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  1. Rocco68

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/21/19 in tutte le aree

  1. Scusate se mi intrometto, ma oggi ho visitato il medagliere di Siracusa e forse qualche foto di originali non farà male... Premetto che sono ancora sconvolto dalla bellezza di queste monete, non voglio dilungarmi in aggettivi stucchevoli ma il vederle dal vero è tutta un'altra cosa. Ulteriore premessa :il monetiere è estremamente ben disposto, l'impressione che ne ho ricavato è stata migliore di quella avuta nel caveau di Palazzo Massimo a Roma. Posterò le foto a random non essendo la mia monetazione, il mio intento è solo quello di mostrare la bellezza racchiusa in questo scrigno. Un ringraziamento particolare va alla custode Signora Riccioli Rosalba che con passione, disponibilità e competenza si è prodigato per rendere la nostra visita più gradevole e istruttiva possibile. Purtroppo alla mia richiesta di un eventuale catalogo mi è stato risposto che è in corso di stampa Poi con calma, se vorrete, ne Posterò altre.
    4 punti
  2. Discorso a parte per le HSIP : Cito dal Magliocca la nota a pagina 225 " La variante HSIP, trattasi di un'inversione di lettera e quindi potrebbe essere scaturita a seguito di una fabbricazione accidentale, in sostanza, da un errore involontario commesso dall'incisore"
    3 punti
  3. i@giacutuli, Colleziono monete Napoletane da Ferdinando IV a Francesco II, quindi ti scrivo SOLO per quel che riguarda questo periodo di mio interesse. In Zecca a Napoli lavorarono i migliori incisori e artigiani di tutta Europa, monete e Medaglie ne sono testimonianza. Anche gli aiutanti erano dei Maestri seppur apprendisti. Quindi escludi " l'ignoranza, l'analfabetismo e l'inesperienza" quando parliamo di presunti errori sulle monete di questo periodo. Ritorno a discutere sulla tua Piastra 1798 SICILAR: La mancanza della lettera I in alcuni nominali è ancora da chiarire, e c'è anche da dire che le monete che presentano queste particolarità sono pochissime. In mancanza di documenti si cerca di capirne il motivo, Ti prendo ad esempio il 10 Tornesi 1819 con in legenda la scritta SICLIARVM, È da tempo che lo studio, Accertato che sia autentico.... Quello che accomuna i pochi esemplari giunti fino a noi è il tondello molto sottile e di conseguenza il peso calante rispetto ai normali nominali da 10 Tornesi. Secondo il mio modesto parere : queste particolari liberate sono state "segnate" togliendo una lettera ( c'è da capire perché sempre la lettera I ) dalla legenda, per distinguere partite di metallo presenti in zecca. Sono sempre ben accetti gli interventi e i pareri di tutti, sia per correggere che per integrare la discussione. Saluti
    2 punti
  4. Buon pomeriggio a tutti, @eliodoro, stavo pensando a proposito del Pedigree, ogni cosa ha avuto un inizio. Quindi anche se le mie monete hanno solo in rari casi il vecchio cartellino, e in alcuni casi fotografia con dichiarazione di autenticità e lecita provenienza, di dotarmi di un cartellino personalizzato che faccia da punto di partenza. Un po' come i libretti di vaccinazione che si fanno ai cuccioli abbandonati di cui non si sa niente.. ? Diamo un identità irrevocabile alle nostre monete della nostra collezione. I nostri cartellini saranno come i messaggi nella bottiglia, varcheranno gli oceani del tempo ed arriveranno in mano ai nostri lontani Fratelli Lamonetiani che continueranno la nostra storia. Mi sono lasciato un po' prendere la mano... mi dispiace cancellare ciò che ho scritto, mi scuserete se non siete d'accordo. Saluti Alberto
    2 punti
  5. La collezione del re Vittorio Emanuele III del Museo Nazionale Romano viene pubblicata a fascicoli visibili sul Portale Numismatico dello Stato nella sezione Materiali. Attualmente sono stati pubblicati più di 40 fascicoli. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  6. Ciao giacutuli e buon pomeriggio a tutti, questa è la mia 1795 con rombo e punto tra la M... non se ne vedono tante, ma si trovano...!
