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  1. Leonardo Riccobello

    Leonardo Riccobello

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  2. Illyricum65

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  4. 417sonia

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/05/20 in tutte le aree

  1. Continua a collezionare euro che hai ragione, non ti preoccupare per le antiche e medievali. Cordiali saluti.
    6 punti
  2. Da Il Nuovo Torrazzo: Crema Veneziana, momenti di vita, di storia e di arte la mostra in corso presso la Fondazione San Domenico, sta ottenendo il successo auspicato, registrando una partecipazione che va persino oltre le aspettative. Nello scorso weekend, in soli tre giorni non meno di 250 persone (e non tutti firmano il libro degli ospiti) hanno visitato il doppio allestimento: il percorso storico nelle gallerie ArTeatro e la quadreria in sala Bottesini. E se le opere esposte sono quadri unici (come quello di Aurelio Buso) e di grande spessore (Lucini incanta) – alcuni mai esposti in pubblico perché di proprietà privata e di Istituzioni Bancarie – che destano comunque interesse, è la raccolta di mappe, informazioni e curiosità (la permanenza di Carlo Goldoni a Crema, la Zecca per battere moneta che la nostra città ebbe, ma anche la nascita della tradizione carnevalesca, sugli echi di quella veneziana, i tessuti e l’economia) che suscita una partecipazione sempre più convinta. “Abbiamo avuto visitatori da oltre provincia e regione: Como, Lecco, Milano, Cremona, e un nutrito gruppo da Padova, senza dimenticare che spesso i Cremaschi tornano due, tre volte per approfondire questo o quell’aspetto” conferma Claudia Bonomi, sollecita volontaria dello staff organizzativo dell’evento artistico. Le visite guidate sono state numerose e nel mese di gennaio ve ne saranno altre alle quali partecipare gratuitamente; così se alcune date sono già sold out, altre sono assolutamente da segnare sul calendario per non mancare all’appuntamento (ricordiamo che la mostra rimarrà aperta fino a domenica 26 gennaio). Sempre alle ore 15 le visite guidate si terranno sabato 18 gennaio 2020, domenica 19 (con un aperitivo e l’intervento musicale di Alessandro Lupo Pasini e Debora Tundo) e sabato 25 gennaio (questa organizzata dalla Pro Loco). Le visite saranno guidate da Vincenzo Cappelli e Cesare Alpini che – come già capitato – si alternano con i gruppi per non sovrapporsi (chi accompagna i visitatori in quadreria mentre l’altra visita si svolge nelle gallerie ArTeatro e viceversa). Un successo per l’allestimento, per la città, per la nostra storia e – lasciatecelo scrivere – per gli ideatori e organizzatori. Ricordiamo infine che il catalogo-libro realizzato per la mostra sta andando letteralmente a ruba https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=12&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiYx6HN4-zmAhVNqaQKHa0QAnUQFjALegQICBAG&url=https%3A%2F%2Fwww.vvox.it%2F2020%2F01%2F02%2Fserenissima-crema-mostra-quando%2F&usg=AOvVaw1zBFSdmhp0BqdAD3WRJc2f
    5 punti
  3. Buona serata Quest'anno il Caffé Florian compirà 300 anni; la prima "bottega del caffé" aperta al mondo. Inaugurato il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi col nome di Alla Venezia Trionfante venne fin da subito cambiato il nome dai frequentatori veneziani in Florian ... andemo da Florian ... (impresa ardua per un veneziano chiamare le cose e/o i nomi con quelli con i quali sono stati "battezzati", devono sempre trovare un espediente per dargli un nome più pratico). Casanova, Goldoni e tantissimi altri personaggi storici ne hanno varcato l'ingresso, facendolo diventare un luogo culturale, sociale e politico tra i più preminenti al mondo. Oggi ha poco della bottega, è un sofisticato bar e ristorante dove, entrando, si respira ancora arte e cultura; sembra di andare in un museo a fare colazione. Auguri Florian! saluti luciano
