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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/09/19 in tutte le aree
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PREMESSA Una bellissima leggenda irlandese racconta che, dove finisce un Arcobaleno, un folletto abbia messo un pentolone pieno di monete d'oro...decisamente no è il mio caso! TITOLO: IL PAIOLO E LA PUZZA DEI SOLDI Casa mia confinava con una Salumeria – Gastronomia, molto rinomata perchè potevi trovare degli ottimi funghi, tartufi ed era caratterizzata da un carrettino posto sul marciapiede, con un'insegna smaltata di un Gallo ed un paio di spiedini, sui quali rosolavano sempre dei polli che emanavano un profumo irresistibile. I titolari avevano un figlio, Dante, bell'uomo, indolente ed un po' scapestrato, che alla vita di bottega preferiva le battute di caccia, le giornate passate a pescare, girare le vallate montane per comperare i prodotti del luogo e magari godere di qualche ora di compagnia di qualche bellezza locale. Ogni tanto Dante ci coinvolgeva in queste gite avventurose, dove la meta era sconosciuta, l'orario di ritorno indeterminato ed il mezzo di trasporto...la sua Fiat 500 Giardiniera, stanca ed ansimante con riporti di legno, che mi piaceva moltissimo, perchè non avevo mai visto un'auto costruita con questo materiale. Partimmo una Domenica "presto". Presto per Dante voleva dire dopo le 11, perchè nella notte aveva giocato a carte fino al mattino. Qualche mese prima, in una “malga”, aveva trovato una pianòla di fine '800 con meccanismo a mano ( in pratica per suonare dovevi girare una grossa ruota di ghisa) e poi... il proprietario diceva di avere molte monete, bisognava andare a vedere! Quando arrivammo, trovammo un montanaro segaligno con un forcone in mano che ci guardava di traverso...riconobbe Dante, si sciolse un po' e ci portò in un locale dove convivevano numerose capre, un paio di mucche da latte, galline ed un povero cane pulcioso e cieco da un occhio che cominciò, ahimè, a strusciarsi contro le mie gambe. La pianòla giaceva in un angolo in uno stato pietoso. Per lei erano finiti i tempi del “Tabarin” ed era ormai irrecuperabile. Mio padre diede di gomito a Dante perchè restavano da vedere le monete. Il montanaro tolse un paio di assi dal pavimento e si calò in una botola dove scorrevano i liquami e riemerse con un paiolo maleodorante. Quello che mi colpì furono le sue parole che posso riassumere così ( per quel che mi ricordo a distanza di decenni ? “Queste qui sono tutte d'argento, nascoste quando c'erano i Kartoffen! Maledetti...prendevano le bestie, bruciavano le case e noi nei boschi a mangiare castagne e radici!”. Cercando di non essere schizzinosi, mettemmo il paiolo in una fontana per un paio d'ore, mentre il montanaro ci offriva un'assaggio dei formaggi. Aspettammo con impazienza Dante, che probabilmente si era dato da fare con qualche procace donzella del posto, poi caricammo tutto sulla Giardiniera e ritornammo a casa a tarda ora. Il viaggio fu un incubo, la puzza emanata dal paiolo era terribile, amplificata anche dalle forme di formaggio comperate da Dante. Il nostro olezzo era percepibile a miglia di distanza e mia mamma era fuori di sé. Mi ricordo che passammo la notte nella vasca da bagno ed i vestiti furono buttati via. Per fortuna il paiolo con le monete era nascosto nella cantina di Dante e col tempo siamo riusciti a pulire le monete...ed il paiolo. EPILOGO: Le monete erano in effetti tutte d'argento da Vitt.Em.II a Vitt.Em.III , tutte circolate e poche date rare, circa una Ventina di Kg (!), praticamente vendute a peso. Il Paiolo era probabilmente usato come Pentolone per lavare i Vestiti con Liscivia e cenere ed è forse migliore delle monete. Però, con questi umili tondelli, fin da giovane ho sperimentato la pulizia delle monete. Molti storceranno il naso, perchè le monete non vanno mai pulite, ma il mio racconto, forse, farà cambiare idea a qualcuno. Ciao Beppe Il Paiolo o meglio il Pentolone ( nella mia cantina ) Fiat 500 C Giardiniera ( Fonte Internet ) Qualche moneta del paiolo !!!5 punti
