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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/08/19 in tutte le aree

  1. Buongiorno, non mi sembra che sia già stato segnalato. Il gabinetto numismatico di Berlino sta mettendo online la propria raccolta. Finora 36000 esemplari sono stati pubblicati, ciascuno con una scheda dettagliata e foto ad alta risoluzione. https://ikmk.smb.museum/home?lang=en Un’ottima iniziativa, che si spera sia seguita un giorno anche dai musei italiani. Buona domenica Appah
    5 punti
  2. Buongiorno a tutti i partecipanti, devo dire che falsa/autentica o autentica/falsa, questa discussione è stata quanto mai appassionante e l'ho seguita con attenzione e perché no, veramente con gusto. Anzi mi auguro che al di là dell'interesse precipuo che per noi è la moneta, possiamo incappare ancora in queste diatribe imprevedibili e diciamo così, fortunate. Ora non vorrei non dimenticare di non augurare una buona… insomma: auguro una buona domenica a @1412luigi, @littleEvil, @Tinia Numismatica, @Ross14, @Adelchi66, @Gallienus, @lorluke, @Agricola e @leop. E a tutti HIRPINI
    5 punti
  3. Buonasera a tutti, non avendo al momento (ma ne prenderò appena avrò occasione) monete del 1831, condivido qualche cenno storico recuperato sul web. Innanzitutto le monete che state postando sono quelle ad un anno esatto dell'ascesa al trono di Ferdinando II, il quale si trova a fare i conti con una situazione storica di tutto rispetto, sia nella nostra penisola e isole ma anche in Europa, ed allora i confini erano molto vicini per via degli intrecci parentali, come oggi siamo vicini per la velocità di internet e dei collegamenti logistici. Iniziamo con i moti del 1830-1831 per arrivare agli avvenimenti più vicini del 1831 che riguardano una decisione e un rifiuto presi da Ferdinando II. Moti del 1830-31 Esteso movimento rivoluzionario che, a differenza di quello del 1820-21, inferse un colpo significativo al sistema della Santa Alleanza, alterando in modo permanente il quadro politico e gli equilibri di potenza dell’Europa occidentale. L’evento più importante fu la rivoluzione parigina del luglio 1830, che causò il rovesciamento del regime reazionario di Carlo X, l’ascesa al trono di Luigi Filippo d’Orléans, proclamato «re dei francesi» con legittimazione popolare e non divina, l’adozione di una carta costituzionale che prevedeva un elettorato più ampio e un regime politico in cui erano meglio rappresentati la volontà politica dell’intellettualità liberale (Guizot, Constant, Thiers, Cousin) e gli interessi dell’aristocrazia imborghesita e dell’alta borghesia in forte ascesa. Il nuovo regime proclamò inoltre il principio del non intervento e quindi la messa in guardia dell’Austria dal ripetere l’esperienza repressiva del 1820-21. L’atteggiamento inglese, contrario a una guerra in Europa, rafforzò di fatto la posizione della Francia a condizione che questa non riproponesse un’egemonia di tipo napoleonico. L’Austria rimase quindi bloccata e in agosto la rivoluzione per l’indipendenza del Belgio cattolico, industriale, per lo più francofono, dall’Olanda calvinista, commerciale e agricola, di lingua di derivazione germanica, ebbe successo. Fu proclamata una monarchia costituzionale affidata a Leopoldo di Sassonia-Coburgo sotto il patrocinio franco-inglese. Nel novembre del 1830 la Polonia, costituita nel 1815 in regno unito alla Russia nella persona dello zar Alessandro I, insorse per la piena indipendenza. Agitazioni si ebbero anche in Germania, Spagna e Italia, mentre continuava l’estenuante lotta della Grecia per il conseguimento della piena indipendenza dalla Turchia, e dove il fronte della Santa Alleanza sembrava in difficoltà per la nascita di concorrenti interessi balcanici e orientali di Austria, Inghilterra, Russia. Nell’Italia centrale le organizzazioni carbonare guardarono con grandi speranze alla posizione assunta dal nuovo sovrano francese e dal suo primo governo. Nell’autunno del 1830 i preparativi di un’insurrezione costituzionale antiaustriaca si intensificarono a Modena sotto la guida di Ciro Menotti e dell’avvocato Enrico Misley, i quali avevano fatto balenare, peraltro senza successo, al duca Francesco IV l’ipotesi di un ingrandimento del suo Stato nelle Legazioni pontificie e forse anche in Lombardia, appoggiando l’insurrezione carbonara. Quando però il 4 febbraio il moto scoppiò a Bologna e a Parma, Francesco IV lo aveva già privato della sua guida politica più autorevole facendo arrestare a Modena Menotti. La sollevazione dilagò tuttavia ugualmente, fino a coinvolgere le Romagne, le Marche e l’Umbria e costituendo il governo delle Province Unite. Altri due governi provvisori furono costituiti a Parma e a Modena, abbandonata da Francesco IV a Mantova sotto la protezione austriaca. Metternich, compreso che una vittoria integrale della Santa Alleanza sui movimenti costituzionali e indipendentistici sarebbe stata impossibile, accettò il fatto compiuto franco-belga e si attestò su una linea di difesa a oltranza nello scacchiere italiano, lasciando