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  1. Rocco68

    Rocco68

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/28/20 in tutte le aree

  1. Sinceramente penso che restrizioni e limitazioni per i nuovi utenti possano servire a poco, se non a disincentivare coloro che si iscrivono con tutte le buone intenzioni di questo mondo, che siano queste una banale richiesta di identificazione o un intento partecipativo più a lungo termine. I troll ed i disturbatori seriali aspetterebbero senza troppi problemi, c’è chi ha aspettato, insistito ed ha tentato di entrare tramite altre vie per anni... c’è chi ci infanga da circa un decennio rasentando ormai il ridicolo anche agli occhi di una talpa con la cataratta, e chi più ne ha più ne metta. Prerogativa del web è quella di poter avere riscontri riducendo al massimo l’attesa per l’ottenimento degli stessi; mettere limitazioni in tal senso equivale purtroppo a snaturare quantomeno una parte del forum stesso, in quanto parte del mondo di internet e quindi assoggettato alle sue dinamiche. Penso che il modo migliore per affrontare il problema sia quello di farsi una sana risata in certi casi, ed allertare lo staff quando invece certi limiti vengono superati.
    6 punti
  2. Buonasera ecco uno dei miei tanti acquisti “da ciotola” La conservazione purtroppo è quello che è , ma rimane una moneta difficile da trovare specialmente a 1€ . Grecia Othon I zecca di Atene ( 316.000) 5 lepta 1845 che ne pensate ?
    5 punti
  3. caro @metal78 è commovente che tu ti senta di ringraziare il solo @fagiolino per l'impegno... ma tant'è: è sempre più rassicurante chi ti da ragione.... Anch'io ho speso un pò del mio tempo e ho preparato un'animazione con sovrapposizione a evanescenza progressiva delle immagini dell'esemplare InAsta (falso) e del tuo... A parte un leggero sfasamento di sincronizzazione in un paio di immagini una cosa è incontestabile: le due monete provengono dallo stesso conio e, mi dispiace (a me non viene in tasca nulla e sono abituato a scrivere quello che penso) ,non esiste che da uno stesso conio escano una moneta autentica e una falsa (se non per differenza di intrinseco)... o è l'una o è l'altra. Decidete voi se sono vere o false... ma qualunque conclusione coinvolgerà entrambe le monete. InAsta può essersi sbagliata ed aver venduto a 260 € una moneta da 1000€, ma lo ritengo molto improbabile. E con questo esco definitivamente dalla discussione... Mario
    3 punti
  4. Salve, ieri ho dimenticato di parlarti del follis, visto che l'ha citato col (?) nel titolo della tua discussione. Questa moneta era stata introdotta con la riforma monetaria di Diocleziano del 294 col peso inziale medio di 10 grammi e un diametro di 26-28 mm. ma nel tempo e fino agli esordi dell'era costantiniana, a causa delle continue svalutazioni monetarie il suo peso era sceso fino a 2-3 grammi, con un diametro medio di 22 mm. Già con la morte di Costantino non si parla più di follis, che poi definitivamente scompare con la riforma monetaria di Costante e Costanzo II del 346 d. C. Questa introduceva una nuova moneta di bronzo, la "pecunia maiorina" o "doppio centenionalis" (g. 5,45. mm. 21-24) e una sua frazione, il "nummus centenionalis", del peso di 2,5 grammi e 17-20 mm. di diametro, equivalente a mezza maiorina (nummus poi ulteriormente svalutatosi con introduzione di un centenionalis ridotto e infine del mezzo centenionalis). Questo, detto in pochissime parole e sempre che tu già non lo sappia e in tal caso mi scuso, per chiarire perché la tua moneta non è un "follis" ma come vedi dalla descrizione che ti ho postato, un "AE3", che sta "bronzo di diametro tra i 17 e i 21 mm." Personalmente e sempre riferendomi alla monetazione tardo-imperiale, preferisco una classificazione in base al peso, come quella seguita da Sear, che definisce la GLORIA ROMANORVM come la tua moneta, come un "bronze centenionalis" malgrado l'incertezza che regna sulla riforma monetaria 346. Ti saluto. Hirpini PS: chi vuole approfondire dovrebbe leggere questa interessante discussione: http://manuali.lamoneta.it/Follis.html#follis4
    3 punti
