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  1. Rocco68

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/30/19 in tutte le aree

  1. Il mio primo 4 Cavalli lo vidi in una piccola cartoleria in città, la Signora Ida teneva in negozio ciò che restava della Collezione del defunto marito. Grande Collezionista di francobolli, non disdegnava collezionare le monete del suo territorio. La moneta mi sembrò troppo piccola e con una patina scura che la rendeva proprio brutta per i miei gusti. La prima domanda che feci alla Signora fu: Che significa C4? ? E lei con tutta la sua pazienza a spiegarmi che la C stava a significare il tipo di nominale: Cavalli e che il 4 era il suo valore, Uscii dal negozio con in prestito il suo vecchio Gigante. La sera ricopiai tutti i contatti dei professionisti che si trovavano a fine pagine del Catalogo, quelli che spedivano i listini gratuiti. La moneta la presi in seguito e fu l'inizio della mia avventura numismatica. Sono passati quasi 25 anni da quel giorno e spero non mi passi la voglia di andare avanti nello studio e nel collezionare. Scusate le chiacchiere. Saluti a tutti.
    3 punti
  2. Te lo spiego subito caro Arka non vengono aumentati i falsi. si immettono sul mercato monete belle, ben conservatr, accattivanti a prezzi - giarda un po’ - molto appetibili. Cominciano a circolare Agyrion, Tauromenion, e altri bellissimi bronzi di zecche ricercate in condizioni ottime e che non comandano prezzi da Abecassis. La gente e’ un po’ incredula ma poi vede che questo materiale viene venduto da primarie case tedesche ( soprattutto) e anche negozi on line comunque co un certo nome. Qualche collezionista ingolosito si lancia e li per li e’ felice . Puo’ mettere in collezione pezzi che prima doveva aspettare che arrivassero quelli della Virzi o della Strozzi per avere quella qualità e a che prezzi poi. Si va avsnti. Il collezionista tedesco - diligentissimo - mette in rete la sua raccolta. Pero’ niente male - altri cominciano a sbavare e compulsano cataloghi per vedere se riescono a trovare monete simili e soprattutto a quei prezzi. Le fucine degli artisti siciliano producono a tutto spiano. Il matetiale viene offerto a chi fa grossi volumi e non ha problemi a venderle ( ottime le case tedesche). Il giro è innescato. al culmine uno dprovveduto collezionista sicikiano decide di cedere la sua collezione di bronzi. E’ un gran misto di originali ( di gran gusto) bronzi restaurati e - tante - patacche da lui comprate prr buone attraverso i grandi artisti siculi ( peccato non aver avuto i Maestri ‘firmanti’ anche qui). il mercato delle patacche non potrebbe andare meglio. noi poveri illusi continuiamo a segnalare ai varie Kuenker, busso, gorny etc. Qualche pezzo viene ritirato dopo lunghissimi scambi anche quando e’ palesemente falso. Il Forum svolge un’azione lodevolissima con esperti segugi che scovano e segnalano falsi a tutto spiano per la salvaguardia dei collezionisti ( una menzione particolare va a @skubydu tra inpiu’ attivi e preparati in questo ambito. intanto al culmine di questa girandola il castello comincia s mostrare le prime crepe: il collezionista tedesco che aveva messo orgogliosamente tutto in rete e sveva comprato tutto o quasi tramite aste di nome scopre che gran parte della sua collezione è un ammasso di patacche ( inclusa ina Lopadousa che fieramente mi aveva sottoposto aspettandosi un elogio). Il poveretto cade in mezza depressione. Nelle aste qualcuno comincia a chiedersi perche bronzi rarissimi realizzano 1/10 degki analoghi esemplari ex Virzi ( questi si buoni). Si arriva allo stato attuale: tanto materiale fasullo - fomentato inizialmente dall’offerta degli artisti siculi piazzata molto intelligentemente) che continua a girare. Ormai è talmente tanto che risulterebbe difficile anche ritirarlo/ con realizzi sempre piu striminziti. Il msteriale buono e se pure di grande qualita’ con pedigrre illustre vola ( nac ha veduto una litra in bronzo a 12.000 solomla scorsa primavera) e i collezionisti meno accorti - vero parco buoi - ristagnano, qualcuno leccandosi ke ferite, sltri disgustati abbandonando, altri dopo attenta riflessione si spostano su materiale buono - meno monete na sicure. Evoluzione prossima ?.. ecco adesso e’ piu’ chiaro come un’offera sapientemente piazzata e’ in grado di creare la propria domanda? Magari forse non di sostenerla a lungo ma certamente di svilupparla si con l’aiuto consapevole o meno di alcuni operatori di mercato.
    3 punti
  3. Il 4 e 5 Ottobre a Monte Sant’Angelo il II Incontro culturale numismatico nel Parco Nazionale del Gargano “In Sanctorum Nummis Effigies”. Di seguito la locandina provvisoria senza i patrocini istituzionali, per info: [email protected]
    2 punti
  4. Gettone da gioco con la figura di Luigi XIV con la titolatura D(ei) G(ratia) FR(ancorum) ET NAV(arra) REX ciao Mario
    2 punti
  5. Un bambino che pone una domanda, è la voce di tutto il mondo che vuole migliorare (Tristan Bernard) Si potrebbe parafrasare un giovane collezionista che pone una domanda. Domandate, domandate, domandate. (dedicata a Masiserafino)
    2 punti
  6. quattrino di Pesaro https://www.acsearch.info/search.html?id=5329510
    2 punti
  7. Inserisco quella che utilizzo come sfondo e che ha partecipato al concorso del sito sei anni fa 1° 7mbre 1799, chissà se i giovanissi d'oggi negli sms abbreviano 'settembre' così
    2 punti
  8. Esatto , in più ,per ognuno dei gradi di conservazione , suddivisa in decimali; dopo il FDC si ferma a ECZ ,che non ha suddivisione in decimali essendo il max che si può ambire da una moneta- = M >va da M1 a M10__ D> da D11 a D20 __ B > da B21 a B30 __MB > da MB 31 a MB 40 __BB > da BB 41 a BB 50__ SPL > da SPL 51 a SPL 60 __FDC > da FDC 61 a FDC 70 __ ECZ eccezionale e basta _ Con questo sistema di gradazione si stabilisce in modo chiaro lo stato di conservazione della moneta- Es : FDC 63 significa che è un bel FDC ma non perfetto , sicuramente non è collocabile in un SPL , ma si ha la certezza del FDC . Ripeto : il problema è la capacità di stabilirne il giusto grado di conservazione. > Mamic ( con licenza ,spero consentita, del Dr. Eupremio Montenegro )
    2 punti
