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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/25/19 in tutte le aree
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Ecco quindi una prima descrizione di miti e connessioni: Il mito di Ermes che uccide Argo Panoptes (che tutto vede). Pitture vascolari testimoniano la diffusione del mito di Ermes ed Argo su suolo italico, dall'Etruria all'Apulia, fin dal V sec. a.C. La tradizione romana narra di Ercole che, di ritorno dalla Spagna con la mandria dei buoi sottratta a Gerione, sosta nel Lazio, a quel tempo infestato dal mostruoso Caco. Il gigante ruba la mandria di Ercole e la nasconde nel suo antro; l'eroe, irato, lo scopre e lo uccide. Gli abitanti del luogo, grati per essere stati liberati dal flagello, gli dedicano l'Ara Massima di Ercole Invitto, situata nel Foro boario, da cui partivano i cortei trionfali. Nell'Eneide è Evandro a narrare ad Enea la vicenda di Ercole e del rito celebrato in suo onore. Sempre la tradizione romana vede Evandro quale figlio di Mercurio e padre di Pallante. Ancora nell'Eneide viene narrata la morte di Pallante per mano di Turno, re dei Rutuli, a cui segue lo scontro tra Enea e lo stesso Turno, che si conclude con la morte di quest'ultimo. Abbiamo fin qui due miti distinti, uno di matrice greca che vede Ermes contrapposto ad Argo ed uno di matrice romana, che vede Enea contrapposto a Turno. Dove trovare il nesso? Dove trovare il punto di contatto tra due miti apparentemente distinti nello spazio e nel tempo, anche se entrambe ben noti già nell'area italica preromana? E' sempre Virgilio a fornire un'associazione tra Argo e Turno, nel libro VII, proprio descrivendo l'antagonista di Enea: Un altro parallelismo emerge poi in Ovidio che, nel libro XIV delle Metamorfosi, narra della morte di Turno: E nel libro I quella di Argo: Le apoteosi delle due figure presentano similitudini evidenti, così come degno di nota è il legame con Giunone/Hera, che se nel mito di Argo appare diretto (il pavone, con i cento occhi sulla coda, diviene attributo della dea), in quello di Turno va ricercato come detto nella città di Ardea, il cui tempio più importante era dedicato proprio a Giunone Regina. Non siamo di fronte ad elucubrazioni moderne, ma ad associazioni e nessi tipicamente romani, vicini a livello di fonti letterarie al periodo della serie monetale in esame e sicuramente già propri della tradizione romana di periodo precedente. Probabilmente, nel caso di Argo/Turno, non si tratta di un fenomeno di associazione/sostituzione quanto di similitudine, Turno non è Argo, ma è come Argo, Enea non è Ermes, ma agisce come tale. Il quadro non è certo completo, ma in una simile ottica il simbolismo "dell'antica civiltà che soccombe alla nuova" appare più nitido e meglio inquadrato nei contesti romani dei miti di fondazione.5 punti
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Buongiorno a tutti, come potete leggere nella locandina avrò l'onore di essere tra i relatori di questo importante convegno per presentare il mio studio sulla monetazione di Faustina II. Un immenso grazie a Stefano e a tutti gli organizzatori. Alessio3 punti
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Filippo II, come i suoi predecessori, fu affetto dal famoso labbro all'Asburgo. Allo stesso modo anche Filippo III, IV e il povero Carlo II che per quanto riguarda i lineamenti fisici, fu' la caricatura vivente della propria dinastia. Vi lascio in allegato due foto che ho scattato io stesso alla collezione Kunsthistorisches Museum di Vienna. SI pensa sia il ritratto scultoreo piu' vicino ai veri lineamenti del re, scultore Pompeo Leoni circa 1533-1608.3 punti
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Questa è la mia, non mi ricordo se periziata BB/SPL o QSPL. Mi pare comunque la prima ? banconota bellissima, aspetto di trovare una 5 mila con ottimo rapporto qualità/prezzo per completare la serie Capranesi ?3 punti
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Buonasera a tutti, mi associo a questa discussione pubblicando le foto della mia Piastra 1834 che presenta la particolarità della E di REGNI che, per un probabile intasamento del conio, sembra una F. Stesso conio di quella già vista in questa discussione: https://www.lamoneta.it/topic/176217-120-grana-1834-variante-inedita/, incluse le quattro torrette al posto dei pallini nello stemma del Portogallo. Buona serata a tutti.3 punti