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io non sono un numismatico non mi importa che siano rare non mi importa che abbiano storia non mi importa che siano perfette non mi importa che siano preziose non mi importa che siano desiderate non mi importa che siano costose mi importa solo che siano belle4 punti
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ringrazio coloro che hanno manifestato un giudizio positivo, e tutti per aver tollerato con bonomia le mie eresie: lo so, sono un provocatore nato (e non me ne pento). E non ho pubblicato le fotografie per vanità: quando le ho viste a monitor ho sentito che erano troppo belle per essere godute soltanto da me, ma che il piacere doveva essere condiviso... Un piccolo appunto per lorluke: la seconda moneta non è tedesca, bensì una mezza corona della regina Victoria. Gli incisori inglesi sono stati così bravi da trovare spazio, in un mare di decorazioni, anche per un piccolo san Giorgio e relativo drago. vedo che TIBERIVS ha già provveduto a correggere lorluke...3 punti
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@1412luigi buongiorno! Parliamo prima della seconda, attribuita dal RIC e dal Sear a Tiberio (in memoria del Divus Augustus, suo padre adottivo), da Cohen ad Augusto: Tiberius, 14-37 d.C., Asse per Roma (34-37 d.C.). D/ DIVVS AVGVSTVS PATER, testa radiata di Augusto a sinistra. R/ S - C, fulmine alato verticale § RIC I (seconda edizione) 83. Sear I 1791. Cohen (Augustus) 249. PS: Divus o Divo (al divino), Diva o Divae (alla divina) sono titoli attribuiti a regnanti (Imperatori o Auguste) passati a miglior vita e cioè assurti agli dei perciò "divini". (salvo errori od omissioni) Saluti Angulus ridet. HIRPINI3 punti
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A vedere la legenda è un senza data, la perlinatura dietro la spalla è presente in tutti i ritratti con la medusa3 punti
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United States of America: 1913 5-cent piece, type 1.... v.2 punti
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3 Marchi 1913. Queste di Amburgo mi piacciono particolarmente.2 punti
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Rendere viva questa passione è la cosa più importante!2 punti
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Bisogna dire che c’e’ una straordinaria convegnistica associata a iniziative varie e culturali nella nostra Penisola, mi sembrano sempre più in sviluppo e in aumento !2 punti
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Sinceramente non vedo cosa ci sia da studiare... Arka Diligite iustitiam2 punti
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Ciao, non mi dà molto l'impressione di una moneta coniata, anche quella crepa..uhmm.. Comunque per 40$ rimane un interessante oggetto "da studio", anche se non fosse autentica.2 punti
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1913 Ungheria - Francesco Giuseppe - 2 Corone2 punti
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Ringrazio sia @TIBERIVS che @cabanes per la correzione! In effetti, è stato un errore veramente grossolano, considerando la scritta “BRITANNIARUM REGINA”, il piccolo San Giorgio e quello stemma coronato; tutti chiari segnali di “inglesità”. Posso, però, dirvi che per questo Natale ho comprato un libro che, da quel che vedo, mi tornerà alquanto utile nell’arricchire le mie (limitate) conoscenze in questo campo. Si tratta del “The Gold Sovereign” di Michael A Marsh.2 punti
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Su cortese richiesta di @Cinna74 invio le immagini di una mezza corona della regina Vittoria ove appare (per soli 4 millimetri) anche l'immagine di San Giorgio. Io, come tutti sanno, in fatto di monete sono un germanofilo e non un anglofilo, ma, perbacco, gli inglesi talvolta le fanno meglio dei tedeschi!2 punti
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1812 Austria Impero: 1 Kreuzer S, Francesco II, imperatore d'Austria (nato a Firenze) moneta in rame di 25 mm2 punti
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Mi spiace, la prima moneta è una riproduzione di nessun valore del cistoforo tetradramma d'argento di Augusto, RIC 490-93.3 e 494. La vera in argento pesa intorno ai 12 grammi e misura circa 25 mm di diametro. Eccone una simile alla tua: (Salvo errori od omissioni) Alla prossima HIRPINI2 punti