  9. Buongiorno a tutti, oggi ci spostiamo negli anni 945-950 posto Un Follis Bizantino di Costantino VII collezione Litra68. Riporto note storiche relative a Costantino e dopo i riferimenti bibliografici alcune note storiche di quanto accadeva nello stesso periodo in Italia. Gli avvenimenti fonte Web. Le note storiche di Costantino sono fonte Enciclopedia Treccani. COSTANTINO VII, Porfirogenito, imperatore d'oriente. - Della dinastia armeno-macedonica: porfirogeniti furono detti in Bisanzio tutti i principi "nati nella porpora", cioè da genitore regnante; ma nella comune tradizione storica quel titolo rimase legato solo al nome di lui, che, nato nel 905, successe al padre Leone VI il Filosofo nel 912 e regnò fino al 959, ma non esercitò mai un'azione personale sul governo. Questo fu tenuto prima dallo zio Alessandro (marzo 912-giugno 913); poi da un consiglio di reggenza del quale furono a capo, fino all'ottobre 913, il patriarca Nicola, dal 913 al 919, nel quale anno C. fu dichiarato maggiorenne, dall'imperatrice madre Zoe, e, infine, da Romano Lacapeno, un generale di origine armena che riuscì prima a far sposare la propria figlia Elena al giovane principe e quindi a farsi associare al trono e incoronare come imperatore. Il regno di Romano Lacapeno (v.) durò fino al 944. Per tutto questo periodo C. rimase nell'ombra, dedito esclusivamente agli studî storico-letterarî. Si riscosse dal suo torpore quando si rese evidente che Romano tendeva a soppiantare la dinastia armeno-macedonica, fondata da Basilio I. Allora con subdola abilità, C. spinse prima i figli e associati di Romano a insorgere contro il padre, che fu deposto (16 dicembre 944), poi, appoggiandosi alla famiglia dei Foca, rivali dei Lacapeno, si sbarazzò dei figli di Romano che, come il padre, furono confinati in un convento (27 gennaio 945). Da allora C. rimase solo capo dello stato, ma il governo fu retto effettivamente dall'imperatrice Elena e dal suo favorito Basilio, detto ὁ πετεινός. Morì il 9 novembre 959. C. deve la sua celebrità soprattutto alla sua attività letteraria. Le opere che noi possediamo, in parte composte da lui stesso, in parte da altri per impulso e anche in collaborazione di lui, sono, malgrado i loro difetti di contenuto e di forma, pregevolissime: le une come fonti capitali per la storia dell'Impero nella seconda metà del sec. IX e nella prima metà del X, le altre come raccolta di preziose reliquie della letteratura greca classica. Appartengono al primo gruppo: Dei temi (Περὶ ϑεμάτων) o provincie bizantine, interessante sotto il riguardo geografico ed etnografico, ma essendo compilata principalmente su fonti più antiche, l'opera deve essere confrontata con le altre liste ufficiali; Dell'amministrazione dell'Impero, d'inestimabile valore per la storia dei popoli finitimi dell'Impero; Delle cerimonie della corte bizantina (Περὶ βασιλείου τάξεως); Vita di Basilio, in tono assai elogiativo del suo avo, rappresentato come l'ideale dell'ottimo principe. È aggiunta come quinto libro alla Continuazione di Teofane, scritta, come pure la storia di Genesio, per ordine di C. Vanno considerate come compilazioni di opere più antiche fatte per ordine di C. e divise in separati manuali scientifici: Collezione agraria (Γεωπονικά) in 20 libri, condotta sui Geoponici di Anatolio e Cassiano Basso; Collezione medica ('Ιατρικά) in 297 capitoli, fatta da Teofane Nonno principalmente su Oribasio; Collezione zoologica, tratta da Aristotele sull'epitome di Aristofane di Bisanzio, da Eliano e Timoteo di Gaza; Collezione storica, la più estesa e più importante delle enciclopedie costantiniane, che conteneva gli estratti degli storici greci da Erodoto a Teofilatto Simocatta distribuiti per materia (riguardante generalmente la corte e lo stato) in cinquantatré libri. Disgraziatamente ci sono pervenuti, e non completamente, soltanto quattro libri: Delle ambascerie, Della virtù e del vizio, Delle sentenze, Delle insidie. Anche i Basilici (Τὰ βασιλικά) furono ampliati e riveduti sotto C. che rinnovò l'università di Costantinopoli chiamandovi a insegnare i migliori professori. Cultore delle belle arti (fu pittore e musico), eresse, restaurò, abbellì numerosi edifici sacri e profani. Edizioni: Il De Thematibus e il De administrando imperio, Bonn 1840, e in Migne, Patrol. Graeca, CXIII; il De Ceremoniis aulae byzantinae, Bonn 1829-30, e in Migne, ibidem, XCII; la Vita Basilii, in ed. di Theophans contin., Bonn 1838, pp. 211-380, e in Migne, ibidem, CXC, coll. 225-369; Geoponica, ed. da H. Beckh, Lipsia 1895; Iatrica, in Theophanis Nonni, De curatione morborum, ed. J.S. Bernard, Gotha 1794-95; Historia animalium, ed. Sp. Lampros, in Supplementum Aristotelicum, I,1, Berlino 1885. Sugli Hippiatrica, probabilmente compilati per ordine di Michele III e di Costantino VIII, v. Corpus hippiatricorum graecorum, ed. Oder- Hoppe, Lipsia 1924-27; Excerpta historica iussu imp. Constantini Porphyrogeniti, ed. Boissevain-De Boor-Büttner Wobst-De Roos, I-IV, Berlino 1903-1910. Anarchia feudale Dopo lo smembramento dell'impero carolingio del 887, i territori del Regno d'Italia caddero in una sorta di anarchia feudale dominata dai signori locali, nonostante alcuni deboli monarchi si avvicendassero sul trono, arrivando persino a farsi incoronare dal Papa. Il governo di Ugo di Provenza fu un'eccezione più concreta: tra il 926 e il 946 regnò realmente cercando di risolvere diverse diatribe ereditarie sul titolo, associandolo subito a suo figlio, Lotario II. Questi però scomparve prematuramente, nel 950, per cui gli successe il marchese d'Ivrea, Berengario II, che a sua volta elesse come successore il figlio Adalberto. Berengario, temendo lotte e trame per il potere, fece perseguire la vedova di Lotario II, Adelaide, che per difendersi si rivolse all'Imperatore tedesco Ottone I, chiedendogli aiuto, a fronte di quella che riteneva un'usurpazione della corona da parte di Berengario. La riconquista di Ottone I Modifica La persecuzione di Adelaide diede il pretesto ad Ottone I per scendere in Italia, sulla quale aveva già dei progetti, una volta consolidato il suo potere in Germania. La sua spedizione ebbe principalmente tre motivazioni: L'Italia era attraversata dalle principali vie di comunicazione del tempo; In Italia, Ottone I poteva avviare un confronto anche con l'Imperatore bizantino, che ancora possedeva numerosi territori, soprattutto sulla costa adriatica[15] e nell'Italia meridionale;[16] In Italia risiedeva il Papa, con il quale Ottone intendeva instaurare un rapporto diretto. Dopo aver sconfitto Berengario, il re teutonico entrò nella capitale Pavia, sposò Adelaide e, nel 952, si cinse della corona italiana, legandola a quella dell'Impero romano-germanico. Ottone avrebbe forse voluto proseguire verso Roma, ma la contemporanea pressione degli Ungari in Germania lo costrinse al rientro. Da allora la corona d'Italia fu istituzionalmente collegata alla corona imperiale, per cui fu, fino al 1002, automaticamente ereditata dai successori di Ottone I. Ps. Riusciamo ad approfondire su Adelaide? Saluti Alberto
    2 punti
  10. Salve a tutti, in attesa di trovare i due pezzi da 1 e 2 Lire in conservazione alta (cosa che mi aspettavo più facile data l'alta reperibilità dei 2 tagli), volevo mostrarvi i biglietti che sono riuscito a mettere da poco in collezione. Allego la vecchia discussione di @petronius arbiter che mi ha acceso la curiosità per la monetazione del '48. Prossimo passo chiudere questa e la serie di Palmanova e poi iniziare con quella del Comune di Venezia ? Ci vorrà molto tempo ma per adesso sono felice di quello che ho potuto fare. Che ne pensate??