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è una tipica imitativa della seconda metà del V secolo, al dritto si vedono i laccetti del diadema TUTTAVIA il peso è certamente molto alto per questo genere di monete, e ho visto un numero significativo di falsi dalla Serbia anche per queste andrebbe vista in mano...per dire se sia buona o meno è certamente di area occidentale (italia, Spagna Africa)....se buona3 punti
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Buon giorno. Volevo segnalare il prossimo IV^ convegno filatelico-numismatico di Venezia-Mestre nel giorno 19 ottobre p.v. dalle ore 9.00 alle 18.00 nella consueta collocazione del Novotel di Mestre, immediatamente adiacente all'uscita Castellana della Tangenziale di Mestre. Rispetto alle scorse edizioni io, con gli altri organizzatori (Circolo Numismatico di Padova e Circolo Filatelico Numismatico di Noale), abbiamo voluto abbinare una sessione culturale-divulgativa, incentrata sulla numismatica e sulla cartamoneta, per quest'anno, e che vede la partecipazione anche di cattedratici universitari, oltre che di appassionati (tra cui l'amico Alessio Busseni) e commercianti. Non nascondo la mia soddisfazione nel vedere che tante persone hanno dato l'adesione a questa sessione. Io ci sto mettendo tanta passione, impegno, risorse, pur se nelle difficoltà, oggettive, di questo tipo di manifestazioni, che non sto qui ad evidenziare. La rinnovata speranza è che il pubblico, Voi tutti, diate incentivo alla manifestazione, con la vostra partecipata presenza. Io, al di là di qualsiasi commento che c'è stato, anche su questo forum, ho la ferma intenzione ad andare avanti, convinto che la numismatica, il collezionismo in generale sia soprattutto questo, condivisa partecipazione personale, conoscenza, contatti, frequentazione, scambi di opinioni. E, perché no, anche piacevole convivialità attorno ad una tavola. Allego a tal proposito locandina dell'evento. Buona giornata. Stefano Palma (alias Sivis) 4^ConvVE_LocandinaWEB72_190924R0.pdf2 punti
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Apro questa discussione per tentare, insieme ai volenterosi che vorranno cimentarsi in questa "impresa", di far luce su una serie di emissioni repubblicane il cui inquadramento risulta ad oggi fortemente dibattuto. Non parliamo tuttavia di un inquadramento cronologico ma piuttosto "politico" e la serie in esame è quella di L. Rubrius Dossenus, costituita da tre emissioni denariali, un quinario, due assi ed un quadrante. https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-G118 In questo caso la cronologia dell'emissione si pone in un periodo estremamente turbolento, ovvero gli anni che vedono continui ribaltamenti di fronte nella reggenza politica della Repubblica tra gli ottimati di Silla ed i popolari mariani e che rappresenta, in termini prettamente numismatici, un vero punto di rottura iconografico ove il monumentum gentilizio inizia a lasciare il posto a tematiche riguardanti degli eventi in corso. In merito alla serie in esame la vexata quaestio riguarda proprio la militanza politica del magistrato monetario, aspetto fondamentale per la comprensione del messaggio celato in questi ad oggi misteriosi tipi monetali. Premetto di non essere troppo ottimista circa l'esito positivo dell'indagine... le fonti dalle quali attingere sono numerose e la mia biblioteca non è sufficientemente fornita, ma unendo gli sforzi le possibilità di venirne a capo naturalmente aumentano. Partirei da una serie di considerazioni diciamo superficiali, quelle che arrivano da un primo sommario sguardo delle monete. Sui tre tipi denariali abbiamo un inequivocabile riferimento alla Triade Capitolina, soggetto non proprio tipico delle emissioni di matrice popolare, accompagnati al rovescio da tre carri trionfali (la presenza dell'attributo della medesima divinità del dritto farebbe propendere non ad un carro generico ma ad una tensa). Qui sorge il primo problema in quanto la famiglia del monetale è di origini plebee ed anche se lo specifico ramo dei Dosseni è noto solo grazie alla serie in esame, non parrebbe naturale associare il nostro magistrato alla fazione degli ottimati, considerando che nel medesimo periodo un Rubrius Varo viene inserito nelle liste di proscrizione dell'88 di Silla, insieme allo stesso Gaio Mario. Osservando invece il quinario ed i due assi emergono altri riferimenti simbolici, sicuramente meno diretti, che potrebbero però fornire altri elementi