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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/18/20 in tutte le aree

  1. Buonasera gruppo, vi presento l ultima arrivata in collezione... Ferdinando lV, 120 grana 1798 scudo chiuso, 9 torrette e sotto corona rigato...! Felicissimo di averla con me..
    7 punti
  2. Buonasera a tutti cari amici, posto la mia piastra reimpressa di Ferdinando. L'8 della data pare ribattuto su 7.
    5 punti
  3. Il testone qui rappresentato (Clemente XI, anno VII), moneta di alta conservazione, particolarmente rara e molto affascinante, è stato fotografato a luce radente. Con ciò viene esaltata la patina multicolore (che definirei "dorata"). Dunque, ancora una volta (quantunque non si tratti di post-processing fotografico) le condizioni di illuminazione determinano il risultato. In questo caso veramente soddisfacente (ma è come fotografare una bella donna, con uno scatto felice).
    4 punti
  4. taglio         2 euro cc paese     Lettonia anno 2018 A tiratura 500.000 condizioni bb+ città Milano Note News
    4 punti
  5. Ciao discussione cotta e ricotta come già detto in una discussione simile, se ad un certo momento i magistrati monetali hanno deciso di effettuare una riforma non solo agendo sul peso e sul contenuto di fino per quanto riguardava il metallo nobile, ma agendo su di un simbolo ben visibile per distinguere due nominali tra i più usati, differenziandoli in modo evidente, un motivo logico ci sarà stato, in quanto i romani non facevano così per fare, e quello della corona laureata o radiata si faceva notare subito da tutta la popolazione, dalla riforma di Augusto non era passato tanto tempo, ma questo doveva essere stato un grosso problema, non dimentichiamoci che uno valeva il doppio dell'altro e il popolo non navigava certo nell'oro. Poi come si sa da quel momento in poi la corona radiata ha sempre significato " il doppio " vedi antoniniani e doppi sesterzi o doppi aurei. per quanto riguarda il radiato di Traiano è un discorso a parte in quanto era coniato per la circolazione in Siria e si trovano vari nominali con pesi diversi, nelle province i pesi del bronzo variavano e il loro valore era dato dal peso. PS I romani non andavano a fare spesa portandosi dietro un bilancino da poter pesare le varie monete. Silvio
    3 punti
  6. No, non sto mettendo alla prova nessuno...semplicemente trovo errato quello che dice il Bernareggi ( e altri) se applicato alle monete post riforma....a che pro continuare con una differenziazione, quella tra metalli, che si era già rivelata così insoddisfacente da spingere Nerone e il collegio monetario a inventarsi prima la segnatura II sui dupondi e poi, vista l’inefficienza anche di questa, ad adottare un simbolo chiaro e ben riconoscibile da chiunque, alfabetizzato no e a conoscenza o no della differenza tra oricalco e rame o bronzo. ( Senza contare il fatto che dopo un po’ tutti i metalli scuriscono e vista l’illuminazione del tempo, discriminare per colore mi pare un po’ assurdo) E ricordiamoci che il vile AE , nel periodo, non valeva intrinsecamente praticamente nulla, così come l’oricalco o il rame. Quindi anche tutti i voli pindarici sulla differenziazione in base Al peso e al metallo per rispettare Un inesistente valore intrinseco sono tutte stupidaggini È solo la solita legge di Occam Per me la differenziazione in base a peso o metalli post riforma Neroniana è una teoria senza alcun riscontro oggettivo ne logico, a prescindere da chi l’abbia presentata o continui a presentarla. Se volete posso essere più chiaro e prendere a prestito una battuta di fantozzi relativa ad un famoso film.