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Salve 1412luigi, per quanto riguarda la prima moneta( mi scuso ma per vari motivi devo andare a memoria) mi sembra di ricordare sia una moneta di Augusto peró dovrebbe essere in argento. Nel retro credo ci siano 6 spighe con alla base la scritta AVGVSTVS. Buongiorno Hirpini. Davide2 punti
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Grazie @Litra68 per il cenno storico. Inserisco i miei due pezzi. Lettere grandi a dritto e stella a sei punte: E lettere piccole, con stella a cinque punte:2 punti
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@Agricola, non prendertela, qui come vedi tra serio e faceto qualche volta si sfocia nella goliardia, ma sempre "uno per tutti tutti per uno" !2 punti
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posto in questa discussione la piastra di Alessandro VII (1655-1667) con il San Tommaso da Villanova, ma poi pregherei un curatore di spostarla nell'apposita discussione aperta tempo (da Giov60?) nella sezione delle monete Papali. Grazie. L'esemplare nuovo è a sinistra, ha un peso di 32.05 gr. in ottimo argento, con una lieve eccedenza di metallo ad ore 13h e ancora a ore 14h, che a prima vista potrebbero apparire come un lieve colpo sul contorno ma che invece non sono. L'esemplare a dx proviene dalla NAC 89 (lotto 529), riportato come q. SPL, ha un peso di gr. 32,24 entrambi gli esemplari hanno il San Pietro nimbato (M. 7) Nell'esemplare a sin. (proveniente da coll. privata) i dettagli del volto del santo e anche del mendicante sono meglio evidenziati e conservati i coni sono differenti come si puo' notare dal panneggio del mantello di San Tommaso. Al diritto il volto di San Pietro è molto definito e cosi i dettagli dello stemma abbastanza inconsueto negli esemplari di questa moneta che si trovano quasi sempre come esemplari abbastanza circolati2 punti
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Condivido questo 10 Tornesi del 1831 dal dritto indecifrabile. Ad oggi ancora non sono riuscito a decifrarne le incisioni.2 punti
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Ciao a tutti, Per chi volesse saperne di più potrete trovare altre notizie sul nuovo numero di «Panorama Numismatico» (n. 356, dicembre 2019) https://www.panorama-numismatico.com/panorama-numismatico-n-356-dicembre-2019/#more-11312 Saluti Simone2 punti
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Taglio: 2€ CC Nazione: Finlandia Anno: 2013 B Tiratura: 1.477.000 Conservazione: mBB Località: Padova ....e finalmente anche la mia prima finlandese....doppio alleluja...2 punti
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Cari Amici del Forum, in queste giornate uggiose, sto mettendo un po' di ordine alle mie monete ed affiorano i ricordi del passato. La moneta che posterò è modesta, non è un FDC, ma ha una storia, come la maggior parte di quelle che abbiamo in collezione e quando le riprendiamo in mano, si risvegliano, prendono vita e ti raccontano qualcosa. E questa ha una storia “simpatica”... il titolo potrebbe essere “ Ciccì e la Moneta Scomparsa”. Premessa: Ciccì era il Barbiere Siciliano appassionato di monete, grande amico di mio padre, fonte inesauribile di aneddoti, che ho già ricordato ( vedi il post # 10 “L. 5 1911 La Cenerentola degli Scudi ?” ). Ciccì il Barbiere arrivò alla Stazione una Domenica di Agosto, di ritorno dalle Ferie passate dai parenti in Sicilia. Giorno con caldo infernale, di quelli che l'aria sembra liquida, l'asfalto un mare di pece e nessuno che si azzarda a scendere in strada. Poveraccio, aveva viaggiato tre giorni su un treno “Accellerato” che fermava anche in piena campagna, perchè allora, anche le più piccole Frazioni avevano la Stazione. Eppure, era come sempre impeccabile: giacca e cravatta, capelli impomatati, baffetti “da sparviero” ed un sentore di Colonia che si era ormai impregnato sulla pelle. Mio padre era andato a prenderlo alla Stazione con uno scooter “Iso Moto”, residuato post bellico, lontano parente della Vespa, che quando doveva affrontare una salita, ansimava come una vecchia asmatica. Ciccì già dal predellino del treno si sbracciava: “ Cesco !