utili. Sul quinario abbiamo al dritto una testa di Nettuno accompagnata al rovescio da una Vittoria incedente verso un'ara inghirlandata, sulla quale vi è un serpente attorcigliato. La medesima ara appare sui due assi, in un caso al dritto tra i volti della testa gianiforme, nell'altro caso al rovescio. In questo secondo asse appare invece al dritto una testa bifronte argiforme, rappresentante un' insolita dicotomia Ercole Mercurio. L'analisi di tutti questi elementi non ha finora portato ad una lettura univoca e le opinioni risultano contrastanti. Chi inquadra le emissioni quale espressione degli ottimati vede in Rubrio Dosseno l'ultimo monetiere di questa fazione prima della presa di potere a Roma di Cinna, avvenuta sul finire dell'anno 87 a.C. a seguito della partenza di Silla impegnato nell'organizzazione della prima guerra mitridatica. Di questo avviso pare essere il Crawford, che ritiene totalmente errata l'interpretazione dei rovesci denariali che li vuole associati ai Ludi Circenses. Il riferimento alla Triade Capitolina invece a suo avviso ben si adatta alla situazione politica dell'87 ed alla lotta serrata contro Mario. Per quanto concerne il quinario l'associazione Nettuno e Vittoria rappresenterebbe un auspicio di vittoria sia in mare che in terra, mentre l'ara inghirlandata alluderebbe ad Esculapio ed alla pestilenza che flagellò nel medesimo anno l'esercito degli oppositori dei populares. Non solo il Crawford è di questo avviso, per chi volesse approfondire rimando a De Florio (https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/b534/b534.html) Non mancando tuttavia opinioni che associano il richiamo alla Triade Capitolina alla fazione dei popolari (Wolfgang Haase e Hildegard Temporini) ed in tale inquadramento viene presa in esame anche l'emissione più caratteristica dell'intera serie, l'asse con testa gianiforme di Ercole e Mercurio, banalmente spiegata dal Crawford quale semplice variazione stilistica. E' l'Anföldi a dedicare un approfondimento proprio su questo asse e sulla conseguente appartenenza al partito mariano di Rubrius Dossenus ("The Giant Argus and a Miracle of Apollo in the Coin-Propaganda of Cinna e Carbo", in In Memoriam Otto, Mainz 1976, pp. 115-119) Purtroppo non dispongo di queste pagine dell'Anföldi ma ho trovato dei riferimenti nel testo di Alberto Silvestri "Le Erme Bifronti di Aricia" (p.23). Si parla della contrapposizione di Argo bifronte a Giano sfruttata nella propaganda monetale dei partigiani di Mario, con lo scopo di "annunciare al mondo e soprattutto a Silla: noi abbiamo la flotta superiore, e stiamo vegliando infallibilmente sulle nostre coste e sui nostri porti". Al momento mi fermo qui perché la situazione si complica notevolmente. Esistono infatti tracce di una particolare iconografia italica di Argo Panoptes, il custode di Io ucciso da Ermes ed entrano in gioco fenomeni sincretici piuttosto complessi tra le figure di Argo ed Ermes, di Enea e Turno... mettendoci perché no in mezzo anche Evandro (figlio di Mercurio) e Pallante. Diciamo che sto radunando i pezzi di un puzzle...con la speranza di riuscire a metterlo insieme. Basandomi solo sul titolo dell'approfondimento dell'Anföldi leggo anche di un "Miracolo di Apollo" e qui brancolo quasi nel buio. Il riferimento potrebbe essere questo: Se qualcuno conosce altri "miracoli" di Apollo o può illuminarmi in altro modo gliene sarei infinitamente grato. Qualora il miracolo al quale si riferisce l'Anföldi fosse proprio questo l'ara inghirlandata che compare su questa serie potrebbe essere meglio vista con l'omphalos di Delfi e il tipo monetale potrebbe anch'esso essere visto come un auspicio di vittoria di fronte alla non certo totalmente neutralizzata minaccia gallica.2 punti
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ciao a tutti, ciao @Smoking Man! posto io per convenienza le tue foto: "potrebbe essere molto rara" è esatto: se raccogli e distruggi tutte le sorelline di questa moneta poi diventa rara e costosa. Così com'è vale il suo peso in argento. Servus, Njk2 punti