  5. Buongiorno a tutti, affascinato dalle monete di Ferdinando IV, prediligendo il rame, ogni tanto faccio piacevoli incursioni negli argenti, ho pensato di fare compagnia al mio Tarì del 96 con il Fratellino del 98, devo dire la verità, ne sono molto contento, osservandolo e osservando quelli presenti sul Forum e nei cataloghi e manuali, mi è venuta l'idea di aprire questa discussione nel tentativo di catalogarla.. ? Riporto quanto appreso dal Magliocca. Tarì da 20 grana argento - gr. 4,58 mm25 Taglio treccia in rilievo Anno 1798 Magliocca 284 D/FERDINAN-IV-SICILIAR-ET HIER-REX; busto corazzato, a scaglie, rivolto a destra, sotto la lettera P, iniziale del cognome dell'incisione. R/HISPANIAR INFANS data; nel campo corona reale tra due rami di alloro, in alto le lettere A e P, divise dalla punta dei rami, inferiore te al lato destro la lettera M, sotto, tra gli steli dei rami stessi, lungo il bordo, il valore G 20. Ho pensato di riportare anche interessanti note storiche del 1798, dei soli mesi più cruciali, la fonte è citata in calce, spero l'autore non me ne voglia. La moneta è Collezione Litra68. Saluti Alberto 22 novembre. Napoli. Re Ferdinando dichiara guerra alla Repubblica giacobina romana e si pone alla testa delle truppe. Il suo esercito conta circa settantamila uomini. Il generale austriaco Mack è nominato capo della spedizione. “Questa guerra, alla quale nessuno era preparato, fu praticamente imposta al re dalla regina Carolina e si rivelerà inutile e dannosa. Essa non poteva comportare nessun vantaggio, nemmeno di puro prestigio; accelererà la fine del Regno di Napoli e lo getterà in mano ai francesi e poi agli inglesi, poi di nuovo ad inglesi e francesi insieme per quasi 15 anni” (M. Battaglini, p. 24). 24 novembre. Lo sviluppo della guerra. Le truppe napoletane varcano la frontiera dell’ex Stato pontificio. Il Cuoco immagina un dialogo tra la regina Carolina e il ministro della guerra Ariola. “Che vi pare di questa guerra già risoluta?” –domandò la regina ad un ministro della guerra che non ne sapeva nulla. Il ministro, che avrebbe voluto tacere, spronato a parlare, le disse che da tal guerra vi era più da temere che da sperare. “Il re potrebbe – disse Ariola- sostener con vantaggio una guerra difensiva, ma tutto gli manca per l’offensiva. Egli non combatte ad armi eguali. I francesi, pochi di numero, son tutti soldati avvezzi alla guerra ed alla fatica; l’esercito nostro è per metà composto di reclute strappate appena da un mese dal seno delle loro famiglie, ed il loro numero maggiore non servirà che ad imbarazzare i buoni veterani che son tra loro, ed a rendere più sensibile la mancanza di buoni officiali, il numero de’ quali non abbiam potuto raddoppiare in un momento, come abbiam raddoppiato quello della truppa. Perché non si aspetta che queste truppe si disciplinino?(…) Intanto Mack, quasi potesse terminar la guerra in pochi giorni, si avvia verso un paese desolato, ove è penuria di tutto, senza aver prima pensato a provvedersi, ed in una stagione in cui difficili sono i trasporti ed i generi non abbondanti. Egli si avvia a conquistare il territorio altrui e forse a perdere il proprio” (V. Cuoco, pp. 65-66). 26 novembre. Roma. Il generale francese Championnet e il governo giacobino romano abbandonano la città. 27 novembre. Le truppe napoletane, dopo cinque giorni di avanzata rapidissima, entrano a Roma. Ai francesi rimane solo Castel S. Angelo. 28 novembre. Entra a Roma il generale Mack. 29 novembre. Entra a Roma Ferdinando IV e nomina un governo provvisorio. Primi giorni di dicembre. Si registrano vittorie francesi nella campagna romana (Civita Castellana e Otricoli). E’ ancora una volta preziosa la testimonianza di Cuoco: “Non si concessero che cinque ore di riposo sotto le armi alla truppa, e fu costretta di nuovo a correre a Civita Castellana. Per la strada i viveri mancarono del tutto: i provvisionieri dell’esercito chiedevano invano a Mack ove dovessero inviarli; i viveri si perdevano inutili per le strade, ed i soldati e i cavalli intanto morivano di fame. Quando giunsero a Civita Castellana, i nostri da tre giorni non avean veduto pane. Essi erano nell’assoluta impossibilità di poter reggere a fronte di un nemico fresco, che conosceva il luogo e che distrusse il nostro esercito, raggirandolo qua e là per siti ove il maggior numero era inutile” (V. Cuoco, p. 68). 