alla Russia il compito di stroncare l’insurrezione polacca. Decise quindi l’intervento armato nell’Italia centrale e respinse le pressioni francesi anche a rischio di una guerra europea. D’altro canto, facendo leva anche su un fallito tentativo insurrezionale organizzato a Roma dai due fratelli Napoleone e Luigi Napoleone Bonaparte, il futuro Napoleone III, accorsi peraltro a Bologna appena scoppiato il moto, Metternich insinuò nel sovrano francese l’idea che i rivoluzionari dell’Italia centrale fossero in realtà bonapartisti. La vita politica francese veniva d’altronde prendendo una piega moderata, per cui alla fine il governo francese abbandonò i governi provvisori italiani al loro destino. I ducati di Modena e Reggio furono occupati dagli austriaci negli stessi giorni di marzo del 1831 in cui in Francia si costituiva il nuovo governo del moderato Periér. Si misurò a quel punto anche tutta la mancanza di una guida politica all’altezza della situazione nel governo delle Province Unite, che non si impegnò minimamente in difesa dei governi dei ducati, pensando che l’Austria non avrebbe represso la rivoluzione nello Stato pontificio. Gli austriaci invece travolsero qualunque resistenza e ristabilirono il governo pontificio, tornando a occupare Bologna dal 1832 al 1838 per proteggere la popolazione dalle violenze delle milizie del restaurato governo pontificio. La Francia rispose con l’occupazione di Ancona. I moti del 1831 in Italia si conclusero quindi con un nulla di fatto e dimostrarono che la strategia delle società segrete aveva fatto il suo tempo. Chiarirono però definitivamente che il maggior ostacolo sulla strada dell’indipendenza e della libertà nella penisola era il governo austriaco, ma che per combatterlo i localismi e i municipalismi dovevano esser messi a tacere. Diverso invece il discorso per quel che riguarda il resto d’Europa. Se l’insurrezione polacca fu duramente repressa, la Grecia ottenne nel 1832 la sua indipendenza e in Europa occidentale, oltre al Belgio, anche la Spagna e il Portogallo videro in quegli anni la nascita di regimi liberali. Inoltre la Francia e l’Inghilterra avevano preso le distanze dal sistema metternichiano, anche se guardandosi reciprocamente con sospetto. Ferdinando II, non eccessivamente colto, ma intelligente ed abile a sbrigare gli affari di stato questo “re Lazzarone”, come fu battezzato dal popolo, fece ben sperare. Si fece fama di liberale e cominciò a identificare la figura ideale del “sovrano italiano” facendo schiumare di rabbia e di gelosia Carlo Alberto che si riteneva il più indicato alla bisogna. Il Congresso liberale riunitosi a Bologna nel 1831 gli offrì la corona d’Italia, ma il re, mostrando in quell’occasione una forte miopia politica ed una profonda sudditanza psicologica per la Chiesa, tale e quale come l’Italia di oggi, pago che il regno fosse fra “l’acqua salata e l’acqua santa”, rifiutò l’offerta. Per Ferdinando il suo regno era quello ricevuto dal padre. Sua missione era sanarlo e di garantirne l’indipendenza, mostrando più volte la sua insofferenza ai suggerimenti ed alle interferenze esterne, irridendo e destreggiandosi arditamente sia da Metternich sia da Luigi Filippo che dagli Inglesi. Inoltre ostava al disegno dei liberali l’estrema posizione periferica di Napoli e la sua particolare situazione etnico-sociale. Il sovrano napoletano non si illudeva di riuscire laddove Murat era miseramente fallito. Suo immediato e per allora unico scopo era quello di sanare il regno della cui situazione si era fatta un’idea personale dopo il ricordato viaggio compiuto in incognito ed in quest’opera profuse le sue migliori energie. Saluti Alberto
    4 punti
  4. Vorrei offrire un mio contributo a @Agricola e @1412luigi. Non sono un granché come numismatico e non so esprimermi sull'autenticità della moneta, ma con la lingua italiana mi guadagno da vivere da un bel po' di anni. Nella frase "Non può che non essere autentica" non è affatto vero che i due "non" si annullano, perché c'è quel CHE di mezzo. Si annullerebbero se la frase fosse "Non può non essere autentica", ma "Non può CHE non essere autentica" sta a significare "DEVE non essere autentica". Capite forse meglio la differenza se semplifichiamo la frase: "essere non autentica" significa "essere falsa"; pertanto, se io dico (come ha fatto Agricola) "non può CHE essere falsa" è chiaro a tutti che il significato è che la moneta DEVE essere falsa. Se invece togliamo il "che", la frase "non può essere falsa" va a significare l'esatto contrario, ossia che la moneta è necessariamente autentica. Spero che ora l'errore alla base del fraintendimento sia chiaro a tutti, e sono davvero lieto dell'occasione offerta da questa discussione per far capire quanto utilizzare correttamente la lingua italiana - che come s'è visto è tutt'altro che scontato anche per un madrelingua - possa essere di grande importanza per comprendersi l'un l'altro: in questo caso c'era in ballo il giudizio sull'autenticità della moneta, che suonava come una condanna quando voleva dire tutt'altro.