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Ciao @eliodoro, complimenti vivissimi per una moneta bellissima ed importantissima, nonostante gli evidenti segni lasciati dall'attacco del cancro del bronzo. Hai fatto più che bene, secondo me, a metterla in collezione: anzi, abbine particolare cura perché si tratta di un vero e proprio "monumento" della storia (non solo numismatica) napoletana! Dal punto di vista numismatico, questa moneta è stata trattata inizialmente da Arthur Sambon. Nel suo lavoro Le monete del Ducato napoletano, in RIN 1890, a p. 447, egli già datava queste emissioni tra il 661 ed il 662 e le collegava all'avvento di Costante II a Napoli per la sua guerra contro i Longobardi dell'Italia meridionale. Inoltre, metteva in relazione l'emissione di queste monete con l'ascesa, in quegli stessi anni, del primo duca bizantino di Napoli, Basilio, rimasto in carica fino al 666. In un secondo momento, nella sua celebre opera Recueil des monnaies médiévales du Sud de l'Italie avant la domination des Normands (Paris 1919), a p. 69 il Sambon affermava che i duchi di Napoli, ben presto abbandonati a loro stessi a causa della partenza dell'imperatore dalla città, conferirono a queste monete un carattere quasi autonomo, eliminando ogni traccia dell'eventuale legenda che recavano al D/ e che conteneva il nome imperiale. All'interno di questo libro, la tua moneta è descritta a p. 70, n° 161. Ti allego, per completezza, anche il disegno che vi appare. Le cose invece sembrano cambiare con gli studi più recenti. Philip Grierson, nel suo Catalogue of the Byzantine Coins in the Dumbarton Oaks Collection and in the Whittemore Collection, Vol. II, parte 2, Washington 1993 (seconda edizione, da ora in poi abbreviato in DOC II/2), a p. 500, n° 186.1 e 186.2, assegna a Costante II per la zecca di Napoli solamente i mezzi follis del tipo Pannuti-Riccio, p. 2, n° 2, dove l'imperatore è raffigurato con una lunga barba. Gli altri tipi, dove il ritratto imperiale è imberbe o ha solo qualche accenno di barba (tipo CNI XIX, tav. I, n° 2-3), sono invece assegnati a Costantino IV (668-685) e si trovano classificati in: DOC II/2, p. 563, n° 79 bis; Pannuti-Riccio, p. 2, n° 1 (che lo attribuisce erroneamente a Costante II) e Sear, p. 211, n° 1231 (che già nel 1974 lo dava correttamente a Costantino IV, seguendo ciò che veniva pubblicato nella prima edizione del DOC II/2 risalente al 1968). Di seguito, ti mostro l'immagine di un altro esemplare simile apparso presso CNG 84, lotto 1626: Quindi, la tua moneta andrebbe assegnata a Costantino IV e non a Costante II. Descrivendola (tra parentesi quadre inserisco le lettere che non si leggono sulla tua moneta, almeno stando alla foto che non è proprio messa a fuoco): D/ [C] O C - [O]. Bust facing, beardless, wearing chlamys and crown with cross. In right hand, globus cruciger. R/ XX. In exergue, N. I riferimenti bibliografici li trovi citati sopra. Spero di esserti stato d'aiuto e di aver fatto un po' di chiarezza in una monetazione che non è sempre facile da seguire ed analizzare.2 punti
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Ti ringrazio @tonycamp1978, ho provato a fare altre foto ma non so se sono più leggibili2 punti
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Del 1601 posto sul R/ ne segnala uno come variante inedita il Serafini nel vol. IV, al n. 411/298b. Ti allego immagine della pagina. Purtroppo l'illustrazione della moneta nella tav. indicata è poco leggibile.2 punti
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Ho dato un occhiata ai siti che nomini. Sono due Società private che usano un metodo di "grading" inventato da Sheldon, che era un numismatico. Non penso che abbiano problemi a fornire una conservazione a qualsiasi tipologia di moneta. Si fanno anche pagare bene, poi te le inseriscono negli "slab" cosicchè la tua bella moneta si trasforma in una figurina rara dei Pokemon. Nessuno la potrà mai più toccare, non potrai più vedere il contorno e sarà ( forse ) sempre uguale. L'unica avvertenza è quella di non metterla nel microonde, perchè la plastica si scioglie... Ciao2 punti
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Minuscola monetina d'oltre oceano di difficile reperibilità. 1902 Canada - Edoardo VII° - 10 Cents in argento .925 Moneta coniata dal 1902 al 1910. Per il 1902 ed il 1903 esistono due produzioni: la zecca reale di Londra (quella che presento) senza segno di zecca (1902 720.000 pezzi coniati - 1903 500.000 pezzi coniati) Le moneta prodotte a Birmingham (Heaton mint) presentano una H sotto i rami d'alloro (1902 1.100.000 pezzi coniati - 1903 1.320.000 pezzi coniati) Dal 1904 al 1910 sono state coniate senza segno di zecca (circa 15.000.000 di pezzi in totale) Allineamenti: 1902-1907: ↑↓ 1908-1910: ↑↑2 punti