    3 punti
  7. Buonasera nuovo esemplare del lotto 4 Grossi Emanuelle Filiberto 1556
    2 punti
  8. Buonasera a tutti, nuovo arrivata in Collezione Litra68. 60 Grana 1856 Ferdinando II Molto consumata nella leggenda su ambo le facce, ma la trovo molto interessante. Saluti Alberto
    2 punti
  9. Denario A. Manlius Q.f. Sergianus D\ Testa di Roma a destra, con elmo corinzio ornato ai lati con una piuma. Legenda: SER - ROMA R\ Il Sole su quadriga frontale tra le onde (o le nuvole). Ai lati due stelle; in alto X (segno di valore) e un crescente Legenda: A MANLI Q F Di questa moneta si sa poco con certezza, ad iniziare dalla data di emissione (compresa fra il 118 ed il 107 a. C.) e da chi fosse il magistrato che ne dispose il conio. Si propende per un Aulus Manlius Sergianus Quinti filius, anche se Mattingly (From Coins to History: Selected Numismatic Studies, p. 144) nota che nessun appartenente alla nobile gens Manlia portava il praenomen Quintus e preferisce ritenere questo triumviro come un esponente di origine plebea di una casata minore. Crawford dice sbrigativamente che sono “interamente oscure” le ragioni per ritrarre il sole circondato da luna e stelle emergere dalle onde del mare; altri vedono nella scena un’allegoria della vittoria che viene da Oriente. Infatti Cneus Manlius Vulso, possibile antenato del magistrato, console nel 189 a.C., nello stesso anno riportò una grande vittoria contro i Galati in Asia Minore; sebbene in un primo momento il Senato lo avesse accusato di aver minacciato la pace fra i Seleucidi e Roma, assolto da tali accuse celebrò il trionfo nel 187 a. C.. Moneta di notevole rarità, Crawford annota 20 conii di diritto e 25 di rovescio.
    2 punti
  10. Buonasera Gallienus... questa è la mia reimpressa 1818 con 8 su 7 e giglio nel taglio...!
    2 punti
  11. Buonasera. Volendo provare una sintesi sul nominale in oggetto, riporto quanto catalogato nelle opere citate; Sul Catalogo Gigante sono catalogate, per il Regno di Napoli; 1798 con punteggiatura regolare ( senza punto dopo numerale IV ), n. 104 1798 variante (R3) con punteggiatura doppia orizzontale, al dritto, dopo ET.. n. 104a Sul Manuale Magliocca sono catalogate, per il Regno di Napoli; 1798 con punteggiatura regolare ( con punto dopo numerale IV ), n. 284 1798 variante (R4) sottopeso, n. 284a 1798 variante (R5) contromarca 284b Sul Manuale Magliocca catalogate, per la Repubblica Napolitana; 1798 variante (R5) con punteggiatura doppia verticale, al dritto, dopo Ferdinan : n.365 1798 variante (R5) con punteggiatura doppia verticale, al dritto, dopo Siciliar : n.365a 1798 variante (R5) con punteggiatura doppia orizzontale, al dritto, dopo ET.. n.365b poi ci sono gli inediti comparsi in questa discussione.
    2 punti
  12. Buona serata Aggiungo un paio di foto che Ilketto non è riuscito a caricare .... Da quello che vedo, ingrandendo oportunatamente il punzone centrale, c'è un leone in moleca e questo "taglia la testa al toro". E' veneziano. Purtroppo il sistema non me lo ha copiato diritto, però mi sembra comunque chiaro: leone con l'aureola e a lato le ali. Il peso è verificato in gr 34,5. Risolta la provenienza, valgono le considerazione già fatte circa l'uso. @petronius arbiter; ciao. Puoi trasferire la discussione in exonumia, magari ha più visibilità e qualche appassionato può dire la sua. Grazie! saluti luciano
    2 punti
  13. Ciao dimenticavo una cosa, la riforma di Nerone o chi per lui, oltre alla diversità della corona aveva provato anche a introdurre altri nominali, probabilmente prima di arrivare alla corona radiata, come assi ridotti con simbolo di valuta I o dupondi con la testa laureata ma con simbolo di valuta II cosa evidentemente accantonata per vari motivi, per poi passare definitivamente alla radiata. Silvio
    2 punti
  14. Ottimo, ultimamente mi sembra che i 2 € commemorativi stiano migliorando di anno in anno. Speriamo la Commissione non crei problemi, va bene la tolleranza verso altre sensibilità, ma se ci dimentichiamo che l'Europa e la sua Cultura é intrisicamente legata al Cristianesimo, la vedo grigia per il Futuro dell' Unione. Ok vetare gli Alpini, che in altre nazioni erano i Nemici, ma togliere aureole ai Santi come é successo, o boicottare una moneta come questa sarebbe da Ignoranti assoggettati al politically correct. Speriamo bene.