    4 punti
  5. io non sono un numismatico non mi importa che siano rare non mi importa che abbiano storia non mi importa che siano perfette non mi importa che siano preziose non mi importa che siano desiderate non mi importa che siano costose mi importa solo che siano belle
    3 punti
  6. Grazie Alberto per aver integrato la discussione con cenni storici. @borbonik, inizio io nel condividere i grandi nominali in rame. 294 - 10 Tornesi 1831 Simbolo stella a 5 punte e taglio liscio. Riferimenti: D'Incerti 293 Pagani 324 Magliocca 665 ( il mio differisce per le lettere grandi in legenda al dritto). Peso 28,67 grammi
    3 punti
  7. 50 Lire "Aratrice" Zecca: Roma Metallo: Au .900 Peso: 16,13 grammi Diametro: 28 mm Dritto : Busto del re in uniforme a sinistra Rovescio: Figura allegorica simboleggiante l'Italia raffigurata come un'aratrice recante un fascio di spighe nella mano sinistra e con la mano destra poggiata su di un aratro. Tiratura: 11.230 pz
    3 punti
  8. Buonasera, non Vi nascondo che adoro il rame di Ferdinando IV. Oggi come ogni domenica faccio prendere un po' d'aria alle mie monetine e ne approfitto per i miei soliti confronti e studio. Oggi vi presento i miei due 9 Cavalli 1788 Ferdinando IV. Magliocca 322 R2. Ho notato tra il primo e il secondo esemplare delle differenze, il più chiaro è di modulo leggermente più grande, purtroppo non ho un calibro a portata di mano. Ma si vede ad occhio nudo la differenza, inoltre l'attaccatura della leggenda mi sembra leggermente differente. E poi la S del secondo esemplare è diversa dal primo. Ipotizzerei addirittura differenti Busti. Aspetto vostro parere. Saluti Alberto
    2 punti
  9. Discussione che non può che essere carina...! Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  10. ....questo è "tosto" .... nel senso alquanto Raro..... un'amico che ha letto mi ha detto di postarlo.
    2 punti
  11. DE GREGE EPICURI Come CCNM abbiamo chiesto ad Incuso che si raccolgano risposte per tutto il mese di dicembre; noi stiamo raccogliendo risposte cartacee da persona che non usano la rete, poi le "riversiamo" nel formato on-line; cesseremo il 31.12.
    2 punti
  12. Ciao @Zenzero https://manfacedbulls.wordpress.com/neapolis-part-ii/ la n. 244 Saluti Eliodoro
    2 punti
  13. Ti ringrazio per lo scambio di opinioni. E' stato un piacere. Concludo la mia con un aforisma che mi sembra adatto a questa discussione: "Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre." (Platone)
    2 punti
  14. Duca: Non valgono niente. Al massimo ci puoi prendere il carrello del supermercato.... ...e con il sistema suggerito da Duca.... aspettando il vecchietto giusto, senza carrello, ci puoi fare 1 o 2 euro?
    2 punti
  15. Ciao, semplicissimo: anche se può sembrare strano e molti ancora stentano a crederci, circolava all'epoca una quantità incredibile di 10 lire false. Ricordo che mi facevo dare dai portinai le 10 lire che allora si usavano per gli ascensori, in cambio di 500 o 1000 lire cartacee e un caffè, poi a casa era un grande divertimento scegliere le false: su 500 lire almeno due o tre arricchivano ogni volta la mia collezione. Ormai le riconoscevo a vista, ma la prova fondamentale era verificare gli assi, il 99% li presenta fuori squadro. Ne raccolsi in tutto 310 cercando inutilmente di capire chi e perché le mettesse in circolazione. Ho saputo solo che le "zecche" erano quelle di Napoli e di Palermo. Ho anche cercato di dividerle per tipologia e se vuoi puoi cercare su questo Forum diverse discussioni in merito. Te ne posto una soltanto delle mie, una di fattura assai grossolana, a confronto con una autentica con lo stesso millesimo 1955: Falsa e autentica 1955 Falsa e autentica 1955 Buona domenica. Angulus ridet. HIRPINI
    2 punti
  16. Colombia: 1912 1-peso p/m ("paper money") ' v.
    2 punti
  17. @eliodoro per Ladislao vi é la variante con AAQL e non LAAQ. Eccola qui, sempre un bell'R3.
    2 punti
  18. Cari amici, capisco che la frase sia cervellotica, ma bisogna ripassare un po' l'italiano. Nella frase "Non può che non essere autentica", "Non può che" significa "Deve". Ergo la frase significa "La moneta deve essere non autentica", ossia "La moneta deve essere falsa". Quindi era corretta la prima interpretazione.