8 dicembre. Sabato. L’ala sinistra dell’armata francese, guidata da Duhesme, attacca le terre d’Abruzzo. Un editto di Ferdinando IV invita gli abruzzesi all’insurrezione. “Si pubblicò un proclama, col quale s’invitarono i popoli ad armarsi e difendere contro gl’invasori i loro beni, le loro famiglie, la religione dei padri loro: fu la prima volta che fu udito rammentare ai nostri popoli ch’essi erano sanniti, campani, lucani e greci. Fu commesso ai preti di risvegliare tali sentimenti in nome di Dio” (V. Cuoco, p. 73). 9 dicembre. Domenica. Il generale Mack ordina la ritirata da Roma. 10 dicembre. Lunedì. Abruzzi. La prima insorgenza. “Mossi dall’appello del re, animati da frati e preti, spesso a capo dei popolani, stimolati dal sentimento religioso e nazionale, da desiderio di vendetta e cupidigia di bottino, i montanari si levarono a torme nella caccia feroce contro gli invasori francesi” (A. Franchetti). I francesi occupano Teramo. “Tra le montagne impraticabili della provincia dell’Aquila non si pervenne mai ad estinguere l’insorgenza, e la stessa capitale della provincia non fu che per pochi giorni in poter de’ francesi, ridotti a doversi difendere entro il castello”. 11 dicembre. Martedì. Re Ferdinando IV lascia Roma e va ad Albano. Riparte il giorno successivo per Napoli. 12 dicembre. Mercoledì. Inizia la ritirata dell’esercito napoletano, ritirata che ben presto, tra defezioni e accuse di tradimento ai generali, si trasforma in una rotta. “In meno di un mese, Ferdinando partì, corse, arrivò, conquistò il regno altrui, perdette uno de’ suoi e, poco sicuro dell’altro (la Sicilia), fu quasi sul punto di fuggire fino al terzo suo regno di Gerusalemme per ritrovare un asilo (…) Mack, che nella sua fortuna non avea fatto altro che correre, nella disgrazia non seppe far altro che fuggire: cogli avanzi del suo esercito poteva fermarsi a Velletri oppure al Garigliano, ove potea per lungo tempo contendere il passo; potea salvar Gaeta e salvare il Regno” (V. Cuoco, pp. 69-70). “La monarchia borbonica tentò il colpo di scacciare i francesi da Roma e dar principio alla loro cacciata dall’Italia, ristabilendo i vecchi governi; ma la stolta uscita in guerra, istigata dal Nelson, con un esercito mal congegnato e in gran parte improvvisato e con la guida di un fatuo generale ottenuto in prestito dall’Austria, finì in un disastro e aprì ai francesi e agli esuli giacobini la via del Regno. E i sovrani gridarono allora al tradimento, e quantunque traditori ce ne fossero, perché in quell’esercito abbondavano i giacobini, e quantunque si abbiano ora le prove che in vari scontri di quella campagna essi soppressero ordini o gettarono nelle truppe lo scompiglio, il maggiore tradimento lo aveva compiuto, spontanea o costretta, la monarchia con l’intraprendere la guerra contro il sentimento di tutta la parte migliore della nazione e contro l’avviso di tutti i saggi” (Croce, p. 206). 14 dicembre. Venerdì. I francesi giungono a Fondi, Gaeta, Pescara. 15 dicembre. Sabato. Caserta. Il re convoca d’urgenza il Consiglio del Regno: si fa subito strada l’ipotesi della fuga in Sicilia. Il progetto viene messo a punto nei giorni successivi con l’assistenza dell’ammiraglio inglese Nelson. 16 dicembre. Domenica. Napoli. “Questa mattina doveva farsi il miracolo di S. Gennaro, e non è successo, ma l’ha fatto verso le 22 ore. Nella città si sente un mormorio” (Marinelli). 17-18 dicembre. Napoli. La fuga dei sovrani in Sicilia. “Notte dopo notte andò in scena sui vascelli inglesi un vero e proprio trasloco di tutti i principali beni mobili della corte borbonica: denaro, tesori, opere d’arte, mobilio e biancheria. Dieci milioni e mezzo di ducati, vale a dire tutto il residuo deposito contante del Regno, si prepararono a prendere la via di Palermo. Ben presto la notizia dell’imminente fuga del re si sparse tra il popolo in fermento” (Sani, p. 11). In città si sparge la notizia dell’arresto per ordine del Re del ministro della guerra Arriola. E su quella notizia vera si aggiunsero altre inesistenti di altri arresti di personaggi autorevoli (Marinelli). 19 dicembre. Gli insorti abruzzesi liberano Teramo dall’occupazione francese. 