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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/08/19 in tutte le aree

  1. Secondo il "Lessico Universale Italiano" (Treccani, 1973), la forma grafica è indifferentemente usata per indicare l'insieme delle parole, intere o abbreviate, disposte circolarmente lungo l'orlo del tondino o disco della moneta, al dritto e al rovescio; solitamente in relazione con il tipo figurato, comprende i nomi e i titoli del sovrano o il nome dello stato, nomi di santi, invocazioni, motti, imprese araldiche, ecc.; il complesso della l. e del tipo è detto impronta. Personalmente io uso le due forme ortografiche con significato rispettivamente diverso. In numismatica: "legenda (est)" derivante direttamente dalla forma perifrastica passiva latina col significato di "(è) da leggersi...". Anche leggenda ha la medesima origine (parola che, trascolorata attraverso il latino medioevale e poi in italiano, ha subito l'aggiunta di una "g"), ma qui il significato, per me, è di "racconto mitico", in pratica storia "arricchita da elementi straordinari" positivi o negativi. Perciò, io voto: LEGENDA. In italiano, tutte le parole straniere (anche il latino lo è) riportate in un contesto in lingua italiana divengono indeclinabili e, perciò, si deve scrivere la legenda (al singolare) o le legenda (al plurale). Ovviamente, essendo leggenda parola italiana, al plurale fa leggende.
    11 punti
  2. Taglio: 2 euro Nazione: Slovacchia Anno: 2010 Tiratura: 63.000 Conservazione: BB (forse qualcosa in più) Città: Torino Note: moneta che dovrebbe appartenere ad un divisionale trovata in circolazione
    4 punti
  3. Buona domenica a tutti, proseguo la serie dei 4 Cavalli condividendo il più raro della tipologia ( escludendo le prove del 1770, 1786 e il 1788 SICIL senza valore). Magliocca 339 4 Cavalli 1790 SICI R4 Peso 2,0 grammi.
    4 punti
  4. Buonasera e Buona domenica, dopo un pantagruelico e trimalcionesco pranzo domenicale, mi ritrovo a fare delle riflessioni, forse accentuate dalla difficile digestione ?. Vengo al sodo, rientro nella categoria dei collezionisti studiosi Numismatici che non hanno la possibilità logistica(per impegni lavorativi pari agli orari di apertura dei negozi) di recarsi negli studi numismatici. Pertanto la scelta e l'acquisto delle monete da mettere in raccolta è fatta quasi esclusivamente sul web. Quindi le fasi preliminari sono o dovrebbero essere, lo studio della moneta che manca in raccolta, il budget a disposizione (modesto.. a volte minimo a volte quasi nullo) l'individuazione dell'asta e del pezzo agognato, studio della moneta proposta, l'offerta, le palpitazioni fino ad avvenuta aggiudicazione, il pagamento... Dopo tutti questi preliminari viene la fase più dura, la più cruenta.. l'Attesa.. Questa è a mio avviso la fase più dura per me, ma credo per tanti di voi, l'attesa, attesa che suonino al campanello, attesa che ti chiamino da casa dicendoti.. È arrivato.. Per me È arrivato è come è nato o è nata, complimenti, ma sarà una bellissima femminuccia o un bellissimo maschietto? A quel punto dopo tanta attesa l'importante è abbracciare e dare il ben venuto a casa al nuovo arrivato maschio o femmina che sia.. ? Voi cosa ne pensate della mia riflessione domenicale? Buona domenica a tutti. Saluti Alberto
    3 punti