    2 punti
  11. Con grande dolore vi comunico che, questa mattina è mancato il nostro giovane amico e numismatico "Arthas" (Giuseppe Tafuri) Per chi volesse rendergli un ultimo saluto, i funerali si terranno domani mattina, Sabato 31/08/2019 alle ore 9:00 presso la chiesa Ave Maris Stella a Brindisi. Un abbraccio forte alla famiglia e a tutti voi che lo conoscevate.
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  12. Carissimi tutti, dopo mesi di latitanza riesco finalmente a scrivere nella comunità e in questa sezione... Il mio lungo silenzio purtroppo è stato legato ad un evento spiacevole che mi ha portato ad allontanarmi da qui: specifico, nulla a che fare con la salute o il lavoro (cose fondamentali nella vita), ma alla "visita" in casa di persone sconosciute e non gradite (per capirci). Dopo l'evento, ho, l'ammetto, avuto la nausea e il rifiuto anche per la numismatica, e ho consequenzialmente dovuto, e voluto, staccare la spina. Se sono di nuovo qui lo devo a @fabry61, al suo tatto in quel momento non facile, alle sue parole, ai suoi consigli, e alle letture che mi ha consigliato durante la latitanza (Fabrizio non ti ringrazierò mai abbastanza, te lo assicuro)... Ho ripreso a seguirvi e a leggervi, e la fiammella si è riaccesa (quindi sono in debito morale anche con voi ) Ricomincio da capo la mia collezione, e con questo Grosso di Jacopo Contarini: è un nuovo inizio, e sicuramente nell'acquisto mi son sbloccato mentalmente da paure, rimorsi e pesi vari, con la voglia di continuare ad imparare e approfondire questo meraviglioso mondo. Dopo la pappardella (e mi scuso se vi ho annoiato), riporto la scheda che ho redatto per la classificazione di questo Grosso. Vi chiederò alla fine della stessa se potete aiutarmi in alcuni dubbi venutimi in fase di osservazione e stesura. GROSSO 1° TIPO o MATAPAN – JACOPO CONTARINI 1275/1280 – TIPO 8 Dritto • IA • 9TARIN • / • S • M • VENETI; Lungo l'asta1 DVX2. San Marco3 stante a destra, di fronte, tiene nella sinistra il libro dei Vangeli e con la destra porge il vessillo al Doge4 stante a sinistra, di fronte. La banderuola con la croce5 è volta a sinistra. Verso Il Redentore, con nimbo crociato6, seduto in trono7 di fronte. Ai lati del nimbo, IC / XC Contorno Liscio Riferimenti Montenegro 38, Gamberini 42, Paolucci 1, Papadopoli 1-2, Zub-Luciani 63[7] Zecca Venezia Riferimenti8 Tipo 89 Periodo Senza data Stato di Conservazione BB10 Rarità C Nominale 1 Grosso Materiale Ag 965 Diametro 20mm Peso 2,15g Assi 180° Note 1 E’ presente al centro del tondello, tra la mano destra del Doge e l’asta, un elemento puntiforme, probabilmente il centro del compasso 2 San Marco presenta: - sul braccio destro una croce composta da 4 globetti - sul braccio sinistro una croce composta da 4 globetti 3 Il mantello del Doge presenta: - sul lato destro 13 globetti - sul lato sinistro in alto 6 globetti - sul lato sinistro in basso 5 globetti 4 La X presenta delle gambette terminali 5 La croce è composta da 2 braccia rettilinee perpendicolari 6 Perpendicolare alla testa 7 Il trono presenta: - sulla gamba destra 4 globetti - sul montante destro 7 globetti - sulla gamba sinistra internamente 5 globetti, esternamente 4 globetti - sul montante sinistro 7 globetti 8 I tipi sono classificati secondo i segni di massaro al R/. Il sistema grafico è quello usato dal Papadopoli: i due campi superiori indicano i segni posti sotto i gomiti del Redentore, quelli inferiori i segni posti presso le gambe. 9 Segno del massaro al R/: globetto tra i piedi del Cristo e globetto affianco alla gamba destra del Cristo 10 Al D/ presenza di lieve usura nella parte centrale del tondello, in particolar modo sulle mani destre del Doge e di San Marco, presenza di incrostazioni tra ore 4 e ore 5; sul R/ presenza di lieve usura sulla capigliatura del Cristo e sulla parte sinistra della sua aureola perlinata Fin qui la descrizione, permettetemi di porvi alcune domande: 1) sul catalogo https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-JCO/1, vengono riportate al D/ per la legenda al contorno due varianti censite dal Papadopoli, ovvero • IA • 9TARIN • / • S • M • VENETI oppure IA • 9TARIN • / • S • M • VENETI; nel caso di questo grosso, ad una analisi anche con lente d'ingrandimento considero il punto precedente alla S posto in maniera apicale piuttosto che centrale... può quindi essere considerata una nuova variante, oppure è da consierarsi anche il mio centrale? 2) come segnato nella nota 1, sussiste questo puntino che, a ricordo di una situazione simile postata sulla discussione del Soranzo veniva spiegata come il centro del compasso... è corretto o sto vaneggiando? 3) Dal punto di vista figurativo, cosa rappresenta questo elemento sotto al trono affianco alla gamba sinistra dello stesso??? Possono variare i globetti anche qui? 4) sullo stato conservativo mi son tenuto sul BB per i "difetti" indicati in nota 10 (sempre che siano incrostazioni, intanto la moneta sta facendo un bagnetto in acqua demineralizzata) ... può starci secondo voi, anche se, devo ammettere, che soprattutto il rilievo del trono del Cristo è considerevole (almeno a mio giudizio)? Ecco, scusate il mio fiume di parole, e la mia filippica esplicativa per questa moneta... Ma era veramente tanta la voglia di tornare a scrivere qui e condividere un grosso veneziano con voi. Grazie anticipatamente per chi vorrà rispondere Mattia Ps: E scusatemi ancora per il pistolotto post-depressivo iniziale
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  13. https://www.corriere.it/cultura/19_agosto_25/pio-ix-escluso-dall-euro-dell-800-ma-porta-pia-evito-bancarotta-398c1a8e-c74d-11e9-b283-cf539d3cc34f.shtml
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  14. Buongiorno a tutti, ho 13 anni e ho appena iniziato a collezionare (da circa 5 mesi) e vorrei avere qualche dritta generica su come procedere. Infatti per adesso sto andando a sentimento, per intenderci, mi approccio alle monete e a tutto il mio materiale numismatico come sembra più giusto a me, quindi, probabilmente, come non è effetivamente giusto. Spero di essere stato abbastanza chiaro. Inoltre, vorrei fare una domanda un po' più precisa e non generale come quella precedente. Infatti volevo chiedere, se possibile, a qualcuno che abita a Torino (dato che mi è stato riferito che cambia sia in base al personale sia in base al luogo), se alla banca d'Italia è possibile ricevere rotolini di monete. Ho etto precedentemente che ad alcune persone è stata semplicemente consegnata una o più buste contenenti monete circolate. Io invece volevo sapere se si potevano ottenere monete FDC e non che provengano da stati diversi. Se non sono stato abbastanza chiaro ditemelo così proverò a spiegare in modo più chiaro. Un grande saluto da Gabriele
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  15. Se non ricordo male devi aspettare l'uscita dell'ultima moneta e ricevi tutto insieme, aspetta conferme o rileggiti da capo la discussione e vedrai che di sicuro ad inizio anno qualcuno ha messo la foto del modulo.
