aloro valore e data su tre righe. Pagani 3a; Schl. 435; Fr. 1172. 6.44 g. Oro. Raro. Coniati solamente 2820 esemplari. Conservazione eccezionale. Brillo originale. Splendido. La moneta fu emessa per comemorare la vittoria di Bonaparte sulle truppe austriache a Marengo il 14 giugno 1800. Estimate: 750 CHF. Veniamo alla moneta di figura, si tratta di una "toy coin" (moneta per gioco), come chiamano il genere i collezionisti d'Oltremanica. La moneta trova spazio tra le collezioni del The Fitzwilliam Museum, come si evince dal link e dalla descrizione che segue: http://www.fitzmuseum.cam.ac.uk/opac/search/cataloguedetail.html?&priref=158978&_function_=xslt&_limit_=50 Maker/s Subalpine Republic struck in the name of (state) Collection Rogers Toy Coin Collection Category coin replica Name 25 francs (denomination) modern reproduction (authenticity) toy coins (Series) replicas (subseries) Material/s brass (alloy) Dimensions image(width): 20.0 mm image(height): 19.9 mm Date uncertain 1802 to 1990 Provenance given: Withers, Paul 2003-11-25 (Filtered for: Coins and Medals) From the estate of Dr David J. de Sola Rogers (1946-99). Inscriptions/Marks 1.design Position: obverse Content: L'ITALIE DELIVREE A MARENGO // RIPROD Description: Laureate bust of woman in helmet left 2.design Position: reverse Content: LIBERTE EGALITE / * ERIDANIA * // 20 / FRANCS / L'AN 10 Description: Inscription around denomination and date in wreath Production Place Italy (origin) (country) () Documentation 1.Rogers, David J de Sola (1990) Toy Coins, Wolverhampton: Galataprint [page: 219] Catalogue ref/s 2975 Accession Number CM.2951-2003 (Coins and Medals) (Reference Number: 158978; Input Date: 2008-02-01 / Last Edit: 2009-10-19). La moneta occasionalmente viene scambiata su Ebay. Si veda ad esempio: il link "20 Francs L'AN 10 L'ITALIE DELIVREE A MARENGO - Riproduzione perfetta dell'autentica (dorata e diametro mm. 20). Numero oggetto: 370283644740. Luogo in cui si trova l'oggetto: CASTELLIRI, FR, Italia." oppure il link, ... "L'ultima credo sia una riproduzione e riporta da un lato l'Italie delivree a Marengo, dall'altro 20 francs l'an10 Eridania libertè egalitè". Certamente la moneta di figura è stata prodotta in Italia ("RIPROD." non può essere che l'equivalente di riproduzione; in inglese o in francese si sarebbe detto "REPROD."), in data imprecisata, tra il 1802 e il 1990, come indica il sito del The Fitzwilliam Museum. Infine, per rispondere alla questione del valore, mi risulta che il genere abbia degli estimatori; si vedano in proposito i link di Ebay sopra segnalati ed il link che segue (v. qui). Un saluto cordiale. Giulio De Florio ------------------------------- Note: (1) Con un provvedimento legislativo datato 28 marzo 1803 la Francia rivoluzionò il proprio sistema monetario introducendo il Franco germinale, moneta d'argento del valore facciale unitario e del peso di 5g, al titolo di 900/1000, che si divideva in centesimi. La legge fissò inoltre in 1:15,5 il rapporto di scambio tra oro e argento e determinò che da una barra d'oro da 1 Kg, al titolo di 900/1000, si ricavassero 155 pezzi da 20 franchi. In cascata il pezzo da 20 Franchi oro (del peso di 1000:155 = 6,4515g al titolo 900/1000) poteva scambiarsi liberamente con 20 Franchi germinali. Il sistema fu esteso da Napoleone al vassallo regno d'Italia (v. in proposito la lettera dell'imperatore che si può leggere cliccando qui) nel quale, al posto del Franco, troviamo la Lira in rapporto di conversione paritario con il Franco, sicché un Franco germinale poteva scambiarsi con una Lira d'argento ed il pezzo da 20 Franchi oro aveva lo stesso peso e titolo del pezzo da 20 Lire oro. Il sistema fu mantenuto dal regno di Sardegna e Piemonte dopo la restaurazione [notizie tratte da http://www.delpt.unina.it/stof/6_gennaio_giugno_2001/ART3.PDF]. Il pezzo da 20 Franchi è conosciuto in Francia come "Napoléon" mentre quello da 20 Lire in Italia come "marengo", derivando il proprio nome da una moneta d'oro del valore di 20 Franchi coniata dalla zecca di Torino nel 1801, nel nome della Repubblica Subalpina, per celebrare la vittoria del Bonaparte sugli austriaci il 14 giugno 1800 [v. http://it.wikipedia.org/wiki/Marengo_(moneta)]. Sia il Napoléon che il marengo presentano l'asse di conio "alla francese", cioè ad ore 6. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei marenghi della Repubblica Subalpina tratti dai link di cui sopra: Riferimenti Peso (g.) Link2 6,40 Link3 6,41 Link4 6,44 Link5 6,44 Trattandosi di riproduzione, né il peso della moneta (3,20g), né tanto meno la composizione della lega (rame) possono confondersi con quelli delle monete autentiche che intendono imitare. (2) La tiratura di marenghi della Repubblica Subalpina (v. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GSUB/2 ) fu: per l'emissione targata anno 9 (dal 14 novembre 1800 al 22 settembre 1801), di 15813 pezzi; per quella targata anno 10 (dal 27 settembre 1801 al 25 luglio 1802 e poi dal 26 luglio 1802 al 30 giugno 1803), di 8487 pezzi in totale. Alle emissioni in oro si accompagnarono anche quelle da 5 Franchi di argento (v. link), con le seguenti tirature: per l'emissione targata anno 9, 19300 pezzi; per quella targata anno 10, 33000 pezzi. Si conosce infine un'emissione di prova (in bronzo ramato) molto rara targata anno 10. (3) L'ITALIE DÉLIVRÉE A MARENGO (l'Italia liberata a Marengo). La repubblica Subalpina nacque nel 1800 e formalmente mantenne autonomia rispetto alla Francia. Già nel marzo del 1801 l'esercito piemontese venne incorporato in quello francese; e solo pochi mesi dopo la gestione amministrativa di tutto lo stato passò in mani francesi. Come ultimo atto, nel settembre del 1802, il Piemonte venne cancellato dalla carta politica d'Europa e annesso all'Impero Francese (v. link). Le emissioni in argento, a differenza di quelle in oro, sostanzialmente commemorative, recavano sul dritto il nome dello stato di emissione, "GAULE SUBALPINE" (v. http://auction.nomismaweb.com/item.php?id=10907 oppure http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GSUB/1). (4) RIPROD è ciò che si legge nell'esergo del dritto di figura. La dicitura, che sostituisce quella A.L. - per Amedeo Lavy, incisore - delle monete originarie, allude in modo inequivocabile alla riproduzione. (5) LIBERTÉ EGALITÉ. Libertà ed uguaglianza, gli ideali ispiratori della Rivoluzione Francese, furono assunti da Napoleone a giustificazione della guerra contro l'Austria e dell'annessione del Piemonte. (6) ERIDANIA. Eridania deriva da Eridanus, antico nome del fiume Po, quindi l'Eridania è la terra bagnata dal Po, che in senso lato rappresenta il nord Italia (v. http://www.gasparegreco.it/storiamarenghi.htm). (7) L'AN10, l'anno decimo secondo il calendario francese (v. link). per correttezza posto anche dove ho trovato l'articolo suddetto: Sito di consulenza numismatica gratuita: www.forumancientcoins.com Cordiali Saluti1 punto
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Ho smesso anch'io di provarci, prova su Google. "parola chiave"+lamoneta. Funziona molto meglio1 punto
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Fortunatamente ci hai ripensato: è sempre un piacere leggere i tuoi interventi da cui traspare un'enorme conoscenza e competenza sia numismatica sia storica.1 punto
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Lente da sole? Me la sono letteralmente sognata e non è la prima volta1 punto
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Invece ha tutto l'aspetto di un gatto che gioca con la palla sotto la seggiola di Giocasto, l’eroe fondatore della città di Reggio Calabria, l’animale raffigurato su questo tetradramma presentato sul forum da medusa nella discussione di una decina di anni fa https://www.lamoneta.it/topic/38073-oboli-che-passione/page/11/1 punto
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@VALTERI se un argomento è già stato trattato, ciò non toglie che si possa ritrattare in un'altra prospettiva o con delle novità. Anche perché quando una tematica è molto ampia è praticamente impossibile non sfiorarla mai anche per vie traverse.1 punto
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Foto tratta da un vecchio (10 anni fa? ) post, che non riesco più a rintracciare. Il titolo era non su questo esemplare. A meno che non abbiano preso il dritto del 1845 Ge e il rovescio di una data per Torino....1 punto
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Buongiorno a tutti, @Rocco68 è proprio vero, non ci si annoia mai, complimenti bellissimi e interessanti pezzi, complimenti anche agli altri Amici che stanno intervenendo in questa discussione, mi spiace non poter competere, ma felice di vedere e imparare. ?1 punto
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Aggiungo il 10 Tornesi con simbolo " stella a 6 punte" D'Incerti 318 /b Non so a Voi, ma a me sembra una rosetta a 6 petali.1 punto
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complimenti Rocco. I tuoi pezzi hanno una freschezza imparagonabile. posto la mia per confronto.1 punto