  5. Buongiorno, prendo spunto da un articolo della Dott.ssa Ceci pubblicato su Archeo e di cui vi presento un ampio riassunto. Lo scritto tratta dell’iconografia di Moneta e trae spunto dall’analisi di un pregevole esemplare di AE Medaglione passato qualche mese fa in asta da NAC. Numismatica Ars Classica > Auction 114 Lot number: 835 Lot description: Diocletian, 284 – 305. Medallion circa 284-286, Æ 29.72 g. IMP C C VAL DIOCLETIANVS P F AVG Laureate, draped and cuirassed bust r. Rev. MONETA AVGG The three Monetae standing facing, heads l., holding scales and cornucopiae; at their feet, heaps of coins. C 326. Gnecchi II, 15 and pl. 125, 1. Toynbee –. Mazzini 326 (this coin). Very rare. An excellent portrait of magnificent style struck in high relief and a lovely brown tone, extremely fine / good extremely fine. Ex M&M sale 76, 1991, 911. From the Mazzini and the Pierre Bastien collections. https://www.coinarchives.com/a/lotviewer.php?LotID=1462541&AucID=3010&Lot=835&Val=2dadd39f9c6fecaa5049ce7870cccbd0 L’iconografia si rifà a Moneta (colei che ammonisce, avverte), epiclesi attribuita a Giunone, le cui oche sacre custodite nel tempio sul Campidoglio avevano segnalato l’irruzione dei Galli di Brenno nel 396 a.C. Il tempio di Giunone Moneta sorgeva appunto sul Campidoglio laddove nel tempo vi fu la zecca di Roma: per tale motivo l’attributo MONETA indicò dapprima l’area prossima all’edificio templare e quindi la produzione del contante emesso dalla zecca stessa (oltre ai termini nummus e pecunia). La testa di Moneta compare su denari repubblicani e non è ben chiaro se rappresenti la personificazione della divinità tutelare del contante o ancora la stessa Giunone come protettrice dello stesso. Bertolami Fine Arts - ACR Auctions > E-Auction 73 Lot number: 670 Lot description: Roman Imperatorial, T. Carisius, Rome, 46 BC. AR Denarius (17mm, 4.11g, 6h). Head of Juno Moneta r. R/ Implements for coining money: anvil die with garlanded punch die above, tongs and hammer on either side; all within laurel wreath. Crawford 464/2; RBW 1614; RSC Carisia 1a. VF. https://www.coinarchives.com/a/lotviewer.php?LotID=1526605&AucID=3181&Lot=670&Val=3598230a0b6a9cae948e56c6b21d55c6 A partire da Domiziano, in seguito a una ristrutturazione e spostamento degli edifici della zecca, Moneta assume una dignità autonoma e deriva l’aspetto da AEQUITAS con bilancia e cornucopia, spesso con legenda MONETA o MONETA AUGUSTI). A partire da Commodo la figura triplica in modo da rappresentare i metalli monetali, ovvero oro, argento e bronzo. Nel caso del Medaglione in oggetto di studio, la figura centrale propone una bilancia retta da un’asta più lunga delle altre due, probabilmente a simboleggiare una maggior rilevanza nella pesatura dell’oro, forse effettuata con uno strumento più preciso e di maggior precisione; inoltre la posizione centrale fa ritenere che la posizione centrale, preminente rispetto alle altre due, indichi una posizione di importanza maggiore. Infine un particolare non comune ai tipi iconografici delle tre Moneta: ai piedi delle iconografie giace un piccolo cumulo che sta probabilmente ad indicare un gruzzoletto di monete e che doveva indicare probabilmente la ricchezza e la floridezza economica romana. Ciao Illyricum
    3 punti
  6. Salve, do' il mio contributo alla discussione col 4 cavalli del 1791, moneta poco usurata , ma purtroppo ha delle brutte incrostazioni, posso fare qualcosa per pulirle?Grazie. Saluti
    3 punti
  7. Salve a tutti. Volevo segnalare all'attenzione degli eventuali interessati il programma di questa Giornata di studi organizzata per il prossimo 4 ottobre all'Archivio di Stato di Salerno. L'analisi che verrà presentata in questa occasione non sarà limitata al solo aspetto numismatico ed anche quest'ultimo verrà affrontato con una nuova consapevolezza, grazie alle importanti tematiche storiche che verranno discusse in questa sede e che permetteranno una migliore comprensione della moneta in quanto testimonianza materiale di una cultura che ha forgiato la storia, la società e la politica altomedievale dell'intera Italia meridionale. Sperando che l'iniziativa riscontri il vostro favore, vi lascio alla lettura del programma.
