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  1. Rocco68

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/18/20 in tutte le aree

  1. Salve, credo che invece parliamo di un solidus di Giulio Nepote, ultimo imperatore legittimo d'Occidente, un aureo che potrebbe riferirsi al suo Primo Regno, per la zecca di Milano (474-475), con DN IVL NEPOS P F AVG al diritto e al rovescio VICTORIA AVGGG con * (stella) alla fine della legenda, COM OB all'esergo, e segno di zecca M - D nel campo (RIC X 3217-19; Sear V 21648). Potrebbe però anche provenire dal periodo di esilio dell'imperatore o dal suo secondo regno (475-480), nel qual caso l'aureo presenterebbe uno stile più affrettato (Sear V 21657, RIC X 3230-31, 3235, 3239). Nell'uno e nell'altro caso si tratterebbe di moneta di rilevante valore e per di più, eccezion fatta per il classico naso "a patata", in ottimo stato di conservazione. Il che vuol dire che si tratta di un aureo con buone chances di essere falso. A vederlo in fotografia sembra autentico ma ciò non vuol dire nulla, e pronunziarsi in queste condizioni sarebbe azzardato. Proprio per il valore della moneta, consiglierei di farla esaminare da un numismatico professionista, esperto nella monetazione romana tardo-imperiale (credo comunque che chi ti ha venduto la moneta ti abbia già consegnato una idonea documentazione ed anzi sarei molto curioso di conoscere la sua classificazione. Salvo che la moneta non provenga da un patrimonio familiare). Cordiali saluti HIRPINI
    5 punti
  2. Comunque, se si sente il bisogno di impedire la visione di certi simboli ( di destra e di sinistra) per timore che la gente ne sia influenzata, allora o la gente la si considera più cretina di quanto ( spero) sia, oppure si è più cretini del lecito pensando di risolvere il problema nascondendo la polvere sotto il tappeto. Ci vuole contezza e coscienza di tutto , poi sarà il nostro intelletto e la nostra etica a farci scegliere, non certo il MinCulPop che vedo invocare a gran voce da parecchi imbecilli politicamente schierati.
    4 punti
  3. Non c'è bisogno, l'intervento si qualifica da solo, e @luke_idk ha detto tutto quel che c'era da dire a riguardo. Questo è quel che succede quando si incomincia a parlare di politica, cosa espressamente vietata dal regolamento, ma a volte capita di lasciare un po' di briglia sciolta per evitare di apparire eccessivamente censori. Ma c'è un limite a tutto, e poiché direi che è giunto il momento di dire basta.
    3 punti
  4. Se posso permettermi, vorrei esprimere un'opinione in merito alla discussione in atto. Premetto subito che non voglio prendere le parti di nessuna fazione. Vorrei solo dire che, secondo me, abbiamo toccato uno dei punti più bassi del forum. Personalmente, ho letto affermazioni che vanno dal penoso, al ridicolo, per finire nel disgustoso... Diamine, siamo in un forum di numismatica! Che immagine stiamo dando di noi stessi al mondo che ci legge? Ognuno di noi ha (secondo me giustamente) la propria visione delle cose. Credete davvero che con questi interventi qualcuno cambierà idea? Oppure, come sta già avvenendo, le posizioni si radicalizzeranno sempre di più e si creeranno delle fazioni contrapposte pronte a farsi "guerra"? Vi chiedo, per favore, di tornare a parlare di monete e di lasciare le appartenenze politiche nella sfera del privato (e nella cabina elettorale). Grazie
    3 punti
  5. La svastica è un vecchio simbolo. Era in Russia prima del 1917 e dopo e non era legato al fascismo. Nascondere i simboli è ipocrisia.
    3 punti
  6. Nemmeno io sono un esperto. A Gubbio c'è Andrea Cavicchi di Eugubium che sicuramente conosce bene questa monetazione. Potresti sentire lui... Da ignorante comunque, a naso, la moneta non mi dispiace.
    2 punti
  7. Grazie per la risposta precisa e puntuale. Ce n'è una tra varie monete e qualche francobollo che mio nonno aveva in una scatola di scarpe. Le altre monete non hanno certamente attirato la mia attenzione se non per il valore affettivo (principalmente Vittorini) questa però ha attirato la mia attenzione. Ecco le foto, dalle quali immagino non si riesca a capire l'autenticità.
