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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/15/20 in tutte le aree
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Buonasera, stavo osservando il mio grano del 1793 acquistato in Germania, pensavo alla sua storia al come si fosse trovato lì, ad un certo punto mi ha iniziato a raccontare la sua storia, eccola. Siamo sul finire del 1792, in Francia si scoprono dei documenti segreti che provano gli intrighi reali con le potenze straniere. Luigi Capeto, già Luigi XVI, al termine di un tumultuoso processo, viene riconosciuto colpevole di cospirazione contro la sicurezza dello stato e condannato a morte. Il 21 gennaio del 1793 il Re viene ghigliottinato e la notizia giunge a Napoli quasi contemporaneamente alla definitiva partenza di Latouche. La reazione del governo napoletano si scatena, vengono "presi nella notte e menati in carcere molti di coloro che praticarono co' francesi", ma non si trovano capi di accusa contro di loro. Unico provvedimento sarà una specie di domicilio coatto per Antonio Jerocades e Giuseppe Cestari. L'esecuzione di Luigi XVI e il timore di ribellioni in città, anche per le difficoltà di approvvigionamento della grano e della farina, spingono Napoli a stringere, nell'estate del 1793, un trattato di alleanza con l'Inghilterra. Ma per non turbare la neutralità promessa a La Touche, Acton lo sottoscrive in gran segreto.Horatio Nelson arriva sull'Agamennon per chiedere truppe in aiuto alla guarnigione di Tolone consegnatasi agli inglesi. Tutti i cittadini francesi vengono espulsi dal Regno compreso l'ambasciatore Mackau. Ecco che entra in scena il mio grano, era uno spicciolo che aveva in tasca Pierre, un soldato Francese che prestava servizio nella guardia personale dell'ambasciatore francese a Napoli. L'ambasciatore lascia Napoli in gran fretta portandosi dietro i soldati Francesi che rappresentavano la propria guardia. Pierre tornato in patria viene inviato in missione come tanti altri soldati Francesi, entra a pieno titolo a far parte dell'armata Francese, e partecipa alla battaglia di Kaiserslautern in Germania (28-30 novembre 1793) il grano ormai lo porta con sé come ricordo del periodo passato a Napoli quando i tempi erano migliori. Il 28 novembre, l'armata francese comincia un'avanzata su tre colonne. L'ala destra è guidata da Alexandre Camille Taponier, la sinistra da Jean-Jacques Ambert. Hoche marcia col centro ma le strade sono ancora in cattivo stato e così viene perduto molto tempo. Ê Taponier ad entrare per primo in contatto col nemico e riporta qualche successo iniziale. Ma Ambert che ha avuto grossi problemi nell'attraversamento del fiume Lauter si trova, con soli 6000 uomini a dover far fronte al corpo d'armata di Friedrich Adolf von Kalckreuth dotato di forze preponderanti. Per sfuggire all'accerchiamento ripiega sulle forze di Hoche che giunge in suo soccorso Il 29, i francesi passano il fiume. Le avanguardie di Dubois e Molitor sono bloccati sul pianoro di Erlenbach dalla feroce e preparata resistenza prussiana. Ambert deve correre al soccorso passando attorno all'altopiano; solo dopo che una forte batteria è installata sulle alture vicine si viene a capo della resistenza. Hoche si schiera con le sue truppe sui rilievi dell'Otterberg. L'ala sinistra prussiana, che si ritiene ormai isolata non accenna a ritirarsi nonostante gli attacchi lanciati da numerosi squadroni francesi. all'attacco dell'ala destra, la brigata Simon smarrisce la strada e non si ricongiungerà con la divisione Paillard che alla fine della giornata. Poiché è troppo tardi per attaccare il comandante Ambert riceve ordini di marciare anche tutta la notte per congiungersi col centro di Hoche. Da parte sua Taponier attacca l'abitiato di Kaiserslautern, ma è isolato e di fronte ad una ben organizzata resistenza deve ritirarsi nei boschi; anche le sue truppe passano tutta la notte all'erta. All'alba del 30, le opposte artiglierie fanno fuoco a volontà. Hoche lancia altri attacchi. A sinistra, alla testa di quattro battaglioni Molitor quasi si impadronisce della collina detta Buchberg, ma è infine respinto. A destra la divisione Huet riesce a malapena a mantenere le proprie posizioni. Al centro, le cavallerie opposte caricano a turno, senza obiettivi precisi: tutti gli attacchi di Hoche sono respinti in disordine. Vedendosi ben protetto ai fianchi, Brunswick attacca con decisione per riprendere l'Otterberg e Hoche si vede costretto ad abbandonare il terreno. La battaglia di Kaiserslautern (28-30 novembre 1793) fu una battaglia della Prima coalizione (parte delle guerre rivoluzionarie francesi), combattuta nei pressi della città tedesca di Kaiserslautern. Il risultato è stato una vittoria dell'esercito prussiano sotto il comando del duca di Brunswick contro l'esercito francese della Mosella guidato da Lazare Hoche. Durante il concitato scontro tra i due schieramenti a Pierre cade la moneta perdendola, non si rivedranno mai più, Pierre resterà ferito e prigioniero ma avrà salva la vita. Il grano Napoletano del 1793 resterà nascosto e dimenticato in quei campi di battaglia fino a quando un contadino tedesco lo ritroverà negli 60 del 900 e di mano in mano arriverà in un negozio numismatico e da lì è venuto a me.. ? Spero che abbiate trovato anche voi interessante il racconto del mio Grano 12 Cavalli del 1793. Saluti Alberto3 punti