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  16. Non è detto caro Gabriele, come ti è stato già detto, la numismatica non è solo raccogliere monete come fossero figurine, ma vuol dire approfondire le sue interazioni con la storia, l'economia, la geografia, la politica, l'araldica.....(leggere quindi libri, riviste ed anche il forum); pensa al figurone che potresti fare in una interrogazione di storia se inserissi anche l'argomento delle monete che circolavano a quel tempo! saluti luciano
    1 punto
  17. Condivido; aggiungo che è meglio evitare di usare gli ultrasuoni sulle monete (esempio le medioevali) fragili/sottili e/o fessurate. saluti luciano
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  18. Periodo estremamente confuso per la nostra penisola. La figura di Adelaide si eleva notevolmente al di sopra dei vari Regnanti o Papi dell'epoca. Ho trovato queste note biografiche che sottolineano le virtù morali e le capacità della persona ( che dalla statua sembra anche una gran bella donna ). La moneta è bella con ritratto frontale tipico dell'epoca e poi quasi scomparso fino ai nostri tempi. Mi piacerebbe sapere perchè. Il ritratto frontale definisce molto di più i tratti della persona mentre il profilo è solo una "parte". Chi di noi farebbe un ritratto fotografico o un selfie di profilo ? Ps: esclusivamente per l'amico Rocco: preso di fronte pure Ferdinando IV non sarebbe stato male... ? Ritornando ad Adelaide, posto quanto segue, Adelaide nacque nel 931 ed era la primogenita di Rodolfo II, re dell’Alta Borgogna, e Berta, figlia di Burcardo, duca di Svevia e a soli due anni venne promessa in sposa a Lotario, figlio di Ugo di Provenza, che sposò poi a sedici anni, quando lui era formalmente re d'Italia, anche se il paese in realtà era dominato da Berengario d’Ivrea. Dalla loro unione nacque Emma, ma nel 950 Adelaide rimasta vedova, poiché Lotario fu avvelenato per ordine di Berengario, fu incarcerata in un castello sulle rive del lago di Garda, per essersi rifiutata di sposare il figlio dell’assassino del marito. Grazie a Ottone I il Grande, Adelaide riuscì a fuggire e il giorno di Natale del 951, presso Pavia, ne divenne la sposa. Anche se aveva solo vent’anni, Adelaide era una donna di grandi doti intellettuali e non mancava di prendere parte attivamente agli affari di stato, anche dopo che, nel 962, Ottone venne incoronato imperatore a Roma da Papa Giovanni XXII. Il matrimonio durò ben ventidue anni e nacquero cinque figli, tra cui l’erede al trono Ottone II, poi, nel 973, alla morte del marito, Adelaide dovette affrontare un nuovo conflitto, poiché il figlio, colmo di risentimento verso la madre, fu spinto a cacciarla dalla corte su suggerimento di sua moglie, la bizantina Teofano. Adelaide si trasferì a Vienne presso suo fratello Corrado di Borgogna, poi chiese aiuto a San Maiolo, abate di Cluny, che fece in modo che madre e figlio si trovassero a Pavia, dove Ottone II s’inginocchiò per implorare il perdono materno. Dopo dieci anni, nel 983 Ottone II morì, lasciando come suo erede l’infante Ottone III e Teofano come reggente, che, ancora ostile alla suocera, spinse Adelaide a lasciare nuovamente la corte. Con la morte di Teofano, nel 991, l’imperatrice venne però richiamata, essendo ancora minorenne il nipote, e resse con saggezza l'impero, grazie ai consigli di santi come Villigiso arcivescovo di Magonza, Adalberto di Magdeburgo, Maiolo e Odilone di Cluny. Negli ultimi anni Adelaide fondò e restaurò parecchi monasteri maschili e femminili, come Peterlingen, San Salvatore di Pavia e Seltz, in Alsaziavicino a Strasburgo, dove morì il 16 dicembre 999. Nel 1097 fu canonizzata da papa Urbano II. Ciao a Tutti
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  19. Sono entrambe belle monete. Ho sempre difficoltà a capire bene le sfumature delle conservazioni su foto molto buie come la prima coppia. La seconda coppia é fotografata molto meglio per i miei gusti ai fini valutativi. C'é da dire che la patina presente nella prima moneta, per i golosi come me, fa già propendere per una scelta obbligata, al netto di debolezze di conio.
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  20. Sono d’accordo. Difatti ho detto fin da subito che si trattava di un falso. Il bordo è chiaramente fatto male. Dato che però a qualcuno sembrava autentico ho suggerito degli elementi utili a convincere anche i più scettici
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  21. Grazie mille, mi siete stati tutti quanti di grandissimo aiuto. Riguardo i compiti... è proprio questo che mi preoccupa, infatti quando ricomincerà la scuola ho paura di perdere un po' d vista questa passione, ovviamente spero di no, ma è comunque un preoccupazione importante per me. Spero comunque di portarmi dietro la passione per la numismatica per sempre, perchè collezionare è quello che amo fare e soprattutto , è un punto di riferimento importante per me.
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  22. Il mio tempo non è più prezioso di quello di chiunque scriva su questa piattaforma, voglio solo evitare di scrivere banalità. Cmq ritorniamo alla Dracma: x quel che riguarda le dracme di questo tipo possiamo escludere con certezza che siano state emesse monete fuse, x questo dico che se è fusa è per forza anche falsa, dunque eviterei di parlare di tecniche di fusione visto che non riguardano questa monetazione, e quindi è del tutto inutile. La coniazione come ho già detto in un post precedente è stata già trattata ampiamente ad esempio nella sezione dedicata alla tecnologia, ma non solo, in varie discussioni con il contributo di esperti, bisogna soltanto avere voglia di cercare tra le vecchie discussioni, cosa tra l'altro molto utile, visto che ci si può imbattere in argomenti nuovi e molto interessanti. Provare per credere!!!
    1 punto
  23. Bellissima ? comunque non credo, le abbreviazioni sono andate “di moda” circa 10-15 anni fa, oggi ho notato che anche gli amici di mio fratello che sono minorenni scrivono ormai tutti per esteso (molto meglio, w l’italiano). Quando ero ragazzino io invece era proprio una moda, era diventato un linguaggio, e non lo usavano solo i ragazzini ma anche gli adulti. ps. Se andassimo a vedere i miei interventi sul forum nel 2008 sai quante abbreviazioni ?
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  24. La torre a lati dritte è più stretta in corrispondenza della merlatura.
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  25. Ciao @Acqvavitus, è il 9 Cavalli 1790 con testa piccola e torre a lati curve/data piccola. Forse quella "debolezza" sul lato sinistro ha deformato un lato della torre facendolo sembrare dritto. L'altro lato è incurvato, leggermente ma incurvato.
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  26. Buongiorno,Rocco Amico mio @Rocco68, bellissima la tua prima Volta con il 4 cavalli, bellissimo il desiderio e la tenacia di approfondire la storia dei nostri piccoli pezzi di storia. Grazie per il tuo contagioso entusiasmo. Saluti Alberto
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  27. Prendi un Crapanzano-Giulianini vol. II° del 2010, data la vastità degli argomenti, a differenza del vol. I°, non è ancora stato sostituito da una nuova edizione. Sfoglialo, leggi, praticamente divoralo! così sai a cosa vai incontro... e successivamente decidi con calma. Anche se al momento non collezioni le preunitarie, o magari non le collezionerai in seguito, il catalogo ti servirà in ogni caso. Dalla metà del '700 sino all'Unità d'Italia posseggo solo qualcosina a rappresentanza del tempo che fu, nulla di omogeneo.