    2 punti
  15. ma certamente.. sono d'accordo con te.. ma a me non sembra un difetto.. per me è un colpo... magari chiedi al venditore se può darti una informazione più precisa a riguardo
    2 punti
  16. Quella al rovescio mi sa tanto di Libertas per via di ciò che ha in mano oltre allo scettro. Per esclusione infatti direi che è un pileo https://www.acsearch.info/search.html?id=137564
    2 punti
  17. Sono sempre stato indotto a leggere, a documentarmi su vari argomenti e a conservare i testi per eventuali riletture. Le discussioni sono positive, ma poi ci deve essere uno scritto a memoria del tutto; come ai congressi...si parla e si discute, poi alla fine si ricevono gli atti da conservare. Non devo essere convinto, o almeno non mi sento di doverlo essere, ognuno può mantenere una linea di pensiero, oppure averne due e valutarle, confrontandole. Purtroppo nessun romano verrà mai a dirci come sono andate le cose, pertanto potrebbe venire fuori in futuro una terza teoria e allora mi piacerebbe valutare pure quella.
    2 punti
  18. Buongiorno a tutta la sezione. @Gallienus, questa è il Magliocca 575/a 5 corretto a 6. Correzione di cifra che riscontriamo su altri nominali dello stesso periodo: Tarì Carlino (Magliocca 632/a). 10 Tornesi (Magliocca 670). Tornese Uno Mezzo Tornese
    2 punti
  19. Rieccomi, riprendo il discorso sulle Sirene “monetate” Parthenope, Leucosia e Ligea, dopo una pausa di riflessione dovuta ad una sosta imprevista. Mi spiego: prima di tornare alle Sirene di Omero (Odissea, Canto XII) avevo pensato di dare uno sguardo a quelle di Virgilio (Eneide, canto V), che colloca la loro isola in un gruppo di scogli a sud della penisola di Sorrento, le isole Li Galli, appartenenti al Comune di Positano. E uno di quegli scogli ha infatti proprio la forma di una sirena: Ma proprio in quel posto sono stato chiamato da alcune bestie marine, e poiché erano senza coda di pesce e anche più di tre, e di gradevole aspetto, mi sono slegato dall’albero della nave e mi sono tuffato per dare uno sguardo più ravvicinato: "Ulysses and the Sirens", L. A. Belly, sec. XIX Dopo un paio di giorni poi sono ripartito per Napoli. In quel golfo, circa 3500 anni fa, le correnti marine avevano portato il corpo della sirena Parthenope, "la vergine", che insieme alle sorelle si era lanciata a mare da un’alta rupe. E da quella rupe era finita giusto dove oggi nel golfo di Napoli sorge il Castel dell’Ovo e lì fu trovata da alcuni pescatori che la raccolsero e subito la venerarono come una dea. Il suo corpo intanto si dissolse e si trasformò nel paesaggio “partenopeo”, con la testa poggiata ad oriente, sull’altura di Capodimonte ed il piede, ad occidente, verso il promontorio di Posillipo: Ecco allora spiegato il nome più antico della città, che prima di essere la greca Neàpolis e più tardi Napoli, era per l’appunto Παρθενόπη, Parthenope, fondata nell'VIII secolo a. C. dai Cumani. Per questo ancora oggi all’aggettivo “napoletano” si preferisce usare quell’altro dal significato culturale più profondo e risalente, che è “partenopeo”. (ma non solo Napoli ci ricorda il mito di Parthenope, la “vergine”: oltre che al nostro stadio, il suo nome è dato ai "Monti del Partenio”, che sovrastano a ovest la mia città, e tra loro quello che è proprio “Montevergine” col suo santuario, meta di pellegrinaggi in onore di una divinità pagana - pur essa vergine - prima ancora che cristiana) La storia della monetazione greca di Neapolis e della Magna Grecia è altrettanto suggestiva quanto quella delle Sirene, con la differenza però, che è vera. Mentre solo dal IV-III secolo a. C. Roma fondeva il suo bronzo che oggi conosciamo come “aes rude”, “grave”, “signatum”, i Greci già dal VI coniavano monete che erano vere