    3 punti
  8. Ma davvero qualcuno pensa che lo "strofinamento" di monete, di qualunque metallo siano, possa lasciare su un tessuto di lino delle particelle? e che di queste si possa UNIVOCAMENTE attribuire l'origine ad una lega o ad un'altra? A me pare sia la solita notizia estiva che rimarrà come tale. Anche perché, nell'eventualità (e lo dico sommessamente da scienziato chimico), per rinvenire tali materiali - microgrammi o forse meglio nanogrammi - si sarebbe dovuta fare una analisi distruttiva su una porzione non indifferente del tessuto. Ma dubito che in questi ultimi mesi / anni si sia avuto il permesso di fare ciò. Quindi ci dovremmo basare sui pochissimi cm2 prelevati nei decenni scorsi. Parliamo di frammenti già analizzati in ogni modo, con ogni tecnica. Portare oggi queste notizie mi sembra un modo per convincere la gente alla propria teoria. Ragionamento errato, e soprattutto non scientifico. Al di là di notizie che sono apparse (un po' come copia e incolla) su diverse testate, non vedo ancora lo studio in questione - soprattutto la parte scientifica, ovvero materiali, metodi, dati precisi e non solo frasi messe là - , e, memore di molte bufale estive delle ultime estati (ne ricordo molte, su sedicenti Caravaggi, Leonardi, Codici Voinich ecc.), nonché delle innumerevoli sindonate, ritengo anche quest'ultima un divertissement fine a se stesso. Il problema è che il web reitera le cose spesso senza controllo. Ora faccio una provocazione: Prendete un tessuto di lino, strofinate le vostre monete in elettro o in oro o in qualsiasi metallo per decine, centinaia, migliaia di volte. Portate il lino ad un laboratorio serio e chiedetegli se siano in grado di riconoscere particelle, e determinarne la composizione metallica. Non ci riusciranno. Figuriamoci con un tessuto di mille anni fa.
    3 punti
  9. Condivido per confronto la mia mezza Piastra 1832, stesso dritto ma variante nel rovescio: Senza punteggiatura dopo SIC e HIER Queste giovanili vanno prese in qualsiasi conservazione.
    3 punti
  10. Allego un curioso dibattito, ripubblicato sul sito della Società Mediterranea di Metrologia Numismatica, ma apparso tempo fa sul Notiziario dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici, avente ad oggetto l'utilizzo del termie"legenda" o "leggenda". Buona lettura! SINGOLARE DIBATTITO.pdf
    2 punti
  11. 2 Grana 1810 D/ GIOACCHINO NAPOLEONE RE DEL*DUE SICI* Busto di Murat rivolto a sinistra. R/ PRIN * E GRAND'AMMI* DI FRAN* Al centro racchiuso fra due rami d'alloro legati in basso da un fiocco: GRANA 2 e sotto la data: 1810 Peso 13,18 grammi
    2 punti
  12. Non è proprio una moneta bizzarra ma il nome è simpatico. Ecco la vera ed originale PATACA.
    2 punti
  13. Il grappolo d'uva è ben rappresentato sulle monete già dall'antica Grecia dove era molto vivo il culto di Dioniso (bacco per i romani)... Nella bibbia la vite simboleggia il benessere, la benedizione e la fecondità, il vino simboleggia invece l'alleanza, la gioia e la festa nuziale... In oriente si identificava una vita per ogni foglia di vite... Tutte motivazioni che potrebbero aver spinto in zecca a imprimere il grappolo d'uva sui 4 cavalli, ma non solo, sempre sotto Ferdinando si coniarono i grani per il regno di Sicilia sempre con il grappolo d'uva al rovescio...
    2 punti
  14. Buonasera a tutti, I nominali più numerosi della mia Collezione sono gli spiccioli in rame: Ferdinando IV è il più cospicuo come pezzi, lo considero un mondo ancora sconosciuto e pieno di varianti da scoprire. Quando ho da scegliere fra una Piastra e una moneta in rame..... Non sto a pensarci due volte...il rame! Queste discussioni in sezione le considero molto utili, per poter catalogare le varianti di conio e stabilire le rarità dei millesimi. ........ Basterebbe condividere. @Litra68 stasera aggiungo i miei due 1788, identici come rovescio ma diversi nel dritto. Il primo (con patina scura) presenta la tipica schiacciatura di conio sulla testa del Re. L'altro (spatinato purtroppo) ha i rilievi. Anche l'esemplare raffigurato sul Manuale Magliocca ha lo stesso rovescio ma un altro dritto ancora diverso dai miei due pezzi.