( così tutti chiamavano mio padre ) Grandi acquisti e... una “ monetazza” pee tte... che ti piacerà !!” . Portato a casa, Ciccì disse: “ Adesso metto a posto le monete “bedde, bedde”, ma veramente “ 'nu bigiù” e domani vieni a prendere “ 'a monetazza!”. Con la curiosità del collezionista, mio padre “Cesco”, il mattino dopo si precipitò nel negozio e Ciccì, lasciando qualche barba e tagli dei capelli a metà, lo portò al piano sopra dove abitava, a vedere le monete. I suoi monetieri erano gli armadi dove teneva gli asciugamani per il negozio, la sua biancheria e i suoi vestiti, in ordine casuale e sparso, ma incredibilmente preciso ( per lui ! ). Però la “monetazza” per mio padre era incredibilmente sparita! Dopo aver aperto e svuotato tutti i cassetti, non si trovava. Affranto, si accasciò sul letto quasi piangente: “ E' colpa della Netina ( la donna delle pulizie ). Stamattina, l'ha vista, mi ha guardato storto e mi ha detto che è una cosa indecente.. con tutti quei cosi lì...fuori ed in bella vista! ! Chissà dove è finita! “ Il giorno dopo Ciccì, entrò ringalluzzito ne nostro negozio ( i miei avevano una Tabaccheria ? “ Cesco !! Guarda! “. Il malloppo che portava era inequivocabile: un paio di mutande di lana, di quelle con lo “sportello” ben ripiegate, ma di un giallo intenso “ di lana vecchia” ,pulite ma che non ispiravano molto...mia mamma inorridita si ritirò velocemente nel retrobotega. Con tocco d'artista le dispiegò sul bancone e tirò fuori la moneta dallo “sportello delle mutande”. Era un 20 L. LITTORE DEL 1927. : “ Cesco... nun la fa vedere a tuo figlio Beppino, che... è studioso, c'ha la faccia da Vescovo... quello diventa proprio un Vescovo! Assicurato! “ P.S: Non ho mai intrapreso la carriera ecclesiastica e non sono diventato Vescovo, la moneta però l'ho tenuta ed è quella che vedete in foto. Mi piacerebbe sentire qualche storia da Voi, a prescindere dal valore e dalla conservazione della moneta, perchè, questo umile tondello di metallo, se lo tenete in mano, racconta... Ciao Beppe1 punto
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Buonasera, la seconda credo sia questo asse: RIC 427 Augustus, AE As, 7 BC. Moneyer P. Lurius Agrippa. CAESAR AVGVST PONT MAX TRIBVNIC POT, bare head right / P LVRIVS AGRIPPA IIIVIR AAAFF around large SC. RIC I 427; Sear 1686; BMC 214; Cohen 446. HIRPINI1 punto
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Assolutamente d'acconto, la traversa verticale che va a formare il 7 è stilisticamente diversa, la presunta quinta cifra è un effetto ottico causato da una parte terminale della corazza del re e del globetto diviso in due dalla frattura del tondello...1 punto
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buonasera Rocco, con queste foto cambia tutto cons.SPL+/qFDC ,valore 380/430. saluti Michele1 punto
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@cabanes ha chiamato e tutti, tutti sono arrivati! (per chi conosce questa monetazione sa da dove arriva questa citazione ) Mi permetto di abbassare la qualità delle monete postate mostrandovi questo mio talleruccio, preso da poco per un progetto che ho incominciato: Vereinstaler 1866 Oldenburg Nicolaus Friedrich Peter sul bordo EIN GOTT * EIN RECHT * EINE WAHRHEIT / UN DIO, UN DIRITTO, UNA VERITÀ. niente patina e molte righette, ma al rovescio, tra l'alloro e l'immancabile rametto di quercia lo stemma del granducato: Troppa roba: Stemma nazionale del Granducato di Oldenburgo 1829-1918 Scudo principale esterno, 1° campo (in rosso un leone d'oro coronato con ascia da combattimento in argento): Regno di Norvegia, 2° campo (due leoni blu sovrapposti in oro): Ducato di Schleswig, 3° campo (una foglia di ortica d'argento in rosso con uno scudo a intarsio diviso in rosso argento): Ducato di Holstein, 4° campo (cigno d'argento in rosso): Signoria di Stormarn, 5° campo (su un cavallo d'argento un cavaliere d'oro in rosso): Land Dithmarschen. 