opere d’arte. Basta pensare agli splendidi didrammi e tetradrammi di Atene e, più vicini a noi, a quelli di Gelas, Katane, Locri Epizefiri, Morgantina, Reghium e per ultimi a quelli di Siracusa, con le firme degli incisori: Kimon, Eukleidas, Euainetos. Quando prese contatto con le città della Magna Grecia e per prima per l'appunto con Napoli, Roma si accorse che la sua moneta, pezzi di bronzo fuso, poteva essere sufficiente agli scambi commerciali con le popolazioni più a nord, etruschi in testa. Ma non con quelle a sud, che già producevano argenti di raffinatissimo stile ellenistico. E poiché quelle monete comunque erano già conosciute e apprezzate anche a Roma, si pensò bene di coniarne una propria, in argento. Insomma l’antica Neapolis, la “città nuova” fondata dai greci credo sulla più antica Parthenope, e che nella sua zecca coniava le prime monete già nel 470 a. C., presto rappresentò un ponte tra l’età greca e quella romana nel meridione italiano. Proprio le sue monete fecero infatti da modello e nacque la monetazione romano-campana, un argomento complesso che pur volendo non sarei capace di trattare. Quindi omettendo di parlare delle monete con legende ROMA e ROMANO, per restare in tema di Sirene, mi limito a pensare 1) alle prime della città di Parthenope cumana, con legenda retrograda NOIAMYK (KYMAION) e la testa della Sibilla cumana o di Parthenope al diritto e una sirena su un guscio di cozza, al rovescio: 2) a quelle di Neapolis con legende ΝΕΟΠΟΛΙΤΗΣ e ΝΕΟΠΟΛΙΤΩΝ che da un lato hanno scolpita la testa della ninfa/sirena Parthenope, e dall’altro un “toro con volto umano”, presumibilmente una raffigurazione del fiume Acheloo, il padre di tutte le sirene. Come in tutta la monetazione greco-ellenistica c'è da restare stupiti davanti alla abilità e al raffinato senso estetico che muoveva la mano di quegli antichi incisori: Qui è possibile sapere qualcosa in più sulla monetazione romano-campana: http://www.fmboschetto.it/monete/campana.html Intanto mi farebbe piacere se gli esperti intervenissero su questa monetazione romano-campana. Alla prossima HIRPINI
    2 punti
  20. Mi dispiace molto per l’accaduto, @gennydbmoney. Spero, ovviamente, che il responsabile del furto venga identificato e punito e che la medaglia possa finalmente giungere al suo legittimo proprietario. Credo che alcuni delinquenti sappiano chi colleziona oggetti di valore (come, appunto, monete). Magari, passandosi la parola e avendo degli “amici” alle poste, sanno chi e quando colpire. Infatti, ho come il sospetto che chi invia delle semplici raccomandate non subisca questo genere di sparizioni
    2 punti
  21. In un futuro aggiornamento inserirò anche questo 1798, dove lo spazio per i due punti è stato creato dopo HIE
    2 punti
  22. ..... semplice..... Ripropongo quello che il Gigante classifica R3..... !! e non conosco quante ne abbiano viste.
    2 punti
  23. “ le monete d’argento coniate di carlini dodici, carlini sei, carlini due, carlini uno, e liberate dal primo febbraio per tutto il diciannove del passato mese di giugno, ascendono a ducati un milione centonovantottomila seicento novanta cinque e grana 70, cioè: dal primo febbraio per tutto il 22 marzo furono coniate coll’effige, imprese e corone di S.M. (D.G.) la somma di 468798,70; dal 22 marzo al 10 giugno furono coniate coll’emblema (sic) della libertà della caduta della sedicente repubblica, fra carlini 12 e carlini 6 la somma di 729897 che uniti compongono la somma di 1198695,70”. In questo documento è evidenziato un fatto: quello cioè che vennero coniate, durante i primi giorni della repubblica e cioè dal 1 febbraio al 22 marzo, monete con l’effige, l’impresa e la corona di Ferdinando IV di Borbone. Queste monete hanno i coni segnati.