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Dante dedica a Manfredi i versi 103 - 145 del Canto III del Purgatorio: E un di loro incominciò: «Chiunque tu se', così andando, volgi 'l viso: pon mente se di là mi vedesti unque». Io mi volsi ver lui e guardail fiso: biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l'un de' cigli un colpo avea diviso. Quand'io mi fui umilmente disdetto d'averlo visto mai, el disse: «Or vedi»; e mostrommi una piaga a sommo 'l petto. Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi, nepote di Costanza imperadrice; ond'io ti priego che, quando tu riedi, vadi a mia bella figlia, genitrice de l'onor di Cicilia e d'Aragona, e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice. Poscia ch'io ebbi rotta la persona di due punte mortali, io mi rendei, piangendo, a quei che volontier perdona. Orribil furon li peccati miei; ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei. Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia di me fu messo per Clemente allora, avesse in Dio ben letta questa faccia, l'ossa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, dov'e' le trasmutò a lume spento. Per lor maladizion sì non si perde, che non possa tornar, l'etterno amore, mentre che la speranza ha fior del verde. Vero è che quale in contumacia more di Santa Chiesa, ancor ch'al fin si penta, star li convien da questa ripa in fore, per ognun tempo ch'elli è stato, trenta, in sua presunzion, se tal decreto più corto per buon prieghi non diventa. Vedi oggimai se tu mi puoi far lieto, revelando a la mia buona Costanza come m'hai visto, e anco esto divieto; ché qui per quei di là molto s'avanza». In questi versi, descrive il luogo di sepoltura : ssa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, dov'e' le trasmutò a lume spento. La sepoltura di Manfredi potrebbe essere questa? Vabbè continuo stasera..3 punti
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Buonasera Dopo breve ricerca ho potuto appurare che la notizia non è ancora arrivata sul nostro forum e dato che credo possa essere argomento di qualche interesse la posto senza indugi nella sezione di cui il decadramma Siracusano è uno dei capisaldi e poiché la vicenda tratta della Storia recente (collezionistica e non) di tale moneta, ai miei occhi assai più rilevante delle eventuali questioni legali connesse alla vicenda. Girovagando su acsearch ho notato un curioso commento a fondo pagina di un bel decadramma attribuibile ad Eveneto che dopo qualche ricerca mi ha condotto ad una discussione sul FAC. L'esemplare era stato venduto nell'asta 83 lotto 101 della fu gloriosa Leu Numismatik AG il 06-05-2002. A quanto pare un attento Numismatico segnalava alla fine dello scorso novembre che l'esemplare in questione sarebbe stato una volta in possesso del Gabinetto Numismatico del Museo di Berlino, almeno fino al 1945. Ed almeno dal 1851 considerate le varie pubblicazione di questo specifico decadramma, se non addirittura dal 1844 visto il numero di acquisizione riportato sul sito del sopra citato Gabinetto Numismatico. Riassumendo le vicende storiche, nel 1946 l'armata rossa avrebbe condotto l'intera collezione numismatica, compresiva di archivio e biblioteca, in Unione Sovietica. URSS che solo alla fine del 1958 avrebbe restituito alla Repubblica Democratica Tedesca il tutto, eccezion fatta per la biblioteca e "qualche esemplare mancante". Da qui le virgolette nel titolo, dove tra perso e rubato passa un bel mare di differenze visto il periodo storico e le entità politiche coinvolte, nonché la situazione della divisione della ex capitale del Terzo Reich germanico. In conclusione tra le monete mancati vi era proprio il decadramma in questione che riemergeva dalle acque torbide della Storia del '900 solo 56 anni dopo la sua "scomparsa" da Berlino. Onde evitare di riportare pedantemente le opinioni e le conclusioni tratte dalla discussione sul FAC riporto di seguito tutti i link utili ai nostri utenti per valutare il caso autonomamente e, se vorranno, condividere i propri commenti e