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  28. Fondamentalmente, i cataloghi di riferimento sono due: Catalogo Alfa di Franco Gavello volume I, questo per capirci. Prezzo 100 euro circa. Crapanzano 2010 volume II, prezzo più abbordabile 32 euro circa. Collezione a mio parere tanto suggestiva, per quanto riguarda l'aspetto storico, quanto impegnativa, soprattutto per alcune tipologie. Ma con questo non voglio scoraggiarti, anzi, prima però documentati sulle varie emissioni per non impantanarti in una collezione particolarmente onerosa. Personalmente, tanto per iniziare ed evitare di svenarmi, ho iniziato ad acquistare qualche Assegnato.
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  29. Ciao @giorgio28 lo stemma mi sembra quello austriaco. Potresti restringere le tue ricerche tra le monete austriache di quel periodo. Non è la mia monetazione quindi non posso esserti maggiormente d'aiuto. Saluti, Salvatore
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  30. Invece l'andare a sentimento e approcciarsi come sembra più giusto a se stessi é la visione corretta. Il problema é il lavorare su se stessi per affinare cultura e sensibilità, inquanto il limite é proprio la persona che si é: il resto é solo conseguenza. Insomma devi imparare ad andare in bicicletta da solo, togliendo le eventuali rotelle che adesso ti sarebbero necessarie per non cadere.
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  31. ? Mi mancavano le tue monete Fausto!! Scusa il ritardo nella risposta, ma come sai ci sono periodi in cui si trova meno facilmente il tempo per fare tutto... Qui, come sempre per questo periodo di coniazione, siamo nel difficile... Io esprimo il mio parere, poi se vuoi ti spiegherò le motivazioni che mi portano a questa idea.. Per me si tratta di un mezzo soldo di CE II periodo ducale del 1648 o 1649 con ultima cifra non leggibile chiaramente. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CE2/5
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  32. un vago sentore complottista si è abbattuto anche sulla numismatica ecco qua il testo di un utente di un forum italiano: "Come facevano nell'antichità a coniare le monete in maniera sistematica? Con quale conio? Un sistema manuale? Come facevano a coniarle su larga scala? Alcuni pensano che le monete iniziarono a essere coniate su larga scala solo dopo l'invenzione della stampa poiché il conio poteva essere inventato solo per associazione di idee con quel processo. Quindi si presume come minimo nel XVI secolo." Che dire?
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  33. La penso esattamente come te Anto (non sappiamo se ciò è stato fatto nella perizia o nelle note descrittive). Nel mio sistema valutativo, il bordo avrà una sezione tutta sua Però, dobbiamo riconoscere che come tipologia, queste monete escono tutte col bordo un po “sofferente”, e se ci mettiamo a fare l’esame col contafili non se ne esci più e si rischia di andare all’eccesso (ecco perché ancora non varo ufficialmente il mio sistema... è molto complicato rendere il tutto semplice ma completo allo stesso tempo, analitico ma senza esagerare; non so se sono riuscito a trasmettere il senso...) Un saluto a tutti
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  34. Oggi sono stato a San Marino nell'ufficio filatelico numismatico dove si comprano direttamente le monete,verso le 16.00 (per motivi di lavoro non riuscivo prima) e con enorme stupore la signora mi ha detto che aveva finito tutti i 2 euro commemorativi. Le replico ma se vengo da più di 10 anni a prenderli come è possibile, e lei mi dispiace davvero non ne ho più! Mi sono un po anche arrabbiato perché alla mia richiesta ma nemmeno uno per la mia collezione , lei, no! Quindi mi sono poi fatto i giri per i vari negozi e alcuni per il 2 euro Lippi mi hanno chiesto chi 35€, chi 34€ e il più onesto per cosi dire €28. Poi in molti mi hanno detto che circa 30.000 pezzi (fonte non ufficiale ripeto) li hanno dovuti dare ad un grossista san marinese che li ha poi girati ad uno tedesco! VERGOGNOSO e a dir poco. Quasi mi fermerei cosi per il momento non ho voluto comprare da nessuno la moneta. Credo che a San Marino i 2€ commemorativi hanno preso una brutta strada.
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  35. Il museo è discreto, bella ambientazione,discreto metodo espositivo, notevoli i reperti e onesto il biglietto d'ingresso... Forse con un po' più di attenzione certi scivoloni si sarebbero potuti evitare, tipo nel post #1, la seconda foto : il reperto viene definito "mortaio" mentre invece si tratta di un incensiere o turibolo di epoca bizantina, comunque è sicuramente un bel museo, da visitare.
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  36. Per le immagini a colori, questo è probabilmente uno dei siti più completi, ma non ci sono tirature, nè valutazioni economiche, è comunque utile per l'identificazione delle banconote http://www.banknote.ws/ La sigla che trovi sotto ogni biglietto, P seguito da un numero, è il numero di riferimento del catalogo segnalato da @Salvatore Esposito di cui anch'io ti consiglio l'acquisto. Lo trovi facilmente anche in Italia https://www.amazon.it/s?k=standard+catalog+of+world+paper+money&__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&crid=2AZJ8B156NGFY&sprefix=standard+catalog+of+world+paper+money%2Caps%2C180&ref=nb_sb_ss_fb_1_37 Amazon è naturalmente il primo sito che viene in mente, ma ce ne sono anche altri. Considerando che le valutazioni economiche sono tarate per il mercato statunitense, e quindi da noi valgono solo come riferimento, se vuoi risparmiare, potresti cercare anche un'edizione di qualche anno fa. Io, per le banconote pre-1961 ce l'ho del 2008 e non intendo acquistarne altri, quello dal 1961 a oggi è del 2014, e poiché non sono interessato alle ultimissime emissioni, passerà ancora qualche anno prima che mi decida di aggiornarlo. Un'alternativa risparmiosa può essere anche un usato in buone condizioni. Prova a guardare su amazon.co.uk e amazon.com, tenendo presente che se ordini dagli USA e spendi più di 22 euro (spedizione esclusa) rischi di dover pagare le tasse doganali, e quindi l'acquisto diventa anti-economico. Dall'Inghilterra, invece, si possono fare buoni affari (almeno fino al 31 ottobre ) avendo cura, sempre, di scegliere venditori inglesi https://www.alibris.co.uk/booksearch?keyword=standard+catalog+of+world+paper+money&mtype=B&hs.x=35&hs.y=40 petronius P.S.: ho spostato la discussione nella sezione giusta
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  37. Mah, io sulla “possibilità” non sono tanto convinto... secondo me è più una questione di “voglia” ..... premesso che un falso può scappare a tutti, ci sono venditori/aste presso i quali ne scappano molte.... immaginando che non sia problemi di capacità... resta solo La voglia di scartabellare i “sacri” testi per capire, prima di venderle... basterebbe un po’ più di attenzione per evitare sorprese a chi in fiducia acquista.. skuby
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  38. Per continuare la serie di monete Sabaude ed omaggiare le ( poche donne ) effigiate sulle Monete posto la Lira 1676 della Reggenza di Maria Giovanna Battista ( strano nome per una donna !) di Savoia Nemour, reggenza nei confronti del figlio Vittorio Amedeo II ancora bambino. Sarà chiamata "Madama Reale" ( in verità la prima era stata Maria Cristina di Svezia Reggente di Carlo Emanuele II ). Carattere forte e determinato cercò di manovrare il figlio ma quest'ultimo ( uno dei grandi Savoia ) la esautorò. Su wikipedia: Maria Giovanna Battista, descritta da molti come una donna dal carattere freddo, autoritario ed animata da grandi ambizioni, decise di assumere la reggenza del Ducato di Savoia fino alla maggiore età del figlio Vittorio Amedeo II. Per questa pensò bene di farsi affiancare da vari personaggi, tra i quali don Gabriele di Savoia, il marchese Francesco Tommaso Chabò de Sanint-Maurix e Joseph Delescheraine. Ma il suo desiderio di potere non si fermò al compimento da parte del figlio dell'età stabilita affinché quest'ultimo potesse salire al trono: ella cercò di far sposare al giovane Vittorio Amedeo la cugina Isabella Luisa di Braganza, figlia del re del Portogallo Pietro II e di sua sorella Maria Francesca di Savoia-Nemours, con la speranza di farlo diventare re a Lisbona. Se il figlio si fosse trasferito in terra portoghese, Giovanna Battista avrebbe potuto governare ancora a lungo in Piemonte. Ma Vittorio Amedeo II, intuendo il piano della madre e spinto dai suoi ministri, con una specie di colpo di Stato la dichiarò decaduta e priva di ogni autorità politica e Giovanna dovette piegarsi alla volontà del figlio.[25] Lasciata in disparte dalla politica, Maria Giovanna Battista decise di dedicarsi all'arte: per suo esplicito ordine molte vie di Torino vennero ampliate, furono costruite chiese e, in particolare, fu ammodernato il Palazzo Madama, per opera dello Juvarra. Nel 1659, alla morte dello zio Enrico II di Savoia, era divenuta duchessa di Aumale ma nel 1686 vendette il ducato a Luigi Augusto di Borbone. Oggi la salma è tumulata alla Sacra di San Michele, in un sarcofago in pietra nella navata sinistra della Chiesa. Ciao
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  39. Per confronto, condivido il mio 1789 Riferimenti: MAGLIOCCA 338 Comune Cosa mi consigliate per levare quello spesso strato di sporco?