    2 punti
  24. Ciao Emilio. Come ti avevo annunciato prima, non è tutto oro quel che luccica. Su questo tetradramma di Katanaion, cerca , cerca,. alla fine son venuti fuori le famose sferette da fusione. Cosa che se battuta dal conio genuino, non si possono MAI verificare. Il dritto è ben rappresentato con la bellissima quadriga "scatenata". Se osserviamo ad ore 3 , il perlinato sembrerebbe regolare, ma per più di una decina di perline, ad ognuna vi è inglobata una minuscola sferetta , tipica da fusione.Ho ingrandito i due dettagli , al fine di poter evidenziare bene queste sferette. Sul rovescio, con (A), il bordo in questa posizione e affilato, stranamente in tutto il resto è consunto e qui no. Con (B) evidenti bolle sui bordi, tipiche da una fusione. Con (C) anche se la moneta sembrerebbe vissuta , non c'è tracce di stacco dal piano con il modellato, ovvero niente lucidi o traccia di coniatura. Non mi soffermo sul saggio ad ore 8 sul bordo, poiché sembrerebbe che sia stato fatto sul modello in cera persa.
    2 punti
  25. Certe storie realmente accadute sembrano talmente romanzate che, talvolta, diventano esse stesse fonte di ispirazione per famosi romanzi. E' quello che è successo in questa occasione per i romanzi di Salgari del ciclo di Sandokan, ma anche per il "Lord Jim" di Conrad e per la novella "L'Uomo che volle farsi Re" di Rudyard Kipling. Racconteremo pertanto la storia di un avventuriero inglese che seppe diventare Rajah (e quindi Re) di un vasto regno indipendente nella grande isola del Borneo e dei suoi successori che consolidarono la dinastia dei Brooke. Come sempre il nostro racconto si dipanerà attraverso le monete emesse da questo stato ormai dimenticato nelle brume della storia. Per cominciare, però, vorrei mostrarvi quello che era lo stemma del Sarawak indipendente; da notare il famoso motto ciceroniano "Dum spiro, spero" corrispondente all'incirca al nostro "finchè c'è vita c'è speranza", motto scelto dalla consorte del secondo Rajah bianco, Charles Brooke.
    1 punto
  26. Buongiorno, sabato mattina, durante il mio giretto presso uno dei mercatini dell'usato/antiquariato che ogni tanto frequento, mi imbatto in un banchetto, che già conoscevo, di un venditore di francobolli e monete. Su questo banco, ci sono raccoglitori di monete con dentro alcune monete buone e molte patacche. Comincio a sfogliare e vedo un bel tallero Italicum, "sarà una patacca", penso io... Lo prendo lo giro e rigiro....sul contorno ci sono i FERT....ci sta la stella con l'ornamento....ci sta pure la schiacciatura del tondello, ha una patina discreta....sembra originale, ma non sono convinto. Sempre più perplesso, penso " mi sa che è buona...fammi chiedere il prezzo". Aspetto un pò pensando "mò mi spara almeno 100-120 eurozzi..." Il vecchietto mi fa , così con pacatezza "50 euro". "Come 50 euro?" penso io. "Allora, ( penso ) mi sa che è una patacca fatta bene." La guardo la riguardo . Non può essere. La moneta è buona. Mi convinco che si è sbagliato. Gli faccio: " ma 50, sicuro ? Ma la moneta l'ha comprata o è sua ?" Mi risponde "No è mia, della mia rccolta che sto vendendo!" "Ma non mi intendo di monete, ma di francobolli..." Ribadisco "Guardi, che questa vale di più di 50..." Allora tira fuori un Gigante e vede che effettivamente il tallero è valutato bene. E quindi mi fa " vabè, allora 100..." Ribatto "Eh, no ! Me la vendevi a 50 prima, dopo che ti ho informato me la fai 100..per me il suo prezzo onesto è 70 !" "Mi risponde "D'accordo, vada per 70..." Presa. Avrei potuto prenderla a 50, ma non me la sono sentita di approfittare di questo signore anziano "francobollaro".....tra l'altro gli ho fatto notare un paio di vere patacche nel suo album (un altro tallero 1918, orribile, un tallero di Menelik, indecente), Torno a casa e noto che è l'esemplare con la firma, quello un pò più raro, che non avevo.... fatto bene ? Fatto male? secondo voi ? che ne dite della moneta ?