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..... E il particolare che a me personalmente fa impazzire ? Qualcuno all'epoca avrà saggiato con i denti la Piastra... E gli si sono spezzati! Osservate dentro i segni Peso 26,30 grammi2 punti
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Buona Giornata, Con un amico, presso la sua Cantina, Cantina Montone, a Montoro (www.montoro.gov.it , https://it.wikipedia.org › wiki › Montoro_(Italia) ), in provincia di Avellino, sto cercando di organizzare una mostra a tema "Vino e Monete" e a tal fine vorrei sapere se c’è qualche Lamonetiano che ha la disponibilità di poter prestare monete inerenti a tale tema: con rappresentazioni di grappoli d’uva, di viti, di tralci, pampini, di Bacco, di Dionisio, di satiri, di sileni, di kantaros o otri, … Presso la Cantina Montone sono stati organizzati già altri eventi, come da allegato, e chissà che non si riesca ad organizzare anche questo. Cordiali Saluti e Buon Prosieguo About-cm_3 (1)_compressed.pdf1 punto
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Buongiorno a tutti, vi informo che ho pubblicato su academia.edu il libro che ho scritto sulla monetazione di Faustina II coniata a Roma, che mi è costato grandi impegno e fatica negli ultimi tre anni. Si tratta di uno studio storico/numismatico che analizza vari aspetti della monetazione dell'Augusta quali, ad esempio, la datazione delle monete attraverso l'esame dei ritratti e delle legende, le simbologie racchiuse nei diversi rovesci e la determinazione della sequenza dei figli. All'inizio del lavoro viene inoltre presentata una ricerca biografica che ho condotto su Faustina dove ho cercato di non tralasciare alcuna fonte come testi antichi ed iscrizioni. Il libro può essere scaricato dal mio profilo su academia.edu al seguente link: https://independent.academia.edu/ABusseni Chiunque decidesse di dare un'occhiata a questo lavoro ed eventualmente farmi conoscere le proprie impressioni mi renderà veramente felice. Grazie Alessio1 punto
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Molte sono le bizzarrie di personaggi di spicco in epoca medievale, una speciale menzione merita il signore di Milano Bernabò Visconti (1323 - 1385). Si racconta che avesse una passione forte per le donne in carne , e qui nulla di così bizzarro. Oltre a questa passione aveva l'abitudine di inventarsi metodi di tortura, il più particolare era quello di legare il prigioniero e di far cadere sulla sua fronte una goccia naturalmente sgorgante dal soffitto. Una sorta di tortura cinese. La goccia con il tempo avrebbe dovuto far uscire di testa e letteralmente scavare la testa del malcapitato. Insomma un personaggio davvero malefico anche in confronto ai potenti dell'epoca. La bizzarria più grande fu quella di ospitare all'interno del palazzo circa cinquemila cani. Ogni cane era dato alle cure di un suddito che doveva recarsi al palazzo ogni giorno. Se il cane veniva trovato sottopeso o malandato il suddito pagava con la vita. Il palazzo prese il nomignolo di Ca’ di Can ovvero "Casa dei Cani". Da questo parrebbe derivare l'espressione milanese alla "cà di can", ovvero "alla casa del cane" per indicare l'angoscia di recarsi dal signore in tali circostanze. Una errata traduzione sembrerebbe aver storpiato la frase in "alla ca**o di cane", significante "lavorare male, con nessun criterio". Il monumento equestre di Bernabò al Castello Sforzesco. Nonostante queste bizzarrie Bernabò Visconti è passato alla storia come un decisionista dal pugno di ferro che seppe tenere le redini di una delle Signorie più potenti della penisola. Ebbe la fortuna di avere a fianco una donna di carisma come Regina della Scala.1 punto
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Perché la discussione è stata chiusa? ____________________________________________________________________________________________________ Perchè nell'ultimo post non hai messo la foto. ____________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________ "Segni particolari: Nessuno" NESSUNO ?? ____________________________________________________________________________________________________ Meglio richiuderla.......... ____________________________________________________________________________________________________1 punto
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Questa è autentica 1902 Regno d'Italia - Vittorio Emanuele III° - 25 Centesimi in nickel1 punto
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Nell'album MONETA PATRIOTTICA 1848 - Repubblica di San Marco