    2 punti
  7. Cercavo di far comprendere ad un nuovo utente le differenze sulle varianti per la zecca di Napoli.... Dedicandogli da SOLO il mio tempo e quel poco che conosco. Ripeto... Da SOLO, perché i veri studiosi di questa sezione intervengono solo per bacchettare alla prima inesattezza scritta. Siamo qui per divulgare e far comprendere a chi chiede e vuole imparare.. @giacutuli vuole imparare. Riguardo a queste due righe: Tutti gli utenti del forum leggono le nostre discussioni e ci giudicano per quello che scriviamo, Poi se a qualcuno non piace leggere i miei o nostri post... C'è il tasto IGNORA DISCUSSIONE .... Senza polemica.
    2 punti
  8. Un classico... Quando compri una moneta sei un pazzo incosciente con le mani bucate. Quando, invece, si comprano un paio di scarpe, una borsa o un gioiello devi fargli anche l’applauso (quando va bene che non ti tocca pagare a te ?). Comunque, per non degenerare in un discorso puramente maschilista, direi che questo è l’atteggiamento tipico di chi non condivide questa passione. Per molte persone è difficile comprendere le ragioni che ci spingono a compiere queste spese esose. Alla fine, agli occhi di molti, sono solo dei “pezzi” di metallo prezioso con sopra impresso qualcosa. In pochi riescono a scorgerne il significato storico, ad ammirarne la bellezza artistica e ad immaginare in quali mani potrebbe essere passata nell’arco dei secoli.
    2 punti
  9. Ciao a tutti, Vi posto questo link, molto interessante credo: http://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/apriArticolo.html?idArticolo=32&from=I
    2 punti
  10. gli errori nelle monete napoletane dalle medievali alle moderne sono una norma, vuoi per distrazione nella preparazione dei conii, vuoi per la scarsa o nulla conoscenza linguistica
    2 punti
  11. Piastra 1795 con in legenda la lettera C di SICILIAR con appendice superiore biforcata e busto diverso di Ferdinando IV. .... Anche qui "doppio contorno"
    2 punti
  12. Quindi, finalmente stiamo riavvolgendo il nastro, così anche i principianti possono apprendere. Nel periodo borbonico, quando in zecca le operazioni venivano dirette da personaggi di alto spessore tecnico, come i Perger ed altri, è davvero fuori luogo parlare di errori ortografici. É una "bestemmia" alla Numismatica. Detto questo é da tempo che cerco di far capire, motivazioni a parte, che trattasi di sottrazioni di lettere volontarie, quindi non sono errori.
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  13. Ferrarino di Ferrara per Obizzo III d'Este. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FEOBES/1 Ciao Mario
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  14. Altra moneta da ciotola a meno di un euro...questa volta molto comune....Quinta Repubblica Francese 10 Centesimi Marianna anno 1974 - Zecca di Pessac....credo bronzo alluminio.....
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  15. Bene o male (per noi oggi male) anche le punzonature sono storia della numismatica. Posto ad esempio una moneta, passata recentemente in un'asta spagnola (volevo quasi batterà proprio per la contromarca). Una C sormontata da una coroncina. Non vorrei dire stupidaggini, ma credo che fosse parte della collezione della regina Cristina di Svezia. Io la trovo molto interessante. La moneta in sé per sé non è granché. Senza la contromarca al giorno d'oggi non la guarderebbe forse nessuno.
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  16. Le foto fatte da Ambrosiana furono una pecca, per il prossimo catalogo verranno fatte da un professionista, le altre due soluzioni una era in ferro battuto fatta da un designer con prezzi fuori budget, l’altra fu considerata troppo minimalista da Ambrosiana per il contesto in cui veniva inserita, ci furono più ragionamenti comunque.