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  27. @Litra68, a me piace! Anche la tua ha le Croci nello stemma e due sono sdoppiate.
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  28. Buonasera. Si é parlato ampiamente di questa tematica nel link che segue e, se lo ritieni opportuno, sei libero di arrivare ad una tua conclusione in merito.https://www.lamoneta.it/topic/163672-2-quattrini-per-i-reali-presidi/page/3/?tab=comments#comment-1915030
    1 punto
  29. Questo denario è uno dei più belli di tutta la monetazione repubblicana, non ha uno stile tra i più raffinati, ma spicca in ricchezza, al dritto ma soprattutto al rovescio. Degna di nota è la simmetria di quel Sole in quadriga frontale, unicum nella monetazione repubblicana, il segno di valore al rovescio che bilancia il crescente, le stelle, le zampe dei cavalli, la tunica stessa del Sole. Personalmente mi ha sempre colpito un aspetto...il Sole che guarda verso la Luna, una Luna che se non ci fosse stata avrebbe permesso di omettere l'inusuale segno di valore al rovescio, un crescente che quindi parrebbe essere di primaria importanza.
    1 punto
  30. non metti il peso..... sembrerebbe una trillina per Milano prova a confrontarla con questa Monete Italiane dal Medioevo al XX Secolo MILANO Gian Galeazzo Maria Sforza, 1481-1494. Trillina. Mi gr. 0,57 Velo annodato con corona ducale. Rv. Croce fiorata. Cr. 8
    1 punto
  31. Hai ragione tu . Fino all'inizio dell'ottavo secolo, addirittura, le monete presentavano conob in esergo, ad indicare sia il luogo di coniazione che lo standard monetario. Nell'arco dei secoli, a dire il vero vi fu una piccola diminuzione del peso medio del solido,. I primi solidi avevano un peso veramente prossimo allo standard teorico di 1/72 di libbra romana (4,54 grammi). Coi secoli il peso medio si porta intorno ai 4.3-4.4, ma mantenendo uno standard molto elevato e soprattutto una notevole stabilità del peso tra un'emissione e l'altra. La svalutazione arriva con la fine del regno di Basilio II, quando la lega con cui è coniato il solido diminuisce rapidamente. L'yperpyron fu una moneta più sfortunata. Ma certamente nei primi decenni, sotto i primi Comneni, l'emissione fu stabile, e il titolo di 20 carati (mi pare il titolo fosse questo) assicurato. Non è un caso che il titolo di queste monete venne utilizzato da Federico II nella coniazione dell'augustale quasi 130 anni dopo la nascita dell'hyperpyron. A dirla tutta Federico II coniò l'augustale col medesimo titolo dell'yperpyron e una quantità complessiva di oro fino uguale a quella del vecchio solido, unificando in una le due vecchie monete.
    1 punto
  32. Sono d'accordo con tonycamp, quello sul bordo è un colpo e non un difetto da imputare al processo di coniazione, infatti dovresti far leva proprio su questo punto, perché se è vero che il ritratto del Re si presenta in medio/alta conservazione e anche vero che quel colpo al bordo salta subito all'occhio e quindi di conseguenza ne abbassa non la conservazione ma di sicuro il valore... Purtroppo non posseggo un esemplare in conservazione analoga da confrontare..
    1 punto
  33. Perché galba , eletto dopo Nerone dagli stessi avversatori dell’imperatore, per ragioni di opportunità politica rifiutava la riforma di Nerone ....riforma poi portata avanti da Nerva in avanti
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  34. 1 punto
  35. Perché Galba (post riforma di Nerone) non ha emesso un radiato? perché i suoi dupondi e i suoi assi sono tutti a testa laureata? non mi dite perché non ha fatto in tempo...