    2 punti
  15. Wow! Complimenti tutte varianti rare!
    2 punti
  16. Il mio primo 4 Cavalli lo vidi in una piccola cartoleria in città, la Signora Ida teneva in negozio ciò che restava della Collezione del defunto marito. Grande Collezionista di francobolli, non disdegnava collezionare le monete del suo territorio. La moneta mi sembrò troppo piccola e con una patina scura che la rendeva proprio brutta per i miei gusti. La prima domanda che feci alla Signora fu: Che significa C4? ? E lei con tutta la sua pazienza a spiegarmi che la C stava a significare il tipo di nominale: Cavalli e che il 4 era il suo valore, Uscii dal negozio con in prestito il suo vecchio Gigante. La sera ricopiai tutti i contatti dei professionisti che si trovavano a fine pagine del Catalogo, quelli che spedivano i listini gratuiti. La moneta la presi in seguito e fu l'inizio della mia avventura numismatica. Sono passati quasi 25 anni da quel giorno e spero non mi passi la voglia di andare avanti nello studio e nel collezionare. Scusate le chiacchiere. Saluti a tutti.
    2 punti
  17. Massaro Dario Zusto, ricordato da tutte le maggiori pubblicazioni numismatiche solo per i grossetti. [emoji6]
    1 punto
  18. Ho appena terminato di leggere un saggio su un mezzo denaro inedito longobardo attribuito alla zecca di Capua dal nostro lamonetiano @Caio Ottavio alias Raffaele Iula. E' un lavoro di 20 pagine da leggere tutte d'un fiato. Non si parla solo della moneta in questione, che tra l'altro permette di attribuire i due mezzi denari battuti a Benevento, anche quelli per la zecca capuana, ma parla di tutto il periodo storico molto travagliato e dei suoi molteplici personaggi che hanno fatto la storia non solo dei ducati longobardi del sud. Il saggio è stato pubblicato sulla "71 Rassegna Storica Salernitana" - Nuova Serie N. 1 Giugno 2019 . Si potrebbe fare una bella discussione su questi particolari mezzi denari longobardi, nati da una esigenza particolare che vorrei fosse lo stesso Raffaele @Caio Ottavio ci raccontasse. Faccio veramente un plauso a Raffaele per questo lavoro che ha fatto. Sicuramente non è stato facile per la varietà degli argomenti trattati. Naturalmente spero che i massimi esperti del forum di questa monetazione vogliano dire la loro nel bene e nel male. Da parte mia, dico solo a Raffaele, ancora una volta, bravooo!
    1 punto
  19. Il 4 e 5 Ottobre a Monte Sant’Angelo il II Incontro culturale numismatico nel Parco Nazionale del Gargano “In Sanctorum Nummis Effigies”. Di seguito la locandina provvisoria senza i patrocini istituzionali, per info: [email protected]
    1 punto
  20. Ragazzi, state facendo arrossire il mio 4 Cavalli ? anche se mi fa piacere questa galoppante condivisione. Saluti Alberto
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  21. Ciao Mario, magnifico esemplare il tuo 4 Cavalli, grazie per averlo condiviso anche in questa bella discussione di @Litra68. Fra tutti i millesimi I 1791 sono quelli che presentano al dritto i rilievi alti e ben definiti. Condivido il mio per confronto, nonostante la buona conservazione ha un peso minore. Magliocca 341 Peso 1,80 grammi
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  22. Quando poi non succede questo... (asta del 21/7, ancora aspetto)
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  23. Buonasera, Alberto. Posso solo immaginare quanto da te descritto in questo therad. Per quanto strano potrebbe sembrare, fino ad ora non ho mai comprato monete via Internet ma me le procuro nel 99,9% dei casi al mercato Cordusio di Milano, anche se sono cosciente che oltrepassato un certo livello dovrò anch'io ricorrere al web. Ma ho provato sensazioni simili in un altro settore: in rete compro spesso libri usati e anche in quel caso l'eccitazione nell'attesa di ricevere le tanto agognate informazioni in essi contenute è grande.
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  24. Ciao @uzifox , io ho verificato il mio Cayon, le monetine della mia collezione (molto elementare) ed alcuni esemplari riscontrati su internet. La moneta sembra buona in tutte le sue parti, l'unica cosa che mi lasciava il dubbio era la parte alta del "5" che vedevo un po ricurvo anziché squadrato. Tutto bene. Ciao.