riflessioni. Restando naturalmente a disposizione di chi non avesse sufficiente dimestichezza con l'inglese. Link alla discussione sul FAC: https://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=120693.0 Link alla vendita Leu 83 lotto 101 del 2002: https://www.acsearch.info/search.html?id=100303 Link al sito della German Lost Art Foundation dove troviamo l'esemplare oggetto di questa discussione: http://www.lostart.de/Webs/EN/Datenbank/EinzelobjektVerlust.html;jsessionid=A51761B71A3135C0651673C1E6046199.m1?cms_param=EOBJ_ID%3D527497%26_page%3D0%26_sort%3D%26_anchor%3Did4440 Link allla pubblicazione del Consiglio Internazionale di Numismatica dove è possibile trovare l'articolo "150 Years of the Münzkabinett Berlin. People – Coins – Medals" di Bernhard Weisser, da dove sono tratte le informazioni storiche sulle vicende del Gabinetto Numismatico di Berlino: https://www.academia.edu/41380543/150_Years_of_the_Münzkabinett_Berlin._People_Coins_Medals_2018_ Buona lettura e Buone riflessioni2 punti
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ho recentemente letto questo volume di Asolati e Stella… e lo sto rileggendo oltre alle monete, c'è un'analisi della circolazione per tipologia nella diocesi italiciana, e una serie di riflessioni sulle datazioni etc... un volume davvero interessantissimo, con rimandi a una enorme bibliografia della quale fa spesso sintesi per tipologie monetarie è un volume che vale assolutamente il prezzo di copertina e per l'approccio è incredibilmente di più di un "semplice" repertorio di scavo un lavoro di grande qualità che metto tra le cose migliori che io abbia letto negli ultimi 12 mesi2 punti
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Buonasera, ultima arrivata e seconda moneta del 2020 in Collezione Litra68. 10 Tornesi 1819 Variante Stella a 6 punte Collo a punta. Magliocca 450a. Pagani 91b.D'in.83b. Scusatemi per le foto, non rendono bene, dal vivo è molto meglio. Aspetto vostri pareri e Vostre monete per confronto. Saluti Alberto2 punti
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Buonasera Alberto, ti dico per esperienza, che parto sempre con la voglia di finire una serie....poi mi perdo con qualcosa che cattura la mia attenzione e desisto...ti lasci trasportare da questa affascinate monetazione e riempi tasselli. Secondo me uno si deve porre un limite, cioè capire che periodo collezionare. Solo il 700?, solo l'800? solo Ferdinando IV o II ? Francesco o Gioacchino? Quello lo devi stabilire tu!2 punti
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I see that my posts have been so conveniently deleted from the other forum. So in a nutshell, let the Germans first return the thousands of Greek artifacts they looted from the Greek museums during WWII, pay the billions of war reparations they still owe and then they can claim this coin which is worth peanuts. How did the coin end up in Berlin anyway? Did the syracusans colonise the Goths? Or was it coming from the excavations the Germans archeologists did between 1800-1900? And they took the artifacts to "protect" and "save" them from the illiterate modern greeks? The only achievement of the original poster is that he may get a reward and that is his interest all about. The coin is now condemned, the Leu auction house does not exist anymore, and one unaware collector got screwed big time2 punti
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Credo che sia un set per turisti, praticamente è una serie ridotta del thai 2559 (2016), controlla tu stesso, tutte debbono avere al rovescio in comune questi caratteri: พ.ศ.๒๕๕๙ In buona sostanza le monete in uso, la più piccola (25 satang = 1/4 di bath) è equivalente a meno di un centesimo di euro, ma possibilmente lo utilizzano ancora. Nel set ufficiale invece sono presenti anche i valori più piccoli non più usati (1 - 5 e 10 satang), quest'ultimi coniati appositamente in tiratura ridotta per le serie complete.2 punti
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ma che è, il risveglio dei ramini dorati e dei nordic gold ramati? Tre post nel giro di poche ore (senza uno straccio di foto a dimostrare il "ritrovamento" , non sia mai) in thread morti e sepolti da mesi, se non anni.......2 punti
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ciao @Adelchi66 spera di copiare le siliquette papali/bizantine, le monete che precedono a roma gli antiquiores .... roba da 0,20/0,40 g la comparativa con uno dei pezzi pubblicati da O'hara mi pare parli da se....nonostante la qualità della foto presa dal testo... una "vera" con i baffi da gatto non l'ho mai vista2 punti