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  17. Salve, segnalo agli amici della sezione Napoli e del forum che salvo imprevisti, dal pomeriggio del 29 agosto alla mattina del 31 sarò presente al convegno di Riccione, Vi aspetto per un saluto
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  18. miza grazie per il cortese riscontro, ciao.
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  19. Ciao Si tratta di un 5 New Dollars Taiwan del 1971 I dati ponderali dovrebbero essere questi: grammi 9,5, diametro 29 mm Saluti
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  20. Ecco svelato (forse) l'enigma. https://www.google.com/amp/s/amp.napolitoday.it/cultura/monete-rubate-museo-filangieri.html Probabilmente ero stato prima del ritrovamento al suddetto museo. Comunque @talpa data la tua esperienza in campo di testi numismatici vorrei chiederti se sei a conoscenza di un testo che racchiuda l'intera collezione del Museo Bottacin di Padova. Grazie in anticipo, Alb123
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  21. Se parliamo di teche per monete in Ambrosiana ci furono tre proposte, alla fine venne scelta una teca tradizionale con vetri infrangibili, buona illuminazione a led, stile moderno per contrastare con i quadri sopra esposti della Pinacoteca. Del rovescio viene fornita la foto nella catalogazione esposta.
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  22. Le foto sono pessime.. i rilievi non sembrerebbero nemmeno male, ma alcuni colpi ai bordi, e soprattutto quelle macchie, che sospetto siano cancro del nichel, rendono decisamente inutile qualsiasi tipo di valutazione commerciale.
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  23. @danielealberti L’autore al quale ti riferisci dev’essere quello dell'articolo dal titolo The Lydian Word for “lion” pubblicato nel 1986 su “Die Welt des Orients”, un annuario che trasmette i risultati delle ricerche attuali degli studi orientali con le sue aree periferiche, riguarda proprio questo aspetto. Se può interessare posto ciascuna delle cinque pagine.
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  24. Dell’opera ‘numismata in libris’ esistono die edizioni. La seconda, piu’ recente e’ la piu completa. L’opera descrive la ragguardevole biblioteca del Modesti che ha raccolto preziosi testi antichi originale dedicati alle medaglie, alla storia pontificia assieme a pubblicazioni piu recenti dedicate alle medaglie. Ogni ‘entry’ e’ accompagnata da una breve descrizione dell’opera. Un must per chi ama monete, medaglie e libri. ..
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  25. Grazie @talpa, hai colto a pieno lo spirito del post!
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  26. Ciao Francesco, nella tua il rombo si distingue benissimo. Complimenti.
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  27. Se uno scrive che la terra è piatta deve essere stoppato subito. Scrivendo che alla regia zecca di Napoli gli incisori, i preparatori del conii e tutti coloro che giravano nell'ambiente erano analfabeti si scrive una grande stronzata. Mostratemi un solo testo che dica questo e mi zittisco. Non confondiamo chi vuole imparare con chi insegue novità che non stanno in cielo né in terra.
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  28. Ha un gran valore storico-artistico, conservala con cura.
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  29. Per un attimo avevo sperato ci fosse anche la coincard con il singolo 2€ CC. Sinceramente non comprendo molto questi folder che includono monete che insieme non sono né carne né pesce.
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  30. Mi piace moltissimo, ha dei bei rilievi, la trovo molto affascinante. Dimenticavo non pulirla assolutamente, perderebbe gran parte del suo fascino.
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  31. Tutto può essere ma è la prima volta che questi errori nelle legende delle monete napoletane si ipotizza possano essere stati fatti per "soddisfare nel mercato nero la richiesta di collezionisti dell 800??? ". Mai sentita una cosa del genere. Dal mio punto di vista non ne vedo il minimo fondamento. Aspetto il parere di altri esperti nella monetazione napoletana, ma già la reazione di @Rocco68 mi è più che sufficiente
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  32. Il leone è un guerriero e probabilmente quella postura, ancor più se a fauci spalancate, è quella della fiera in procinto di attaccare . Il prototipo potrebbe essere una idea : il guerriero pronto alla battaglia .