20 dicembre. Giovedì. Napoli. “I reali vogliono scappare perché non hanno più fiducia nell’esercito; molti ufficiali sono sospettati di giacobinismo”. Delegazioni di nobili, di magistrati e del clero si recano alla reggia per scongiurare il re di non partire. Nel dopopranzo ci va anche l’arcivescovo e poi il capo-popolo Sabatiello alla testa di una delegazione di popolani. Viene trucidato dalla folla sotto Palazzo Reale, per un equivoco, Antonio Ferreri, corriere di gabinetto del re. Il re Ferdinando annota nel suo Diario: “Passata un’infame nottata. Alzatomi alle cinque e mezza, vestitomi, intesa la S.ta Messa, dato il buon giorno a mia Moglie, salito su, applicato. Dalle nove e mezza alle undici e mezza tenuto sessione sul modo tenendi di passare in Sicilia e quando. Andati alla Cappella per la novena, alla mezza pranzato e poi salito su, applicato. Alle tre venuto Acton portar alcune risposte di Nelson riguardo al concerto per la partenza e, mentre stavamo parlando, venuto avanti palazzo una quantità di popolo, facendo degli applausi, chiedendo che io non li lasciassi, e volendo essere armati per andar contro i francesi, ma prima di tutto per scannare i cavalieri giacobini(…) Tempo dichiarato di tramontana bello e freddo. Le maniere di mia Moglie sono state buone” (Battaglini, p. 54). 21 dicembre. Venerdì. Napoli. Il re, nell’abbandonare la reggia, nomina Vicario Generale del Regno Francesco Pignatelli, principe di Strongoli, con pieni poteri di rappresentanza, e conferma il barone Mack comandante dell’esercito. “Si disse che la regina, partendo, avesse lasciate al Pignatelli istruzioni segrete di sollevare il popolo, di consegnargli le armi, di produrre l’anarchia, di far incendiare Napoli, di non farvi rimanere anima vivente da notaro in sopra. Sia che queste voci fossero vere, sia che fossero state immaginate, è certo però che queste voci furono da tutti ripetute, da tutti credute” (V. Cuoco, p. 78). 22 dicembre. Sabato. Napoli. Nel cuore della notte precedente, in preda al panico, la famiglia reale era fuggita rifugiandosi sulle navi inglesi. Per tutto il giorno una tempesta infuria nel golfo e blocca la partenza. 23 dicembre. Domenica. Napoli. Finalmente i vascelli inglesi possono prendere il largo alla volta di Palermo. 24 dicembre. Lunedì. Napoli. Si punta ad una repubblica aristocratica?Si riuniscono i rappresentanti della “Città” (cioè l’amministrazione municipale napoletana). La “Città” era espressione della nobiltà napoletana composta da 119 famiglie divise in cinque Piazze (Capuana, Nido, Montagna, Porto, Portanuova) ed era un organismo in continua rivalità con l’autorità regia. “Composto da sette Eletti (la Piazza di Nido ne eleggeva due mentre il settimo che doveva essere eletto dalla Piazza del Popolo era in realtà nominato dal re), godeva del privilegio di potersi sostituire all’organo sovrano ogniqualvolta questi non fosse stato più in grado di esercitare in pieno i propri poteri. Rivendicando quindi per sé la gestione del potere, i nobili della Città entrarono subito in conflitto col Pignatelli costituendosi in Governo Provvisorio e puntando, fra mille incertezze, alla creazione di una repubblica oligarchica di tipo veneziano” (Sani, pp. 12-3). La nomina del vicario Pignatelli era perciò considerata abusiva dalla “Città”, che rivendicava il suo tradizionale diritto di assumere il governo in caso di assenza del re. Il Cuoco commenta con intelligenza: “Tra coloro che reggevano la Città alcuni pendevano per una oligarchia, la quale non avrebbe potuto sostenersi a fronte delle province, dove l’odio contro i baroni era la caratteristica comune di tutte le popolazioni; e, nello stato in cui trovavansi gli animi e le cose, volendo stabilirsi un’oligarchia, sarebbe stato necessario rinunciare alla feudalità” (V. Cuoco, p. 79). Nota bibliografica M. Battaglini, “La rivoluzione giacobina del 1799 a Napoli”, D’Anna, Firenze, 1973 B. Croce, “Storia del regno di Napoli”, Bari, Laterza, 1972 G. Cucciniello, “Politica e cultura negli Illuministi meridionali”, Principato, Milano, 1975 V. Cuoco, “Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799”, Laterza, Bari, 1976
    2 punti
  6. Dopo le ultime richieste e risposte di certi post meglio parlare di cio che ci piace quindi come non postarvi questo Centesimo G.P.di Venezia con........ scivolamento di conio...... che le da una (quasi) data particolare 11849 isieme ad altre lettere in legenda. Una curiosità simpatica. Mi è scappato anche un sesterzio che se trovo vi posto la foto.