6° campo dello scudo principale (leone nero coronato in oro): dominio Kniphausen; Nel cuore le componenti del dominio vero e proprio, 1° campo (cinque parti d'oro e rosso): vecchia contea con domini Oldenburg con Delmenhorst (croce a punta d'oro in blu) nel 2° campo, 3° campo (croce d'oro con annessa mitra d'argento in blu): Principato di Lubecca, 4° campo (quadrati rossi e argentati a scacchiera): Principato di Birkenfeld, 5° campo nella punta innestata (leone d'oro coronato in blu): dominio Jever, Ducato di Oldenburg 1°, 2° e 5° campo all'interno e 6° campo all'esterno. Il Granducato di Oldenburgo non è mai stato molto esteso, ma questa era una delle casate nobili più antiche e meglio connesse dell'epoca. Auf wiedersehen! Njk Per l'archivio Vereinstaler 1866 Oldenburg Nicolaus Friedrich Peter Catalogo: Jaeger 55, AKS 25, Dav.753, Argento, Tiratura: 72.0401 punto
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Rovescio completamente reinciso probabilmente su altro rovescio, ma anche il dritto (portrait) has no struck evidence at all. Con tutto il rispetto per il forum (FAC), devo dire che hanno dimostrato in più occasioni di non capirci troppo di falsi e falsificazioni di livello non elementare. Hanno un approccio molto americano, finchè non c'è la prova inconfutabile che una moneta è falsa per loro è autentica. Spesso la loro prova inconfutabile è solo l'esistenza nel database del FAC di un "analogous die" in precedenza dichiarato falso o attribuito a una riproduzione conclamata. Purtroppo ci sono anche i falsi coniati, i falsi inediti e tutto un settore di "zona grigia" dove si puo' procedere solo per ipotesi più probabili. Il FAC è però gestito da un commerciante che non tollera questo tipo di discorsi (censurandoli attivamente) perchè di fatto possono allontanare i collezionisti dall'effettuare nuovi acquisti infondendo incertezza. Io ho difatti smesso di pubblicare su quel forum casistiche controverse perchè mi sono accorto che manca sia l'interesse che la competenza per fare certi discorsi in modo onesto e costruttivo.1 punto
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Verificati tutti... anche i Tornesi con Medusa sono cosi'. C'è sempre qualcosa di nuovo da approfondire.?1 punto
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Grazie Alberto per aver integrato la discussione con cenni storici. @borbonik, inizio io nel condividere i grandi nominali in rame. 294 - 10 Tornesi 1831 Simbolo stella a 5 punte e taglio liscio. Riferimenti: D'Incerti 293 Pagani 324 Magliocca 665 ( il mio differisce per le lettere grandi in legenda al dritto). Peso 28,67 grammi1 punto
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Una monetina d'argento del Danish West Indies è impensabile da noi trovarla per così poco.. quantomeno dai cinque ai dieci euro anche in mb a seconda del venditore. Bel colpo! E considerando anche le altre monete, per tutte $ 1,00 … bel colpaccio!1 punto
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Vorrei offrire un mio contributo a @Agricola e @1412luigi. Non sono un granché come numismatico e non so esprimermi sull'autenticità della moneta, ma con la lingua italiana mi guadagno da vivere da un bel po' di anni. Nella frase "Non può che non essere autentica" non è affatto vero che i due "non" si annullano, perché c'è quel CHE di mezzo. Si annullerebbero se la frase fosse "Non può non essere autentica", ma "Non può CHE non essere autentica" sta a significare "DEVE non essere autentica". Capite forse meglio la differenza se semplifichiamo la frase: "essere non autentica" significa "essere falsa"; pertanto, se io dico (come ha fatto Agricola) "non può CHE essere falsa" è chiaro a tutti che il significato è che la moneta DEVE essere falsa. Se invece togliamo il "che", la frase "non può essere falsa" va a significare l'esatto contrario, ossia che la moneta è necessariamente autentica. Spero che ora l'errore alla base del fraintendimento sia chiaro a tutti, e sono davvero lieto dell'occasione offerta da questa discussione per far capire quanto utilizzare correttamente la lingua italiana - che come s'è visto è tutt'altro che scontato anche per un madrelingua - possa essere di grande importanza per comprendersi l'un l'altro: in questo caso c'era in ballo il giudizio sull'autenticità della moneta, che suonava come una condanna quando voleva dire tutt'altro.1 punto