    5 punti
  4. Buongiorno, porto all'attenzione di tutti ma soprattutto dei neofiti questo bell'esemplare di sesterzio emesso da Gordiano III e pescato sulla rete. Una sorta di "regalo di Epifania". Esemplare parzialmente spatinato con rilievi "nudi", presenta concrezione di curite rossa su tempia e gota, ma soprattutto una sorta di "gozzo" a livello della parte anteriore del collo che null'altro è che il mento impresso dal primo colpo del conio di martello cui è seguito uno successivo. Essendosi spostato il tondello, il ritratto e la figura a rovescio risultano sdoppiate e sovrapposte. L'usura diffusa dei rilievi (es. orecchio) ne attesta un certo grado di circolazione, nonostante l'evidenza del difetto. Testimoniando che non ne veniva attribuita importanza. Ol Oltre a questa caratteristica si segnala che è del tipo "di barra" ovvero tratto da un cilindro di oricalco soggetto a segmentazione (o se preferite taglio) al fine di ottenerne dei tondelli. Ciao Illyricum
    4 punti
  5. POST PUBBLICATO PER CORREGGERE IL POST PRECEDENTE Buongiorno a tutti. ho ereditato dal mio bisnonno l'opera "Monete greche della Sicilia" di Giulio Emanuele Rizzo, stampata dall'Istituto Poligrafico dello Stato nel 1946, dove il mio bisnonno lavorava (è stato il Direttore dell'Officina di Fototipia). L'opera è stata prodotta in 400 esemplari numerati, più altri 25 esemplari fuori commercio catalogati dalla A alla Z. Questi volumi in mio possesso (foto allegate) - comprensivi di catalogo e tavole - sono in condizioni perfette e sono le prime prove di stampa effettuate, poiché non presentano numerazione, in quanto il mio bisnonno ha collaborato alla realizzazione ed era amico intimo dell'autore, come si evince dalla dedica del Rizzo nell'immagine in allegato. Preciso, inoltre, che sono anche in possesso del "Saggio Preliminare" del 1938, di altri due fascicoli, "EVKLEIDAS" e "Qualche osservazione sull'arte delle monete di Siracusa", anch'essi del 1938, sempre opere di Rizzo con altra dedica; e del calco originale per l'immagine della moneta nelle copertine dei volumi. Ringraziandovi in anticipo per l'attenzione, sarei interessato ad una valutazione dei suddetti volumi per una eventuale vendita. Altre immagini le mando su richiesta in privato. Cordiali saluti. Leonardo Riccobello
    4 punti
  6. Questa è la dedica di Rizzo al mio bisnonno. Recita «A Gino Campolmi, che primo conobbi, fin dal lontano inizio della mia attività nell'Istituto Poligrafico, collaboratore assiduo per le riproduzioni fotografiche e fototipiche, eseguite con grande perizia, con impegno costante e progressivo fino a raggiungere la perfezione da tutti ammirata. Con animo grato, G. E. Rizzo»
    3 punti
  7. Bella giornata numismatica in compagnia dell'amico@chievolan, alla sala municipale di Ruda
    3 punti