    2 punti
  8. Buonasera Adriano, potresti comunicarci il peso di questo pezzo? I "tagli" su questa moneta mi sembrano più delle saggiature del metallo. A giudicare dai capelli "impastati" di Ferdinando IV.... Mi sembra un bel falso d'epoca ottenuto per fusione. Cordiali saluti, Rocco
    2 punti
  9. Ciao @Hirpini, ricordavo una discussione in cui tu stesso ne avevi parlato. Inoltre ho trovato questa discussione in cui ne fa cenno @Caio Ottavio Ho privato poi a guardare sul volume X del RIC: Da quanto si deduce (e se ho capito bene) in Occidente, sugli aurei, COM starebbe per "Comitatus", "Corte" in senso lato come autorità garante. Quindi potrebbe essere valida anche l'ipotesi che fosse l'abbreviazione di "Comes" inteso come "Comes auri" che era alle dipendenze del "Comes sacrarum largitionum". OB starebbe invece per "obryzum" , oro purissimo. In sostanza e' come se fosse: oro purissimo garantito dalla corte imperiale. A COMOB si aggiungeva poi (fino ad un certo momento) l'identificativo di zecca, in questo caso M D, Mediolanum. Il RIC dice però, a come ho capito, che le lettere aggiuntive indicassero dove aveva sede la Corte in quel momento (ma sono le stesse lettere che indicano la zecca?). Spero di non aver detto inesattezze e di aver capito quanto scritto sul RIC (il mio inglese e' un po' zoppicante) e chiedo a qualche altro amico del forum (mi viene in mente @Poemenius) di chiarirci un po' la questione (che comunque, da come mi sembra, non deve essere affatto semplice da spiegare). Un cordiale saluto. Buona serata. Stilicho
    2 punti
  10. Vuoi una risposta specifica? Il simbolo non uccide nessuno. Le persone stanno uccidendo. Nascondere eventuali monete con simboli sta nascondendo parte della storia. Non conoscere la storia porta a una ripetizione della storia.
    2 punti
  11. Penso che non la toccherò più, non mi piacciono i tondelli di rame rosa arancio che vedi sovente. Le macchie scure sono la normale ossidazione di una moneta e mi stanno bene. Volevo solo togliere le componenti di ossido più superficiali che sono anche quelle più aggressive che "mangiano" il rame. Il rame "rosso" con il tempo diventa bruno perchè è impossibile che non venga a contatto con i componenti dell'atmosfera ( tra i quali l'ossigeno è quello che interagisce di più) . Si vedono sovente in Asta delle monete "rame rosso" di 200 anni che mi lasciano perplesso ( o meglio sono delle monete FDC "trattate" ). Se le comperi saranno sempre FDC ma il rame "rosso" molto lentamente, ed in qualsiasi maniera le conservi, virerà verso il bruno, se poi l'ambiente è umido compariranno delle macchie nere. Vi faccio un esempio: cambiate le grondaie in rame di casa vostra. All'inizio hanno quel bel colore rossiccio che è una meraviglia per gli occhi, dopo qualche anno diventano brunite, dopo un decennio compaiono i segni di ossidazione verdastri soprattutto dove ristagna l'umidità e magari si formano dei buchi ( vedi sotto). Lo stesso vale per le monete, a meno che vengano conservate sotto vuoto o nell'olio come le acciughe. Non voglio annoiarvi ma penso che sia una interessante lettura questo articoletto che ho trovato su Internet: La chimica della patina I metalli possono essere classificati in base alla loro reattività. Alcuni, come il sodio, sono così reattivi che esplodono a contatto con l’acqua. Altri sono più stabili: l’oro ha una nobiltà così elevata che lo troviamo inalterato anche dopo migliaia di anni. Il rame è poco reattivo: significa che può reagire con l’ambiente circostante, ma più lentamente della maggior parte degli altri metalli: nella tavola periodica occupa la stessa colonna dell’argento e dell’oro ed è un metallo “quasi-nobile”. Ha un potenziale elettrochimico superiore a 0 (che convenzionalmente è quello della reazione di ossidoriduzione dell’idrogeno (H+/H) e per questo non viene attaccato dagli acidi, tranne da quelli fortemente ossidanti. La patina Esposto all’aria e all’acqua, il rame si combina con l’ossigeno contenuto in esse e forma uno strato superficiale di ossido molto resistente. A differenza della ruggine del ferro, che è porosa e debole, questo composto del rame è resistente e ben ancorato al metallo sottostante, che quindi ne viene protetto: si tratta di una “corrosione positiva”, chiamata passivazione. Il rame non si combina solo con l’ossigeno, ma anche con altri elementi contenuti nell’ambiente, dando luogo a composti dalla stechiometria variabile, che può cambiare da luogo a luogo: per esempio, in prossimità del mare, questi