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  40. Mi pare di capire che il sig. Grandotti acquistò dei lotti di monete e ora le rivende singolarmente, non capisco dove sta il problema.... è commercio, se nel catalogo d'asta non c'erano le foto ma solo la descrizione non ne farei una colpa a chi le comprò e ora le vuole rivendere. Poi se non sta bene il prezzo basta non comprarle..... per quanto riguarda l'autenticitità per quanto mi riguarda vale quello detto da chi mi ha preceduto. Maurizio
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  41. Buongiorno a tutti, Altro nominale del 1802 è il 6 Tornesi, difficile da trovare in buona conservazione e senza difetti di conio. Condivido il mio esemplare, spatinato ( non sono stato io) e con corrosione al dritto sul volto di Ferdinando IV.
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  42. MMMM:::.. la risposta potrebbe essere assai articolata inizio io... poi aspettiamo altri pareri e suggerimenti; Per "tentare" di regolarizzare questo cespite (le monete e/o comunque beni mobili soggetti ad una verifica di interesse culturale), la strada percorribile è quella di accettare l'eredità con il beneficio d'inventario. La procedura prevede l'erezione di un inventario con l'intervento del notaio e di un perito che ne dichiarerà il valore "commerciale/fiscale" All'Inventario, precede o segue l'atto di accettazione di eredità, nei tempi e nelle modalità previste dal Codice Civile e CP. I valori dichiarati vanno inseriti tra i cespiti nella dichiarazione di successione. Passo successivo si dovrà inoltrare copia alla Soprintendenza copia degli atti e istanza di Verifica di Interesse Culturale delle monete (la Soprintendenza chiederà una nota illustrativa sulla provenienza delle monete (per sapere come il Nonno ne è entrato in possesso... acquisti documentati, aste... apriti cielo). La risposta della Soprintendenza procederà a dichiarare quali monete saranno ritenute di interesse storico (con un apposito decreto di vincolo... e quelle che non lo sono - insussistenza di vincolo)... Naturalmente tutto questo ... descritto in maniera veloce.... ha dei tempi da rispettare,... dei costi da affrontare (degli atti notarili, del perito !!!!!! e tutti i suoi pro e contro. Le domande e le considerazioni vanno messe in una bilancia dei costi e del valore delle monete (se di lecita provenienza). -- aspettiamo altri suggerimenti
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  43. Buongiorno e Buona Domenica a tutti, oggi uso nuovamente un ponte Numismatico a proposito di Donne, ci spingiamo a ritroso nel tempo oltre i confini del primo millennio, siamo negli anni dal 136 al 141 dc. La moneta è un Sesterzio di Antonino Pio con il fulmine, collezione Litra68. Parliamo anche, solo pochissimi cenni, della consorte Faustina Maggiore, della quale posto moneta presa in prestito dalla rete. Le notizie ed avvenimenti sono rigorosamente fonte Web. Faustina sposò Antonino Pio nel 117 dc. Faustina fu divinizzata post mortem; Antonino le dedicò un nuovo alimenta, il Puellae Faustinae, sussidi a favore delle fanciulle orfane, e un grandioso tempio nel Foro Romano, diventato il Tempio di Antonino e Faustina in seguito alla divinizzazione dell'imperatore dopo la sua morte. Faustina divinizzata fu associata in particolare con Cerere, dea delle messi, che appare frequentemente nella monetazione; Erode Attico venerava Faustina come la “nuova Demetra” (l'equivalente greco di Cerere) in un santuario privato che fece costruire fuori Roma, ora divenuto la chiesa di Sant'Urbano. Oltre a Cerere, appaiono nelle sue monete raffigurazioni di Vesta e Giunone. Fu anche associata con la Magna Mater e a Cirene con Iside; a Sardi era adorata assieme ad Artemide. Nella base della colonna antonina in Vaticano è raffigurata l'apoteosi post mortem di Antonino e Faustina, che dalla pira funebre ascendono al cielo sulle ali di un Genio, scortati da aquile. LE ORIGINI L'imperatore, designato da Adriano a succedergli, Titus Aurelius Fulvus Boionius Arrius Antoninus Pius, apparteneva a una famiglia piuttosto ricca proveniente da Nemauso (Nimes), nella Gallia meridionale. Adriano aveva scelto Tito Aurelio Fulvio Boionio Arrio Antonino, che a sua volta adottò, per volere dell'imperatore, il giovane figlio di Lucio Elio Cesare, futuro Lucio Aurelio Commodo, ed il nipote di sua moglie Marco Aurelio Vero, il futuro imperatore Marco Aurelio. Antonino nacque a Lanuvio nell'86 d.c, trascorse la sua giovinezza Lorium, a 12 km. da Roma, fu Pretore, poi Questore, e nel 120 fu nominato Console, poi Giudice in Campania (uno dei 4 giudici dello stato), Proconsole in Asia e infine membro del Consilium Principis. L'ASPETTO E IL CARATTERE Historia Augusta: Vita di Antonino Pio II - "Fu un uomo di bell'aspetto e di grande ingegno: equilibrato e nobile, aveva un volto che esprimeva compostezza e un'intelligenza fuori del comune". Vita di Antonino Pio, XIII - "Il suo aspetto aveva una severa maestà; era alto di statura, e proprio per questo, quando incominciò a curvarsi per la vecchiaia, si teneva ritto fasciandosi il petto con listelli di tiglio. Anche quando era già avanti con gli anni, ogni mattina, prima che i cortigiani venissero a salutarlo, mangiava pane secco per tenersi in forma. La sua voce era rauca e grossa, ma niente affatto sgradevole". Dalla statuaria appare un volto dai lineamenti fini e regolari, magro, labbra sottili, naso greco e collo slanciato, un bell'uomo insomma. Presentandolo al Senato l'imperatore Adriano lo descrisse: "Nobile, mite, indulgente, savio, lontano dagli impeti della gioventù e dal torpore della vecchiaia" Antonino era intelligente e di buon animo, amava l'ordine e l'economia, era calmo, amante della vita sedentaria, della pace, e della giustizia. IL SENATO Morto Adriano, Antonino ne portò a Roma le ceneri e chiese che gli venisse tributata l'apoteosi; ma il Senato si oppose e minacciò la damnatio memoriae su Adriano. Non perdonava al passato imperatore i privilegi tolti ai Senatori e una certa crudeltà contro di loro degli ultimi anni. Antonino però aveva dalla sua l'esercito, per cui riuscì a vincere l'opposizione del Senato. In cambio però dovette abrogare l'organo di governo formato dai quattro giudici circoscrizionali. Gli fu dato il titolo di Pio per il buon carattere: non prese provvedimenti contro gli oppositori dell'apoteosi di Adriano e amnistiò i condannati dal predecessore. Dette sempre prova di grande clemenza: quando un certo Attilio Tiziano fu esiliato dai Senatori per aver cospirato contro di lui, non volle se ne cercassero i complici, e