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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/16/20 in tutte le aree
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@Litra68 Ma tutte tu le trovi! ? I 10 Tornesi 1819 con la stellina a 6 punte sembrano essere stati più curati nell' incisione dei conii. Condivido il mio per confronto.4 punti
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La frontiera estrema del kitsch. O un esempio icastico del declino dell'Occidente, non so. Fortunatamente non colleziono euro, perché monete simili mi creerebbero seri dissidi interiori (e pure intestinali).3 punti
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Buonasera, ultima arrivata e seconda moneta del 2020 in Collezione Litra68. 10 Tornesi 1819 Variante Stella a 6 punte Collo a punta. Magliocca 450a. Pagani 91b.D'in.83b. Scusatemi per le foto, non rendono bene, dal vivo è molto meglio. Aspetto vostri pareri e Vostre monete per confronto. Saluti Alberto3 punti
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MA chi era Manfredi..riprendo quanto riportato dalla Treccani: "Manfredi Re di Sicilia (n. 1232-m. Benevento 1266). Figlio naturale dell’imperatore Federico II e di Bianca Lancia, poi legittimato. Alla morte del padre (1250) fu reggente per il fratellastro Corrado IV allora in Germania, osteggiato da papa Innocenzo IV e da una parte della feudalità del regno, e specialmente da Pietro Ruffo, vicario in Calabria e Sicilia. Morto Corrado IV (1254) lasciando la tutela del fanciullo Corradino al tedesco Bertoldo di Hohenburg, M. tentò di ottenere il riconoscimento di Corradino, e con ciò della propria posizione, da parte del papa. Di fronte all’ostilità di quest’ultimo, si piegò dapprima ad accordi, accettando, con riserva dei diritti di Corradino, l’ufficio di vicario per la Chiesa in Basilicata e in Puglia. Ma poi, riparato a Lucera (1254), dove poté disporre del tesoro degli svevi e ottenere il sostegno delle truppe saracene che vi erano state stanziate da Federico II, in una guerra di tre anni riacquistò contro il legato pontificio tutto il regno, e, diffusa ad arte la voce della morte di Corradino, si fece incoronare re a Palermo (1258). Riprendendo la politica degli svevi in Italia, si procurò dovunque aderenti inserendosi nelle lotte delle fazioni cittadine; la vittoria di Montaperti sui guelfi toscani (1260) segnò il culmine della sua fortuna. Ma la vasta trama tessuta contro di lui dalla Chiesa si concretò con l’offerta del regno a Carlo d’Angiò (1263); il quale, ottenuti finalmente gli aiuti dei banchieri toscani, poté entrare in Roma, invano sollecitata nel suo orgoglio imperiale da M. (1265). Questi, abbandonato via via dai suoi alleati, affrontò l’Angioino a Benevento (1266); sconfitto, morì sul campo. Il cadavere fu sepolto presso un ponte, poi fatto disseppellire e disperdere dall’arcivescovo di Cosenza." La battaglia e la sconfitta di Manfredi hanno ispirato anche pittori: La prima foto riguarda la battaglia di Benevento come riportata in una miniatura tratta da la Nuova Cronica di GIovanni Villani: la seconda è l'opera intitolata Il ritrovamento del corpo di Manfredi, di Giuseppe Bezzuoli del 1838.. Dopo la vittoria Carlo I D'Angià è il nuovo Re del Reno di Sicilia ed elegge Napoli a sua capitale, intanto è anche primo Senatore di Roma, e, numismaticamente, inzia a a coniare in argento. Introduce una nuova moneta il Saluto che dà allora sarà chiamato Carlino.3 punti
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I see that my posts have been so conveniently deleted from the other forum. So in a nutshell, let the Germans first return the thousands of Greek artifacts they looted from the Greek museums during WWII, pay the billions of war reparations they still owe and then they can claim this coin which is worth peanuts. How did the coin end up in Berlin anyway? Did the syracusans colonise the Goths? Or was it coming from the excavations the Germans archeologists did between 1800-1900? And they took the artifacts to "protect" and "save" them from the illiterate modern greeks? The only achievement of the original poster is that he may get a reward and that is his interest all about. The coin is now condemned, the Leu auction house does not exist anymore, and one unaware collector got screwed big time3 punti