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Buonasera e complimenti a @ciosky68 per l’identificazione. Diciamo che la prima classificazione indicava l’esemplare come una emissione del IV secolo d.C. Ho contattato il venditore per capire se in caso di aggiudicazione avessi ricevuto questa moneta o quella indicata (erroneamente) nella descrizione. Ringraziatomi della segnalazione, la classificazione errata (dovuta a refuso) è stata corretta, indicandola come emissione provinciale neroniana da Smirnya (attuale Smirne). Roman Provincial IONIA, Smyrna Nero, with Poppaea. AD 54-68 AE, Struck circa AD 62-65 Laureate head right / Poppaea as Nike standing left, holding wreath and cornucopia; ΝϵΙΚΗ ΠΟΠΠΑΙΑ ZΜΥΡ around 3.53 g, 17 mm RPC I 2486; SNG München -; SNG von Aulock -; SNG Copenhagen -; BMC Ionia pg. 271, 292 (https://www.vcoins.com/en/stores/musa_numismatic_art/193/product/nero_with_poppaea_ionia_smyrna_ae_17_mm_struck_circa_ad_6265/625480/Default.aspx) Ma attenzione: nell’esemplare in oggetto la legenda al diritto è in caratteri latini. Mi pare di distinguere con una certa facilità … CLAVDIVS CAESAR … . Da qui la ricerca che mi ha portato alla medesima conclusione di ciosky68. Una emissione della “zecca balcanica” (Perinthus?) che fa parte del gruppo contraddistinto da emissioni appunto con caratteri latini (sec. Howgego). Ecco alcuni confronti oltre a quello già segnalato. https://www.forumancientcoins.com/catalog/roman-and-greek-coins.asp?vpar=1686&pos=0 http://www.coinproject.com/coin_detail.php?coin=251570 https://www.ebay.com/itm/FORVM-Rare-Nero-Semis-Perinthus-Thrace-Mint-with-Latin-Legends-Nice-Patina-/401734347443?_ul=AR https://www.acsearch.info/search.html?term=nero+semis&category=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1&order=0¤cy=usd&company= Una piccola moneta, quindi, un sottomultiplo (1/2) di quell’asse che probabilmente nel periodo neroniano aveva comunque una valore specie nella periferia dell’Impero dove i costi erano inferiori a quelli dell’Urbe e che era comunque necessaria ad una economia dove i piccoli ma numerosi scambi quotidiani erano pagati con piccole somme (e quindi “piccole monete”) ma che nell’insieme muovevano grandi quantità di contante. Un semisse che valeva 2 di quei quadrans (quadranti) più diffusi… una moneta che viene comunque segnalata come “rara” o “molto rara”. Per approfondire il discorso “small changes” (= “spiccioli”) e la loro importanza nell'economia romana del Primo Impero vi rimando alla discussione https://www.lamoneta.it/topic/117288-spiccioli-romani/ Ciao Illyricum2 punti
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Qui @eliodoro suppongo mi abbia lanciato un amo con una prelibata esca alla quale faccio fatica a resistere. Lui lo sapeva benissimo nel farlo ed io “abbocco” con piacere. Il luogo di sepoltura di re Manfredi è ignoto ma molti in passato hanno cercato di trovarne il locus mentre poco nota però è la vicenda del ritrovamento di un’urna funebre nel rifacimento del ponte che permette l’accesso alla città di Ceprano. Un passo alla volta cercando di riassumere il tutto: Manfredi muore in battaglia e viene sepolto nei pressi di un ponte a Benevento. Successivamente il suo corpo viene rimosso (uno scomunicato sepolto in un territorio della Chiesa!!!) e le sue spoglie seppellite lungo il Verde. Il Verde è assodato che si tratti del fiume Liri come dimostrato da documenti antichi in cui il fiume Liri vene chiamato Viride. Da dove nasce quindi l’ipotesi che l’urna rinvenuta contenesse le spoglie del re Svevo? La colpa, se così la vogliamo definire, è di un autore locale, Antonio Vitagliano, che nel suo “Il Ceprano ravvivato”, opera del 1653, racconta un fatto certamente avvenuto e documentato. “Erano le parole precise dell’Epitaffio, le seguenti; che furno genuinamente registrate nel libro del ponte di Ceprano fatto à mano dall’Arciprete Don Pasquale Honorati nostro Cittadino di bell’intelletto, all’hora, che nell’anno 1614. à 17 d’Aprile fù discauata interiamente questa cassa, quasi appresso le muraglie dell’antico Ponte, che si disguastaua per la nuova fabrica nel fiume Liri, il cui coverchio marmoreo, che era alla detta cassa piombato, con la seguente iscrittione, fù per un tempo esposto al publico spettacolo à vista di tutti, & sendosi alla fine casualmente rotto in più pezzi, ne conseruai un rottame con tre sole parole, che ancora ritengo per memoria nel giardino, & ciò perché leggendo apresso Leandro Albeti nella quinta Regione d’Italia, al fol. 167 trouai ad verbum registrato l’istesso Epitaffio, che diede certezza maggiore del fatto; mentre disse di esser stato posto nella di lui sepoltura in Beneuento, & che poscia dal Cardinale Ottaviano Ubaldino Arciuescovo di Cosenza, & Apostolico Legato à quell’atto, fatta discauare la cassa dello scommunicato cadauero, & fattale