La Cartamoneta Italiana - Crapanzano Giulianini - Vol. II Pag. 173 - Nº MP 6 Tiratura: n.d. (Non Comune) Emessa con decreto del Governo provvisorio del 17 Novembre 1848 dalla Banca Nazionale di Venezia© Collezione Gens Brassica
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Taglio: 2 euro Nazione: Italia Anno: 2019 Tiratura: ??? Conservazione: FDC Città: Manzolino (MO) Note: la cassiera l'ha presa direttamente da rotolino di zecca1 punto
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Beh, Alessio, Il piacere è tutto mio. Avendoti seguito nelle tue ricerche sulla monetazione di Faustina Minore in tutti questi anni, è il minimo che potessi fare.1 punto
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Mi unisco agli apprezzamenti di @Caio Ottavio sull'importante acquisizione, le monete del Ducato di Napoli sono piuttosto rare e difficili a trovarsi in commercio, al contempo sono pezzi fondamentali di una storia napoletana in gran parte sconosciuta o ignorata eppure di enorme estensione, praticamente dalla riconquista Giustinianea all'annessione nel Regno di Sicilia di Ruggero II, oltre seicento anni di storia di cui si sa molto poco e le cui monete sono tra le pochissime vestigia rimaste, dei piccoli preziosi monumenti... per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento a tutto tondo, dal punto di vista archeologico, storico, economico e numismatico suggerisco la seguente opera scaricabile qui: https://www.academia.edu/1372659/Naples_from_Roman_Town_to_City-State_an_archaeological_perspective1 punto
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E' stata una relazione molto interessante, come'era prevedibile dallo spessore del relatore. Dopo un'ampia inotroduzine storica, si è passato ad esaminare gli aspetti più tecnici della monetazine di Nemausus. Personalmente la qualificazione dei "coccodrilli" come dupondi invece che assi, a seguito delle spiegazioni fornite, mi è parsa convincente. In sintesi, il ragionamento parte dal fatto che tra la fine della repubblica e l'inzio dell'impero, causa anche il fatto che dai tempi di Silla non si era conita più moneta divisionale, c'era l'uso di spezzare i vecchi assi repubblicani, quelli più pesanti, in due. Si pensa che ciò fosse dovuto al fatto che i vecchi assi venissero considerati dupondi e quindi spezziandoli si creassero due assi. Analogamente fu fatto per i coccodrilli,che, guarda caso, hanno le effici di Agrippa e Augusto "nuca contro nuca" come le teste di Giano. Dopotutto credo fosse più utile creare degli assi che dei semissi in quel periodo. Il fatto che fossero di bronzo e non di oricalco, come gli assi repubblicani, tra l'altro, non credo debba sorprendere. La riforma di Augusto era ancora fresca e sicuramente c'era ancora una grande confusione per quanto riguardava la moneta divisionale.1 punto
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Buongiorno, premetto che in questa materia occorre molta pazienza e ricerca. Concordando con @Caio Ottavio, aggiungo che di un peso monetale pisano si parla in questa discussione che potrebbe essere interessante (credo che al rovescio anche il tuo peso sia punzonato con piccolo giglio e una foto potrebbe certamente essere utile). Vi si accenna ad un libro sui pesi monetali pisani (e qui potrebbe darci una mano il nostro @mistura che ne parla). Intanto mentre quello postato pesa 12 g. si discute anche di una "doppia di Pisa" del peso medio di 5-6 g. Ad abundantiam penso sia utile anche uno sguardo a questo peso da g. 26, che credo sia un probabile multiplo (e comunque potrebbe dare una verosimile idea del diritto del tuo peso nella sua interezza). E' stato venduto da Dea Moneta - Artemide Aste all'asta del 4-5- novembre 2017 e come quello di cui alla discussione di cui sopra, ha un piccolo giglio in punzone sul retro. Non posso dire altro di quell'asta se non postarne il link, in quanto pur essendo iscritto al sito non riesco ad entrarvi: Questo ho quanto ho saputo dire in una materia che non è la mia. Saluti HIRPINI1 punto