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Parte uno. COMINCIÒ COSÌ. 31 dicembre 1965, mattina. Sono in corso i preparativi per la notte di San Silvestro. Sul letto ci stanno due paia di pantaloni, tre camicie, tre cravatte, due pullover con collo a V e un gilé con i bottoni. Ai piedi del letto un paio di scarpe in cuoio con le stringhe e un paio mocassini scuri, vedendomi già vestito con l’accoppiamento più appetibile, immaginando le ragazze guardarmi affascinate per la scelta fatta. ..... Lo squillo del campanello della porta d’ingresso, un poco prolungato, infranse il gioco. Di fronte un giovane carabiniere, nell’impeccabile divisa con la maestosa riga rossa sui pantaloni neri e lo sguardo autoritario. “Lei è il signor Giorgio Cicardini?” chiese portanto la mano alla visiera in segno di saluto. “ Sì” risposi. Con un sorriso tra il serio e il faceto e un ghigno beffardo mi porse ‘la cartolina’. “Firmi qui”. Guardai la cartolina rosa rigirandola tra le mani, fronte e retro. “Ehi Giorgio il prossimo anno sarà veramente un anno diverso” . “À LA NOUVELLE ANNÉE!!!” ..... Saronno, venerdì 14 gennaio 1966, ore nove. Ferrovie Nord Milano sulla banchina binario 2, direzione Como. In attesa del treno siamo in quattro ragazzi della stessa età, impacciati e smarriti con nella mente l’eco delle ultime raccomandazioni dei genitori e i consigli degli amici già vecchi della “naja”. Li salutai con un leggero movimento di labbra . Non ci conoscevamo, non c'eravamo mai visti, mai incontrati, provenivamo da punti diversi della città. Sapevamo che per i prossimi quindici mesi la nostra famiglia sarebbe stata l’Esercito Italiano, con tanta nostalgia, dolci pensieri e ricordi di casa nostra. Contrariamente alle statistiche meteorologiche che per la nostra zona questi sono i giorni più freddi dell’anno, quel dì era una giornata luminosa e primaverile. Un sole splendente, a modo suo, salutava la mia partenza con un abbraccio caldo e carezzevole. ..... Eravamo in quattordici per la stessa destinazione e tutti d’accordo: avevamo finito la scuola, lavoravamo, eravamo giovani, qualcosa della vita ci sfuggiva. Il servizio militare era un cambio di passo. Saremmo tornati con le idee chiare e il futuro tutto nelle nostre mani. ..... Milano. Stazione Centrale. Il treno partirà alle ore 21. Da un bar sulla via Pisani, telefonammo a casa comunicando la nostra destinazione. Ingannammo l’attesa ascoltando musica dal juke-box. Con un panino, una pizza, una coca, un bianchino e un caffè, con poca convinzione brindammo alla nostra nuova realtà. ..... Salimmo lentamente i gradini della grande scalinata raggiungendo l’area binari. Il nostro treno, con tutti gli scompartimenti illuminati, stava al centro dell’arcata centrale, alta e luminosa. Nessuno nei pressi delle carrozze. Calmo e tranquillo il lungo convoglio pareva stesse aspettando solo noi. ...... Vestita di scuro con guanti e cappello di lana camminava a passi brevi appoggiandosi con una mano alla parete della vettura per non perdere l’equilibrio. Sotto il cappotto slacciato aveva una gonna in lana scozzese a pieghe e una maglietta in lana pasante, attillata, che le esaltava il seno. Quando tolse il cappello una gran chioma scura a riccioli espolse davanti ai nostri quattordici paia d’occhi che la stavano guardando con venerazione. Lei curiosa, rispose fissandoci uno a uno. Fermò lo sguardo sul più vicino, chiedendo cosa ci facevamo così tanti ragazzi della stessa età, privi di bagaglio e dove eravamo diretti. “A Lecce” qualcuno rispose, “e quando scenderemo dal treno saremo dei soldati”. ...... Ora il sole stava sorgendo e dal finestrino entrava il nuovo giorno. Il treno correva veloce veloce verso sud lungo la costa del basso Adriatico. Sembrava avesse sempre più fretta di scaricarci. Con il naso schiacciato contro vetro guardavo il paesaggio, Vedevo cose che avevo visto nei libri e in certe cartoline d’epoca. Campi incolti, case bianche e basse con il tetto piatto, vigne, grandi appezzamenti di terreno con piante di ulivo e fichi d’india. Mi sentivo in terra straniera. Avvertivo qualcosa di antico, colto, primitivo, calmo, vivo, caldo, passionale che da noi, al nord, non esisteva. Quando il treno si fermò in una piccola stazione abbassai il finestrino per dare aria e luce allo scompartimento sentendomi rigenerato. La temperatura era mite, piacevole e rinfrescante. Dopo una notte passata in un piccolo spazio, accucciati sui sedili, dormendo male, era quello che ci voleva. SEGUE >>>>> Per cortesia, diteti che tutto va bene e bramate dalla voglia di leggere la parte successsiva.2 punti
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Certo, va bene mettere di tutto sulle monete, però Pulcinella con la pizza napoletana e sotto Repubblica Italiana, potevano evitarlo.....è il peggior stereotipo dell'italianità.2 punti