porre foura di un carro, la fè cacciare fuori del Regno & condurre in questi confini di Ceperano doue lo trasmutò à lume spento, cioè doue hebbe le ferite, che furon causa della di lui morte in Beneuento". Hic iacet Caroli Monphredus morte subactus, Caesaris heredi non fuit urbe locus. Sum Patris ex odijs, ausus confligere Petro, Mars dedit hic mortem, Mors mihi cuncta tulit. Se le parole del Vitagliano corrispondono al vero e prima di lui risulta vera la vicenda dell'epitaffio scritto sull'urna credo non vi debbano essere dubbi sulla certezza che essa sia veramente stata destinata a contenere le spoglie del sovrano ma, come tutte le belle storie c’è un ma… Molti infatti sono i dubbi sollevati, in particolare quelli riportati nell'articolo del link seguente: https://www.academia.edu/38191611/la_sepoltura_di_manfredi.pdf Il mio parere? Da studioso, in assenza di prove certe e con la probabile errata interpretazione delle fonti non si può assolutamente essere certi che quell'urna sia la tomba di re Manfredi… da appassionato di storia locale e, con ovvie parzialità campanilistiche, mi piace pensare che sia tutto vero. Osservazioni in merito?2 punti
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Il Forum sta facendo la "muta" riguardo agli utenti che sanno di determinati argomenti fra cui anche le monete senatoriali romane del periodo comunale. Occorre pazienza. Io stesso sono preso da altri problemi e intervengo solo se chiamato in causa e non sempre. Ma tant'è..... Noto che per gli esemplari con pettine intersecante (tipo Caprignano) hai ancora molti dubbi. Ti consiglio di leggere un mio contributo https://www.academia.edu/36541731/I_denari_provisini_del_cosiddetto_Gruppo_di_Caprignano_ Sono tre Gruppi (più un sottoGruppo, in realtà) e sono sempre uguali ognuno con segni nella croce che rimangono invariati per ogni Gruppo. In due tuoi denari vi è un salto di conio che complica un poco la lettura delle monete ma nulla di così complicato. L'ultimo esemplare che hai postato presenta una rosetta a sette punti. E' la produzione che precede i conii di Carlo I. Raro, specialmente con rosetta a destra. ciao2 punti
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Ecco il dettaglio. NERO (54-68). Semis. Uncertain mint in Thrace. Obv: NERO CLAVDIVS CAESAR AVG GERM P M TR. Bare head right. Rev: VICTORIA AVGVSTI. Victory advancing left with palm branch and wreath. RPC I -; RPC Supplement 2, 5487 corr.2 punti
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Buongiorno, in un lotto di monete, ho trovato questo curioso gettone "a' da venì" con l'immagine di Baffone (Stalin), coniato in occasione delle elezioni amministrative del 1952, com dice la leggenda. Al rovescio, si vede uno stivale con la mano (con la falce e martello) che toglie la corona turrita all'Italia, con la scritta "è venuto". Singolare la leggenda "comuni social-comunisti italiani". Vicino al bordo in piccolo ci sta "Comitati civici italiani" , organizzazione finalizzata all'educazione e alla mobilitazione civico-politica dei cattolici. Presumo che questo gettone sia stato coniato con scopo satirico. Tra l'altro alle elezioni provinciali ci fu il successo della DC....1 punto
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Vi presento la mia prima medaglia papale, acquistata oggi a Roma. PS non l'ho fatta pulire: mi piacciono così come sono. MEDAGLIA ANNUALE DELLO STATO PONTIFICIO: “AMPLIAMENTO DEL PORTO DI CIVITAVECCHIA” Anno: 1836 – VI Metallo: Argento Diametro: 43,5 Peso: 32,98 / 33,00 gr Artista: Giuseppe Cerbara Tiratura (al 29 giugno 1836): 39 in oro, 2897 argento. Medaglie in bronzo durante il medesimo anno. Dritto: Gregorio XVI rivolto a sinistra, con zucchetto e pivale decorato con spighe di grano e tralci di grappoli d'uva. Rovescio: Allegoria femminile che impersonifica Civitavecchia, seduta e indicante le mura ed il porto della città sul litorale laziale. Documento: ASR (Archivio di Stato di Roma) , Camerale II, Zecca, b, 30. (Modesti) NOTE: Con la visita di Gregorio XVI il 20 maggio 1835, si decisero diversi lavori pubblici per la città, fra cui la demolizione di un tratto di mura; abbattute in autunno sotto la direzione dell'ingegnere del Genio Militare Paolo Emilio Provinciali. L'opera venne compiuta nella primavera del 1836. Cure particolari furono rivolte anche al porto di Civitavecchia. I lavori costarono 6000 scudi ed il Fortino fu chiamato "Gregoriano" in onore del Papa. (Modesti)1 punto