composti sono più ricchi di cloruri. Lo strato superficiale cambia anche nel corso del tempo e questo lo si osserva in architettura: un tetto di rame perde la sua brillantezza dopo qualche settimana e diventa sempre più scuro, a mano a mano che l’ossido si forma. Nel corso degli anni, quando il composto diventerà un sale composto anche da altri elementi, il suo colore tenderà al verde o verdeazzuro, una tonalità caratteristica di tanti sali di rame. Questa superficie protettiva di colore verde viene chiamata “patina” e non deve essere confusa con il verderame, che è un composto – solubile in acqua, quindi non durevole – usato in agricoltura. In Italia, la Basilica palladiana di Vicenza viene considerata la più bella copertura di rame d’Italia: essa è rivestita in rame dal 1829, quindi quasi due secoli: un esempio della resistenza del rame e della sua patina. La chimica del Patina Il primo passo nello sviluppo di una patina è l’ossidazione del rame a l’ossido di rame (I) – ossido rameoso, Cu2O – che ha un colore rosso o rosa (equazione 1), che si forma inizialmente quando il metallo comincia a reagire con le molecole di ossigeno nell’aria. L’ossido di rame (I) viene ulteriormente ossidato in ossido di rame (II) – ossido rameico, CuO – che è di colore nero (equazione 2). Se l’aria contiene tracce di zolfo, dovuto ad esempio dalla combustione di combustibili fossili, si forma anche il solfuro di rame nero (CuS) (equazione 3). Equazione 1 4Cu + O2 → 2Cu2O Equazione 2 2Cu2O + O2 → 4CuO Equazione 3 Cu + S → CuS Nel corso degli anni, CuO e CuS reagiscono lentamente con l’anidride carbonica (CO2) e gli ioni idrossido (OH–) dell’acqua, formando vari sali come Cu2CO3(OH)2 (equazione 4), Cu3(CO3)2(OH)2 (equazione 5) e Cu4SO4(OH)6(equazione 6), che costituiscono la patina. L’umidità e la concentrazione degli elementi nell’aria (composti dello zolfo, cloruri, ecc.) e perfino l’orientamento della superficie in rame hanno un impatto significativo sulla velocità di sviluppo della patina, nonché sul rapporto relativo dei tre componenti. Equazione 4 2CuO + CO2 + H2O → Cu2CO3(OH)2 Equazione 5 3CuO + 2CO2 + H2O → Cu3(CO3)2(OH)2 Equazione 6 4CuO + SO3 + 3H2O → Cu4SO4(OH)6 Scusate se mi sono dilungato, Ciao Beppe
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  12. Mamma mia quanti fascisti ci sono ancora tra noi... Ecco perché bisogna tenere sempre alta la guardia.
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  13. Ciao Beppe interessante la metodica di pulitura. La moneta(peraltro un doppione) è la nr.677 del manuale. L'altra tipologia di busto è questa. che è la 687a.
    2 punti
  14. Sarà perché non sei italiano, ma dovresti riflettere di più, prima di scrivere certe sciocchezze.
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  15. Mio padre mi ha "ordinato” di chiudere. Obbidisco. Prima di chiusere definitivamente pubblico questa pagina. Conoscerete il sergente Giorgio. In occasione delle licenze pasquali usufruisco del congedo anticipato. Saluto i miei superiori, colleghi, subalterni e le reclute del mio plotone. Il capitano mi ha fatto un regalo gradito concedendo la licenza ai i 2/3 dei miei soldati, quando di regola, la licenza pasquale spetta a 1/3 della truppa. Il capitano se voleva essere certo che un servizio di reparto fosse eseguito correttamente, senza intoppi, lo affidava sempre al sottoscritto. In molti mi ringraziano, qualcuno approfitta del momento per ricordarmi che potevo fare di più per loro. Il compito di un comandante è sempre ingrato. Tra i soldati del mio plotone ricordo il ragazzo siciliano, proveniente dalla provincia di Catania che non aveva completato la scuola elementare. Piccolo, rubusto, con braccia e gambe da atleta, riusciva a sopportare gli sforzi senza apparente fatica. Aveva sempre vissuto con i genitori coltivando campi, pascolando animali, parlando esclusivamente in dialetto. Spesso era malinconico, nulla e nessuno riusciva a rassenerarlo. Si isolava e non accettava la compagnia di nessuno. Conversavamo lungamente. Sentendomi amico il ragazzo prese a volermi bene confidandomi tutte le sue pene e i suoi crucci. Si aprì con i compagni, divenne loquace, allegro sempre sorridente. Lo convinsi a iniziare un corso di recupero scolastico. Una sera, con la finestra aperta dello stabile adibito a scuola vidi una giovane insegnante parlare con la recluta catanese che scelse di iniziare lo studio, da subito, pur non avendo ancora ricevuto i libri. La sera prima di lasciare la Bligny, lo incontrai a