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Il sergente sta bene. Mi ha inviato, da pubblicare, la cartolina che le reclute compilavano e inviavano alla famiglia comunicando la loro nuova casa. Mio padre dice che nel 66/67 non si usava. L'indirizzo è incompleto. Manca la caserma e il battaglione. Di caserme, l'89° ne aveva ben 8 stese sulla riviera ligure di ponente. GB Revelli ad Arma di Taggia, Crespi (caserma comando) e Siffredi a Imperia Manfredi a Pieve di Teco Camandone a Diano Castello Piave e Turinetto a Albenga Bligny a Savona Compilate la cartolina: scegliete tra la 13^, 14^ 15^ compagnia, Plotone da 1 a 4 . Il 5° plotone solo per la 13^ compagnia. Squadra, Boh, mio padre non ricorda più il numero totale delle squadre che componevano la compagnia. (nel primo periodo comandò la 20^ squadra). Se scrivete 13^ compagna, 5° plotone sappiate da 20 novembre novembre '66 al 22 marzo '67 il vostro comandante era mio padre e il vostro indirizzo completo era: 89° reggimento di fanteria CAR - IV battaglione - 13^ compagnia - V° Plotone. Caserma Bligny, via Cadorna. Savona - Legino,2 punti
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Sta arrivando ...e il Cordusio incominciamo a dire che ci sarà ...2 punti
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Dante dedica a Manfredi i versi 103 - 145 del Canto III del Purgatorio: E un di loro incominciò: «Chiunque tu se', così andando, volgi 'l viso: pon mente se di là mi vedesti unque». Io mi volsi ver lui e guardail fiso: biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l'un de' cigli un colpo avea diviso. Quand'io mi fui umilmente disdetto d'averlo visto mai, el disse: «Or vedi»; e mostrommi una piaga a sommo 'l petto. Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi, nepote di Costanza imperadrice; ond'io ti priego che, quando tu riedi, vadi a mia bella figlia, genitrice de l'onor di Cicilia e d'Aragona, e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice. Poscia ch'io ebbi rotta la persona di due punte mortali, io mi rendei, piangendo, a quei che volontier perdona. Orribil furon li peccati miei; ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei. Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia di me fu messo per Clemente allora, avesse in Dio ben letta questa faccia, l'ossa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, dov'e' le trasmutò a lume spento. Per lor maladizion sì non si perde, che non possa tornar, l'etterno amore, mentre che la speranza ha fior del verde. Vero è che quale in contumacia more di Santa Chiesa, ancor ch'al fin si penta, star li convien da questa ripa in fore, per ognun tempo ch'elli è stato, trenta, in sua presunzion, se tal decreto più corto per buon prieghi non diventa. Vedi oggimai se tu mi puoi far lieto, revelando a la mia buona Costanza come m'hai visto, e anco esto divieto; ché qui per quei di là molto s'avanza». In questi versi, descrive il luogo di sepoltura : ssa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, dov'e' le trasmutò a lume spento. La sepoltura di Manfredi potrebbe essere questa? Vabbè continuo stasera..2 punti
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La serie delle Piastre di Ferdinando II per tipologia non è difficile completarla, le più difficili sarebbero : 1840 Busto diverso, 1841 testa grossa, 1849 Ma personalmente non riuscirei a escludere le varie GRTIA, GRAITA, REGN, le 10, 11, 13 torrette, le reimpresse del 1832, 1847 e 1848, le aquilette rovesciate del 1834, 1856, 1857 1858 e 1859.... Aggiungerei qualche Contromarcata BOMBA e qualche bel falso d'epoca. ? Perdonatemi Ho esagerato....2 punti
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GIUANIN CìT (*) E LA MONETA ALLARGATA (*) Il termine “Cìt” in piemontese si può tradurre con “piccolo” sia in senso anagrafico, sia per descrivere un uomo piccolo di statura. PREMESSA: In realtà “Giuanin Cìt” era un vero e proprio gigante, lo chiamavano così per distinguerlo da uno dei tanti fratelli maggiori che si chiamava anche lui, guarda caso, “Giuanin”. Probabilmente aveva sofferto di un disturbo ormonale della crescita ed a vederlo era veramente impressionante: alto sui 2 metri con delle mani più grosse di un badile, piedi smisurati che calzavano scarpe fatte su misura ed un viso grottesco che assomigliava a quello di Frankenstein. Ma era il tipico bonaccione che non avrebbe fatto paura a nessuno. Adorava i bambini e nei giorni di festa, sul sagrato della Chiesa, tutti si accalcavano attorno, tirandogli gli enormi pantaloni e gridando: “Capalocia! Capalocia!”