    2 punti
  19. Buonasera Amici,grazie per aver condiviso le vostre magnifiche piastre. Continuo la discussione con la mezza piastra: Magliocca 570 R3 Peso 13,7 gr Taglio inciso al dritto
    2 punti
  20. Ciao Dabbene (Mario). Leggendo e prendendo spunto dal tuo ultimo post e contando sulla tua comprensione, voglio andare ancora una volta fuori tema. Frequento altri forum online (principalmente di fotografia che è la mia più grande passione da sempre e dove ritengo di essere, senza falsa modestia, più che un appassionato, direi un buon conoscitore della materia, sia in campo tecnico che espressivo). Sai cosa mi colpisce spesso delle discussioni che vi si intavolano in quelle sedi? La poca empatia che si instaura tra chi è agli inizi della sua esperienza (che magari vorrebbe tramutare in passione) e chi si ritiene ormai un professionista arrivato (magari solo perché ha visto pubblicato un suo scatto in una rivista minore o ha stampato un libro fotografico a proprie spese). Mi intristisco quando leggo di persone che vorrebbero avvicinarsi all'arte fotografica, le quali pubblicano una delle loro prime foto carichi di aspettative chiedendo pareri o consigli ed invece vengono immediatamente stroncate dagli pseudo-professionisti con recensioni al limite dell'offensivo. Frequento questo interessantissimo forum da poco meno di un anno ed all'inizio ho avuto un misunderstanding (poi chiarito). La mia età e le mie esperienze mi hanno permesso di superare il momento e di andare avanti; se ce ne fosse bisogno, mi scuso ancora per l'enfasi utilizzata in quei frangenti. Spesso noto (magari è solo una mia impressione!), anche qui, delle risposte a domande (forse un pò ingenue e per questo mal poste) che, a mio parere, invece di avvicinare le persone a questa grande passione che è la numismatica (e non si tratta solo di collezionare monete, ma di storia, di arte, di passione e tanto altro!) le allontaneranno definitivamente. Ecco, secondo me bisognerebbe anche partire da qui: da parte di chi è esperto della materia cercare di incuriosire il novizio, magari coccolarlo, informarlo e, se serve, anche criticarlo costruttivamente, consigliarlo, indirizzarlo. Ti auguro buone feste e scusa la prolissità. Giovanni
    2 punti
  21. È Crispina (l'acconciatura non mente) ed è autentica. Ora sono fuori e non riesco a catalogarla
    2 punti
  22. Taglio: 2 euro Taglio: 2 euro Nazione: San Marino Anno: 2013 Tiratura: 572.624 Condizioni: MB Città: Lugo (Ra)
    2 punti
  23. Buongiorno sto effettuando una ricerca di archivio sulla costruzione della Chiesa Collegiata di S. Andrea nel comune di Vallerano, provincia di Viterbo. Vallerano nel XVII secolo faceva parte del Ducato di Castro e Contea di Ronciglione, sotto il dominio dei Farnese. Agli inizi del '700, i territori furono nuovamente sotto la diretta giurisdizione dello Stato Pontificio, in cambio dell'azzeramento dei debiti della famiglia Farnese. Nel 1742, la Reverenda Camera Apostolica, l'organo finanziario dello Stato Pontificio, intraprende la costruzione della nuova Chiesa di S. Andrea, stanziando cospicui fondi in scudi romani. L'acquisto delle case da demolire per la costruzione della nuova Chiesa fu affidato all'Arciprete Giovanni Antonio Rossetti, a cui furono dati all'inizio 900 scudi romani. Nei documenti di acquisto delle case, la valutazione delle stesse è riportata in scudi , ma il pagamento avviene spesso in "giglietti aurei e grossi d'argento". Ora non ho trovato in nessuna parte una indicazione relativa ai giglietti come moneta, ma guardando le monete battute dall'ex Ducato di Castro ho visto che per un certo periodo di tempo era stato coniato e battuto un ducato d'oro che su una faccia riportava quattro piccoli gigli. Non ho idea per quanto tempo questa moneta avesse corso. E' pensabile che circolasse ancora nel 1742, ammesso che la mia ipotesi di identificarla con il giglietto sia corretta? Grazie dell'aiuto Maurizio
    1 punto
  24. Ciao..Su questi siti se ne vedono di cotte e di crude... Propongono anche monete da 2€, "pompandole" a valori e prezzi INESISTENTI.. Percio occhio...
    1 punto
  25. 1 punto
  26. Pazienza! Perso un punto dall'inter e prese tre scoppole a Roma! Dal punto di vista della classifica poteva andar peggio... a meno 2 dalla prima in classifica. Non si fanno i calcoli ora, troppo presto.
    1 punto
  27. @Gallienus, esatto, ripassare l'italiano come mi dicevi, una lingua davvero difficile tanto da esserlo anche per noi stessi italiani. Io personalmente ho forzato tout court la "traduzione" a favore di un giudizio di autenticità impropriamente espresso da @Agricola, avendo compreso - ma era fin troppo chiaro anche valutando la qualità della moneta per la quale sarebbe stato semplicemente assurdo affermare la falsità - quello che nel mestiere che praticavo, e concludo, chiamavamo l' "elemento psicologico".