parte. “Ho una cosa da darti. Una cosa proibita ai soldati che assolutamente non devi mai, mai, mostrare ad alcuno. Con questo oggetto ti sarò sempre vicino”. Mi guardò con aria piena di aspettativa. Dalla tasca dei pantaloni tolsi un bossolo esploso di fucile. La recluta guardò quel piccolò cilindretto in ottone come fosse un oracolo. “È di un vecchio fucile italiano della seconda guerra mondiale, il moschetto Carcano 91/38 lo stesso modello usato per uccidere il presidente degli Stati Uniti John Kennedy”. Mi guardava con occhi spalancati dalla gioia come se fosse il regalo più bello che avesse ricevuto da sempre. Credo che non avesse capito le mie ultime parole e che non conoscesse il fatto avvenuto. Con occhi lucidi e un leggero sorriso sulle labbra, silenziosamente mi allungò la mano. L’obiettore di coscienza. Per non sentirsi dire dal comandante di battaglione che avremmo potuto fare di più, il capitano mi incaricò di parlargli. Un ultimo tentativo. “Andiamo a sentire, lui avrà voglia di parlare, io ho voglia di ascoltare”. Incontrai la recluta nella prigione della caserma, un faccia a faccia freddo e sterile, separati dalle sbarre d’acciato della cella. Rispose a monosillabi, rigettando tutte le mie proposte. - Non toccherai mai un’arma -NO-, ti accomodiamo in infermeria -NO-, in fureria o in cucina -NO-, in magazzino -NO-, rimarrai alla Bligny fino alla fine della ferma. -NO- NON INDOSSERÒ MAI UNA DIVISA-. Dopo un silenzio ingombrante ricominciò a parlare senza mutare il tono di voce, senza tradire un’emozione, con una vena di serietà e convinzione che mi cucirono la bocca. “La guerra è morte, sciagure e distruzione. Gli animali uccidono per vivere, è nel loro istinto, gli uomini uccidono per uccidere. Lo stato uccide perché crede di avere il diritto di uccidere e far morire i suoi figli. Non insista sergente, ha ben capito. È impossibile che stia ancora ad ascoltarla. Lei è un operaio al servizio di superiori, con un salario, gratificato con i gradi dorati” disse guardandomi cupo. Indifferente, mi prese in giro contando le sbarre della cella come fossero i mesi di carcere da scontare nel carcere di Gaeta. “ febbraio, marzo, aprile, maggio.... Si allontanò stendendosi sull’asse di legno che faceva da letto. Volevo aiutarlo ma proprio non lo vedevo imbracciare una Maschinengewehr MG-42/59 pesante 13 chilogrammi, sparando raffiche con una cadenza di tiro da12 colpi/secondo. Tra le nuove reclute c’era il figlio di un Ammiraglio. Un giovanotto dall’aspetto molto elegante con quello sguardo che piace tanto alle donne. Serio, intelligente, gentile, socievole e simpatico. Spinto da studi accademici. In lui non vi era nulla di soldatesco. Il capitano lo pose sotto la mia tutela, in posizione di riguardo, un poco distante dagli altri soldati e dai servizi di corvée. Il figlio dell’Ammiraglio, dopo tre settimane fu trasferito, con assoluta priorità, in forma definitiva nella sua città di residenza: Genova. Un altro era il figlio di un industriale di Legnano. Una persona cara, collaborativa che riusciva a mantenere ordine e serenità con tutti i ragazzi della squadra e del plotone, più di quanto prometteva di fare. Tutte le domeniche verso le 8 del mattino saliva su una grossa Mercedes, con autista. Rientrava prima della mezzanotte. Non ho mai saputo chi firmasse quei permessi speciali. Il quinto era un bravissimo disegnatore veneto, abile e sicuro di sé. Mi propose di acquistare uno schizzo su carta raffigurante una ragazza nuda. Chiese 1000 lire. “500” barattai. Coerente con il suo carattere mi rispose che ne valeva 1000. Non lo acquistai. Se Milo Manara ha fatto il C.A.R. alla Bligny... Il sesto era un giovane cantante napoletano. Snello slanciato, ben fatto, la bellezza del cantante. La bocca arrotondata, gli occhi sognanti, corpo che esige di farsi vedere, mani che si muovevano continuamente, gambe vigorose che molleggiavano. Tutti gli attributi di un artista da palcoscenico. La sera ci rallegrava con le canzoni regionali e con brani di successo del repertorio italiano. Prima di partire mi regalò un suo disco, autografato. Nel mio plotone c’erano due gemelli di famiglia genovese che abitavano da dieci anni a S.Francisco (U.S.A.) Scelsero di fare il militare in Italia evitando l’arruolamento nell’esercito degli Stati Uniti, dove il servizio militare durava tre anni e, sicuramente destinati per due anni in Vietnam. Negli occhi avevano la disperazione di una signora genovese, vicina di casa, quando ricevette la notizia del figlio morto in combattimento. Con questa scelta non otterranno mai la cittadinanza americana. Con loro, per quanto possibile, parlavo in inglese. Dicevano che avevo una buona pronuncia, che sapevo leggere correttamente gli articoli delle riviste spedite, per posta aerea, dai loro genitori. Prima firmare la rinuncia al proseguimento del servizio militare il capitano e il maresciallo maggiore della compagnia cercarono, provarono a convincermi di prolungare la ferma. Il maresciallo fu chiaro e concreto.