. La “Capalocia” consisteva nel fare un giro sulle spalle del gigante per vedere il mondo dall'alto: Giuanin, imitando l'incedere dinoccolato di un cammello, cercava di accontentare quella marmaglia incontenibile. Quando tutti avevano finito il giro, metteva una manona nel pastrano e distribuiva delle caramelle di zucchero di vari colori, che erano apprezzate moltissimo da quella ciurma di piccole pesti. --------- Con la sua prestanza fisica, Giuanin Cit poteva solo fare il fabbro ed il meccanico. Era una persona intelligente ed infatti la sua Officina artigianale era apprezzata da tutti: aveva diversi forni a carbone, un maglio gigantesco e, pur con le sue mani smisurate, era in grado di replicare qualsiasi pezzo meccanico o fare qualsiasi riparazione. Lui e mio nonno “Pinotu” erano amici di infanzia e quando camminavano affiancati sembravano l'articolo “il”, perchè il nonno non arrivava neanche ai suoi gomiti. Questo comportava delle scenette sempre ripetute, ma esilaranti. Un classico era quando mio nonno entrava nell'officina e, sovrastato dai rumori gridava: “Giuanin!”. Il gigante smetteva di lavorare e guardando dritto davanti a sè: “Chi è che grida ??, chi è che mi vuole??“. Poi rivolgendo gli occhi in basso verso il nonno: “E tirati su... non sono mica come Sua Santità...che devi stare in ginocchio!” . Quel giorno era capitato qualcosa di insolito nell'officina. Giuanin, imitando goffamente un passo di valzer, e cercando di fare una vocina con la “R” arrotata, si rivolse a mio nonno: “E' venuta la Madama e mi ha portato il - TRRRattoRe - dice se posso “RipaRRaRglielo - e lei mi paga con quelle vecchie monete di aRRgento!”. La Madama era una anziana Nobildonna che aveva passato giorni migliori ed attualmente si trovava in angustie economiche, pur non rinunciando alle sue prerogative di casta ed alla protervia di una persona ex Dama di Corte. Mio nonno immerse le mani nella scatola e cominciò a scuotere la testa: “Giuanin...sono tutte Due Lire e Una lira di Re Baffone...valgono poco! Perchè vedi, ma...è inutile che ti spieghi, tanto tu sei ignorante...Cavolo, ce ne fosse stata almeno una da 5 lire...sai quelle grosse il doppio, ne potevamo parlare!”. Giuanin, colpito nell'orgoglio, si avvicinò minaccioso, prese una moneta e disse: “Grossa il doppio neh? Stai lì e non ti muovere!”. Andò nell'altro locale dove aveva tutti gli attrezzi e cominciò ad azionare il maglio. Ritornò con il Due lire pressato che adesso era grande il doppio. “Caro Pinotu, il carburatore del trattore mi costa 7000 lire, per te che sei un amico e sei anche un po' stronzo, mi dai 8000 e ti prendi le monete e anche quella grossa!”. Invano mio nonno cercò di svicolare, l'atteggiamento di Giuanin Cìt era irremovibile: “Vuoi mica che mi faccia una figura con la Madama!” ed iniziò di nuovo a scimiottare la Madama: “Caro Giovannino sono CentotRREntatRRRe monete d'argento, se le faccia BastaRRRe!!” EPILOGO: mio nonno Pinotu ritornò a casa con il portafoglio alleggerito ed una scatola di monete comuni. Non so se fu un grande affare. So solo che per evitare la presenza di mia nonna “Sunta”, in vigile attesa davanti alla Panetteria, dopo un lungo tragitto diversivo, entrò in casa come un ladro da una finestra sul retro e nascose in cantina la scatola di monete di Re Baffone...con quella allargata! PS: non so dove sia finita la "moneta allargata", forse in qualche scatola in cantina. Posto quindi un L 2 di Re Baffone. Ciao a Tutti, Beppe2 punti
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Ciao amici del forum e degli Stati Preunitari, sperando di fare cosa gradita, vi propongo un video di "approfondimento" dedicato al Regno Lombardo-Veneto Ho messo la parola "approfondimento" tra virgolette in quanto può essere considerato tale per un pubblico che si sta avvicinando a questa monetazione: il video vuole proporre una panoramica della monetazione e della storia del periodo in oggetto, senza particolari pretese. Molte delle monete presenti nel video le ho comprate o scambiate con utenti del forum, magari qualcuno riconoscerà qualche tondello Spero che questo video possa far appassionare qualcuno al Regno Lombardo-Veneto come mi sono appassionato io.1 punto
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Buonasera. Mi sto appassionando alla monetazione romana, specialmente dopo il mio primo acquisto. Colgo l'occasione per aprire un argomento sui denari imperiali più belli, secondo il vostro parere ovviamente. Quelle che maggiormente mi hanno colpito sono: Ottaviano Augusto (14 a.C. - 27 d.C.) : 30 - 29 a.C. , emessa dopo la Battaglia di Azio.1 punto