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Da sempre questa pesantissima moneta siciliana. Poi ce ne sarebbe una antica, pur non capendone nulla di monete classiche, mi è sempre piaciuta questa opera d'arte, dovrebbe essere un tetradramma di Agrigento, ...sempre sicula comunque è1 punto
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Caro Equation1972, il 1845 TO è un millesimo che, pur essendo stato regolarmente registrato come emesso dalla Regia Zecca Sabauda, non è mai comparso ( a quanto ne so.. ) nelle vendite e neppure è presente nella Ex-Collezione Reale. Esistono diversi millesimi che sono "monete fantasma" come questo. Sto studiando la questione ( con i pochi mezzi che ho ) e scriverò un Post su questo argomento sperando che altri del forum ne sappiano di più. Ti Ringrazio, ciao1 punto
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Ripetiamo l'invito a partecipare numerosi al convegno massese, come ormai tradizione saranno distribuiti gratuitamente ai presenti i '' Quaderni del Circolo Fil. NUM. massese'' e in più quest' anno saranno disponibili alcune copie, e prenotabili, del Bollettino di Numismatica Online Materiali n. 46, primo fascicolo relativo alla zecca di Massa di Lunigiana.1 punto
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A mio avviso il 1845 Torino è la più rara, mentre la più comune è il 1844 Genova.1 punto
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grazie @clodoveo molto meglio, ora non sembra più circolare ma uno scudo a mandorla e non escludo che possa essere il 95 della tavola del MIR quest'ultimo la da come R5 ma resta inedito il VIRGNI, troppo poco leggibile per dire qualcosa di definitivo sul segno, resta comunque un bel pezzo da collezionare e da studiare.1 punto
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Grazie 1000 @margheludo , l'armetta sarebbe il simbolo prima di CIVITAS ? Potrei provare a fotografarlo in dettaglio1 punto
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Buona sera, giusto @adolfos il rischio è di sembrare scortesi e vorremmo proprio evitarlo ma, vorrei darvi una mano ma in questo periodo per motivi di lavoro non riesco a stare dietro al forum quanto vorrei. non ho il Toderi Strozzi ma almeno il MIR si e il CNI fortunatamente è in rete, il problema è proprio la mancanza di tempo. per quanto riguarda la moneta credo che sia una variante inedita sia di legenda che di armetta, quest' ultima è un po disturbata e poco chiara ma forse edita (tavola MIR n94, tavola CNI n84) sia il MIR che il CNI non riportano quattrini con questo segno ma ho notato che sul CNI c'è l' 80,81,82,83 mancava per l'appunto l'84.1 punto
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ciao, confermo sul CNI (volume XI pag. 385) c'è anche VI, VIR, VIRG, ma VIRGNI c'è solo sul ducato d'oro. per completezza sarebbe opportuno conoscere peso e diametro. https://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/CNI/pdf/volume_XI.pdf#page=1&pagemode=bookmarks1 punto
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Credo che il Mir si sia riferito sulle varianti di legenda al cni, l’ecc. potrebbe dire che il cni ne riporta altre oltre alle tre già citate per esempio virgs, virgnis, virgi, però virgni non lo vedo.1 punto
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Grazie 1000 @adolfos , nessun problema , capisco benissimo che bisogna avere pazienza e non pretendere risposte immediate , meglio una risposta dopo qualche giorno che un vaffa subito ?1 punto
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@clodoveo Scusa il ritardo. Non capisco che fine hanno fatto tutti. Il rischio è quello di sembrare scortesi, evenienza che in questa sezione abbiamo sempre cercato di evitare ma questo è quanto. La tua moneta sembra appartenere alla Delibera 3 Luglio 1503. Riferimento quattrino MIR 534 e varianti (leggi nota). Speriamo in notizie più circostanziate e precise. Cordiali saluti1 punto
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Consiglio a tutti gli amici filo-governativi questa illuminante lettura: Anche io posso stampare carta e cercare di spacciarla come moneta.....quale e' il problema ? La credibilita' forse ? Per il resto continuate pure a deliziarci con lo Zimbabwe del 2009, i miniassegni e tutte le altre favole inventate dai demagoghi per il popolo (soprattutto quello "sovranista") che ne ha sempre bisogno.1 punto
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