    2 punti
  7. Eppure ..... il metallo, il formato e il fatto che abbia i bordi rientranti, non mi distoglie dal fatto che sia un tappino; probabilmente un unguento e/o pozione che nulla aveva a che vedere con la teriaca e che si poteva trovare in botteghe differenti dalle spezierie. Io coinvolgerei i nostri specialisti e accreditati "Spicier" @apollonia @Spicier
    2 punti
  8. Ciao a tutti, qualche tempo fa vi avevo presentato un testone di Gregorio XIII per Avignone del quale avevamo chiacchierato insieme in questa discussione: Oggi mi ricollego a quella discussione per presentarvi l'ultimo testone arrivato in collezione nonché primo del 2020! Gregorio XIII (1572-1585), AVIGNONE, Testone (Munt 340). D/: Busto a sinistra, piviale rabescato + GREGORIVS. XIII. PONTI. MAX. 1578 R/: Stemma cardinalizio semiovale (Card. Carlo de Bourbon-Conti, legato) + CARO : CAR : D : BOURBON : LEGA : AVENIO T/: liscio Peso: 9.40 gr. Questo testone si differenzia rispetto a quello del 1575 (Munt 339) al D/ per la punteggiatura della legenda differente, per il busto del papa di foggia completamente diversa, ma soprattutto per l'anno che è il 1578 invece del 1575. In base alle ricerche da me effettuate, si tratta di una moneta della più esimia rarità. Infatti, è mancante dell'opera di Faustin Poey d'Avant - Monnaies Féodales de France - (come potete vedere nella foto relativa che riporto), manca anche nel Serafini ed è dichiarata "inedita" dal Muntoni. Non meno interessante è a mio avviso la sua storia collezionistica. Questo esemplare proviene infatti dall'asta Christie's del 2011 (ex coll. Calcagni, lotto 127), a sua volta indicata come ex Bourgey 1969. Questo stesso esemplare è poi passato alla NAC 81 (ex coll. DeFalco, lotto 403). È inoltre l'esemplare illustrato sul MIR. È per me una bella soddisfazione dopo anni aver rimesso assieme questi due testoni per Avignone che fanno la loro bella figura accoppiati sia sul catalogo NAC 81, sia sul MIR. Dalle mie ricerche non ho rilevato nessun altro esemplare analogo a questo. Curiosamente, i compilatori del catalogo NAC nella descrizione di questo pezzo, commettono un piccolo refuso riportando la data 1575 invece di 1578, pur classificandolo correttamente come Munt 340. In attesa di vostri pareri e integrazioni, Buona domenica Michele
    2 punti
  9. Buona sera, arrivato oggi questo soldino. E' la prima volta che me ne capita in mano uno. Così piccolo, leggero, quasi invisibile. Certamente chi ha creato il conio era un cesellatore straordinario. Non nascondo che ci sono rimasto un po' male e mi è scattato subito il pentimento, ma non me la sento di restituirlo. Va ben, basterà usare una lente più potente.........
    2 punti
  10. Ad un'eventuale guerra atomica sopravvivrebbero gli scarafaggi e le patacche Ergo spalma plasmon ?
    2 punti
  11. solchetti ce ne sono, usura presente ( e non debolezza) sulla prima fascia dei capelli e sulla parte centrale della corona. meglio il rovescio ma, a mio avviso per dargli il +, bisognerebbe averla in mano. Perciò mi fermo allo SPL.
    2 punti
  12. A distanza di quasi quarant'anni, colpiscono ancora.... ma penso che colpiranno nei secoli a venire saluti TIBERIVS
    2 punti
  13. Buonasera a tutta la sezione. Alberto, per poter classificare i conii dei Tarì bisogna partire dal tipo "base" Che dovrebbe essere: D/ FERDINAN. IV SICILIAR. ET HIE. REX R/ INFANS 1798 A. P. HISPANIAR M. G. 20 Corona d'alloro con 9 bacche nella fronda di sinistra e 11 in quella di destra. Taglio con treccia in rilievo.
    2 punti
  14. Buonasera, Valens con GLORIA ROMANORVM H.
    2 punti
  15. Per quel che può valere la mia esperienza da utente iscritto da 18 mesi, questa tipologia di utenti ci è sempre stata e ci sarà anche in futuro... Ultimamente la proliferazione di fantomatici articoli numismatici redatti da varie testate giornalistiche che invitavano a guardare nei propri cassetti alla ricerca di un possibile " tesoro nascosto ", può aver indotto ( anche se ritengo personalmente vi è una responsabilità più marcata ) all'iscrizione per la ricerca di informazioni... Quanto all'utilizzo delle buone maniere, in quest'epoca del " sempre connessi " ha generato nella società un'atteggiamento " mordi e fuggi " e senza il benchè minimo segno di umanità... Ma a me piace pensare che anche se le cose stanno così, qualcuno magari si ferma in questo spazio virtuale fatto di appassionati e gli viene la voglia di approfondire di più la questione... Comunque sia, W l'Italia, W il Forum
    2 punti
  16. 20 anni sono troppi, ne ho ricevuto uno del 2022, ma già noto che c'e' qualcosa che proprio non mi torna… ... ma pensandoci bene dopotutto la zecca ci può anche stare, se la nostra dopo aver coniato le monete fosforescenti è andata in malora… ….ma la valuta mi preoccupa!