    1 punto
  28. Buongiorno e buona domenica, oggi ho scelto dalla Collezione Litra68 una monetina molto consumata ma piena di Storia, sono tanti anni che è con me, ma solo ora ho compreso di cosa si tratta, anche e soprattutto grazie al Forum. Napoli. Ferdinando il Cattolico (1504-1516). Sestino. MIR 120. P.R. 7. AE. g. 2.19 Riporto delle note bibliografiche di Ferdinando D'Aragona detto il Cattolico e poiché mi è difficile stabilire con precisione in quale anno sia stato emesso, riporto gli avvenimenti relativi al 1516 che è l'anno di morte di Ferdinando. Le note biografiche sono fonte Enciclopedia Treccani, il resto tutto Wikipedia. Ferdinando il Cattolico (sp. Fernando el Católico) II (V) re d'Aragona (III di Napoli, II di Sicilia): l'ordine tradizionale (V) si riferisce alla serie di Castiglia e León. - Figlio (Sos, Aragona, 1452 - Madrigalejo 1516) di Giovanni II d'Aragona e di Giovanna Henríquez. Promosse una politica di espansione nel Mediterraneo e particolarmente in Italia e fu l'animatore delle coalizioni di Stati europei (1494-95) tese a impedire che la penisola gravitasse nell'orbita francese. Con la Francia si accordò comunque in diversi momenti (ad es. trattato di Granada, 1500). Dispose di collaboratori di prim'ordine, quali Gonzalo Fernández de Córdoba (detto il Gran Capitano), e fu senza dubbio il massimo uomo politico del suo tempo per abilità tattica e ampiezza di vedute. Sotto di lui la Spagna, che intanto si arricchiva dei domini transoceanici, giunse alla sua massima potenza. VITA E ATTIVITÀ Per la morte di Carlo di Viana, figlio di primo letto di Giovanni II, divenuto nel 1461 principe ereditario, nel 1468 fu nominato re di Sicilia e coreggente; nel 1469 sposò Isabella erede del trono di Castiglia. Alla morte di Enrico IV di Castiglia fratello di Isabella (1474), F. dovette difendere i diritti della moglie contro Alfonso IV di Portogallo, fautore di Giovanna la Beltraneja, figlia discussa di Enrico IV; la lotta finì con la vittoria di Isabella (pace di Alcoçobes, 4 sett. 1479). In quello stesso anno F. successe sul trono d'Aragona. Concluse felicemente la lunga lotta contro l'ultimo centro arabo della penisola iberica, il regno di Granada (1481-92). Intanto, spingendosi verso la Navarra, impose a quel regno il protettorato spagnolo (trattati di Tudela, 1476; di Granada, 1492), e infine, nel 1512, approfittando della lotta europea contro Luigi XII re di Francia, s'impadronì, con un fortunato colpo di mano, della Navarra spagnola. Se le campagne del Nord-Africa, che culminarono nella conquista di Orano (1509), Bugia (1510), Tripoli (1511), furono opera essenzialmente del card. Fr. Jiménez de Cisneros e dell'ambiente "castigliano", sua e tipicamente aragonese fu l'attività espansiva nel Mediterraneo e particolarmente in Italia. Fu l'anima dei movimenti antifrancesi (1494-95) e fu il promotore della lega del 1495. Accordatosi momentaneamente con Luigi XII di Francia (trattato di Granada, 1500), approfittò di ciò per insediarsi nell'Italia meridionale e per rivolgersi subito dopo contro l'alleato di venendo così unico padrone del Regno di Napoli (1502-04). Alla morte di Ferdinando il Cattolico la contrastata successione al trono del nipote Carlo fu accompagnata in Sicilia (e altrove nei regni iberici) da un'ondata di malessere che sfociò in una complessa trama di congiure e rivolte che interessarono il panorama politico siciliano in particolare negli anni compresi tra il 1516 e il 1523. Cosa succede in Sicilia La rivolta nei centri demaniali e feudali. Nel 1516, alla morte di Ferdinando, l’isola è percorsa da un capo all’altro da comitive di cavalieri in armi al comando dei maggiori feudatari, da un lato i Cardona, Santapau, Ventimiglia e i loro accoliti; dall’altra i vari rami dei Moncada e i Luna. Le diverse fazioni si affrontano more bellico in ogni città del Regno o in piccole battaglie campali di cavalieri e fanti, con armi da fuoco e cannoni. L’elenco dei baroni coinvolti in fatti di sangue si sovrappone quasi del tutto all’elenco dei titolari di benefici feudali e cavallereschi. In ogni parte dell’isola si regolavano i conti per la conquista del governo locale con vere e proprie battaglie. Gli argomenti sollevati dagli aristocratici palermitani avevano avuto larga eco non solo nella capitale ma anche negli altri centri demaniali e in quelli feudali. Dopo l'esplosione della rivolta palermitana, infatti, i baroni ribelli avevano intrapreso un viaggio per le tre valli del Regno per presentare il loro programma nelle città demaniali e baronali e cercare adesioni e consenso. Nei centri demaniali il ricordo dell'antica autonomia si era legato a esigenze più prosaiche: gruppi da anni in lotta per il controllo delle cariche amministrative intuirono che la rivolta appena scoppiata nella capitale rappresentava un'occasione per rimescolare le carte e ridare voce a chi era rimasto escluso dalla sfera del potere. Legarsi ad una delle due fazioni in lotta nella capitale divenne per le città siciliane l'unico modo per far sentire la propria voce a Corte. Altri Avvenimenti del 1516 18 agosto - Concordato di Bologna tra papa Leone X e il rappresentante del re di Francia (Antonio Duprat): il papa rinunciava ai territori di Parma e Piacenza, ma otteneva la revoca, da parte di re Francesco I, della Prammatica Sanzione di Bourges. Ad Augusta (Germania) viene fondato il quartiere Fuggerei. Lo spagnolo Díaz de Solís esplora l'Uruguay. Trattato di Noyon (Milano alla Francia, Napoli alla Spagna). Leone X è ricevuto a Palazzo Venturi Ginori dai nipoti di Bernardo Rucellai. Carlo I diventa re di Spagna. In Sicilia, alla morte di Ferdinando il Cattolico, scoppia una rivolta che coinvolge i feudatari, il patriziato urbano e i ceti popolari dei maggiori centri urbani dell'isola. 26 novembre - Trattato di Friburgo fra Francia e Svizzera: la Lombardia passa sotto il dominio transalpino, gli elvetici rinunciano per sempre ai loro progetti espansionistici sulla Pianura Padana, e viene tracciato il tratto varesotto e comasco del confine italo-svizzero ancora oggi in vigore. Tommaso Moro pubblica la sua opera più celebre, L'Utopia. Erasmo da Rotterdam pubblica a Basilea l'edizione critica del testo greco del Nuovo Testamento. Asola è assediata dalle truppe dell'Imperatore Massimiliano I. Sorge a Venezia il primo ghetto. Pubblicazione dell'opera Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Saluti Alberto
    1 punto
  29. Buongiorno e Buona domenica a tutti, Rocco (credo saranno tutti d'accordo con me) tu non disturbi mai, è sempre un piacere lustrarsi gli occhi con le tue monete. In attesa di nuove più belle. Saluti Alberto