“Oggi il tuo stipendio è di 75.000 lire il mese, come un operaio specializzato. A breve sarai promosso sergente maggiore con uno stipendio pari a un capo-squadra, poi come maresciallo ordinario sarai al pari di un impiegato, maresciallo capo e infine maresciallo maggiore. Il mio stipendio è di 150.000 lire come il capitano, pari a un capo-reparto di una azienda del settore industriale”. Sbandierai il dito indice in segno di diniego.
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  16. Allego anche l'ultimo biscione che mi sono regalato. Mezza Petachina battuta da Filippo Maria Visconti nel 1421-35 come signore di Savona
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  17. Buongiorno a tutti, concordo con @Rocco68 che in questi nominali si riscontrano spesso stupende "imperfezioni" che li rendono, come sempre, unici. Tornesi 6 1799 R. C. con collisione al rovescio.
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  18. Ecco, per confronto, il dritto di un grosso di Andrea Dandolo. La posizione e la forma delle lettere NDR e LO è la stessa del grosso con le crocette.
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  19. No no no, mi dispiace. L'ipocrisia di uno stato che emette leggi che proibiscono la visualizzazione di simboli. Non ti ho accusato di ipocrisia, ho parlato delle leggi che stabiliscono la questione. Rispetto la tua opinione e la tua correttezza politica. Robertode; Vorrei sapere cosa ne pensate della censura su internet ma anche nella realtà delle monete coniate con la svastica. Malikalkamil: Quand'anche il popolo ebraico al gran completo avesse finanziato Mussolini, credi che ai parenti delle vittime di Sant'Anna di Stazzema (per fare l'esempio di una strage perpetrata dai nazisti con la collaborazione dei repubblichini) possa cambiare qualcosa? Ora la domanda (General Motors), (Ford) (Standard Oil) condussero affari di successo con il Terzo Reich - almeno fino all'inizio degli anni '40. Perché non vietare i loro segni? Sì, sono un cittadino del paese che ha sconfitto il fascismo. Incolpo il fascismo. Sei contro il fascismo? Sì. E se Mussolini avesse vinto e fino ad oggi il fascismo fosse un sistema italiano? Chi ha la garanzia che il nostro atteggiamento fosse diverso? (General Motors), (Ford) (Standard Oil) sono compagnie del paese che ha vinto la guerra. E per questo motivo non sono condannati. La storia e le leggi sono scritte dai vincitori. E non sono collegati alla verità. Più guardo alla politica di oggi, meno Mussolini diventa terribile e malvagio.
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  20. Altra piastra 1841......... testa grossa
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  21. Buongiorno, vorrei un parere degli esperti su questa moneta, e lo stato di conservazione.
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  22. Ciao , anche per me come già detto da Daniele è un 1742
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  23. Buona sera @Fringuello, credo siano 3 cavalli del I tipo di filippo III. se possibile potresti inserire peso e diametro della moneta? Saluti
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  24. Per Me 1742 [emoji368]
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  25. Per Ferdinando IV concordo per il falso d'epoca, lettere impastate etc. , stemma , etc etc
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  26. Si tratta di una moneta di cui si conosce l'esistenza solo presso la collezione del Re Numismatico e/o pochi altri, quindi della più estrema rarità. Le uniche foto disponibili della moneta sono quelle del CNI. Anche in opere successive viene sempre riportata quella. Che vuoi che ti si dica. Bisognerebbe farla verificare prima da un esperto, se vera o meno. Dopo di che, se vera può valere da 1 ad un 1.000.000 di euro a seconda di quanto uno è disposto a spendere per averla in collezione. Sicuramente non è moneta che si trovi così facilmente e viene proposta ad un soggetto che non sa neanche di che si tratti. Ma tutto è possibile.