  8. GIUANIN CìT (*) E LA MONETA ALLARGATA (*) Il termine “Cìt” in piemontese si può tradurre con “piccolo” sia in senso anagrafico, sia per descrivere un uomo piccolo di statura. PREMESSA: In realtà “Giuanin Cìt” era un vero e proprio gigante, lo chiamavano così per distinguerlo da uno dei tanti fratelli maggiori che si chiamava anche lui, guarda caso, “Giuanin”. Probabilmente aveva sofferto di un disturbo ormonale della crescita ed a vederlo era veramente impressionante: alto sui 2 metri con delle mani più grosse di un badile, piedi smisurati che calzavano scarpe fatte su misura ed un viso grottesco che assomigliava a quello di Frankenstein. Ma era il tipico bonaccione che non avrebbe fatto paura a nessuno. Adorava i bambini e nei giorni di festa, sul sagrato della Chiesa, tutti si accalcavano attorno, tirandogli gli enormi pantaloni e gridando: “Capalocia! Capalocia!”. La “Capalocia” consisteva nel fare un giro sulle spalle del gigante per vedere il mondo dall'alto: Giuanin, imitando l'incedere dinoccolato di un cammello, cercava di accontentare quella marmaglia incontenibile. Quando tutti avevano finito il giro, metteva una manona nel pastrano e distribuiva delle caramelle di zucchero di vari colori, che erano apprezzate moltissimo da quella ciurma di piccole pesti. --------- Con la sua prestanza fisica, Giuanin Cit poteva solo fare il fabbro ed il meccanico. Era una persona intelligente ed infatti la sua Officina artigianale era apprezzata da tutti: aveva diversi forni a carbone, un maglio gigantesco e, pur con le sue mani smisurate, era in grado di replicare qualsiasi pezzo meccanico o fare qualsiasi riparazione. Lui e mio nonno “Pinotu” erano amici di infanzia e quando camminavano affiancati sembravano l'articolo “il”, perchè il nonno non arrivava neanche ai suoi gomiti. Questo comportava delle scenette sempre ripetute, ma esilaranti. Un classico era quando mio nonno entrava nell'officina e, sovrastato dai rumori gridava: “Giuanin!”. Il gigante smetteva di lavorare e guardando dritto davanti a sè: “Chi è che grida ??, chi è che mi vuole??“. Poi rivolgendo gli occhi in basso verso il nonno: “E tirati su... non sono mica come Sua Santità...che devi stare in ginocchio!” . Quel giorno era capitato qualcosa di insolito nell'officina. Giuanin, imitando goffamente un passo di valzer, e cercando di fare una vocina con la “R” arrotata, si rivolse a mio nonno: “E' venuta la Madama e mi ha portato il - TRRRattoRe - dice se posso “RipaRRaRglielo - e lei mi paga con quelle vecchie monete di aRRgento!”. La Madama era una anziana Nobildonna che aveva passato giorni migliori ed attualmente si trovava in angustie economiche, pur non rinunciando alle sue prerogative di casta ed alla protervia di una persona ex Dama di Corte. Mio nonno immerse le mani nella scatola e cominciò a scuotere la testa: “Giuanin...sono tutte Due Lire e Una lira di Re Baffone...valgono poco! Perchè vedi, ma...è inutile che ti spieghi, tanto tu sei ignorante...Cavolo, ce ne fosse stata almeno una da 5 lire...sai quelle grosse il doppio, ne potevamo parlare!”. Giuanin, colpito nell'orgoglio, si avvicinò minaccioso, prese una moneta e disse: “Grossa il doppio neh? Stai lì e non ti muovere!”. Andò nell'altro locale dove aveva tutti gli attrezzi e cominciò ad azionare il maglio. Ritornò con il Due lire pressato che adesso era grande il doppio. “Caro Pinotu, il carburatore del trattore mi costa 7000 lire, per te che sei un amico e sei anche un po' stronzo, mi dai 8000 e ti prendi le monete e anche quella grossa!”. Invano mio nonno cercò di svicolare, l'atteggiamento di Giuanin Cìt era irremovibile: “Vuoi mica che mi faccia una figura con la Madama!” ed iniziò di nuovo a scimiottare la Madama: “Caro Giovannino sono CentotRREntatRRRe monete d'argento, se le faccia BastaRRRe!!” EPILOGO: mio nonno Pinotu ritornò a casa con il portafoglio alleggerito ed una scatola di monete comuni. Non so se fu un grande affare. So solo che per evitare la presenza di mia nonna “Sunta”, in vigile attesa davanti alla Panetteria, dopo un lungo tragitto diversivo, entrò in casa come un ladro da una finestra sul retro e nascose in cantina la scatola di monete di Re Baffone...con quella allargata! PS: non so dove sia finita la "moneta allargata", forse in qualche scatola in cantina. Posto quindi un L 2 di Re Baffone. Ciao a Tutti, Beppe