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  33. O forse non reggevano il vino dopo pranzo...
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  34. Complimenti per le magnifiche monete @lukas1984 e @Francesco1984. Oggi RI-condivido la mia Piastra 1800, notavo al rovescio la tripla P di Planelli. Secondo voi si tratta di ribattitura o di correzione sul conio? Tralasciando la rarità dovuta alla loro conservazione..... È più rara la Piastra 1800 o 1802? Un Grazie anticipato a chi vorrà intervenire.
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  35. Nel riferimento al British Museum si trova l’immagine di una moneta d’elettro con un cervo al pascolo e l’iscrizione di un nome che si legge meglio in questa foto: Da destra a sinistra ΦΑNOΣ EMI ΣEMA (io sono il degno di Fanes). L’emissione è datata al 640/630 a. C. dagli scavi nell’Artemision di Efeso, in Asia Minore, e Fanes è il nome dell’autorità emittente che poteva essere il sacerdote del tempio di Artemide autorizzato a battere queste monete, oppure un ricco e facoltoso mercante che per accelerare le transazioni, pesava e “marchiava” il suo metallo, come garanzia del peso e della composizione. Il valore di questa moneta era di uno statere ma venne battuto anche un sottomultiplo, il tríte (la terza parte dello statere), che aveva una legenda abbreviata. Da https://www.inroots.net/dal-baratto-alle-prime-monete-pt-1/
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  36. Nel libro "Appunti numismatici 2019" edito dal circolo numismatico romano laziale, ho pubblicato un mio lavoro relativo alla moneta da un grano coniata in Sicilia. Allego la pagina iniziale e quelle relative alla moneta da un grano coniata nel 1719 da Vittorio Amedeo II Dove scrivo che la moneta datata 1719 è stata coniata dai piemontesi a Siracusa. La fattura grossolana è dovuta al fatto che sia il conio e sia la moneta sono stati realizzati con mezzi di fortuna. Chi ci suggerisce questa chiave di lettura? Antonino Della Rovere su Memorie storiche ed economiche sopra la moneta bassa di Sicilia del 1814. Allego le pagine del libro dove Della Rovere scrive su questa moneta Per me la moneta è autentica Antonio
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  37. Salve a tutti Ultimamente ho poco tempo di passare per mercatini...in particolare è molto tempo che non vado a Cordusio; per il momento mi accontento di quelli delle mie parti ecco il piccolo risultato di un giro di 20 minuti in un mercatino di modeste dimensioni: tutto da un paio di ciotole a 50 cent l'una 1) sx: 1 Ore Svezia 1944 in ferro dx: 2 Ore Svezia 1938
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  38. Ciao e Buon Ferragosto a Tutti ! Mi sembra giusto ricordare il 250° Anniversario della Nascita di Napoleone Buonaparte, avvenuta il 15 Agosto 1769 ad Ajaccio. Nato Buonaparte, cambiò in Bonaparte per essere meno "italiano",essendo stata la Corsica dominio della Rep. di Genova fino all'anno prima ( e poi scippata dai Francesi ). Chissà come sarebbe stata la storia con Napoleone Italiano. Forse sarebbe stato un semplice ufficiale e non avrebbe rivoluzionato il mondo. Comunque nel suo campo era un genio e di questo si può dare atto. Come tutti i dittatori riempì di cadaveri i cimiteri e quindi, a mio parere, non è tanto simpatico. Lo commemoro quindi non con un bello Scudo dove è cinto d'alloro, ma con una semplice monetina di quelle che usava il popolino, che fu, come sempre, soggetto passivo delle sue imprese. La data è il 1808 ( anche se non si legge bene, perchè evento raro nella monetazione, la legenda è in incuso ) Ciao !!