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Ciao @miza , nessun catalogo, questi falsi potrebbero esser stati prodotti anche molto prima, considerato che era conosciuta la laro rarità già dagli anni '20/'30. Quando ero ragazzino ne ho viste parecchie, ma avevo il catalogo Bobba del 1974, praticamente cominciai a capire che non si potevano trovare così facilmente per sole 100/200 lire monete che valevano parecchie centinaia di migliaia di lire anche in condizioni modeste. Mi ricordo che di questa monetina c'erano anche dei bei falsoni vicini al fdc, nel 1977 ho solo preso quella che sembrava più logora ed "invecchiata" sperando che fosse autentica... (spesi 500 lire se non ricordo male). In buona sostanza se ho messo quell'arco di tempo (60/70), è perchè ho pensato che quantomeno tutti questi falsi erano stati prodotti qualche anno prima del mio acquisto effettuato nel '77. Mi informai naturalmente, ed ho saputo che in ogni caso non sono dei falsi d'epoca, non furono prodotte nei primi anni del '900 per essere spacciate per buone per il valore di un centesimo, ma successivamente per frodare eventualmente ignari collezionisti.1 punto
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1902 Austria 1 Corona Imperatore Franz Joseph I (1848-1916) metallo: Argento, peso: 5 g. diametro 23 mm.1 punto
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Salve @Jonathan.Salice Si tratta di un soldino in mistura coniato a Genova durante il periodo dei Dogi Biennali (1528-1797), in particolare durante la seconda fase che va dal 1541 al 1637. Purtroppo la data è illegibile. Anche le sigle dello zecchiere al dritto sono di difficile lettura: si intravede solo parte dell'ultima lettera prima della crocetta. Potrebbe essere una C (MC) di Michele Cavo (1611-1612) oppure una V (IV) di Geronimo Viglevanus (dal 1583 al 1605). In entrambi i casi, si tratta di una moneta comune ed è messa davvero male.1 punto
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Buona giornata Non c'è molto da aggiungere alla disamina che hai fatto; complimenti. Questo mezzanino, con la tridimensionalità del Cristo, è effettivamente da considerarsi un "prototipo" coniato dalla zecca veneziana. E' un metodo rappresentativo che verrà sviluppato più in là nel tempo (con parsimonia) e che troveremo più diffusamente solo nelle oselle degli ultimi decenni. Personalmente non mi creerei grossi problemi se le interpunzioni sono differenti da quelle censite dal Papadopoli; è usuale trovare - ancora oggi - in tante monete veneziane, delle interpunzioni non codificate; sono delle belle scoperte per noi appassionati. Va anche tenuto conto che per le tante monete usurate arrivate fino a noi e che sono la gran parte, è difficile anche poter scoprire e determinare queste differenze; monete che hanno porzioni schiacciate, usurate, ribattute, con "salti di conio", ecc. impediscono questi controlli scrupolosi. Piuttosto, c'è un mio personale dubbio. E' mai possibile che due Massari, eletti nel medesimo mese ed anno, abbiano potuto adottare la medesima lettera identificativa su una moneta dello stesso tipo? Ciò contrasterebbe con la logica e la regola che le magistrature competenti avevano deciso di adottare affinché il Massaro responsabile fosse sempre indicato e riconosciuto. E' un aspetto che varrebbe la pena di approfondire. saluti luciano1 punto
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In quell'anno, tra Philadelphia e Denver furono coniati oltre 17 miliardi (MILIARDI, non milioni ) di centesimi, che qualche moneta possa essere uscita dalle zecche con difetti di conio, su una quantità del genere ci può anche stare. Ma per quanto riguarda le tue sarei propenso a condividere l'opinione di @nikita_ le loro condizioni sono la conseguenza di una lunga circolazione e/o di qualche cosa che non sapremo mai, ma successiva alla loro messa in circolazione. Peraltro, la loro conservazione li rende paradossalmente "rari", poiché, stando ai cataloghi, i centesimi del 1982 sono monete facilissime da trovare in alta o altissima conservazione. Insomma, più facile trovare un FDC che le tue petronius1 punto
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Complimenti a tutti. In tanti avete partecipato alla discussione postando le vostre belle piastre del 1834 e mi dispiace non aver potuto mettere il "mi piace" a tutti. Domani provvederò. Contribuisco anche io a questa bella discussione Piastra 1834 13 torrette1 punto
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Il primo (p. 31, foto 1) di 2,85 g.: Il secondo (p. 32, foto 2) di 3,02 g.: La provenienza di entrambi è indicata nell'articolo tramite un link, il che rende, al momento, per me scomodo tentare di risalire alla vendita in cui comparvero.1 punto
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Bentornato @Poemenius, è stata una lieta sorpresa ritrovarti, questa è un grande giornata! Arcangelo1 punto