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  25. intendo dire come ho scritto, ovvero , al retro l'immagine che pare più' si avvicini è quella con la "SPES PVBLICA". - Bisogna considerare che nel periodo fecondo delle officine monetarie delle Gallie, l'immagine della divinità può apparire con piccole varianti iconografiche uo' variare
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  26. Dal Vocabolario della Lingua Italiana Treccani che posso consultare fisicamente: legenda s. neutro pl., lat. leggenda s. f. (dal lat. mediev. legenda, femm. sing., propr. neutro pl. del gerundivo lat. legendus « da leggersi »
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  27. Certo, l'osservazione era relativa all'oggetto della discussione, che, dalla foto, non sembrerebbe neanche -come oggetto in sé- un sigillo. Se poi chi lo ha valutato de visu lo giudica una riproduzione, direi che non c'è molto da aggiungere (salvo sorprese...)
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  28. @ak72 grazie mille per le precisazioni: a molti dettagli non ho fatto caso, non conoscendo così bene questa monetazione. ?
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  29. Pure io colleziono franchi svizzeri. Oggi al mercatino ho trovato 10 rappen abbastanza consumati... controllo la data; anno 189...7 ? chissà dove sono i 16 esemplari. Magari in un tombino, o in un campo, oppure in una fontana. Chissà.
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  30. Alcune caratteristiche della moneta postata: simbolo nella bandiera una croce formata da quattro globetti. P. S. Tra gli esempi manca la croce ♰ sopra la bandiera, sull'asta, che il nostro Fabry ha giustamente evidenziato in un precedente post qui sul sito [emoji6]
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  31. Non lo so, dalle immagini forse ? qualcosa di simile lo troviamo
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  32. @talpa, forse potrebbe essere di tuo interesse. ?
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  33. Dubbio sempre presente, personalmente ho usato sempre legenda
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  34. Ciao Alberto, la barba c'è ma non si vede a causa dell'usura. Escludo anche il 1859 perché di solito l'ultima cifra è più piccola.
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  35. a me sembra un bronzetto di Tetricus II
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  36. Buongiorno al Forum, posto questo bronzo Romano dal peso di gr, 3,83 e un diametro di mm. 18/20, vi chiedo se potete aiutarmi per la sua identificazione grazie. F.P.
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  37. In 1896, only 20 centimes and 20 francs were stamped in gold for circulation. This year the World Expo took place in Geneva and the Federal Mint was represented there with a booth to offer coinage and medals for third countries. In order to be able to show current examples from the production program, a small number of pieces with the year 1896 were particularly carefully coined by all nominals. Some of these pieces went as a souvenir to employees of the coin after the exhibition and thus came into circulation. Today, these extremely rare pieces are very sought after. Fonte: https://en.numista.com/forum/topic66817.html
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  38. Vi ringranzio per le risposte date, condivido il vostro parere in linea di massima.Il mio dubbio rimane sul fatto che la moneta viene solamente schiacciata nella parte laterale,senza intaccare la parte centrale.Esludo la maniera accidentale tipo la battuta del masso, pietra, o altre cose di questo genere,in quando credo che l'avrebbero scalfita anche centralmente.La moneta e'invece allungata,credo che soltanto un macchinario abbia potuto rovinarla,vi (allego una foto) in cui e'stata schiacciata in maniera uniforme.In piu'basta guardare la parte in alto nel dritto dove si vedono ancora le lettere,in maniera trasparenti ma visibili.Comunque e'sempre un mio pensiero ,sicuramente il vostro è molto piu'autorevole. . Tanti saluti.
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  39. Il secondo è un 1791 con FERDINAN : ...
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  40. Buonasera, visto che ti piacciono queste monetine (io le adoro) ti posto due dei miei esemplari... Il primo è come il tuo, 1789 con valore basso...
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  41. Non ne ho ancora trovati come piacciono a me ☺
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  42. Da principiante posso ritenermi soddisfatto di questa moneta coloniale tedesca
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  43. Capitasse ad alcuno di lasciare la Calabria delle vacanze per ritornare, magari verso le Langhe Monregalesi, poco a Nord di Sapri potrebbe notare le mura merlate dell'antico borgo rivierasco di Policastro . Forse l'antica Pixunte, colonia mercantile della greca Reggio venuta in potere di Sibari verso il VII-VI sec. AC. , dopo romana col nome di Buxentum, in epoca alto-medioevale bizantina assume il nome di Policastro con il quale sarà poi dei Longobardi di Salerno, Normanna ed ancora Angioina ed Aragonese fino ad essere nel 1328 dei Grimaldi di Genova . Tuttora ben visibili importanti tratti delle fortificazioni di epoca medioevale, dall'epoca magno-greca invece forse solo la controversa leggenda 'Pixoes' su rarissimi stateri incusi di tipo sibarita attribuiti, per altro con incertezze, a Siri .