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  39. Buongiorno, apprezzo molto la precisazione di @legionario perché è fin troppo giusto che anche per il buon nome del Forum una svista venga prontamente rilevata e corretta. Sarebbe male il contrario. Però mi piacerebbe che chi ne sa più degli altri rispondesse lui subito e direttamente all'utente, e soprattutto vedo poco elegante chi invece sta semplicemente a guardare e poi se la ride, come per esempio @leop, che malgrado la quasi nulla partecipazione alla vita del Forum (33 interventi dal 2013) ha già espresso ben 8 risate (!). Sarebbe meglio che anche lui come me e tanti altri amici, si desse piuttosto da fare per dare risposte, accettando anche il rischio di una inesattezza. Quelle cose che ti scoraggiano e ti fanno chiedere: "scusa, ma chi te lo fa fare?" HIRPINI
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  40. Buonasera, questa è la risposta: Roma Repubblica. Denarius, Gens Marcia, magistrato monetale M. Marcius Mn f. (filius), 134 a.C. D/: Testa elmata di Roma a destra, monogramma sotto il mento, modius dietro la testa. R/: Vittoria su una biga a ds., M MARC (MAR in monogramma), sotto ROMA, divisa da due spighe di grano RRC 245/1; CRR 500; RSC gens Marcia 8; SEAR vol. I, 122. (il monogramma sta per XVI: apposto sul denario quale segno del valore, dopo che l'argenteo in data incerta fu ritariffato da 10 a 16 assi) Queste sono fotografie un po' più chiare della tua moneta: …………………………………………………………………... Questa è simile alla la tua moneta, tratta da Moruzzi, che presenta però la variante ROMANA invece che ROMA: Il tuo denario è quotato da Sear in $ 80 in condizioni VF (BB) e $ 240 in EF (SPL). La cattiva qualità delle tue foto non permette una valutazione dello stato di conservazione del denario. (Giusto per completezza aggiungo che quello con la variante ROMANA è in vendita presso un rinomato negozio numismatico di Roma in mSPL/good EF, al prezzo di Euro 370, forse esagerato). Saluti HIRPINI
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  41. Grazie @4mori... le monete di Napoli e della Sicilia sono affascinanti per la loro ricca e complessa storia, soprattutto nel periodo spagnolo, a cui è legata anche la storia della Sardegna, la storia monetaria napoletana è di una straordinaria complessità, periodo di crisi ma anche di trasformazioni profonde, nuove monete e nuovi nominali, tante tipologie differenti con sigle da decifrare, il rame con i suoi cavalli, tornesi e grani tutti diversi, monete del popolo dal grande fascino, piene di vita reale, intrise della storia quotidiana di quel tempo e poi l'argento delle "patacche", così erano denominati i mezzi ducati, e dei ducati, monete spesso maltagliate come quelle coeve della Sardegna, di cui è un miracolo trovarne una più o meno rotonda, eppure suggestive, a loro modo opulente, monete dei grossi traffici, delle speculazioni sui cambi, del commercio internazionale, ma d'argento erano anche i carlini, i mezzi carlini, spesso tosatissimi e falsificati, le cinquine, monete del piccolo e medio commercio, che parlano di botteghe, artigianato, salari da lavoro manuale... in cima alla piramide gli scudi ricci d'oro, ricci per via dello scudo ornato da cartocci in stile barocco, monete aristocratiche, che vivevano nei bauletti, negli scrigni e nei forzieri di palazzi signorili o delle banche, poco viste e quasi mai maneggiate dal popolo, monete dei sogni di ricchezza in tempi di fame diffusa, soprusi di ogni tipo e gerarchie brutali... sulla monetazione del periodo aragonese e spagnolo in Italia possiedo dei recenti e preziosi volumi pubblicati in castigliano e in catalano...