quando un certo Prisciano, accusato anch'egli di congiura, si tolse la vita per non essere condannato, Antonino ne aiutò il figlio con generosità. LE RIFORME Come Adriano curò molto la giustizia, assistito anche lui dai più illustri giureconsulti. Abolì i quattro giudici circoscrizionali istituiti da Adriano. Restituì ai Senatori i vecchi privilegi. Aumentò le elargizioni alla plebe di Roma, oltre ai 200.000 cittadini che avevano grano e acqua senza lavorare per la legge di Augusto, fece distribuire anche olio e vino. Migliorò la condizione della donna decretando che il marito potesse punire l'infedeltà solo se lui stesso fosse stato fedele. Migliorò la condizione degli schiavi deliberando che i padroni che uccidessero i loro schiavi fossero puniti come omicidi. Abolì la confisca dei beni paterni per i figli dei funzionari condannati per concussione purchè restituissero alle province il mal tolto del padre. Punì coloro che nella riscossione dei tributi non si comportassero con umanità. L'oro offerto per la sua adozione lo restituì per metà alle province, e il resto a Roma. Distribuì denaro al popolo e ai soldati. Spese considerevoli somme in feste e spettacoli, e per la celebrazione del nono centenario di Roma, ridusse le imposte. Nel 148, revisionando le imposte, condonò ai contribuenti gli arretrati di quindici anni. Fu generosissimo negli aiuti a Rodi e in Asia Minore, devastate da un terremoto e con le città di Narbona, Antiochia e Cartagine, danneggiate da incendi, facendo tra l'altro sospendere i tributi per anni. Molto denaro spese pure per Roma, che aveva perso in un incendio trecentoquaranta insulae (caseggiati), che era stata inondata dal Tevere, afflitta per giunta da una grave carestia e dalla rovina del circo durante i giuochi apollinari, in cui morì un migliaio di persone. Costruì acquedotti, migliorò i porti di Puteoli, Terracina e Gaeta. Costruì strade in Africa, nella Gallia, in Italia e nella Pannonia. Costruì un tempio ad Adriano e ne terminò il bellissimo mausoleo, in cui vennero deposte le ceneri di Adriano, di Cejonio e poi dei figli e della moglie di Antonino, Faustina. Questa morì nel 141 e, sebbene di costumi opinabili, le fece decretare l'apoteosi e innalzare un tempio sulla via Sacra. In memoria di Faustina fondò una istituzione di beneficienza per fanciulle orfane, dette le Faustiniane. Rinnovò l'incarico anche per sei o nove anni ai governatori delle province più capaci, attento peraltro ai reclami giuridici verso gli abusi dei procuratori del fisco nelle province. Antonino pur andando incontro a molte spese lasciò un bilancio statale floridissimo, di oltre due miliardi e mezzo di sesterzi. LE GUERRE Non mancarono le rivolte che lo costrinsero alla guerra, anche perchè l'aristocrazia forzava per l'antico mito dell'egemonia romana. Così la Scizia e la Parzia furono ufficialmente considerate province romane. Historia Augusta (Vita di Antonino Pio, IX) "- Riuscì con una semplice lettera a distogliere il re dei Parti, Vologese III, dall'invadere l'Armenia... - Rifiutò seccamente di restituire al re dei Parti il trono regale che era stato preso come parte del bottino da Traiano, - ridiede il governo del Bosforo a Remetalce, Re del Bosforo Cimmerio, risolvendo le pendenze che questi aveva con Eupatore, - mandò nel Ponto rinforzi agli Olbiopoliti, che erano in lotta contro i Taurosciti, - e sconfisse questi ultimi costringendoli anche a dare ostaggi." (Vita di Antonino Pio, IX): "- Antonino ricevette a Roma la visita di Farasmane, re degli Iberi, che si mostrò verso di lui più deferente di quanto non fosse stato verso Adriano. - Nominò Pacoro re dei Lazi, popolazione stanziata sulla riva sud-orientale del Mar Nero, - e bastò la sua autorità per richiamare il re Abgaro dall'Oriente. - Fu anche arbitro nelle contese tra i vari sovrani. - Il suo prestigio presso i popoli stranieri, insomma, fu senza precedenti, in virtù soprattutto del fatto che amò sempre la pace, tanto da ripetere spesso il detto di Scipione che dice: «Preferisco salvare un solo cittadino che uccidere mille nemici»". Le rivolte si ebbero in Acaja, Egitto e sul suolo ebraico, e combattè contro Germani, Alani, Baci, Mauntam e Britanni. Questi ultimi furono i più pericolosi, soprattutto per i Briganti, gli adoratori della Dea Brigantia, e i Caledoni (odierni scozzesi) che minacciavano il Vallo di Adriano. Il legato Quinto Lollio Urbino li sconfisse e li ricacciò più a nord costruendo un vallo provvisorio oltre il Vallo di Adriano. Stranamente ancor oggi la Scozia adotta il Diritto Romano, mentre se ne discosta di più l'Inghilterra, per quanto la conquista romana abbia pesato più su quest'ultima e poco sulla Scozia. Fu come il "Benefattore dell'umanità", "Il piu' santo di tutti i tempi", "Il piu' grande e visibile degli Dei", "Il più caro agli Dei". Per trecento anni, quando si procedeva all'investitura di un nuovo imperatore si terminava con l'augurio "Che tu possa essere come Antonino il Pio". LA MORTE Antonino Pio si spense a Lorium, dov'era nato, nel 161, a settantaquattro anni, dopo tre giorni di febbre. Il giorno della sua morte, chiamò gli amici e i prefetti delle coorti pretorie, cui raccomandò Marco Aurelio, nella cui stanza fece portare la statua d'oro della Fortuna. Sembra che l'ultima parola a Marco Aurelio sia stata "Aequanimitas", un'invito ad essere equanime, cioè giusto, poi si volse nel letto dall'altra parte come per dormire e morì tranquillamente. Venne ritenuto uno dei "Cinque buoni Imperatori" del II secolo, insieme a Traiano, Adriano e Marco Aurelio. Il Tempio di Antonino Pio a Roma Identificato grazie all'iscrizione sull'architrave, dedicato nel 141 d.c. a Faustina senior, sua moglie, morta e divinizzata in quell'anno e, successivamente, all'imperatore dopo la sua morte. Il tempio è su un alto podio in blocchi di peperino, preceduto da una scalinata, ricostruita in mattoni da un restauro moderno. Al centro della scalinata era un altare per i riti alla presenza del popolo. La fronte dell'edificio mostra sei colonne di marmo cipollino alte 17 metri con capitelli corinzi in marmo bianco. La cella interna unica è in blocchi di peperino, rivestito all'epoca di lastre di marmo, come appare dalle tracce di grappe sulla parete. Le scanalature oblique nella parte alta delle colonne, sono la traccia di un fallito tentativo di far crollare il tutto mediante tiro con corde o con catene, per il riutilizzo dei materiali. A partire dal VII secolo l'edificio venne riconvertito in chiesa cristiana dedicata a S.Lorenzo detto in Miranda, evitandogli la distruzione. Buona lettura.