    1 punto
  30. Condivido parola per parola quanto scrive Hirpini! Questa discussione mi è piaciuta un sacco!
    1 punto
  31. In pratica con il tempo vogliono ridurre sempre più la moneta circolante
    1 punto
  32. Giro questa email anche se in inglese Mint of Finland Announcement regarding Finnish euro coins Dear customer, Mint of Finland has won the Ministry of Finance’s public tender for the production of Finnish circulation euro coins, including €2 special coins. The contract period is from 1 June 2019 to 31 December 2022, and includes an option for two-year extension. This agreement does not include the sale of coin sets and €2 special coins. The Ministry of Finance’s tender for the sale and marketing of Finnish commemorative coins, coin sets and €2 special coins was won by Oy Nordic Moneta Ab. The contract between the Ministry of Finance and Nordic Moneta runs from 1 December 2019 to 31 December 2022, and includes an option for two one-year extensions. Their agreement also includes the production of Finnish commemorative coins. Finnish euro commemorative coins and €2 special coins minted before 2019 may still be bought from Mint of Finland’s webshop and from retailers. According to information we have received from the Ministry of Finance, the €2 special coin for 2019 is not available for sale to collectors until further notice. The Ministry of Finance will announce separately whether or not other collector coin products, such as the Constitution Act of Finland 1919 special coin will be made available for sale this year. In questions concerning the sale and issue of new Finnish special coins, we kindly ask you to contact the Ministry of Finance direct at [email protected] Mint of Finland will continue to pursue its chosen strategy of focusing on international central bank customers. In 2018, exports of circulation coins and blanks accounted for 93% of the company’s revenue. Mint of Finland considers it important to overhaul the Finnish commemorative coin institution with a view to preserving the vitality of the commemorative coin business.
    1 punto
  33. questo fu il suo esatto ed unico messaggio: #2 Inviato 12 Novembre Perché non le fotografi con le immagini dritte anziché di lato ? Comunque non puo' che non essere autentica .
    1 punto
  34. Qui di seguito trovi riferimenti e tipologie dei denari di Provins; ovviamente la classificazione definitiva è in funzione di diametro e peso (da tenere in considerazione il fatto che la tua moneta è frammentata) http://www.lesmonnaieschampenoises.fr/provins.htm e qui quelle per Henri I http://www.lesmonnaieschampenoises.fr/provins/henri1.htm ciao Mario
    1 punto
  35. Dalle foto sembra avere una bella patina.
    1 punto
  36. Numismatica d'elite ...
    1 punto
  37. Io sono andato a vederla su Wikipedia..ero troppo curioso..
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  38. Buonasera a tutti, difficile per me stare lontano da questa discussione, che amo molto. Questa sera vi presento il mio Grano Cavalli millesimo 1791 sigle A P. Come al solito riporto avvenimenti del millesimo, per l'Italia riporto la scoperta del Galvani in merito ai suoi studi sull' elettricita' animale. Poi interessanti note sulla rivoluzione Haitiana, l'insurrezione degli schiavi, la Costituzione Francese e riferimenti ai diritti dell'uomo, la famosa battaglia del Wabash negli Stati Uniti d'America. Ma per prima cosa voglio riportare stavolta le poche ma veramente interessanti (direi anche particolari) notizie riguardo proprio al Planelli che nel 1791 era a pieno regime nella zecca di Napoli (chiusa la parentesi del 1790 del passaggio di consegne dalla Regia Corte). Tutte le notizie sono fonte Wikipedia. Antonio Planelli (Bitonto, 1737 – Napoli, 1803) è stato un musicista e musicologo italiano. Studiò ad Altamura e successivamente si trasferì a Napoli, dove fu ammesso alla scuola di Giuseppe Vairo. Nel 1790 fu nominato da Ferdinando IV di Napoli "Maestro della Zecca". Planelli studiò presso l'Università di Altamura e, dopo la morte dei genitori nel 1775, presso l'Abbazia di Montecassino, dove prese gli ordini sacri. Trasferitosi a Napoli, fu ammesso alla scuola di Giuseppe Vairo, dove si perfezionò in fisica e metallurgia. Divenne in seguito titolare del priorato di Barletta, cavaliere dell'Ordine Gerosolimitano e nel 1790 entrò nell'amministrazione statale. Ferdinando IV lo nominò infatti maestro della zecca ed ebbe il compito di riordinare il Museo Mineralogico di Napoli. Ha scritto "Riflessioni sulla poesia", pubblicate in appendice alla traduzione italiana dei Principi elementari delle belle lettere di J.H.S. Formey (Napoli, 1767). Nel 1770 scrive "Dell'opera in musica", importante opera teorica che analizza il rapporto tra testo e musica nell'opera. Di Planelli si conoscono anche alcune composizioni orchestrali. Galvani Gli studi per i quali Galvani è maggiormente ricordato riguardano la cosiddetta elettricità animale. Gli anni ottanta furono cruciali per la sua attività scientifica: nel triennio 1780-1783 Galvani passava oltre sedici giorni al mese rinchiuso nel suo laboratorio, circondato da assistenti e personaggi autorevoli, come Francesco Sacchetti e Sebastiano Canterzani, e affiancato dalla moglie Lucia (alcuni attribuiscono a lei la scoperta del movimento nelle gambe delle rane). La scelta della rana come cavia per gli esperimenti scientifici non deve stupire: questa era, infatti, un animale comunemente usato in laboratorio, anche da scienziati illustri di poco precedenti come Marcello Malpighi. Le notizie riguardanti i dettagli dell'esperimento vengono fornite da Galvani stesso, che nel 1791 pubblicò il De viribus electricitatis