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  42. Ed ecco i due Carlini, sigla T e sigla G che secondo il mio parere andrebbero spostati nella secona fase del regno >
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  43. Ciao a tutti, oggi parliamo di un periodo ancor meno agevole per l’esatta collocazione delle sigle sulle monete e cioè quello in cui non risulta impressa la data. Prendiamo in esame l’arco temporale in cui regnarono gli Aragonesi e l’avvento degli Spagnoli, (1458-1519) tralasciando Alfonso I che non rientra nell’oggetto della discussione. Come tutti ben sanno, durante il regno di Ferdinando I d’Aragona (1458-1494) fu maestro di zecca Gian Carlo Tramontano che esercitò tale carica durante gli anni 1488/1514 e siglando le monete di Ferdinando I, Alfonso II, Ferdinando II, Federico d’Aragona e Ferdinando il Cattolico con le sigle C – CT – T – IT; (BCNN An.LIII 1968) Incisori dei coni in successione furono: Francesco Liparolo fino al 1462; Girolamo Liparolo dal 1462 al 1497; Bernardino de Bove dal 1497 al 1505; Agostino de Augusto dal 1505 al 1528. (Sambon - Estratto RIN 1893 - incisori dei conii della moneta napoletana). Segnalo il dato degli incisori (in particolar modo il de Bove e il de Augusto) in quanto lo ritengo anch’esso indispensabile per quello che dopo esporrò. Al Tramontano, nel 1515 successe nella carica Marcello Gazella (sigla G sulle monete) e la mantenne anche durante la prima parte del regno di Carlo V e cioè fino al 1527. Di questo intero periodo ne ho esaminato uno specifico, quello cioè in cui regnarono Ferdinando d’Aragona con Elisabetta di Castiglia (1503-1504) e Ferdinando il Cattolico da solo (1504-1516) soffermandomi sullo studio dei Carlini coniati in queste due ben distinte fasi e cioè quelli con la sigla T e quelli con la sigla G. In tutte le opere consultate nel periodo 1503-1504 trovo per la prima volta impressa la sigla G di Marcello Gazella su di una moneta: il Carlino e mi sono subito chiesto…….è giusto che questa moneta vada collocata in questo periodo ? …..a mio parere No, infatti ritengo che detta moneta anche se reca chiaramente la dizione FERNANDVS ET ELISABET D G vada inserita, invece nel periodo in cui Ferdinando il Cattolico fu regnante da solo, e certamente alla fine del suo regno, cioè tra il 1515 e il 1516. Tale tesi è avvalorata, anzi è certificata da una data, quella del 1515 (anno in cui il Gazella sostituì il Tramontano in zecca). Per rimarcare ciò che affermo, riporto un passo del Sambon in cui credo di scorgere tra le righe un’altra notizia che potrebbe effettivamente ricondurci a ciò che ho appena affermato; quando parla del de Bove (incisore dal 1497/1505) si legge: lavorò egli pure i primi coni di Ferdinando il Cattolico, certo i Carlini di Federico d’Aragona, quello (singolare) del Cattolico, col busto della regina Isabella ed il Mezzo Carlino ecc. ecc. Ordunque il Sambon non cita (incisi dal de Bove) i Carlini diversi da quello col busto della regina e cioè quelli con lo stemma del 1° e del 2° periodo, che potrebbero a ragion di logica essere tutti ricondotti nel 2° periodo (certamente quello con la sigla G - PR 4) quando in zecca subentrò il de Augusto (1505) e Ferdinando regnava da solo. Adesso però, senza pretese, spingendomi un po’ oltre l’argomento sigle, posso osservare che le monete che vanno dal 1514 al 1519, andrebbero divise in due parti e non in due periodi, così come da sempre riportato: una dove compare sulle monete al rovescio il ritratto di Isabella (Ducato PR 1 – Carlino PR 2 e l’altro dove (dopo la morte della regina, avvenuta alla fine dell’anno 1504, ma la notizia giunse a Napoli molto più tardi) Ferdinando è effigiato da solo indifferentemente dall’apposizione della dicitura FERNANDVS ET ELISABET Ciò che ho esposto è frutto di uno studio approfondito di questo periodo storico e la coincidenza delle date, in relazione all’entrata e all’uscita dalla zecca sia dei maestri di zecca che degli incisori, mi hanno portato a questa conclusione….forse azzardata….non direi. P.S. scusatemi se il mio italiano non è stato corretto ma spero di essermi fatto capire. Ecco le monete che secondo il mio parere possono essere ricondotte alla prima fase del regno:
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  44. Ciao Lorenzo, non sono mai venuto a conoscenza della tua iniziativa e me ne rammarico, così come mi dispiace del fatto che hai dovuto abbandonare il sito, fà sempre male dover lasciare ciò che si è costruito, ma magari ti sei rifatto in altro modo, anzì ne sono certo, avrai avuto sicuramente altre soddisfazioni personali. Tornando alle sigle sulle monete devo ricalcare uno sfogo personale; concordo sul fatto che il tema è molto ostico da affrontare, ma noto che è .....come se....si volesse lasciare tutto come è stato scritto fino ad adesso. :( Un saluto
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  45. Buona sera…..eccomi di nuovo a portare avanti questa discussione che potrebbe sembrare spezzettata, e di questo me ne scuso, ma vedrete che alla fine, una volta completato, verrà fatto, spero, un ottimo lavoro su cui ci si può discutere, anche se con rammarico osservo che sta diventando sempre più quasi un monologo, ma va bene uguale. Faccio notare che, man mano che vado avanti nell’esame dei BCNN, del Corpus e di alcune altre pubblicazioni trovo sempre qualcosa di nuovo tra le righe che andrebbe sicuramente approfondito; tranquilli non mi allontano mai da ciò che si è scritto a tutt’oggi. Secondo un mio personale parere però, per queste sigle sinceramante qualcosa andrebbe rivisto ed è quello che faticosamente sto cercando di fare; lasciare tramandato ai futuri appassionati di questa monetazione qualcosa che si è riscontrato inesatto e non corretto o che nemmeno se ne parlato, nel corso degli anni mi sembra alquanto ingiusto. Veniamo al dunque…..se vi dovessi chiedere la sigla C del maestro di prova accanto alla FC di questo 15 Grana del 1618 di chi è, sapreste darmi una risposta? Credo proprio di no, dato l’incertezza (ambiguità) che regna su di essa nel periodo 1617-1619. Bando alle chiacchiere……come avete ben capito la sigla di quest’oggi sotto inchiesta è la complicatissima C del maestro di prova – Monetazione Filippo III. Apro il discorso segnalandovi da subito che il De Sopo, il MIR, e l’Andreani/D’Andrea/Perfetto fanno risalire, giustamente questa sigla a Michele Cavo avvolarati di certo dal fatto che tale maestro di prova è riportato nel BCNN An LII 1967 dove si legge che lo stesso entrò in carica il 14 Luglio 1619, quindi il periodo riportato è 1619-1621, cosa invece che non si osserva nel Corpus vol.XX dove a pag. 191 viene indicato si Michele Cavo ma a partire dal 1616 (che poi dovrebbe essere 1617 data l’incertezza sulla moneta datata 1616). Prendiamo quindi per certo il dato del Bovi e quello degli ultimi volumi citati, dove si legge che il Cavo assunse l’incarico il 14 Luglio 1619 e che il precedente maestro di prova (quindi prima del 1619) sia stato Francesco Antonio Giuno sigla G, così come riportato dal De Sopo, MIR, D’Andrea/Andreani/Perfetto, periodo di quest’ultimo indicato da essi come 1609/1619, mentre il Bovi indica solo quello della sua entrata in carica (1609) tralasciando la data di termine ( e credo qui ci sia il motivo che meglio spiegherò avanti). Analizzando quindi le monete di questo periodo (1609-1619) troviamo però oltre a monete con la sigla G anche monete con la sigla C come nel caso del 15 Grana 1618 e 1619 con cui ho iniziato questo intervento e altre monete come lo Scudo e Mezzo Scudo d’argento QUOD VIS PR 2a e 3a sigle IC/C del 1617 e il terzo di Scudo d’argento PR 7 e 8 sigle IC/C. La domanda lecita che mi