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  44. Secondo me stiamo entrando in un dibattito già affrontato un’infinità di volte e che, come al solito, non porterà a nessuna conclusione data la naturale inconciliabilità delle opinioni in merito. Personalmente mi piace collezionare (per quanto mi è possibile da un punto di vista economico) monete in alto stato di conservazione. Ciò non vuol dire che se compro un FDC o una moneta in slab divento automaticamente un investitore o uno speculatore. Allo stesso modo i “veri” numismatici non sono solo quelli che comprano monete in BB. Secondo me (opinione personale) solo nelle monete in alto stato è possibile osservare dei particolari, dei dettagli del conio che, inevitabilmente, si vanno a perdere nelle monete BB. Per questo, in totale “disaccordo” con l’opinione di @Gallienus, preferisco sempre comprare un FDC anziché 2 BB. Perché so già che non proverei soddisfazione nel possedere tali monete. Ciò lo dico per esperienza diretta: all’inizio compravo solo monete BB per una questione di prezzo. Poi, confrontandole con monete in FDC (o quasi), mi rendevo conto della differenza abissale e finivo col pentirmi dell’acquisto. Detto ciò, ognuno è libero di collezionare le monete del periodo di proprio interesse e di sceglierne il grado di conservazione. Se ci sono collezionisti che comprano solo il BB e, addirittura, lo preferiscono al FDC perché apprezzano le monete “vissute” buon per loro. Non vedo dove sia il problema, anzi! Dovrebbero essere felici che il mercato stia dando così tanta importanza alle alte conservazioni. In questo modo possono trovarsi il campo libero dalla concorrenza e comprare più facilmente anche pezzi molto rari. Perché, invece, vedo che si stanno lamentando soprattutto i puristi delle basse conservazioni di questo mercato “speculativo” orientato ad un’inflazione dei prezzi per i FDC? A voi cosa cambia? Saremo noi amanti delle alte conservazioni a rimetterci dato che dovremo svenarci sempre di più per comprare anche solo monete poco rare. O forse c’è qualcuno che, sotto sotto, preferirebbe il FDC ma, non potendo permetterselo, fa tutte queste storie?
    1 punto
  45. Salve a tutti. Ringrazio @dareios it Lorenzo per la presentazione e per aver apprezzato il saggio su questa moneta che mi ha permesso di riscoprire e raccontare una storia che ha avuto interessanti risvolti non solo dal punto di vista numismatico. Confido di riuscire, in queste poche righe, a riassumere in modo efficace il contenuto del mio studio. Veniamo subito alla descrizione dell’esemplare finora inedito (fig. 1): D/ SA sormontato da tratto di abbreviazione. Contorno perlinato. R/ TA sormontato da tratto di abbreviazione. Contorno perlinato. Fig. 1. Si tratta di un denaro, o, come viene comunemente riconosciuto dalla bibliografia tradizionale, un mezzo denaro, in argento dal peso di 0,42 g. con un diametro di 13 mm. Questi dati mi hanno subito permesso di effettuare un paragone con gli altri cosiddetti mezzi denari (tale dicitura è da me usata in senso convenzionale) usciti dalla zecca capuana nel corso del X secolo, poiché molto simili tra loro. A differenza degli altri nominali coniati a Capua, però, il nostro caso presenta la totale assenza del nome di un regnante, come invece si riscontra sul resto della produzione argentea longobarda capuana, mentre reca al suo posto queste due singolari abbreviazioni, evidentemente interconnesse tra loro. Ho pensato che si potesse trattare di un’emissione “religiosa” e la mia ipotesi ha trovato conferma nell’accostamento della moneta in questione con altre due piccole monetine finora note, ed attribuite tradizionalmente alla zecca di Benevento, che recano legende mariane complementari su entrambi i lati (figg. 2 e 3). Fig. 2. Fig. 3. Anche a livello pondometrico è possibile accostare tra loro questi esemplari, poiché rispettano quasi sempre lo stesso range di peso. Ma le analogie non sono finite qui, perché se si nota bene lo stile con cui sono stati tracciati i caratteri si evidenziano molti punti praticamente identici che accomunano queste ultime due monete con quella in oggetto: ad esempio, la particolare forma cuspidata degli apici oppure il modo di rendere la lettera A, dalla forma estremamente squadrata e spigolosa. Inoltre, persino lo stile della perlinatura sembrerebbe avvicinare i tre