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  27. @pizzamargherita @sandokan grazie per la fiducia Sto seguendo questa discussione, così come quella sulle fondine lanciata da @Hirpini dall'inizio, e le trovo molto interessanti. Riconosco che non sono molto attinenti con le tematiche abitualmente trattate nel forum, ma non ho mai pensato, nemmeno per un istante, di chiuderle, semmai, un paio di volte, di spostarle in Agorà. Ma visto che non ho fatto nemmeno quello, e che ormai le discussioni mi sembrano avviate a conclusione, possono anche restare dove sono. Ma se vi va di continuare, fate pure, io continuerò con piacere a leggervi petronius
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  28. In "L'economia della Sardegna Catalana" (da "I catalani in Sardegna"), John Day riporta che al tempo di Ferdinando il Cattolico (1479-1516), nel 1485, "350 maiali ... furono venduti a Sassari per 26 soldi e 6 denari per capo". Ora, 1 soldo sardo valeva 12 denari sardi, come in tutti i paesi europei dell'epoca (che seguivano il sistema monetario derivato dalla riforma carolingia) 1 soldo valeva 12 denari (di quel paese); "soldo" e "denaro" erano valori ideali, non necessariamente rappresentati da un nominale corrispettivo (soprattutto il soldo); ma quali monete furono probabilmente utilizzate per comprare i suddetti maiali a Sassari? Dobbiamo innanzitutto tenere conto che allora le monete sarde e catalane circolavano nell'isola ed erano parimenti accettate. A quel tempo, 4 soldi sardi formavano un "reale", moneta d'argento (derivata dall'alfonsino d'argento) equivalente a un "croat" catalano (il corrispettivo del "grosso"). Invece, 2 denari sardi erano rappresentati dalla moneta in mistura chiamata "cagliarese", fatta coniare per la prima volta nella storia dell'isola (nella zecca di Cagliari) proprio da Ferdinando II. Diversamente dal reale, 1 cagliarese ( = 2 denari sardi) era equivalente a 1 denaro catalano. Infatti c'era un rapporto 1:1 tra le buone monete argentee sarde e catalane, e un rapporto 2:1 tra le monete di mistura sarde e catalane. E' chiaro da questi nominali l'interesse dei regnanti aragonesi di facilitare le transazioni sull'isola con entrambe le monetazioni. Per quanto detto, occorrevano 6 reali e 15 cagliaresi per fare 26 soldi e 6 denari (26 soldi = 24 soldi + 2 soldi = 6 reali + 2 soldi = 6 reali + 24 denari = 6 reali + 12 cagliaresi, 6 denari = 3 cagliaresi). Dunque, per saldare la gran parte della somma richiesta sarebbero occorse 6 monete da 1 reale, che nelle emissioni di Ferdinando II erano di due tipi (riporto qui sotto le immagini delle monete dal libro "Le monete della Sardegna" di E. Piras): primo tipo secondo tipo Per acquistare un maiale, un vassallo dell'epoca avrebbe quindi usato: o quella che Piras definisce la moneta più bella di tutta la monetazione aragonese, il reale di secondo tipo dall'effige di stampo rinascimentale del sovrano; o il reale di primo tipo, che documenta uno dei crimini più terribili della dominazione aragonese, ossia la cacciata degli ebrei sardi (ivi stabiliti sin dall'epoca dell'imperatore Tiberio), a cui si riferisce il motto sul rovescio INIMICOS EIUS INDUAM CONFUSIONE ("Confonderò i suoi nemici"), che compare in questa moneta per la prima volta e verrà ripetuto per secoli nella monetazione sarda.
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  29. Consoliamoci dal fatto che c'e' veramente di molto ma molto peggio (vedi la chip coin più sotto), e non parlo solo delle pseudo "monete" prodotte per le micro nazioni. Le monete fosforescenti non sono di certo una novità, il Canada, per esempio, ed altre importanti zecche di stato, monete di questo tipo le sfornano da anni. Se veramente sono rivolte alle fasce più giovani ed hanno lo scopo di avvicinare i bambini alla numismatica (infatti qualcuna sembra la copertina di un album da disegno ) ....il prezzo doveva essere molto contenuto. Come dicevo poc'anzi, c'e' molto di peggio! Cook Islands 2 dollari 2019 - chip coin Dal messaggio pubblicitario che ho visto nel web, questo tubetto dovrebbe essere il rotolino! Mi ricorda qualcosa!