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Secondo me, non essendo un esperto e basandomi sulla sola definizione (SPL: splendido, moneta che ha circolato pochissimo e in cui tutti i rilievi sono integri. I Rilievi sono nitidi e presentano da 8 a 9/10 di metallo), la moneta è da considerare SPL. Per la conservazione ti suggerirei di utilizzare le capsule di plastica con la guarnizione in gommapiuma, diminuiresti il contatto con l'ossigeno con il quale il rame si ossida e diventa opaco, mentre la gommapiuma eviterebbe urti che potrebbero danneggiare la moneta stessa. Visto che ci sono ti do altre informazioni, delle quali forse sei già a conoscenza: Peso (gr) 3.25 Diametro (mm) 20 Spessore (mm) 1.5 Anno Zecca Esemplari 1913 A= Berlino 4.212.000 1913 D= Monaco 2.525.000 1913 E= MuldenHutten 413.000 1913 F= Stoccarda 1.602.000 1913 G= Karlsruhe 741.000 1913 J= Hamburgo 1.254.000 Saluti1 punto
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Aeee, ma non guardare il "capello" a qualcuno manca qualche lettera. Noi dobbiamo intendere le monete in base al marchio/marchi sotto; ma nel mentre scivevo ho anche controllato Il Bovi, quindi la n. 1301....non sono globetti disposti a croce, bensì una croce con ai lati : + : quindi questa tua.1 punto
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Ciao @borbonik, Permettimi di descrivere questo bel insieme di 1831 Piastra Mezza piastra 10 Tornesi lettere grandi e stella a sei punte 10 Tornesi lettere piccole e stella, a cinque punte 10 Tornesi falso d'epoca 5 Tornesi stella a sei punte ora ti tocca trovare il Tarì e il falso d'epoca della Piastra. Complimenti1 punto
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Con non poca soddisfazione... entra in collezione il pezzo chiave della serie dei colli lunghi, e con questa ho chiuso il giro Pezzo dall'ultima asta Varesi, ancora fresca con bei fondi lucenti, e secondo me ben sopra la media dei 1856 T che si sono visti1 punto
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spehttp s://youtu.be/UKcD7ETjkwkspero che ad Antonio faccia piacere1 punto
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Stavo sentendo la canzone “Brothers in arms” dei Dire Straits e mi sono ricordato di qualche racconto dei miei genitori sulla Guerra Civile del 1943-45, triste periodo della nostra storia. Anche adesso non è che stiamo molto meglio, considerando l'intolleranza, l'individualismo, il poco rispetto per le persone... Le monete saranno in secondo piano, come la bellissima canzone che ho citato. L'anno è il 1944, gli attori sono giovani che combattono contro altri giovani, non c'è e non ci sarà mai logica e giustizia per questi fatti. Lo intitolerei appunto: “Brothers in arms” “Gepìn” ( Beppino in piemontese ) era il cugino preferito di mio padre. Era svelto in tutto, bello e intraprendente e quindi...un gran rubacuori. Mio padre, pur essendo un eccellente suonatore di fisarmonica...rosicava un po', perchè le più belle della "balera" erano sempre affascinate da quel cugino elegante e un po' mascalzone e quindi.. gli rubava la piazza! Purtroppo quel giorno Gepìn si trovò nel momento sbagliato e nel posto sbagliato... Il lugubre serpentone di camionette e autoblindo dei nazi-fascisti salì dal fondovalle in direzione Dogliani per vendicare alcune rappresaglie dei partigiani. Trovarono solo delle case chiuse, campi incolti e qualche nonnetta che sferragliava per cucire le calze. Gli uomini, nel frattempo, si erano rifugiati nei boschi quasi impraticabili delle Langhe. Come formiche impazzite, i nazi-fascisti si lanciarono a perlustrare ogni casa e tutti i possibili nascondigli. Trovarono Gepìn in un fienile con una sua morosa ( diciamo fidanzatina di un giorno...), lo prelevarono e lo misero sul cofano del motore della prima camionetta. Il convoglio doveva affrontare la strada infida che, curva dopo curva, sale a Bossolasco, zona presidiata dai partigiani, e quindi pensavano che un ragazzo “in bella vista” avrebbe distolti i "Banditen" da eventuali scontri a fuoco. Il problema era però un altro: il povero Gepìn stava letteralmente cuocendo a fuoco lento sul cofano motore, al punto che ormai