    3 punti
  9. Ciao. Scusa per il ritardo nella mia risposta ma ho dovuto prendermi il tempo di verificare alcune cose. Per iniziare penso si possa affermare che il tuo esemplare fa parte della tipologia rappresentata con il n°3 nel mio post #2 di questa discussione (corrispondente ai numeri dal 258 al 262 e 266 del CNI) con le seguenti descrizioni di massima: Dritto: CAESAR•DVX / testa del duca rivolta a sinistra; Verso: MVT INAE REG / aquila estense coronata, ad ali spiegate e gambe distese. Particolare importante: in questi esemplari la legenda del verso è sempre ripartita come sopra descritto ed è sempre interrotta dalle ali e dalle zampe e coda dell'aquila; vedi anche: https://www.numismaticafelsinea.it/it/sitem/55/modena-sesino/ Ho verificato una trentina di esemplari di questa tipologia e in nessuno ho trovato le particolarità presenti nel verso del tuo esemplare... che non si limitano alla corona che interrompe la legenda. Il tuo esemplare presenta la legenda del verso ripartita come segue: MVTI (ala) N (corona) A (ala) E RE (zampa sinistra) G. Dove, oltre alla corona, solo la zampa sinistra sembra interrompere la legenda (di sicuro non la coda nè la zampa destra). Per concludere: a mio parere si tratta di un sesino della tipologia indicata, ma con varianti nella distribuzione della legenda da studiare (servirebbe un'immagine migliore); probabilmente tali differenze sono da attribuire ad una errata distribuzione in fase di allestimento del conio (possibile prova ne sarebbe la differente posizione della legenda in corrispondenza della zampa sinistra rispetto alla destra) o all'allestimento di un primo prototipo, poi perfezionato nella tipologia definitiva. Insomma, a mio parare, un esemplare sicuramente interessante e variante rara (a dir poco) di una tipologia conosciuta... complimenti! ciao Mario
    3 punti
  10. Buon anno a tutti Iniziamo alla grande con l'aggiunta di questo pezzo in collezione, una madonnina con sigla RA sotto al Busto e che penso di aver classificato correttamente col rif muntoni 403...correggetemi se sbaglio. Cosa ne pensate? La rarità r3 espressa nel catalogo la trovate corretta? Grazie a tutti e un saluto ancora Marco
    2 punti
  11. Emozionato ! Oggi ho acquistato la mia prima moneta romana imperiale. In generale, la mia prima moneta in assoluto Avevo optato per le monete romane ed in particolare per l'Impero; restringendo il campo mi sono orientato per i denarii imperiali del III sec. d.C. Vi posto la moneta in questione: IMPERATORE: Alessandro Severo: (222-235 d.C.). Nato ad Arca Caesarea, 1° ottobre 208 d.C.. Assassinato a Magontiacum il 18 o 19 marzo 235 d.C. FAMIGLIA: Madre: Giulia Mamea; Padre: Marco Giulio Gessio Marciano; Coniuge: Sallustia Orbiana. DINASTIA: Severi MONETA: Denario (Ag) della Zecca di Roma Gr: 4,17 Diametro: 19,49 CONSERVAZIONE: SPL DRITTO: Busto dell'Imperatore , laureato e con paludamento. Scritta: IMP ALEXANDER PIVS AUG. ROVESCIO: IOVI PROPVGNATORI. Il Dio Giove, stante a sinistra e con il capo rivolto verso destra. Tieni sulla mano destra un fulmine.
    2 punti
  12. Buongiorno amici, oggi ho acquistato questa banconota per me molto bella anche dal vivo. 180 euro, credo che sia un buon prezzo per la tipologia.