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  30. In quale momento, precisamente, siamo passati dal chiarire perché vengano ostracizzati certi simboli IN GERMANIA, alla propaganda fascista?
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  31. I fascisti dovrebbero studiare il fasscismo... 1 era il 1925. 2 si applicarono quelle politiche liberiste, oggi avversate dai fascisti 3 l'artefice fu cacciato l'anno dopo... non abbastanza fascista per i finanziatori del regime 4 evidentemente, l'oro di Dongo trafugato dai partigiani non esisteva, visto l'altruismo di lvi che rinunciò al suo compenso... come Monti... 5 doveva finanziare una guerra... ottima mossa, finita benissimo
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  32. Interessantissima ricostruzione @Agricola, complimenti. Diciamo che la serie collaterale dovrebbe essere precedente di circa un decennio rispetto all’introduzione del culto della Magna Mater a Roma. In merito alla sua presenza su monete, parlando di bronzo repubblicano probabilmente hai ragione, ma la serie collaterale rappresenta un unicum anche sotto il punto di vista dei soggetti ritratti, molto italici (vedi il Sol Indiges sull’oncia). Il bronzo repubblicano tende poi a spostarsi sul tipo fisso della prora. Sui denari invece Magna Mater appare soprattutto su emissioni di edili curuli, gli stessi magistrati incaricati di organizzare e presiedere i Ludi Megalesi. In ambito romano Magna Mater ha connotazioni spiccatamente aristocratiche, trattasi di una divinità patrizia, che in termini cultuali si oppone a Cerere (anche in termini di magistrature edili, quindi politici). Forse non è un caso che Magna Mater sia stata vista come una sorta di ultimo baluardo del paganesimo, d’altra parte la sua pietra sacra faceva parte dei pignora imperii.
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  33. Sciocchezze? Hai una folla di persone sul forum che non conoscono la storia, la cultura e non sono stati turisti in altri paesi, ma ragionano su questi paesi. Sei italiano? Propongo di dimostrare non a parole ma in pratica. Dì la verità. Operazione Gladio - Questa è spesso la storia moderna dell'Italia. Perché in Italia non c'è stato un processo alla CIA, che l'ha finanziata e organizzata? Perché non ci sono monumenti delle vittime Anni di piombo. Perché i tedeschi pagarono le pensioni ai parenti degli ebrei assassinati? E gli Stati Uniti non pagano gli italiani alle vittime di questa operazione americana? Per te, Mussolini è il peggior italiano, perché è lontano e ufficialmente dichiarato cattivo. Puoi dargli torto per tutto. E non notare l'altro.
    1 punto
  34. @Litra68, Alberto a volte si è convinti di aver completato una serie anche per varianti, ma se collezioni le monete Napoletane non puoi esserne sicuro. Veduta di gruppo dei 1859 per Ferdinando II. Avrò finito? ?
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  35. Le uniche sagome vagamente simili a quanto riportato su questo tondello e che siano in connessione con l'area macedone (seguo l'input di @apollonia) sembrebbero il kestrosphendone o l'elmo macedone. Anticipando che non sono per nulla convinto da nessuna delle due possibilità sopra citate ho provato a cercare in rete senza riscontri. Ho però visto, tra le centinaia di bronzi, alcuni dove la clava si sovrapponeva alla faretra del semidio/eroe.. ma anche questa non collima sufficiente coi pezzi visionati. Mi domando visto il quesito iniziale, l'assenza totale di elementi per attribuirla ai territori greci dell'Italia meridionale e l'ipotesi di una provenienza macedone se non sia il caso di chiedere a qualcuno di spostare nella sezione identificazioni per vedere se qualcosa può essere fatto lá. @CdC?
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  36. Assolutamente no. Anzi vedendo come andavano "certe cose" spesso ho provato molto più disgusto nel frequentare scuole come l'università che (in teoria) insegnano a vivere secondo scienza e coscienza... Saluti Simone
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  37. Scusate l'off topic, ma volevo rendere omaggio ad un mio conterraneo che ci ha lasciati. A suo tempo, quando ero bambino, era un piacere trovare la sua figurina anche se doppia. Ciao Pietro
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  38. Buongiorno a tutti, mi fa piacere per il nuovo utente che la sua moneta è genuina ma dalle prime foto postate ero sicuro si trattasse di un falso, addirittura non sembrano neanche la stessa moneta tra quando era in bustina a quando era senza...