le parti dove non batte mai il sole, erano rosolate a puntino e non sapendo che fare, si giocò la “carta della vita”. In tasca aveva delle monete che sarebbero servite a lui e alla morosa per concludere la serata in trattoria. In prossimità di un tornante, si alzò in piedi sul cofano indicando una collina, sbraitando “ Achtung Banditen!!!” e contemporaneamente lanciò con forza la moneta più grossa sul parabrezza del camion creando uno scompiglio generale. Gepin riuscì a dileguarsi saltando in mezzo ai boschi... per un po' dovette astenersi dal frequentare le morose...perchè loro preferivano la carne fresca! Epilogo: penso che la moneta che salvò la vita a Gepìn potrebbe essere un L.2 Impero quindi la posto. Saluti a Tutti... alla prossima, Beppe1 punto
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In attesa dei vostri ricordi legati alle monete, mi permetto di annoiarvi ancora una volta con una riminiscenza di quando ero bambino. La intitolo: “ Il Conte ed il Re capellone” Il Conte e “Cesco” (mio padre) erano due omoni con voce baritonale, occhi profondi e sempre in movimento, il tutto condito da un carattere sbrigativo e deciso che non ammetteva repliche. Si conoscevano da anni perchè il Conte era una persona di spicco nella Numismatica e quando si incontravano erano scintille. Per aggravare la sua figura già severa, a quel tempo mio padre decise che i “baffetti alla Clark Gable” erano fuori moda, ed essendo un grande estimatore di Gino Cervi, si lasciò crescere dei baffoni simili a quelli di Peppone nei film con Don Camillo. Il Conte si presentò a casa nostra all'ora di pranzo, con il solito fare baldanzoso ed ironico e apostrofò mio padre: “ Ohilà Stalin! Sei passato ai Soviet? Quello lì non era mica un capitalista come te...che collezioni monete !“. Mio padre incassò e si rivolse con un accenno a mia madre, che significava “ Butta i Tajarin...porzione molto abbondante!”. Il Conte onorò il pranzo e l'ottimo Dolcetto di Dogliani – produzione di mio nonno -, poi trafficò nel panciotto dove, da una tasca nascosta, tirò fuori un pacchetto confezionato con fogli di giornale, lo dispiegò sul tavolo e uscirono delle monete meravigliose. Io ero impaurito dalla presenza del Conte e stavo in disparte, ma quando vidi quella moneta enorme con l'immagine di un Re, non mi trattenni e la presi in mano esclamando: “ Ma è un capellone! “. Avendo paura che la facessi cadere, mio padre mi redarguì: “ Non toccare!! Vai a giocare a pallone in cortile! Vai !! “. Dal cortile sentii che i toni si alzavano, anche perchè mio padre si era innamorato di un L.5 1914 e, non avendo molta disponibilità economica, proponeva soldi più qualche moneta che aveva doppia. La “caciara” aumentava, quindi salii a casa a vedere cosa succedesse. Il Conte e mio padre erano in piedi e volavano anche parole “grosse”. Per fortuna la mia presenza calmò un po' gli animi, perchè non mi trattenni e sbottai: “ Ma..ma.. i Conti non dicono le parolacce!!!” . Il Conte scoppiò in una risata fragorosa che fu contagiosa per tutti. Mi accarezzò i capelli, che portavo rigorosamente corti, e schiarendosi la voce, mi disse: “ E' vero Beppino, nessuno deve dire le parolacce e per scusarmi ti dico che ti dò il Re Capellone a prezzo di costo e tuo padre mi pagherà quando potrà. Quella con la Quadriglia non posso, sarà per la prossima volta!” e rivolto a mio padre con voce altisonante: “ E tu Stalin...tagliati i baffoni e ringrazia tuo figlio che ha più buon senso di Te!” La moneta era lo Scudo da 6 Lire 1763 e con la sua storia, più la guardo, più mi piace. Ciao a tutti Beppe1 punto
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Non era diretto a te, ho avuto altri precedenti. Condivido la teoria del capello in quattro, sicuramente ad occhio nudo è difficile dividerlo in quattro , ma se si usa un buon microscopio, si può dividere anche di più di quattro . Certo che siamo seri.......forse perché uso spesso la LOGICA. Magari per te sono poche differenze ,per me che conosco bene le monete, uso spesso la logica, perché se è lo stesso conio, abbiamo dettagli differenti , come le foto che allego .1 punto
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