in motu musculari, un opuscolo in cui erano illustrati tutti i processi che portarono alla scoperta dell'elettricità animale. La Costituzione francese del 1791 è la carta costituzionale approvata il 3 settembre 1791[1] in ottemperanza a quanto previsto dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789. Tuttavia è importante sottolineare che l'uguaglianza espressa formalmente dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino non fu pienamente formalizzata né all'interno della Costituzione né all'interno della Dichiarazione dei diritti (in particolar modo per ciò che riguarda i diritti della donna e quello di voto). L'art. 6 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino riconosceva a «tutti i cittadini» il diritto di partecipare «direttamente o tramite i loro rappresentanti alla sua [della legge] formazione»; ma secondo la carta del 1791 i "cittadini", sulla base del loro censo, venivano distinti in "attivi" e "passivi": questi ultimi, meno abbienti, non avevano diritto di voto. Bois Caïman (in haitiano: Bwa Kayiman) è il sito di una cerimonia voodoo nella quale ebbe inizio l'insurrezione di schiavi che provocò poi la Rivoluzione haitiana. La notte del 14 agosto 1791, diversi schiavi delle piantagioni vicine al sito, si erano riuniti in loco per presenziare ad una cerimonia religiosa tra i boschi di Le Cap nella colonia francese di Saint-Domingue. Presieduta da Dutty Boukman, un capo schiavo e sacerdote voodoo, la cerimonia era sia un rituale religioso che un incontro strategico dei cospiratori che avevano pianificato una rivolta contro i proprietari bianchi delle piantagioni della colonia. La preghiera recitata da Dutty Boukman quella notte fu la seguente: Buon Signore che ogni giorno fai risplendere su di noi il sole, lo fai sorgere dal mare, che fai ruggire le tempeste; e governi i tuoni, Signore che ti nascondi in cielo e da li ci guardi. Il Signore vede ciò che i bianchi hanno fatto. Il loro dio ha comandato questi crimini, ma i nostri ci hanno dato benedizioni. Il Buon Dio ordina vendetta. Egli darà forza e potenza alle nostre braccia e coraggio ai nostri cuori. Egli ci sosterrà. Abbattiamo le immagini del dio dei bianchi, perché è lui che fa scendere le lacrime dai nostri occhi. Per la libertà che risuona ora nei nostri cuori. Nei giorni successivi, l'intera regione delle pianure del nord era infiammata dalla rivolta dal momento che i rivoluzionari condussero atti di violenza contro coloro che li avevano schiavizzati. La cerimonia venne riportata per la prima volta da Antoine Dalmas nella sua "Storia della Rivoluzione di Saint-Domingue" del 1814.[1] La cerimonia è considerata l'atto ufficiale d'inizio della rivoluzione haitiana. Lo stesso Dalmas riporta a tal proposito[2]: Un uomo di nome Boukman, con un altro houngan, organizzarono per il 14 agosto 1791, un incontro tra gli schiavi nelle montagne a nord. Questo incontro aveva la forma di una cerimonia voodoo e si svolse al Bois Caïman nella parte settentrionale dei monti dell'isola. Pioveva ed il cielo era zeppo di nuvole; gli schiavi iniziarono ad esprimere il loro risentimento per le loro condizioni. Una donna iniziò a danzare contorcendosi tra la folla, presa da uno spirito. Con un coltello tra le mani, recise la gola di un maiale e ne distribuì il sangue a tutti i partecipanti all'incontro che giurarono di uccidere tutti i bianchi dell'isola. Malgrado i fatti riportati e la drammatizzazione della cerimonia nei secoli, l'elemento del sacrificio di un maiale creolo a Ezili Dantor da parte della mambo Cécile Fatiman ed il patto sottoscritto con questo atto sono elementi sempre ricorrenti in tutte le versioni. Il sacrificio fu documentato per la prima volta da Dalmas, di seguito un frammento che ne dà i primi dettagli: Questo cerimoniale venne considerato da molti cristiani sull'isola come un "patto col demonio", fatto che dunque contribuì certamente all'opposizione da parte dei francesi. La battaglia del Wabash o battaglia del fiume Wabash (anche sconfitta di St. Clair) fu combattuta il 4 novembre 1791 - durante la presidenza di George Washington - nel territorio del nord-ovest tra Stati Uniti d'America e la Confederazione Occidentale di nativi americani nel corso della guerra indiana del Nord-Ovest. Fu una grande vittoria indiana, la peggiore sconfitta subita dallo United States Army per mano dei nativi americani. I nativi americani erano guidati da Piccola Tartaruga dei Miami, Giacca Blu degli Shawnee e Buckongahelas dei Delaware (Lenape). Erano composti da oltre 1000 guerrieri compresi numerosi Potawatomi del Michigan orientale e del Saint Joseph. I circa 1000 statunitensi che si trovarono di fronte erano comandati dal generale Arthur St. Clair. La confederazione indiana riportò un'incredibile vittoria. In termini di proporzione tra forze in campo e perdite fu una delle peggiori sconfitte subite dagli Stati Uniti d'America in battaglia; dei 1000 soldati che St. Clair portò in battaglia solo 48 ne uscirono illesi. In seguito il presidente George Washington obbligò St. Clair a dare le dimissioni ed il Congresso avviò la prima indagine dell'esecutivo. Saluti Alberto
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  39. Buona serata Aggiungo il dollaro "Peace"
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  40. Aquila repubblicana romana 1849
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  41. vorrei sapere se mai e' stato svolto uno studio che, comparando gli elefanti, abbia cercato di capire la sequenza temporale e le zone di preparazione dei conii e la produzione dei denarii. Come per esempio sulle dracme padane. si parte per rappresentare un elefante africano e si arriva a.......?