esemplari. Ho poi notato che la C nella legenda di D/ in fig. 2, dalla forma quasi quadrata, non è stata mai prodotta su nominali di sicura origine beneventana, soprattutto in quei casi dove si è riscontrata la presenza della stessa abbreviazione SCA. Il che mi ha portato a pensare che questi tre mezzi denari formassero una serie unitaria e che non uscirono dalla zecca di Benevento, come finora si è detto e scritto, ma da quella di Capua. Ma per cosa stanno queste due abbreviazioni, SA e TA? Come ho detto prima, la soluzione più probabile, vista anche la serie in cui è inserita, è che si tratti dell’indicazione del nome di un santo. Ho creduto possibile, quindi, sciogliere le due abbreviazioni in SA(NCTUS) TA(MARUS), ovvero san Tammaro. Vi risparmio le poche note agiografiche che si possono reperire sulla figura di questo santo, ma è importante notare come il suo culto sia radicato, e poi da qui si sia diffuso nell’entroterra campano, nelle regioni corrispondenti alla Liburia e alla Terra di Lavoro, accentuando il legame, anche spirituale, tra il nostro esemplare inedito e la zecca di Capua. Da questo punto di vista, la nostra moneta rappresenta anche una delle più antiche testimonianze del culto di Tammaro pervenuteci, per questo dicevo che la sua importanza si estende ben oltre i confini della numismatica. Infine, la particolarità di non presentare nomi di regnanti, né capuani, né beneventani, mi ha portato alla conclusione che fossi di fronte ad una serie monetale estremamente particolare, emessa per ricordare un evento altrettanto importante. La devozione espressa da questi tipi mi ha fatto pensare subito ad un’occasione celebrativa di natura religiosa e solamente un avvenimento ebbe rivolti così profondi da permettere al principe longobardo di Capua-Benevento la realizzazione di nominali sui quali non vi risulti alcun tipo di ingerenza da parte dell’autorità politica in carica: l’istituzione della prima metropolia del Mezzogiorno, quella di Capua, nel 966. Il pontefice allora in carica, Giovanni XIII (965-972), era particolarmente malvisto dalla nobiltà e dal popolo di Roma per via della sua politica filo-imperiale e per le varie lotte che in questo periodo facilmente si scatenavano tra le famiglie aristocratiche romane, sia per il controllo del soglio pontificio, sia per l’acquisizione di beni e terre che, ricordiamo, costituivano la base per un solido potere politico. Giovanni XIII fu quindi vittima di una congiura di palazzo che si trasformò ben presto in rivolta popolare fuori controllo: il papa fu catturato e cacciato da Roma, ma non è chiaro come riuscì a fuggire dal suo esilio in un castello situato sul confine tra Lazio e Campania: l’unica notizia certa è che nel 966 lo si ritrova già a Capua, ospite e protetto di Pandolfo I Capodiferro (943-981). Questi si servì della sua posizione di forza per convincere il pontefice suo ospite a creare una sede arcivescovile a Capua. Pandolfo I aveva realizzato un progetto che i dominatori longobardi di Capua avevano tentato invano di realizzare fin dalla seconda metà del IX secolo. Il primo arcivescovo capuano fu Giovanni, fratello stesso del principe: il potere politico e religioso si trovavano, quindi, riuniti nelle mani di una sola famiglia, il che permise a Pandolfo di serrare il suo controllo sul resto del Principato, soprattutto nelle zone più periferiche, spesso soggette a velleitarie pretese di autonomia dal governo centrale capuano. Con una simile azione, Giovanni XIII riuscì nel contempo a contrastare l’avanzata delle fondazioni di nuove diocesi di rito greco nell’Italia meridionale, le quali avevano visto una fioritura costante per tutto il IX e il X secolo, fin quasi alle soglie dell’anno Mille. Per celebrare una tale ricorrenza, tutt’altro che irrilevante per la storia religiosa e politica del Mezzogiorno longobardo, Pandolfo I emise questa serie, databile quindi al 966. Inoltre, mi è stato possibile approfondire l’apporto politico e finanziario che la comunità ebraica di Capua offrì con spiccata efficacia proprio sotto il governo di Pandolfo Capodiferro. Lascio la parola per opinioni, considerazioni e pareri, sperando di non essere stato troppo prolisso nella mia esposizione. Per qualsiasi informazione in merito al reperimento del saggio in estratto o della rivista che lo contiene potete contattarmi con un MP.