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Gran bella domanda, @petronius arbiter, che stimola la curiosità e la voglia di fare qualche ricerca. Allora, come ben sai, il valore monetario dell'oro, fino al 1971, non aveva niente a che fare coi mercati, venendo fissato (in base a criteri che ancora non arrivo a capire, non essendo io un economista) in modo del tutto arbitrario. Ad esempio, leggi questa nota (che non mi ricordo più dove ho trovato): Il prezzo dell'oro è rimasto notevolmente stabile per lunghi periodi di tempo. Ad esempio, Isaac Newton, come maestro del Regno Unito Menta, ha fissato il prezzo dell'oro a L3.17s. 10d. per oncia troy nel 1717, e rimase effettivamente la stessa per due secoli, fino al 1914. L'unica eccezione è stato durante le guerre napoleoniche dal 1797 al 1821. Il prezzo ufficiale del governo USA oro ha cambiato solo quattro volte dal 1792 ad oggi. A partire da $ 19,75 per oncia troy, elevato a 20,67 $ nel 1834, e $ 35 in 1934. Nel 1972, il prezzo è stato portato a $ 38 e poi a $ 42,22 nel 1973. Un sistema di prezzi a due livelli è stato creato nel 1968, e il prezzo di mercato per l'oro è stato libero di fluttuare da allora. Dalla curva qui riportata (e dal dettaglio ingrandito), si può vedere come l'oro, nel 1928, fosse quotato a 20.67 $/oncia. Tramite le tabelle di rivalutazione gentilmente offerte dalla rete, si arriva a scoprire che, nel 1928, ci volevano ca. 19 Lire per fare un dollaro; a questo punto il conto è subito fatto: il 20 lire contenva 72.8 Lire di oro, il 100 lire conteneva 366 lire di oro. Se non ho sbagliato i conti, e se le informazioni fornite dalla rete sono veritiere, allora si può desumere che, nel 1928, l'IPZS d'allora aveva la mano più delicata di oggi nel fare la cresta. salve.1 punto
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Veramente interessante! Filippo II ha uno sguardo a dir poco magnetico in questa moneta. Francamente, con quella mandibola così prominente, ricorda molto il padre Carlo V. A dire il vero, non sapevo che anche lui presentasse il cosiddetto “mento asburgico”. Dai quadri si direbbe il contrario mentre in molte sue monete sembra mostrare i tipici segni del progenismo. Voi che ne pensate? Secondo voi qual è la rappresentazione più fedele?1 punto
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L' orecchio di Dio. Greek JUDAEA, Achaemenid Province (Yehud). Anonymous. Circa 375-332 BCE. AR Gerah – Twenty-fourth Shekel (6mm, 0.38 g). Ear (of God?) / Falcon upward, head right, wings spread; [YHD (in Phoenician) to right]. MCP dies O1/R2; Meshorer 18; Hendin 1061; HGC 10, 440; Bromberg–; Shoshana –; Sofaer –; Spaer –. Good VF, find patina. Very rare.1 punto
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Salve amici,vi faccio i complimenti per i bei pezzi mostrati. Condivido le mie due piastre del 1834, 12 torrette verticali e 13 torrette. Saluti1 punto
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Salve partecipo anche io condividendo le mie piastre del 1834 non in alta conservazione. piastra 1834 normale.1 punto
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Di storia bizantina non ne so niente, per cui, utilizzo questi meravigliosi scritti che ho ripreso integralmente. Pertanto, risulta accertato il passaggio di Costante II per Napoli e di emissioni a suo nome. La moneta che posto è reduce da un trattamento del cancro del bronzo, pertanto ha vissuto giorni migliori. D'altro canto è un R4 con al diritto busto frontale imberbe di Costante II; ed al rovescio grandi XX sopra una croce ed unite all'estremità, in esergo sigla della zecca Ne Non potevo non prenderla, credo. Sauti Eliodoro1 punto
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Non mi sembra che compaia alcunché di simile a Sisimio o a magistro. Al d\ leggo ΕΛΑ / ΦΡΟΝ (elafron, leggero), al r\ ΠΑ / ΛΑΙΟΝ? (palaion, antico) ??ΤΡΑΧΟΝ. Potrebbe quindi trattarsi di un peso monetale.1 punto
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La moneta dell'enigma è questa: Classical Numismatic Group, Electronic Auction 246, lot 85, 15/12/2010 CYCLADES, Anaphe. 3rd century BC. Æ (11mm, 1.47 g, 1h). Apollo standing facing, holding arrow and bow / Skyphos. SNG Copenhagen -; BMC -; Laffaille -; Weber -; McClean -; Winterthur -; Traité -; Hunter -; cf. Triton V, lot 390. Good Fine, green patina.1 punto
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