    2 punti
  17. Caro Michele, magnifico raggiungimento! Perché non consideri di pubblicare queste tue ricerche? Vi sono varie riviste che hanno bisogno di essere rivitalizzate da nuove esperienze, ambiti di interesse e "mani" nuove. Ne trarremmo beneficio un po' tutti e anche la numismatica pontificia che ha perso recentemente un po' di smalto ...
    2 punti
  18. Esperto in monetazione greca? Ma quando mai! Da circa un anno ho deciso di riprendere la mia vecchia e scarsa raccolta di monete per trasformarla in qualcosa di simile ad una collezione. Per far questo al meglio, partendo quasi da zero, ho pensato bene di iscrivermi al forum "La Moneta" perché mi è parso che qui avrei imparato qualcosa da chi era più bravo di me, infatti così e stato. Modestamente, invece, sono bravino nella ricerca partendo da piccoli indizi (deformazione professionale?) e, nel campo specifico, sto affinando una mia tecnica che, a quanto pare, ogni tanto funziona (non sempre!). Ti ringrazio per il complimento e spero, nel mio piccolo, di esserti ancora d'aiuto anche se sono sicuro che sarà sicuramente il contrario. Una buona serata. P.S.: "Gli uccelli Stinfali sono un gruppo di uccelli voraci nella mitologia greca. La denominazione degli uccelli deriva dalla loro dimora in una palude a Stymfalia. Gli Stymphalian sono uccelli mangiatori di uomini con becchi di bronzo, affilate piume metalliche che potrebbero lanciare alle loro vittime e sterco velenoso. "...Questi volano contro coloro che vengono a cacciarli, ferendoli e uccidendoli con i loro becchi. Tutta l'armatura di bronzo o ferro che gli uomini indossano è trafitta dagli uccelli; ma se tessono un indumento di sughero spesso, i becchi degli uccelli Stymphalian vengono catturati nell'indumento di sughero, proprio come le ali dei piccoli uccelli si attaccano nella calce degli uccelli. Questi uccelli hanno le dimensioni di una gru e sono come l'ibis, ma i loro becchi sono più potenti e non storti come quello dell'ibis." Pausania . Descrizione della Grecia, 8.22.5
    1 punto
  19. Caro Dani, grazie per il tuo intervento! Nel 2011 non ero a Milano alla Christie's ma dopo quella clamorosa vendita ho avuto l'accortezza di segnarmi tutti i realizzi dei testoni esitati in quell'asta. Grazie mille comunque della tua disponibilità! Nel 2014 invece a Milano da NAC c'ero anche io, ma in quell'occasione erano troppi i testoni per potersi dedicare a tutti con la dovuta attenzione... A mio avviso, come dici tu, fu un'acquisizione diretta di DeFalco che decise di aggiungere alla sua straordinaria collezione anche questo particolare esemplare. Testone che, ad onor del vero, rimase invenduto... Ma come dico spesso, le monete sono tonde e girano, e quindi alla fine eccolo qui nella mia collezione, dove rimarrà per un bel pezzo! Michele
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  20. Ciao Michele e complimenti per l'importante acquisizione e per la prestigiosa "coppiola" Avignonese che hai messo nella tua collezione. Ricordo benissimo quel Testone al lotto 127 esitato alla Christie's nel Novembre 2011 a Milano, in particolare mi colpi' proprio la nota che lo indicava come inedito dal Muntoni, dopo la tua discussione mi sono andato a rivedere l'aggiudicazione che mi ero segnato a matita nel catalogo che ho utilizzato per seguire la battuta in sala.....se ti interessa ti comunico privatamente il realizzo ma ti ricordo che quanto realizzarono le Monete Papali (e non solo) in quell'occasione non fà assolutamente testo per nessun riferimento economico-commerciale del loro valore..... Mi era sfuggita invece la ri-apparizione dello stesso esemplare alla NAC 81 (presenti ), cosa che mi fà riflettere se fù un'acquisizione di De Falco nel 2011 per mettere in collezione un pezzo mancante ( anche perchè siamo davanti a uno di quei casi "o quello o nulla" ) oppure se era una moneta di un altro conferente che ha egregiamente integrato quella spledida e irripetibile collezione di Testoni Italiani..... Concordo infine con l'amico Giovanni nel pubblicare e rivitalizzare la Numismatica Papale con queste tue interessanti ricerche...... tuttavia anche il forum é e dovrà essere (a mio parere) lo strumento per tutti dove pubblicare, condividere e attingere le informazioni nate dagli studi e dalle ricerche degli appassionati come Noi. Un saluto Daniele
    1 punto
  21. Ciao, un ritrovamento da ciotola che capita raramente, la moneta è usata ma leggibile, ad un prezzo così basso solitamente si trovano sfinite, ottima presa
    1 punto
  22. Salve a tutti ho trovato questa medaglia in bronzo del 1881 di papa Leone XIII , allego url : http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE114/10 . Dice che ancora non è stata reperita anche se ho postato le foto . Potrei sapere se è rara ?