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Buonasera, questo grosso ha le 4 crocette ma, pur essendo un po’ tosato, credo che si possa agevolmente attribuire ad Andrea Dandolo. Che ne dite?1 punto
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Buonasera, questo è il mio esemplare, domani rifaccio le foto e comunico i dati...1 punto
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Sì, anche io desidero leggere il seguito. E' una lettura piacevole che mi pervade di una dolcissima nostalgia. Arcangelo1 punto
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Classificare questo bronzo penso che non rientri nelle possibilità umane. Se però un tentativo estremo è preferibile al silenzio, direi testa di Eracle a destra sul diritto e le sue armi (clava?) sul rovescio. Quindi un bronzo di una zecca incerta della Macedonia, contemporaneo al Grande.1 punto
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Chiedo scusa se mi intrometto, e non vorrei sviare la discussione, ma volevo partecipare e contribuire con quello che posso.. ?1 punto
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Si, io lo desidero davvero, mi sono sempre piaciuti i racconti della " naja " ( ho apprezzato molto la discussione " fondine " ) anche se il sottoscritto non ha potuto prestare il servizio militare... Con cordialità, Pasquale1 punto
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Posso supporre che sia l effetto nefasto di una pulizia troppo aggressiva, evidentemente per eliminare delle concrezioni che, mi sembra, in qualche punto siano saltate lasciando qualche piccolo foro. Cmq nel complesso, è una moneta, per quel po' che ho visto, superiore alla media.1 punto
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I pareri contrastanti sull'eventuale veridicità che l'urna possa aver contenuto le spoglie di Manfredi si sono susseguiti nel tempo e più ci si allontana da Ceprano più i pareri, scevri dal campanilismo, tendono a ritenere improbabile la cosa. Scrittori locali riprendono lo scritto del Vitagliano in cui si definisce l'Honorati, colui che ha trascritto l'epitaffio sull'urna sul documento della ricostruzione del ponte, come persona "di bell'intelletto" quindi una persona da ritenere colta per l'epoca e che quindi non avrebbe avuto motivo di inventare il fatto. Legenda narra che l'urna, a partire dal 1728, sia stata utilizzata per contenere le spoglie di Sant'Arduino, patrono della città ma anche questa cosa non è confermata. Nel dubbio però sul luogo del ritrovamento dell'urna è stata apposta una lapide con i versi della Divina Commedia a commemorare l'evento. Il partito del "No" poi aggiunge che in una chiesa mai si sarebbe apposta un'urna che conteneva le spoglie di uno scomunicato ma il partito del "Sì" porta a risposta che la tradizione della Chiesa è quella di trasformare e non di distruggere... A voler chiudere la questione una relazione tecnica fatta durante dei restauri in cui si afferma che quella murata non è un'urna ma solo la facciata di un lato... a cui però si contrappone uno studio che afferma che di certo l'iconografia su di essa è riferibile agli Svevi... Povero Manfredi...1 punto
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E' ribattuta anche questa.... però sgombriamo il campo dagli equivoci: '18 e '19 sono quasi tutte ribattute, mi pare di ricordare che tempo fa qualcuno trovò un 1919 coniato su tondello sicuramente vergine e si trattava di qualcosa di parecchio raro.1 punto
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Grazie a Te, oggi ho rispolverato il mio LP e me lo sono goduto tutto, in pace e rilassato. Sono ormai vecchio e probabilmente sono diventato come mio padre che passava da Beethoven a Claudio Villa e gli piacevano tutti e due (!) incavolandosi con me che non capivo niente, perchè il Rock era una putt...ta e così via. Però mi ha trasmesso la passione per la musica, mi ha comperato un pianoforte ed un organo Farfisa e mi ha fatto studiare ( lui era un bravissimo fisarmonicista ). Avevamo un modesto complessino e suonavamo le cover degli anni '70. Venendo ai Pink Floyd ed all'album suddetto, c'era un pezzo mi piaceva da morire, ma che non riuscivo a suonare: "The great Gig in the Sky" perchè non si trovavano gli spartiti. Alla fine riuscii a trovarli e farmeli spedire da Londra ( non era come adesso che su Internet trovi tutto! ). "Any colour you like" è comunque molto appropriato alle patine, infatti in definitiva è bello ciò che piace. In effetti sono estreme ma non male, soprattutto il 50 Cent. per l'Eritrea è spettacolare. Ciao Beppe1 punto