    2 punti
  13. Il mio gusto è personale... come quello di ciascuno di noi ??? . In numismatica nelle antiche si privilegia la presenza e la qualità della patina (e quindi ne aumenta il valore). Nei bronzi. Per gli argenti invece ... piacciono come appena coniati. Ciao Illyricum
    2 punti
  14. Ciao a tutti, ciao @Illyricum65 e grazie per "la calza della Befana!" Questi errori li trovo curiosi, nulla di più, ho però visto in rete qualche tempo fa questa moneta, che tutto sommato non mi dispiace e ne ho conservato le immagini. Diva Faustina (dupondio di 27 mm) Io quando ho bevuto un bicchiere di troppo vedo doppio - ma qui ci sono due volti anche per gli astemi Servus, Njk
    2 punti
  15. In sezione legislazione ci sono parecchie discussioni in merito. Invito tutti a leggerle per conoscere meglio la materia. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  16. @Crine Sono 40 anni (troppi) che mi occupo di numismatica. E concordo con @sixtus78 , non ho mai e ribadisco mai visto un certificato di prima del 1909 che accompagnasse una moneta. Ne vedrei volentieri uno... Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  17. http://www.friziodesign.it/coins/2Efield.png Eire, Irlanda 2020 ? http://www.friziodesign.it/coins23.html
    2 punti
  18. Valore storico? Valore affettivo? Quello storico senza dubbio c'è, quello affettivo dipende dalle circostanze del rinvenimento. Si può essere stimolati a ricercare chi è il soggetto raffigurato, cosa si comperava con quella cifra nell'anno di emissione, la composizione della lega metallica con cui è coniata... Una moneta può aprire un mondo di scoperte e di conoscenza, e da lì iniziare una collezione che non sempre significa spendere grosse cifre: cercare i valori similari di quell'anno degli altri stati europei, cercare le monete di circolazione del proprio anno di nascita in più paesi del mondo possibile, e studiare cosa vi è rappresentato e perché... e così via. Quindi ha un valore anche una moneta coniata in quasi 100 milioni di pezzi ed in conservazione MB come questa, per chi la sa apprezzare e la vuole far diventare la prima di tante altre di un divertente, ma culturalmente ricco passatempo, che permetterà anche di non farsi illudere su un suo valore economico. https://www.cronacanumismatica.com/vecchie-lire-ed-euro-spiccioli-basta-con-le-bufale-online/
    2 punti
  19. @andreademari, giudicare una Piastra del 1831 non è facile, nascono già con dei difetti di coniazione : I tre gigli nella palla dei Medici sono evanescenti, Il metallo usato per la coniazione non era sicuramente dei migliori. Condivido la mia 31 per confronto.
    2 punti
  20. Padova è la città che rappresenterà l'Italia nel 2020 per essere iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO con la Cappella degli Scrovegni di Giotto e dei cicli pittorici del Trecento. L’iter per la iscrizione, iniziato nel 2018, dove Padova, propone i suoi cicli pittorici del Trecento per l’inserimento nella Lista del patrimonio mondiale Unesco prevede un percorso di valutazione molto particolare ed essere considerati di eccezionale valore universale. La decisione finale sarà pronunciata nel luglio 2020. In occasione di tale importante iniziativa il Circolo Numismatico Patavino ha voluto ricordare questo momento con la realizzazione di una medaglia in Bronzo, Rame e Argento e dal diametro di 60 mm coniata dalla officina Picchiani & Barlacchi di Firenze e firmata dal maestro Giuseppe Grava. Sul diritto si e’ voluto riproporre in tutto campo il logo associativo rappresentato dalla rivisitazione del carro, simbolo della signoria padovana dei carraresi del XIV sec., circondata dalla scritta Circolo Numismatico Patavino . Ma e’ sul rovescio che viene ricordata la candidatura di Padova alla lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Viene infatti riprodotto il logo di Padova Urbs Picta rappresentato da una formella trecentesca con iscrizione interna su due righe "Padova / Urbs picta". Sotto tre sezioni di affreschi di Padova stilizzati e appartenenti a tre siti e più esattamente al Battistero della Cattedrale (sulla sinistra), cappella degli Scrovegni (in centro) e della Chiesa dei santi Filippo e Giacomo agli Eremitani (a destra). Intorno la scritta “per la iscrizione nella lista del patrimonio dell'Unesco 2018-2020” Per informazioni sulla medaglia consultate il nostro sito http://www.padovanumismatica.it/wordpress/iniziative-della-associazione-2/eventi/ Invitiamo invece a vedere l’interessante video realizzato dal Comune di Padova, della durata di poco meno di due minuti, nella quale vengono mostrati tutti i luoghi della candidatura https://www.padovaurbspicta.org/
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  21. Dovrebbe essere un asse con la Spes al rovescio, forse Domiziano da Cesare sotto Tito.