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Ciao, riprendo una serie di discussioni che andava qualche tempo fa, quella dei quiz. Ultima presa, moneta di nicchia ma a mio avviso interessante e aggiunta alla collezione personale con un esborso pecuniario limitato (una quindicina d'euro tra costo e spese di spedizione). Diciamo che sono stato fortunato ad approfittare di una classificazione errata. Ecco l'esemplare: Dati fisici: 3.84 g, 20mm A voi la parola... emittente, valore nominale, zecca, etc... vediamo se giungiamo alla stessa conclusione. Ciao Illyricum1 punto
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Buongiorno a tutti cari amici del forum. Vorrei sottoporvi questa moneta da una lira coniata nel 1682 a Torino a nome di Vittorio Amedeo II. Sono consapevole che il dritto presenta qualche problemino ahimè!! Cosa ne pensate? Vi ringrazio anticipatamente e vi auguro un buon week end!! Auriate1 punto
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Buon acquisto, probabilmente oggi ti toccherebbe spendere qualcosa in più. Anche a me piacerebbe prendere qualche moneta sfusa del Vaticano, ma come hai detto anche tu non si trova molto in giro, proprio perché si tratta di monete provenienti da divisionali e in genere non vengono vendute singolarmente.1 punto
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C'è lo zampino della prima guerra mondiale, il 5 e 10 rappen in quell'arco di tempo sono stati coniati a singhiozzo utilizzando materiali diversi, addirittura il 20 rappen in nickel dal 1914 al 1918 non è stato nemmeno prodotto. Sono stati quindi gli eventi di quegli anni, le necessità belliche richiedevano grandissimi quantitativi di nickel, l'approvvigionamento doveva essere molto difficoltoso per una nazione neutrale. La necessità di coniare comunque moneta spicciola, ha costretto la Svizzera ad utilizzare altri metalli sino a quando la situazione si è normalizzata.1 punto
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Direi quindi, se ho ben capito (e giusto per sorridere e rilassarci un po') "Any colour you like" Contenuta proprio nell'album: The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd (che l'immagine di @giuseppe ballauri mi ha subito ricordato) Ciao e buona serata a tutti da Stilicho. P. S. Quanto mi piacerebbe saper fotografare le mie monete!1 punto
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1918 Ucraina - 1.000 Karbovanets (1 karbovanec era equivalente ad 1 rublo russo)1 punto
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Per me è un Lusignano ma come giustamente dice Artur servono foto migliori. Le carzie veneziane imitavano il circolante cipriota.1 punto
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Era un limite messo al potere liberatorio di questi piccoli nominali, la zecca portoghese (Casa da moeda) ed il Banco de Portugal (che emetteva le normali banconote) erano due entità diverse, i biglietti della banca centrale portoghese potevano invece essere convertiti in argento o oro. C'erano pure dei biglietti di piccolo taglio da 20 centavos, sempre stampati dalla zecca, che potevano essere scambiati con monete in rame/nickel1 punto
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1918 Portogallo - 5 Centavos (un eventuale accumulo di questi biglietti poteva essere convertito solo con monete in rame/bronzo)1 punto
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La difficoltà principale è riconoscere la data, in Thailandia usano il calendario buddista; mi sembra che sia 2551 su tutte le monete, che sarebbe il nostro 2008. Il sovrano è Rama IX, deceduto nel 2016.1 punto
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Buongiorno A Modena al convegno son riuscito a trovare un pezzettino da aggiungere in collezione. Si tratta di un grossetto da due bolognini in argento battuto sotto il ducato di Cesare d'Este. Non è una tipologia di facile reperibilità e mi son dovuto quindi un po accontentare;la moneta presenta dei problemi di coniazione come una grossa debolezza centrale che si ripercuote sia a dritto che a rovescio non concedendo la possibilità di ammirare la bella armatura del duca e L'Aquila estense. Tuttavia la moneta conserva a mio avviso una certa freschezza generale nei campi e un bellissimo volto del duca che per una moneta così piccola non è scontato. Cosa ne pensate? Grazie a tutti e un saluto Marco1 punto
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Moneta rara che anche in questa conservazione (comunque decisamente apprezzabile) mantiene un grande fascino! Complimenti per l'acquisto!1 punto
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Pessime foto sfuocate. Da quel che si vede è un denario di Caracalla e parrebbe autentico e di non eccelsa conservazione. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buondi' Il mio è 26mm di diametro e pesa 11,32 grammi. Taglio treccia. Proviene da un'asta della baia dell'11 Giugno 2019 e si trovava in Romania. Mi è costato 27,50 euro finito.1 punto