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  36. Posto anch'io il mio 5 Franchi Svizzero del 1923
    1 punto
  37. Posto questo esemplare, in condizioni pessime, ma con la rarissima variante SICILAR, anche questa moneta presenta la I di Ferdinan più lunga, stesso conio degli altri esemplari noti.
    1 punto
  38. Buonasera a tutta la Sezione. Ho ritrovato tra i cimeli di famiglia questa medaglia portativa di forma insolita, molto bella. Volevo quindi cortesemente chiedere a qualche Utente più preparato di me notizie in merito. Ad esempio chi e quante ne hanno coniate, in che metalli, la rarità, cosa rappresenta e perchè no, anche il valore commerciale Ringrazio in anticipo a quanti vorranno collaborare per rispondere alle mie domande. Sergio.
    1 punto
  39. Presumibilmente perchè se non si avevano sufficienti risorse.
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  40. Secondo la leggenda il luogo veniva considerato funesto proprio perché la tomba di Romolo venne profanata dai Galli già nel 390 a.C.
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  41. rilievi ancora gradevoli, bordi ok.. direi un bb
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  42. Ho dovuto spenderla a una cassa normale. Ottima testimonianza di che livello di consapevolezza generale ci fosse all'epoca sull'euro...
    1 punto
  43. Il Tarì 1798 a cui ti riferisci, è riportato dal MAGLIOCCA al numero 365/b con rarità ( esatta) R5 Con la sostanziale differenza che il Gigante lo cataloga come emissione di Ferdinando IV, Regno di Napoli mentre il Manuale, al contrario, come emissione della Repubblica Napolitana.
    1 punto
  44. @motoreavapore Buonasera Barone. La medaglia che hai mostrato è interessantissima da un punto di vista estetico, realizzata in un periodo davvero rivoluzionario per le Arti e che si manifestò in tutta Europa, assumendo varie denominazioni, che concesse grandissimo spazio alla fantasia, alla creatività in tutti i campi, dalla grafica ai gioielli, dalla architettura alle medaglistica. Terminato questo periodo, le medaglie tornarono a ripristinare le foggie consuete e le concessioni alla creatività tornarono ad essere assai poche. L'interesse storico rivestito è invece assai modesto : non è una medaglia commemorativa ufficiale, e dunque portativa, ma un oggetto di propaganda interventista come altre che furono coniate in quei giorni, sempre poverissime di scritte. Poi la guerra, con i suoi massacri e i suoi orrori, vide calare le rappresentazioni enfatiche come quelle effigiate, le aquile, i trofei di armi, lo sbandieratore statuario e assai poco ralistico. Al contrario, la produzione di medaglie militari fu vastissima, soprattutto quando il conflitto terminò. Molte Unità emisero decorazioni (le Croci delle Armate) e medaglie commemorative su cui spesso erano riportati i nomi delle battaglie sostenute e immagini dei combattanti, furono molti anche gli Enti territoriali che ne emisero altre che venivano distribuite ai reduci, durante le manifestazioni che celebravano la Vittoria (che ci costò un prezzo carissimo), nei raduni d'Arma. Su quella che hai postato, al di là di averla vista in qualche listino d'asta, non so dirti nulla, non solo perché al di là di una data non reca alcun riferimento, ma anche perché non compare in alcune pubblicazioni specializzate che sono andato acquistando nel tempo. Spero che altri la conoscano e ci diano maggiori chiarimenti su questo oggetto, che come ho detto è invece interessantissimo da un punto di vista artistico, un efficacissimo esempio dell' "Arte Nuova". Saluti.
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  45. Un po bruttini, ma... Regno d'Italia - 20 Centesimi 1918 Regno d'Italia - 20 Centesimi 1919
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  46. Argentina - 25 Pesos 1967 Francia - 25 Centesimi 1905
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  47. Belgio - 1 Franco 1939 Belgio - 1 Franco 1940
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  48. Che strana moneta ....
    1 punto
  49. Beh, sei proprio capitato sul forum adatto. Noi siamo accendinologhi ?
    1 punto
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