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  22. Sembra di essere ad agosto...... un cielo pieno di meteore .... alla caccia di tesori..... saluti TIBERIVS
    1 punto
  23. Grazie giovanni0770, a mio modesto parere la tua moneta può essere classificata qSPL. Quella che avevo trattato era un BB. Mi piacerebbe sapere dagli Amici del Forum quale può essere attualmente una valutazione realistica di questo raro millesimo ( in BB o ancora meglio nelle varie conservazioni ). Grazie Ciao Beppe
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  24. Il consiglio di @ciosky68 e il modo migliore per un realizzo “imprevedibile “ . Sicuramente molto di più di quando tu pensi. I miei complimenti per il tuo “ pezzo di storia della Numismatica classica”
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  25. Consultando il vol. II del CNI presente nel sito di "incusoaltervista" vedo che da pag. 622 inizia la descrizione dei Bezzi anonimi e da pag. 627 quella con i Bezzi con le iniziali dei Massari.
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  26. Esattamente così. La patina malachitica normalmente è verde.
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  27. @Leonardo RiccobelloRiccobelloRiccobelloRiccobelloRiccobelloRiccobel Salve, Se vuole mi può contattare via MP (Messaggio Privato). Sarei interessato all acquisto. Grazie
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  28. @Hirpini l’edta in soluzione acquosa non altera minimamente l’argento, agisce come sequestrante sui sali che formano le incrostazioni. Se tieni la reazione sotto controllo puoi interromperla prima che attacchi la patina. Invece non va usato sul bronzo perchè scioglie la patina. L’acqua demineralizzata ammorbidisce la sporcizia e poco più.
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  29. Increspature compatibili con un spl, buon prezzo
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  30. ? Rebus ben congegnato per fotografare la situazione presente rispetto a quanto preannunciato a breve. Fondamentale la virgolettatura del 5, attorno al quale ruota tutta la vicenda. Bravo Il Dio Ra, l'autore, ma bravo anche il solutore. Bye bye... apollonia
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  31. Buongiorno a tutti e buona domenica, rispolvero questa mia vecchia discussione, siamo a inizio anno, tempo di bilanci per l'anno e soprattutto gli anni trascorsi, pensavo alla mia prima volta, sono trascorsi oltre 40 anni, l'occasione per riflettere è stata l'aver ritrovato dei miei vecchi appunti Numismatici relativi a studi araldici. Rivedendoli riflettevo su quali erano le monetazioni che seguivo e come avevo impostato la mia collezione, una era relativa ai Borboni e una ai Savoia, ora sto portando avanti quella Borbonica con varie incursioni nel vicereame, e altri periodi storici..? Di nuovo Buona Domenica Saluti Alberto
    1 punto
  32. Ciao, affascinante moneta e bell'esemplare ! La rarità a catalogo l'ho inserita io, quindi non posso che confermarla ! :-) Per qualche info in più ti rimando a questo topic di qualche anno fa :
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  33. Ho letto che Zaleuco, ossia Giuseppe Gamna (1882-1976), è stato un eccezionale propagandista dell’Enigmistica (o Enimmistica, come si diceva agli inizi del XX sec.), creatore nel 1923 della S.F.I.N.G.E. con lo scopo di valorizzarla e portarla a un vero strumento di cultura, di svago e d'arte. Hanno scritto di lui: “Se come autore fu elettissimo, come solutore fu addirittura sbalorditivo: in pochi minuti - e a volte in pochi secondi - risolveva giochi che ad altri, sia pure agguerriti, erano riusciti insormontabilmente ostici”. “La straordinaria agilità della sua mente aveva del prodigioso”. “Lui, Maestro, aveva la maestria di non farsi sentire maestro, anche se regalava consigli da gran signore e non da professore”. “Come alcuni idioti potevano pensare”, aggiungo io. Mi piacerebbe avere una “dramma” – come direbbe il Poeta – della sua abilità come solutore per risolvere in tempi non biblici (ma non è detto che bastino!) alcuni dei suoi rebus. Questo rivela grande cura nella illustrazione come era nel suo stile. Aggiungo la prima lettura: 4 2 7 1 3 1 1 6 2 3 2 4 2 6 1 6 Franco Bosio, noto anche con lo pseudonimo di Orofilo, uno dei più importanti autori di rebus, ha trovato bellissima per l’epoca la chiave associata al grafema R.