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Grazie mille @Scipio e @apollonia per le tue risposte. 1. Attraverso il riferimento di Scipio a @odisseo sono in grado di acquisire una ristampa dell'opera di Gielow 2. Grazie Apollonia per i collegamenti: offrono accesso online al periodico corretto, ma sfortunatamente solo alle edizioni stampate ben prima della data dell'articolo di cui ho bisogno. Apprezzo l'assistenza. D1 punto
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@ABCDEFGHI stavo proprio scrivendo che condivido la tua ultima traduzione e che quel FR si spiega bene in FRATER. Ora però si spiega ancora meglio in EPISCOPVS BONONIAE, visto che il Beato era stato eletto Arcivescovo di Bologna (1417). … … … ... Ora vorrei aggiungere che il processo di ossidazione che mi sembra di vedere già avviato sulla tua medaglia avrebbe bisogno di una cura. Io non sono troppo pratico in materia, quindi mi farebbe piacere se anche su questo punto intervenissero gli esperti. Sarebbe un peccato perdere nel tempo un oggetto tanto interessante ed antico. Arcangelo PS: @ABCDEFGHI ho cancellato quattro righi in cui ho fatto una certa confusione di date.1 punto
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Buonasera, questa minuscola moneta mi era finita in una scatola con le 10 e 5 lire repubblica, 10 groshen Austria 1982. Saluti Alberto1 punto
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Siamo passati di livello, adesso commemoriamo il futuro Io gliela bloccherei per principio1 punto
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I busti del duce e le "patacche" di cui parli, se sono oggetti originali dell'epoca e non riproduzioni, non sono cianfrusaglie che corrompono l'animo dei giovani, sono testimonianze storiche e come tali vanno trattate: studia la storia e comprendila, non scoparla sotto il tappeto. I nazisti bruciavano i libri definiti "giudaici", i sovietici censuravano le opere letterarie definite "borghesi", i fascisti purgavano gli oppositori definiti "comunisti"... e i talebani hanno fatto brillare i buddha di Bamiyan definiti "sacrileghi". Non serve andare troppo indietro nel tempo per trovare regimi, dittature, ideologie che vietano, distruggono, censurano tutto ciò che è diverso da loro. Noi, nel nostro piccolo, mettiamo al bando la svastica e il fascio littorio "perché siamo democratici" e non ci accorgiamo di avere lo stesso approccio verso il "diverso" di quelle dittature da cui ci fregiamo di essere diversi. Vietare o bandire non ha mai impedito il proliferare di ciò che era vietato o bandito (vedi il proibizionismo negli USA di inizio 1900 o il proibizionismo dei giorni nostri, ad es. contro la cannabis...). Tutt'al più ha generato fiumi di denaro verso il mercato nero. Spesso con grande guadagno dei censori.1 punto
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Ciao. Si tratta di un Rechenfpennig (gettone di conto) di Ludwig Christian Lauer, master nel 1842 a Norimberga, della serie Tipo Venere, che è stato contromarcato sopra la testa e sul collo della dea.1 punto
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Buongiorno a tutti! Posto la foto dell'ultima arrivata in collezione: 1857 caratteri grossi aquile capovolte1 punto
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Quindi in Russia , o in Cambogia o in Cina dovrebbero proibire la falce e martello?.....1 punto
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Perdonami se ti cito, però detta così come la dici tu non suona proprio benissimo! I simboli nazisti e fascisti vanno censurati perché richiamano due regimi criminali e illiberali che hanno, tra le altre cose, privato della libertà milioni di uomini, e che se domani mattina, per assurdo, tornassero al potere non esiterebbero a farlo di nuovo. La libertà di ognuno finisce dove comincia quella dell'altro! Questo in linea generale. Poi, come ho già avuto modo di scrivere, secondo me collezionare monete, o oggetti in genere, anche di quei periodi storici e che recano quei simboli non può che aiutare la consapevolezza e la memoria, quindi quelli non li censurerei. Ovviamente a patto che dietro non ci siano intenti propagandistici o apologetici mascherati da collezionismo! Per dire, da ragazzo amavo un gioco di strategia storica per PC sulla seconda guerra mondiale, e giocavo quasi solo con la Germania nazista e col Giappone, perché erano le nazioni più divertenti da "impersonare" in quanto dotate di eserciti efficientissimi, ma risorse limitate rispetto ai colossi alleati. Le schermate del gioco con la Germania erano tutte un susseguirsi di svastiche che, confesso, abbinate alle musiche di Wagner previste dagli sviluppatori mi facevano impressione anche