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  46. ....come non essere fieri e contenti di poter ammirare un ritratto di Ferdinando IV su un tondello in rame fra I piu' difficili da reperire in buona conservazione? Pubblica 1789.
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  47. Non si tratta di posizioni diverse....si cerca di capire del perché, lo sai anche tu che i documenti scarseggiano, anzi quasi nulli, però qualcosa c'è e qualcosa si può fare quando però ci si DISCUTE sopra come in questo caso. Grazie a te per avercelo permesso......comunque aspetto Francesco per cercare di capire cosa ne pensa.
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  48. Appare quindi chiaro che almeno fino al mese di luglio del 1824 il Diodati fosse ancora in carica e che il Rega fosse incisore…… Dall’entrata in vigore della legge suddetta e cioè quella che riguardava l’assetto Organico dell’Amministrazione Generale delle Monete, rilevo un altro dato importantissimo da non trascurare, di cui si è scritto tantissimo e si è data anche qualche spiegazione, a cominciare dal Siciliano per continuare con il D’Auria e finire con gli studi di Francesco, http://www.ilportaledelsud.org/medaglie_murat_01.htm ed è quello che riguarda la mancata apposizione delle firme sulle Medaglie a partire dal 1806, che copre gran parte delle medaglie incise durante il decennio francese.....a proposito di queste Medaglie "Napoleonidi" ricordo che è in corso un'asta, la Nomisma48http://nomisma.bidinside.com/it/auc/11/asta-numismatica-48/4/ in cui ve ne sono in vendita un bel po' e tra esse vi è anche l'unico esemplare (in questo caso nella versione Argento e Metallo Dorato) di tutta la serie in cui si può osservare la firma dell'incisore, parliamo logicamente del Rega. Sicuramente, oltre agli altri cambiamenti esposti nell’altro post, ci dovrà essere stato una qualche autorizzazione Reale, di cui non trovo carte e documenti a sostegno, quindi solo supposizione ma è giusto che ben venga e viene rilevata; la conferma può essere anche data dall’oggetto metallico visionato, in coincidenza dell’entrata in vigore della predetta legge per cui da quel momento gli artisti vennero, tra l’altro, anche autorizzati a riportare i loro cognomi per intero ed i nomi con la sola iniziale abbreviata, come firma dei lavori eseguiti. Adesso vediamo, anche per rompere un po' il ghiaccio, e con un piccolo sforzo (tranne che per Francesco logicamente) chi riesce a postare il primo conio della medaglia che le ha riportate? (incisore operativo a Napoli, logicamente e dopo il decennio francese).
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  49. Stamane mi sono imbattuto, sempre per il prosieguo del mio lavoro, nella lettura attentissima di questo Bollettino http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1976_1.pdf alla pagina 310 trovo scritto qualcosa che poco mi è chiaro e che vorrei condividere con Voi. Nel caso specifico, dopo aver analizzato le altre medaglie oggetto dello studio, siamo nel 1822, la Medaglia in questione è quella coniata per la visita della duchessa di Lucca alla Zecca...............le parole scritte che poco mi convincono, anzi.........., sono queste: " [.....] il Gabinetto d'Incisione Diretto dal Rega" ma come faceva Filippo Rega ad essere il Direttore (1822) del Gabinetto d'Incisione che venne istituito solo il 17 marzo 1829 e solo in quella data ne assunse la Direzione ? .......... ci sarà stato sicuramente un errore.....!! ;) La foto della Medaglia è tratta dall' Asta NAC 47 del 3 giugno 2008 lotto 463; Ricciardi 126 - D'Auria 139.
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