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  39. Si tratta di un quattrino per la zecca di Rimini. Non si comprende, dalla foto, se sotto Carlo Malatesta o Sigismondo Pandolfo Malatesta o Galeotto Roberto Malatesta. Nel primo caso in legenda c'è K D ARIMINI, negli altri casi S P D o G R D . In entrambi i casi sul R/ S IVLIANVS .
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  40. Io, personalmente, non gli darei molto peso. Se la moneta è interessante ed il prezzo è buono, che sia della ex collezione di qualcuno o meno, francamente non influenza particolarmente la mia scelta. Non gli attribuirei un plusvalore tale da giustificare un prezzo più alto del “normale”, a meno che il precedente collezionista non sia un personaggio estremamente famoso (ma non mi sembra questo il caso). Allo stesso modo, però, non la eviterei nemmeno come la peste. La terrei, magari, come piccola curiosità personale...
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  41. Non condivido l'interpretazione data dall'autore dell'articolo. Sicuramente la spiga "ufficiale" di Motti è stata reincisa e non è stato utilizzato alcun conio o matrice precedente. Poi non va dimenticato che l'opera di Pistrucci è in cera, dunque inutilizzabile per una riduzione al pantografo. Come già notato al # 4 l'ispirazione originale è la spiga di Metaponto, per entrambi gli incisori.
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  42. Buonasera, @salvo1973, bello il tuo 6 Tornesi 1800, ti posto il mio per confronto. Saluti Alberto
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  43. @cabanes ti prego di non turbare la serenità di questo incontro con affermazioni fuori luogo. L'esercito è voluto dalla nostra Costituzione, (art.11: l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli…), come sai ha fini puramente difensivi (eventuali) del Paese e sta compiendo all'estero missioni di pace a tutto rischio e pericolo dei suoi/nostri soldati. Che malgrado abbiano frequentato quella scuola, da anni stanno laggiù senza sparare un colpo, a dividere fazioni armate e proteggere civili inermi. Dimmi il contrario, se lo conosci. @pizzamargherita, ti prego, andiamo avanti. HIRPINI
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  44. Buon pomeriggio a tutti, Conoscendo la mia passione particolare per questi pezzi di storia, un caro Amico del Forum ha voluto regalarmi un falso d'epoca della mezza Piastra 1792 "orecchio scoperto" Realizzato per fusione con lega di metalli bianchi. Lo ringrazio pubblicamente del suo grande gesto di generosità : GRAZIE Angelo @Ledzeppelin81!
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  45. La frontiera estrema del kitsch. O un esempio icastico del declino dell'Occidente, non so. Fortunatamente non colleziono euro, perché monete simili mi creerebbero seri dissidi interiori (e pure intestinali).
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  46. Nel dizionario tedesco la definizione di Rechenpfennig è münzähnlich geprägte Marke, kleine Scheibe, die als Hilfsmittel zum Rechnen auf dem Rechenbrett oder als Spielgeld gebraucht wurde; Jeton. che si può tradurre Marca in rilievo a forma di moneta, piccolo disco, che veniva usato come aiuto per il calcolo sull’abaco o come moneta da gioco; Jeton. Come “Penny di calcolo” un Rechenpfennig non ha valore in sé ma rappresenta simbolicamente un diverso valore a seconda della linea che occupa sulla tavola di conto. Informazioni sulla loro storia e il loro uso le puoi trovare sul forum al link http://sri.lamoneta.it/Numismatica/rechenpfennig.php
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  47. Gettoni in alluminio, dedicati a LEONARDO
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  48. Ciao @amoilconio, facciamo un riepilogo delle informazioni: Le misure sono di 48,5 mm x 32,2 mm; Spessore di 2,1 mm; Peso di 19,53 g; Foro 7,2 mm x 6,5 mm; Distanza tra i 2 caratteri di 40 mm precisi; Marchio di zecca difficile da capire. In questa situazione identificare la zecca di provenienza guardando solamente il marchio è impossibile, di conseguenza ho scelto come punto di riferimento la distanza tra i caratteri TEN e HŌ e grazie a questo dato escluderei subito quelle governative di Edo, Osaka e Sado visto che i 100 mon coniati da queste zecche hanno quasi sempre una distanza tra i 41 - 42 mm. La moneta è stata coniata sicuramente da una zecca non ufficiale. Tenendo conto sempre della distanza ho ristretto il campo su 2 zecche (Yamaguchi e Mito), ma lo spessore non coincide e nella guida non ho trovato nemmeno un dato che si avvicina a quello della tua moneta. Tirando le somme la moneta per me è genuina, ma ahimè potrebbe rientrare nella misteriosa categoria delle zecche sconosciute...
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