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Un'altro esempio nel piccolo denaro coniato per Pavia sotto il ducato di Francesco Sforza, ad inizio legenda al D/ è presente la biscia rivolta a destra.1 punto
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Finalmente ho potuto rileggere il passo del Crawford in questione. Se ho ben capito, l’autore parte dalla considerazione che le serie di denari immediatamente precedenti a quelle che formerebbero le sequenze descritte da @Rapax erano caratterizzate da volumi di emissione cospicui, probabilmente troppo onerosi per una sola officina, per cui egli ritiene che venne scelta la soluzione di suddividere il lavoro fra due officine. Tale esperimento ( da cui la produzione in sequenze alternate) ebbe breve vita perchè comportava sprechi (wasteful) e non fu più riproposto, come si desume dalle emissioni successive, prive di sequenze. Concordo con Rapax sulla fumosità della ricostruzione, che ignora l’aspetto stilistico-qualitativo delle immagini. Tanto più che Crawford ritiene tale ipotesi suffragata dal patto fra Focea e Mitilene agli inizi del IV sec a.C. che prevedeva che le due rispettive zecche dovessero produrre per una sola città ad anni alterni. Tale episodio non vedo come avrebbe potuto ispirare magistrati romani di 300 anni dopo.1 punto
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ti metto una delle mie, qualcuno la conosce bene (è presente anche in qualche libro). Di monete ribattute ho sempre preso 1918 e 1919, del 1920 non ne ho mai viste e credo che non ci siano mai state. La percentuale è difficile a dirsi, comunque se in perfette condizioni hanno raggiunto prezzi interessanti. Ciao1 punto
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Buonasera scusa il ritardo Rocco68 allora come da te richiesto. Diametro=26 mm Peso=11,2 g Taglio=treccia Costo=14+spedizione No non presenta rottura di conio1 punto
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Oltre che su documenti, ricordo la presenza della biscia rivolta a destra anche su monete di alcuni duchi viscontei e sforzeschi; uno di esempio il ducato coniato da Galeazzo II che presenta le due bisce sulla gualdrappa del cavallo e la biscia su corazza del Duca rivolte a destra, mentre la biscia nello stemma sotto il cimiero è rivolta a sinistra.1 punto
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Il libro è solo uno, quello presunto a colori non si trova e comunque credo sia uguale solo con le foto a colori. Ma le poche foto che ci sono anche se sono in bianco e nero non cambiano nulla, il libro è importante per quel che dice, credimi, a colori o no è irrilevante. Mi ero fatto anche io questo problema circa 4 mesi fa1 punto
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Ho cercato altri antoniniani di Trebonianus Gallus con al rovescio AEQUITAS e ne ho trovati un centinaio, ma solo questa con la mancanza della I. Inoltre la legenda delle altre è molto meno compatta con le lettere più distanziate. La ritengo una curiosità interessante...1 punto
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Caracalla (211-217 d.C.) : 216 d.C. (Preparazione per la spedizione in Oriente)1 punto
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Il bath thailandese si usa a bordo della portaerei CVH-911 Chakri Naruebet, ammiraglia della Kongthap Ruea Thai (Marina Reale Thailandese), visibile in secondo piano nella foto. Quella in primo piano invece era la portaerei spagnola R-11 Príncipe de Asturias, ex-ammiraglia dell' Armada Española, da cui la Chakri Naruebet deriva. Quando nel 1992 i thailandesi commissionarono la costruzione della Chakri Naruebet alla Spagna non poterono pagarla in bath ma dovettero farlo in dollari USA. I bath non poterono essere usati nemmeno per pagare agli USA gli aerei da imbarcare sulla nave, gli AV-8S Harrier in servizio fino al 2006, che erano una delle versioni modificate del caccia britannico STOVL (a decollo corto e atterraggio verticale) Sea Harrier sviluppate dagli USA. Da ciò si può desumere senza ombra dubbio che il bath thailandese non è una valuta pregiata.1 punto
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Ciao, hai fatto bene a prenderla, con la stella a 6 punte è, almeno per me, difficile da trovare in bella conservazione...1 punto