    1 punto
  23. Se una moneta di buon argento (d = 10,5 g/cm3) pesa 17,22 g, il peso teorico di una moneta di rame (d = 8,96 g/cm3) dello stesso volume è 17,22 g x 0,853 = 14,7 g. Quindi questo suberato verrebbe a pesare sui 15 g. Però il suberato può essere composto di una lega del rame a maggior densità del metallo puro, per es. 10 g/cm3, e in tal caso peserebbe 16,4 g. Se poi il suberato fosse composto di un metallo vile con densità maggiore dell’argento, per es. il piombo (d = 11,34 g/cm3), il peso sarebbe di 18,6 g, ben superiore a quello della moneta d’argento di pari volume.
    1 punto
  24. Spero che l'avrai già fatta tua difficile trovarne di così a quel prezzo. petronius
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  25. @Pablos Buonasera, per non creare confusioni con quanto ho scritto in un altro post di @Isaia67, devo aggiustare il tiro sulla tua classificazione ponderale, nel senso che escludo possa trattarsi di una "maiorina" (che nelle emissioni "pesanti" oscillava sui 5,20 grammi e nelle "leggere" sui 4,25-4,50). Dovrebbe invece essere una "bronze reduced maiorina" o "maiorina ridotta", con peso per l'appunto oscillante, come nella moneta di @Isaia_67, sui 2,50 grammi. Però, data l'incertezza sui contenuti della riforma monetaria del 346, mai come in questo caso in cui il peso della maiorina ridotta sembra che venga a coincidere con quello del centenionalis, sarebbe opportuno trascurare la classificazione ponderale e seguire @Arka che ha parlato di "AE3". Mi scuso per il post vuoto che è sfuggito per colpa di un dito. Saluti
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  26. @Hirpini Azzardo questo accoppiamento ma mi sono basato su quel poco che si riesce a scorgere. https://en.numista.com/catalogue/pieces144997.html Saluti
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  27. Buongiorno, domenica scorsa @Stilicho dice: "L'unica differenza rispetto alla RIC VI 37a, se non ho letto male, dipende dal fatto che nella RIC VI 38, il busto (che può essere corazzato o no) e' visto da dietro. A proposito di questa ultima affermazione, guardando le monete, devo dire che non ho ben capito a cosa si riferisca (magari il nostro @Hirpini ci può aiutare)". Chiedo scusa per il ritardo, scrivo per dire che non ho trovato spiegazioni su quella differenza e sul quel "visto da dietro". Solo ho notato che pressoché uniformemente come RIC VI 38 viene catalogato il busto di Diocleziano a destra, col drappeggio alle spalle, alto un po' sulla nuca, e comunque visibilmente più accollato come se fosse una tenuta invernale, come in questi 38 presi da OcreRic e ACSearch (a sinistra) : RIC 38 RIC37a Al contrario i drappeggi dei RIC VI 37a come quello di @Augusto 60, si presentano più scollati o... estivi. Ora su quel "visto da dietro" non so dirti altro se non che con un po' di impegno mentale, i drappeggi chiusi in effetti potrebbero essere intesi come visti dalle spalle dell'imperatore. Saluti a tutti. Hirpini
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  28. @Augusto60 E se la data non fosse 1603 ma 1692? la grandezza dell'ovale della terza cifra sembrerebbe simile a quello del 6 e l'ultima cifra somiglia molto ad un 2 che, toccando il bordo contornato dalle palline, da l'impressione di essere un 3.
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  29. Leggo che l'autore usa il verbo "sembra"; ciò significa che la sua è un'ipotesi o un'affermazione presa altrove ma non verificata.