    1 punto
  34. Complimenti, è un ottimo esemplare.
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  35. Per casi difficili come questo ti suggerirei un bagno in soluzione al 5% di EDTA (sale bisodico dell’acido etilendiamminotetracetico). È un prodotto economico (pochi € su ebay) e non tossico. Osserva la reazione (è un chelante, quindi si lega ai sali di zolfo responsabili dell’ossidazione) e quando ritieni sia abbastanza pulita risciacqua con acqua demineralizzata.
    1 punto
  36. L'ho ricontrollato ma non vi è riportato altro se non quello che ti ho postato, in quelle con il taglio inciso a rovescio. Nessun riferimento del genere nemmeno al 1857 o 58 Saluti!
    1 punto
  37. Allarme disattivato? Per fortuna io non ho né cassaforte ne allarme (a parte il mio mastino di 8 kg tutto arruffato...)
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  38. Succede solo a chi ne ha troppi...
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  39. Si esatto, mi ricordo anche di una discussione dove si parlava dei 20 centesimi di € italiani coniati col millesimo 1999, che seppur destinati alla distruzione alcuni esemplari vi "sfuggirono"
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  40. Esatto, e' ovvio che chi lo fa di mestiere una conoscenza generica c'e' l'ha, ma se arriva un cliente collezionista con monete su cui non sono ferrato e dovesse chiedermi una valutazione su una collezione che non sono in grado di fare, poiche' le mi conoscenze non mi permettono di essere professionale, io personalmente lo indirizzo da miei colleghi che sono competenti in quel settore Sono d'accordo che si perda il cliente, ma non sul fatto che non paghi (ovviamente mi riferisco all'aspetto di credibilita').......il cliente non avra' rapporti commerciali con me, ma senza dubbio potra' dire che sono stato onesto ad indirizzarlo verso colleghi competenti Qualora facessi finta di conoscere , avrei si un rapporto commerciale con lui, ma se ne accorgerebbe subito dopo.....alle prime parole fatte con qualcun altro capirebbe che la mia unica intenzione era "fragarlo" non ammettendo che non ero in grado di comportarmi in maniera professionale, pagando magari quasi nulla una raccolta che, non essendo appunto esperto, non ero ovviamente nemmeno in grado di poterne dare la giusta valutazione economica Ecco, questo secondo me sarebbe cio' che non paga e che farebbe perdere fama ad un commerciante, il cliente deluso non farebbe altro che parlar male di lui (giustamente), mentre nel primo caso l'unica cosa che potrebbe dire e' che sono stato onesto Nello specifico, io ad esempio non ho alcun problema ad ammettere che se mi portassero a valutare una raccolta importante di antiche (per intenderci romane, greche, ecc.) ad oggi, ammetterei di non essere esperto e lo indirizzerei da colleghi che ritengo essere competenti per poterne dare un'adeguata valutazione (per farlo non occorre solo averne un'infarinatura e sapere di cosa si tratta, la professionalita' e' altra cosa, ossia saper pesare ogni piccola sfaccettatura che occorre per poter saper valutare correttamente una monetazione) Ripeto, e' una cosa comune a tutti i professionisti del settore (e a mio avviso non e' assolutamente un difetto).....NESSUNO, ti garantisco, puo' essere esperto in tutto
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  41. 1 punto
  42. Più probabile che si tratti di un imperiale di Como per Ludovico il Bavaro; la particolare forma della M mi pare caratteristica. Per eventuale confronto ho trovato solo un riferimento all'imperiale per Enrico VII, simile ma non identica... https://www.deamoneta.com/auctions/view/392/370 La moneta in questione, se confermata per Ludovico, è molto rara e rappresentata nel Bellesia a p.93, n°2/A e 2/B. Ne possiamo trovare un esemplare al lotto 1309, p.186 del catalogo Negrini in collegamento (vendita 28 del 10 dicembre 2008): https://www.numismaticanegrini.it/linux/Cataloghi/AstePubbliche/20081210_28/09.Monete di Como.pdf ciao Mario
    1 punto
  43. Auguro a tutti un 2020 pieno di grandi belle sorprese. Stiamo attenti al contingente delle prossime emissioni, tante sorprese, corse e sacrifici per per avere le monete che saranno destinate solo a chi ha una carta di credito. Vi aggiornero' appena avro' notizie certe.