sono fatto è stata, dunque, di chi fosse la sigla C sulle monete di questo periodo e cioè quello antecedente il 1619 (data qusta certa dell’assunzione in carica del Cavo come maestro di prova). Aggiungo anche che non pùò trattarsi neanche di errori in quanto monete queste in argento sottoposte a controlli molto ferrei. Ritengo che questa sigla (periodo 1617-1619) non sia ne del Cavo (ipotesi Corpus) ne logicamente del Giuno che sigla G (ultima sigla G con data compare sul ½ Carlino del 1611), ma di Costantino di Costanzo. (dato fino ad oggi non riportato). La mia tesi su Costantino di Costanzo è nata dall'analisi del successivo BCNN del Bovi (An. L – LI 1966 monetazione Filippo IV) dove a pag 5 riga 22 il Bovi ci dice, a chiare lettere, che Costantino di Costanzo fu maestro di prova durante l’amministrazione di Giovanni Francesco Citarella, senza indicare però il periodo, che presumo sia avvenuto nel 1616/1617 data in cui compaiono le monete con la sigla C e comunque durante il periodo che fu maestro di zecca il Citarella (1611-1621). In conclusione aggiornerei questo periodo del Maestro di Prova in tal senso: Francesco Antonio Giuno 1609-1616 Costantino di Costanzo 1616-1619 Michele Cavo 1619-1621 Grazie per l’attenzione, con questo avrei sciolto il quesito al post 17 nota 1 e 2. Pietro Ecco alcune delle monete sopraindicate, tratte dal portale del sud, con sigla C >
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  46. Salve, questa sera mi presento con un'indagine effettuata sul maestro di zecca Orazio Celentano cercando di dimostrare, per quanto possibile, che i dubbi che riportavo nei post 24 e 25 di questa discussione erano concreti e che questo maestro di zecca potrebbe aver iniziato effettivamente il suo lavoro in zecca non nel 1636 (data fin ora riportata) ma nel 1635. Nel Bollettino del Bovi del 1966 (An. L – LI) si legge di Orazio Celentano “reggente” l’ufficio di maestro di zecca nel periodo dal 21 ottobre 1936, data riportata a pagina 10, corrispondente alle amministrazioni dei vari maestri di zecca, in contrasto però con quanto si legge per il successivo maestro di zecca Giovanni Andrea Cavo, dove si evince che fu immesso nella carica il 6 ottobre 1636. Da un’accurata consultazione del Vol. XX del Corpus, a pag. 349 si osserva che la prima apparizione della sigla OC presente sulla moneta da un Grano, Corpus 756 è con la data 1635. Data questa che si nota anche nel Pannuti e Riccio dove dall’esame di alcune monete, vediamo descritte, con l’annata 1635, al n° 62 sia la stessa moneta presente nel Corpus (756) sia un’ulteriore moneta, sempre datata 1635, recante la sigla OC, il Tornese con Tosone P.R. 99, con riferimento al Cagiati, suppl.IV n° 3-4. Faccio notare, inoltre, che il Bovi nel summenzionato Bollettino a pag. 9 indica che nel periodo 25 novembre 1634 – 31 dicembre 1634 fu maestro di zecca, per un breve periodo a causa della sua morte, Gian Carlo Celentano (che non sigla monete). Da questa data (1634) alla data indicata per la successiva carica (21 ottobre 1636) risulterebbe un buco di circa 2 anni, cosa, mi sembra, abbastanza improbabile. Questo presupposto avvalorerebbe la data presente nel Corpus a pag. 349 per l’entrata in zecca di Orazio Celentano e cioè l’anno 1635, appena successivo alla morte di Gian Carlo, e non il 1636. Per quanto riguarda invece, come ho già riferito nel mio precedente post, la presenza di detta sigla OC di Orazio Celentano, anche sul Grano datato 1633 P.R. 61, tanto da far sorgere il dubbio che potesse esserci la sovrapposizione con il precedente maestro di zecca Lorenzo Salomone, sono giunto alla conclusione che per questa moneta si può supporre che ad un conio del 1633, usato negli anni successivi (1635) sia stata impressa la sigla OC. Vi ringrazio per l'attenzione Pietro
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