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  42. Oggi mi sono capitate le seguenti monetine Russia 1 Copeck 1910 Russia 20 Copecks 1915
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  43. taglio 2€ cc paese Portogallo anno 2016A tiratura 500.000 condizioni BB+ città Roma taglio 0,02€ paese Malta anno 2015 tiratura 3.100.000 condizioni BB città Roma
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  44. ...e adesso caccia al 5 cent, l'unica che mi manca del 2001... Taglio: 20 centesimi Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 366.400 Condizioni: BB Città: Milano
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  45. taglio 2 euro cc paese Portogallo anno 2016 tiratura 500.000 condizioni bb città Bologna
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  46. Purtoppo ogni tanto capitano questo genere di venditori con ciotole od album a taschine piene di monetine insignificanti ma con prezzi fuori da ogni logica, solitamente sono venditori che hanno sul banchetto di tutto un pò (oggettistica ecc.) e non solo monete. Mi è capitato ad aprile di quest'anno, un classico.... domando: quanto al pezzo? risposta: ognuna ha il suo prezzo. Sorrido... in base alle monete che vedevo sarebbero stati eccessivi anche 50 cent. al pezzo. Ne prendo una a caso in bronzo del Perù in mb del valore di 10/20 cent, mi sono stati chiesti 15 euro e con occhi sgranati mi dice: è del 1949! Wow! manco se foste stata del 1649! Ringrazio e me ne vado da un'altra parte, ormai sono decenni che non dico più nulla a venditori del genere, non cerco spiegazioni, non ne vale la pena perchè di solito, pur non capendone nulla, fanno la parte dei sapientoni. Una cosa è sicura, a quesi prezzi non venderanno niente sino alla fine dei loro giorni.
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  47. Prego, E sempre forza Juve. Roberto
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  48. Secondo me, c'è stato uno scambio errato (ovviamente non voluto) di termini che ha dato qualche erronea interpretazione, tra pulizia e lavaggio. Il lavaggio attraverso l'apposito liquido, se fatto in modo appropriato, rimuove solamente lo sporco e/o la patina, e non lascia assolutamente righe di nessun genere o qualsiasi altro danneggiamento. La pulizia (fai date), con i rimedi "improvvisati" (strofinaccio e sidol, oppure spazzolino, per arrivare alle più aggressive brusche e chi più ne ha più ne metta) invece, rovina irrimediabilmente la moneta, non solo lasciando graffi (più meno evidenti nei campi o sui rilievi), ma in certi casi provoca anche una vera e propria usura, rovinando alcuni dettagli più delicati dei rilievi, e lasciando un colore decisamente antiestetico (ed innaturale quindi) alla moneta. Ne consegue, che mentre il primo procedimento riporta la moneta allo stato "vergine", senza patina (cosa che può piacere o no, ma, ripeto, non rovina la moneta), il secondo procedimento può provocare danni di entità diversa (più o meno grave quindi) a seconda del metodo usato, e quindi anche l'abbassamento della conservazione che ne deriva può essere più o meno drastico. Una foto, vale più di mille parole. Posto un esempio di moneta patinata. La patina è coeva, del tempo, è "spessa" ed ha delle iridescenze meravigliose che vanno dal turchese al verde/bluette, dal rosiccio-dorato al marroncino chiaro. Lavarla con l'apposito liquido è vero che non provocherebbe danni materiali, ma a mio modo di vedere ne provocherebbe uno forse ben peggiore: un delitto di lesa maèstà non solo alla storia della moneta e dei suoi 101 di patinatura, ma anche ad un piccolo-grande capolavoro che madre natura ha fatto su questa moneta, che andrebbe irrimediabilmente perso per sempre. Ovviamente, stenderei un pietoso velo se su questa moneta si effettuasse la seconda procedura: aggiungerei solo che (forse) non basterebbe una vita per vedere l'inizio di un timido accenno di patina... (da monetiere... che non è la stessa cosa!!!!) Un saluto Cordiale Fab.
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