    1 punto
  44. Vi aggiungo due aquile: la prima Sveva Federico II, la seconda Aragonese Giacomo
    1 punto
  45. Horribile visu! quel Cavallo è rachitico, il Delfino anoressico, il pezzo (per me, attenzione) non supera l'esame estetico, che per la valutazione di una moneta proveniente da un mondo ellenistico, credo sia di primaria importanza Buonasera a tutti Arcangelo
    1 punto
  46. Provo a evidenziare le contromarche...
    1 punto
  47. Buonasera a tutti: stavo rileggendo l'intervento di Ermanno Arslan "le monete ostrogote nel museo di Udine"in"goti nell'arco alpino orientale"2006,in cui afferma che"le emissioni in oro a nome di Zenone non sono per ora distinguibili da quelle volute da Odoacre" e mi chiedevo se l'imperatore nell'anno del suo primo regno abbia emesso solidi in occidente a suo nome,se le emissioni dal 476 anno dell'insediamento di Odoacre siano da considerare pienamente attribuibili al re degli eruli,e ancora:lo stato degli studi è forse progredito sufficientemente da poter stabilire una adeguata attribuzione ad eventuali solidi di uno o dell'altro? Ringrazio anticipatamente chi vorrà togliermi questi dubbi . Saluti. Adelchi.
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  48. Ciao, si tratta di una moneta rara ed interessante; l'incisore "RA" tuttora non identificato, era molto probabilmente un incisore locale chiamato a realizzare ulteriori coni per la zecca di San Severino da affiancare a quelli provenienti da Roma, siglati da Tommaso Mercandetti. Da ricordare che si tratta della seconda zecca per produzione di rame tra quelle marchigiane del periodo, dietro alla sola Fermo, con un quantitativo totale di 186mila scudi di rame monetato, pari a 3 volte quello di Ancona. Per questo ci sono tanti coni di produzione locale, da quelli siglati "AP" di Andronico Perpenti fino ai coni "di bello stile", alcuni anche siglati TM ma sicuramente eseguiti da altra mano, per analogia di stile potrebbero essere attribuiti allo stesso misterioso "RA". Quanto alla valutazione economica, di passaggi recenti ricordo solo l'esemplare dell'asta Nomisma 38, inserito nel nostro catalogo, che fece 700 euro in conservazione SPL+ nel 2009. Il tuo esemplare ha conservazione inferiore e l'effetto abbastanza deturpante del logorio del conio del diritto, probabilmente si potrebbe attestare sui 300 euro. I coni erano incisi su rulli per questo erano sicuramente presenti da 4 a 8 impronte differenti, a seconda del diametro delle monete e del rullo stesso. Il decentramento deriva dalla fase di punzonatura post-coniazione, per separare il tondello dalla lamina coniata; evidentemente i due rulli erano leggermente sfasati durante la rotazione e questo ha portato allo stesso "effetto" sui tondelli che venivano fustellati prendendo a riferimento il diritto. Ciao, RCAMIL.
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