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  44. Forse è meglio cambiare discorso e ritornare a parlare di monete. Faccio i complimenti agli amici Rocco e Sergio per le loro bellissime piastre del 1800. Rare da trovare, non molti possono dire di averle in collezione. Vi invidio (in senso buono) ? Riguardo la rarità tra la 1800 e la 1802 ritengo più rara la 1802 ma qui parliamo di monete entrambe "realmente" rare Particolare interessante quello delle 3 P del Planelli Cordiali saluti Angelo
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  45. Altro esemplare... Dalla rete.
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  46. Grazie della foto, ohhh....!! Finalmente una moneta di San Marino che si rispetti, almeno come estetica, Mio parere personale ovviamente.
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  47. Dato che è un bel pò che studio questa monetazione mi farebbe piacere approfondire questa discussione ? vorrei fare delle piccole osservazioni e discuterne, ovviamente la coppia dei coni è la stessa, non potrebbe essere che gli stessi difetti riscontrati siano dovuti al conio stesso? se riteniamo assodato che il pezzo della NAC sia assolutamente originale (visto il pedigree) le corrispondenze col pezzo di Bertolami potrebbero far pensare a un clone della stessa, ma la sua decentratura non sarebbe compatibile con un ipotesi del genere, dato che nel secondo esemplare sono presenti la perlinatura e il muso del delfino mancante nella prima; altra osservazione, in effetti il muso del delfino può sembrare ''strano'' ma comparandolo con quello della collezione del medagliere di Parigi (ex Luynes 268 ora SNG France 1608) lo trovo compatibile al suo stile se vogliamo quasi ''indigeno'', che ne pensate?
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  48. Visto che l'argomento sembra interessare, mi faccio nuovamente vivo per portarvi le deduzioni di qualche analisi degli ultimi giorni. Non so dire molto sulle monete di Parma e Mantova, né sul falso postato da rick2, ma mi sento di poter ipotizzare che le monete di Modena con lo stemma dei Medici non siano altro che il frutto di una speculazione sui mercati esteri operata dalla casa d'Este e dai suoi zecchieri. Le varie monete in questione mi sembrano tutte imitazioni del giulio fiorentino, da esso differenti ma non troppo (soprattutto per chi non sapeva leggere e/o non conosceva i significati delle legende). La dinamica dell'operazione speculativa operata su quelle modenesi (ma forse anche sulle altre) potrebbe essere quindi questa: - la moneta di imitazione viene prodotta con dimensioni e peso simili alla moneta imitata, per l'appunto il giulio fiorentino dei Medici (non so che utilizzo potesse avere questa moneta fuori della Toscana, vale a dire in Italia, nel nord Europa o nel Levante, ma probabilmente trovava una qualche diffusione almeno nei commerci a breve-medio raggio di area europea, anche grazie al prestigio della casata) - il sovrano riceve una contropartita per la licenza a battere la moneta di imitazione, ma impone (generalmente accadeva così) di non utilizzarla sui propri dominii. - lo zecchiere guadagna sulla differenza tra valore intrinseco e valore di cessione della moneta a commercianti attivi sull'estero (all'epoca esistevano fitte reti di relazioni tra banchieri, zecchieri e commercianti, in buona parte ebrei), comunque inferiore al valore della moneta imitata. - il commerciante guadagna infine sulla differenza tra valore di collocazione della moneta, simile alla moneta imitata, e valore di acquisto dallo zecchiere. Gli zecchieri e i loro referenti commerciali evidentemente sfruttavano la casata di appartenzenza della moglie del duca Cesare d'Este, Virginia de' Medici, per poter usare il suo stemma di famiglia sulla moneta, associato a quello degli Este sull'altro lato onde non esporsi al reato di spaccio di moneta falsa (che all'epoca prevedeva spesso la forca). Per scoraggiare poi il ritorno della moneta sul territorio di emissione, gli veniva riportato sopra un valore nominale in moneta estense significativamente più basso di quello della moneta imitata (ad es. 8 bolognini e poi 6 bolognini o anche 6 soldi), tuttavia privo di significato sui mercati esteri e quindi difficile da confrontare con il valore della suddetta moneta imitata. A tal scopo, è curioso notare come fino a Francesco III d'Este, regnante dal 1737 in poi, soldo e bolognino siano sinomini e, quindi, non si capisca la distinzione nell'indicazione del valore (6 bolognini o 6 soldi) se non per ingenerare confusione; inoltre, nel ducato estense circolavano regolarmente monete con modulo similare (lire da 20 bolognini) ma valore molto superiore, oppure monete con modulo e peso significativamente inferiori (giorgini da 5 bolognini) ma valore simile. Un paio di note conclusive: - della moneta da 6 bolognini con lo stemma dei Medici esiste una variante, di cui detengo un esemplare (bucato, come si fa a postare le immagini su lamoneta.it?) su cui il nome di Virginia non è riportato da nessuna parte. Tale moneta forse suscitò qualche rimostranza in quel di Firenze, perché il CNI ne riporta pochissime sottovarianti, mentre le sottovarianti censite dei tipi con esplicitato il nome di Virginia, o addirittura solo quello e non il nome del marito Cesare d'Este, sono decine. - il vezzo di far coniare monete calanti per il commercio con l'estero, con guadagno del duca e dello zecchiere, riguarda probabilmente anche l'ultima moneta della zecca di Modena, il Tallero di Ercole III: emesso nel 1795-1796 a imitazione del Tallero di convenzione, il cui valore intrinseco era di poco inferiore a 15 lire modenesi, e dichiaratamente finalizzata all'esportazione, aveva un contenuto di argento significativamente calante; ne fu in qualche modo consentito l'utilizzo sul territorio estense, ma con attribuito un valore di 10 lire modenesi e, probabilmente, scarso successo, essendo in circolazione anche un triplo scudo fatto coniare da Ercole III nel 1782-1783 con disegno, dimensioni e peso estremamente simili, ma valore intrinseco addirittura superiore al tallero di convenzione. Infatti, le successive tariffe di conversione in lire decimali pubblicate nei territori degli Este citano, della monentazione di Ercole III, sempre il triplo scudo e quasi mai il tallero, moneta oggi assai più comune ma, evidentemente, solo fuori dei confini del ducato. Sperando di aver dato un qualche contributo, ma senza pretendere di possedere la verità (che forse non si saprà mai), vi saluto tutti cordialmente
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  49. Grazie per le informazioni, non sapevo della pratica di affiggere le monete false, molto interessante. Per il resto, concordo che non si possano fare altro che congetture. Ad ulteriore elemento - puramente indiziario - di un utilizzo della tipologia di monete in esame nel commercio estero vi è il fatto che, da modenese, non le ho mai viste emergere in zona (da ritrovamenti, collezioni private, ecc.) ma solo in aste e quasi sempre estere, tra l'altro in condizioni tali da far presumere una scarsa circolazione - mentre le altre monete di Cesare d'Este di taglio inferiore alla lira generalmente si possono trovare consunte in stato qMB o inferiore. Infine, il conio della moneta di imitazione postato da rick2 è stato probabilmente inciso da qualcuno non avvezzo alla lingua italiana. Detto quanto sopra, non ho altro da aggiungere e mi ritiro in buon ordine
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