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  30. 1920 Municipalità di Tiegenhof (Polonia) - 50 Pfennig Emissione di necessità
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  31. E' effettivamente Costanzo II, AE 3, con all'esergo RMT (stella), quindi zecca di Roma. RIC VIII, 316. Arka Diligite iustitiam
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  32. Salve, ringrazio @Hirpini perché riesce a rendere ricca la discussione con cenni storici piacevolissimi da leggere. Personalmente non conosco molto bene certi tipi di monete, sono solo un semplice appassionato.Dal Forum cerco di dare aiuto dove posso e allo stesso tempo imparo. Grazie. Saluti Davide
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  33. MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA LEONARDO DA VINCI - SEZIONE MOTORI PRIMI
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  34. 80-100 max, al disotto la vedo molto dura che te la diano, se è un commerciante.
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  35. Ciao Demonetis, dovrei averla già condivisa nella discussione sui "falsi d'epoca nella monetazione napoletana e siciliana". Rifaccio comunque nuove foto e le inserisco in quella discussione. Saluti, Rocco
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  36. Grazie carissimo e gentilissimo, fanno piacere questi post, in fondo noi siamo proiettati giustamente sul futuro, io per primo, ma non bisogna mai dimenticare quanto e’ stato fatto in questi anni da grandi e generosi attori del forum, sarebbe come rinnegare noi stessi e la nostra storia !
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  37. Confermo, all'esergo , Heraclea, terza officina: Heraclea RIC IX 3b Valens AE3. DN VALEN-S PF AVG diademed bust right, draped and cuirassed / GLORIA RO-MANORVM, emperor walking right, holding labarum and dragging captive behind him. Mintmark SMHΓ. Hirpini
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  38. Acidi più o meno blandi e poi un po di lucidatura, con qualche spazzolina delicata o con una rotellina di feltro.. Se vuoi prova ad immergerla in aceto e sale. Sappi però che otterrai una moneta "lucida" per farti un idea dai un occhiata all ultimo post che ho pubblicato. Quella moneta è stata trattata così.
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  39. Come promesso eccomi registrato, colgo l’occasione per ringraziare anche da parte della mia fidanzata per i graditi omaggi numismatici (e per essere considerato ancora ‘giovane’). Gioia, passione e freschezza non mancano mai, conoscenza e approfondimenti sono work in progress, in questo senso il gazzettino sarà gradito aiuto.
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  40. Libero e nel vassoio accanto al 1835 con punteggiatura "normale"
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  41. Per confronto condivido un esemplare di Carlino del 1794 con a fianco il falso d'epoca coniato su un tondello di ottone, purtroppo senza l'argentatura.
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  42. E vabbe' lasciamo stare i tondelli...ma quel Cabernet del 2012, invecchiato in barrique 5 anni, ne vogliamo parlare? Complimenti davvero agli organizzatori di questo buon convegno, periodo nevralgico per la numismatica? Non penso, buona affluenza, giravano anche dei giovani collezionisti, e le trattative si sono viste.. anche Quelli del Cordusio han fatto la loro bella figura. Se son rose fioriranno.....cosi si diceva? giusto ? Roberto
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  43. Grazie tantissimo per le delucidazioni, non sapevo del lavaggio di acido per fare risaltare l'argento e farla accettare più facilmente dal mercato. Un bel R2, peccato per l'usura ma naturalmente se non fosse così usurata non ne sarei mai venuto in possesso tramite un lotto eterogeneo. Tiziano
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  44. Taglio: 2 euro CC A Nazione: Lettonia Anno: 2016 Tiratura: 1.015.000 Condizioni: SPL Città: Biella (BI) Note: NEWS! Taglio: 1 euro Nazione: Italia Anno: 2019 Tiratura: ? Condizioni: qFDC Città: Biella (BI)
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  45. Le monete vengono dalla stessa coppia di conii... quella di InAsta è stata esitata per 286 euro come falsa, ed è quella coniata meglio (vedere nel verso i due puntini al termine di VINCES, ben distinti nell'esemplare InAsta, evanescenti e quasi uniti nelle altre due) ... trovare tre monete provenienti dalla stessa coppia di conii è cosa sospetta; quando una delle tre è anche passata in vendita pubblica come falsa.. la faccenda diventa inquietante... sono sicuramente esemplari insidiosi e dubbi. Ritengo che le monete vadano sempre valutate e confrontate con visione diretta e io personalmente non ne ho mai avuto uno in mano e non posso quindi dire di conoscerli. Mi astengo da giudizi definitivi ma la sensazione continua ad essere negativa. ciao Mario
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  46. Sempre a tema monete io ho da un po di anni questo bel esemplare da 50 Pfennig 1921 Fdc (la foto è vecchiotta, non ho il retro)
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