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Ho collegato la presa di corrente all'Ipad. Posso continuare. Poco fa ho chiesto a mia madre: dove è papà? "È a letto. Dice che oggi si sente molto stanco" In una sera di maggio del 2013, steso sul letto con due cuscini sotto la testa si rivolse a mia madre dicendo " portami in ospedale, se chiudo gli occhi non mi sveglio più. Nel 2015, dalla padella finì nella brace. Cominciò a scrivere le note più rilevanti della sua vita. Un testamento a beneficio dei suoi figli. Ed eccolo rigenerato, oggi, pubblicando uno stralcio della sua vita, il periodo militare, che per lui fu molto importante, allegando immagini che non sono andate disperse nei vari traslochi. Con un dubbio: che c'entra con la moneta.it e con altre forme di collezionismo? È riconoscente con tutti voi, a tutto lo staff di lamoneta.it. A @Hirpini da me conosciuto partendo con l'identificazione di monete bizantine, allegando foto fatte con i piedi, realizzate da me stessa con il telefonino. Sulla posta elettronica oggi ho letto che mio padre ha fatto un piccolo versamento a favore, come supporter, al nostro blog. E non è la prima volta. Ho sempre saputo che mio padre è un sergente di ferro, ora so che è un sergente d'acciaio. E anche qui siamo andati oltre al tema di inizio discussione. Mi auguro che domani mattina sia di nuovo in forma. "Sento che umanamente siete molto vicini là lui" Grazie.PM.1 punto
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Direi quindi, se ho ben capito (e giusto per sorridere e rilassarci un po') "Any colour you like" Contenuta proprio nell'album: The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd (che l'immagine di @giuseppe ballauri mi ha subito ricordato) Ciao e buona serata a tutti da Stilicho. P. S. Quanto mi piacerebbe saper fotografare le mie monete!1 punto
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1918 Ucraina - 1.000 Karbovanets (1 karbovanec era equivalente ad 1 rublo russo)1 punto
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Buonasera, stavo osservando il mio grano del 1793 acquistato in Germania, pensavo alla sua storia al come si fosse trovato lì, ad un certo punto mi ha iniziato a raccontare la sua storia, eccola. Siamo sul finire del 1792, in Francia si scoprono dei documenti segreti che provano gli intrighi reali con le potenze straniere. Luigi Capeto, già Luigi XVI, al termine di un tumultuoso processo, viene riconosciuto colpevole di cospirazione contro la sicurezza dello stato e condannato a morte. Il 21 gennaio del 1793 il Re viene ghigliottinato e la notizia giunge a Napoli quasi contemporaneamente alla definitiva partenza di Latouche. La reazione del governo napoletano si scatena, vengono "presi nella notte e menati in carcere molti di coloro che praticarono co' francesi", ma non si trovano capi di accusa contro di loro. Unico provvedimento sarà una specie di domicilio coatto per Antonio Jerocades e Giuseppe Cestari. L'esecuzione di Luigi XVI e il timore di ribellioni in città, anche per le difficoltà di approvvigionamento della grano e della farina, spingono Napoli a stringere, nell'estate del 1793, un trattato di alleanza con l'Inghilterra. Ma per non turbare la neutralità promessa a La Touche, Acton lo sottoscrive in gran segreto.Horatio Nelson arriva sull'Agamennon per chiedere truppe in aiuto alla guarnigione di Tolone consegnatasi agli inglesi. Tutti i cittadini francesi vengono espulsi dal Regno compreso l'ambasciatore Mackau. Ecco che entra in scena il mio grano, era uno spicciolo che aveva in tasca Pierre, un soldato Francese che prestava servizio nella guardia personale dell'ambasciatore francese a Napoli. L'ambasciatore lascia Napoli in gran fretta portandosi dietro i soldati Francesi che rappresentavano la propria guardia. Pierre tornato in patria viene inviato in missione come tanti altri soldati Francesi, entra a pieno titolo a far parte dell'armata Francese, e partecipa alla battaglia di Kaiserslautern in Germania (28-30 novembre 1793) il grano ormai lo porta con sé come ricordo del periodo passato a Napoli quando i tempi erano migliori. Il 28 novembre, l'armata francese comincia un'avanzata su tre colonne. L'ala destra è guidata da Alexandre Camille Taponier, la sinistra da Jean-Jacques Ambert. Hoche marcia col centro ma le strade sono ancora in cattivo stato e così viene perduto molto tempo. Ê Taponier ad entrare per primo in contatto col nemico e riporta qualche successo iniziale. Ma Ambert che ha avuto grossi problemi nell'attraversamento del fiume Lauter si trova, con soli 6000 uomini a dover far fronte al corpo d'armata di Friedrich Adolf von Kalckreuth dotato di forze preponderanti. Per sfuggire all'accerchiamento ripiega sulle forze di