se era solo un videogame! Ora questo non fa certo di me un neonazista, e non avrebbe avuto senso censurare quelle immagini su un videogioco preciso fin nei minimi dettagli dell'ambientazione storica! In ultima analisi credo che, su questo tema delicato, il legislatore di ogni paese democratico debba usare il buon senso, distinguendo accuratamente le finalità per cui certi simboli finiscono per essere "posseduti" o esposti. D'altro canto mi sento di dire che capisco perfettamente la rigidità dei tedeschi sui simboli nazisti, che credo sia figlia di un certo, comprensibile imbarazzo riguardo un capitolo orrendo della loro storia, e credo che anche noi dovremmo fare più attenzione sui simboli fascisti che, in certi contesti, tolleriamo troppo allegramente. E non parlo dei fascioni sulle monete di Vittorio Emanuele! Scusami per il mio lungo intervento, però ci tenevo a interloquire ancora su questo punto.1 punto
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Ciao Giovanni, Per il 5 Tornesi 1798 : Diametro maggiore e P del Perger sotto la corona d'alloro.1 punto
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Classical Numismatic Group > Triton XXIII Auction date: 14 January 2020 Lot number: 818 Lot description: Gordian III. AD 238-244. Bimetallic Medallion (37mm, 52.24 g, 12h). Rome mint. Struck AD 243-244. IMP GORDIANVS PIVS FELIX AVG, laureate, draped, and cuirassed bust left, with both pteryges visible / ADLOCVTIO AVGVS TI, Adlocutio scene: Gordian, assisted by soldier behind him, standing right on low daïs, addressing four soldiers, two of whom hold spears and shields, standing left; vexillum, signum and aquila behind. Gnecchi II, 4 (pl. 103, 3); Grueber 9; Froehner p. 185; Cohen 6; Banti 4; Firenze 83 [same obv. die]); Bardin Group 6, 24. Wonderful dark green patina with traces of red, a few very minor scratches. EF. Magnificent high-relief portrait. Spectacular in hand. Gordian III is not usually thought of as a military leader, but a Roman army under his nominal command achieved a signal victory on the Eastern front in AD 243, an event commemorated on this impressive medallion. In AD 241, the 16-year-old Gordian appointed as Praetorian Prefect the capable Gaius Furius Sabinus Aquila Timesitheus, whose daughter Tranquillina became his bride. Timesitheus proved a beneficent mentor who kept Gordian's weak government on an even keel. But in the same year, the Sasanian Persians, under Shapur I, crossed Rome's desert frontier, occupied several Roman border cities, and threatened the great metropolis of Antioch, forcing young Gordian to take up arms. En route to the east, Gordian and Timesitheus successfully repelled an an invasion by the Carpi in Moesia. Gordian's army finally engaged Shapur at Rhesaena in Syria early in AD 243 and inflicted a severe defeat on the Persians, forcing their retreat. The Romans were able to reoccupy the cities of Carrhae, Nisibis, and Singara, and relieve beleaguered Edessa. This superb medallion, depicting Gordian in general's garb addressing his legions (the soldier behind him is likely Timesitheus), was likely struck at this flood tide of success. It was not to last. The Romans next marched toward the Persian capital of Ctesiphon, but the death of Timesitheus in the winter of a sudden illness brought their progress to a grinding halt. What happened next is unclear: Persian sources claim Gordian was defeated and died in combat, while Roman historians maintain he was murdered by his own disaffected army at the behest of Philip, the new Praetorian Prefect and Gordian's successor as emperor. Estimate: 30000 USD1 punto
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In antichità si utilizzava la pratica di "ri"-coniare con nuovo conio (ovvero con un tipo diverso ) una moneta già coniata , in pratica si utilizzava la moneta coniata come tondello per ri-coniare un nuovo tipo . Tale pratica era diffusa soprattutto , ma non solo, per il bronzo in Sicilia e Magna Grecia. In epoca moderna il termine riconio viene inteso come pratica di coniatura ex novo di un modello di conio utilizzato in precedenza. Celebri sono i riconi degli Hamerani per le medaglie papali piu' antiche originali ad esempio. Infine il termine riconio viene anche correntemente (ed erroneamente) utilizzato per indicare la "replica" (che se spacciato per originale diviene automaticamente un "falso" ) di monete originali antiche di cui viene riprodotto un conio moderno e da queste "tirate" le monete che vorrebbero essere il piu' simili possibile alle originali antiche. Spesso in aste recenti sono comparse sia queste monete-repliche sia i coni moderni che le hanno prodotte.1 punto
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