Hoche che giunge in suo soccorso Il 29, i francesi passano il fiume. Le avanguardie di Dubois e Molitor sono bloccati sul pianoro di Erlenbach dalla feroce e preparata resistenza prussiana. Ambert deve correre al soccorso passando attorno all'altopiano; solo dopo che una forte batteria è installata sulle alture vicine si viene a capo della resistenza. Hoche si schiera con le sue truppe sui rilievi dell'Otterberg. L'ala sinistra prussiana, che si ritiene ormai isolata non accenna a ritirarsi nonostante gli attacchi lanciati da numerosi squadroni francesi. all'attacco dell'ala destra, la brigata Simon smarrisce la strada e non si ricongiungerà con la divisione Paillard che alla fine della giornata. Poiché è troppo tardi per attaccare il comandante Ambert riceve ordini di marciare anche tutta la notte per congiungersi col centro di Hoche. Da parte sua Taponier attacca l'abitiato di Kaiserslautern, ma è isolato e di fronte ad una ben organizzata resistenza deve ritirarsi nei boschi; anche le sue truppe passano tutta la notte all'erta. All'alba del 30, le opposte artiglierie fanno fuoco a volontà. Hoche lancia altri attacchi. A sinistra, alla testa di quattro battaglioni Molitor quasi si impadronisce della collina detta Buchberg, ma è infine respinto. A destra la divisione Huet riesce a malapena a mantenere le proprie posizioni. Al centro, le cavallerie opposte caricano a turno, senza obiettivi precisi: tutti gli attacchi di Hoche sono respinti in disordine. Vedendosi ben protetto ai fianchi, Brunswick attacca con decisione per riprendere l'Otterberg e Hoche si vede costretto ad abbandonare il terreno. La battaglia di Kaiserslautern (28-30 novembre 1793) fu una battaglia della Prima coalizione (parte delle guerre rivoluzionarie francesi), combattuta nei pressi della città tedesca di Kaiserslautern. Il risultato è stato una vittoria dell'esercito prussiano sotto il comando del duca di Brunswick contro l'esercito francese della Mosella guidato da Lazare Hoche. Durante il concitato scontro tra i due schieramenti a Pierre cade la moneta perdendola, non si rivedranno mai più, Pierre resterà ferito e prigioniero ma avrà salva la vita. Il grano Napoletano del 1793 resterà nascosto e dimenticato in quei campi di battaglia fino a quando un contadino tedesco lo ritroverà negli 60 del 900 e di mano in mano arriverà in un negozio numismatico e da lì è venuto a me.. ? Spero che abbiate trovato anche voi interessante il racconto del mio Grano 12 Cavalli del 1793. Saluti Alberto1 punto
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A me aveva colpito molto questo denario di Augusto passato da NAC nel 2009 con al rovescio l'Armenia.1 punto
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... Tipologica... La serie per varianti non la finirò MAI ?1 punto
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RIC 130) Augusto. Denario, 18-17 / 6 a.C. Zecca spagnola (Colonia Patricia?). Testa nuda l .; anepigraphic. Rv. Capricorno r., Una cornucopia sul dorso, con in mano un globo attaccato a un timone; AVGVSTVS di seguito. RIC 130 (R2). Piacevole argento pallido. Ben centrato su uno sformato pieno con un meraviglioso ritratto aquilino di Augusto. F.D.C., un superbo esempio1 punto
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Enrico è ottimo oratore. Il suo intervento su Francesco Gnecchi lo ricordo come il più piacevole da ascoltare. Sarò presente anche questa volta. Farò anche una domanda di Storia :). Aggiungo alcune bisce di Genova (presenti su due grossi di Galeazzo Maria Sforza e Filippo Maria Visconti) ma anche su Savona ci sono esempi.1 punto
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Ciao @417sonia, Puntuale come sempre... la biscia in questo caso è molto interessante, infatti come si può ben vedere dalla foto che hai inviato è rivolta verso dx, invece che a sx come suole essere rappresentata.1 punto
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Gettoni distribuiti da Selezione dal Reader's Digest, a cosa servissero non ne ho idea. saluti TIBERIVS1 punto
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I resti sono diventati un poco come i lotti delle aste questa mi è stata rifilata al posto di un euro ( al cambio ci ho rimesso ) Ma il gettone al posto dei 5 centesimi, ancora mi mancava ?1 punto
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Ciao Denario69 , combinazione : proprio oggi tra gli spiccioli mi sono trovato una monetina di rame bosniaca ! Mi scuso per l'orrenda qualità dell'immagine.1 punto
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